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LEZIONE 1 – 2 – 3

Lezione 1

POLITICA ECONOMICA:
- è quell’insieme di interventi sul sistema economico da parte di una serie di istituzioni pubbliche (stato, banca
centrale, autorità antitrust) o soggetti privati (es: imprese, famiglie)
- Gli interventi hanno degli obiettivi prestabiliti e dipendono dalla situazione specifica

Politica economica vs. Micro/Macroeconomia


POLITCA ECONOMICA MICRO/MACROECONOMIA
Approccio normativo Approccio positivo
Studia come il funzionamento può essere migliorato Studia il funzionamento delle economie e cerca di capire
Individuate le cause si costruiscono modelli economici come funzionano le dinamiche economiche e cosa le
per indicare ai policymakers come mitigare gli effetti o causa: la scelta dei consumatori, la domanda/l’offerta…
prevenire in futuro

La politica economica si occupa di risolvere i problemi che si manifestano all’interno di un mercato.

L’importanza della politica economica si vede chiaramente aitempi del covid: mitigare gli effetti negativi della
recessioneeconomica che stiamo vivendo

Lo stesso tema economico può essere studiato sia da un punto di vista positivo che normativo  economia industriale
(positivo: studiare, analizzare) – politica della concorrenza (normativo: intervenire)

CONCORRENZA PERFETTA =
- è una forma di mercato caratterizzata dall'impossibilità degli imprenditori di fissare il prezzo di vendita dei
beni prodotti, che è fissato invece dall'incontro della domanda e dell'offerta
- questo concetto è legato ad Adam Smith, che ha sviluppato l’idea della mano invisibile, l’idea che la
concorrenza perfetta assicuri efficienza allocativa all’interno di un mercato
Un mercato in cui si scambia un certo bene o servizio è perfettamente competitivo se:

a) ci sono molti venditori e compratori


b) si vende lo stesso prodotto (no differenziazione
c) i venditori sono price-takers
d) ogni venditore ha una piccola quota di mercato
il mercato è caratterizzato da libertà di entrata e di uscita  non è necessario un investimento grande per entrare
Esistono molti mercati diversi ma è più un concetto pedagogico quello della concorrenza perfetta
 es: grano / ortofrutticolo in India

Anche se vi sono pochi esempi di mercati concorrenziali ce ne interessiamo perché da un importante risultato di teoria
economica:
- primo teorema del welfare: un mercato concorrenziale alloca le risorse in modo efficiente
- efficienza allocativa
4. EFFICIENZA ALLOCATIVA
Il criterio fondamentale che si adotta per valutare i problemi concorrenziali è il benessere sociale economico, quindi lo
studio dell’efficienza allocativa  per date tecnologie adottare dalle imprese vi è un surplus dei consumatori e dei
produttori nell’equilibrio di mercato
La perdita di benessere sociale può essere accentuata quando le imprese intraprendono attività improduttive per
accumulare potere di mercato
Il concetto di efficienza fu per primo studiato da Vilfredo Pareto. Secondo Pareto un mercato nel suo complesso si
può definire efficiente quando si arriva ad un’allocazione finale delle risorse per cui nessun individuo può migliorare
la sua situazione (efficienza paretiana detta anche allocativa).
ES:
In un mercato vi sono 1 venditore ed un compratore, contrattazione bilaterale.
Se il compratore mostra di poter pagare 4 il compratore non dirà mai che vuole solo 3  le informazioni vanno tenute
private, per ottenere una cosa più vantaggiosa.

Es: il venditore ha un costo di produzione di 3€ mentre il compratore è disposto a pagare massimo €4


Il bene si scambia ad un prezzo tra 3 e 4. Però si scambia il bene perché 4 è maggiore di 3, se avessimo al posto di 4
avessimo 2 non avverrebbe lo scambio.

Abbiamo gains from trade: dato che la “willingness to pay” del compratore è maggiore dei costi di produzione del
venditore
La differenza 4€>3€ = 1€ è il surplus totale

Un mercato si dice efficiente dal punto di vista allocativo se permette sempre che scambi tra venditori e
compratori abbiano luogo quando ci sono gains from trade

quindi che il prezzo MASSIMO del compratore sia MAGGIORE rispetto al prezzo minimo del venditore
in presenza di gain from trade vi é sempre uno scambio
 es: il monopolio non è efficiente dal punto di vista allocativo INVECE IL MONOPOLIO NON E’ EFFICIENTE
DAL PUNTO DI VISTA ALLOCATIVO.

Su questo argomento la politica economica interviene in quei mercati che portano una riduzione della efficienza
allocativa. Le istituzioni economiche vogliono favorirla, quindi intervengono perché vi sono dei fallimenti di
mercato, il quale non è sempre in grado di fornire l’efficienza allocativa

FALLIMENTI DI MERCATO

IL primo teorema del welfare (un mercato concorrenziale alloca le risorse in modo efficiente) NON funziona in
molti casi chiamati fallimenti di mercato: questi portano ad una allocazione inefficiente delle risorse
Essi sono dovuti a:
1) MERCATI MONOPOLISTICI E OLIOPOLISTICI
2) ASSIMMETRIE INFORMATIVE: l’idea è che quando compriamo un bene è possibile che non siamo in
grado di valutare il vero valore del bene e non siamo sicuri della qualità (es: auto usate). Le asimmetrie
informative sono pervasive e il mercato inteso come contrattazione bilaterale può non funzionare bene. Per
mitigare le asimmetrie informative sono offerte spesso delle garanzie sul bene
3) CRISI MACROECONOMICHE
4) BENI PUBBLICI = beni non rivali e non escludibili
5) ESTERNALITA’ = quando le decisioni di consumo o produzione di un agente economico cambiano le
possibilità di consumo o produzione di altri agenti. In campo non economico, l’attività di partecipazione di voi
studenti in classe è un esempio di esternalità positiva in base al principio di interruzione

CONCORRENZA PERFETTA VS. MONOPOLIO


Quando il mercato è dominato da una sola impresa essa ha
un potere di mercato assoluto, il quale le consente di fissare
prezzi più alti.

I prezzi al di sopra del costo marginale producono un


surplus dei produttori più alto ma non abbastanza da
compensare il più basso surplus dei consumatori,
conseguente ai prezzi più elevati

In concorrenza perfetta il benessere sociale coincide con il


surplus dei consumatori dato che le imprese non hanno alcun
tipo di surplus, poiché i loro profitti sono nulli.

Il benessere sociale in condizioni di monopolio è dato dalla somma del surplus dei produttori e del surplus dei
consumatori  perdita netta di efficienza prodotta del monopolio
L’esistenza di concorrenza aumenta il benessere sociale netto MA NON PRODUCE un miglioramento paretiano,
ovvero che tutti gli agenti hanno lo stesso benessere della situazione iniziale, dal momento che il surplus dei produttori
diminuisce rispetto al coso di monopolio.

Le imprese spingeranno per ottenere più protezione e meno pressioni competitive mentre i consumatori vorranno
maggiore concorrenza

Una perdita di benessere sociale si ha per qualsiasi prezzo superiore ai costi marginali

Più alto è il prezzo più ampia é la perdita di benessere sociale  il benessere sociale decresce all’aumentare del potere
di mercato
La perdita netta prodotta dal potere di mercato è dovuta anche alla elasticità della domanda di mercato. Se la
domanda fosse perfettamente elastica allora il monopolista non potrebbe praticare alcun prezzo al di sopra del costo
marginale (dato che al minimo aumento del prezzo i consumatori non acquisterebbero)
Via via che l’elasticità della domanda decresce, l’abilità del monopolista a fissare prezzi più alti si rafforza e la
perdita netta si allarga

ES: confronto tra concorrenza e monopolio in termini di efficienza allocativa:


MERCATO CONCORRENZIALE: molti compratori e molti venditori di un bene omogeneo  imprese=price-taker.
Vi sono 100 piccole imprese n=100
Le imprese sono identiche quindi hanno tutte la stessa funzione costo. La domanda di mercato è

 Relazione negativa tra prezzo (maggiore) minore quantità domandata


 COSTO MARGINALE = prendi il costo totale e fai la derivata rispetto a q ( 100 q ^2 = 200 la derivata)

Il costo marginale MC di ogni impresa varia quando il livello di produzione varia

P non dipende da q: la singola impresa non può influenzare il prezzo tramite la quantità prodotta= price takers
Ogni impresa vuole massimizzare i profitti. Per trovare il massimo di una funzione, il profitto nel nostro esempio, ad
una variabile, q, bisogna calcolare la derivata prima e porla uguale a 0 = CONDIZIONE DI PRIMO ORDINE

PER OGNI PREZZO DI MERCATO QUALE E’ LA Q CHE LE IMPRESE VOGLIONO PRODURRE


 se P sale vogliono produrre di più

Il prezzo è pari al costo marginale

Nei mercati perfettamente concorrenziali, la quantità prodotta da ciascun’impresa è tale per cui il costo
marginale uguaglia il prezzo

Una strategia alternativa per massimizzare i profitti  ricavo marginale = costo marginale
Ricavo marginale = come il ricavo varia quando il livello della produzione varia
MR= non dipende da q
MR=MC=P:200q
Q= p/200  offerta di ogni impresa  offerta di mercato = offerta di ogni impresa * n della imprese = P/2

se consideriamo un mercato di perfetta concorrenza ogni impresa vuole massimizzare il profitto per questo sceglie una
quantità di produzione senza poter influenzare il prezzo = la quantità viene scelta in modo che il costo marginale di
produrre questa unità è pari al prezzo di mercato

Lezione 2
MONOPOLIO: unico venditore che offre un certo bene e molti compratori  una impresa=PRICE MAKER
ES: mercato dei motori di ricerca su internet google 88,7%

Consideriamo lo stesso esempio di prima per vedere l’effetto di diverse forme di mercato sull’efficienza. Cambiamo
solo il n° delle imprese. Nel monopolio non possiamo parlare di offerta, perché il monopolista fa il prezzo, che viene
determinato dal costo marginale che definisce quanto è disposto a produrre.
Mentre l’idea di offerta in concorrenza è dimmi quanto è il prezzo di mercato e ti dico quanto il mercato produce a
quel prezzo

Il costo del monopolista è:

Mentre il suo costo marginale MC è la variazione del costo al variare di produzione

La curva di costo marginale del monopolista coincide con la curva inversa di offerta in concorrenza perfetta: questo
per rendere confrontabili i 2 mercati nel nostro esempio
nelle slide precedenti vediamo che la funzione in azzurrino nel
caso di concorrenza perfetta è l’offerta di mercato nel caso del
monopolio è il costo marginale del monopolista

la curva di costo marginale non è una funzione di offerta. Ossia


non mette in relazione le quantità che i venditori offrono al
variare del livello del prezzo, invece ci dice quanto costa al
monopolista produrre un’unità in più del bene per ogni livello di
Q

GRAFICAMENTE
È utile che graficamente noi guardiamo la rappresentazione del problema che abbiamo. La curva nera decrescente è la
domanda. Quella azzurrina è il costo marginale (2Q) e il ricavo marginale del monopolista è dato da 40-2Q. (Inferiore
al prezzo)

Il monopolista sceglie la quantità da produrre, ove ricavo marginale è uguale al costo marginale, l’intersezione tra la
retta rossa e quella azzurrina, ove quantità da produrre è 10 e il prezzo è 30.

L’equilibrio, quindi, è dato in questo punto lungo la curva di domanda. Il monopolista fissa 10, il mercato è disposto a
comprarle al prezzo 30.

Anche l’impresa monopolistica vuole massimizzare il profitto.


Nel nostro caso il prezzo che il monopolista ha dipende dalla quantità che produce se nella situazione di profitto
concorrenziale qui p è 40 – Q (dove Q è la curva di domanda)
Il monopolista che sceglie la quantità sceglie automaticamente anche il prezzo. Se vuole produrre e vendere 10, sa che
per produrle il prezzo che deve fissare è 30 (40-10) per unità di bene
Quindi è PRICE MAKER
Una volta definita la funzione di profitto dobbiamo usare le condizioni di primo ordine. Prendere la funzione di
profitto = FOC= First Order Condition = derivata del profitto rispetto alla quantità e la uguagliamo a 0

Ricavo marginale = costo marginale


Il ricavo marginale ci dice come varia il ricavo totale di un’ impresa se vendo un unità in più del bene. Il costo
marginale invece come varia il costo dell’impresa se ne produce una in più

Ricavo massimizzato  quando ricavo e costo marginale sono uguali

Dato che il ricavo marginale (rosso) è minore del prezzo (nero), siccome il livello della quantità che massimizza il
profitto per il monopolista è ricavo marginale è uguale al costo marginale, ma il ricavo marginale è inferiore al prezzo.
Si deduce che nel monopolio la q prodotta è tale per cui il costo di produrre questa quantità è minore del prezzo di
mercato

RISULTATO 2: nei mercati monopolistici, la quantità prodotta è tale per cui il costo marginale è minore del
prezzo

Perché il ricavo marginale è minore del prezzo di mercato?


RICAVO= 30*10=300
MONOPOLISTA VENDE 11 UNITA’ = quale sarà il prezzo?
Il prezzo sarà 29 (40-11)
Il RICAVO MARGINALE = la variazione (incremento) del ricavo quando vendo un’unità in più del bene = 319-300
= nuovo ricavo – vecchio = 19  Quindi il ricavo marginale è 19
RICAVO NUOVO = 29*11 = 319

SPIEGAZIONE

L’incremento del ricavo è inferiore rispetto al prezzo a cui il monopolista vende, questo perché il prezzo cambia
per tutti. Passando da 10 a 11 unità, il monopolista dice bene vendo una unità in più al prezzo di 29, quindi il
ricavo è +29, adesso ne vende 11 al prezzo di 29, quindi ha un incremento per quella unità, ma per tutte le altre
che vendeva a 30 ora le vende a 29, quindi il ricavo sarà 29-10 (1 euro per ogni unità venduta prima a 30),
dunque 19

Concorrenza vs. Monopolio

C= CONCORRENZA
E= EQUILIBRIO

Nel grafico l’unica cosa che cambia quando passa da Em e C = che si passa da monopolio a concorrenza = da 1 a
100 imprese
Il triangolo, B+C, tra Em e C e il punto d’intersezione è la riduzione de efficienza allocativa (perdita del surplus) che
si ha quando si passa da concorrenza a monopolio

Nel disegno, 30= è la massima “willingness to pay” della domanda dei consumatori del mercato (concorrenziale in
questo caso)
20= costo marginale di produrre l’unità
30 maggiore del 20 = come l’esempio di ieri 4 maggiore di 3 (gains from trade) anche qui abbiamo dei vantaggi
dallo scambio del bene

Gains from trade  all’interno del triangolo segnato in rosso. Per tutte le unità tra 10 e 40/30 abbiamo gains, perché
la willingness to pay è maggiore del costo di produzione della unità, che è in linea con la definizione di ieri. Un
mercato efficiente allocativamente consente sempre lo scambio di beni quando vi sono i gains from trade.
Nel caso di monopolio invece, il monopolista si ferma a 10 e non vuole produrre di più perché li massimizza il
profitto. Anche se vi sono eventuali gains. Lui vuole massimizzare e riduce la quantità ridotta in modo da avere un
prezzo relativamente alto. Così facendo rinuncia ai gains. Non permette che vi sia trade anche se per l’unità 11 il suo
costo di produzione è inferiore alla massima willingness

In concorrenza perfetta si arriva ove D=O, si produce fino a quando non vi sono più gains from trade. Invece si passa
oltre, quando il costo di produzione è maggiore rispetto al gain, nessuno ha incentivo di scambiare

La concorrenza perfetta è efficiente dal punto di vista allocativo, invece il monopolista si ferma prima, creando una
perdita di surplus.
Un mercato si dice efficiente dal punto di vista allocativo se permette sempre che scambi tra venditori e
compratori abbiano luogo quando ci sono gains from trade

Un mercato non concorrenziale riduce l’efficienza allocativa.


INEFFICIENZA ALLOCATIVA: l’effetto del monopolio è una PERDITA DEL SURPLUS TOTALE (=surplus
consumatori + surplus produttori)
- Surplus consumatori: area tra domanda e retta orizzontale che denota il prezzo
- Surplus produttori (o monopolista): area tra retta orizzontale che donata il prezzo e offerta (in concorrenza) o
costo marginale (in monopolio)

SE LA WILLINGNES TO PAY STA SOPRA IL COSTO MARGINALE VUOL DIRE CHE PER
QUELL’UNITA’ DEL BENE (livello di produzione del bene) L’UTILITA’ CHE I CONSUMATORI HANNO
DAL CONSUMO DI QUEL BENE E’ SUPERIORE AL COSTO DI PRODUZIONE = QUINDI VI SONO
GAINS FROM TRADE

Un mercato efficiente dal punto di vista allocativa produce quel livello del bene invece il monopolista si ferma prima
ed è inefficiente da un punto di vista allocativo

Per capire B+C, ossia il concetto di perdita del surplus totale  domanda inversa di mercato, p=40-Q, ci dice il
prezzo massimo (o valore) che i consumatori sono disposti a pagare per ogni quantità Q del bene

ESEMPIO:
abbiamo 10 consumatori identici. Q=40-p è la domanda di mercato  q=Q/10=4-P/10 è la domanda di ogni
consumatore. La domanda inversa di ogni consumatore è p=40-10q: se ad esempio q=2 ogni consumatore è disposto a
pagare fino a p=40-10*2=20. 20 è il prezzo massimo che ogni consumatore è disposto a pagere

mettendo q=2 nella domanda inversa di mercato P=40-Q dove Q=10q otteniamo p=40-10*2= 20
20 è il prezzo massimo che tutti i consumatori sono disposti a pagare quando il livello della produzione
aggregata è Q=20
in base al criterio dell’efficienza
allocativa, bisognerebbe produrre
fino a Qc per via dei gains from
trade. Le unità di bene tra Qm e
Qc costano alle imprese meno di
quanto valgono per i
consumatori. Qc invece è il
livello di produzione tale per cui

il costo è esattamente pari al valore. In concorrenza perfetta il livello di produzione (e quindi l’allocazione delle
risorse) è efficiente perché massimizza il surplus totale
Il mercato dal lato dell’offerta è in grado di offrire quell’unità del bene ad un costo pari a qualcosa che sta tra 20 e 30
 indica il costo di produzione  L’offerta concorrenziale = descrive quanto costa produrre il bene a livello
aggregato
Sulla curva di domanda invece troviamo la massima willingnes to pay per quella unità del bene Essa indica
quanto vale il bene per i consumatori

A parte l’efficienza allocativa, esistono diverse ragioni per intervenire nell’economia:


1) EQUITA’
2) PRODOTTI ILLEGALI: come vengono trattati
3) FELICITA’: il grado di benessere di un paese viene misurato con il PIL (idea della ricchezza prodotta in un
dato periodo)
 sarà inserita anche la sostenibilità ambientale
 il principio fondante di introdurre nuovi indicatori è che il benessere id un paese anche a livello economico non
si misura sugli aspetti materiali ma anche immateriali
EQUITA’
- Un’allocazione efficiente non è necessariamente equa
- ES: quello che conta in termini di efficienza è che il bene venga scambiato e non ci interessa il prezzo di
scambio (la ripartizione del surplus tra venditore e compratore viene ignorato)
- L’efficienza non si preoccupa dell’equità
ES: Supponiamo che una compagnia aerea faccia overbooking: 51 posti prenotati invece dei 50 disponibile. Quale
è il sistema efficiente per stabilire chi sta a terra? La compagnia aerea decide di pagare chi si offre volontario per
non volare  sistema efficiente  perché colui con meno da perdere dallo stare a terra sarà quello che non
volerà.
Consideriamo 2 individui: A e B  vengono loro offerti €50 se cedono il posto (come se lo vendessero)
Supponiamo che A accetti e B no. Il problema è risolto A aspetta e B si imbarca.
Questo vuol dire che il costo di lasciare il volo per A è minore di 50€ (il suo costo per es è 40) mentre per B il valore
del volo è €60
per A il beneficio è maggiore del costo e per B il beneficio è minore del costo (maggiore di 50)
 gains from trade: per A vale 40 e riceve 50  infatti scambiano il bene
 per B non vi è gains from trade quindi NON scambia il bene

In questo modo i gains from trade sono pienamente sfruttati ma questa soluzione può non essere equa:

supponiamo A sia relativamente povero e B ricco: per A il costo di perdere il volo/tempo è più basso perché ha un
lavoro meno remunerativo. Però sta tornando con questo volo a casa dalla famiglia che non vede da molto quindi il
costo di posporre il volo è 40 ma anche + 40 per il costo psicologico

Più sei ricco più il tuo tempo vale costo opportunità


Al costo finanziario leghiamo il costo psicologico. Per B il viaggio è per lavoro. Quindi A ha un costo aggiuntivo
rispetto a B.

In aggiunta, ricevere €50 per A è più importante che per B perché A è più povera quindi il beneficio effettivo di avere
$50 per A è di 50+40 (finanziario + psicologico) = 90. Il signor A ha un beneficio che va oltre al semplice beneficio
finanziario mentre per B non vi è ulteriore beneficio psicologico

Nulla è cambiato però la conclusione che abbiamo fatto prima, chi ha meno da perdere da rinunciare al volo, sta a
terra, questo risultato era efficiente, ora modificando, è ancora efficiente e vi sono ancora i gains from trade.
Esattamente come prima. L’allocazione è ancora efficiente ma prima consideravamo chi aveva meno costi per restare
a terra, mentre ora i costi di A sono maggiori ma rimane comunque a terra.
Lo scopo di questo esempio è di dimostra che l’allocazione efficiente non è equa, fa si che la persona che ha più da
perdere comunque deve rimanere a terra (50$ mi fanno comodo solo perché sono povero e non perché ho meno
costi)

L’allocazione efficiente è necessariamente NON equa, potrebbe esserlo o non lo è mai?


La risposta è potrebbe esserlo, ma il punto è che l’allocazione efficiente NON considera l’equità quindi per caso può
risultare equa, ma se è così è causale.

Quando si entra a parlare di equità si entra in un campo, in cui il concetto di equità non è ben stabilito, che è più
soggettivo rispetto al criterio di efficienza allocativa.
Riassunto lezione: abbiamo imparato che un mercato perfettamente concorrenziale alloca in modo efficiente le
risorse perché si produce la quantità in corrispondenza della quale il valore assegnato al bene dai consumatori è pari al
sui costo di produzione. Il surplus totale è massimo. Invece, nel monopolio l’allocazione non è efficiente  è un
fallimento del mercato.

Il criterio dell’efficienza allocativa giustifica l’intervento nell’economia allo scopo di aumentare l’efficienza
allocativa.
3 Lezione – PRODOTTI ILLEGALI

- Produzione illegale + consumo illegale MA esistono i mercati NERI


- L’efficienza allocativa non è un criterio adatto quando i beni sono speciali come le droghe

Caratteristiche mercato al dettaglio per droghe illegali


a) Molti venditori (spacciatori) e compratori (drogati) in una certa zona (città)
b) Prodotto identico
c) Libertà di entrata  no costi elevati per entrare
d) Dispersione di mercato = ampio
e) Si avvicina alla concorrenza perfetta  alta competizione

I venditori di droga possono essere paragonati a degli oligopolisti, sono pochi ed essi costituiscono l’offerta di questo
mercato. Dalla parte della domanda abbiamo i consumatori/ drogati.

Supponiamo che il mercato delle droghe sia in equilibrio e quindi la sua concorrenzialità è alta  in base al criterio
dell’efficienza allocativa non vi è nessun problema, tutta via vi sono stati e vi sono interventi sulla domanda e
sull’offerta perché vi sono leggi che ne scoraggiano l’utilizzo. A livello sociale sono considerate un male
Molti governi intervengono in questo ambito con diverse misure di politica economica. Questo è un caso in cui
gli interventi sono necessari nonostante l’efficienza è massima
 L’EFFICIENZA ALLOCATIVA HA DEI LIMITI

TRE INTERVENTI SUL MERCATO DELLA DROGA: PER INFLUENZARE L’EQUILIBRIO DI MERCATO
A) War on drug 1st
B) War on drug 2nd
C) Liberalizzazione

Questo è il mercato delle droghe illecite  quantità orizzontale e prezzo verticale


Per intervenire su un mercato si valutano gli impatti possibili dell’intervento  osservare l’elasticità della domanda è
fondamentale

Questo mercato ha una curva della domanda inelastica = l’elasticità è bassa perché la domanda del bene è poco
sensibile al prezzo. Se la droga costa di più i consumi restano praticamente invariati.
ELASTICITA’= misura come reagisce la domanda ad una variazione del prezzo.

Uno studio svolto nel 2002 (Price Elasticity of Demand and Supplu from William Rhodes) ha analizzato la coca, la
maria e l’eroina. L’elasticità stimata è meno di 1 specialmente per le 2 droghe pesanti. Quando il prezzo sale dell’1%
la domanda scende di meno dell’1%. I consumatori di droga non si preoccupano del prezzo  la funzione di
domanda è RIPIDA
La domanda in questo settore è inelastica perché:
a) I consumatori sviluppano una dipendenza del prodotto, ne hanno fisicamente bisogno
b) Mancanza di sostituti

1° POLITICA: WAR ON DRUG: COLPIRE L’OFFERTA


 colpire l’offerta inasprendo le pene per produttori e spacciatori
 EFFETTO DIRETTO: l’offerta si riduce (supply shift to the left)  alcuni spacciatori rinunciano alla loro attività
ora più rischiosa.
Spostandosi la curva dell’offerta, sposta anche l’equilibrio che ora porta un prezzo maggiore.
CONSEGUENZE DI QUESTA POLITICA SONO:
1. L’offerta si diminuisce
2. Il prezzo si alza  i drogati non riescono a pagare la droga= più crimini  aggravio della spesa pubblica
3. No entrate per lo stato dato che la droga non è tassata essendo un bene illegale  usando questa politica di
sanzioni per l’offerta non vi è beneficio per lo stato
4. Il consumo diminuisce ma di poco perché la domanda è molto inelastica
5. Maggiore spesa pubblica: più lavoro per le forze dell’ordine per trovare i spacciatori e più persone in carcere
6. Minore qualità delle droghe: vendere droghe diventa più rischioso quindi più costoso  tagliano la qualità
perché i spacciatori vogliono comunque mantenere una profittabilità elevata
L’abbassamento della qualità del prodotto fa salire il numero di persone che avranno bisogno di cure e quindi vi è un
ulteriore aumento della spesa pubblica  bassa qualità di quello che si pippano quindi stanno male in botta e crepano
a spese dello stato

Se l’obiettivo di questa politica è ridurre il consumo essa non è efficacie, dato che ha impatti ben più drammatici.

2° FORMA DI POLITICA  COLPIRE LA DOMANDA ANZICHE’ L’OFFERTA

Una politica economica di questo stampo è stata approvata anche in Italia con la legge Fini-Giovanardi (2006) che
restrinse il consumo specialmente di cannabis inasprendo le pene per i consumatori.
EFFETTO DIRETTO = domanda si riduce (poco perché inelastica)  (demand shift to the left)
CONSEGUENZE DI QUESTA POLITICA SONO:
1) Il prezzo si abbassa di poco e la quantità consumata si abbassa di poco
2) No gettito fiscale
3) Maggiore spesa pubblica per incastrare i consumatori
4) Stessa qualità
La legge Fini-Giovanardi è stata dichiarata incostituzionale. Questa politica portava con se meno costi rispetto quella
volta a colpire la domanda ma comunque si è rilevata poco efficacie sui consumi.

