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Che cos’è un paese emergente? Non esiste una definizione ufficiale, ma ci sono alcune dimensioni
che possiamo andare a considerare per andare a definire quello che potrebbe essere un paese
emergente, e sono sostanzialmente due:
Il risparmio può essere INTERNO, posso cercare di aumentarlo Essendo paesi a basso
reddito è difficile pensare che la crescita possa derivare da questo.
FINANZIAMENTO da parte dello Stato. Porta come conseguenza ad un aumento dei deficit
fiscali a causa di un aumento della spesa pubblica che non è coperto da un aumento delle
entrate.
Investimenti che vengono dall’ESTERO. In quegli anni veniva visto come l’aiuto allo
sviluppo (Idea base del Piano Marshall). I paesi ricchi possono fare aumentare gli
investimenti nei paesi in via di sviluppo. L’aiuto allo sviluppo deve essere investimento
produttivo per generare crescita. Spesso, tuttavia, questo finisce per tramutarsi in
investimenti improduttivi o sbagliati che non hanno portato ad alcuna crescita.
MODELLO DUALE DI LEWIS (1954)
Si concentra principalmente sulla trasformazione del sistema economico (Agricolo Industriale)
ed evidenza il fatto che nei paesi che basano la propria sussistenza sull’agricoltura è un paese che
usa la propria forza lavoro in maniera sub produttiva.
C’è un SURPLUS di lavoro improduttivo che deve essere spostato verso il settore industriale. Fin
quando permane questo surplus di lavoro produttivo, questo spostamento può avvenire senza la
necessità di aumentare i salari, quindi senza aumentare anche i prezzi.
CRITICHE A QUESTI MODELLI
È stato sottolineato il fatto che il lavoro in agricoltura non necessariamente è poco produttivo, il
lavoro tende ad essere molto stagionale: ci saranno momenti dell’anno in cui il lavoro è
improduttivo, periodi in cui invece è produttivo.
Ci sono dei limiti oggettivi alla trasformazione dei sistemi economici da agricoli a prevalentemente
industriali.
CRITICA PREBISCH E SINGER (1950)
Molti dei paesi in via di sviluppo sono ricchi di materie prime ma una specializzazione basata solo
sull’esportazione di queste materie prime tende ad essere una specializzazione che rischia di non
favorire lo sviluppo: questo perché i due notano come ci sia una tendenziale diminuzione delle
ragioni di scambio tra BENI PRIMARI e BENI SECONDARI.
L’effetto della riduzione delle ragioni di scambio sarebbe che se un paese si specializza
nell’esportazioni di grano e il prezzo di grano diminuisce in relazione all’importazione di beni
manifatturieri, questo implica che il paese che esporta il grano, per continuare ad esportare la
stessa quantità di beni manifatturieri dovrà importare sempre più grano.
Lo sviluppo basato sull’esportazione di materie prime o prodotti agricoli non porta allo sviluppo, è
necessario che i paesi creino un proprio settore industriale anche mediante una SOSTITUZIONE
DELLE IMPORTAZIONI (un paese dove non c’è un settore industriale inizia a crearlo proteggendolo
dalla concorrenza nei confronti del resto del mondo, creando barriere doganali che permettono a
tale settore di crescere e potenzialmente di diventare competitivo).
In realtà, la caduta nel tempo dei prezzi delle materie prime non si è verificata.
Il problema principale è la forte INSTABILITA’ del prezzo delle materie prime. In alcuni momenti
un paese di questo tipo potrebbe guadagnare tanto, in altri momenti molto meno.
Questi paesi si basano molto sui FONDI SOVRANI, ovvero una parte dei guadagni che vengono
messi da parte per poi essere investiti in altri settori nel caso in cui si verifichi una riduzione delle
importazioni dalle quali dipendono fortemente.
HIRSCHMAN E IL LINKAGE
Hirschman ha sottolineato l’importanza dei LINKAGES (COLLEGAMENTI) tra i diversi settori del
sistema economico. Si collega all’idea di Harrod-Domar (investimenti) ma afferma che, al fine di
avere un impatto maggiore sul sistema economico, è importante concentrare gli investimenti
pubblici nei settori che hanno MAGGIORI LEGAMI agli altri settori del sistema economico.
BACKWARD LINKAGES
Investo nel settore tessile pensando che questo possa avere effetto ed impatto anche nel
sistema agricolo (maggiore domanda di cotone).
Ogni paese deve essere in grado di identificare ambiti di investimento che possono avere
effetti anche in altre parti del sistema economico.
FORWARD LINKAGES
Un paese in cui si produce molta energia può cercare di andare a scegliere di sviluppare un
dato settore (meccanico) che produce macchinari che possono andare ad usare
quell’energia. In seguito a quello che già ho decido cosa produrre.
DALLA CRESCITA DEL REDDITO ALLA DISEGUAGLIANZA (ANNI 70)
Dopo che l’aiuto allo sviluppo non porta a miglioramenti nella maggior parte dei paesi in via di
sviluppo, si inizia ad evidenziare, dagli anni ’70, il fatto che il problema in questi paesi sia di
DISUGUAGLIANZA DEL REDDITO e non solo di arretratezza dal punto di vista della crescita.
La crescita potrebbe portare a un aumento della disuguaglianza e una maggiore concentrazione
del reddito nelle élite che governano questi paesi.
Si sottolinea l’importanza di una crescita del RUOLO DELLO STATO nell’economia, ma anche
l’importanza delle riforme agrarie (redistribuzione delle terre, soprattutto in Corea del Sud), che
sono sempre mancate nei paesi dell’America Latina.
Un altro aspetto sottolineato da queste teorie è la DIPENDENZA che si viene a creare dei paesi in
via di sviluppo dai paesi sviluppati.
I legami coloniali, quando vengono meno, vengono sostituiti dalla dipendenza economica (Critica
all’interdipendenza del neo-marxismo).
Nelle teorie della dipendenza si evidenza il fatto che per i paesi in via di sviluppo sia necessario:
INTERVENTISTI
Coloro a favore di un modello di sviluppo dei paesi poveri basato su un ruolo importante
dello Stato nell’economia, riduzione dipendenza paesi sviluppati.
LIBERISTI
Ruolo ridotto dello Stato, idea ispirata a un modello degli anni ’60 di sistema economico
che è aperto al mondo, aumenta gli investimenti e così via.
Queste due scelte sono corrispettive di due tipi di modelli differenti:
DISCIPLINA FISCALE
Taglio del deficit fiscale mediante una forte riduzione della spesa pubblica. Tagliare i servizi
sociali (educazione e sanità), in paesi dove molti di questi servizi erano all’inizio del loro
sviluppo.
LIBERALIZZAZIONE FINANZIARIA
Apertura dei flussi di finanziamento estero.
LIBERALIZZAZIONE COMMERCIALE BENI E SERVIZI
I mercati si aprono, non vengono più fortemente protetti.
APERTURA MULTINAZIONALI
PRIVATIZZAZIONE DELLE IMPRESE PUBBLICHE
Questo porta alla riduzione delle spese pubbliche.
Si impone a questi paesi di adottare dei modelli simili a quelli adottati dai paesi asiatici, in cui tali
modelli avevano apparentemente funzionato molto bene. Interpretazione del modello asiatico.
FALLIMENTO DEL WASHINGTON CONSENSUS
L’imposizione di questi programmi di aggiustamento strutturale non fa altro che aumentare la
diseguaglianza nei paesi, avendo dei costi sociali altissimi (altissima disoccupazione).
Dall’altro lato la crescita che veniva prospettata dall’adozione di questo tipo di piani NON SI
VERIFICA. Sono un vero e proprio fallimento, vengono contestati e poi abbandonati.
Periodo nel quale si sviluppano, soprattutto all’interno dell’agenzia delle Nazioni Unite per lo
Sviluppo Economico (UNDP), visioni che tengono conto anche dell’IMPATTO SOCIALE delle
manovre economiche, che devono essere accompagnate dallo sviluppo di servizi sociali per evitare
l’aumento della diseguaglianza sociale, una delle conseguenze di questi piani.
È questo il periodo in cui si sviluppano le teorie di Amartya Sen: la povertà deve essere misurata
anche in termini di MANCANZA DI OPPORTUNITA’.
Agli individui devono essere fornite delle competenze ma devono anche essere resi in grado di
realizzare le proprie potenzialità.
RIVOLUZIONE SPERIMENTALE
Recentemente ha preso piede una nuova visione dello sviluppo economico, basata sulla cosiddetta
visione SPERIMENTALE.
Idea che affinché gli interventi di sviluppo economico siano efficaci bisogna essere in grado di
misurare il loro impatto, mediante una metodologia simile a quella scientifica che si usa negli
esperimenti scientifici. Effettuare gli esperimenti su dei CAMPIONI di individui che sono
identificati in popolazioni.
Si vuole vedere l’effetto del miglioramento dell’alimentazione dei bambini in un determinato
paese sui loro risultati educativi. Si identifica una popolazione casuale di bambini, ad alcuni di
questi viene fornito un livello di supplemento di cibo. Ad un gruppo con caratteristiche simili non
viene fornito il supplemento.
Dopo un determinato periodo di tempo si va a vedere se quel tipo di aiuto ha avuto un impatto sul
loro rendimento scolastico. In questo modo si raccolgono dati statistici che permettono di
sviluppare politiche basate su un’evidenza robusta.
Questi esperimenti hanno una serie di problemi ETICI: si fornisce un aiuto ad un gruppo, ma ad un
altro no. Esperimenti fatti sulle persone.
ALTRI APPROCCI
CRESCITA SOSTENIBILE
NUOVE FORME DI COLLABORAZIONE
DAGLI MDGs agli SDGs
Dal 2000 in poi la crescita economica è stata molto influenzata dai Millenium Development
Goals (2000-2015), obiettivi che riguardano la riduzione della povertà e di una serie di
indicatori ad essa collegati.
Sono stati sostituiti dai Substainable Development Goals, che non riguardano solamente i
paesi in via di sviluppo ma che hanno rilevanza anche per i paesi sviluppati.
Hanno un ambito più ampio, guardano anche alla sostenibilità ambientale e sociale.
INDICATORI DI SVILUPPO: IL PIL
Il prodotto interno lordo misura solamente una dimensione dello sviluppo del paese. Altri possibili
indicatori sono invece MULTIDIMENSIONALI.
ECONOMIC GROWTH
Misura del valore della produzione di beni e servizi in un certo periodo di tempo in un certo
paese. Questo è quello che in inglese si chiama Gross Domestic Product. (PIL)
ECONOMIC DEVELOPMENT
Idea multidimensionale espressa dall’indicatore di sviluppo umano, che aggrega tre
dimensioni diverse: la dimensione ECONOMICA (si considera il PIL Pro Capite), ma anche
l’EDUCAZIONE e la SANITA’.
Indice che all’interno di un valore aggregato somma valori differenti che fanno parte di
dimensioni differenti. Mette insieme attraverso tecniche statistiche variabili diverse.
Bisogna anche avere un’attenzione sulla distribuzione del reddito, andare a considerare ciò
che in un paese è stato fatto per ridurre la povertà, la malnutrizione, riduzione della
mortalità infantile, l’aumento della aspettativa di vita.
Secondo alcuni tutte queste dimensioni non sono ben rappresentate dal PIL.
