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La disoccupazione

 Problemi dei governi


 Crescita: lo stato vuole disporre ogni anno di risorse maggiori, “guadagnare” di più
 Piena occupazione: la crescita da sola non basta, x partecipare alla divisione della richezza
prodotta bisogna lavorare
 Disoccupato
 Privo di lavoro
 Cerca lavoro
 Ha i requisiti legali per lavorare  età, godimento dei diritti civili
 casalinga / pensionato / studente / > 16 anni / invalido / non vuole lavorare  non lo sono
 Problemi
 Costi economici sulla persona del lavoratore
 Reddito familiare  riduzione delle spese/progetti  condizioni di vita peggiori
 Perdita di professionalità  perde le conoscenze apprese in passato e resta tagliato
fuori dal progresso delle conoscenze del suo campo  reinserimento più complesso
 Costi psicologici
 La società si basa sul lavoro, privare qualcuno del lavoro = togliergli il diritto di esistere
 legata criminalità, disturbi psicologici, suicidi, divorzi
 Costi sociali
 L’esistenza di un grande N di disoccupati rende il clima sociale molto teso
o Conflitti sindacali / attriti nei rapporti tra partiti politici
o Aumento dell’illegalità
o Fiducia dei cittadini verso lo stato  prende forma in un aumento di richiesta di
modifica delle leggi  svantaggio anche per gli occupati, è complesso vivere in un
paese dove il governo è screditato e c’è rischio di criminalità
 Costi economici sulla società: la disoccupazione non genere crescita economica
 Forzata inattività dei lavoratori  produzione complessiva del sistema economico
rispetto a quella potenziale  persone formate, abili ma inattive  spreco di risorse
 È una spesa pubblica  sussidi,…
 No reddito  consumo, produzione, crescita economica
 Calcolo
numero didisoccupati
tasso di disoccupazione=
popolazione attiva
 Popolazione attiva: parte di cittadini potenzialmente in grado di lavorare
 CH: calcolato dall’UFS (vedi sopra) e dalla SECO (considera solo quelli iscritti alle liste di
collocamento, il tasso risulta inferiore a quello che realmente è)
 È difficile calcolare il tasso effettivo per via
 Lavoro in nero: persone considerate disoccupate che però percepiscono un reddito,
consumano, prod, generano crescita economica ma non viene considerata
 Lavoro precario (lavoro con contratti brevi): persone considerate occupate, non hanno
lavoro/reddito stabile, non consumano, prod, porta a una minore, rallentata crescita
economica
 Tipi di disoccupazione
 Disoccupazione frizionale
 Causa: le esigenze delle imprese e dei lavoratori non combaciano perfettamente e
istantaneamente, ma dopo un certo tempo
 Deriva dalla mobilità dei lavoratori quando di spostano da un’occupazione all’altra
 È di breve durata
 es. chi cambia posto di lavoro, lavoratori stagionali (per un periodo disoccupati)
 Disoccupazione strutturale
 È legata ai grandi cambiamenti che si producono nella struttura economica
 Riguarda trasformazioni permanenti della domanda/cambiamenti definitivi dovuti
all’avvento di innovazioni tecnologiche, che rendono obsolete le capacità professionali
di certe categorie di lavoratori
 es. maniscalchi
 Disoccupazione ciclica
 Legata agli alti e bassi della domanda di mercato
 In certi periodi: domanda aggregata (dell’insieme dei consumatori o famiglie e delle
imprese)  le imprese rallentano l’attività, non assumono nessuno, ev. licenziano
qualcuno  visti gli arrivi continui (es. studenti che finiscono la formazione) e il blocco
delle assunzioni  disoccupazione
 Rimedi
 Misure per limitare i disagi psicologici e le privazioni economiche
 La disoccupazione è produzione potenziale perduta, deve diminuire
 Pensare al futuro  anticipare le grandi trasformazioni della società per garantire lavoro
anche alle generazioni future
 il ruolo dello stato è molto importante

 Disoccupazione frazionale
 La durata del periodo di “transito” può essere ridotta se domanda e offerta di lavoro
(preferenze di lavoro e esigenze delle imprese) possono incontrarsi più rapidamente 
misure finalizzate a migliorare l’efficienza del mercato del lavoro: uffici di collocamento
per incontro tra lavoratore e impresa, piattaforme private
 es. linkedin
 Disoccupazione strutturale
 È difficile combatterla, va prevenuta  istruzione, formazione professionale completa e
flessibile (conoscenze applicate a vari campi, adattarsi alle esigenze del mercato del
lavoro di oggi ma anche di domani cercando di prevenire i grandi cambiamenti
dell’economia)
 Aiuti per il reinserimento  possono essere convertiti ad altre occupazioni grazie ad
appositi corsi di formazione
 Opere pubbliche
 Disoccupazione ciclica
 Opere pubbliche  opere a sostegno della domanda  es. nuove spese dello stato /
riduzione imposte
 Sussidi  migliora la loro situazione personale e mantiene elevati i consumi di modo
che la crisi non si aggravi  sussidio di disoccupazione: strumento in mano allo stato
per redistribuire il reddito nazionale, attraverso l’utilizzo delle imposte aiuta chi è in
difficoltà fornendo sussidi/pensioni sociali,… in modo da poter vivere dignitosamente