DECRIMINALIZZAZIONE PORTOGALLO
- Inizio anni 2000
- In Portogallo fu deciso di decriminalizzare il consumo di ogni droga (pesanti e leggere), si è deciso di togliere
il divieto al consumo
- Apparenza di questa politica: incentivo della domanda/ consumo + aumento della quantità prodotta
- Risultato: diversi dall’intuizione  GRAFICO
Il grafico è diviso in 3 istogrammi, il primo in azzurro è 2001 (ovvero prima della decriminalizzazione) poi in verde è
il 2007 (quello che è successo qualche anno dopo l’intervento) e in giallo 2012 ovvero con 10 anni di distanza.

EFFETTI DECRIMINALIZZAZIONE:
- Come previsto i consumatori occasionali sono aumentati dato che non è vietato provano una volta nella vita
ma loro NON sono il target di questa politica
- I consumatori abituali nel lungo periodo si sono ridotti target di questa politica
- Nel breve e lungo periodo questa politica si è dimostrata efficacie.
- Riduce l’aggravio sulla spesa pubblica (meno processi, meno incarcerazioni=
- Riduzione della domanda = causa il consumo di droga perde il suo rischio e l’eccitazione che comportava.
Meccanismo psicologico

Quindi sarebbe meglio legalizzare? Non è facile dare una risposta definitiva, perché la validità esterna di questi
risultati non è un’assicurazione per un altro paese = che ha fattori specifici per la sua cultura ogni paese quindi è
diverso.

3° FORMA POLITICA: LIBERALIZZAZIONE


- legalizzazione  decriminalizzare del tutto produzione e consumo = renderlo un mercato legale
- Gli effetti diretti non sono chiari e devono essere verificati empiricamente di stato in stato
- L’offerta rimane invariata, oltre al mercato legale il mercato nero resterebbe in piedi. La domanda cala come
mostra il Portogallo
EFFETTI INDIRETTI NEL BREVE PERIODO:
- Prezzo scende di poco e anche il consumo
- Il gettito fiscale cresce perché anche il mercato delle droghe sarebbe tassato
- Migliore qualità delle droghe perché la produzione è monitorata dallo stato
- Minore spesa pubblica: meno lavoro per le forze dell’ordine, meno persone in carcere, meno cure mediche
- Se il consumo è decriminalizzato = le persone si avvicinano con più facilità alle strutture di recupero e di
disintossicazione  perché segnala il suo reato e si costituisce
Per noi è importante che qualsiasi sia l’intervento deciso dalle autorità, un intervento è necessario anche se
l’efficienza allocativa pre-intervento è massima

Un’altra ragione per intervenire sull’economia di una paese è la FELICITA’


legame tra l’efficienza allocativa, il PIL (prodotto interno lordo= misura di quanto viene prodotto in economia in un
periodo) e la felicità.

Si osserva quando l’attività concorrenziale viene promossa si produce di più  si evitano monopoli e oligopoli.
legame positivo tra l’efficienza allocativa e PIL = maggiore quantità di beni prodotta.
impatto sulla felicità? Il PIL è correlato alla felciità?

Il grafico dimostra che:


1) man mano che aumenta la ricchezza aumenta anche la felicità = un PIL maggiore porta a maggiore felicità = a
destra del grafico troveremo una retta orizzontale = al variare della ricchezza nei paesi ricchi il livello di
felicità rimane invariato. Nei paesi poveri, in media all’aumentare della ricchezza aumenta la felicità
2) c’è meno felicità nei paesi più poveri
3) relazione positiva tra reddito e felicità nei paesi più poveri
4) non c’è evidenza di alcuna relazione tra reddito e felicità nei pesi più ricchi

un altro studio che analizzava i tweets degli italiani ha mostrato una relazione negativa tra ricchezza e felicità  al
crescere della ricchezza si riduce la felicità. I fattori sono molti però da considerare (meteo, mare, traffico…) quindi è
difficile stabilire la correlazione
articolo del “Daily Beast”
Il Pil non è per forza correlato positivamente alla felicità, quindi un’autorià antitrust che vuole aumentare il benessere
dei propri cittadini non è facile, perché se si basa sull’efficienza allocativa (criterio oggettivo) può non ottenere
l’effetto desiderato (limiti efficienza allocativa)
L’efficienza allocativa è importante perché è facile da misurare.
Libro: p.41: gli economisti si concentrano sull’efficienza allocativa ma esistono altre ragioni importanti
Lezione 4 – POLITICA DELLA CONCORRENZA
Politica della concorrenza: insieme di leggi per garantire che la concorrenza non subisca limitazioni tali da arrecare
danno alla società e limitare il benessere sociale economico
CONTENUTI LEZIONE:
- Cenni storici di politica della concorrenza: partendo dagli Stati Uniti e l’unione europea
- Obiettivi della politica della concorrenza: i paesi hanno diversi obiettivi
- Effetto della concorrenza sull’efficienza allocativa (e sul surplus economico): il caso dell’oligopolio
introdurremo un modellino dell’oligopolio = catturare le possibili strutture di mercato dall’oligopolio alla
concorrenza perfetta, e anche vedere cosa succede nei mercati in mezzo.

1. CENNI STORICI
Per capire quali circostanze socioeconomiche hanno portato alla creazione della tutela della concorrenza, delle
normative antitrust e dei loro obiettivi.

Alcune leggi antitrust si sono mantenute simili mentre ora le imprese hanno caratteristiche diverse (digitalizzazione).

USA: Fine ‘800


 nasce la politica della concorrenza quando per la prima volta le autorità reagirono alla formazione di alcuni cartelli
L’ industria manifatturiera conobbe profondi mutamenti
 miglioramento della rete infrastrutturale  migliori servizi di trasporto e di comunicazione grazie all’estensione
delle ferrovie = creazione di un grande unico mercato nazionale.
Questa opportunità di crescita dette vita a imprese di grandi dimensioni, le quali potevano sfruttare le economie di
scala e di varietà.
Gli stessi fattori che avevano creato le opportunità di un mercato più ampio intensificarono la concorrenza
(competere anche con rivali più distanti)
Ciò spinse le imprese ad abbassare i prezzi = guerre di prezzi Crisi macroeconomiche ‘900  prezzi instabili
dovuti alle crisi (volatilità dei prezzi)

Le imprese cercarono di rispondere a queste guerre di prezzi con accordi tra loro per mantenerli elevati
 costituzione cartelli e di trusts (da cui il termine antitrust); quelle + comuni: compagnie ferroviarie e petrolifere)
TRUST: relazione contrattuale tra 2 parti in cui la proprietà di qualcosa passa da una parte (settlor) ad un’altra
(trustee) che la gestisce a beneficio del settlor. L’obiettivo dei trust era favorire la cooperazione tra imprese (trovare
un accordo tra pochi trustee più facile che tra molti azionisti).
Nel caso delle compagnie ferroviarie e petrolifere americane, gli azionisti (settlor) trasferiscono ai trustee il loro diritto
di voto su questioni aziendali e mantengono solo il diritto di ricevere dividendi.
Le grandi imprese collaborano con le rivali per fissare
quantità, prezzi, quote di mercato così riducendo la
concorrenza

L’effetto dei trust fu di RIDURRE LA


CONCORRENZA = “teoria dei giochi” = gioco
cooperativo= le imprese rinunciano a rubarsi i clienti e
tengono i prezzi alti  COLLUSIONE
EFFETTI ECONOMICI DEI TRUST: prezzi alti di energia e trasporti
DANNI: ai consumatori finali, contadini e piccole imprese. Penalizzati da questo fenomeno furono le imprese
che non facevano parte di questi settori, ma che li utilizzavano per erogare la loro attività produttiva come
piccole imprese industriali ed agricole che avevano prezzi bassi di vendita ma costi alti di produzione

Il governo USA si accorse di queste problematiche e nel 1890 emanò lo  Scherman Act (1890) = PRIMO
ESEMPIO DI LEGGE ANTI TRUST

Vi sono 2 sezioni che ci interessano:


1) Divieto di collusione = restrizione del commercio = mettersi d’accordo per fissare quantità, prezzi e
qualità
2) Divieto di monopolizzazione = prezzo predatorio (vendita sottocosto)
 quando una impresa è grande e ha una quota superiore al 50%, quindi più ricca dei rivali  senza
limiti può adottare la strategia di fare un prezzo talmente basso tale per cui incorrono in perdite. Lo fa
perché si può permettere di stare in perdita mentre i miei competitors crollano, o tenendo i prezzi uguali
perdendo clienti o tenendoli bassi e non riuscendo a coprire i costi

A partire dallo Scherman Act, i rappresentanti legali delle imprese in caso di infrazione di legge antitrust =
ricevono sia sanzioni monetarie che sanzioni penali  possono andare in carcere solo in USA  mentre
nel resto del mondo no

SCHERMAN ACT:
- Sezione 1= divieto di restrizione del commercio (collusioni) mettersi d’accordo per fissare quantità,
prezzi e qualità
- Sezione 2= divieto di monopolizzazione = (vendita sottocosto): quando una impresa è grande e ha una
quota superiore al 50%, quindi più ricca dei rivali  senza limiti può adottare la strategia di fare un
prezzo talmente basso tale per cui incorrono in perdite. Lo fa perché si può permettere di stare in
perdita mentre i miei competitors crollano
SANZIONI: In caso di infrazione di legge antitrust = ricevono sia sanzioni monetarie che sanzioni penali 
possono andare in carcere solo in USA

1° INFRAZIONE: USA vs. Trans-Missouri = dichiarato illegale = sanzionate = impatto di favorire la


concorrenza fu realizzato.

Un effetto non voluto del Scherman Act fu quello di aumentare le fusioni e per questo nel 1914 fu introdotto
per estendere la legislazione antitrust il Clayton Act: vieta la discriminazione del prezzo di vendita e
l’amministrazione di società concorrenti da parte delle stesse persone

Durante la grande depressione degli anni 30’ l’applicazione dei trattati fu meno rigida. Infatti, la grande crisi
fece scendere notevolmente la domanda e quindi era necessario accordarsi sui prezzi ed allocare la
produzione tra i membri per evitare ulteriori perdite e il rischio di fallimento.

Negli anni più recenti l’approccio delle autorità anti trust negli USA non è lo stesso nel corso del tempo
dipende dallo spirito politico.
 Anni ’60: le autorità antitrust erano particolarmente attiviste e cercavano di colpire il più possibile
 Anni ’80 con Regan l’approccio fu di intervenire molto meno e lasciare il mercato libero di agire.

E’ interessate per capire la politica della concorrenza da un punto di vista economico ma il lato pratico
coinvolge i politici, i giuristi e i governatori che le fanno più o meno rispettare.

EUROPA = POLITICA DELLA CONCORRENZA SOVRANAZIONALE

Trattato di Parigi 195, firmato da Robert Schumann: crea la Comunità Europea del Carbone e dell’acciaio
(CECA) per togliere le barriere al commercio di carbone e acciaio tra Francia, Italia, Germania e Benelux ( Paesi
Bassi, Belgio e Lussemburgo)
RAGIONI POLITICHE: limitare il potere economico tedesco mettendo a disposizione di altri paesi input
produttivi essenziali come carbone ed acciaio
RAGIONI ECONOMICHE: libero mercato

Oltre al Trattato di Parigi quello di Roma del 1957 perfezionò quello precedente

DIVIETI:
1) Accordi restrittivi della concorrenza
2) Abuso posizione dominante

L’attuale regolamentazione si rivolge agli articoli 81 e 82 del trattato di Roma

ARTICOLO 81: intese orizzontali e verticali. Questo articolo vieta:


- Gli accordi tra imprese
- Le decisioni di associazioni di imprese
- Tutte le pratiche concordate che possono pregiudicare il commercio tra stati membri, i quali
impediscono o falsificano il gioco della concorrenza, in particolare quelli diretti a:
 Fissare i prezzi
 Limitare o controllare la produzione
 Ripartire i mercati
 Applicare condizioni dissimili per prestazioni equivalenti
Queste disposizioni possono valere solo quando migliorano la produzione o la distribuzione dei prodotti o
promuovono il progresso tecnico e economico.

ARTICOLO 82: abuso di posizione dominante


- È vietato sfruttare in modo abusivo da parte di una o più imprese una posizione dominante sul mercato
- Tali pratiche abusive possono essere quelle scritte sopra
- Prima di accertare l’abuso di una posizione bisogna accertare in primis che l’impresa abbia una
posizione rilevante.

TRUST: non è illegale: è un contratto con il quale cedi qualche beneficio ma nulla di più.
CARTELLO: sinonimo di collusione

OBIETTIVI DELLA POLITICA DELLA CONCORRENZA


In EUROPA
1) Efficienza allocativa = surplus consumatori e produttori (surplus totale)
- Surplus produttori: somma profitti imprese in un’industria.
- Surplus consumatori: somma delle differenze tra la willingnes to pay e il prezzo effettivo
2) Integrazione mercato europeo = far si che l’eu diventasse un'unica unità dal punto di vista
economico  no accordi spartizioni territoriali (non è ancora un unione fiscale, ma solo bancaria e
monetaria)
3) Obiettivi sociali  non sempre l’efficienza allocativa è il criterio guidanti  Casi, come l’accordo
tra Ford e VW, in cui l’effetto di questo accordo fu di produrre in Portogallo e ciò non era
giustificato dal fatto che la mano d’opera fosse economica, ma volevano creare lavoro in Portogallo,
che non era molto sviluppato. Quindi l’obiettivo era il benessere dei lavoratori. Qui non si parla di
efficienza (vado a produrre dove sono i costi più bassi)
Altri obiettivi della politica della concorrenza possono essere:
- Difesa delle piccole imprese (come lo Scherman) (sembra in contrasto con la massimizzazione del
surplus)
- Benessere lavoratori

Dipende dalle autorità, perché alcune tendono a massimizzare il surplus totale (Canada, Austria) altre solo i
consumatori (UE, USA)
Alcuni paesi si concentrano sul surplus dei consumatori perché sono meno capaci di lobbying per problema
free-riding  i consumatori da soli non sono in grado di fare nulla, quindi, hanno bisogno di essere difesi

Le autorità si preoccupano di non limitare il benessere sociale economico. Gli economisti si preoccupano
della dimensione del surplus economico (efficienza allocativa) mentre politici, sociologi, giudici della
distribuzione del surplus economico.

BENESSERE SOCIALE (surplus totale) (dal libro)


- È il concetto base per misurare i benefici ottenuti dagli scambi reciproco
- È dato dal surplus totale
- Un incremento del prezzo di vendita del bene riduce il surplus dei consumatori ed aumenta quello dei
produttori.
- Accade che l’aumento dei profitti delle imprese non compensa la corrispondente riduzione del surplus
dei consumatori. Quindi il benessere sociale è massimo quando il prezzo di mercato scende fino al
costo marginale di produzione e si riduce man mano che il prezzo sale sino ad eguagliare il prezzo di
monopolio

INEFFICIENZA ALLOCATIVA E OLIGOPOLIO COURNOT


Il modello Cournot descrive come l’intensità della concorrenza influenza l’efficienza allocativa.
analizza la concorrenza oligopolistica, perché n=1= monopolio e n=infinito=concorrenza perfetta, mentre
n=>2 = oligopolio
Esso è collegabile alla teoria dei giochi, dato che l’esito non dipende solo da quanto una impresa produce ma
anche dalle azioni dei rivali.
REGOLE: in Cournot le imprese scelgono
- Simultaneamente  non hai idea di cosa fa l’altro
- Non cooperativa mente (no collusione ma libera concorrenza = non rileva quanto vuole produrre per
non rilevare il suo vantaggi strategico)
- Quantità da produrre
- Bene omogeneo
- Per massimizzare profitti (scegliendo la quantità e non il prezzo)

Curva di domanda = rappresenta i consumatori in aggregato


C= il costo marginale  costo ogni volta che l’impresa produce un’unità in più del bene -> esso deve essere
minore di A, ovvero la willingness to pay. Questo perché se A è maggiore di C= non vi è gains from trade
Se per qualche ragione le imprese vendessero non avrebbero profitto (nullo o negativo)
5 Lezione – Cournot
Funzione di risposta ottima impresa i: quantità ottima, che massimizza il profitto, prodotta da impresa i in
funzione della quantità prodotte dalle rivali

Il significato economico di questa operazione = come l’impresa i (qualsiasi impresa del mercato)
sceglie la quantità da produrre per massimizzare (tutte le imprese hanno questa funzione di profitto)
La quantità qi dipende dalla quantità prodotta da tutte le altre imprese diviso 2

IN EQUILIBRIO tutte le imprese produrranno la stessa quantità  Q*


 ciascuna sta massimizzando il profitto dato che anche tutte le altre stanno massimizzando (chiamato
anche l’equilibrio di Nash).

Quando N aumenta:
 Se N aumenta: il surplus si riduce = quindi più imprese ci sono nel mercato e minore è la somma dei
profitta che ciascuna ottiene. (con maggiore concorrenza ottiene meno profitto) Come nel caso dei
profitti nulli nella produzione lineare.
Nel grafico
- Asse orizzontale = quantità
- Asse verticale = prezzo
- Domanda = P=a-bQ

indipendentemente da queste quantità. Il surplus dei consumatori


= E, PQ* e A = distanza tra massima WTP e il prezzo che
pagano
IL SURPLUS TOTALE:
aumentando n, quindi aumentando la concorrenza, il surplus
totale dovrebbe salire.
l surplus totale aumenta quando N è più grande, perché producono la quantità efficiente

più imprese identiche nell’oligopolio alla Cournot, più grande il surplus totale (ossia l’efficienza
allocativa)

All’aumentare di N il surplus totale cresce, quello dei produttori si riduce e il surplus totale aumenta  il
surplus dei consumatori aumenta = perché hanno più scelta

IL SURPLUS TOTALE E’ MASSIMO (C’E’ EFFICIENZA ALLOCATIVA) QUANDO IL NUMERO DI


IMPRESE CONCORRENTI TENDE AD INFINITO = CONCORRENZA PERFETTA

PERO’ ATTENZIONE:
- Non è detto che la presenza di un n° crescente di imprese implichi maggiore surplus totale:
1) Può ridurre il surplus totale e del consumatore
2) Mercati imperfetti (monopolio in particolare) mostrano diversi tipi di inefficienza

CONCORRENZA E CONCORRENTI
Non è compito della politica della concorrenza di massimizzare il numero delle imprese. Essa si occupa di
difendere la competizione sul mercato con l’obiettivo di aumentare il livello di benessere e non proteggere i
concorrenti. Infatti, l’autorità antitrust scoraggia da una parte l’uscita da un settore anche di una impresa
inefficiente per mantenere alta la competizione in quel settore MA mai al prezzo della riduzione del surplus.

Le situazioni di monopolio sono poco desiderabili, esso produce una inefficienza statica: per date tecnologie,
i prezzi di monopolio generano una perdita di benessere sociale. Esiste una relazione inversa tra potere di
mercato e benessere.

ES: Alitalia senza i suoi contribuenti sarebbe uscita dal mercato, quindi, è mantenuta in vita artificialmente.
 proteggere imprese inefficienti non è positivo dal punto di vista del surplus totale e dei consumatori

IL MODELLO DARWINIANO:
- La concorrenza riduce i prezzi e non lascia sopravvivere le imprese inefficienti
- in Cournot le supponiamo identiche ma sappiamo che non hanno tutte gli stessi costi di produzione.
- Chi ha costi più bassi vince e riesce a gestire i prezzi bassi causati dalla concorrenza elevata
- meccanismo “darwiniano” il più forte sopravvive
- quindi la riduzione di N non è sempre negativa
- aumentano la quantità prodotta e abbassano i prezzi = BENEFICIO PER SURPLUS TOTALE E DEI
CONSUMATORI
- Meno concorrenti ma più concorrenza

INEFFICIENZA PRODUTTIVA: abbiamo 2 tipi di inefficienza dovuta a mercati imperfettamente


concorrenziali:

NEL MONOPOLIO
1) INEFFICIENZA PRODUTTIVA
 non adotta la tecnologia più efficiente  non ha lo stimolo da parte dei rivali (non ne ha)
Un monopolista incorri in maggiori costi di produzione di quelli che avrebbe se operasse in
mercati concorrenziali.
Nonostante ciò, se diventa troppo inefficiente il prezzo dei suoi prodotti diventa troppo alto. Ciò
da uno stimolo alle altre imprese di entrare nel mercato per offrire il bene a condizioni più
vantaggiose
cresce C = riduce il surplus totale

2) INEFFICIENZA DINAMICA:
ha meno incentivi a creare nuovi prodotti e/o nuovi processi di produzione
 quiet life: l’assenza di concorrenza non stimola l’innovazione
 riduce il parametro A, che riduce il surplus totale

Queste 2 inefficienze comportano maggiori costi produttivi che riducono l’efficienza allocativa 
EFFETTO NEGATIVO sul SURPLUS TOTALE

C = costi maggiori = riduce il surplus totale  inefficienza produttiva


A= innovazione minore = riduce il surplus  inefficienza dinamica

Tanto minore è la concorrenza tanta più possibilità c’è che queste inefficienze si realizzino.

ESERCIZIO 1
Lezione 6 - MERCATO RILEVANTE E POTERE DI MERCATO
Per misurare la perdita di efficienza allocativa le autorità antitrust misurano il potere di mercato e il mercato
rilevante di una impresa.
Le autorità valutano la perdita di efficienza allocativa, tramite fusione per es, in 2 step:
1) Identificano il mercato rilevante nel quale le imprese coinvolte operano
2) Valutano il potere di mercato delle imprese coinvolte.

POTERE DI MERCATO
- È una misura dell’intensità della concorrenza che un’impresa affronta nel proprio mercato
- Maggiore è il potere di mercato minore è la concorrenza
- Monopolio= potere di mercato massimo Vs. concorrenza perfetta le imprese NON hanno potere di
mercato
- Esprime la capacità di un’impresa di fissare profittevolmente il prezzo al di sopra del costo marginale
Profittevolmente: quando la domanda del prodotto è abbastanza inelastica da permettere al venditore che
all’aumentare del prezzo il consumatore continua a comprare i suoi prodotti (il consumatore ha sviluppato
una sorta di “dipendenza” al brand). Se la domanda è molto elastica non posso farlo

La misura del potere di mercato si basa sulla differenza tra prezzo di un bene p e il costo marginale di
produrre questo bene MC  INDICE DI LERNER L = è un numero tra 0 e 1

p−MC
L=
P
Caratteristiche indice di Lerner:
1. Il numeratore non è mai maggiore del denominatore, se non nel profitto nullo.
2. Tanto maggiore sarà l’indice tanto è maggiore il potere di mercato dell’impresa che stiamo
analizzando
3. Un’impresa in concorrenza perfetta per definizione ha un indice di Lerner di 0
4. Se il prezzo sale al di sopra del costo marginale l’espressione aumenta. Qualora il prezzo sia
molto più grande del costo marginale l’indice tende a 1 (non ci arriva mai però)

DETERMINANTI POTERE DI MERCATO


1. Il potere di mercato scende al crescere del numero delle imprese rivali (quando le imprese sono
identiche)  modellino Cournot.
- L’indice di Lerner è decreascente in N  tanto più grande è N tanto più piccolo è L
- Più imprese simmetriche  meno potere di mercato

2. il potere di mercato cresce al ridursi dell’elasticità della domanda  minore elasticità=+ potere
-misura la reattività della domanda alla variazione del prezzo
- bassa elasticità= pochi sostituti del bene=pochi rivali

N.B.= è difficile calcolare sia l’indice di L sia l’elasticità, perché sia i costi marginali sia l’elasticità sono
spesso calcolati in misure aggregate per settore ma è più difficile trovarle per la singola impresa

Per questo le autorità antritrust usano misure indirette del


potere di mercato chiamate PROXY. Una di esse è la quota
di mercato.

QUOTA DI MERCATO
- è la quantità che l’impresa produce comparata alla
quantità prodotta dal settore
- il rapporto di queste 2 variabili è minore di 1, perché se è 1=monopolio
- la quota di mercato è correlata positivamente al potere di mercato (+ne hai +potere hai)
- per cournot, avendo tutte le imprese identiche  la quota di mercato è 1/n
- la quota di mercato è correlata negativamente al numero di partecipanti (+partecipanti -quota)
- una minor quota di mercato dovuta
all’aumentare del numero dei rivali è indice di
un minor potere di mercato
- pregio: facile da misurare
per misurarla:
1) misura fisica: rapporto tra quantità prodotta da impresa e quantità del mercato totale
2) misura finanziaria: rapporto tra valore quantità prodotta da impresa (prezzo di mercato*valore
quantità del mercato)

SOGLIE DELLA QUOTA DI MERCATO


La quota di mercato ritenuta “pericolosa” per la concorrenza dalle AA varia a seconda delle autorità
considerate
Es:
UKMarkets Autority sotto 40% & sopra 50% un’impresa è dominante
EUCorte EU Giustizia  sotto 25% & sopra 50%
USA  quote più alte
Queste soglie vengono osservate soprattutto quando si valutano le fusioni.
SE SI VA SOPRA AL 50% È AUTOMATICO CHE LE AUTORITA’ INTERVENGANO. Se è in mezzo
valutano caso per caso. Invece in USA aspettano il 60% perché hanno una propensione maggiore verso il
mercato libero

Il potere di mercato di un’impresa può essere approssimativamente misurato anche da:


a) QUOTA CAPACITÀ PRODUTTIVA DEI RIVALI quando i miei rivali hanno alta capacità
produttiva, quindi possono produrre più di quanto stanno facendo ora, io devo stare attento ad alzare
il prezzo perché i miei clienti si possono rivolgere ai miei rivali che hanno capacità sufficiente per
soddisfare una domanda + alta. Questo determina che io ho un basso potere di mercato
Tanto maggiore è la capacità produttiva dei miei rivali meno potere di mercato ha l’impresa X.
Se invece i rivali non hanno capacità produttiva e non sono in grado di soddisfare i clienti delusi da X, essi
sono catturati perché non possono rivolgersi ad altre imprese.

b) FACILITÀ DI ENTRATA: se potenziali entranti possono entrare facilmente il potere di mercato


delle imprese al suo interno è basso. Se le imprese interne aumentano i prezzi e i consumatori
insoddisfatti cercano i concorrenti  questo è un segnale che entrare potrebbe essere profittevole

c) POTERE MONOPOLISTICO (dei compratori) = se ci sono pochi compratori le imprese di quel


mercato hanno un potere basso. Es: catena di supermercati che comprano merci da una serie di
fornitori (grandi quantità che gli danno il potere di mercato e dettano le condizioni di vendita)

MERCATO RILEVANTE:
- N° di rivali effettivi di un’impresa
- È l’insieme di prodotti e aree geografiche cui il bene prodotto da un’impresa appartiene
- L’insieme di prodotti e aree geografiche che esercitano vincoli competitivi ad un’impresa
- Nella realtà calcolare il n° delle imprese rivali non è facile
- Il mercato rilevante dipende da:
a) Il tipo di prodotto  se qualcuno produce prodotti simili
b) L’area geografica  dove viene prodotto e commercializzato

ESEMPIO: 2 venditori di banane si fondono. L’autorità antitrust deve capire se questa fusione è dannosa
per la concorrenza oppure no. La fusione può essere deleteria se, data la fusione, il n° di imprese rivali
scende e il potere di mercato di queste non può salire
Se il mercato rilevante delle banane ha n=200 rivali la fusione NON è pericolosa. Se invece n=2 rivali la
fusione è MOLTO pericolosa dato che comporta la creazione di un monopolio.