ROBERT LUCAS
Secondo Lucas il PIL Pro Capite potrebbe sembrare una definizione molto ristretta di quello che è
lo sviluppo economico ma alla fine, pensare in termini di reddito, tiene dentro tutti i diversi aspetti
della società che possono essere considerati dallo sviluppo economico.
Utilizzare il PIL Pro Capite non tiene conto formalmente delle altre dimensioni dello sviluppo, ma
siccome c’è una forte CORRELAZIONE con esse, un aumento del PIL comporterebbe
automaticamente una riduzione della povertà, un miglioramento della sanità, un maggiore accesso
all’educazione etc…
La crescita economica è la condizione NECESSARIA e SUFFICIENTE affinché le altre condizioni dello
sviluppo economico si presentino in un determinato paese.
La crescita del PIL Pro Capite è correlata in modo NATURALE alla crescita delle altre dimensioni
dello Sviluppo Umano.
PAUL STREETEN
Se ci fosse un legame rigido tra la produzione economica misurata dal PIL Pro Capite e lo sviluppo
umano (misurato dalla combo di indicatori) si potrebbe effettivamente usare il livello del Reddito
in modo indicativo per lo sviluppo economico.
Ma in realtà questi non sono necessariamente CORRELATI.
L’aumento del PIL Pro Capite non porta necessariamente ad un miglioramento delle altre
dimensioni dello sviluppo umano; così come alcune dimensioni dello sviluppo umano non sono
collegate al livello del reddito (paesi più poveri con elevati livelli di alfabetizzazione).
Lo sviluppo è un problema multidimensionale che non può essere descritto o misurato dal
Prodotto Interno Lordo da solo, che non è adeguato a misurarlo nel suo complesso.
PIL – PRODOTTO INTERNO LORDO
È stato creato negli Stati Uniti e nel Regno Unito dopo la Grande Depressione del 1930 per tenere
traccia della produzione all’interno di un determinato paese.
Non misura se il valore economico sia un bene o un male per la società o per le persone.
I beni e servizi che possono essere prodotti potrebbero effettivamente andare ad aumentare il PIL
di un determinato paese e allo stesso tempo danneggiare i cittadini dello stesso.
Il PIL corrisponde al valore di mercato di tutti i beni e i servizi finali che sono prodotti da un paese
in un certo periodo di tempo.
VALORE DI MERCATO
I beni e i servizi che entrano a far parte del PIL sono valutati al loro prezzo di mercato,
perché è necessario sommare valori che siano tra loro compatibili.
Ovviamente non possiamo sommare tra di loro mele e arance, computer e popcorn.
Dobbiamo dare ad essi un valore che è il prezzo di mercato al quale vengono venduti.
L’aumento del PIL può dipendere da una variazione della QUANTITA’ ma anche del PREZZO
di mercato.
Per confrontare PIL di periodi storici diversi devo andare ad utilizzare il PIL Reale, ovvero il
Prodotto Interno Lordo a prezzi COSTANTI. Prendo un anno di riferimento e considero
quello il prezzo per ogni anno. I prezzi sono quelli dell’anno base e quindi non c’è più il
problema della variazione di prezzi, le variazioni del PIL dipendono da variazioni di Q.
Importante usarlo quando c’è molta inflazione o quando confronto periodi storici.
BENI E SERVIZI FINALI
Un bene e un servizio finale è un oggetto comprato dal consumatore finale durante un
periodo specifico di tempo. L’automobile è fatta da tanti pezzi e componenti, quando io la
compro vado a comprarla nella sua interezza, non compro componente per componente,
all’interno del valore dell’automobile è già compreso il valore dei beni intermedi che sono
stati usati per produrla.
Escludendo il valore dei beni intermedi andiamo ad evitare conti sbagliati.
PRODOTTO IN UN PAESE IN UN PERIODO DI TEMPO DEFINITO
PIL – PNL – RNL
I paesi ad ALTO REDDITO sono quelli che hanno un reddito Pro Capite annuale superiore a
12mila dollari.
I paesi ad ALTO-MEDIO REDDITO (Russia, Cina, parti di Sud America) sono i paesi in cui il
Reddito Pro Capite annuale va da 4k a 12k dollari annuali.
I paesi a BASSO-MEDIO REDDITO (India, parte dell’Africa, parte del Sud-Est Asiatico
insulare) hanno un reddito che va da 1k a 4k dollari Pro Capite.
I paesi a BASSO REDDITO (Molti paesi africani) hanno un reddito Pro Capite annuale
inferiore a 1k dollari.
In passato la Banca Mondiale forniva anche una classificazione per i cosiddetti paesi in via di
sviluppo, dove venivano aggregati i paesi ad alto, medio e basso reddito.
Dal 2016 questa categoria è stata ABOLITA, si sottolinea il fatto che la categoria dei paesi che non
sono ad Alto Reddito è diventata sempre più ETEROGENEA, ed essendo così differenziata non ha
molto senso fornire statistiche per un gruppo di paesi tra loro così differenti.
Metteva a paragone paesi quali il Messico (Alto-Medio Reddito, 9850 dollari all’anno pro capite) e
il Malawi (Basso Reddito, 250 dollari all’anno pro capite). Non ha molto senso paragonarli.
Dal 2016 la Banca Mondiale fornisce statistiche per le quattro categorie differenti dei paesi e sulla
base delle aree geografiche mondiali. Possiamo trovare informazioni sull’Asia Centrale, Europa
Meridionale e così via.
PIL NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO VIENE SOTTOSTIMATO
Esistono vari problemi in tutto il mondo ma che sono particolarmente rilevanti nei paesi in via di
sviluppo, soprattutto quelli che si basano su un’economia ancora rurale.
I prezzi dei beni TRADABLES (commerciabili nel mercato) tendono ad essere abbastanza
simili tra paesi differenti. Ad esempio computer, automobili, cellulari. Ci possono essere
differenze ma non troppo rilevanti anche tra paesi che appartengono a categorie differenti.
Ci possono essere differenze importanti tra i beni NON TRADABLES (non vengono
commercianti), che sono ad esempio tutti i servizi. Un pasto al ristorante a New York tende
a costare molto di più che un pasto al ristorante in India.
THE PENN EFFECT
I prezzi dei beni, soprattutto dei beni non tradables, non sono riflessi in modo corretto dal tasso di
cambio, che è determinato solo dai beni scambiati nel mercato internazionale (tradables).
Il livello dei prezzi tende ad essere più elevato nei paesi ad alto reddito e ad essere più basso nei
paesi a reddito basso.
Questo ha ovviamente un effetto nel calcolo del PIL.
ESEMPIO
Cina (2010): Tasso di cambio 6,46 renminbi per 1 Dollaro Americano
GDP Per Capita in Cina: 10.261 dollari americani.
Ma in Cina la capacità di potere di acquisto è circa 64% in più che in US; quindi, la capacità di
potere di acquisto di 6,46 renminbi è in realtà di circa 1,64 dollari americani.
Con l’equivalente di un dollaro, in Cina, compro beni per 1,64 dollari.
Quindi se io provo a ricalcolare il PIL cinese tenendo conto di questa maggiore capacità di potere
di acquisto del dollaro in Cina, ottengo che il Pil Pro Capite diventa: 16.828 dollari pro capite.
È il Prodotto Interno Lordo Pro Capite cinese a PARITA’ DI POTERE D’ACQUISTO.
Dovuto al fatto che il prezzo dei beni non tradables in Cina sarà più basso che negli USA.
SALUTE
Misura la lunghezza della vita ed esprime le condizioni sanitarie di un paese.
L’indicatore che è stato scelto dall’UNDP è l’ASPETTATIVA di vita alla NASCITA.
CONOSCENZA
Sono due gli indicatori che sono stati scelti dall’UNDP e sono il numero di ANNI ATTESI di
scuola e la MEDIA degli anni EFFETTIVI di scuola. I due indicatori possono essere diversi, il
primo indicatore va a misurare e riflettere le politiche scolastiche di un paese, il secondo è
il risultato di come queste politiche vengono implementate e delle condizioni del sistema
scolastico, ma anche dell’atteggiamento nei confronti della scuola.
Se parliamo di paesi dove le scuole sono difficilmente raggiungibili e con una bassa
concentrazione di scuole questo influirà sulla variabile degli anni in media effettivi.
Riflette anche la capacità del paese di far rispettare le proprie politiche.
Si usano due indicatori per cogliere due aspetti diversi: POLITICO e IMPLEMENTAZIONE
REDDITO
Per misurare il reddito viene utilizzato il Reddito Nazionale Lordo Pro Capite calcolato in
PPP (Parità di potere d’acquisto).
Corretto utilizzarlo perché considera le rimesse dall’estero che per molti paesi sono
importantissime. Anche il PPP è importante, tiene conto della diversa capacità di potere
d’acquisto. In questi paesi i prezzi dei beni non tradables tendono ad essere più bassi.
Quello che conta è misurare il livello di reddito di un paese in termini della possibilità di
quanto questo reddito in quel paese permette di acquistare.
L’indice di sviluppo umano aggrega queste tre dimensioni diverse. Potremmo aggiungere altre
dimensioni rilevanti, ma l’indice cerca di identificare quelle dimensioni fondamentali per misurare
il benessere economico – sociale di un paese e quelle variabili che sembrano rappresentare meglio
tali dimensioni.
HDI 2020 ITALIA
VALIDITA’
Come un indice misura quello che effettivamente vuole misurare?
Quali indicatori utilizza?
ATTENDIBILITA’
Chi lo calcola? È possibile replicare i risultati? Deve essere fornita in modo chiaro la
metodologia con cui è stato calcolato un determinato risultato.
Se l’indicatore vuole misurare il livello di libertà nei paesi, devo andare a vedere se le
variabili scelte sono effettivamente collegate alla dimensione misurata. Posso considerare
come attendibili le organizzazioni che lo calcolano?
PARSIMONIA
Gli indicatori considerati sono quelli fondamentali per misurare un certo fenomeno?
Sono gli indicatori migliori per misurare quel determinato fenomeno?
OCSE BETTER LIFE INDEX
Nel 2011 l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico) ha lanciato la
“Better Life Initiative”, con cui fornisce ogni due nani un quadro complessivo del benessere dei vari
paesi sulla base di tre pilastri:
Condizioni materiali
Livello del reddito, il fatto di avere un lavoro, il fatto di avere una casa
Qualità della vita
Equilibrio tra lavoro e vita privata, livello di educazione, livello di connessione sociale
(sentirsi inseriti in una società), coinvolgimento in attività che hanno impatto a livello
civico, qualità ambientale, sicurezza personale e una dimensione soggettiva del benessere
Sostenibilità
Dimensione trasversale della sostenibilità nel tempo di un certo livello di benessere.
L’OCSE ha raccolto le risposte di coloro che hanno risposto e prodotto alcuni rapporti in cui si vede
che il benessere delle persone può essere veramente diverso da paese a paese.
Nei paesi europei la salute è considerata importante, sottolineata meno già negli Stati Uniti, in cui
viene enfatizzato molto di più l’equilibrio tra lavoro e vita privata e l’importanza di un inserimento
nel mercato del lavoro.
Sulla base delle risposte raccolte è stato calcolato un indicatore sintetico.
L’obiettivo di questo tipo di iniziativa era quello di raccogliere dalla popolazione informazioni su
quelle che erano le dimensioni della vita considerate IMPORTANTI nei diversi paesi.