Il commercio internazionale
 Cos’è
 Insieme degli scambi di beni e servizi fra soggetti che appartengono a Stati diversi
 Esportazioni e importazioni dello stato con il resto del mondo
 È un aspetto importante della nostra vita  ogni paese produce solo una parte di quello
che ha bisogno e si procura il resto tramite il commercio internazionale  senza, la
maggior parte degli oggetti della nostra vita quotidiana non esisterebbero
 Le ragioni del commericio internazionale
 Il vantaggio assoluto
 I paesi hanno diverse abilità del produrre le medesime merci (diverse risorse e diverse
capacità produttive  poco tempo nella produzione e più efficienza nell’uso delle
risorse / più qualità del prodotto)
 Un paese ha interesse ad esportare le merci che può produrre a costi più bassi rispetto
all’estero e a importare quelle prodotte a costi minori altrove
 I vantaggi comparati (teoria proposta da Ricardo nell’Ottocento)
 Un paese ha interesse ad esportare le merci che può produrre con il maggior vantaggio
comparato rispetto all’estero e importare quelle per cui detiene un vantaggio comparato
minore
 Si risparmia il tempo della produzione di un bene in cui ho un minor vantaggio
comparato rispetto a un altro paese e lo si spende nella produzione del bene dove
detengo un vantaggio comparato maggiore rispetto a altri stati
 Con il tempo le forze del mercato fanno sì che lo stesso bene abbia più o meno lo stesso
prezzo in tutti i mercati e che ogni paese si specializzi nel settore in cui detiene un
vantaggio comparato
o Motivo per cui si mette in moto il commercio: i commercianti hanno interesse a
trasferire le merci da un paese all’altro
o Come i paesi beneficiano del commercio internazionale: la concorrenza tra
commercianti trasferisce il beneficio ai produttori
 Le ragioni di scambio
prezzo dei beni esportati
ragione di scambio=
prezzo dei beniimportati
 Dalla ragione di scambio dipende la prosperità di un paese
 Vantaggi del libero scambio
 Specializzazione
 Produrre di più a parità di costi  profitti, retribuzione dei lavoratori
 Comporta investimenti in macchinari, capacità tecniche, reti di vendita e conoscenze
 Unicità dei beni
 Non tutti i luoghi hanno le stesse risorse e lo stesso livello di tecnologia  con il
commercio internazionale si super questo limite, il paese ha accesso a maggiori risorse
 Economie di scala
 Il commercio internazionale e la specializzazione  maggior dimensione delle imprese
 Maggiore è la produzione, minore sono i costi  ci sono dei costi fissi
 Diffusione delle tecnologie e delle scoperte scientifiche
 Il commercio interazionale incentiva i produttori a essere innovativi  per la
concorrenza e per le maggiori opportunità di guadagno offerte dal mercato mondiale
 Stabilità politica internazionale
 Il commercio internazionale facilita la creazione e il mantenimento di buone relazioni
con gli altri paesi
 È difficile rovinare i rapporti con gli altri stati  il grado di interdipendenza delle
economie è elevato, nessuno ha un interesse collettivo a fare guerra
 dalla liberalizzazione degli cambi nascono molte nazioni  p.es svizzera
 Gli argomenti contro il libero scambio
 La realizzazione pratica del libero scambio incontra ostacoli pratici  protezionismo
 Spesso i governi introducono misure che limitano le importazioni
 Imposizione di dazi doganali  costo, difficoltà di vendita
 Imposizione di quote sulle importazioni  quantità max di beni che puoi importare
 Imporre standard  severi, impediscono/rendono antieconomica l’importazione
 Difesa dei posti di lavoro
 Invitare i cittadini a comprare merci locali anziché importate difende l’economia
nazionale e i posti di lavoro nelle imprese minacciate dalla concorrenza internazionale
 questo in realtà danneggia i consumatori locali
 Difesa delle industrie nascenti
 Esse devono affrontare costi iniziali molto alti prima di potersi affermare sul mercato
che le espongono alla concorrenza di chi è sul mercato già da tempo  in realtà
andrebbero protette solo quelle a scopo di diversificare l’economia, così c’è il rischio di
difendere artificialmente e l’impresa non sarà mai in grado di affrontare il mercato
 Diversificazione
 Diversificare: basare la propria economia su più di un’attività è meno efficiente ma
molto più sicuro della specializzazione (rischio di crisi)
 Riguarda soprattutto i paesi non industrializzati e con un’economia “monoculturale”
 Difesa nazionale
 Non tutti i beni possono essere venduti a tutti i paesi
 Lobby e interessi nazionali
 Lobby: gruppi di interesse, che condividono gli stessi interessi economici  finanziano i
partiti politici per non far andare via un settore dal paese e difendere i loro interessi
 Se un settore sta scomparendo da uno stato, gli imprenditori sono obbligati a
reinvestire i loro capitali in un settore più redditizio  richiede tempo, costi economici
ed è rischioso
 Anche i lavoratori di quel settore rischiano la disoccupazione
 Il governo viene sottoposto a pressioni dalle lobby nazionali alleate con i sindacati e
vengono messe barriere economiche

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