Se l’obiettivo è stabilire quanto è pericolosa una fusione è cruciale definire il mercato rilevante. Tanto
più grande il mercato rilevante meno dannosa è una fusione.

PRODOTTO
PRODOTTI SOSTITUIBILI: se le 2 imprese che si sono fusi aumentano il prezzo delle banane i
consumatori possono decidere di passare ad un altro prodotto ovvero le mele.
In questo caso il mercato rilevante è sia quello delle banane che delle mele  la fusione è ancora meno
pericolosa (n è ancora + grande)
 la presenza di venditori di mele costituisce un vincolo competitivo per i venditori di banane.
tanto più grande è il mercato rilevante tanto minore è il potere di mercato anche se si fondono non
possono permettersi di aumentare il prezzo, quindi l’AA autorizza la fusione.

PRODOTTI NON SOSTITUIBILI: L’aumento del prezzo + una domanda inelastica (all’aumentare del
prezzo la domanda resta invariata) porta ad una perdita del surplus dei consumatori e quindi del surplus
totale.

INFORMAZIONI NECESSARIE PER DEFINIRE IL MERCATO RILEVANTE PER PRODOTTO


1) ELASTICITA’ DOMANDA: se l’elasticità è minore di 1, all’aumentare del prezzo i consumatori
restano. È quindi profittevole per l’impresa aumentarlo. Se il mercato ha elasticità bassa=prodotti
non sostituibili=unico mercato rilevante. se l’elasticità è minore di 1 aumentare i prezzi aumenta i
ricavi
2) ELASTICITA’ INCROCIATE: quando 2 prodotti sono percepiti come sostituti stretti  prodotti
A e B: variazione % quantità domandata bene A quando il prezzo del bene B sale di una certa %
se l’elasticità incrociata è positiva alta, i due beni A e B sono percepiti dai consumatori come
sostituti stretti  appartengono allo stesso mercato rilevante
3) CORRELAZIONE PREZZI: se i prezzi di 2 beni si muovo assieme nel corso del tempo, allora è
probabile che i 2 beni appartengano allo stesso mercato
4) DIFFERENZE PREZZI: quando 2 prodotti differenti hanno prezzi simili, appartengono
probabilmente allo stesso mercato (questo punto è meno utile perché considera i valori assoluti
anziché le variazioni)
5) MERCATI TEMPORALI E STAGIONALI: banane ed arance sono disponibili sul mercato di
inverno ma non in estate. Più probabile che appartengano allo stesso mercato solo di inverno

DIVERSION RATIO: coefficiente di dirottamento: è correlato alle elasticità incrociate ed è usato molto
presso le AA. Il coefficiente di dirottamento si calcola tra 2 imprese. 30 chi abbandona/ n° totale dei clienti
 confronta a 2 a 2 ciascuna impresa e fa vedere dove si spostano i consumatori
 al crescere del coefficiente di dirottamento cresce l’elasticità incrociata
Costi per spedire i beni
Le 4 imprese sono tutte rivali però in modo particolare l’impresa 1 subisce la concorrenza dell’impresa 3
dato che i loro prodotti sono considerati i più sostituibili e ciò ce lo dice il coefficiente di dirottamento
AREA GEOGRAFICA
E’ importante definire dove viene venduto un prodotto.
INFORMAZIONI NECESSARIE PER DEFINIRE IL MERCATO RILEVANTE PER AREA
GEOGRAFICA
1) TEST SPEDIZIONE: una data area geografica (bz) è il mercato rilevante delle banane se i seguenti
2 test sono soddisfatti
- Little in from outside: poca importazione di banane dal resto del Sud Tirol rispetto al consumo di
banane a bolzano
- Little out from inside: poca esportazione di banane verso il resto del sud Tirol rispetto al consumo
locale
Se c’è little in from outside, quindi non si importano le banane a Bolzano dal resto del sud Tirol e poche
esportazioni da Bolzano all’alto Adige (little out from inside). Il mercato rilevante in questo caso è solo
Bolzano  poco commercio verso l’esterno
2) COSTI DI TRASPORTO: se trasportare un bene tra 2 aree geo è molto costoso rispetto al prezzo
del bene, le 2 aree sono
probabilmente 2 mercati separati
3) PREFERENZE CONSUMATORI:
certi beni sono nazionali; il mercato
rilevante è la nazione. Es: pasta: in
Italia si mangia quella di grano duro mentre in Belgio di grano tenero. I produttori di grano duro
competono solo con altri produttori italiani e non belgi

IMPORTANTE= l’AA che valuta il mercato rilevante e il potere del mercato, ciascun test singolo da indizi
sul mercato rilevante ma non certezze. Presi singolarmente questi test non danno una evidenza chiara 
quale sia il mercato rilevante.
Es: valutando solo il test di spedizione: pochi movimenti da e verso un’area. E’ mercato separato? Potrebbe
essere di NO, se ad esempio ci sono bassi costi di trasporto

Lezione 7
La definizione del mercato rilevante e del potere di mercato sono i 2 passi fondamentali per valutare la
perdita dell’efficienza allocativa che deriva da fusioni/ collusioni. (pratiche aniticompetitive)

TEST SSNIP
Tutte le tecniche per identificare il mercato rilevante fanno parte del TEST SSNIP: SMALL BUT
SIGNIFICANT NON-TRANSITORY INCREASE IN PRICES o del monopolista ipotetico
il SSNIP fa parte della pratica europea mentre quella del monopolista è USA (ma sono la stessa cosa)
introdotto dal Department of Justice degli US nel 1982 e poi diffuso globalmente
Nell’esempio delle banane vediamo con il test SSNIP l’impatto sull’efficienza allocativa

IMPLEMENTAZIONE
- Prevede in primis interviste ai consumatori sulle loro decisioni di acquisto per capire se i 2
venditori di banane trovano profittevole incrementare il prezzo sopra il livello corrente per un
certo periodo di tempo (1 anno)
- E’ un modo diretto per valutare:
a)Elasticità della domanda (importante per definire il mercato rilevante dal punto di vista del
prodotto)
b) La dimensione del mercato rilevante dal punto di vista geografico
Gli effetti di una fusione sono proiettati nel futuro, quindi, intervista i consumatori per prevedere le loro
reazioni ad un possibile aumento del prezzo nel mercato
Small but significant = concretamente si considera 5%-10%  sopra il livello corrente del prezzo
Non – transitory = per almeno 1 anno
Queste informazioni anticipano il potere di mercato che queste imprese possono avere. Se i consumatori non
“scappano” perché leali per il prodotto o per l’area geografica, le imprese hanno potere di mercato. Se le
interviste sono efficaci l’autorità antitrust ha un’idea chiara della pericolosità della fusione.

Es: il mercato delle banane di prima è a Bolzano e qui abbiamo 2 scenari:


1. Se solo pochi consumatori dicono di passare ad un prodotto sostituto  aumento di prezzo
profittevole i due venditori diventeranno monopolista perché non vi sono altri prodotti alternativi
che creano vincoli competitivi ai 2 venditori.
mercato rilevante: banane in termini di prodotto e dall’area geografica dove i 2 venditori sono
attivi (Bolzano)
2. Se un numero alto dice di passare al prodotto sostituito  aumento di prezzo NON profittevole. Non
diventano monopolista
mercato rilevante: è più ampio perché include anche il sostituto e l’area geografica è più ampia
perché include altri venditori attivi in altre città
Il Test SSNIP è importante per guidare le decisioni di una autorità antitrust perché se con il test vedono che
le imprese coinvolte in fusione trovano profittevole aumentare il prezzo.

In Eu, questo test fu usato per la 1° volta per valutare la fusione tra Nestlé e Perrier del ‘92

COLLUSIONE e i suoi FATTORI


Collusione = accordo tra più imprese dello stesso mercato che ha come effetto la riduzione della
concorrenza
Accordi collusivi: riguardano prezzi di vendita, spartizione produzione, divisione mercati a fini di
esclusività, coordinamento su altre variabili rilevanti per imprese (es: qualità/ caratteristiche specifiche del
prodotto)
Problema della collusione = permette alle imprese coinvolte di esercitare un potere di mercato che
altrimenti non avrebbero
Conseguenza della collusione= il surplus totale e specialmente quello del consumatore scende perché il
mercato diventa meno concorrenziale.
Nel caso di concorrenza alla Bertrand, le imprese scelgono il prezzo collusivo, che è più alto rispetto
all’equilibrio. Nel caso di concorrenza alla Cournot, la quantità collusiva è più bassa di quella dell’equilibrio
di Cournot
Gli accordi collusivi sono illegali e proibiti dalle leggi antitrust
Situazioni di collusione= cartelli strutturati, dove un ufficio centrale (ma segreto) prende le decisioni
principali, a situazioni più occasionali, dove le imprese trovano una qualche forma di comunicazione per
sostenere l’accordo collusivo
Organizzazione= in maniera concreta, con i principali manager delle imprese che si trovano per osservare e
prendere decisioni
Definizione teorica=c’è collusione in un mercato se il prezzo è più alto o la quantità più bassa rispetto a un
qualche benchmark di concorrenza. Dopo aver scoperto il mercato rilevante, è possibile calcolare la
concorrenza. Quindi di possono essere segnali di una possibile collusione della quale però è essenziale
trovare prove concrete.
Prezzo che fissano le Imprese in collusione= il prezzo da monopolista, dato che tutte le imprese essendo
d’accordo sono in una situazione ideale dove il prezzo fissabile è quello del monopolista.
OGNI ACCORDO PERO’ PORTA LA TENTAZIONE DI INFRANGERLO
se una impresa è sicura che le altre produrranno meno, ha un incentivo maggiore di produrre più di quanto
stabilito, perché è sicura che ne trae vantaggio infrangendo.

Profitto collusione:
Produzione in collusione: Le imprese accordandosi sulla quantità da produrre, la riducono in modo da
aumentare il prezzo e realizzare profitto più alti  comportamento monopolistico

Condizioni necessarie per tenere un accordo stabile:


1. Le imprese devono concorrere sul mercato per un certo periodo di tempo: Se escono ed entrano
come vogliono non è fattibile.
2. Le imprese che partecipano all’accordo devono scoprire in breve tempo se ci sono state deviazioni/
infrazioni dell’accordo stesso =La deviazione dell’accordo va notata e valutata
3. Ci deve essere una punizione credibile = i rivali traditi vendono ad un prezzo molto più basso di
quello collusivo
Esempio:
 supponiamo un Oligopolio alla Cournot (numero imprese >2)
 tutte producono lo stesso bene con lo stesso profitto πi
 se colludano il profitto è πC/N
 se colludano e un’impresa rompe l’accordo, questa impresa ottiene un profitto pari a π*DEV
Profitto più basso = quando producono con lo stesso
profitto  c’è concorrenza
Profitto più alto= π*DEV  questa è la situazione più
favorevole dato che si ha la sicurezza che tutti gli altri
producano uguale  ipotesi dove massimizzi il
profitto

Esempio numerico
n>2 imprese ; bene omogeneo;
Costo totale di ogni impresa  C (qi) = 40qi , dove
i è il numero delle imprese
domanda inversa di mercato  p(Q)=160-Q
quantità totale  q1+q2+…+qn
funzione di risposta ottima impresa i in concorrenza  Q-i
profitto dell’impresa i  πi = p(Q)qi – C(qi) = (160-(qi+Q-1)) qi- 40qi

questo è il profitto di un’impresa qualsiasi (ricavi meno costi)

N-1 = tutte le altre imprese

Supponiamo che tutte le imprese colludano. Quale è la quantità aggregata prodotta da tutte le imprese
quando colludono? La quantità da monopolio.
La differenza tra monopolio e collusione
- Collusione segreta; monopolio no
- Collusione= profitto aggregato  ipotizziamo che le imprese si spartiscano il mercato e producano
la loro quantità prestabilita e quindi si dividono equamente il profitto.

Quindi produrre meno e tenere un prezzo relativamente alto conviene. Ogni impresa dopo la collusione
produce 60/n mentre in concorrenza produce 120/n+1

DEVIARE L’ACCORDO COLLUSIVO


- È profittevole
- Se l’impresa i devia l’accordo senza che le altre se ne accorgano, l’impresa sceglie la quantità qDEV
- DEV: deviazione

- Mentre le altre non sapendo nulla della deviazione producono

- Funzione di risposta ottima per impresa i

La quantità di deviazione è maggiore di quella di collusione. I profitti di collusione sono maggiori


rispetto alla concorrenza. Ma ogni impresa trova convenitene deviare dall’accordo di collusione
Lezione 8
L’ultimo step necessario è verificare che il profitto di deviazione sia maggiore del profitto di collusione.

Cerchiamo ora di giustificare da un punto di vista strategico il risultato e prevedere il comportamento delle
imprese. Il prezzo di mercato diminuisce poco, questa impresa che devia ha comunque un prezzo alto perché
le altre rispettano il patto.

Se i rivali non si accorgono della deviazione, l’impresa che devia:


- Aumenta la quantità
- Il prezzo diminuisce poco perché i rivali continuano a produrre la quantità ottima di collusione che è
bassa
- L’impresa deviante realizza profitti più altiPer questo gli accordi collusivi sono instabili

CONCORRENZA = le imprese concorrono e seguono la “teoria dei giochi” perché giocano giochi ripetuti
 i giochi hanno un tempo definito, da quando l’impresa entra nel mercato a quando uscirà

Se invece l’orizzonte temporale della concorrenza tra imprese è indefinito, le imprese non sanno bene se e
quando usciranno dal mercato. Se l’impresa i devia dall’accordo in un periodo, le rivali, che indichiamo con
-i, hanno modo di accorgersi, perché nel periodo successivo osservano quantità più alta e prezzo più basso di
quanto atteso

Immaginate che le rivali -i adottino la seguente strategia (trigger strategy)

Se il tempo fosse definito in questo caso il gioco assumerebbe delle caratteristiche diverse da quelle
presentate. Avere l’orizzonte temporale indefinito è fondamentale.
Nel caso precedente dicevamo che aveva incentivo a deviare  mentre ora se l’impresa resta nel mercato
per un po' deve stare attenta dalle altre che hanno il tempo per accorgersene. Se si accorgono che una
impresa ha deviato  punizioni
Se le imprese rivali adottano questo contesto di giochi ripetuti: l’impresa i ha 2 opzioni:
1) Si attiene al patto = produce la quantità stabilita dalla collusione. Tutte le imprese nel periodo
successivo continuano a produrre secondo accordo
2) Non si attiene al patto = se l’impresa i devia, nel periodo successivo le imprese si accorgono di ciò
e decidono di reagire producendo la quantità di concorrenza  rompendo l’accordo

Con i giochi ripetuti le imprese rivali si accorgono della deviazione dell’impresa i.

Con questo tempo infinito è la collusione sostenibile?

Se devia nel 1° periodo, quando non se ne accorgono  ha un profitto più alto


2° periodo = i viene scoperta  tutte tornano a produrre la quantità della concorrenza alla Cournot
>2° periodo in poi = i ha un profitto uguale alla concorrenza

Le conviene deviare?
Dobbiamo calcolare i valori attuali dei suoi profitti futuri: scontare il flusso futuro di profitti per il tasso

), perché 1 euro domani vale meno di un euro oggi


STEPS:
1) stima un flusso futuro di profitti  calcolare il valore attuale dei suoi profitti per stimare costi
e benefici di un eventuale azione
2) somma sia i profitti attuali che quelli futuri  moltiplicare l’euro che otterrò domani per il tasso
di sconto (tra 0 e 1)

Se l’impresa devia nel primo periodo ottiene questo valore (900(n+1..) dal secondo periodo ottiene PI
greco*. Poi tona a produrre normale alla concorrenza.
Se non devia = continuo a produrre ed ottenere il profitto di collusione

Se guardiamo solo il 1° termine:


- È più piccolo se si rispetta
- È più grande se non si rispetta
Ma il secondo termine è:
- Più grande se si rispetta
- Più piccolo se non si rispetta

Quindi vi è un trade-off. Bisogna confrontare bene.


L’impresa i rispetta l’accordo collusivo quando la formula sotto vale, ovvero quando DELTA è
relativamente alto (=il futuro conta) perché in tal caso l’impresa teme il castigo

- se il profitto di collusione è maggiore del profitto di deviazione allora la collusione regge.


- Perché delta deve essere maggiore affinché l’accordo sia rispettato e deviare non convenga?
Nel brevissimo periodo deviare è sempre conveniente
 nel lungo periodo = da valutare
CONCLUSIONE
 Se io devio oggi vengo punito (nel senso che tutti otterremo un profitto di concorrenza che è minore
rispetto al profitto di collisione)
Questo svantaggio di lungo periodo supera il vantaggio di breve periodo
Il castigo che l’impresa riceve qual ora devia, si attiva dal 2° periodo in poi.

BISOGNA PERO’ VALUTARE L’ENTITA’ DI DELTA PER CAPIRE COSA CONVENGA FARE
ALL’IMPRESA I
2 Situazioni:
1) Il tasso DELTA TENDE A 0:
 un’inflazione è elevata il tasso di sconto è basso (avere un euro domani è svantaggioso)
 non mi importa il svantaggio futuro perché voglio guadagnare il più possibile oggi
 devio
2) Il tasso DELTA TENDE A 1:
 un’impresa si preoccupa della punizione che riceverà in futuro
 non devio
 decidono di rinunciare al delitto (il beneficio di breve periodo)
 QUINDI se delta è sufficientemente grande l’impresa non devia e la collusione rimane in
piedi
Delitto/castigo = è un valore compreso tra 0 e 1  se invece il tasso di sconto è basso non vi è incentivo a
colludere.
Nel dettaglio le determinanti tra delitto e castigo sono:
- Se deviare porta un vantaggio altissimo (il delitto ha un valore alto) vuol dire che il valore di
questa frazione tende a 1  sarà più difficile che la disequazione sia verificata  Se deviare è
estremamente conveniente l’accordo sarà meno probabilmente rispettato
- Se tende a 0 = l’accordo è più probabile che sia verificato. Se c’è un castigo molto grande le imprese
dicono di attenersi agli accordi.
- Più grande è il numeratore, più difficile che la diseguaglianza sia soddisfatta
- In termini economici: maggiore il guadagno dal delitto (ottenere il profitto di deviazione invece di
quello di collusione che è minore) più difficile la collusione
- Più grande è il denominatore, più facile che la diseguaglianza sia soddisfatta
- In termini economici: maggiore la perdita dal castigo (= ottenere il profitto di concorrenza del
periodo successivo dopo aver ottenuto quello di deviazione, che è maggiore) più facile la collusione

FATTORI CHE INFLUENZANO LA COLLUSIONE


Per “denunciare” un accordo collusivo sono essenziali le prove concrete di esse. Infatti, nel caso di
collusione tacita, ovvero quando 2 imprese in un mercato colludono in modo tacito senza mai incontrarsi,
non vi sono prove che stiano violando la legge.

Fattori che rendono la collusione probabile (capitolo 4 paragrafo 3)


- GRADO DI CONCORRENZA DEL MERCATO: misurare la concentrazione industriale
- CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE: numero di imprese attive in un settore / rapporto tra
produzione totale in un settore Q* e numero di imprese n
- Al crescere di N la concentrazione diminuisce

Per la collusione guardiamo la concentrazione in un mercato perché se il numero di imprese sale la


concentrazione si riduce
 questa disequazione sarà meno probabilmente vera

Esempio: un’industria a 0,8 come delta (fattore di sconto). Il termine alla destra di questa disequazione sarà
più alto quanto N cresce. Quando stimiamo N, capiamo che vi è un numero per il quale la disequazione non
si verifica. Nei settori ove la concertazione è molto alta la concorrenza è bassa e + probabile la collusione.

Gli indizi di collusione vi possono essere nei mercati con N basso, ma servono le prove concrete
DAL LIBRO:
PROBABILITA’ COLLUSIONE:
 È tanto più probabile che ci sia collusione, quando più piccolo è il n° delle imprese presenti
nell’industria, per 2 ragioni:
1) Con un numero minore di imprese il monitoraggio reciproco per controllare eventuale deviazione è
più semplice
2) Il n° delle imprese influenza i profitti di collusione e deviazione. Se vi sono molte imprese di uguale
dimensione se colludono ottengono una piccola quota di profitti totali. Se una di esse devia troverà
un vantaggio molto alto incomparabile con qualsiasi punizione, dato che guadagnerebbe tutto il
mercato
 Se le imprese sono simmetriche un minore numero di imprese è uguale ad un più alto grado di
concentrazione quindi una maggiore probabilità di collusione
 Quando le imprese non sono tutte uguali ed hanno quote di mercato diverse facilita la collusione 
un’elevata quota media facilita la collusione.
 La concentrazione aiuta le imprese a coordinarsi su di un risultato collusivo
 Minore è il numero dei concorrenti più semplice per loro coordinarsi in un accordo collusivo
 La collusione è più probabile con alta concentrazione = poche imprese nel settore
 con poche imprese nel settore è più facile accorgersi di deviazioni e punire  sale il valore del castigo
MA la collusione è più probabile
 con tante imprese (bassa concentrazione) = profitti bassi con collusione  sale il valore del delitto  la
collusione è meno probabile

FACILITA’ DI ENTRATA= rende la collusione MENO probabile


se nuove imprese entrano rendono più instabile l’accordo. Esse non parteciperebbero all’accordo e quindi
praticano una strategia aggressiva di prezzo.
 Se nuove imprese entrano e non partecipano alla collusione, i profitti tendono a scendere per quelle
nell’accordo collusivo

PROPRIETA’ INCROCIATE tra i concorrenti: partecipazione di un’impresa nei confronti di rivale (es:
controllata)
monitoraggio strategie dei rivali è facile
facili gli accordi (come nei trusts americani di fine 800 o il caso nel settore farmaceutico)
avere informazioni su chi è proprietario di cosa da indizi importanti sulla collusione

ACQUIRENTI FORTI (potere oligopsonistico): rendono la collusione meno probabile


 forte acquirente stimola la concorrenza per avere prezzi più bassi (es: minacciando di rivolgersi a
fornitori non collusi

PRODOTTI ETEROGENEI: non si capisce se favoriscono o no la collusione


 nella pratica antitrust si tende a pensare che la collusione è meno probabile quando producono prodotti
differenziati
 la teoria economica non da predizioni certe a riguardo

ES: SETTORE CON PRODOTTI DIFFERENZIATI


 valore del castigo: basso perché se un’impresa che produce un prodotto differenziato devia, mantiene
gran parte dei propri clienti anche se le rivali la puniscono abbassando il prezzo  collusione poco
probabile
valore del delitto: basso per la stessa ragione; una riduzione del profitto perché le rivali mantengono gran
parte dei loro clienti (collusione meno probabile)
effetto complessivo: non chiaro
simmetria (su quote mercato, costi e conoscenze tecnologiche, capacità produttiva)  facilita la
collusione  le imprese con meno capacità produttiva di un rivale non è in grado di punirlo (non possono
produrre di più, come vuole la punizione in Cournot) qualora rompa un accordo collusivo  basso valore
del castigo

CAPACITA’ PRODUTTIVA IN ECCESSO: ha effetto ambiguo sugli incentivi a colludere


Valore del castigo: alto perché tutti i rivali possono produrre più di quanto stanno facendo, ossia possono
effettivamente punire  collusione molto probabile
Valore del delitto: alto perché l’impresa che devia può produrre di più, ossia può ottenere un bel guadagno
della deviazione  collusione poco probabile

CONTATTI MULTIMERCATO: se un gruppo di imprese è presente in più mercati, questo tende a ridurre
l’asimmetria tra le imprese e maggiore simmetria tra imprese può facilitare la collusione
imprese che producono più beni quindi concorrono in + mercati
 maggiore è la presenza di queste imprese maggiore è la probabilità che le imprese si assomiglino nella
dimensione = maggiore simmetria tra imprese facilita la collusione
Lezione 9
L’autorità antitrust italiana, autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) si preoccupa di:
- Collusioni/ fusioni
- Regolamentazione dei mercati digitali
- Pratiche anti/concorrenziali
- Qualità
- Pubblicità ingannevole

MISURARE LA CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE


Concentrazione industriale: rapporto tra la produzione totale in un certo settore e il numero di imprese
operanti.
C’è alta concentrazione quando nel settore opera un n° limitato di aziende.
L’alta concentrazione rende la collusione più probabile
FATTORE CONCENTRAZIONE
 Asimmetria dimensionale delle imprese: PROVOCA ALTA CONCENTRAZIONE= se in un
settore opera un elevato n° di aziende ma un piccolo gruppo di esse, di maggiori dimensioni, è in
grado di controllare un’ampia quota di mercato
più le imprese sono asimmetriche nella dimensione più a parità di n° di concorrenti, la
concentrazione è alta
Il concetto di concentrazione è legato a quello di potere di mercato
maggiore concentrazione le imprese hanno maggiore potere di mercato (potere di mercato
concentrato nelle mani di poche imprese
 Un’impresa più grande ha più potere di mercato quindi produce di più anche a minor prezzo

INDICI PER MISURARE LA CONCENTRAZIONE


Abbiamo 3 indici: (vanno da 0 a 1)
1) Indici di Concentrazione C2= somma quote di mercato delle 2 imprese più grandi
2) Indice di concentrazione C4= Somma le quote di mercato delle 4 imprese più grandi

3) Indice di concentrazione HH Herfindhal-Hirschmann

(HH)

Gli indici sono basati su:


- Numero di imprese
- Dimensione relativa di ogni impresa

Per calcolarli dobbiamo prima misurare la dimensione di ogni impresa (la sua quota di mercato)
all’interno del settore.
- Misura fisica= quantità prodotta
- Misura finanziaria= fatturato

ES: fatturato di 5 imprese concorrenti in 3 settori diversi


settore C= più asimmetria = alta concentrazione= il è meno concorrenziale

QUOTA DI MERCATO
Definisce la dimensione dell’impresa

Calcoliamo le quote di mercato (300/ 300*5=1500 = 0,2)

Indice C2
- somma le quote delle imprese più grandi
- A=0,4 / B= 0.5 / C=0.68
In base a C2 il settore C è il settore più concentrato mentre A è il meno concentrato (maggiore la
concentrazione = minore la concorrenza)

Indice C4
- Somma le quote di mercato delle 4 imprese più grandi
- A=0,8 / B= 0.87 / C=0.94
In base a C4 il settore più concentrato è C il meno è A

Indice HH
- Somma dei quadrati delle quote di mercato di tutte le imprese
- È il più usato per misurare il grado di concorrenzialità
- Considera tutte le imprese
In base a HH il settore più concentrato è C il meno è A

HH:
- differenza tra i settori è minima
- più enfasi se una impresa è grande elevando al quadrato è molto grande
- poco peso alle imprese piccole
- da molto peso alla simmetria delle imprese, la quale gioca un ruolo nella concentrazione, rende un
mercato poco concorrenziale (si può comportare come un monopolista, potrebbe abusare della sua
grandezza) Un’impresa molto grande è quasi un monopolista
- L’indice HH è più sensibile alla asimmetria.
ESEMPIO:
- duopolio  una impresa con 90% come quota mercato e l’altra il 10%
- se calcoliamo con C2 fa 1 = massima concentrazione
- se le imprese sono uguali 50% e 50% l’indice C2 è ancora 1 = quindi non fa differenza.
- Se nel duopolio calcoliamo HH nel 1° caso è molto più altro rispetto al secondo caso. Il primo caso è
meno concorrenziale perché l’impresa a 90% è quasi un monopolio.