BENESSERE EQUO SOSTENIBILE (ISTAT)
Questo esperimento è stato in parte ripreso anche in Italia con il calcolo del BES (Benessere Equo
Sostenibile) che viene calcolato regolarmente dall’ISTAT a partire dal 2010 e che è basato sulla
combinazione di diversi metodi.
Da un lato un’analisi multidimensionale con una raccolta di risposte sulla base di una survey che
viene fatta ad un campione di cittadini su una serie di dimensioni di aspetti rilevanti della qualità
della vita. Vengono anche usati vari indicatori disponibili che misurano aspetti diversi della qualità
della vita, un tentativo di andare al di là di misurare la qualità della vita usando solo il Reddito.
Sono considerate:
1) Salute
2) Istruzione e Formazione
3) Lavoro e Conciliazione tempi di vita
4) Benessere Economico
5) Relazioni Sociali
6) Politica e Istituzioni
7) Sicurezza
8) Benessere soggettivo
9) Ricerca
10) Innovazione
11) Qualità Servizi
12) Paesaggi
MODELLO NEOCLASSICO DI CRESCITA
CRESCITA DI LUNGHISSIMO PERIODO
I dati vengono da uno studio di Maddison, il primo a fare un lavoro di raccolta e di stima di dati a
partire dall’anno 1000 in poi.
L’assetto attuale del mondo è relativamente recente.
Tra il 1000 e il 1998 la POPOLAZIONE è aumentata di 22 volte e il reddito pro capite di 13 volte.
Questo andamento della crescita è completamente diverso dalla crescita tra l’anno zero e l’anno
1000, in cui la popolazione è aumentata di un sesto mentre il PIL Pro Capite è leggermente
diminuito.
Andando ad analizzare i tassi di crescita del PIL e del PIL Pro Capite:
PIL NOMINALE
Prodotto Interno Lordo misurato dal valore dei beni e servizi finali valutati al prezzo
corrente di mercato. Non può essere usato per compiere analisi storiche.
PIL REALE
Prodotto Interno Lordo misurato dal valore dei beni e servizi finali valutati a prezzi costanti,
cioè ad un prezzo di un anno di riferimento.
PIL PRO CAPITE
Quando voglio confrontare il PIL Pro Capite devo andarlo a confrontare utilizzando la Parità di
Poteri di acquisto (Purchasing Power Parity) e usando il Pil Pro Capite Reale.
CONVERGENZA PIL PRO CAPITE PAESI OCSE
C’è una relazione NEGATIVA tra il Pil Pro Capite nel 1950 (Reale) e il Tasso di Crescita medio
annuo registrato successivamente (fino al 2014).
I Paesi con livelli di PIL Pro Capite più basso nel 1950 sono cresciuti a dei tassi di crescita più alti.
I paesi che partono con un livello di Reddito più basso crescono più rapidamente dei paesi che
hanno, a livello di partenza, un livello di reddito più elevato.
Se questo avviene, ci sarà una CONVERGENZA tra i paesi. È avvenuta tra i paesi avanzati (OCSE).
Gli USA Partono da uno dei Pil Pro Capite più alti, registrando poi uno tra i tassi di crescita più
bassi. Ci sono ovviamente eccezioni:
Il Messico è cresciuto di meno rispetto ala posizione iniziale, mentre la Norvegia di più.
PAESI AFRICA E ASIA
Se guardiamo tutti i paesi insieme, una tendenza chiara alla Convergenza come quella che
abbiamo visto per i soli paesi OCSE scompare.
Non vediamo più la relazione negativa che avevamo visto prima.
Ci sono paesi con PIL Pro Capite molto bassi e che hanno tassi di crescita anch’essi molto bassi,
addirittura alcuni paesi africani hanno tassi di crescita NEGATIVI.
PAESI ASIATICI
Mostrano una maggiore concentrazione su tassi di crescita più alti.
Il ruolo delle QUATTRO TIGRI ASIATICHE degli anni ’60 è importantissimo, ma c’è anche
un’importanza sempre più crescente della Cina.
PAESI AFRICANI
Hanno tassi di crescita molto vari, ma generalmente bassi e in alcuni casi addirittura
negativi. Decrescono al posto di crescere.
COSA DETERMINA LA CRESCITA ECONOMICA? (NEOCLASSICO)
Modello introdotto da Solow negli anni ’50, è ancora un modello che per la sua semplicità offre
uno strumento per analizzare la relazione tra la crescita dei fattori di PRODUZIONE (Capitale,
Lavoro, Tecnologia) e la crescita della PRODUZIONE AGGREGATA.
La crescita economica risulta essere determinata da:
ACCUMULAZIONE DI CAPITALE
Nel Breve / Medio periodo
MIGLIORAMENTI TECNOLOGICI
Nel lungo periodo
DETERMINANTI DELLA CRESCITA ECONOMICA
La funzione di produzione mette in relazione il capitale per addetto (K/N) e il prodotto per addetto
(Y/N). Ci dice quanto è la produzione per addetto dato il capitale per addetto.
(Modello di lungo periodo di macro).
Il prodotto per addetto può aumentare lungo la curva grazie all’accumulazione del capitale per
addetto, mi posso spostare da YA a YC grazie al fatto che aumenta K/N.
Mi rappresenta quanto in un dato sistema economico dato un determinato livello di tecnologia
posso produrre a diversi livelli di K/N.
Un altro modo è quello di andare a migliorare la tecnologia. Un miglioramento tecnologico
(macchinari più efficienti) causa una traslazione asimmetrica verso l’alto, che ci porta ad avere un
livello maggiore di produzione anche a parità di K/N.
LA CRESCITA DI BREVE / MEDIO PERIODO
Dato un livello di Stock di Capitale, il paese sarà in grado di produrre una certa quantità di
prodotto. Questo livello di produzione può essere in parte consumato e in parte risparmiato e
investito. L’investimento è un aumento dello stock di capitale, che porta a una variazione di stock
di capitale che porta ad un aumento della produzione.
RELAZIONE TRA CAPITALE E PRODUZIONE
La funzione di produzione è la relazione tra la produzione aggregata e i fattori di produzione
disponibili in un dato sistema economico.
Y= F(K,N)
Ci dice come la tecnologia elabora il capitale e il numero di lavoratori per trasformarli in prodotto.
Ci sono due FATTORI DI PRODUZIONE:
STATO STAZIONARIO
Lo Stato Stazionario è l’equilibrio di questo tipo di modello.
Nello Stato Stazionario:
Non porta ad un aumento del tasso di crescita, al massimo mi porta a spostarmi a un equilibrio di
Stato Stazionario che corrisponde a un livello di K/N e Y/N più elevato.
Arrivo comunque a un punto in cui il sistema economico non cresce più.
Aumenti del capitale per unità di lavoro effettivo comportano aumenti gradualmente sempre più
piccoli della produzione per lavoro effettivo a causa dei rendimenti marginali decrescenti.
PRODUZIONE E INVESTIMENTO
I = sY posso dividere per AN ottenendo I/AN = sY/AN
I/AN = sf(K/AN)
QUAL È IL LIVELLO DI INVESTIMENTO CHE MANTIENE COSTANTE K/AN?
δK + (gA + gN)K = (δ + gA + gN)K
δK è il deprezzamento, la parte di capitale che deve essere sostituita.
AN cresce al tasso ga (tasso di crescita tecnologico) e gn (tasso di crescita demografico), quindi il
capitale deve crescere per andare ad assorbire questo tasso di crescita per poter mantenere
costante il rapporto tra il capitale e il lavoro effettivo.
Se vogliamo mantenere costante il capitale per lavoro effettivo, lo stock di capitale dovrà crescere
in modo tale da compensare sia la crescita demografica e tecnologica, sia il deprezzamento.
La variazione dello Stock di Capitale corrisponde alla differenza tra il risparmio per lavoro effettivo
(investimento) e tutto ciò che mi serve per mantenere invariato lo stock di capitale al livello del
tempo T, che è dato dal deprezzamento e da quanto il capitale deve crescere per compensare
l’aumento tecnologico e demografico.
Nel lungo periodo il capitale per unità di lavoro effettivo e il prodotto per unità di lavoro effettivo
convergono verso valori costanti (Stato Stazionario).
Anche nel lungo periodo i livelli convergono verso lo Stato Stazionario, livello in cui l’investimento
non fa altro che coprire il deprezzamento e la crescita demografica e tecnologica.
CRESCITA BILANCIATA
In Stato Stazionario Y/AN è costante. gY / AN = 0
Il tasso di crescita del prodotto è dato dalla crescita della popolazione più la crescita tecnologica.
gY = gA + gN
Il prodotto per addetto invece cresce quanto la tecnologia.
gY/N = gA
Vale lo stesso discorso per la crescita del capitale per addetto.
IL PROGRESSO COME FONTE DI CRESCITA
Il tasso di crescita del prodotto aggregato per unità di lavoro (Y/N) dipende da gA, dal progresso
tecnologico. Variazioni della tecnologia sono la fonte della crescita di lungo periodo.
In questo modello non viene spiegata la causa del progresso tecnologico, è ESOGENO nonostante
venga identificato come la causa di crescita dei sistemi economici.
Non ci spiega come è possibile migliorare la tecnologia e tramite essa aumentare la crescita dei
sistemi economici nel lungo periodo.
AUMENTO DEL TASSO DI RISPARMIO
Un aumento del tasso di risparmio provoca un aumento dei livelli di stato stazionario del prodotto
e del capitale per unità di lavoro effettivo. Risultati analoghi al breve periodo.
Si sposta verso l’alto la funzione di investimento, quindi avremo uno Stato Stazionario per livelli
maggiori di capitale e produzione aggregata per lavoro effettivo.
BREVETTI
Vengono protetti i risultati dall’innovazione con i brevetti.
Esiste un sistema di protezione dei diritti di proprietà intellettuale, questo perché uno dei
problemi delle imprese che investono in R&S è quello di proteggere i propri risultati per
potersi APPROPRIARE del risultato dei loro investimenti.
Se questo non esistesse, i risultati delle loro attività di innovazione potrebbero essere
acquisiti e sfruttati da altre imprese.
Protezione fornita per legge alle imprese che registrano le loro innovazioni.
L’impresa che produce innovazione la registra e a quel punto ha diritto a sfruttare
economicamente i risultati di quella attività innovativa.
Le altre imprese, per un determinato periodo di tempo, non potranno copiare
l’innovazione, garantendo un MONOPOLIO TEMPORANEO a chi ha brevettato quella
determinata innovazione.
La protezione del brevetto è lo stimolo fondamentale per investire in ricerca, dal momento
che se non avessero garanzie di guadagno da un loro investimento ingente, non avrebbero
alcun motivo di investire in ricerca.
Ci sono tuttavia dei modi per poter aggirare i brevetti, si può arrivare a risultati molto simili
senza infrangere i diritti d’autore mediante dei percorsi differenti, anche se simili al
percorso di partenza che ha dato via alla data innovazione.
POLITICHE FISCALI DI INCENTIVI DI R&S
Possibilità del sistema pubblico di creare meccanismi di incentivi fiscali dentro alle imprese,
fornendo alle imprese possibilità di avere vantaggi fiscali se investono in innovazione.
Nell’ottica che l’investimento in innovazione di un’impresa ha impatto che va anche AL DI
FUORI dell’impresa.
L’impresa aumenta i propri profitti e il suo prodotto innovativo avrà un impatto sul sistema
economico facendolo crescere. Lo Stato cerca di incentivare l’innovazione.
FONDI PER FINANZIARE RICERCA DI BASE E UNIVERSITARIA
Lo Stato può intervenire direttamente mediante il finanziamento della ricerca di base e di
quella universitaria.
La ricerca di base può essere la base dell’attività innovativa delle imprese.
Una politica dell’innovazione vede interventi su tutti questi livelli, sono tutti importanti e
necessari.
CRESCITA ENDOGENA
Il modello di Solow assume che lo sviluppo tecnologico sia ESOGENO.
I fattori di produzione sono capitale (K) e lavoro (N).
Il progresso tecnologico definisce la funzione di produzione e trova le proprie origini al di fuori
della sfera economica, non viene spiegata all’interno del modello.
Nei modelli di CRESCITA ENDOGENA, la tecnologia stessa diventa uno dei fattori di produzione.
La tecnologia, definita come l’insieme delle conoscenze di un’economia, è considerata una forma
di capitale nella quale si può investire e che si può accumulare.
La tecnologia diventa il terzo fattore produttivo.
Il risparmio e gli investimenti possono portare ad una crescita PERMANENTE.
Scompare l’ipotesi di RENDIMENTI DECRESCENTI.
QUANDO IL PROGRESSO TECNOLOGICO DIVENTA ENDOGENO
Con l’endogenizzazione del progresso tecnico, facendolo cioè dipendere da scelte e variabili
economiche, la crescita di lungo periodo si spiega con i meccanismi di ACCUMULAZIONE tipici
dell’organizzazione capitalistica della produzione.
Lo Stato ha un ruolo nella formazione del capitale, nell’investimento in R&S e nella creazione di un
clima favorevole allo sviluppo economico (Burocrazia efficiente, Infrastrutture che funzionano…).
RENDIMENTI CRESCENTI: L’accumulazione di conoscenza gode di rendimenti crescenti e genera
SPILLOVERS, effetti esterni positivi verso altre imprese e settori: la crescita genera crescita.
Se un’impresa investe in una nuova macchina (Innovazione) allora l’investimento dell’impresa sarà
soggetto ai rendimenti marginali decrescenti, come nel modello di Solow, ma oltre a questo ha
anche l’effetto di generare NUOVE IDEE.
Le nuove idee aumentano la produttività del capitale per le altre imprese in modo tale che
possano andare ad investire in NUOVE MACCHINE.
Gli investimenti si espandono in tutta l’economia e generano a loro volta nuove idee che
aumentano la produttività dell’iniziale stock di capitale che era stato investito dalle imprese.
Crescita che va al di là dell’effetto diretto dell’innovazione che si è avuta nella prima impresa.
Questo nuovo capitale a sua volta permette di poter investire di nuovo in innovazione, rinnovando
il ciclo.
L’investimento in innovazione ha un impatto sull’impresa che produce l’innovazione, ma non si
limita ad essa, va anche all’ESTERNO generando un impatto positivo su tutte le imprese e quindi
sull’intero sistema economico che crescerà.
CONOSCENZA E’ UN BENE PUBBLICO
UN BENE PUBBLICO:
NON RIVALE
Un bene pubblico è difficilmente appropriabile.
NON ESCLUDIBILE
Un bene pubblico ha un alto grado di trasferibilità.
Le caratteristiche della conoscenza in quanto bene pubblico, fanno sì che attraverso il meccanismo
dei brevetti le imprese investono in innovazione e si appropriano di UNA PARTE dei risultati.
Non c’è una PERFETTA APPROPRIABILITA’, c’è una parte di conoscenza che circola nel sistema
economico che è fondamentale per la crescita degli stessi sistemi economici nel complesso.
ESTERNABILITA’ POSITIVA
Le esternalità si producono in seguito a IMITAZIONE
I concorrenti andranno ad imitare coloro che hanno creato un’innovazione, anche se esistono i
brevetti. I brevetti proteggono una parte dei risultati dell’innovazione, ma ci può essere la
circolazione della conoscenza, mediante, ad esempio, il trasferimento di lavoratori che
comunicano tra di loro.
In questo modo potremo andare a sfruttare parte dell’innovazione svolta da altri per andare ad
arrivare a creare nuova innovazione a mio modo.
La MOBILITA’ DEL PERSONALE permette alle persone di portare con loro le competenze che
hanno acquisito. Può avvenire a causa della circolazione delle informazioni.
Le ESTERNALITA’ sono degli effetti che vengono prodotti dalla conoscenza e che però non vengono
remunerati, si generano nel sistema economico attraverso il trasferimento di conoscenza che può
avvenire mediante meccanismi diversi.
La crescita del sistema AD UN TASSO POSITIVO può durare nel lungo periodo proprio a causa di
queste ESTERNALITA’ positive, che fanno crescere il progresso tecnologico nel sistema.
Nei vari modelli di crescita endogena che sono stati elaborati diciamo che le esternalità positive
sono spiegate in modo diverso:
RICADUTA DELL’INVESTIMENTO
Ricaduta dell’investimento effettuato dalle singole imprese che genera esternalità positive.
(Romer, 1986)
INVESTIMENTO IN CAPITALE UMANO
Investimento in conoscenze scientifiche e tecniche che migliora la produttività fisica del
lavoro (Lucas, 1988)
INVESTIMENTO IN R&S
Mediante l’investimento in ricerca e sviluppo si producono beni più avanzati che fanno
aumentare, in aggregato, la produttività del sistema economico (Aghion e Howitt, 1992).
Gli effetti positivi, in ogni caso, vanno al di là dell’investimento e si esternano.
La crescita dipende sempre dal progresso tecnologico, la differenza fondamentale è che in questi
modelli il progresso tecnologico è un fattore produttivo nei quali è possibile investire.
MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS
Introdotti nel 2000 dalle Nazioni Unite con una prospettiva di 15 anni per poterli raggiungere.
UN Millenium Summit (2000): 189 Paesi firmano la dichiarazione delle Nazioni Unite per l’adozione
degli otto MDG.
L’aspetto più nuovo di questi obiettivi era quello di trovare un accordo tra un numero ampio di
stati su una serie di obiettivi COMUNI che venivano identificati in modo preciso: era la prima volta
che succedeva.
Venivano identificati anche degli indicatori per poter misurare i risultati.
GOAL 1
Eliminare la povertà e la fame.
GOAL 2
Ottenere educazione primaria universale.
Uno degli obiettivi che ha avuto più successo.
GOAL 3
Promuovere l’uguaglianza di genere e ridurre il gender gap
GOAL 4
Riduzione mortalità infantile
GOAL 5
Miglioramento salute materna
GOAL 6
Combattere l’epidemia di HIV/AIDS, malaria e altre malattie
GOAL 7
Miglioramento della sostenibilità ambientale
GOAL 8
Sviluppo di una global partnership per lo sviluppo. Aggregare organizzazioni e paesi diversi
insieme per soddisfare e raggiungere alcuni di questi obiettivi.
Gli aspetti positivi e importanti di questi obiettivi erano quello che per la prima volta si era messo
in evidenza il problema della POVERTA’ e quanto questo fosse un problema da affrontare a livello
globale. Evidenziano il fatto che la crescita non debba SOLO essere CRESCITA ECONOMICA,
sottolinea anche il fatto che fissare degli obiettivi potesse andare a spingere le organizzazioni
internazionali ad intervenire attraverso un quadro politico coerente e potesse rendere concrete
delle sfide che fino ad allora erano state astratte.
Nasce l’idea che avere obiettivi precisi potesse facilitare la MOBILITAZIONE delle RISORSE, far
convergere fonti di origini diverse verso lo stesso obiettivo.
Inoltre, il fatto che ci fossero obiettivi precisi con indicatori e target rendeva possibile un
MONITORAGGIO di quello che veniva fatto: era possibile tenere monitorati i progressi e si poteva
quindi in maniera migliore a seconda di come si stava sviluppando la situazione. Anche dal punto
di vista dell’implementazione e scelta delle politiche, il fatto di avere obiettivi precisi avrebbe
dovuto aiutare i paesi ad intervenire in modo più efficace.
RISULTATI MDG
Su alcuni obiettivi ci sono stati risultati importanti, alla fine del periodo c’è stata una notevole
SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
INCLUSIONE SOCIALE
L’obiettivo dei paesi dovrebbe essere quello di raggiungere la sostenibilità ambientale, economica
e sociale. Questi tre livelli di sostenibilità sono tra loro fortemente collegati.
Non ci si può dare come obiettivo il raggiungimento della sostenibilità ambientale se non si tiene
conto della sostenibilità economica e sociale.
Se per aumentare la disponibilità di cibo aumento coltivazioni intensive e che fanno uso di
pesticidi, da un lato ottengo un risultato positivo (Aumento produzione di cibo), dall’altro vado a
deteriorare l’ambiente e nel lungo periodo questa degradazione avrà effetto anche sulle capacità
di produzione di questi terreni.
I problemi non sono mai ISOLATI tra di loro. Bisogna considerare le relazioni e le interrelazioni tra
i vari problemi. Questo è quello che gli SDGs cercano di fare.
In molti paesi africani si è aumentata la produzione di alcuni cereali che possono essere
trasformati in biodiesel o in benzina verde, con dei grandissimi danni all’ambiente.
Quel tipo di coltivazioni che apparentemente hanno un impatto positivo (aiutano a ridurre la
dipendenza dal petrolio), hanno ridotto la terra disponibile per produrre cibo.
Se per ottenere un risultato positivo spiazzo la produzione di cibo creo un altro problema.
Nei MDGs gli obiettivi erano misurati in OBIETTIVI MEDI, ad esempio ridurre la mortalità infantile a
un certo livello medio, ma il risultato medio non tiene conto di un problema di equità di
distribuzione delle risorse all’interno dei paesi.
Nel considerare gli SDGs c’è sempre una certa attenzione a capire qual è l’effettivo impatto a
livello DISTRIBUTIVO, devo considerare non solo la media ma anche il miglioramento
dell’educazione nelle fasce della popolazione marginali.
Questi obiettivi sono stati sviluppati attraverso un PROCESSO PARTECIPATIVO, con la
partecipazione di diversi STAKEHOLDERS, non decisi dalle Nazioni Unite e imposti.
Sono sempre stati decisi dalle Nazioni Unite, ma hanno preso in considerazione altri attori.
Idea delle 5PS:
PEOPLE
Focus sugli individui, non sulla media nazionale. Gli individui in un paese possono
presentare caratteristiche molto diverse
PLANET
Focus sullo sviluppo sostenibile da un punto di vista ambientale. Molto importante.
POVERTY
PEACE
PARTNERSHIP
Lo sviluppo è un fenomeno complesso che richiede la partecipazione e un approccio
multidimensionale con il coinvolgimento di attori di tipo diverso, sia pubblici che privati.
Si sottolinea il fatto che lo Sviluppo debba provenire non solo dalle Istituzioni Pubbliche, ma anche
dalle imprese private. Anche le imprese private, le grandi multinazionali e l’intero settore privato
nonché la società civile (ONG) hanno un ruolo di primo piano in questo tipo di progetti.
SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS
Da un lato c’è un tentativo di misurare dimensioni diversi, ma tante più dimensioni misuro tanto
più il sistema diventa complicato e diventa complesso riuscire a capire e a monitorare i risultati.