Grazie al quadrato cattura l’asimmetria tra le imprese che è un fattore che aumenta la concentrazione

GUIDELINES NEGLI US
Settore a bassa concentrazione HH<0.15 alta concorrenza

Settore con moderata concentrazione 0.15<HH<0.25 Media concorrenza


Settore con alta concentrazione HH>0.25 Bassa concorrenza

Gli indici sono usati anche per valutare le fusioni.

CASO CONCRETO COLLUSIONE pannelli truciolari in legno


 Caso n° 16835, 17 maggio 2007, Autorità garante della concorrenza e del mercato
 Imprese coinvolte: Gruppo Savoia, Frati, Fantoni, Montanari, Trombini e Saib
 Sono gruppi, ovvero proprietà incrociate (fattore che facilita la collusione) = impresa formata da tante
piccole imprese (una fusione porta con se rischi pro-collusivi)
 Il gruppo Trombini segnala e denuncia la collusione per ottenere il programma di clemenza e non essere
punito.
 Le imprese che collaborano con l’AA ricevono totale o parziale sconto sulla multa
 Questo accordo collusivo prevedeva:
1. Tetto di produzione= come in Cournot produrre meno di quanto si potrebbe
2. Ripartizione clientela
3. Regole fissazione e aumento prezzi
4. Definizione colori e finiture pannelli
5. Definizione strumenti per raggiungere
obiettivi e iniziative per verifica rispetto
accordi (monitoraggio dell’accordo)

Questo accordo collusivo ha una forma molto


strutturata

Hanno violato l’articolo 101 del TCE (ex articolo 81 del


TCE) (trattato comunità europea)  comma a,b,c.
Questo articolo è l’attuale versione dello Sherman Act
“… abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all'interno del mercato
interno ed in particolare quelli consistenti nel:
a) fissare direttamente o indirettamente i prezzi d'acquisto o di vendita ovvero altre condizioni di transazione; 
violato dal punto 3

b) limitare o controllare la produzione, gli sbocchi, lo sviluppo tecnico o gli investimenti;  violato dal punto 1 e 4

c) ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento;”  violato dal punto 2

Dopo aver valutato l’effettiva presenza di un accordo collusivo, l’AA per multare deve quantificare gli effetti
anticoncorrenziali, ovvero la perdita di efficienza allocativa di questo accordo. Stabilire la gravità del reato per
fissare la giusta pena.
PRIMA FASE= MERCATO RILEVANTE (se il mercato rilevante è più grande il reato è meno grave)

Più piccolo è il mercato rilevante, più alto è l’incremento del potere di mercato delle imprese coinvolte nella collusione
- Prodotto: panelli truciolari

 L’ AGCM rileva che NON hanno sostituti stretti dal lato della domanda per caratteristiche fisiche: loro
qulità più bassa rispetto ad altri tipi di pannelli (fibra, compensati) hanno diverso uso e prezzo più basso
 Essendo un mercato a sé non vi sono prodotti sostituti

- Area geografica: italia o anche estero?

 Qualità più nassa rispetto ai panelli prodotti nelle aree vicine fuori dai confini italiani
 Import/export limitato
 Prezzi più bassi rispetto a pannelli dei
paesi confinanti
 Costi di trasporto: alti rispetto al
prezzo finale (i panelli pesano e sono
costosi da trasportare)
L’AA credeva che il mercato rilevante fosse solo
l’Italia dati i costi di trasporto ma gli avvocati della
difesa fanno applicare il test della spedizione.
Quando l’AA deve stabilire i rivali sta valutando la
pena perché se il mercato rilevante è più grande il
reato è meno grave
Test di spedizione: mostra una certa presenza di
importazioni da estero  il mercato geografico
rilevante non è solo Italia. La difesa sostiene che
pure i paesi confinanti sono parte del mercato
rilevante (Austria, Slovenia, Fr)

La presenza di import da estero può costituire un vincolo competitivo per le imprese italiane che non possono
aumentare i prezzi se no i consumatori si rivolgono all’estero

Per levare ogni dubbio l’AGCM applica il test SSNIP, osservando lo storico di questo mercato

 guardare il passato, cosa è successo a seguito dell’accordo ai prezzi e quale è stata la reazione dei
consumatori
 L’ aumento significativo e non transitorio del prezzo dovuto alla collusione non ha fatto aumentare in modo significativo le
importazioni e i clienti italiani NON si sono rivolti all’estero quindi l’Italia è il mercato rilevante

Dal 2003, la data dell’accordo collusivo i prezzi salgono sistematicamente quindi questo è un chiaro segno
(che ha bisogno di prove) di accordo collusivo. Il test SSNIP guarda allo storico dei prezzi e vede
l’incremento tra il 2003 e 2005 (aumento del 25% in seguito alla collusione)
Le AA guardano al passato nei casi di collusione mentre guardano al futuro nei casi di fusione

L’ AGCM capisce che molti fattori hanno favorito la collusione in questo caso
1) Domanda del prodotto frammentata: molti piccoli mobilieri e venditori di mobili (basso potere degli
acquirenti)
2) Offerta pannelli: concentrazione in aumento prima che l’accordo collusivo fosse implementato
nel Gennaio 2004
3) Trasparenza prezzi e quantità: facile osservare i prezzi praticati dai rivali perché:
a) Le imprese comprano legno dallo stesso Consorzio
b) Le imprese si incontrano spesso perché parte di una comune associazione (Federlegno-
Assopannelli) pratica tra le imprese di comunicarsi dati concernenti prezzi e altre condizioni
commerciali durante queste riunioni
L’AA calcola che l’indice C2 è passato dal 35% al 69% per via delle fusioni
 questo perché queste imprese avevano già un legame avendo lo stesso fornitore (un consorzio)
 avevano clienti in comune che riportavano info sui rivali

Un’alta trasparenza alza la concorrenza perché reagisci subito ai rivali. I profitti sono concorrenziali, più
bassi, e quindi vi è alto stimolo alla collusione
 castigo alto, collusione probabile

Per avere un quadro completo e capire come punirli l’AGCM studia la struttura dell’industria prima del
2004.
PRIMA DELL’ACCORDO COLLUSIVO:
1) Imprese quasi identiche nei costi di produzione
2) Scarsa disponibilità dell’input produttivo, il legno (deforestazione in Italia) = stimola concorrenza
3) Capacità produttiva in eccesso (budget di crescita delle vendite non rispettati)
4) I pannelli truciolari sono un bene omogeneo

I punti 1,2, e 4 evocano da vicino la concorrenza alla Bertrand  se le imprese si fossero fatte vera
concorrenza, avrebbero scelto di abbassare il prezzo di vendita così riducendo l’invenduto
Invece dal grafico, osserviamo che:
- Prima del 2003 = andamento costante o decrescente del livello dei prezzi
- Dopo il 2003= il trend è chiaramente crescente
- Nel 2005= il livello del prezzo è 25% in più rispetto al 2003  evidenza indiretta collusione

Nella sua ricerca l’AGCM accerta l’esistenza di incontri settimanali fra l’imprese. Chi non partecipava
veniva multato
Gli accordi durante questi incontri riguardavano:
- Contingentamento produzione: ogni impresa si impegnava a tener fermo l’impianto produttivo per
alcuni giorni (venivano controllate dalle rivali, il che era facile perché queste imprese producono
fumate evidenti)
- Ripartizione clientela: ogni impresa rifiuta i clienti delle altre imprese. Chi ruba i clienti ha una
multa del 30% su quanto ottenuto con quel cliente. Monitoraggio = comunicare durante le riunioni
settimanali le quantità vendute e a chi

Lezione 10
- Coordinamento politiche prezzo e altre condizioni contrattuali: prezzi minimi per diverse
tipologie di prodotto; requisiti dimensionali minimi; condizioni di pagamento
Lo SCAMBIO DI INFORMAZIONI è fondamentale per controllare che nessuno stia deviando dall’accordo
collusivo.
I consumatori si ritrovano con un prezzo più alto = tutti si accorgono dell’esistenza del controllo ma servono
prove.
CONCLUSIONE: Al termine dell’istruttoria l’AGCM stabilisce che:
- L’accordo collusivo è consistente: coinvolge imprese che avevano una quota aggregata di mercato
>80%, quindi la loro collaborazione ha prodotto forti effetti negativi sui consumatori
- L’accordo collusivo è stabile: la punizione è rilevante (forme di ritorsione consistenti nella
minaccia costante e credibile di una guerra dei prezzi
L’infrazione è molto grave. L’importo finale di sanzione è da pagare entro 90 gg

La sanzione affinché abbia un effetto di deterrenza, deve essere tale che

La sanzione massima: 10% fatturato totale realizzato nell’ultimo esercizio. Sono sanzioni alte ma non troppo
perché l’AA non vuole che tu esca dal mercato  effetto anticoncorrenziale non desiderato
Con lo Sherman Act prevedono il carcere per evitare l’uscita. Il carcere ottimo deterrente e riduce la
probabilità di bancarotta delle imprese efficienti.
Perché in Italia non è prevista il carcere? Non è prevista a livello Europeo.
Come vengono usati i soldi raccolti da queste multe? Dal 2001 = fondo multe antitrust = sostenere
interventi a tutela dei consumatori usato per la conciliazione (risoluzione gratuita delle controversie tra le
aziende e i cittadini danneggiati da comportamenti illegali delle stesse)

Per l’AA è complicato occuparsi di cartelli tra Stati Sovrani


 file OPEC e sul mercato farmaceutico cartello sul petrolio che non è grave perché deve concorrere con
i paesi che non fanno parte del cartello.

LE FUSIONI
Le fusioni hanno un impatto sul surplus
totale e dei consumatori

FUSIONI ORIZZONTALI: operazioni


attraverso cui 2 o più imprese concorrenti
vengono unite in una sola impresa. (le
acquisizioni dal punto di vista economico sono equivalenti, perché 2 imprese diventano 1)
FUSIONI VERTICALI: fusioni tra imprese in stadi successivi del processo produttivo (es: tra un
produttore di auto ed uno di pneumatici). La produzione totale viene internalizzata nella stessa impresa
2 EFFETTI NEGATIVI DELLE FUSIONI ORRIZONTALI
1) Effetto unilaterale: Permettono alle imprese che si fondono di aumentare il potere di mercato
(alzare i prezzi)
2) Effetto pro-collusivo: favoriscono la collusione

Le fusioni sono ILLEGALI quando creano o rafforzano posizioni dominanti nel mercato. Se gli effetti
negativi sono significativi le fusioni possono essere bloccate.
DAL LIBRO: EFFETTI UNILATERALI E CONCENTRAZIONE
La fusione può permettere di incrementare il potere di mercato di un’impresa.
- Poche imprese: la concorrenza vincola/limita il potere di mercato di ogni singola impresa. Se una di
loro cerca di aumentare i prezzi, molti dei clienti acquisterebbero dalle altre. Il potere di un’impresa
può crescere con la fusione, infatti se si fondono un aumento del prezzo può essere ora profittevole
perché vi è un numero più basso di imprese, alle quali i clienti possono rivolgersi (distanza)
- In generale, la fusione fa aumentare il potere di mercato delle imprese che si fondono
- In una situazione di oligopolio ciascuna impresa esercita un’esternalità sui concorrenti, che non
viene tenuta in conto quando la propria strategia viene scelta. Dopo la fusione le esternalità che
coinvolgono le imprese ora appartenenti al medesimo gruppo divengono invece rilevanti per i
profitti della nuova entità, e tutti rivedono le strategie.
- IN ASSENZA DI GUADAGNI DI EFFICIENZA: la fusione beneficia le imprese concorrenti  le
fuse aumentando i prezzi e riducendo la produzione, determinano un miglioramento nei profitti dei
concorrenti che in alcuni casi possono guadagnare di più da una fusione
- AUMENTO DEL POTERE DI MERCATO + REAZIONE RIVALI: è diverso a seconda delle
caratteristiche del mercato. Se il modello ha come variabile decisionale il prezzo  dopo la fusione
aumentano sia i prezzi praticati dalle imprese fuse sia quelli praticati dalle estranee alla fusione
- Quando la variabile è la quantità, le imprese che si fondano riducono la loro produzione (aumentano
i prezzi) e quelli non fuse (outsider) incrementano la produzione (abbasseranno i loro prezzi)
- Le concentrazioni incrementano il potere di mercato, qualora esse non comportino anche guadagni di
efficienza, portano ad una riduzione del benessere dei consumatori e quello totale
- !! questo può cambiare se vi sono i guadagni di efficienza che se sufficienti rendono la fusione
positiva sia per i consumatori sia per il benessere sociale

COSTI VARIABILI COSTI FISSI


- Gamma - L’impresa fusa produce meno rispetto a
- È alto: costi variabili bassi perché prima (erano 2) ma lo fa in modo efficiente
producono le imprese fuse in maniera più - L’imprese non fuse producono di più
efficacie rispetto a prima della fusione
- Le fuse producono di più
- Le non fuse producono meno

ESEMPIO: in una cittadina dei negozi di vestiti si fanno concorrenza. Non c’è fusione, ognuno ha poco
potere di mercato e i negozi non possono aumentare profittevolmente il prezzo.
Se alcuni negozi si fondano in una catena e aumentano i prezzi:
- I consumatori sono disposti ad accettare prezzi più alti perché dato che ci sono meno negozi
concorrenti hanno meno scelta e meno probabilità di trovare prezzi minori
- La catena ha più potere di mercato, quindi, può alzare profittevolmente il prezzo

L’effetto unilaterale di una fusione sul prezzo/ quantità di un certo mercato quando alcuni rivali si
fondano e altri no è:
1) Se variabile di scelta è prezzo ed i prodotti sono differenziati (caso di Bertrand): sale sia il prezzo
fissato dalle imprese che si fondono sia quelle che non si fondano (imprese outsider)
2) Se variabile di scelta è quantità (caso Cournot)= scende la quantità prodotta dalle imprese che si
fondono e sale la quantità prodotta dalle imprese outsider
in entrambi i casi si può dimostrare che il surplus dei consumatori si riduce, a meno che ci siano
guadagni di efficienza (che abbassano i costi variabili di produzione).

EFFETTI POSITIVI FUSIONE


I GUADAGNI DI EFFICIENZA: rappresentano il potenziale effetto positivo di una fusione sulla
concorrenza (l’efficienza allocativa)
 Se si riducono i costi di produzione = si avranno meno imprese sul mercato ma più efficienti
 Riducono i costi di produzione delle imprese coinvolte nella fusione (es: prima della fusione 2
uffici marketing ora solo 1)  riorganizzazione risorse, risparmi spese amministrative e
finanziarie, razionalizzazione dei laboratori, risparmi nei costi fissi
 Questi guadagni possono compensare gli effetti unilaterali e portare un miglioramento
 L’AA non ostacola la fusione

Vi sono 2 tipi di guadagni d’efficienza: fissi e variabili. Quelli variabili dipendono dalla quantità prodotta

EFFETTI UNILATERALI- FUSIONE CON COURNOT


Es:
3 imprese simmetriche producono un bene omogeneo e competono alla Cournot

C(qi) = costo variabile di produzione = dipende dalla quantità prodotta che è uguale per tutte le imprese 30

RISPARMIO NEI COSTI FISSI

Impresa fusa = M da merger. FM = costi fissi


Le 2 imprese separate hanno costi pare a F. Quando razionalizzano hanno un costo complessivo minore di
quello delle 2 singole sommate (2F)
L’equilibrio ora vede un’impresa in meno sul mercato dato che 2 si sono fuse
La risposta ottima dell’impresa M

I costi fissi FM spariscono dalla funzione di risposta ottima. Risolvendo per Qm

Il problema di massimizzazione dell’impresa j che rappresenta le n-2 imprese outsider è il seguente:

Dove j è l’impresa non fusa e -j indica le n-3 imprese non fuse tranne la j
La risposta ottima dell’impresa j:

!! Attenzione= queste 2 formule sono uguali perché le imprese hanno gli stessi costi variabili (diversi costi
fissi ma questi spariscono quando si calcola la derivata del profitto.

L’unica differenza tra quella fusa e le altre è la variazione dei costi fissi. Quando noi massimizziamo i
profitti essi non dipendono dai costi fissi (non dipendono da Qm)
Per la quantità ottima i valori dei costi fissi non giocano nessun ruolo. Essi spariscono. Faccio un
investimento iniziale però poi dipende dalle quantità quindi il costo fisso non mi influisce la decisione della
quantità da produrre.

Tutte le imprese anche quella fusa producono la STESSA QUANTITA’. 120/n


la quantità prima della fusione 120/n+ 1 dopo è 120/n (ora abbiamo n-1 imprese dato che 2 si sono
fuse) ciascuna produce di più. Le imprese non fuse (outsider) producono di più dopo la fusione.
Le imprese fuse producono meno di prima.

120/n = quantità prodotta dall’impresa fusa (minore da quando erano separate)

Le imprese dopo la fusione (quelle che non si fondono) producono di più mentre quella che si fonde
produce meno rispetto a quanto le 2 imprese prima della fusione producevano singolarmente.

Profitto impresa M
Conviene fondersi?

E’ profittevole se vale 2F-FM (risparmio sui costi fissi) che deve essere positiva e maggiore dell’espressione
alla destra del segno.

Confrontiamo il surplus totale prima e dopo la fusione


SURPLUS PRE FUSIONE produttori

SURPLUS PRE FUSIONE consumatori

SURPLUS POST FUSIONE produttori PS’

SURPLUS POST FUSIONE CONSUMATORI

Il surplus dei consumatori peggiora dopo la fusione


Prima della fusione vi sono n imprese dopo sono n-1 = riduzione di una unità di imprese coinvolte
I consumatori stanno peggio perché le imprese n-1 identiche = meno concorrenza = il surplus si riduce
Il surplus delle imprese migliora dopo la fusione

EFFETTI CONTRASTANTI POST FUSIONE:


- Surplus dei consumatori si riduce
- Surplus dei produttori aumenta
SURPLUS TOTALE
Però se i guadagni di efficienza sono sufficientemente ampi il surplus totale cresce

Il surplus complessivo = aumenta se i guadagni di efficienza (riduzione costi fissi) è maggiore della seconda
espressione

!! ATTENZIONE = il surplus totale può aumentare ma solo tramite l’aumento del surplus dei produttori
Un’AA che bada molto al surplus dei consumatori dovrebbe bloccare una fusione se i guadagni di
efficienza derivano solo dai costi fissi
Se invece si preoccupa di quello totale allora è d’accordo con questa situazione.

AL NETTO DEI CALCOLI il messaggio è che da un punto di vista antitrust una fusione tra 2
imprese, ha un impatto positivo per i produttori solo se il risparmio è sufficientemente elevato per i
costi fissi mentre negativo per il surplus dei consumatori

GUADAGNI DI EFFICIENZA
Esempio: costi fissi 0. Abbiamo 2 imprese che si fondono e sfruttano i risparmi nei costi variabili

F= 0. La fusione dei costi dell’impresa fusa M è 30 (1-gamma) * Qm (gamma sta tra 0 e 1)


Quando gamma è 0 = costi 30
Man mano che gamma sale sopra 0, abbiamo un risparmio crescente. Dopo la fusione abbiamo n-1
imprese.
Troviamo la risposta ottima dell’impresa M

Risposta ottima impresa rappresentativa j tra le non fuse

Dove -j indica le n-3 imprese non fuse. I costi variabili sono diversi quindi hanno risposte ottime diverse
Il sistema delle risposte ottime è

Le imprese non fuse producono la stessa quantità q*j

qj al posto di q3!!
Qm*= quantità prodotta dall’impresa fusa  La quantità che la impresa produce cresce al crescere di
gamma
Qj* = quantità prodotta da ciascuna impresa all’equilibrio che non si fonde  decrescente in gamma
quanto più l’impresa fusa è efficiente in termini di costi variabili tanto minore è la quantità prodotta dai
rivali che non si fondono perché

GAMMA = indice che misura la riduzione dei costi fissi


Tanto più grande è gamma tanto più efficiente è l’impresa fusa.

Perché le imprese esterne alla fusione producono meno all’aumentare di gamma?


Non vi è una risposta univoca, ma l’idea è che l’impresa fusa produrrà di più quanto più efficiente. Le
funzioni di risposta ottima = più i rivali producono meno io produco. La mia risposta ottima, dato quello che
producono i rivali, è tanto più bassa tanto più i rivali producono. In questo caso, l’impresa fusa al crescere di
gamma diventa più produttiva, la reazione ottima delle imprese non fuse è quello di produrre meno.
Vi è una sostituzione.
Qm è crescente in gamma, la reazione dei rivali è di produrre meno e ciò lo vediamo dalla risposta
ottima.
Il mio rivale (quello fuso) è sempre più efficiente io produco meno, e dalla domanda i consumatori si
spostano verso l’impresa più efficiente.

Man mano che gamma cresce l’impresa fusa diventa sempre più efficiente mentre quelle non fuse diventano
meno efficienti relativamente all’impresa fusa (maggiore è il gap). Le imprese non fuse diventano
relativamente meno efficiente perché devono rivaleggiare contro quella sempre più efficiente.
Ma le imprese non fuse, data la efficienza minore rispetto a quella fusa, possono uscire dal mercato?
Si, nella realtà, quando il confronto con imprese estremamente efficienti è una sfida troppo alta per alcune
imprese. Mentre da un punto di vista matematico, quando avviene una uscita dal mercato, la quantità diventa
negativa, ma gamma è sempre positiva quindi nel modello non escono dal mercato, però producono sempre
meno e guadagnano sempre meno man mano l’impresa fusa diventa più efficiente.

Lezione 11

Il prezzo di mercato è decrescente in γ (gamma), maggiore il guadagno di efficienza gamma, più


efficienti sono le imprese fuse

Se osserviamo il surplus dei consumatori prima e dopo la fusione vediamo che essi stanno meglio dopo la
fusione se gamma è relativamente alto (alti guadagni di efficienza)  e quindi il surplus dei consumatori
cresce.
Vi sono meno concorrenti ma vi è più concorrenza perché l’impresa fusa è molto efficiente quando
gamma è alto
Quando gamma è maggiore di 4/n+1 allora i consumatori stanno meglio dopo la fusione
 spiegazione:
- Risparmio significativo nei costi variabili dell’impresa fusa
- Impatto positivo sulla concorrenza per questa impresa
- Prezzo di mercato si riduce= c’è più concorrenza (vale solo se gamma è sufficientemente grande)
- Il numero delle imprese si riduce (male per i consumatori) MA dall’altra abbiamo i guadagni
d’efficienza (bene per consumatori).
- Se l’equazione vale prevale il secondo effetto

4/n+1 è un termine tra 0 e 1, il quale decresce


all’aumentare di n. questo significa che questa
diseguaglianza è più probabile quando n è alto.
per ogni dato gamma è più probabile che il
surplus dei consumatori aumenti dopo la
fusione se il n° di imprese prima della fusione è
relativamente ampio

Risultato che al crescere di n, questo valore 4/n+1


diventa sempre più piccolo.

Nei casi concreti una fusione porta a una riduzione


dei costi variabili più o meno determinata. Questa
diseguaglianza è più probabile quando n cresce.

Maggiore è il n delle imprese nel mercato (minore concentrazione) più probabile l’aumento del surplus dei
consumatori  gli effetti unilaterali sono bassi quindi prevale l’efficienza.

Argomenti:
1) Fattori che influenzano gli effetti unilaterali delle fusioni orizzontali
2) Failing firm defence
3) Effetti pro-collusivi delle fusioni orizzontali
4) Esempi concreti: Nestlé-Perrier (’92)

EFFETTI UNILATERALI DELLE FUSIONI


Gli effetti unilaterali di una fusione permettono alle imprese che si fondono di esercitare maggiore
potere di mercato. La fusione è potenzialmente pericolosa perché va a creare un’impresa più grande e
riduce il n° di concorrenti nel mercato. L’impresa fusa ha un maggior potere di mercato che gli consente di
aumentare i prezzi

Per stimare gli effetti unilaterali l’autorità antitrust valuta:


- La concentrazione del mercato =
 Bassa: riduce il rischio che la fusione danneggi i consumatori
 Alta: n alto: la fusione è favorevole ai consumatori
 Dipende anche dalla dimensione relativa delle imprese
Per valutare gli effetti anti competitivi prima e dopo della fusione usano l’indice HH prima e dopo la
fusione ΔHH

REGOLE (guidelines):
1) Se la concentrazione post fusione è HH<0.15 la fusione è ok per ogni ΔHH
2) Se 0.15 <HH<0.25 la fusione è ok solo se ΔHH <0.01
3) Se HH>0.25, la fusione è potenzialmente pericolosa se 0.01 < ΔHH<0.02. la fusione è da bloccare se
ΔHH>0.02 perché l’aumento del prezzo sarà probabilmente significativo

ESEMPIO 1
Supponiamo che le 2 imprese più piccole, con quota di mercato 0.13 e 0.06 si fondano.
HH =

HH incrementa con un valore tra 0.01 e 0.02

In base alle guidelines viste sopra, questa fusione è potenzialmente pericolosa perché

NB: l’AA non decide automaticamente ne di concedere ne di vietare la fusione. Può anche essere che
l’AA accetti la fusione a patto che le imprese stesse coinvolte favoriscano l’entrata di un nuovo competitor
nel mercato o altre misure per preservare la concorrenza.

ESEMPIO 2
Supponiamo che le 2 imprese più grandi, con quota di mercato 0.53 e 0.15 si fondano:
HH diventa

In base alle guidelines viste sopra, questa fusione è da bloccare perché

Tanto più grandi sono le imprese che decidono di fondersi tanto più probabile è che la fusione sia pericolosa.

Minore è la quota di mercato dell’impresa fusa, minore è l’incremento atteso del prezzo per i
consumatori. Se 2 imprese piccole si fondano non vengono bloccate.