La povertà e la fame nei MDGs erano un solo obiettivo, qua vengono divisi.
L’obiettivo 7 è legato alla sostenibilità ambientale, riguarda l’energia.
L’obiettivo 8 riguarda la crescita economica ma anche il mondo del lavoro, lavori decenti e buoni
per tutti. Idea che bisogna creare occupazione, ma questa deve garantire buone condizioni di
lavoro a coloro che sono impiegati. Non basta l’occupazione se essa è sfruttamento.
Obiettivo 10 sottolinea la disuguaglianza sia tra i paesi, ma anche interna ai paesi.
Obiettivo 11 sottolinea la sostenibilità delle città, molti paesi in via di sviluppo presentano una
crescente urbanizzazione negli ultimi anni, ma non sempre sostenibile.
Vengono introdotti anche Obiettivi collegati tra loro e che mirano tutti alla TUTELA AMBIENTALE,
che cercano di affrontare dimensioni diversi della sostenibilità ambientale.
MDGs VS SDGs
MDGs SDGs
I donatori vanno alla ricerca di soluzioni rapide e che portino a risultati nel Breve Periodo
Devono far vedere che i fondi stanziati non siano inutili
Rischio di manipolazione dei dati
Rischio di semplificare troppo e astrarre dal contesto
Spesso si pensa di applicare le stesse metodologie a tutti i contesti, ma è sbagliato.
È molto importante pensare in termini anche di cultura locale.
Gli obiettivi sociali spesso sono intangibili e molto difficili da misurare
NEGATIVE AND POSITIVE SPILLOVER
Recentemente si è cercato di raccogliere dei dati che vanno a misurare quelli che sono gli
eventuali EFFETTI POSITIVI e NEGATIVI che i paesi possono avere nei confronti degli altri paesi in
termini di raggiungimento dei Sustainable Development Goals.
Lo SPILLOVER INDEX va a considerare lo spillover su tre dimensioni diverse:
CATCH UP
L’abilità di un singolo paese di restringere il divario in produttività e guadagno rispetto a un
paese che può essere considerato un leader economico mondiale.
CONVERGENZA
Il trend secondo il quale si ha una riduzione delle differenze generali in produttività e
guadagni nel mondo in generale.
THE MIDDLE INCOME TRAP
La trappola del reddito medio si riferisce ad una situazione che caratterizza molti paesi emergenti,
cioè paesi che crescono, raggiungono un livello di reddito medio (17-20k dollari all’anno pro
capita) e che vedono uno STOP della propria crescita.
La crescita fino ad un livello di reddito medio è un fenomeno che avviene in molti paesi, ma poi, il
passaggio da un reddito medio ad un reddito avanzato è molto difficile che avvenga.
Di solito i paesi rimangono BLOCCATI su un reddito MEDIO.
La Corea del Sud è riuscita a crescere anche oltre un livello di reddito medio, ma è un caso molto
particolare e poco comune.
CAUSE DELLA TRAPPOLA
Nelle fasi iniziali di crescita la crescita dei paesi è attribuibile a:
La Corea negli anni ’60 era un paese poverissimo, ma con un livello di educazione molto più
elevato rispetto ad altri paesi con un simile livello di povertà.
Si capisce come mai un processo di accumulazione di capitale in alcuni paesi funziona e mette in
modo un processo di catching up, mentre in altri paesi l’accumulazione di K non ha efficacia,
perché magari si fanno investimenti in tecnologie non adeguate, non si ha la tecnologia per farle
funzionare e diventano quindi improduttivi.
CATTEDRALI NEL DESERTO Grandi impianti industriali creati nel deserto di alcuni paesi africani
che sono diventate abbandonate, perché spesso la tecnologia non era adeguata e non si aveva la
capacità di far funzionare i vari macchinari.
COSA DETERMINA LE CAPACITA’ SOCIALI?
Istituzioni Appropriate
Avere istituzioni adeguate. La corruzione nei sistemi politici potrebbe compromettere
molto il meccanismo che porta al catch up.
Accessibilità e adattabilità delle tecnologie straniere.
Contesto geografico e trasporto possono influenzare positivamente o negativamente.
Anche l’accesso alle Multinazionali potrebbe portare capitale e investimenti nel paese.
Abilità di Imparare
Dipende da investimenti nel sistema educativo formale, ma anche da investimenti in
competenze tecniche e manageriali. Nei paesi dell’Asia c’è una maggiore attenzione per
quanto riguarda la formazione di tipo tecnico.
Incentivi ad investire
Ci devono essere incentivi ad investire nel settore privato, ovvero delle situazioni stabili dal
punto di vista macroeconomico. Sistemi dove non c’è un’alta inflazione, sistema di
tassazione stabile, un quantitativo giusto di diritti di proprietà.
Caratteristiche tipiche dei paesi asiatici.
Molto importante che il sistema finanziario e giudiziario siano molto importanti.
I fattori positivi a livello politico portano a un livello maggiore di investimenti.
CATCHING UP: A REVIEW OF RECENT EVIDENCE
Si studia il catch up in un gruppo di paesi abbastanza ampio e si prova a capire quali sono i paesi
nei quali si è messo in modo questo modello di catch up, per vedere il ruolo che alcuni di questi
fattori di cui abbiamo parlato hanno in questi paesi.
Si dividono i paesi in 4 quartili a seconda dei paesi con il Reddito Pro Capite più elevato.
Vediamo come i paesi si sono spostati a livello di quartile dagli anni ’60 alla fine degli anni ’90.
La Corea alla fine degli anni ’90 era passata dal 4° al 3° quartile. Ora è nel primo.
Taiwan è passato dal 4° al 2° quartile, c’è stato un processo di catch up.
Singapore è passato dal 3° al 1° quartile. Vediamo come molti paesi asiatici siano effettivamente
cresciuti.
TASSO DI CRESCITA REDDITO PRO CAPITE
I paesi che sono cresciuti di più sono tutti i paesi asiatici (SK, HK, Taiwan, Singapore, Malesia).
DIFFERENZE NELLE CAPACITA’ SOCIALI (SOCIAL CAPABILITIES)
Essendo dei fattori che hanno dimensioni diverse ed essendo le dimensioni difficili da misurare, ci
sono vari modi di misurare le capacità sociali.
Si possono costruire dei macrofattori che aggregano dimensioni diverse che ci aiutano a definire
l’efficacia del Governo, ma non è così facile. L’efficacia del Governo ha tante dimensioni.
C’è sempre una certa arbitrarietà in quello che metto in un indicatore multifattoriale.
Di solito, comunque, vengono usate:
SKILLS EDUCATIVE
Proxy per la capacità di un paese di applicare le proprie politiche scolastiche.
RICERCA E SVILUPPO
Misura della capacità innovativa e tecnologica.
INNOVAZIONI (NUMERO DI BREVETTI)
Misura della capacità tecnologica
QUALI SONO I PAESI CATCHING UP?
Alcuni paesi asiatici, in particolare Corea, Taiwan e Singapore (Giappone prima di loro), sono paesi
che hanno indicatori di queste social capabilities particolarmente favorevoli.
Questo spiega il processo di catching up che non può essere attribuibile SOLO all’accumulazione di
Capitale, ma che per essere spiegato bisogna andare a vedere anche una serie di altre condizioni
favorevoli. Ci spiega come mai questi paesi sono cresciuti mentre altri no.
La trasformazione economica è stata accompagnata da investimenti in un’EDUCAZIONE MIGLIORE
soprattutto nelle materie STEM, che portano a una migliore ricerca e sviluppo.
COMMERCIO E POLITICA COMMERCIALE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Le differenze tra le CONDIZIONI CLIMATICHE e la DOTAZIONE DI RISORSE possono spiegare come
mai il Brasile esporta caffè, mentre l’Arabia Saudita esporta petrolio.
Ma come mai il Giappone esporta automobili, mentre gli USA esportano aerei?
Perché grazie al commercio i paesi possono SPECIALIZZARSI, a seconda di:
Utilizzando le risorse per produrre beni in modo più EFFICIENTE usa le risorse in modo
produttivo. È conveniente al paese specializzarsi nei prodotti in cui ha un vantaggio
comparato rispetto ad altri beni e scambiarli con beni per i quali avrebbe uno svantaggio
comparato nel produrlo.
I paesi possono specializzarsi pur continuando ad avere una grande VARIETA’ di beni e
servizi a disposizioni grazie allo scambio commerciale.
I paesi si specializzano, diventano più EFFICIENTI, ma se producono per il mercato internazionale
producono per un mercato di grande dimensione, permettendo loro di diventare ancora più
efficienti dal momento che sfruttano le ECONOMIE DI SCALA.
Molto importanti per i paesi di dimensioni più piccole, che di solito sono relativamente più aperti
rispetto ai paesi più grandi, dal momento che il loro mercato interno è PICCOLO.
Se dal punto di vista della specializzazione a livello dei paesi il commercio aumenta l’efficienza dei
paesi, non è detto che all’interno dei paesi TUTTI ci guadagnino dal commercio.
Coloro coinvolti nelle produzioni nelle quali il paese è competitivo ci guadagnano.
Alcuni gruppi di persone potrebbero essere DANNEGGIATI, ad esempio i titolari delle risorse che
vengono usate intensivamente in settori che COMPETONO con le importazioni.
Pertanto, il commercio può avere effetti sulla DISTRIBUZIONE DEL REDDITO all’interno dei paesi.
Una parte della popolazione beneficia, un’altra parte invece vede perdere molto. Coloro che
lavorano nelle industrie soggette alla concorrenza del mercato internazionale, molto
probabilmente, si troveranno di fronte a un impoverimento.
IL COMMERCIO MONDIALE
I paesi a maggior reddito pro-capite commerciano di più:
Paesi più grandi producono PIU’ BENI e SERVIZI e quindi hanno più cose da vendere
Paesi più grandi ricavano PIU’ REDDITO dalla vendita di beni e servizi e quindi i loro
residenti sono in grado di importare di più.
I paesi più piccoli commerciano di più IN PROPORZIONE DEL PIL dei paesi più grandi.
Relativamente, sono i paesi più piccoli a commerciare di più. I paesi più aperti sono quelli piccoli.
IL MODELLO GRAVITAZIONALE
Applica al commercio internazionale la legge di Newton.
Tij = AYiYj / Dij
Il valore del commercio tra il paese i e il paese j dipendono in modo proporzionale dal prodotto del
PIL del paese i e del PIL del paese j moltiplicato per il fattore A (costante). Il valore del commercio
tra i due paesi sarà più grande tanto più grande saranno i PIL dei paesi coinvolti nel commercio.
Il commercio dipende in modo inversamente proporzionale dalla DISTANZA tra i due paesi.
Riprende l’idea della Legge di Gravità di Newton secondo la quale la forza di gravità è
proporzionale alla massa e inversamente proporzionale alla distanza tra oggetti.
Modello molto SEMPLICE ma usato molto dal punto di vista empirico, ha una certa efficacia nel
valutare e nel predire i flussi commerciali effettivi nei paesi.
Ovviamente esistono anche altri fattori che influenzano il commercio tra i paesi e che sono
considerabili importanti anche tra paesi differenti.
Il parametro A ci porta a tener conto anche degli altri fattori.
ALTRI FATTORI CHE INFLUENZANO IL COMMERCIO
DISTANZA
Distanza tra mercati che influenza i costi di trasporto e quindi il costo delle importazioni e
delle esportazioni. La distanza può anche influenzare la capacità di instaurare contatti
personali e le comunicazioni, che a loro volta influenzano il commercio. Tanto più due
paesi sono distanti tanto più la loro prossimità culturale tende ad essere diversa.
Molto più complesso esportare in mercati lontani rispetto a quelli vicini, anche per un
fattore di tipo CULTURALE. Fatto di distanza geografica ma anche culturale.
AFFINITA’ CULTURALE
Se due paesi hanno legami culturali è probabile che abbiano anche forti legami economici.
Ma conta molto anche l’eredità coloniale. Ancora oggi i paesi che avevano ex colonie
tendono a commerciare in maniera privilegiata con le proprie ex colonie (Francia).
GEOGRAFIA
Gli sbocchi al mare e l’assenza di barriere montuose rendono più facile i trasporti e dunque
il commercio. La distanza di tipo geografico ha un impatto diverso a seconda della
geografia che ci troviamo davanti. Non è solo una questione di quanti kilometri, ma anche
una questione di accessibilità. I paesi LANDLOCKED (senza accesso al mare) hanno un costo
di trasporto molto più rilevante rispetto ai paesi che non hanno accesso al mare.
I trasporti via terra di norma sono più costosi e difficoltosi di quelli via mare.
Aspetto fondamentale da tenere sempre a mente per capire il perché un paese esporti un
TIPO DI BENI piuttosto che un altro.
IMPRESE MULTINAZIONALI
Le multinazionali sono spesso delle imprese che sono molto più APERTE al commercio
internazionale rispetto alle imprese domestiche in un paese.
Imprese che hanno sede in un certo paese ma che aprono filiali in un altro paese, o perché
vogliono andare a produrre per il mercato di quel paese, o perché il costo del lavoro in quel
dato paese è più basso.
La presenza di queste imprese è un altro elemento che influenza i flussi commerciali.
CONFINI
Un confine rappresenta sempre, in qualche modo, una BARRIERA al commercio.
Naturalmente questo dipende dalle politiche commerciali, ma in ogni caso, gli scambi
commerciali tra Italia e Svizzera sono più complessi che tra Italia e Francia.
Questo avviene perché l’Italia e la Francia stanno in Unione Europea.
Attraversare i confini implica formalità burocratiche che richiedono tempo per essere
espletate e comportano a volte costi monetari come le TARIFFE:
Questi costi ESPLICITI e IMPLICITI riducono i flussi commerciali.
L’esistenza di un confine si associa a volte a differenze linguistiche tra i paesi o all’utilizzo di
valute diverse, che a loro volta possono ulteriormente ostacolare il commercio.
Gli ACCORDI COMMERCIALI tra paesi hanno l’obiettivo di ridurre le formalità burocratiche
e i dazi doganali e quindi di aumentare gli scambi (NAFTA, UE).
North America Free Trade Area Area di libero scambio in cui sono coinvolti Messico,
Stati Uniti e Canada.
Nel caso dell’UE c’è un altro vantaggio ulteriore per gli scambi commerciali, nel
sottogruppo di paesi europei che hanno l’EURO. Aiuta gli scambi perché si elimina il
problema del rischio di cambio. Se esporto verso la Francia un qualunque tipo di bene
allora lo esporto per un prezzo che non dovrò sottoporre a un cambio di valuta.
Posso fissare il prezzo del mio macchinario in euro, ma se lo esporto in Svizzera, dal
momento in cui firmo il contratto e in cui vengo effettivamente il macchinario, il tasso di
cambio tra euro e franco svizzero può cambiare.
Ho sempre un RISCHIO DI CAMBIO al quale vengono sottoposto, che è influenzato da
fattori che sono ovviamente al di là del controllo delle imprese.
In certi periodi i tassi di cambio sono molto più stabili e questo favorisce il commercio.
Il nostro A, quindi, prende in considerazione tutti questi fattori extra che non vengono tenuti in
considerazione dalla dimensione economica e dalla distanza tra i due paesi.
Per Francia e Senegal, il commercio verrà influenzato positivamente da A (ex potenza coloniale)
DISTRIBUZIONE DEL COMMERCIO MONDIALE
In passato gran parte del commercio mondiale avveniva tra paesi industrializzati.
VOLUME
PREZZO
Prebisch e Singer avevano messo in evidenza come la dipendenza dei PVS dall’esportazione di
materie prime potesse essere un problema.
Il valore totale delle esportazioni dipende dal volume e dal prezzo. Se i paesi esportano soprattutto
beni di tipo commodities il cui volume è relativamente costante, le variazioni del prezzo
influenzano le variazioni del valore TOTALE delle esportazioni.
Prebisch e Singer avevano osservato una CADUTA TENDENZIALE del prezzo delle Materie Prime.
Questo vuol dire che tendenzialmente i paesi che dipendono principalmente dall’esportazioni
delle Commodities dovranno continuare ad esportare sempre di più per mantenere invariato il
valore delle esportazioni.
Questa tesi portava a indicare come strada di sviluppo per questi paesi l’INDUSTRIALIZZAZIONE.
Se i paesi non si industrializzassero e continuassero a dipendere dalle materie prime, si
troverebbero in una situazione di difficoltà in cui cercano di esportare sempre di più.
In realtà la tesi di Prebisch e Singer non è stata confermata dall’evidenza empirica.
La dipendenza dalle materie prime rimane un problema perché c’è una grande variabilità.
Se i paesi usassero i fondi sovrani in modo corretto, questi potrebbero rappresentare una sorta di
camera di compensazione della variazione del valore delle esportazioni, ma questo non è
realistico.
La tesi di Prebisch e Singer evidenzia come una debolezza la dipendenza dalle materie prime,
dall’altro lato, la loro tesi, ha ispirato molte delle politiche adottate dai paesi in via di sviluppo di
INDUSTRIALIZZAZIONE FORZATA dei paesi.
INDUSTRIALIZZAZIONE BASATA SULLA SOSTITUZIONE IMPORTAZIONI
Modello che ha iniziato a diffondersi in molti paesi in via di sviluppo, soprattutto in America Latina,
in seguito alle tesi di Prebisch e Singer, che ritenevano ci sarebbe stato un crollo del prezzo delle
materie prime. Caduta tendenziale della ragione di scambio delle materie prime.
I paesi devono cercare di non dipendere solamente dalle esportazioni di materie prime, ma
devono cercare di industrializzarsi andando a creare dei settori industriali che creino una capacità
produttiva in una serie di industrie nelle quali questi paesi normalmente importavano prodotti.
Creare capacità produttiva e manifatturiera in settori produttivi nei quali questi paesi in realtà
erano abituati a importare beni manufatti. Le esportazioni dovrebbero diversificarsi.
Interrompere il meccanismo di EXPORT beni primari e di IMPORT beni manufatti.
I paesi in via di sviluppo che ancora non hanno un settore industriale efficiente e competitivo
potrebbero creare questa industria manifatturiera proteggendo il mercato interno.
INDUSTRIA NASCENTE
Si pensava di creare questa capacità manifatturiera attraverso la protezione delle INDUSTRIE
NASCENTI, che si basava sull’idea che nelle prime fasi di sviluppo le imprese si trovavano in una
situazione di debolezza.
Per loro era difficile essere competitive nei confronti dei prodotti manufatti importati dai paesi che
erano già avanzati.
Queste industrie dovevano essere PROTETTE dalla competizione del mercato. Anni in cui molti di
questi paesi dovevano creare sistemi con elevate protezioni doganali che proteggevano il mercato
interno. Se i dazi (tassa pagata dagli importatori) sono estremamente elevati, i beni importati
costeranno ovviamente molto di più. I consumatori tenderanno a comprare beni nazionali.
Ma costruire imprese nazionali competitive è una questione di lungo periodo.
La qualità di prodotti creati internamente non è sempre uguale a quella dei prodotti provenienti da
paesi già avanzati. Si crea un mercato protetto in cui però non c’è CONCORRENZA con il resto del
mondo, la protezione dovrebbe quindi essere TEMPORANEA.
Durante questo periodo di protezione temporanea, le imprese nascenti dovrebbero essere in
grado di produrre prodotti di qualità simile a quelli internazionali e a costi simili.
Viene concesso un periodo di tempo alle imprese locali per crescere e diventare competitive con il
mercato nazionale. Nel momento in cui diventano competitive tale protezione non sarebbe più
necessaria, quando le imprese nazionali sarebbero in grado di competere con le imprese
internazionali. Le cose non hanno funzionato esattamente così.
COME I POLICY MAKER INFLUENZANO IL VOLUME DEGLI SCAMBI
DAZI
Introduco delle TASSE SULL’IMPORTAZIONE. Voglio fare crescere l’industria di un settore,
creo dei dazi per l’importazione di quel tipo di settore da parte del resto del mondo.
Se chi esporta deve pagare delle tasse, allora il prezzo dei prodotti importati salirà al di
sopra di quello dei prodotti locali. I dazi rendono meno competitivi i prodotti importati nel
paese, creando un mercato per i prodotti locali.
QUOTE
RESTRIZIONI QUANTITATIVE alle importazioni e alle esportazioni. Invece di fissare una
tassa, fisso il numero massimo di beni che possono essere importati in un paese.
Creando un effetto di scarsità aumenta il prezzo di questi beni; quindi, si ottiene lo stesso
effetto del dazio ma in un modo diverso.
SUSSIDI ALL’ESPORTAZIONE
Sussidi alle imprese che esportano.
BARRIERE NON TARIFFARIE
Un altro modo per controllare l’entrata di beni in un mercato, che sono ad esempio
mettere delle regole particolari sulle CARATTERISTICHE di certi tipi di prodotti.
Es. Tutta la frutta importata in un paese deve rispettare dei controlli sanitari.
Questo protegge sia la salute dei consumatori, ma questo viene usato anche come
un’alternativa alle barriere tariffarie. È anche un modo alternativo per poter escludere i
prodotti di un altro paese dal mercato interno.
INDUSTRIE NASCENTI E FALLIMENTI DEL MERCATO
1. MERCATI DEI CAPITALI (FINANZIARI) IMPERFETTI
A causa di regolamentazioni e mercati finanziari deboli, i settori nascenti non riescono ad
accedere alle risorse finanziarie di cui hanno bisogno per decollare e questo rallenta la
crescita economica;
Molto spesso lo Stato si sostituisce al mercato finanziario, la maggior parte delle imprese
sono pubbliche. Lo Stato crea un’industria manifatturiera mediante investimenti pubblici.
Se non è possibile costruire mercati finanziari più efficienti, l’imposizione di dazi
rappresenta una politica di SECOND BEST per aumentare i profitti delle industrie nascenti,
accelerando la crescita economica.
2. PROBLEMA APPROPRIABILITA’ ED ESTERNABILITA’
Le imprese che si sviluppano nelle loro prime fasi sono imprese che hanno ruolo di
pioniere, devono investire sull’adozione e adattamento della TECNOLOGIA.
Questi investimenti iniziali che le imprese fanno creano esternalità per le imprese che
verranno dopo, da questo punto di vista è giusto sostenerle perché nelle fasi iniziali gli
investimenti tecnologici sono molto più complicati rispetto agli investimenti successivi.