NB :
Vi sono ragioni ANCHE altre ragioni economiche dietro alla decisione se autorizzare o no una fusione.
- come il potere di lobby, ovvero l’influsso politico che una azienda esercita per conoscenze
- non solo concorrenza o surplus
- anche perché garantiscono dei rimedi strutturali che tutelano la concorrenza

ALTRI FATTORI CHE INFLUENZANO GLI EFFETTI UNILATERALI DELLE FUSIONI

1. CAPACITA’ PRODUTTIVA DEI RIVALI


Se in un mercato si fondano 2 imprese, l’autorità antitrust guarda la capacità produttiva dei rivali.
Se è in eccesso, ciò ostacola il potere di mercato ottenuto con la fusione, quindi è concessa.
La capacità produttiva in eccesso ostacola gli effetti unilaterali della fusione.
Se i rivali hanno capacità produttiva in eccesso le imprese fuse hanno meno libertà di esercitare il potere
di mercato  se l’impresa fusa alza i prezzi i rivali possono produrre di più e soddisfare i consumatori
che si rivolgono a loro

2. FACILITA’ ENTRATA
Facilità d’entrata: se il prezzo fissato dall’impresa fusa sale, le nuove imprese sono attratte dall’esterno 
ciò può limitare il potere di mercato dell’impresa fusa  la fusione è probabilmente autorizzata

Dal libro:
l’abilità delle imprese ad aumentare i prezzi è vincolata anche dai potenziali entranti. Le imprese che non
erano interessate ad entrare, visti i prezzi prima della fusione, potrebbero invece decidere di entrare, qualora
la fusione comporti un innalzamento dei prezzi o una riduzione delle quantità. Anticipando questo effetto i
prezzi post fusione possono anche non salire, o salire solo per un periodo transitorio.
I potenziali entranti riescono a limitare il potere di mercato se i costi fissi necessari per entrare nel mercato
non sono troppo alti. Se i costi fissi per entrare sono molto alti e irrecuperabili c’è meno probabilità che
nuove imprese entrino e quindi post fusione le imprese fuse decideranno di aumentare i prezzi senza dubbi.
Le autorità antitrust hanno un difficile compito nel giudicare se vi sono potenziali entranti, dato che devono
valutare se vi sono, quale è la probabilità d’entrata, quali sono le barriere d’entrata o quanto tempo occorre
per entrare.

3. POTERE ACQUIRENTI
Acquirenti forti: stimolano la concorrenza per avere prezzi più bassi. Minacciando di cambiare fornitore o
di interna lizzare la produzione. In questo caso il prezzo NON si alzerà nemmeno dopo la fusione

FAILING FIRM DEFENCE


Le fusioni possono essere concesse quando si tratta di fusione tra impresa in grave crisi ed impresa sana.
 Può essere che una fusione normalmente non autorizzata venga acconsentita.

La fusione in questo caso riguarda un’impresa in stato di crisi, che senza la fusione non sarebbe in grado di
restare sul mercato e una sana.
La FFD è prevista dalle US Merger Guidelines nella quale è previsto che una fusione altrimenti anti-
competitiva sia autorizzata se:

1) L’impresa in stato di crisi non sarebbe capace di onorare i suoi debiti finanziari nel futuro =
bancarotta
2) Essa non riuscirebbe a riorganizzarsi con successo
3) Non esistono sul mercato rilevante validi acquirenti il cui intervento avrebbe effetti meno restrittivi
sulla concorrenza = offerte alternative meno lesive per la concorrenza
4) Senza la fusione gli assets dell’impresa in stato di crisi uscirebbero dal mercato (macchinari, capitale,
personale)

 problemi di medio-lungo periodo


La fusione proposta deve essere il solo modo di mantenere produttive sul mercato le attività dell’impresa

Solo se tutti i criteri sono soddisfatti viene concessa la fusione.


L’idea della FFD è che una fusione, anche se anti-competitiva è meno anti-competitiva del fallimento
dell’impresa in crisi.

Normalmente le proposte dei FFD sono respinte perché uno dei criteri non è soddisfatto

ES: nel 2013 le due società Aegean Airlines e Oymipic Air, due società operanti nel settore dei trasporti
aerei che invocarono lo stato di crisi a seguito della crisi finanziaria globale
EFFETTI PRO-COLLUSIVI DELLE FUSIONI ORIZZONTALI
Le fusioni possono favorire le collusioni (come pannelli). L’effetto pro-collusivo delle fusioni è un effetto
negativo di lungo periodo.
 la fusione contribuisce a rendere più probabile e stabile un accordo collusivo perché fa salire la
concentrazione

Nel decidere la pericolosità di una fusione si osserva oltre alla concentrazione, altri elementi che possono
agevolare la collusione, come: barriere d’entrata, proprietà incrociate, acquirenti deboli)

Se l’autorità antitrust deve decidere se concedere una fusione o no guarda:


- Nel breve periodo: gli effetti unilaterali rispetto ai guadagni di efficienza
- Nel lungo periodo: se il mercato post fusione ha una serie di caratteristiche strutturali che
favoriscono l’accordo collusivo e la sua stabilità

ESEMPIO FUSIONE
- Nestlé-Perrier nel mercato dell’acqua di fonte in Francia 1992

La Nestlè, multinazionale del settore alimentare, era anche la proprietaria di Vittel e Hépar, che
commercializzavano acqua imbottigliata quindi competitor di Perrier, il mercato dell’acqua di fonte.

L’autorità EAA antitrust europea valutò questa fusione partendo da:

1) Valutazione del mercato rilevante: test SSNIP per valutare la presenza di eventuali prodotti
sostituibili (bibite gassate)

Il test dimostrò che il mercato dell’acqua di fonte aveva un’elasticità bassa, perché l’acqua in bottiglia e le
altre bibite non erano percepiti come sostituti dai consumatori. L’ acqua è percepita dai consumatori come
un prodotto differente rispetto alle bibite.
Inoltre la separazione dei mercati di bibite e acqua è notevole per:
a) Differenze di prezzo: notevole perché le bibite costano molto di più
b) Correlazione dei prezzi: alta per diverse marche di acque. La correlazione tra bibite e acqua è
negativa

2) Entrata nel mercato: l’entrata in questo mercato è difficile: per via della forte regolamentazione
che c’è in Francia per produrre e imbottigliare acqua minerale (barriere amministrative)
 gli asset produttivi usati per produrre bibite non possono essere facilmente riconvertii per l’acqua

3) Mercato rilevante dal punto di vista geografico: solo Francia? Per valutare l’area interessata si
tengono in considerazione 3 fattori:
a) Costi di trasporto: dell’acqua sono alti in relazione al valore del prodotto (10-20% ogni 300km)
 non conviene trasportare acqua. In fatti in Francia non c’è un alta percentuale di acqua
consumata proveniente da altri paesi
b) Preferenze consumatori: il formato: le bottiglie di acqua vendute in Germania sono da 75 cl
mentre altri formati in Francia. Questo contribuisce a rendere le 2 aree separate
c) Difficoltà di entrata: è difficile entrare nel mercato dell’acqua minerale in Francia perché
Perrier è percepita dai consumatori come prodotto unico
RISULTATO= solo la Francia è il mercato rilevante

Il mercato, dunque, è molto ristretto ed è quindi difficile ottenere l’autorizzazione per la fusione.

EFFETTI UNILATERALI
L’impresa fusa in questione (Nestlé/Perrier) ha la possibilità di aumentare profittevolmente il prezzo?
Bisogna considerare le quote di mercato:
- Tre grandi imprese: Nestlé, Perrier e BSN detengono 82.3% del mercato in termini di fatturato e 76%
in volume di produzione
- Il mercato è molto concentrato
- , la stima dell’indice HH post fusione pari a 0,27 e l’incremento dovuto alla fusione al 0.1 (maggiore
di 0,02)
- in base alle merger guidelines US, questa fusione dovrebbe essere bloccata
- gli acquirenti sono forti (supermercati grandi: Carrefour, Leclerc = elemento favorevole
all’autorizzazione) ma i consumatori finali di acque sono fedeli alla marca. Per questo il potere dei
supermercati non è così forte, sanno che i consumatori vogliono Perrier.
 in caso di incremento del prezzo post fusione i supermercati non possono sostituire Perrier con
altra marca

CONCLUSIONE: Nestlé/Perrier ha la possibilità di aumentare profittevolmente i prezzi post fusione

GUADAGNI DI EFFICIENZA ED EFFETTI PRO-COLLUSIVI

1. NO GUADAGNI DI EFFICIENZA:
- Se si fondono NON POSSONO RAZZIONALIZZARE LA FONTE quindi la fusione non porterebbe
economie di scala
- imbottigliamento fatto alla fonte, quindi la riorganizzazione dell’attività produttiva NON è possibile

2. Gli effetti pro-collusivi di questa fusione sono consistenti: lo scenario di mercato post-fusione vede
solo 2 grandi imprese Nestlé/ Perrier e BSN
 alta concentrazione = collusione più probabile
 forte trasparenza: in questo mercato i prezzi di acqua e i volumi mensili sono disponibili pubblicamente
questo rende la collusione stabile  rende il monitoraggio dell’accordo collusivo forte quindi stabile dato
che possono punire che viola l’accordo.

Inoltre, i prezzi di diversi produttori erano cresciuti dal ’87: evidenza indiretta di collusione tacita

Vi sono tutti i motivi per bloccare questa fusione:


- effetti unilaterali della fusione consistenti
- creazione di un’impresa dominante e aumentare i prezzi in modo profittevole
- non vi sono guadagni di efficienza
- probabilità di collusione è altissima

DECISIONE FINALE: fusione APPROVATA ma con misure correttive:


Nestlé/Perrier dovette vendere 8 fonti di acqua minerale (20% della capacità produttiva) a un terzo, affinché
egli subentri nel mercato come concorrente

La concentrazione post fusione con queste misure correttive è

Per le linee guida US è ancora potenzialmente pericolosa ma le misure correttive sono tipiche:
1) rimedi strutturali: vendita forzata parte attività dell’impresa fusa a rivali o nuovi entranti
2) rimedi comportamentali: accesso per rivali o nuovi entranti a fattori e tecnologie (brevetti
nell’imprese farmaceutiche, slots aeroportuali in caso di fusione tra compagnie aeree)
Joint venture
 accordi tra imprese concorrenti con cui si crea una nuova entità che andrà ad eseguire alcune attività, al
posto dei singoli partecipanti.
Es: JV come accordi di ricerca: due o più imprese concentrano all’interno di una nuova società tute le loro
attività di R&S. in questo caso i partner delegano la produzione ad un’impresa comune

Sono molte le attività che possono essere svolte in comune come collaborazioni di produzione o di
marketing e vendite. In questo caso le partner continuano a produrre indipendentemente ma svolgono
assieme le attività di vendita.

Gli accordi JV costituiscono un’entità ibrida che può essere collocata tra cartelli e le fusioni. Gli effetti del
JV non sono diversi dalla fusione e può manifestarsi un trade-off tra il potere di mercato e l’efficienza, può
avere effetti competitivi ma anche effetti pro-competitivi (se il coordinamento delle attività permette di
razionalizzare i costi delle singole imprese.
Anche in questo caso le AA controllano il potere di mercato iniziale dei partner e se detengono piccole quote
di mercato non sarà necessario bloccare la JV.

Lezione 12- MERCATI TWO SIDED


Argomenti:
1) Cosa sono i mercati two-sided
2) Che cosa definisce un mercato two-sided
3) Scelta dei prezzi nei mercati two-sided
4) Antitrust nei mercati two-sided

 ES mercato two-sided: Sito del blogger italiano Salvatore Aranzulla: offre consulenza per problemi
informatici a titolo gratuito monetizza il suo sito tramite la pubblicità.
 sito molto visitato = le pubblicità che vengono posizionate hanno molte visualizzazioni
 mercato 2-sided = i 2 versanti sono
1) gli utenti (chi compra)
2) gli inserzionisti (chi vende)

I mercati two-sided sono i media sostenuti dalla pubblicità.

Caratteristiche base:
1) due gruppi di agenti (le 2 sides) interagiscono attraverso una piattaforma
2) le scelte di ciascun gruppo di agenti impatta sulla utilità dell’altro gruppo di agenti, tipicamente
attraverso un’esternalità (effetto indiretto di network)

ES: siamo a Mediaworld e un bimbo porta una nuova Play mentre in cassa i genitori tirano fuori la Visa.
Sia la Play che la Visa sono un mercato 2S

La play:
1) la piattaforma è il produttore della console
2) i 2 gruppi di agenti sono gli utilizzatori della
console e gli sviluppatori dei video giochi

ESTERNALITA’/ EFFETTO
INDIRETTO DI NETWORK: né gli
utilizzatori né i sviluppatori sarebbero
interessati a comprare e collaborare con
Play se l’altro gruppo non fosse interessato: più utilizzatori interessati alla Play più aumentano la domanda
di nuovi giochi e questo fa si che ci sia bisogno di più sviluppatori e viceversa
 QUESTA E’ LA CARATTERISTICA CRUCIALE DEI MERCATI 2 SIDED
 Se dal lato della domanda vi è una crescita delle persone interessate alla Play oppure più domanda di
videogiochi fa si che sull’altro versante del mercato vi siano più sviluppatori che portano nuove idee. Ciò
impatta sulla domanda di lavoro di sviluppatori e vale anche il viceversa. Se gli sviluppatori offrono idee
nuove questo rende la Play molto appetibile a nuovi consumatori. Questa è una esternalità positiva.
Le piattaforme online gestiscono ormai molti settori: turismo, trasporti, vendita al dettaglio considerati
mercati two-sided

Tanto più la piattaforma è usata tanto più i venditori vogliono mettere i loro prodotti su questa
piattaforma perché sono coscenti dell’alta domanda

Altri esempi di mercati 2-sided:


1) centri commerciali: piattaforma – attirano i venditori (negozi) – attirano i consumatori. (2 gruppi)
2) siti di incontri (dating): attirano uomini e donne (2 gruppi di agenti)

APPROCCIO POSITIVO AI MERCATI 2-SIDED


- come funzionano
- come le piattaforme fissano i prezzi

le grandi piattaforme online (Amazon, Google…) sfruttano come primi entranti gli effetti diretti di
network che creano barriere all’entrata.
 acquisiscono un’alta notorietà difficile da battere
 queste piattaforme offrono servizi utili, ma è possibile che sfruttino la loro posizione dominante per
ridurre artificialmente la concorrenza.

EFFETTI DIRETTI DI NETWORK (interessano solo 1 side del mercato=vantaggio competitivo che si
alimenta da solo)
- SI HA QUANDO UN CONSUMATORE DA UN VALORE SEMPRE MAGGIORE AD UN
BENE/ SERVIZIO QUANTO E’ PIU’ GRANDE LA QUANTITA’ DI PERSONE CHE USANO
QUEL STESSO PRODOTTO
Es: più persone hanno un cellulare maggiore è l’utilità che io posso trarre da possederne uno perché posso
chiamare molte persone.
 un consumatore da valore crescente ad un prodotto maggiore è la quantità di persone che usa quel
prodotto
Anche i social network hanno la stessa caratteristica: FB, WTS; Twitter hanno un valore crescente per
ciascun utente al crescere degli utenti che li usano. Il valore del network cresce in valore quante più persone
lo utilizzano

In questi mercati ci sono effetti di network sia diretti che indiretti. Ciò crea BARRIERE
ALL’ENTRATA: nuove imprese fanno fatica ad entrare in questi mercati perché sono costrette a creare un
network da zero ed è difficile convincere le persone a mollarne uno che è già popolare

Cosa definisce un mercato two-sided rispetto un mercato one-sided


La differenza tra un mercato standard (one-sided: es supermercato) con un intermediario tra compratori e
venditori e un mercato two-sided è la presenza di esternalità (o effetti indiretti di network) tra i due
gruppi agenti. Il fatto che un mercato sia 1S o 2S non è una caratteristica strettamente strutturale

Es: un contadino (venditore) vende verdura a un supermercato. Il supermercato paga un prezzo all’ingrosso
che generalmente NON dipende da quanta verdura il supermercato è in grado di vendere ai suoi clienti
(compratori). Il contadino intasca il suo denaro e NON è interessato ai consumatori finali e alla quantità che
il supermercato riuscirà a vendere. (non esiste una esternalità dai consumatori all’agricoltore)

Aspetto cruciale il contadino NON è pagato in base al successo della piattaforma (supermercato)
Se invece sanciscono un contratto nel quale il contadino è pagato di più qualora il supermercato riesca a
vendere più verdura questo è un mercato 2S con compratori che producono un’esternalità positiva sui
venditori (contadino)

QUESTO ESEMPIO MOSTRA COME LO STESSO MERCATO PUO’ ESSERE 1S O 2S A SECONDA


DEL TIPO DI CONTRATTO O STRATEGIA ADOTTATA DALLA PIATTAFORMA

Essere 1S o 2S dipende dalle decisioni della piattaforma e non da aspetti fisici, strutturali o tecnologici

Es: Amazon  ha sia strategie 1S che 2S: per alcuni prodotti (libri) Amazon compra all’ingrosso e vende
al dettaglio (one-sided senza esternalità  lettori da un lato e scrittori dall’altro). Invece per altri prodotti fa
solo da intermediario: Amazon offre un portale web per i venditori che vendono i loro prodotti al dettaglio
ai compratori (two-sided: con esternalità). !! Amazon vende anche i prodotti propri sfruttando tutte le
strategie e gli insights della sua piattaforma per sopraelevare i suoi prodotti = perversione concorrenziale

EFFETTI DIRETTI ED INDIRETTI DI NETWORK


In alcuni mercati digitali abbiamo sia effetti diretti che indiretti. Quando sono presenti entrambi vi sono serie
sfide per chi regola la concorrenza. Alpha e Beta.

- I lavori sugli effetti diretti di network si concentrano su cosa inizialmente attira gli utenti a
utilizzare un network e quale è la dimensione ottimale di un network (es: quale è il n° ideale degli
utenti di WTS?)
- I lavori sugli effetti diretti di network e sui mercati two-sided si concentrano più sulle strategie
adottate dalle piattaforme in particolare le scelte di PRICING
NOTA
esternalità di rete: un prodotto o tecnologia esibisce esternalità (o effetti) di rete quando
per il singolo acquirente il valore del prodotto dipende dal numero di utenti che ne fanno
uso. Tipico esempio è quello legato all’utilizzo del fax. Se fossimo gli unici possessori di un fax
potremmo utilizzarlo ben poco, ma esso diventa tanto più utile quanto maggiore è il numero

Effetti Diretti: si hanno quando il numero di utenti che utilizza il bene influisce sull’utilità
dell’individuo per il fatto che l’utente può interagire con più persone. (il telefono/l’e-mail)
Effetti Indiretti: si hanno quando l’utilità dell’utente dipende dalla maggiore attenzione che il
proprio prodotto riceve, se diffuso estensivamente, da parte delle aziende produttrici di beni
complementari, di contenuti, di aggiornamenti. Esempio tipico è quello del mercato dei pc: se
più consumatori utilizzano lo stesso tipo di hardware, i produttori di software tenderanno a
produrre una più ampia varietà compatibile con quel dato hardware.

Altro punto da evidenziare è che le economie di rete possono causare forti barriere


all’entrata in un mercato, poiché l’impresa entrante dovrebbe fare i conti con quelli che si
chiamano switching costs (i costi del passaggio da una tecnologia all’altra) che l’intera rete di
utenti dovrebbe affrontare per passare ad una nuova tecnologia.

PRICING NEI MERCATI TWO-SIDED


Come si fanno i prezzi nei mercati 2sided:
es: consideriamo una piattaforma monopolistica che connette compratori e venditori
- L’utilità di ciascun venditore se fa parte della piattaforma è
Us=rs+ alphaNb−ms
S=seller
ms= quota di partecipazione (positiva o nulla) es: per American Express si paga una quota annuale come
compratore
Nb= numero di compratori
Ns= numero di venditori
- L’utilità di ciascun compratore se fa parte della piattaforma
Ub=rb +bethaNs−mb

- Ri,i=S,B è l’utilità stand-alone = utilità di poter accedere al servizio della piattaforma che non
dipende dalla dimensione del network, la qualità del servizio invece dipende dalla dimensione.
Questa utilità è tra 0 e 1
- Mi è il prezzo unitario per entrare nella piattaforma
- Ni= numero di agenti in un side
- Alpha e beta sono parametri che misurano l’importanza delle esternalità (effetti indiretti di
network)
- Se Alpha e beta sono positivi, più agenti nell’altro side del mercato accrescono l’utilità di entrare
nella piattaforma
- RS= utilità per il venditore solo per il fatto di far parte della piattaforma (tra 0 e 1) (non tutti i
venditori hanno la stessa)
- RB= utilità per il compratore solo per il fatto di far parte della piattaforma
- Mi = prezzo per accedere alla piattaforma (il modello si adatta a quelli senza transazione)

MERCATI TWO-SIDED CON TRANSAZIONE O SENZA TRANSAZIONE

- Senza transazione: la piattaforma NON fissa il prezzo per transazione MA SOLO PER ACCESSO
ALLA PIATTAFORMA. ES: Aranzulla non sa se un utente (compratore) che vede una pubblicità
(venditore) sul sito poi comprerà il prodotto. Non osserva se c’è una transazione tra le 2 sides.
- Con transazione: fissa il prezzo per transazione es: blablacar la piattaforma osserva la
transazione, ovvero quando un conducente da un passaggio a un passeggero. Per questo la
piattaforma può fissare 2 prezzi
1. Per accedere alla piattaforma (quota fissa di iscrizione) = spesso gratuita come in blablacar
2. Percentuale per ogni transazione che si verifica = in blablacar i passeggeri pagano una % al sito

Es= American Express è un mercato 2S con transazione= carica il prezzo al commerciante non al
consumatore

Per calcolare la domanda di chi vuole entrare nella piattaforma dobbiamo vedere l’utilità, la quale se non
negativa porta all’entrata nella piattaforma. Entrare ha un prezzo.
Proporzione di venditori e compratori che vogliono entrare nella piattaforma

Il valore Rs/b bar identifica il venditore (o compratore) indifferente tra l’entrare nella piattaforma o il non
entrare. Tutti i venditori che hanno rs> di rs bar, scelgono di entrare perché la loro utilità non è negativa. Se
minore non entrano. L’utilità cresce al crescere di r.
All’aumentare di Nb = ci sarà sempre più gente che entra nel mercato, attratta dalla popolarità della
piattaforma

La proporzione di venditori che entrano nella piattaforma è

La proporzione di compratori è

Ns dipende da Nb, e Nb da Ns
Per ottenere i valori di equilibrio, dobbiamo risolvere il seguente sistema rispetto a NS e NB come fossero
funzioni di risposta ottima in Cournot

La proporzione di venditori che vuole entrare nella piattaforma è maggiore tanti più compratori vi
sono dall’altra parte stessa cosa al contrario

QUOTA DI CHI E’ DISPOSTO AD ENTRARE

Effetti indiretti
PRIMO:
- La domanda si riduce quando il prezzo aumenta
- Ni scende quando Mi (prezzo per accedere alla piattaforma) sale. E anche quando l’altro prezzo
sale Ni scende quando m-i sale, a patto che Alpha e beta siano maggiori uguali a 0
- Per i venditori Ms, il prezzo per accedere alla piattaforma, ha un segno meno davanti =
all’aumentare del prezzo, i venditori che entrano diminuiscono
SECONDO:
- Quando MB cresce, meno compratori vorranno utilizzare la piattaforma = venditori meno interessati
perché la loro utilità si riduce
- La quota di seller che vuole entrare nel mercato è influenzata negativamente dal prezzo
caricato ai buyer
- Meno seller = meno buyer
- Questo effetto è dovuto alla natura 2S del mercato ovvero alla presenza di esternalità

MASSIMIZZARE IL PROFITTO
La funzione di profitto è data da
Dove C è tra 0 e 1 costo sostenuto dalla piattaforma per gestire (server)
Abbiamo gains from trade quando C è minore di 1 perché l’utilità è al più 1

Condizioni che ti assicura il prezzo ottimo sui compratori e sui venditori

Lezione 13- PREZZI OTTIMI


Il monopolio è più comune nei
mercati digitali.
C = costo che la piattaforma
sostiene per servire ogni
venditore e compratore aumentano al numero crescente di utenti  gestione server, o più dipendenti per
le spedizioni
Alpha e beta = parametri che catturano l’esternalità = l’effetti indiretti di network (aspetto cruciale dei
mercati 2-sided)
- Alpha: funzione utilità del venditore = Alfa esternalità prodotta dai compratori sui venditori
- Beta: funzione utilità del compratore= esternalità prodotta dai venditori sui compratori
-
Se sono positivi =
- Alpha cattura quanto un venditore beneficia alla presenza crescente di compratori sulla piattaforma
(Nb: numero dei compratori)
- Beta cattura quanto ciascun compratore beneficia da un numero crescente di venditori sull’altro lato
del mercato

Tre caratteristiche della scelta di prezzo da parte di una piattaforma monopolistica in un mercato two-
sided
1) M*s+M*b = 1+c  il prezzo totale fissato dalla piattaforma è fisso (non dipende ne da Alpha ne da
beta). Più alto è il prezzo per un side del mercato più basso è per l’altro side
 una volta che in un mercato specifico è segnato c dopo il numero è fisso.
 Al crescere del prezzo fissato su un lato del mercato, minore sarà sull’altro lato, perché il prezzo
complessivo è sempre uguale. Relazione inversa tra i prezzi.
Esempio:
- Se Alpha (esternalità positiva in questo caso) cresce l’effetto sui prezzi = il prezzo sui compratori si
ridurrà mentre quello sui venditori aumenterà. Quando Alpha sale, i venditori sono più felici di
avere compratori nell’altro side del mercato = aumenta l’effetto positivo per i compratori
- La piattaforma sceglie di ridurre il prezzo per i compratori per attirarne di più
- Questo aumenta l’utilità dei venditori (Alpha N b cresce) e quindi la loro willingness to pay per
l’utilizzo della piattaforma sale = questo permette di fissare un prezzo maggiore per i venditori

2) In assenza di effetti indiretti di network, ossia quando Alpha=beta=0, i prezzi fissati dalla
piattaforma sono gli stessi per venditori e compratori

Questo è il caso standard in cui il mercato è one-sided


Mark-up: Le differenze tra prezzi e costi sostenuti dalla piattaforma

Quando il Mark-up è positivo l’impresa ha più potere di mercato e quindi fissa un prezzo maggiore
In un mercato one-sided, il prezzo che massimizza il profitto fissato per compratori e venditori è
maggiore del costo marginale (=questa è la tipica strategia di prezzo di un monopolista)
I mark-up dipendono dal costo e non dalle esternalità. I mark-up sono definiti solo in termini del
costo marginale.

3) Quando ci sono effetti indiretti di network, ovvero Alpha/Beta diverse da 0, il mercato è


effettivamente two-sided: LA SIDE CHE CREA MAGGIORI ESTERNALITA’ PAGA UN
PREZZO MINORE
Es: supponiamo che Alpha (compratori) sia maggiore di beta  i compratori creano maggiori esternalità
rispetto ai compratori:
- I venditori sono felici di avere tanti compratori (es: tanti vedono le pubblicità sul sito)
- i compratori sono “meno” felici di avere tanti venditori (es: avere tanta pubblicità sul sito è scomodo)
- i venditori pagano più dei consumatori qualora Alpha sia maggiore di beta

Es: Alpha=1+c e beta=0


I compratori creano alte esternalità positive ai venditori, mentrei i venditori non creano alcuna esternalità ai
compratori:
- i venditori sono molto felici di avere tanti compratori dall’altro lato
- i compratori non badano proprio ai venditori nell’altro side
 Mb = è uguale a 0  quindi di compratori ricevono il servizio gratuitamente. Questo perché non solo
Alpha è maggiore di beta ma beta è uguale a 0. Nel sito di Aranzulla l’utente non ha utilità ne negativa ne
positiva dalla pubblicità che vede nel sito. I venditori traggono estremo beneficio mentre i compratori non
hanno interesse

Strategia di pricing: I venditori pagano un prezzo relativamente alto che permette alla piattaforma di essere
gratuita

PRICING:
A) Nei mercati one-sided: il prezzo fissato dal monopolista scende quando l’elasticità della domanda è
alta, ma mai sotto il costo marginale
B) Nei mercati two-sided, la sensibilità del prezzo all’elasticità può essere maggiore situazione in
cui il prezzo può scendere sotto il costo marginale ed avere mark-up negativo:
 Una piattaforma può fissare un prezzo inferiore al costo marginale, un prezzo nullo, o
negativo per una side se gli agenti in questo side hanno una forte elasticità/ bassa willingness to
pay (come beta=0 nel sito di Aranzulla) e la loro partecipazione attrae molti venditori che invece
sono meno sensibili al prezzo
 Se nel sito di Aranzulla tutti i compratori bloccassero la pubblicità con Adblock, la pubblicità
venduta non raggiugerebbe nessuno  eliminare gli effetti indiretti di network per i
venditori, Alpha si azzera (non vi sono più esternalità positive create dai compratori sui
venditori)
 In questo caso, il mercato diventa one-sided. Il sito dovrebbe essere a pagamento. Per questo
impone la pubblicità, per mantenere Alpha sopra lo zero
PRICING STRATEGY 1 : SERVIZIO GRATUITO PER I CONSUMATORI, PER AVERNE TANTI,
PER ATTIRARE MOLTI VENDITORI

PRICING STRATEGY 2: Alcune piattaforme seguono una strategia diversa e pongono un prezzo
maggiore per i consumatori come per blabla car. Su questo sito l’accesso è gratuito per tutti ma il prezzo di
transizione lo pagano solo i consumatori.
 questa politica è usata perché BETA MAGGIORE DI ALPHA
- I compratori (passeggeri) sono felici di avere tanti venditori (tanti passaggi)
- I conducenti sono meno felici di avere tanti passeggeri (non gli interessa se sono molti)
- Per evitare la congestione del servizio

Il pricing per un side del mercato dipende da:


- Non solo dalla domanda e dai costi che riguardano gli agenti in questa side
- Ma anche da come la loro partecipazione al servizio della piattaforma influisce sulla partecipazione
dall’altra, ossia dagli effetti indiretti di network  novità dei two-sided

CONCORRENZA TRA PIATTAFORME. Fino ad ora abbiamo considerato monopolio (maggior parte
per il servizio unico offerto) , ma quale è l’effetto della concorrenza sulle scelte pricing in un mercato
two-sided?

ES: consideriamo 2 piattaforme concorrenti A e B (Uber e Lyft)


- Come nel caso monopolistico, il prezzo fissato per i compratori dipende dalla loro domanda, il costo
e il mark-up dei venditori
- Se la piattaforma A abbassa il prezzo per i compratori ne attrae di nuovi e attrae compratori della
piattaforma B (come nel mercato 1S)
- (Uber meno attraente per i compratori dato che costa di più ma anche per i venditori perché Uber
contiene meno compratori ora)
- Questo riduce il valore di B, i venditori sono meno interessati perché contiene meno compratori
- Più interesse per A
- IN UN MERCATO 2S RIDURRE IL PREZZO PER I COMPRATORI, ATTIRA NON SOLO
NUOVI COMPRATORI MA ANCHE NUOVI VENDITORI
- Ridurre i prezzi pare particolarmente appealing quando c’è concorrenza in un mercato 2S

Per questi motivi le autorità antitrust non si preoccupano molto dei mercati 2S. Solo quelle monopolistiche
sono preoccupanti

ANTITRUST NEI MERCATI 2-SIDED (non vi sono molti casi)


Caso: mercato delle carte di credito Ohio vs. American Express (2018)
- Accusa: Dipartimento di giustizia degli US
- Difesa: Visa, MasterCard e American Express
Questo caso è stato uno tra i primi dei mercati 2S, dunque prende spunto da nuove conoscenze economiche
nella definizione del mercato rilevante e nella stima della perdita di efficienza allocativa

CARTE DI CREDITO: Sono mercati 2S perché:


1) la piattaforma è il network di pagamento (Visa, MasterCard)
2) 2 gruppi di agenti:
a) Compratori o clienti
b) Venditori o negozianti (chi mi vende nel negozio che ha il POS)
Esternalità: effetti indiretti di network: una carta di credito di successo ha bisogno sia di molti compratori
che molti venditori che l’accettino. Sia compratori che venditori danno valore alla partecipazione dell’altro
side.
- Utilità compratore: dipende dal numero di venditori che accettano la sua carta
- Utilità venditore: preferiscono una specifica carta se molti compratori la preferiscono rispetto a altre
o altri sistemi di pagamento

L’impresa più coinvolta in questo caso giuridico fu AmEx, la quale utilizza un modello di business
closed-loop:
- Il compratore paga una quota di adesione annuale ad AmEx e poi può acquistare i prodotti usando
la carta
- I venditori ricevono il denaro sui prodotti e AmEx si tiene una quota percentuale su ciascuna
transazione
Pratica anti competitiva messa in opera da Visa, MasterCard e AmEx = impedire ai venditori di
suggerire ai clienti quale carta usare  regole di non discriminazione (restrizioni verticali per impedire
ai venditori di influenzare i consumatori)

AmEx impediva ai venditori di:


- Dissuadere i clienti dall’utilizzo di carte AmEx
- Imporre qualsiasi restrizione, condizione, svantaggio o tassa sulle carte Amex
- Promuovere carte che non fossero AmEx
- Il venditore deve mostrare neutralità
Visa e MasterCard accettarono di rimuovere queste regole di non discriminazione mentre AmEx no e
proseguì con il procedimento legale.

Sono definite restrizioni verticali perché non riguardano direttamente piattaforme concorrenti ma riguardano
una piattaforma specifica e i venditori che utilizzano quella carta, non i competitors quindi l’effetto non è
diretto ma indiretto si
 non di prezzo perché l’accordo non riguarda i prezzi pagati dai venditori (ossia la quota % su ogni
transazione bensì aspetti comportamentali
 Queste NDR: non-disrimination rules = riducono la concorrenza tra le piattaforme
 perché le NDR sono simili alla pratica di ripartizione della clientela
 ogni piattaforma ha meno incentivi a ridurre i prezzi fissati per i venditori con lo scopo di sottrarne alle
piattaforme rivali
Prezzi fissati per i venditori risultano artificialmente alti  Erano d’accordo di non rubarsi i clienti a
vicenda
 UN CASO DI COLLUSIONE = apparentemente è verticale ma poi l’effetto potenziale è di ridurre la
concorrenza in maniera artificiale

Nel 2015, il tribunale concluse che le NDR erano una irragionevole restrizione del commercio, che
violava lo Sherman Act  significativa riduzione del surplus dei venditori
ASPETTO CRUCIALE: Il tribunale individuò come mercato rilevante dal punto di vista del prodotto quello
del servizio delle carte di credito dei venditori.

Il fatto che AmEx ricopre una quota rilevante = danno significativo al surplus dei negozianti.
Il tribunale osserva come in questo mercato vi è una segmentazione (mercato oligopolistico).
 FORTI BARRIERE all’entrata per via di effetti diretti di network
 I consumatori sono fedeli alla loro carta di credito  i venditori hanno domanda poco elastica
perché i consumatori vogliono usare AmEx

ATTENZIONE: abbiamo una peculiarità dei mercati 2S: ci sono 2 side con due domande diverse ma
connesse tra loro, quella dei venditori e die compratori. Il comportamento dei compratori determina
l’elasticità della domanda del servizio di carta di credito AmEx da parte dei venditori, anche se venditori e
compratori pagano 2 prezzi diversi.
Compratori= quota annuale
Venditori= prezzo per transizione
I compratori sono indifferenti al prezzo per transizione e fanno acquisti anche di 1 euro con la carta
 compratore “costringe” il negoziante ad accettare questo prezzo per transazione relativamente alto
I venditori non possono avere un’elasticità alta.

Nel 2016 il tribunale decise che si era sbagliato a definire il mercato rilevante, il quale è più ampio, include
entrambe le side del mercato, compratori e venditori
 maggiore è il prezzo fissato per un side (prezzo per venditori) minore è quello per l’altra (compr.)
i compratori possono godere di un aumento del surplus, mentre i venditori ci perdono. I venditori però
guadagnano quando i compratori acquistano da loro tramite AmEx

Quindi, le pratiche anticoncorrenziali hanno aumentato artificialmente il prezzo per un side ma ridotto per
l’altro side. AmEx può ridurre la quota annuale per i compratori  più compratori sulla loro
piattaforma = più valore per i venditori (vengono “ricompensati”)

 riduzione del surplus dei venditori e un aumento del surplus dei compratori = effetto benefico anche
per venditori
NUOVO MERCATO RILEVANTE: In questo mercato rilevante, non c’è evidenza che le NDR abbiano
peggiorato il surplus dei clienti AmEx in entrambe i side del mercato
Non c’è evidenza di una perdita di surplus netto

Quindi, in questo mercato le esternalità tra le 2 side sono particolarmente forti (Alpha e beta sono
significatamene positive)
Ogni transazione coinvolge entrambi i sides  no peggioramento surplus  no violazione Sherman Act

 In un mercato con transazione, il mercato rilevante deve sempre considerare le 2 side. Non si possono
dedurre effetti anticoncorrenziali da un incremento di prezzo per solo una side Se il mercato rilevante
coinvolgesse solo 1 parte del mercato la perdita di surplus è più probabile.
 i compratori godono di una minore esternalità o effetto indiretto di network (Alpha maggiore di
beta)

Le leggi antitrust si devono preoccupare del surplus complessivo o di quello dei consumatori. Tutto il
processo in tribunale si concentra sul definire il mercato rilevante, che non è un compito banale.
Vi sono 2 posizioni:
1) Ciascun side fa parte di un mercato separato
2) Le interrelazioni tra le 2 sides sono strutturali nel. Mercato delle carte di credito. Tutte le side sono
parte dello stesso mercato rilevante.
!! A seconda di quale posizione prevale, la stessa condotta di una piattaforma può essere considerata più
anticoncorrenziale oppure meno

Nella seconda posizione abbiamo una prospettiva di mercati integrati: non è possibile stimare l’impatto
anticoncorrenziale di una pratica (come le NDR) nei mercati multi-sided senza valutare i suoi effetti su tutte
le sides della piattaforma

Il focus dell’analisi antitrust dovrebbe essere sul numero di transazioni invece che sui prezzi  bisogna
capire se il n° di transazioni dopo questa pratica anticoncorrenziale aumenta o diminuisce
 Se si riduce il n° di transazioni = segnale di perdita di efficienza allocativa
 Un volume di transazioni in aumento riflette un maggior uso della piattaforma = aumento del
surplus complessivo o dei consumatori
 Se c’è transazione = c’è gains from trade

PER TUTTI I MERCATI TWO-SIDED CON TRANSAZIONE IL MERCATO RILEVANTE DEVE


NECESSARIAMENTE CONTENERE ENTRAMBE LE DIE DEL MERCATO, DATO CHE OGNI
TRANSAZIONE COINVOLGE SEMPRE SIA COMPRATORE CHE VENDITORE.
- Per valutare l’effetto di una pratica anticoncorrenziale che riguarda 1 side è utile guardare a come il
volume delle transizioni varia in seguito all’introduzione della pratica sotto analisi
- Se non scende probabilmente non ci sono effetti anticoncorrenziali

PER TUTTI I MERCATI TWO-SIDED SENZA TRANSAZIONE E’ CRUCIALE STIMARE


L’IMPORTANZA DELLE ESTERNALITA’ PER DEFINIRE IL MERCATO RILEVANTE
- Se sono positive e significative il mercato rilevante include entrambe le side
- Se sono poco significative il mercato rilevante può non includerle entrambe (come quando per i
compratori beta=0)
- Gli utenti non devono essere considerati da AA che vuole valutare la perdita di efficienza allocativa
dovuta all’aumento di prezzo per inserzionisti

DOMANDA 3- MERCATO RILEVANTE


Lavorate presso un'autorità antitrust. Due imprese che producono un bene simile, l'impresa A e l'impresa B, decidono
di fondersi. Il vostro compito è quello di valutare i potenziali effetti unilaterali di questa fusione. (decidi se è
pericolosa) Avete accesso alle seguenti informazioni. (i) Un prodotto simile è prodotto anche dalle imprese C, D, ed E
- che sono situate nello stesso paese delle imprese A e B, diciamo il paese 1 - e dalle imprese F e G - che sono invece
situate in un paese straniero, diciamo il paese 2. (ii) L'elasticità della domanda (in valori assoluti) per il prodotto A
(= il prodotto fornito dall'impresa A) è 0,8 e quella del prodotto B è 2. (iii) Il rapporto di deviazione dall'impresa B
all'impresa A è del 90% se l'impresa G non è inclusa, ma scende al 40% se l'impresa G è inclusa. (iv) Si stima che i
costi per spedire i beni prodotti da queste imprese all'estero siano bassi rispetto al valore dei beni.
a) Sulla base delle informazioni di cui sopra, quali prodotti appartengono al mercato rilevante in cui opera l'impresa
A? b) Quali sono i principali concorrenti dell'impresa B ?c) Quali aree geografiche appartengono al mercato
rilevante in cui operano le imprese A e B: solo il paese di origine 1 o anche il paese estero 2? Spiegate brevemente le
vostre risposte.
Per rispondere a queste domande dobbiamo ragionare, e aver capito a fondo.
a) L’impresa A ha una elasticità inferiore a 1 (0,8) quindi essa fa si che venga definito il suo mercato
rilevante dal punto di vista del prodotto. Il prodotto dell’impresa A è l’unico appartenente al mercato
rilevante dell’impresa A. Essa ha potere di mercato e il suo prodotto è percepito come abbastanza
unico per i consumatori. Può aumentare il prezzo tanto la sua elasticità è bassa.
b) Il mercato rilevante va definito impresa per impresa. L’impresa B ha una domanda elastica quindi
non ha molto potere di mercato e quindi subisce concorrenza in questo mercato.
Il coefficiente di dirottamento ci dice che l’impresa B se aumenta il prezzo perde molti consumatori
che vanno al 50% all’impresa G (se considerata) 40% all’impresa A mentre il resto dalle altre.
Impresa A e G sono i più grandi competitors!
c) Anche l’area geografica è importante. Se i costi di trasporto sono bassi tra 2 aree geografiche è
probabile che ci possa essere import e export = se l’impresa A e B si fondono i consumatori
insoddisfatti essi si possono rivolgere a G che é una impresa straniera con costi di trasporto bassi e
quindi è disposta a commercializzare nel paese 1. Anche il paese 2 fa parte del mercato rilevante dato
che ha costi di trasporto bassi.
a) L'impresa A ha un maggiore incentivo ad aumentare i prezzi dopo la fusione? E l'impresa B? Nel
complesso, permettereste la fusione tra l'impresa A e l'impresa B, la blocchereste o sareste incerti?
Discutete brevemente le vostre risposte.
Non particolarmente dato che l’impresa A già prima aveva un buon potere di mercato e il fatto di unirsi con
B non comporta particolari differenze per l’impresa A. l’impresa B invece ha un incentivo più alto di
aumentare i prezzi perché dalla fusione acquisisce potere di mercato. Quando era sola B aveva un’elasticità
molto alta e quindi non poteva aumentare il prezzo rispetto al livello corrente.
Prima della fusione B se avesse aumentato il prezzo avrebbe perso clienti che andavano da A o G. Se dopo
la fusione quindi B perde 100 clienti ma 40 di essi vanno all’Impresa A i profitti che B perde li recupera A
 quindi tutto resta internalizzato'. 
Per l’impresa A è invece indifferente.
L’AA riguardo alla autorizzazione di una fusione considera:
- Effetti unilaterali= negativo
- Guadagni d’efficienza = positivo
- Effetti pro-collusivi = negativo
Non avendo nessuna informazione sui guadagni d’efficienza è difficile valutare la fusione. Gli effetti pro-
collusivi anche non sono chiarissimi, mentre gli effetti unilaterali vi sono per l’impresa B mentre quella A
non ha incrementi del potere di mercato.
Se l’impresa B aumenta il prezzo dopo la fusione perde solo 60 clienti anziché 100, ma rimane l’impresa G
come forte competitor di A+B fuse. Però gli effetti unilaterali non sono così alti= A non cambia B di poco
Sono incerto perché non conosco i guadagni d’efficienza però tendo più verso il si dato che gli effetti
unilaterali non sono alti.2 domande su più domande a scelta con 30 minuti a domanda. Essendo domande
che richiedono ragionamento è molto improbabile che 2 studenti scrivano le stesse cose. Quindi copia
incolla non va bene.

Lezione 14 – ASIMMETRIE INFORMATIVE e MICROCREDITO


Argomenti:
- Asimmetrie informative
- Modello principale-agente
- Moral hazard, selezione avversa/ screening/ signaling
Economia dell’informazione: studia situazioni economiche in cui gli individui coinvolti hanno
informazione diversa, asimmetrica: quando qualcuno sa di più di qualcun altro su aspetti rilevanti
della situazione economica in oggetto
La branca della microeconomia che studia le asimmetrie informative si chiama economia dell’informazione
o teoria dei contratti
Es: mercato delle auto usate:
1) I compratori fanno fatica a capire la qualità delle auto
2) I venditori sanno bene la qualità dell’auto
PROBLEMI ASIMMETRIE INFORMATIVE:
A) Le asimmetrie informative hanno un impatto negativo sull’efficienza allocativa
Quando si fanno acquisti importanti (es:casa) vi è bisogno di esperti per ridurre le asimmetrie info (es:
geometra) .
B) Le asimmetrie portano a fallimenti del mercato in cui non vengono sfruttati appieno i gains from
trade

Per ridurre l’asimmetria informativa


 mi rivolgo ad esperti. Gli agenti meno informati cercano di ridurre l’ignoranza
 sancire contratti per prevenire comportamenti opportunistici e ottenere/rilevare info utili
 garantire una garanzia (es: sull’auto) 
Queste attività sono interventi privati per migliorare il funzionamento del mercato e aumentare
l’efficienza allocativa. Le AA contribuiscono alla rivelazione di info o pongono leggi sugli standard di
qualità minima

ES: un dipendente non monitorato è pigro  mancanza di incentivi: servono contratti di lavoro incentivanti
o il monitoraggio

Esempio di contratto per ottenere informazioni


assicurazioni RC (responsabilità civile) auto: spesso le compagnie propongono due contratti tra cui il
cliente può scegliere:
1) Contratto che copre tutti i danni
2) Contratto che copre i danni solo sopra un certo ammontare  meno caro

Le compagnie tramite la scelta che fa il cliente capiscono che tipo di guidatore hanno davanti:
1) Guidatore poco prudente sceglie il primo contratto
2) Guidatore prudente sceglie il secondo contratto
L’informazione nascosta è lo stile di guida del cliente, quindi le asimmetrie modellano gli aspetti contrattuali
= ASIMMETRIA INFORMATIVA
QUESTA FORMA DI SCOPERTA DELL’INFORMAZIONE E’ CHIAMATA SCREENING

Modello Principale – Agente: usato per studiare situazioni economiche caratterizzate da asimmetrie
informative. Il modello si basa su relazione contrattuale bilaterale
1) Principale: l’assicuratore/ datore di lavoro  prepara il contratto ma ha meno info
Prepara un set di contratti offerti all’agente (salario). Il principale ha potere contrattuale
2) Agente: guidatore/ dipendente  accetta o rifiuta l’offerta del principale
L’agente accetta il contratto se questo gli garantisce un’utilità superiore a quello che otterrebbe
da proposte alternative, altrimenti rifiuta (es: salario superiore a quanto potrebbe ottenere facendo
un altro lavoro). L’agente realizza un’azione a beneficio del principale (es: lavora per lui)

CONFLITTO D’INTERESSI TRA PRINCIPALE E AGENTE= causa il problema dell’asimmetria


ES: lo stipendio
A) è un costo per il principale
B) è un guadagno per l’agente
L’asimmetria informativa cattura la tensione del conflitto di interessi
C’è interazione strategica tra principale ed agente: perché l’utilità dell’agente dipende dal salario
proposto dal principale, infatti le asimmetrie informative si basano sulla teoria dei giochi
L’azione che l’agente svolge = se ci mette + impegno = guadagno maggiore per il principale costo maggiore
per l’agente

CONTRATTI: promessa credibile di entrambe le parti in cui gli obblighi di ciascuna parte sono
specificati
 aspetto CRUCIALE: i termini di un contratto si devono basare su eventi verificabili: ovvero che può
essere verificato da un tribunale. Ciascuna parte può presentarsi a un tribunale mostrando la prova di una
violazione del contratto e cos’ chiedere che il contratto sia rispettato

Es: il contratto di lavoro contiene un meccanismo di pagamento specifico che il principale propone
all’agente. Le parti si obbligano per iscritto a rispettarlo pagamento e mansione. Tutti gli aspetti del
contratto si devono basare su eventi verificabili.
Es: se nel contratto dico che ti do 100 euro in più se ti impegni, come può una terza parte verificare ciò?
L’impegno non è verificabile! Se voglio dare dei bonus ai miei dipendenti per incentivarli devo basarli su
qualcosa di concreto es: n° di vendite  ciò è verificabile da un tribunale

3 MODELLI PRINCIPALE- AGENTE per le asimmetrie informative:


1) moral hazard (azione nascosta)
2) selezione avversa / screening (informazione nascosta)
3) selezione avversa/ signalling (informazione nascosta)

1. MORAL HAZARD:
 è una forma di asimmetrie informativa post-contrattuale
 l’azione dell’agente, portata a compimento dopo che la relazione contrattuale inizia, non è
verificabile (comportamento opportunistico)
 TIMING:
1. Principale disegna contratto
2. Agente accetta o rifiuta
3. Se agente accetta realizza un’azione non verificabile
4. Natura determina lo stato del mondo = si realizza una variabile aleatoria
5. Risultati e remunerazione

ES MORAL HAZARD:
- Il contratto sta nell’assunzione del lavoratore e svolge questa funzione nascosta, l’impegno che ci
mette e ha un impatto sui profitti del principale
- Es: venditore porta a porta non è monitorato dal datore/ in università non vi èil datore che osservava i
docenti

2. SCREENING/ selezione avversa/ informazione nascosta


 Forma di asimmetria informativa pre-contrattuale
 L’agente dispone di informazione privata rilevante per la transazione prima che inizi la relazione
contrattuale
 Es: responsabilità solidale ti permette di distinguere tra rischiosi e sicuri
 TIMING
1. Natura sceglie il tipo di agente che è a conoscenza solo di A
2. Principale disegna il contratto
3. Agente accetta o rifiuta
4. Se l’agente accetta A realizza un’azione non verificabile
5. N determina lo stato del mondo = si realizza una variabile aleatoria
6. Risultati e remunerazione

ES SCREENING:
- Assicurazione auto: assicuratore (P) e cliente (A) prudente o spericolato L’informazione privata: il
cliente può essere prudente o spericolato
- Prestito bancario: banca (P) e imprenditore (abile o meno) A
3. SIGNALING/ SELEZIONE AVVERSA
 Forma di asimmetria informativa pre-contrattuale
 l’agente dispone di informazione privata prima che inizi la relazione contrattuale, ma può inviare
un segnale al principale che lo osserva prima di preparare il contratto
 TIMING:
1. N natura sceglie il tipo di A che solo A osserva
2. A invia un segnale

ES SIGNALING:
- Impresa (P) e potenziale dipendente (A) che presenta il suo CV per segnalare la sua abilità (non
verificabile)
- Venditore di auto usate offre una garanzia sulle auto per segnalare la loro qualità  qui il conflitto di
interessi sta nel prezzo e nel modo in cui il prezzo influenza l’utilità delle parti. Influenza in modo
positivo l’utilità del venditore e in modo negativo quella del compratore

Lezione 15
Argomenti:
1. Moral hazard e politica economica Covid-19
2. Il modello di moral hazard: il caso del minatore
3. Contratti incentivanti per mitigare il MH
4. Monitoraggio per mitigare il MH
5. Vecchi esami

Il moral hazard modella le politiche economiche e gli effetti di esse. Gli economisti avevano una visione
condivisa sulle misure di politica economica da adottare in seguito allo shock dovuto al Covid19
 gran parte delle misure creano moral hazard
Il rischio è che considerazioni di moral hazard possono ostacolare l’implementazione delle politiche
proposte

Il covid come pandemia ha effetti immediati sulla salute pubblica e poi sull’economia. Ad Aprile 2020 vi fu
il n° più alto di morti in US
 paese senza copertura medica: 27 Milioni di persone senza assicurazione medica dovevano recarsi al
lavoro e non potevano permettersi cure mediche
i danni sanitari ed economici della pandemia sembravano maggiori in un paese senza copertura: avere
molte persone senza assicurazione in tempi di pandemia è una situazione critica
 legame con MH: l’assenza di copertura medica può aggravare i problemi  il problema di chi non ha
copertura medica si ripercuote su tutta la popolazione
 in caso di copertura medica totale ci si preoccupa meno della propria salute

Es: se ho l’assicurazione sull’auto ho meno incentivo di prendermene cura, è la stessa assicurazione che crea
moral hazard (comportamento opportunistico)

La peculiarità della politica sanitaria US è dovuta al moral hazard:


- Se hai assicurazione medica ti preoccupi meno della tua salute  incentiva la responsabilità
individuale
- Con la pandemia questa politica ignora l’esternalità dovuta alla carenza di copertura medica: gli
individui senza copertura possono diffondere il virus a altri
- L’esistenza di moral hazard giustifica all’inizio una particolare politica sanitaria e poi questa ha
effetti concreti sul benessere dei cittadini
MORAL HAZARD: IL CASO DEL MINATORE
Analizziamo un classico esempio di moral hazard: la relazione tra proprietario (principale) e dipendente
(agente). Il principale cerca di mitigare il comportamento opportunistico dell’agente
Esempio:
- Tom è un minatore: il suo lavoro consiste nell’estrarre minerali
- L’impresa A di estrazione vuole assumere Tom
- Se Tom viene assunto, l’impresa non può osservare il livello di impegno di Tom durante il suo
lavoro
- Abbiamo scelto un lavoro arduo così Tom avrà più interesse a minimizzare il sui impegno
- Quale contratto indurrà Tom ad impegnarsi?
Le due possibili azioni di Tom sono:
- Senza incentivi Tom lavorerà poco = due ore al giorno = ozio
- Se ha incentivi Tom lavora molto = quattro ore al giorno = impegno

Tom ha anche un’offerta di lavoro alternativa dall’impresa rivale B, il valore di questa offerta è 8 utilità
di riserva di Tom. Quindi, intuitivamente, questo valore deve essere uguale o maggiore nell’impresa A

La funzione di utilità quando Tom lavora per l’impresa a è


w−5(h−2)
W: salario  maggiore è W maggiore è l’utilità di Tom
H: ore di lavoro giornaliere  2 ozio, 4 impegno  maggiore è H minore è l’utilità di Tom
-5(h-2): disutilità dell’impegno

Supponiamo che la probabilità di estrarre minerale di valore sia:


a) 0.8 se Tom lavora 4 h= impegno
b) 0.4 se Tom lavora 2 h= ozio
La probabilità di non estrarre minerali è:
a) 0.2 se Tom lavora 4 ore= impegno
b) 0.6 se Tom lavora 2h = ozio

Il conflitto di interessi tra l’impresa A e Tom è evidente  ciò che beneficia l’impresa (alta probabilità di
estrarre minerale) è un costo per Tom in termini di disutilità dell’impegno. Per contro, un salario alto è un
beneficio per Tom e un costo per l’impresa

TIMING DEL GIOCO:


1. P disegna il contratto di lavoro= le cui caratteristiche vanno definite
2. A accetta o rifiuta = non significa che qualsiasi proposta sia un prendere o lasciare ma possono
negoziare contrattare  quindi il contratto presentato al punto 1 è quello finale c’è posteriore a tutta
la negoziazione
3. Se A accetta realizza un’azione non verificabile = oziare o impegnarsi
4. Il risultato del lavoro di A dipende stocasticamente dal suo livello di impegno= ovvero, se A si
impegna aumenta la probabilità di estrarre il minerale ma non è 1 (perché non è detto che se si
impegna estrae)  caratteristica cruciale dei modelli P&A
5. Risultati (minerale di valore viene estratto oppure no e l’impresa A lo osserva e verifica) e
remunerazione (salario)
STOCASTICITA’ = il risultato del lavoro dipende dall’impegno ma non a colpo sicuro
Es: anche più ti impegni nell’esame più è probabile che prendi un voto alto ma non è sicuro  no relazione
deterministica ma vi sono più variabili  no controllo
Non c’è sicurezza di risultato = altrimenti non sarebbe nascosto in assenza di stocasticità
La relazione stocastica tra il livello di impegno di Tom e il risultato del suo lavoro è una caratteristica
cruciale
Senza stocasticità il livello di impegno non è nascosto

CASO DI NON STOCASTICITA’


- 1 se Tom lavora 4 h= impegno
- 0 se Tom lavora 2 h = ozio
in questo caso, il datore può osservare i risultati e sapere come ha lavorato Tom = alto monitoraggio
inferire perfettamente nel tipo di azione. In questi casi si potrebbe pensare ad un contratto con sanzioni se
osserva un risultato negativo. Questo tipo di contratto è una clausola contrattuale che si può fare perché è
verificabile = ha la prova che Tom non sta rispettando il contratto e serve anche per incentivare Enrique a
lavorare
Ciò avviene quando non c’è stocasticità. Mentre nella realtà la stocasticità esiste per ogni lavoro. La
stocasticità è ciò che rende veramente nascosta la variabile. NELLA REALTA’ LA STOCASTICITA’ è
SEMPRE PRESENTE

Come far impegnare Tom?