PROBLEMI DELL’ARGOMENTAZIONE DEL’INDUSTRIA NASCENTE
Questo modello ha funzionato relativamente bene nelle fasi iniziali.
Negli anni ’70, grazie all’adozione di questo modello, in molti paesi dell’America Latina si è
sviluppata un’industria manifatturiera che prima non c’era.
Il problema che ha portato a una serie di difficoltà in questi paesi è che quello che doveva essere
un modello di protezione TEMPORANEA, si è trasformato in un modello in cui questa protezione
veniva assunta dalle imprese come PERMANENTE.
Se la garanzia di protezione continua nel tempo, le imprese locali non hanno alcun incentivo a
diventare competitive. Se le esportazioni continuano ad essere mantenute fuori dal mercato le
imprese locali non usano questo periodo per crescere ed entrare nel mercato internazionale in
maniera competitiva.
Spesso si sono create imprese poco produttive che producevano prodotti di bassa qualità ma a
prezzi elevati rispetto a quelli del mercato internazionale, era quindi impossibile andare ad aprire il
mercato. Quando negli anni ’90 (Washington Consensus) la Banca Mondiale ha costretto ad aprire
i mercati, molte di queste imprese sono state SPAZZATE VIA dalla concorrenza internazionale.
Le imprese che si avvantaggiano maggiormente della protezione potrebbero essere
MULTINAZIONALI STRANIERE localizzate all’interno dei paesi.
Si cerca di far crescere un’impresa domestica ma di fatto poi si favoriscono le imprese straniere.
Altro problema molto importante è quello della BILANCIA DEI PAGAMENTI a causa delle
importazioni dei macchinari e della tecnologia necessaria per lo sviluppo del sistema industriale.
Se un paese protegge in modo indiscriminato il mercato, tutti i beni importati sono soggetti a dazi
o comunque a tariffe. Il prezzo di questi prodotti importati sale.
Se voglio costruire un’impresa tessile, tuttavia, dovrò importare i macchinari da fuori. Se ho una
protezione indiscriminata di tutto il mercato è vero che proteggo il mio settore dell’abbigliamento,
ma pago anche di più tutto quello che mi serve per costruire la mia industria.
La protezione del mercato rende più DISPENDIOSO costruire un settore industriale domestico.
In molti di questi paesi si sono creati problemi di bilancia dei pagamenti, perché i beni prodotti
all’interno non potevano essere venduti all’estero dal momento che non erano competitivi, e il
costo delle importazioni era salito.
INDUSTRIALIZZAZIONE SU SOSTITUZIONE IMPORTAZIONI
L’industrializzazione basata sulla sostituzione delle importazioni ha funzionato bene come
strategia di sostegno iniziale ai paesi dell’America Latina negli anni ’50 e ’60.
Tuttavia, a causa dei problemi della bilancia dei pagamenti questi paesi verranno costretti dal FMI
ad aprirsi, causando il crollo di molte economie negli anni ’80 e ’90.
PROBLEMI PRINCIPALI:
La quota di scambi commerciali sul PIL è TRIPLICATA dal 1970-1998 e la maggior parte di
questa crescita si è verificata dopo il 1985.
La struttura degli scambi è CAMBIATA dopo il 1980: la quota di manufatti sulle
esportazioni totali dei paesi in via di sviluppo è cresciuta, fino a dominare le esportazioni
delle economie in via di sviluppo più grandi.
Inizia a crescere la partecipazione al commercio internazionale da parte dei paesi in via di sviluppo.
GREENFIELD INVESTEMENT
Investimento nel quale un’impresa va in un paese e apre una filiale completamente
NUOVA. Si crea un qualcosa che prima non esisteva. Possono essere uffici o impianti di
produzione, ma viene creata una nuova impresa.
Gli investimenti di tipo Greenfield sono sempre più richiesti dai paesi che ricevono questi
investimenti. Se un’impresa arriva in un paese e crea un impianto di produzione si
creeranno anche molti POSTI DI LAVORO.
Forte tensione ad attrarre tali investimenti, ma c’è cautela nelle acquisizioni.
ACQUISIZIONI DI IMPRESA
Si acquisisce un’impresa esistente. La Pirelli è stata acquisita da un’impresa cinese.
Chem China non è venuta in Italia ad aprire impianti nuovi, ma ha comprato un’impresa già
esistente. In questo caso è semplice acquisire COMPETENZE, capitale umano, tecnologia
che sono già esistenti, entrano più RAPIDAMENTE nel paese. Acquisisco anche le
competenze del mercato che quell’impresa ha.
Negli ultimi anni c’è molta tensione rispetto alle acquisizioni: molti paesi europei hanno
aumentato i controlli nel momento in cui le imprese nazionali vengono acquisite.
Molta attenzione al fatto che molti paesi emergenti, soprattutto la Cina, abbiano acquisito
negli ultimi anni delle imprese in settori di sicurezza nazionale o strategici.
A un certo punto la Cina aveva in mano tutte le reti cablate dell’Inghilterra.
Sono state introdotte regole più vincolanti e meccanismi di SCREENING.
Nel momento in cui un’impresa arriva in Italia e vuole acquisire una certa impresa ci sono
tutti dei controlli ferrei riguardo a tali acquisizioni, che prima non c’erano.
Vantaggio tecnologico
Economie di scala facilmente sfruttabili
Skills di management
Vantaggio in termini di un brand
Questi sono tutti possibili motivi per cui un’impresa possa ritenere di avere dei vantaggi
competitivi tali per cui potrebbe essere vantaggioso andarli a sfruttare all’estero.
L’impresa possiede dei vantaggi competitivi e ritiene di poterli andare a sfruttare all’estero.
LOCATION
Il secondo motivo che si aggiunge ai vantaggi competitivi è il fatto che l’impresa ritiene che
LOCALIZZARSI in un paese estero si combini con i suoi vantaggi competitivi, che vada a dare un
valore aggiunto ai propri vantaggi competitivi.
Nazioni differenti hanno diversi fattori:
Risorse naturali
Va all’estero e va a localizzarsi in un paese in cui, attraverso la localizzazione, accede a
risorse naturali che sono fondamentali per la sua produzione.
Forza lavoro economica
Un’impresa ad alta intensità di lavoro va ad investire in un paese in cui il costo del lavoro è
più basso.
Skills e capacità
Ho un vantaggio competitivo che può essere sfruttato all’estero, se mi vado inoltre a localizzare in
un paese estero ho anche i vantaggi competitivi tipici di quella localizzazione.
INTERNALIZATION
L’impresa ritiene che convenga mantenere i vantaggi all’interno stesso delle imprese.
Internalizza il vantaggio, senza andare a dare in licenza il proprio brand, ma andando a produrre in
un paese estero mantenendo all’INTERNO dell’impresa il vantaggio competitivo.
Ci sono due ragioni principali:
TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA
Aprendo una filiale mantengo il vantaggio tecnologico dentro all’impresa stessa. Se dessi in
licenza la tecnologia, questa potrebbe essere copiata nel trasferimento.
INTEGRAZIONE VERTICALE
Invece di produrre direttamente in un altro paese potrei trovare un’impresa che produce
per me, ma a quel punto sarei dipendente dal fornitore locale. HOLD UP PROBLEM.
IDE ORIZZONTALI E VERTICALI
Possiamo dividere gli IDE in due grandi categorie:
IDE ORIZZONTALI
La filiale replica il processo di produzione che la casa madre realizza negli impianti
localizzati in patria in altre parti del mondo.
Quando si replicano esattamente in un altro paese i processi di produzione che prima
erano presenti all’interno della madre patria.
IDE VERTICALI
La catena della produzione viene frammentata e parte dei processi produttivi viene
trasferita presso le filiali. Viene messa in atto una delle funzioni presenti anche in
madrepatria ma non tutti i processi produttivi.
Si fanno alcune fasi produttive in un paese e altre fasi produttive in altri paesi.
IDE VERTICALI
Sono spiegati dalle differenze dei costi di produzione nei paesi.
Si possono definire come investimenti diretti esteri verticali tutti gli investimenti fatti negli anni
passati verso i paesi in via di sviluppo per ridurre l’impatto del costo del lavoro.
È uno di quelli a più rapida crescita ed è responsabile del notevole aumento di flussi di IDE in
entrata nei paesi in via di sviluppo.
IDE ORIZZONTALI
Obiettivo di incidere sui costi di COMMERCIO e TRASPORTO. Di solito sono fatti dalle imprese
automobilistiche. Sulle automobili il costo di trasporto è abbastanza rilevante.
La Wolkswagen ha impianti in America Latina per servire quel determinato mercato.
Oppure, per servire il mercato di quei paesi, bisogna diversificare il prodotto, producendo il
prodotto con le caratteristiche che potrebbero essere richieste dalle regole sanitarie di altri paesi e
di altri mercati.
MOTIVATIONS OF FDI
È molto importante considerare la motivazione che sta dietro gli IDE.
MARKET SEEKING
Investimenti che sono fatti per andare alla ricerca di un mercato.
EFFICIENCY SEEKING
Alla ricerca di miglioramenti nell’efficienza dell’impresa.
RESOURCES SEEKING
Investimenti che vanno alla ricerca di particolari risorse, in particolare risorse naturali.
STRATEGIC ASSET SEEKING
In questo caso si tratta di andare alla ricerca di risorse, ma non quelle naturali; piuttosto si
ricercano le risorse strategiche, quali capitale umano e conoscenza.
Potrebbero, nei loro stessi accordi, offrire ai lavoratori del paese estero delle condizioni
migliori, può essere un buon modo per avere BUONE RELAZIONI col Governo del Paese.
Il fatto di pagare i lavoratori meglio significa attrarre i LAVORATORI MIGLIORI e
maggiormente qualificati in quel determinato paese.
Questo crea anche dei legami più duraturi con questi lavoratori.
Pressioni e regolazioni da parte degli Host countries.
PRODUTTIVITA’ NEGLI HOST COUNTRIES
La produttività indica il prodotto per unità di lavoro. La letteratura, dal punto di vista empirico, ha
verificato che le imprese multinazionali tendono ad essere più produttive ed efficienti rispetto alle
imprese nazionali.
Un’impresa multinazionale ha accesso a tecnologie migliori, attrae capitale umano migliore.
Le multinazionali tendono ad essere PIU’ PRODUTTIVE rispetto alle imprese nazionali.
Se un’impresa multinazionale apre una filiale in un altro paese, vuol dire che questa sarà più
produttiva e questo aumenterà la produttività delle imprese di quel paese.
Ma ci può essere un effetto di SPILLOVER. Le imprese nazionali possono, attraverso una serie di
canali, a loro volta migliorare la produttività.
Alcune imprese nazionali possono diventare fornitori della MNCs, questo le spinge a migliorare la
qualità del prodotto e ad essere più produttive a loro volta.
Oppure possono assumere lavoratori che hanno lavorato in passato in tali imprese e che hanno
quelle CONOSCENZE, ma possono anche venire a conoscenza di TECNOLOGIE MIGLIORI.
Quello che si verifica è che la presenza di multinazionali in un paese può avere un effetto positivo
anche sulle altre imprese esistenti nel paese.
ESPORTAZIONI E NUOVE INDUSTRIE
Un’altra dimensione economica in cui c’è un impatto a causa della presenza delle Multinazionali.