Dato che Tom non è monitorabile, il datore non ha certezza se si è impegnato o no. Per questo bisogna
disegnare contratti basati su variabili verificabili

CONTRATTI INCENTIVANTI: vi sono 3 diverse proposte contrattuali:


1. Salario fisso: indipendente dal risultato
2. Salario fisso più alto
3. Meccanismo incentivante

1. Esempio salario fisso: l’impresa A offre un salario fisso di w=7 indipendentemente dal risultato. Per
vedere se Tom sceglierà di oziare o impegnarsi bisogna valutare la sua utilità.
Se si impegna:
w−5 ( h−2 )=7−5 ( 4−2 )=−3

Se ozia
w−5 ( h−2 )=7−5 ( 2−2 )=7

La seconda scelta di oziare è migliore per Tom perché gli dà maggiore utilità 7 vs. -3
Ricorda! Tom ha un’utilità di riserva, presso impresa B, di 8, quindi rifiuterà l’offerta di A

Risultato 1: l’offerta del principale deve essere di valore almeno pari all’utilità di riserva dell’agente,
altrimenti l’agente rifiuterà l’offerta

2. Esempio salario più alto: l’impresa A offre un salario w=15


Se si impegna
w−5 ( h−2 )=15−5 ( 4−2 )=5
Se ozia

w−5 ( h−2 )=15−5 (2−2 )=15


La seconda scelta di oziare è migliore per Tom perché gli dà maggiore utilità 15 vs. 5
In questo caso Tom accetta l’offerta perché 15>8 ma ozia. Comportamento opportunistico/moral hazard
Tom può oziare perché l’azione, ovvero il livello di impegno, è NASCOSTA, non può essere verificata da A

Risultato 2: l’agente non può essere indotto a svolgere un compito costoso e non-verificabile quando la
remunerazione, seppure alta, non dipende dal risultato

3. Meccanismo incentivante: l’impresa A propone un meccanismo incentivante basato sul risultato,


verificabile, del lavoro di Tom.
- Offre Wh=20 quando Tom trova minerale di valore (wage high)
- Offe WL= 5 quando non trova nulla (wage low)e
Il livello di impegno non è verificabile: il contratto non può dipendere dal livello di impegno

In questo caso, l’utilità di Tom è un valore atteso perché dipende dal risultato  variabile stocastica (varia
in base a probabilità)
Se Tom si impegna la sua utilità è

Se Tom ozia

Se Tom ozia riduce la probabilità di estrarre quindi riduce la probabilità di avere il salario alto.
Con questo contratto comunque non abbiamo ottenuto il valore aggiunto sull’impegno che volevamo
Oziare è ancora la scelta migliore. Tom accetta perché 11>8 ma ozia (moral hazard)

Le tre proposte contrattuali analizzate non funzionano


Proviamone un'altra
WH: salario pagato per un buon risultato
WL<WH= se il risultato non è buono

Vincolo di partecipazione: L’utilità attesa di Tom se si impegna deve essere maggiore/uguale a 8 altrimenti
Tom rifiuta
Vincolo di compatibilità con gli incentivi (vincolo IC): l’utilità attesa di Tom se si impegna deve essere
maggiore/uguale dell’utilità attesa di Tom se ozia  devo trovare conveniente impegnarmi rispetto a no.

Se WH e WL rispettano questi 2 vincoli otteniamo un contratto incentivante in cui E accetta e poi si


impegna

La differenza tra la remunerazione alta e bassa deve essere maggiore uguale di 25 ci spiega quindi
perché i primi contratti visti prima non funzionano.
Se il salario è fisso la differenza tra WH e WL è 0non mi pagano a seconda di come mi comporto
In base al vincolo di partecipazione, Wh e Wl devono essere tali per cui l’utilità attesa di Enrique quando si
impegna (10 in questo caso è la disutilità dell’impegno) sia almeno 8, altrimenti rifiuta l’offerta (=non
partecipa). Attenzione!! Il vincolo IC, in base a cui la differenza tra Wh e Wl deve essere NON minore di 25
altrimenti Tom ozierà

I contratti di prima non funzionavano perché:


- Se w=15 è offerto indipendentemente dal risultato, allora WH-WL= 0 che è meno di 25
- Se WH=20 e WL= 5, WH-WL=10 che è meno di 25

Risultato 3: l’agente sarà indotto a svolgere con impegno un compito costoso e non verificabili se la
remunerazione in caso di risultato positivo è sufficientemente alto rispetto alla remunerazione in caso
di risultato negativo

Il 3° risultato descrive il vincolo di incompatibilità con gli incentivi. 25 non è significativo ma la differenza
deve essere maggiore.

MONITORAGGIO: meccanismo alternativo per indurre un agente ad impegnarsi


Es: L’impresa A può assumere una persona fisata per supervisionare i lavoratori.
Ciò può creare ulteriori problemi se la persona non è veramente fidata ma se lo è non vi è MH.

Il monitoraggio è meglio o meno costoso del meccanismo incentivante per l’impresa A?


Assumiamo che l’impresa A fissi WH e WL il più basso possibile per massimizzare i profitti, seguendo
quindi il salario minimo WL>1. L’impresa A fissa dunque WL=1. Il meccanismo incentivante diventa

La spesa attesa S, sostenuta da impresa A, per questo meccanismo incentivante è

La spesa S’ sostenuta da A quando impone il monitoraggio è diversa. Quando vi è monitoraggio Tom si


impegnerà certamente quindi A non deve preoccuparsi del vincolo IC e può offrire un salario fisso.
Conta solo il vincolo di partecipazione

Se monitorato Tom ha un’utilità di w-5(4-2) poiché riceve un salario fisso e si impegna


L’utilità di riserva di Tom è sempre 8. L’impresa A fissa w il più basso possibile per massimizzare i profitti

quindi
La soluzione del vincolo di partecipazione è w=18
Inoltre bisogna considerare l’ammontare da pagare al supervisione. La spesa complessiva S’ sostenuta da A
per l’opzione di monitoraggio è S’=18+s

Possiamo concludere che il monitoraggio sarà un modo più conveniente per l’impresa A di indurre
Tom ad accettare l’offerta e poi impegnarsi solo se S’<S

Lezione 16 – MICROCREDITO NELLE REALTA’ RURALI


Argomenti:
1) Cosa è il microcredito
2) Razionamento del credito
3) Responsabilità solidale

MICROCREDITO: supporto finanziario a piccolo e poveri imprenditori di start-up


 prestiti di denaro
 consulenza imprenditoriale e giuridica
 le istituzioni di microcredito forniscono prestiti di emergenza a persone finanziariamente escluse. Sono
concessi per esempio per pagare l’affitto.

Esclusione finanziaria: è una situa in cui le persone con basso reddito hanno difficoltà nell’accedere a
servizi finanziari standard, come conti correnti o servizi legati, assicurazioni, prestiti, nel mercato bancario
tradizionale
 impedisce alle persone di uscire dalla povertà
 è causa di esclusione sociale in quanto impedisce di aver accesso a servizi essenziali di qualità, come
alloggio, istruzione o cure sanitarie
Es: nel 1990, il 43% della popolazione mondiale aveva meno di 1.25 dollari al giorno. Nel 2008 22,4%

Il trend della povertà è in decrescita MA esiste ancora, quindi il microcredito se ne occupa.


Il capitale dovrebbe tendere naturalmente verso i poveri in base al principio dei ritorni decrescenti del
capitale  quando un’impresa investe di più, usa più capitale, in genere produce più output, ma ogni unità
addizionale di capitale garantisce incrementi sempre più
piccoli
I poveri hanno meno capitale, quindi le imprese con meno
capitale dovrebbero essere in grado di pagare maggiore
interessi alle banche rispetto alle imprese con più capitale 
dovrebbero avere accesso privilegiato al credito

Nella realtà però ciò non si manifesta. Il ritorno di capitale del


povero e del ricco stanno su 2 curve diverse, perché la persona
ricca ha maggiore istruzione e quindi la possibilità di
apprendere conoscenze e contatti migliori.

I poveri hanno difficoltà ad ottenere fondi per 2


ragioni:
1. Hanno meno istruzione, abilità
imprenditoriali e network relazionale
2. Mancanza di garanzie (collaterale) = prestare
ai poveri è rischioso  la banca richiede
garanzie per fornire credito (ipoteca,
garante…)
La banca richiede garanzie per mitigare il rischio di prestare denaro. Un povero non può offrire nessuna
garanzia= ciò rende particolarmente rischioso prestare denaro

MERCATO DEL CREDITO


- Caratterizzato da asimmetrie informative
- Le asimmetrie informative rendono la mancanza di garanzie una problematica, in quanto è essenziale
per il razionamento del credito
- Le banche possono decidere di non prestare denaro in caso di mancanza di garanzie
- i clienti del microcredito sono definiti non bancabili

il MICROCREDITO si concentra sulla assenza di garanzie e ha sviluppato un nuovo metodo per mitigare
il razionamento del credito per i poveri.  RESPONSABILITA’ SOLIDALE al posto delle garanzie

La responsabilità solidale è un intervento privato per migliorare il funzionamento del mercato del credito,
per migliorare dunque l’efficienza allocativa.

STORIA DEL MICROCREDITO


- è nato nel 1976 in Bangladesh con Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank (GB) e
vincitore nel 2006 del premio Nobel per la pace
- 95% dei borrowers sono donne
- nonostante la “non bancabilità” dei clienti del microcredito studi empirici dimostrano che le
istituzioni di microcredito hanno un buon grado di auto sostenibilità finanziaria
- AUTO SOSTENIBILITA’ FINANZIARIA: dovuta al fatto che i clienti del microcredito sono
affidabili, quindi ripagano i loro prestiti. Il microcredito non è costretto così a ricorrere a sussidi
pubblici
- Alti tassi di restituzione
- la prima istituzione di microcredito fu la GB, ma poi il n° di queste istituzioni è cresciuto e così il n°
di clienti

FUNZIONAMENTO MICROCREDITO: RESPONSABILITA’ SOLIDALE AL POSTO DI GARANZIE


I prestiti individuali sono concessi agli imprenditori per sviluppare singolarmente il loro progetto
produttivo. Per accedere ai fondi però devono formare di loro iniziativa un gruppo, chiamato gruppo di
prestito. Il gruppo è formato da altri imprenditori bisognosi di credito.
Meccanismo gruppo di prestito: Responsabilità solidale: se uno o più membri del gruppo non
ripagano il prestito, tutto il gruppo NON può accedere a ulteriore credito fino a che l’obbligazione non è
stata onorata

Per questo i membri del gruppo che hanno avuto successo sono incentivati ad aiutare i membri in difficoltà.
La responsabilità solidale funziona nelle piccole comunità rurali dove la gente si conosce bene e c’è
pressione sociale alla restituzione da parte dei compaesani.

Il fatto che il gruppo viene sviluppato in modo autonomo spinge il singolo imprenditore a cercare persone
con progetti dei quali si fida e dei quali riconosce il potenziale.

Questo approccio mitiga i problemi informativi nei mercati microcreditizi senza richiedere alcuna
garanzia pecuniaria agli imprenditori
NB: i costi di un’attività di microcredito sono molto alti, quindi anche i suoi interessi.

La responsabilità solidale è in grado di mitigare i problemi di selezione avversa nei mercati


microcreditizi
 sia l’efficienza allocativa che i tassi di restituzione aumentano rispetto al tradizionale prestito individuale

MODELLO RAZIONAMENTO DEL CREDITO


Consideriamo una comunità rurale in cui abbiamo 2 tipi di imprenditori che hanno bisogno di 1 unità di
capitale per svolgere un progetto produttivo:
1) RISCHIOSI: tipo R: propongono progetti che danno come ritorno 6.25 con probabilità 0.4 e 0 con
probabilità 0.6
2) SICURI: tipo S: progetti con ritorno 3.125 con probabilità 0.8 e 0 con probabilità 0.
NB: i 2 progetti hanno lo stesso valore atteso: 0.4*6.25=2.5 e 0.8*3.125=2.5
Questo è un modello di informazione nascosta, asimmetria informativa  il finanziatore sa che il 75%
degli imprenditori sono RISCHIOSI e 25% SICURI. MA NON PUO’ VERIFICARE IL TIPO DI
IMPRENDITORE CHE HA DAVANTI
In contrasto gli imprenditori sanno esattamente il tipo di imprenditore che è un loro vicino di casa

TIMING DEL GIOCO:


1. Natura (N) sceglie il tipo A che A osserva: gli imprenditori sono gli agenti e il loro tipo può essere
rischioso o sicuro
2. P prepara il contratto, il micro finanziatore propone un contratto di debito
3. A accetto o rifiuta
4. Se A accetta, compie un’azione non verificabile gli imprenditori portano avanti i loro progetti
produttivi
5. N determina lo stato del mondo (= si realizza una variabile aleatoria) i progetti produttivi possono
avere successo o fallire
6. Risultati e Remunerazione: quando i progetti produttivi hanno successo, il micro finanziatore e
ciascun imprenditore si dividono il risultato economico in base a quanto stabilito dal contratto di
debito

L’azione non verificabile in questo caso deriva subito dal tipo di imprenditore. I progetti produttivi in ogni
caso possono avere successo o meno

Per considerare invece il surplus totale bisogna vedere il costo complessivo =


1. Costo del capitale necessario per implementare il progetto 2.5 in valore atteso e costa 1
2. Utilità di riserva = 1= costo opportunità = se io imprenditore comincio questa attività
imprenditoriale rinuncio ad essere dipendente da qualche altra parte
1+1= costo di raccogliere il denaro (costo effettivocost) + costo opportunità di riserva  li tolgo dal valore
creato dal progetto stesso. Entrambi i progetti sono ok per il credito e portano incremento per ogni
imprenditore del 0.5

- Il costo per raccogliere un’unità di capitale è 1 per il finanziatore che l’utilità di riserva di ogni
imprenditore sia 1.
- I progetti proposti da tutti gli imprenditori (sia rischiosi che sicuri) sono ipotizzati essere meritevoli
di credito (producono un surplus atteso positivo): il loro valore atteso, al netto del costo di raccolta
del capitale e l’utilità di riserva degli imprenditori è positivo: 2.5 – (1+1) >0
- Ci sono gains from trade (di credito)
- Il contratto finanziario proposto dal finanziatore si chiama contratto di debito
- Ri, i =r,s  è l’ammontare che deve essere restituito per ogni unità di capitale solo se il progetto ha
successo questa caratteristica si chiama responsabilità limitata
- Il finanziatore fissa Ri diverso per progetti sicuri e non sicuri  non vuole fare profitto ma solo auto
sostenersi  sceglie Ri in modo che i sui profitti su ciascun prestito siano pari a 0 e che i vincoli di
compatibilità con gli incentivi (o di autoselezione) degli imprenditori siano soddisfatti
- Ri = capitale + interesse

I vincoli del microfinanziatore sono uguali a quelli del contratto incentivanti:


1) Vincolo di partecipazione
2) Vincolo di compatibilità con gli incentivi, di autoselezione (la banca offre 2 contratti diversi, con 2
tassi diversi, ogni impeditore deve essere indirizzato a quello giusto per lui)

Questi vincoli ci dicono che ciascun imprenditore deve avere utilità non minore quando sceglie il
contratto.
Il microfinanziatore NON SA DISTINGUERE tra imprenditori sicuri e rischiosi, quindi i suoi profitti attesi
su ciascun prestito sono:
Dove Rr: è incassato con probabilità 0.75*0.4 ossia la probabilità che l’imprenditore sia di tipo rischioso
(0.75) e che restituisca il denaro (0.4). la seconda probabilità è 0.25*0.8

Il tipo rischioso deve preferire il suo contratto rispetto all’altro = i costi sono restituire Rr se ho successo

Solo il profitto dei rischiosi è superiore all’utilità di riserva 1  gli imprenditori sicuri in questo
caso non richiederanno il prestito quando R=2
Questo fenomeno è detto di selezione avversa = fallimento del mercato creditizio
 selezione avversa = perché il progetto dei sicuri è migliore ma proprio quello non riceve denaro = viene
eliminato dal mercato il progetto più sicuro.
L’intuizione di questo risultato:
- Vi sono pochi imprenditori sicuri
Infatti la quota di imprenditori sicuri è bassa (25%) quindi R è alto. Gli imprenditori sicuri non ottengono il
prestito nonostante il loro progetto sia meritevole di credito

Dato che il microfinanziatore non sa distinguere tra imprenditori sicuri e rischiosi, non può fissare un
interesse inferiore a 2, altrimenti otterrebbe profitti attesi negativi
Il microfinanziatore sa che annunciando R=2 solo i rischiosi si presenteranno in banca. In tal caso lui
opererebbe in perdita (0.4*2-1=-0.2)
 deve aumentare R e fissarlo in modo che la sua condizione di profitti nulli sia soddisfatta dato che presta
solo ai tipi R: 0.4*R-1=0 R=2.5
RISULTATO 1: solo gli imprenditori di tipo rischioso partecipano al programma di microcredito: il
tasso di restituzione per il microfinanziatore è 0.4
Questa comunita rurale è caratterizzata da razionamento del credito perché i progetti degli imprenditori di
tipo sicuro non ricevono fondi pur essendo meritevoli di credito

Il razionamento di credito è un tipico risultato dei mercati del credito con informazione nascosta e determina
una perdita di efficienza allocativa
N= numero totale imprenditori in questa comunità
Il surplus totale in questo scenario sarà:

RESPONSABILITA’ SOLIDALE
 I membri del gruppo i cui progetti abbiano avuto successo devono pagare un ammontare addizionale pari
a C per ogni default di un partner
 Il contratto contiene 2 valori: R ovvero l’interesse e C la responsabilità solidale
 I gruppi si formano tra imprenditori dello stesso tipo  selezione tra pari
 Se il gruppo è formato da 2, quando uno ha successo e l’altro fallisce il primo deve ripagare R+c
il suo interesse + la responsabilità solidale

PRESTITO DI GRUPPO: Se uno nel gruppo fallisce gli altri lo devono pagare per onorare il debito del
partner fallito.
Se il contratto (R,C) viene accettato, il profitto atteso di un imprenditore di tipo rischioso è

Il partner di tipo sicuro è preferito perché riduce la probabilità di pagare c


Un partner sicuro è preferito anche da imprenditore di tipo sicuro
Tutti preferiscono avere un partner sicuro ma questa preferenza è maggiore per i sicuri

Questo perché i borrowers sicuri hanno più probabilmente successo, 0.8 vs. 0.4, quindi i borrowers hanno
maggiore probabilità di realizzare il guadagno di avere un partner sicuro

RISULTATO: i borrowers rischiosi non sono in grado di compensare i sicuri in modo da convincerli ad
unirsi a loro nel gruppo
selezione tra pari: i gruppi sono formati o da tutti rischiosi o da tutti sicuri

Questo risultato permette al microfinanziatore di fare screening, ovvero di distinguere tra imprenditori
sicuri e rischiosi: il prestito con responsabilità solidale è dunque un esempio di selezione avversa con
screening

Lezione 17
I gruppi di credito si formano tra pari: autoselezione in gruppi prima di richiedere il credito. La banca di
microcredito sfrutta questo meccanismo (gli imprenditori si conoscono tra loro) per avere informazione sugli
imprenditori.  meccanismo di screening: il microfinanziatore sa che ogni gruppo ha una coppia di
sicuri e una coppia di rischiosi. NO MISTI.
!! Vi è ancora asimmetria informativa perché non sa l’entità del gruppo.
Per questo l’impresa offre 2 contratti diversi:
1) Contratto (Rs, Cs) proposto per gruppo sicuro
2) Contratto (Rr,Cr) proposto per gruppi rischiosi

!! i vincoli di autoselezione ci dicono che ciascun imprenditore deve preferire il contratto che il finanziatore
disegna per il suo tipo: ciascun tipo s deve avere utilità maggiore quando sceglie il contratto Rs Cs e lo
stesso deve valere per ciascun tipo r quando sceglie Rr e Cr.
Min: sta per minimizza
Nella parentesi = profitto che la banca ottiene su ciascun imprenditore sicuro (con probabilità 0.8)
Se un partner ha successo e l’altro fallisce (0.2) - è da restituire alla banca l’ammontare della
responsabilità solidale c^s
Sfrutta l’info di sapere che un tipo sicuro è assieme ad un tipo sicuro

I vincoli di partecipazione di tutti gli imprenditori sono soddisfatti (tutti ottengono almeno 1)
 sia i rischiosi che i sicuri partecipano al programma di microcredito

Perché tutti gli imprenditori partecipano al programma, quindi il tassi di restituzione sale da 0.4 a 0.8 perché
abbiamo anche gli imprenditori sicuri che portano il tasso medio a 0.5

Risultato 2: il prestito con responsabilità solidale fa aumentare il tasso di restituzione da 0.4 a 0.5
perché pure gli imprenditori di tipo sicuro ottengono il microcredito

tutti gli imprenditori di tipo sicuro scelgono la prima riga mentre quelli di tipo rischioso la 2nda
Il tasso di interesse viene distinto  quello rischioso lo hanno più alto, e sono disposti a pagarlo perché
hanno meno probabilità di pagarlo
responsabilità solidale = quelli sicuri la tollerano più alta perché essendosi accoppiati con uno sciuro sanno
che la probabilità che il partner fallisca è meno.

Offrendo questo 2 contratti diversi


- Per sicuri = tasso di responsabilità solidale maggiore e interesse minore
- Per rischiosi = tasso di responsabilità solidale minore e interesse maggiore
L’efficienza allocativa aumenta quando la responsabilità solidale entra in gioco. Il SURPLUS
TOTALE CON RESPONSABILITA’ SOLIDALE DIVENTA:
Notate che tutti i gains from trade sono sfruttati

Politiche economiche dopo la crisi del 2008 e ai tempi del Covid 19


Focus: politiche macroeconomiche  intervento pubblico dell’economia  obiettivi di stabilizzazione e
redistribuzione + obiettivo standard dell’efficienza allocativa

Argomenti:
1) Keynes, disoccupazione e moral hazard
2) Hicks: il modello IS-LM
3) Politiche monetarie dopo la crisi del 2008
4) Politiche economiche ai tempi del Covid 19
5) Recovery fund
1. KEYNES, DISOCCUPAZIONE E MORAL HAZARD
Keynes, padre fondatore della politica economica britannico 1800, famoso durante la Grande depressione.
Sviluppò una teoria influente. Si concentrò sui fallimenti del mercato  studiò quali sono gli effetti su un
sistema macroeconomico di prezzi (salari in particolare) che non sono flessibili

FOCUS STUDIO KEYNES:


- Disoccupazione
- Distribuzione diseguale di ricchezza e reddito

Keynes durante la Grande Depressione scrisse “the General Theory of Employment, Interest and Money”
 dimostrò il fallimento delle teorie economiche neoclassiche: la disoccupazione esiste, può essere duratura
ed è involontaria
 K sostenne la necessità di un intervento pubblico per aumentare il PIL e ridurre la disoccupazione:
impatto redistributivo della ricchezza dai più ai meno abbienti
 K propose investimenti in infrastrutture pubbliche, servizi: incremento della spesa pubblica: questo
è un classico esempio di POLITICA FISCALE ESPANSIVA

DISOCCUPAZIONE:
- Perdita efficienza allocativa
- Aspetti sociali e psicologici

GRAFICO MERCATO DEL LAVORO: verticale: quantità di lavoratori – orizzontale: salari


- La domanda: esistenza che le imprese hanno di assumere i lavoratori inclinata negativamente=
maggiore è il salario, minore è il n° dei lavoratori richiesti perché costano di più
- Offerta= crescente, sempre più lavoratori disposti a lavorare al crescere del salario
- Equilibrio: punto E: Incrocio tra domanda ed offerta abbiamo il salario di pieno impiego = tutte
le persone disposte a lavorare a questo salario vengono assunte
- REALTA’ = il salario è maggiore rispetto all’equilibrio, quindi la domanda di lavoro è più bassa
mentre l’offerta è più alta, quindi abbiamo disoccupazione (eccesso di offerta)
CAUSA = RIGIDITA’ SALARIALE= K osservò è che vi è sempre un tasso positivo di disoccupazione,
dovuto alle rigidità salariali, il quale non scende al livello di pieno impiego  perdita efficienza allocativa
(AEE’)
Allo stesso modo nel monopolio, il prezzo è tenuto più alto che impedisce i gains for trade per le quantità
superiori.

Le imprese non tagliano i salari per :


1) Moral hazard: la disoccupazione è un modo per disciplinare i lavoratori  i lavoratori spesso non
sono monitorabili quindi per indurli ad essere produttivi li pagano di più, ma ciò crea disoccupazione
(incentiva ad impegnarsi, perché so che non trovo un altro lavoro facilmente)
Per indurre i lavoratori ad impegnarsi, le imprese pagano salari più alti di quello di pieno
impiego, in modo da creare disoccupazione
 la minaccia di licenziamento è efficace solo se c’è disoccupazione
HICKS IL MODELLO IS-LM
 John Hicks, eocnomista britannico, formalizzò il pensiero macroeconomico di Keynes, introducendo il
modello IS-LM
 Modello IS-LM: analizza le dinamiche macroeconomiche nel breve periodo (livello dei prezzi fisso)
 Le due equazioni del modello sono:
1. IS: investments savings : descrive l’equilibrio nei mercati dei beni  offerta aggregat (PIL) =
Consumi+investimenti+ spesa pubblica
2. LM= Liquidity preference-money supply: descrive l’equilibrio nei mercati finanziari

Ms e G sono variabili in mano al governo= per influenzare l’andamento economico

Risolvendo il modello IS-LM si ottengono i valori della


offerta aggregata e tasso di interesse i tali per cui i mercati
dei beni e finanziari sono in equilibrio
POLITICHE FISCALI E MONETARIE 2008
Il modello ISLM è il più semplice per illustrare gli effetti di politiche fiscali e monetarie
G= spesa pubblica / T= tasse/ Ms= offerta di moneta
FISCALE:
a) Espansiva =in periodo di crisi= incremento della differenza dove la spesa pubblica è maggiore
del gettito fiscale di un paese = aumenta la spesa pubblica o riduce le tasse
b) Restrittiva =periodo di boom= aumenta le tasse o riduce la spesa pubblica

Keynes sosteneva che una politica fiscale espansiva attraverso spesa pubblica G avrebbe aumentato il Pil e
ridotto la disoccupazione e redistribuito la ricchezza

POLITICA MONETARIA:
 una banca centrale per modificare l’offerta di moneta e il tasso di interesse, nel breve periodo ricorre alle
operazioni di mercato aperto
 OPERAZIONI DI MERCATO APERTO: Comprano o vendono titoli di stato/ obbligazioni/ strumenti
finanziai da banche commerciali/private  immettono o tolgono moneta dal sistema
 Le banche centrali iniettano o sottraggono riserve monetarie dal sistema bancario
 Tali riserve sono una determinante cruciale dell’offerta di moneta (Ms)

POLITCA MONETARIA ESPSANISVA:


 La banca centrale compra titoli di banche private così incrementando le loro riserve monetarie e a sua
volta l’offerta di moneta
 Es: a seguito del 2008, la banca centrale compra titoli alle banche pagandoli con moneta che aumenta le
riserve monetaria della banca nella quale si è svolta la transazione
 Il vero obiettivo è il ridurre il tasso d’interesse
 Questo perché il fatto che la banca centrale vuole comprare titoli, quindi aumenta la domanda dei
titoli, fa crescere il prezzo di questi titoli, quindi si riduce il tasso di interesse

k −P
Il tasso di interesse i è dato da i=
P

Un minor tasso di interesse incoraggia gli investimenti = STIMOLO ALLA ECONOMIA

“POST” COVID
La politica monetaria espansiva è stata centro di dibattito subito dopo l’inizio del lockdown.
 Consideriamo un particolare tipo di titolo finanziario: i titoli di stato: Bundes Bond in Germania e i
BTP (buoni del tesoro) in Italia.
 Questi titoli sono usati dagli stati per raccogliere fondi e impiegati per finanziare la spesa pubblica
 Quando un borrower ottiene denaro da un lender, promette di restituire questo denaro più un interesse
 Tradeoff rischio/remunerazione: se il lender presta a un borrower più rischioso, richiederà maggiore
interesse

La dichiarazione del presidente della BC, Chrisitne Lagarde, ovvero che none ra compito della banca di
tenere sotto occhio lo spread, fu criticata pesantemente. Perché la banca dovrebbe fare di tutto per evitare
speculazioni sui titoli di stato (come disse Draghi= per rassicurare gli investitori)

Bundes Bond e BTP:


 A parità di condizioni, i BTP pagano un maggior tasso di interesse perché l’Italia è più indebitata della
Germania ed è quindi più rischiosa
 Il rapporto tra debito pubblico e PIL nella UE


 Maggiore questo valore = più rischioso investire in questo paese quindi tasso di interesse più alto
 SPEAD: La differenza tra tasso di interesse pagato dai BTP e quello pagato dai Bundes bond
 Tanto maggiore è lo spread, tanto più insicura è l’Italia e tanto più sicura la Germania
 Con uno shock economico negativo gli investitori tendono a vendere i titoli più rischiosi e comprare
quelli più sicuri (vendono BTP e comprano Bundes Bond)
 EFFETTO: il tasso di interesse sui BTP sale, quello sui Bundes bonds scende  lo spread aumenta
 Gli effetti negativi nel medio termine: il debito pubblico italiano (capitale + interessi) cresce
drammaticamente a causa delle maggiori spese per gli interessi = l’Italia va in default e l’economia
europea collassa

TUTTAVIA, LE BANCHE CENTRALI PUNTANO ALLA STABILIZZAZIONE!! Quindi in EU non si è


mai verificato il default di un paese. In questa situazione, di grave crisi, la Banca Centrale Europea
adotterà una politica monetaria espansiva  compra BTP, per evitare un incremento del tasso di
interesse sui BTP per evitare un effetto dirompente sull’intera economia europea

Inoltre, la BCE convince gli investitori a non vendere BTP, rassicurandoli (ecco perche Legarde sbaglia e
Draghi fa bene

Le misure monetarie post-crisi scelte dalla ECB nel 2008-2009


- I tassi di interesse chiave furono ridotti per stimolare gli investimenti
- Deposit facility: utilizzato dalle banche private per depositare denaro presso la ECB  la ECB offre
alle banche che depositano denaro presso la banca centrale una remunerazione
- Marginal lending facility: utilizzato dalle banche private per ottenere denaro dalla ECB
- i tassi di interesse più bassi dovrebbero stimolare l’economia perché le imprese trovano più
conveniente prendere a prestito denaro per implementare nuovi progetti, espandere la produzione,
innovare
- Dal 2008 il DF = 3,25% e il MLF=5,25%
- ciò funziona nella misura in cui le banche private hanno la volontà di prestare denaro
- infatti le banche private giovano da questo meccanismo ma non è sicuro che la trasmissione da loro
alle imprese avvenga
- prima della crisi era profittevole lasciare denaro nelle banche centrali, ma poi mediante
l’abbassamento dei tassi le banche furono indotte a togliere questi depositi e prestarli alle imprese
- le banche vorranno prestare se i 2 tassi di interesse chiave sono bassi
- a seguito di una politica monetaria espansiva, il tasso su DF scende, le banche troveranno meno
profittevole detenere depositi presso la ECB: tale tasso è negativo, dal 2014 e ha toccato un
minimo del -0,5% nel 2019
- se il tasso di MLF scende, troveranno più conveniente prendere a prestito dalla ECB: il tasso ha
raggiunto un minimo del 0.25% nel 2016
- dato il trend al ribasso di questi tassi di interesse chiave, le banche tendono ad avere più liquidità
disponibile per comprare titoli (obbligazioni emessa da stati o imprese) e/ o per prestare denaro alle
imprese

La ECB, a seguito della crisi 2008/2009 ha deciso di adottare politiche espansive ancora più forti, come il
quantitative easing  interviene sul sistema finanziario ed economico di uno Stato, per aumentare la moneta
a debito in circolazione.

IN CRISI ECONOMICA: la reazione è ridurre i tassi, fino a che si avvicinano a 0, quindi è vincolato a 0. I
tassi di interesse sui titoli di stato e sulle obbligazioni delle imprese possono scendere a 0, in seguito a
misure monetarie espansive
 Le banche centrali ricorrono a misure speciali come il QUANTITATIVE EASING o
ALLENTAMENTO QUANTITATIVO.
 Per implementare il QE le banche centrali creano moneta comprando titoli dalle banche.
 La differenza tra il QE e le tradizionali operazioni di mercato aperto è il contesto, il QE infatti arriva
dopo che sono state applicate le normali politiche espansive (quando i tassi sono già praticamente a 0
 Questa nuova moneta accresce la dimensione delle riserve bancarie di un ammontare pari alla quantità
dei titoli comprati dalla banca centrale
 Al pari di una riduzione dei tassi di interesse, il QE dovrebbe stimolare l’economia
 Le banche intascano la nuova moneta e invece di comprare nuovi titoli pagano i tassi di interesse
vicino a 0, posso fare prestiti alle imprese
 La ECB iniziò il QE nel Marzo 2015
 Quando le banche private hanno una liquidita ampia a seguito del QE possono o comprare i titoli o
prestare i soldi alle imprese.
 In una situazione normale le banche private non sono sotto controllo. Invece, ora con i tassi quasi vicini
a 0%, quindi conviene meno ad una banca comprare i titoli ed è invece più profittevole finanziare le
imprese ed imprestare loro denaro.

Lezione 18
HELICOPTER MONEY: proposta alternativa di politica monetaria (QE per le persone)
 le banche centrali emettono moneta in modo che i ministri economici del paese possano distribuirla ai
cittadini
 da al popolo una parte del valore attuale netto del vostro futuro signoraggio, il profitto che fate sulle
future banconote (differenza tra il valore nominale del denaro e il costo per produrlo), la questione è se e
quando è opportuno ricorrere a questo tipo di strumento che è davvero un tipo di strumento estremo

Il “dono” deve essere imprevisto.


Una crisi come il Covid19 richiede politiche super-espansive, sia fiscali che monetarie come un fondo
perduto (HM)
In termini pratici: la ECB può accreditare sul bilancio dei paesi EU l’ammontare richiesto di fondi. Ciò è
equivalente a un acquisto di titoli di stato da parte della ECB, seguito da una cancellazione del debito
degli stati verso la ECB

 ASPETTO CRUCIALE: L’Helicopter money non impatta sulle passività del bilancio dei governi è un
dono che in principio non richiede né tasse maggiori né indebitamento pubblico

PROBLEMI CON HELICOPTER MONEY:


1) È una misura di politica monetaria guidata da esigenze politico-fiscali; questo è generalmente
illegale perché viola il principio di indipendenza delle banche centrali
2) Moral hazard: uso ricorrente di HM può dare incentivi a comportamenti distorti ai cittadini e così
perdere di efficacia
3) Produce inflazione
in tempi normali una banca centrale priva di indipendenza può essere ostaggio di politici che le impongono
di stimolare l’economia in vista delle ri-elezioni, a discapito della salute economica di lungo periodo del
paese

ricordiamo che il modello ISLM si concentra sul breve periodo, quando il livello atteso generale dei prezzi è
fisso, nel medio periodo = una politica monetaria espansiva accresce il livello dei prezzi, in seguito allo
stimolo dell’economia

L’Eurozona è stata vicino a uno scenario di deflazione, ovvero a un calo del livello dei prezzi in seguito alla
crisi del 2008
 DEFLAZIONE: può creare problemi: quando i prezzi calano i consumatori hanno un incentivo a
ritardare acquisti-importanti (auto/case)
 i prezzi scendono ulteriormente e ciò deprime l’attività economica
 gli investimenti pure scendono, portando ad un ulteriore riduzione della domanda aggregata
 QUESTO PROCESSO è chiamato SPIRALE DEFLATTIVA
 Il principale obiettivo di stabilizzazione della ECB fu quello di aumentare l’inflazione

Nel grafico vediamo il tasso medio di inflazione annuo, che attorno al 2011 era al 2.5/3% mentre nel 2014 è
al 0,5% o addirittura più basso. Ci preoccupiamo di deflazione perché il calo generale dei prezzi porta i
consumatori a ritardare gli acquisti aspettano che scendano ulteriormente
L’obiettivo di stabilizzazione della ECB è aumentare l’inflazione per controbattere questo fenomeno.
A seguito delle politiche espansive tradizionali nel 2014, siamo sotto al 2% d’inflazione è solitamente il
target quindi si è passati al QE.

L’impatto del Quantitative Easing sul tasso di inflazione in Europa fu positivo  2015 non lontano
dal 2%

Il QE fu condotto fino alla fine del 2018, quando fu annunciato il suo ritiro l’inflazione cominciò a ridursi
Non si sono visti i suoi effetti totali perché c’è stata la crisi del Covid (nuova deflazione)
 2 crisi così vicine non si erano mai visualizzate.
POLITICHE ECONOMICHE AI TEMPI DEL COVID-19
Gran parte delle misure creano moral hazard  il rischio è che considerazioni di MH possono ostacolare
l’implementazione delle politiche proposte.
Il MH infatti è una delle ragioni per cui fino a prima del Covid l’adozione di misure finanziarie come gli
Eurobond, HM o altri strumenti di debito garantiti mutuamente sono state ripetutamente rifiutate

 Il punto è che paesi che sono riusciti a mantenere un basso livello di indebitamento rispetto al PIL non
vogliono aiutare o proteggere chi non ci è riuscito
 Questo è un problema di incentivi (s)corretti: l’Italia non ha fatto buon uso del denaro pubblico in
passato
 Se L’Italia ricevesse denaro garantito mutuamente questo sarebbe relativamente meno caro e potrebbe
indurre l’Italia a ulteriore MH
 Le circostanze eccezionali in cui viviamo hanno spinto molti economisti a suggerire di lasciare da parte
le preoccupazioni legate al MH
 Ad Esempio Blanchard disse “ Non c'è bisogno di una punizione per i peccati del passato: solo un aiuto
per i paesi membri che ne hanno bisogno, salvando così la zona euro".
 Il suggerimento è stato accolto con il Progetto del recovery fund

Impatto negativo del Covid sull’economa UE:


- Effetto BREVE PERIODO: perdita diretta di PIL: collasso della domanda in molti settori (turismo,
intrattenimento)
- Calo drastico nel consumo di beni e servizi durante l’emergenza
- Effetto di MEDIO PERIODO: calo della produzione e della produttività in molti settori che porterà
una significativa riduzione dell’occupazione: ulteriore calo del reddito e dei consumi
- Le imprese non riescono a fare fronte alle spese fisse come salari o affitti

Risposta politica economica


La prima misura adottata dal governo italiano fu il decreto ristori: contributi a fondo perduto per imprese e
partite IVA durante il periodo di forzata inattività.
Misure simili sono state adottate in molti altri paesi UE.
i contributi a fondo perduto sono delle Politiche fiscali espansive (G cresce)
 !! queste politiche fanno si che nel futuro i governi dovranno aumentare le tasse e/o prendere denaro in
prestito dai mercati finanziari così aumentando il debito pubblico

Una politica monetaria espansiva facilita l’operazione di prendere a prestito perché mantiene bassi gli
interessi sul debito.
Le misure recenti adottate dalla ECB:
- new targeted longer-term refinancing operations (TLTRO)
- pandemic Emergency purchase programme (PEPP)
La politica monetaria può aiutare a mantenere basso il tasso di interesse sui titoli = meno costoso il
finanziamento della politica espansiva (l’indipendenza delle banche in questo caso è un’po' ignorata per
aiutare la situazione economica difficile)

La ECB ha rimesso in piedi delle politiche espansive. Ha dato la sua disponibilità nel comprare titoli di
stato. In questo contesto però, l’importanza di finanziare queste politiche è centrale. Si è pensato a misure
eccezionali per rendere meno costoso possibile questo finanziamento.
C’era stata l’idea di posare una tassa sui super ricchi, che però è stata abbandonata.

Permane il rischio che i paesi con finanze pubbliche deficitarie, come Italia e Grecia, finiscano gambe
all’aria a causa di un debito pubblico insostenibile.
le politiche finanziare iper-espansive richiedono spese enormi
Alcune delle proposte che sono state fatte, per trovare il modo meno costoso per finanziare le politiche
espansive sono 2 modalità “borrowing governativo”

1) Borrowing individuale: ciascun governo UE emette obbligazioni (Bond)


In questa categoria sono stati proposti gli Eurobonds perpetui. Quelli normali pagano un interesse
periodicamente e rimborsano il capitale a maturità. Quelli perpetui non hanno data di maturità, pagano
solo interessi ma per sempre. La ratio dietro ai Bonds perpetui è l’equità intergenerazionale
2) Borrowing collettivo: può essere implementato in 2 modi:
a) Garanzie collettive di emissioni di titoli statali  realizzate tramite il meccanismo europeo di
stabilità (MES)
b) Eurobond

La crisi Covid è uno shock simile ad una guerra, richiede spese enormi. E’ equo distribuire il suo
finanziamento su più generazioni, non solo quella attuale
Se un bond NON ha maturità o l’ha molto in là nel tempo, l’attuale debito pubblico aumenta solo un poco
perché vengono pagati solo gli interessi.
 così la generazione attuale non deve sostenere tutti i costi legati a un forte incremento del debito pubblico
BONDS PERPETUI:
Giavazzi e Tabellini (autori della proposta) propongono che ciascun paese UE emetta bond della durata
di 50/100 anni. Questa forma di borrowing individuale ha una sfumatura collettiva.
ASPETTO COLLETTIVO DEI BONDS PERPETUI: Per rendere il tasso più basso possibile questa
politica prevedeva la garanzia di questi bond presso la collettività di tutti i paesi che li emettono. Ciò
che conta per i consumatori è la garanzia di un bond.

I due autori propongono che i bond perpetui abbiano:


- Un rating di credito comune (tutti gli stati)
- Il miglior rating possibile AAA  garantiti dalla capacità fiscale collettiva
Inoltre, propongono che la ECB sia disponibile a comprare questi bond per mantenere sufficientemente
bassa la spesa per interessi sostenuta dalla generazione attuale

DEBOLEZZA: i bond collettivamente garantiti nell’area UE non sono facilmente implementabili nel
breve periodo  le garanzie collettive sono molto difficili da implementare

MES = MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’= organizzazione intergovernativa UE


- Garanzie collettive per nuove emissioni di titoli di stato nel contesto del MES
- Sono titoli molto sicuri con un tasso basso
- garantiti da contributi finanziari di tutti gli stati membri.
- Il MES raccoglie capitale finanziario da tutti gli stati membri e lo usa come garanzia per emettere
bond con rating AAA
- Il MES utilizza il denaro raccolto con le emissioni obbligazionari per prestare denaro a paesi UE che
debbano aggiustare le loro finanze pubbliche (SP, PR, GR, IR)
- I prestiti sono di breve durata, nel MES non si può fare lunga
Problemi con l’attuale funzionamento del MES
- La maturità dei prestiti concessi ai paesi è breve (no equità intergenerazionale)
- Il MES può prestare solo a paesi il cui rapporto debito/PIL sia sostenibile
- Altrimenti, il MES può prestare solo sulla base di un programma di aggiustamento deciso in
accordo con le istituzioni europee e contenente una serie di condizioni

Con la crisi Covid


- La sostenibilità del debito pubblico di alcuni paesi UE non può essere garantita
- La conseguente condizionalità può rappresentare una barriera all’uso efficace dei fondi
- Queste condizionalità non sono molto gradite.
Come migliorare?
Creare una nuova linea di credito Covid dedicata con lunga durata e condizioni minime (proposta di
Benassy e Bini Smaghi)
Inolte:
- Il credito deve essere specificamente dedicato al finanziamento dello sforzo per mitigare gli effetti
della crisi Covid
- Tutti i 19 paesi dell’Eurozona devono fare richiesta di questa linea di credito
- Allocazione dei fondi tra gli stati in proporzione alla severità dei problemi economici e di salute
pubblica
Condizioni minime:
- I paesi si devono impegnare ad essere trasparenti nell’uso delle linee di credito Covid e ci sarà un
monitoraggio ex-post delle risorse usate
- Questa soluzione prevede che ciascun paese resti il solo responsabile del proprio debito vis-à-vis il
MES
- La presenza di una garanzia collettiva grazie al capitale versato da tutti gli stati membri fa sì che:
a) Il costo di borrowing sia indipendente dalle situazioni fiscali individuali (Italia e Germania
possono ottenere denaro dal MES alle stesse condizioni)

Giavazzi e Tabellini evidenziano un problema: l’ammontare di denaro disponibile presso il MES è piccolo
in relazione alle esigenze create dalla crisi Covid

UN’ALTRA PROPOSTA DI BORROWING COLLETTIVO:


borrowing collettivo sotto forma di Eurobond (Bini Smaghi)
titoli di stato emessi congiuntamente dai 19 paesi dell’Eurozona
Gli Eurobond permetterebbero ai paesi europei di ottenere fondi per supportare la maggiore spesa pubblica e
il minor gettito fiscale senza appesantire il debito pubblico del singolo paese
MA l’adozione degli Eurobond richiederebbe una scelta politica di trasferire sovranità su un ampio raggio
di temi dal livello nazionale a quello europeo  non facile da fare nel breve periodo

Eurobond= titoli emessi congiuntamente = responsabili solidamente  parallelismo con la


responsabilità solidale però li ogni imprenditore si occupa del suo progetto mentre qui hanno tutti lo stesso
progetto
 sono titoli separati rispetto a quelli statali di ciascun paese
si usano per finanziare la spesa pubblica ma non appesantiscono il debito pubblico del singolo paese (sono
un’altra voce di bilancio)
 vantaggio = bond sicuri
garanzia = collettiva
Il problema della loro implementazione= bisognerebbe trasferire potere dagli stati all’Europa

TRASFERIMENTO SOVRANITA’: necessario perché quando uno stato emette titoli, questi sono
garantiti dalla capacità di raccogliere denaro tramite tasse
Già sappiamo che il rischio, e quindi l’interesse sul debito, legato ad alcuni paesi europei (es:Grecia) è
maggiore di quello legato ad altri (Germ) per via di:
a) Maggior livello di debito; anche minor tasso di crescita economica e incertezza politica
 MA il rischio legato agli Eurobond sarebbe minore di quello legato ai titoli dei singoli paesi ?? NO, gli
Eurobond dovrebbero essere supportati da specifiche garanzie.
Gli Eurobond avrebbero AAA come rating solo se: la UE avesse autorità fiscale diretta sull’economia
europea e i cittadini europei che utilizzerebbe per garantire il debito pubblico comune

 L’unione EU è un’unione monetaria ma non fiscale = proprie imposte per ogni paese proprie accise

AUTORITA’ FISCALE: Parte dei budget nazionali dovrebbero essere trasferiti ai budget europei  la UE
dovrebbe diventare non solo una unità monetaria ma anche fiscale

 Questo scenario dell’unione fiscale non è impossibile ma allo stato attuale è difficilmente realizzabile
ed è il requisito fondamentale per emettere Eurobonds.
Quindi non sono implementati

Esempi:
- il sistema sanitario: Tutte le decisioni legate sugli ospedali in Italia dovrebbero essere centralizzate
a livello europeo, affinché l’EU possa imporre una tassa in tutti i paesi.
- Sussidi di disoccupazione/ welfare generale  l’età pensionabile diventerebbe europea

Questo scenario non è impossibile ed è anche desiderabile MA richiederebbe un grosso trasferimento di


sovranità che deve trovare consenso presso tutti gli stati membri
RECOVERY FUND / NEXT GENERATION EU
 Strumento europeo per la ripresa della crisi Covid
 Approvato dal Consiglio europeo straordinario il 21 Luglio 2020
 Prevede a livello Eu fondi = sia contributi a fondo perduto che prestiti
Il Recovery Fund prevede:
 Incremento del bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati
finanziari per un ammontare pari a 750 miliardi di euro, 390 di contributi a fondo perduto (come
HM) e 360 di prestiti agli stati

ACCESSO AI FONDI
 prevede condizionalità nel senso che è subordinato alla stesura di un piano nazionale di ripresa e di
resilienza che i governi devono inviare alla Commissione europea entro fine 30 Aprile 2021

IL PIANO DI RIPRESA E RESILIENZA PREVEDE 6 MISSIONI:


1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura  si collega alla politica della concorrenza
incentivano la concorrenza nei mercati
2) Rivoluzione verde e transizione ecologica  adottare processi produttivi verdi (innovazione)  le
transizioni ecologiche però sono spesso costose
3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile  sistemi di mobilità meno inquinanti
4) Istruzione e ricerca
5) Inclusione e coesione
6) salute

Riforma di legge: ambizioso progetto di riforme. Il governo intende attuare 4 importanti riforme di contesto
– pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza.
Sono previste iniziative di modernizzazione del mercato del lavoro; di rafforzamento della concorrenza nel
mercato dei prodotti e dei servizi.
E’ prevista infine una riforma fiscale che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali

Il piano di ogni paese deve essere approvato dalla commissione europea e li propone al Consiglio di
Economia & Finanza ogni paese controlla ciò che hanno fatto gli altri  hanno 3 mesi totali per
approvarlo.
Per finanziare questi piano i capitali saranno reperiti tramite l’emissione di titoli UE: ma l’importo questa
volta è molto più alto del passato
Questi soldi saranno raccolti dall’unione europea chiedendo prestito ai mercati finanziari.
Sarà fondamentale il tasso d’interesse. L’idea è di visto l’ammontare bisogna offrire delle garanzie speciali.
È stato fatta una via di mezzo tra le politiche che abbiamo visto prima, ovvero dare una forma di garanzia
collettiva. Ogni paese membro deve garantire un incremento della capacità di raccolta del gettito fiscale 
ognuno mantiene l’autonomia fiscale MA devono essere coordinate
GARANZIE SPECIALI per questo alto importo:
la garanzia sta nella capacità fiscale collettiva dei paesi UE. Prima che la Commissione possa rivolgersi ai
mercati, sarà necessario l’ok di ciascun paese membro all’aumento di 0,6 punti % al tetto delle risorse
proprie
risorse proprie: tasse riscosse a livello nazionale, il cui gettito viene trasferito alle casse comunitare della
UE Ibrido tra unione fiscale ed invece una situazione in cui ognuno ha la propria autonomia
CHE TIPO DI TASSE?
Aumento di quelle esistenti + introdurne nuove
 imprese digitali= sui giganti e-commerce (Amazon, FB, Google)
 sulle emissioni (anche in direzione della transizione ecologica) = inducono comportamenti virtuosi
emissioni del trasporto aereo e marittimo (meccanismo di adeguamento delle emissioni carboniche)
 plastica non riciclata

LA MATURITA’ = simile alla politica vista prima = quasi 40 anni di maturità (equità intergenerazionale)
 la maturità di questa emissione di titoli UE (al più tardi 31 Dicembre 2058, quasi 40 anni in linea con
l’idea della lunga durata di Benassy per la linea di credito Covid
La stabilità finanziaria di questa maxi-operazione: la ECB con un programma di acquisto dei bond dei
paesi UE non collocati sul mercato primario. La ECB si impegna ad acquistare i bond per finanziare il
recovery fund

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