Queste tendono ad essere molto orientate all’esportazione: in molti casi un’impresa
multinazionale, nel momento in cui fa un’IDE, spesso produce non solo per il mercato nazionale
ma anche per quello delle esportazioni.
La MNCs contribuisce ad aumentare le esportazioni del paese in cui viene fatto l’investimento.
Ci possono essere degli Spillover nel senso che le imprese nazionali diventano FORNITORI della
Multinazionale e attraverso il loro contatto con le Multinazionali diventano a loro volta delle
imprese che ESPORTANO.
HOME COUNTRY EFFECTS
L’impatto dipende dal tipo di investimento:
Anche Ikea fa produrre da fornitori sparsi per il mondo i propri mobili, tutto questo però
nasce dai dipartimenti di disegno di Ikea in Svezia.
Imprese che NON HANNO la PRODUZIONE, che è tutta fatta utilizzando il modello delle
Catene Globali del Valore.
Un modo simile di organizzare è nel settore dell’AGROBUSINESS, quali i supermercati.
Esselunga e Coop hanno prodotti della propria marca, ma che vengono prodotti mediante
questo modello, sono stati prodotti da imprese localizzate in varie parti del mondo e che
vengono commercializzati nei supermercati. Sono governate da un compratore, cioè da
queste imprese che sono imprese che chiameremmo imprese commerciali.
PRODUCER DRIVEN VALUE CHAIN
Comuni nel settore automobilistico e dell’elettronica.
La Wolkswagen utilizza produttori di varie parti e componenti che poi vengono assemblati
dall’azienda stessa nell’automobile prodotto finale.
Le Catene globali del valore sono dominate da un’impresa MANIFATTURIERA.
Assemblano le componenti prodotte in imprese da tutto il mondo.
L’impresa che comanda è quella che poi VENDE il prodotto nel mercato finale, in entrambi i casi.
H&M che va a comprare le magliette in Cambogia impone il modello, il prezzo e il tessuto da usare
al produttore cambogiano di magliette.
Le imprese leader della catena sono quelle che impongono le regole ai produttori.
THE SMILING CURVE
Le catene globali del valore sono un modo in cui molti paesi in via di sviluppo sono riuscite ad
entrare nel mercato INTERNAZIONALE.
La Cambogia, grazie al fatto che le sue imprese sono diventate fornitrici di H&M, ha iniziato a
vendere magliette nel mercato internazionale, che non avrebbe mai venduto nel caso in cui non
fossero esistite queste Catene Globali del Valore.
È importante capire dove le imprese e i diversi paesi sulla base della loro specializzazione si
collocano nella catena globale del valore.
FASI DI PRODUZIONE
La fase di assemblaggio è tendenzialmente ad ALTA INTENSITA’ del lavoro ma che nel valore
complessivo dei prodotti vale veramente poco.
Nell’esempio dei telefoni cellulari, il Vietnam è il secondo più importante esportatore di telefoni
cellulari nel mondo, ma l’unica cosa che fanno in Vietnam è ASSEMBLARE parti e componenti del
telefono che vengono prodotte nel mondo e che poi vengono vendute nel mercato internazionale.
La fase di ASSEMBLAGGIO è la fase TIPICA in cui si specializzano molti dei PVS a basso costo del
lavoro nelle prime fasi di entrata nelle Catene Globali del Valore è quella che viene remunerata
con il minor prezzo.
L’assemblaggio, su un prodotto del valore di 300 euro, varrà al massimo 10 euro.
Il valore della fase di assemblaggio è veramente BASSO. Le imprese che stanno in Vietnam e che
assemblano vengono remunerate molto poco perché il loro contributo al valore finale del
prodotto è veramente basso. Aspetto importante da tenere conto.
I paesi in via di sviluppo tendono a specializzarsi in quelle fasi del processo di produzione:
FASI A MONTE
Se andiamo verso sinistra troviamo tutte quelle fasi che stanno a monte dell’assemblaggio
e della produzione e che hanno un valore aggiunto crescente, quali il disegno del prodotto,
la ricerca e sviluppo e l’innovazione.
Se i paesi si specializzano in quelle fasi del processo produttivo, il valore aggiunto che viene
attribuito a quelle fasi è molto più elevato. Se prendiamo un telefono cellulare della
Samsung, assemblato in Vietnam (Valore prodotto in Vietnam molto basso), la ricerca e
sviluppo nonché il disegno di quel cellulare sono fatte in Corea.
Sul totale del valore del prodotto finale la R&S e il Disegno valgono il 30% e il 40%, quindi
sarà la Samsung, impresa a capo della catena, a guadagnare DI PIU’.
FASI A VALLE
Fasi che contano molto di più dell’assemblaggio. Sono tutte le fasi di marketing, di brand
del prodotto e di logistica.
Fa la differenza la fase di produzione nella quale il paese o l’impresa si specializzano. È molto
meglio avere la capacità di fare il disegno o avere la capacità di commercializzare i prodotti, ma per
i paesi in via di Sviluppo che entrano per la prima volta nel mercato internazionale, spesso
l’opportunità di entrare è legata allo sfruttamento del basso costo del lavoro.
È di norma nella fase di ASSEMBLAGGIO che si specializzano questi valori.
PROCESS AND PRODUCT UPGRADING
PROCESS UPGRADING
Riuscire a produrre in modo più efficiente, utilizzando una tecnologia più avanzata e
producendo a dei costi più bassi, aumentando i propri profitti.
PRODUCT UPGRADING
Si va a migliorare il prodotto. La qualità del prodotto è diversa se il produttore cambogiano
produce magliette per H&M o ancora di più per Primark, che pagherà il produttore
cambogiano 30 o 50 centesimi. H&M le vende a 20 euro, quindi pagherà il produttore 1
euro.
La qualità della maglietta è più elevata nel caso di quella di H&M, per un produttore
cambogiano una forma di upgrading potrebbe essere quella di passare a far parte della
catena globale del valore di H&M al posto di quella di Primark.
Pur producendo sempre una maglietta, a seconda della catena in cui è inserito saranno
richieste delle specifiche qualità differenti.
FUNCTIONAL UPGRADING
Sviluppare la capacità di inserire nuove funzioni produttive. Acquisire le nuove abilità per
poter andare a investire e prendere parte in altre fasi della catena del valore.
L’upgrade funzionale porta ad acquisire NUOVE FUNZIONI. Ikea fa produrre i propri
prodotti da produttori in giro per il mondo fornendo i disegni, ma da alcuni produttori
particolarmente competenti a volte accetta anche proposte di disegni.
Questi produttori hanno sviluppato la capacità non solo di produrre ma anche di sviluppare
un prodotto e un disegno nuovo, SALGONO lungo la GVC.
Nel corso del tempo sono aumentate le funzioni di quel produttore all’interno della Catena
Globale del Valore; quindi, aumenterà anche la remunerazione dovuta al valore aggiunto dalle fasi
produttive svolte da tale produttore. Hanno iniziato a tagliare il tessuto, a fare le rifiniture e la
distribuzione del prodotto. Tutto questo ha portato i produttori messicani a ricevere una
REMUNERAZIONE MAGGIORE dovuta al fatto che contribuiscono di più al valore finale.
SOCIAL UPGRADING
Upgrading Economico significa aumentare la QUOTA di REMUNERAZIONE che le imprese
coinvolte in queste Catene in base al valore aggiunto al quale contribuiscono lungo la catena.
Esiste anche l’UPGRADING SOCIALE.
Molto spesso la partecipazione dei paesi in via di sviluppo avviene prevalentemente nelle fasi di
assemblaggio, ovvero le fasi in cui conta di più il costo del lavoro, possiamo immaginare che
all’interno di queste ci sia spazio per ottenere una riduzione del costo del lavoro attraverso lo
SFRUTTAMENTO della FORZA LAVORO.
Tutto questo ha portato la letteratura economica ad occuparsi del fenomeno dell’impatto sociale
di queste catene globali del valore; sono molti i casi che sono stati descritti di imprese di paesi che
sono riusciti ad entrare in queste Catene Globali del Valore perché hanno garantito, insieme a
costi di lavoro basso, delle CONDIZIONI LAVORATIVE molto diverse da quelle che le imprese
devono garantire nei loro paesi di origine.
Le condizioni di lavoro nelle fabbriche che producono abbigliamento in Etiopia sono diverse dalle
condizioni di lavoro delle fabbriche che producono magliette in Italia.
Da qui si collega il discorso dell’Upgrade Sociale: conta la capacità di questi paesi di migliorare la
loro posizione dal punto di vista economico, ma è importante che questi paesi, insieme al
miglioramento economico, possano offrire delle condizioni di lavoro MIGLIORI ai lavoratori.
Accanto a un miglioramento economico ci dovrà essere anche un miglioramento SOCIALE,
migliorando i diritti dei lavoratori che lavorano in queste imprese, che si escluda il lavoro minorile,
che ci sia protezione del lavoro femminile, giornate lavorative con ore sostenibili.
Tutto questo potrebbe non essere garantito all’interno dei produttori locali per competere con le
altre imprese che si specializzano nelle stesse fasi della Catena.
Sempre di più c’è una forte PRESSIONE a livello dei paesi e dei mercati dei consumatori dei paesi
sviluppati nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nei confronti di aziende leader di alcune catene di
valore globale, ad esempio Primark.
Vende a prezzi bassissimi, c’è stata una campagna contro questa catena perché la spiegazione per
questi prezzi molto bassi è legata al fatto che non c’è controllo da parte del leader delle condizioni
di lavoro che sono molto spesso insostenibili e disumane.
CINA - CATENE GLOBALI DEL VALORE
La Cina è entrata nelle catene globali del valore a partire dalla metà degli anni ’90 e attraverso il
suo coinvolgimento in esse ha nel tempo decisamente migliorato la sua posizione nelle Catene
Globale del valore.
È entrata come PRODUTTORE A BASSO COSTO, sfruttando l’enorme mercato del lavoro e il basso
costo di esso, per iniziare a produrre per il mercato internazionale nell’ambito dell’abbigliamento.
Attraverso questo coinvolgimento la Cina ha messo in atto una politica di UPGRADING molto
efficiente, poco per volta, quindi, la posizione delle imprese cinesi, che inizialmente erano imprese
che assemblavano per le imprese occidentali, è migliorata.
Le imprese cinesi hanno iniziato a sviluppare una propria capacità autonoma di produzione,
inizialmente a livello locale, dal momento che il mercato era grande e il reddito medio della
popolazione era andato ad aumentare notevolmente.
La Cina è entrata all’inizio nelle catene globali del valore delle imprese produttrici di
elettrodomestici tedesche o italiane, ma poco per volta ha acquisito capacità autonoma in termini
di TECNOLOGIA iniziando a produrre prodotti con MARCHI PROPRI vendendoli nel mercato
interno. Poco per volta, con il miglioramento della qualità dei prodotti, ha iniziato a vendere anche
all’interno del mercato internazionale.
Entrare nelle Catene Globali del Valore per sviluppare capacità di produzione e poi investire per
poter sviluppare anche una capacità innovativa, di disegno e di commercializzazione.
La Cina è entrata nel mercato mondiale producendo prodotti a bassa tecnologia che poi sono
andati ad essere sostituiti con prodotti ad ALTA TECNOLOGIA grazie agli investimenti.
SVILUPPO DELLA CINA IN GVC
Nel 2005 il ruolo svolto dalle aziende cinesi nelle Catene Globali del Valore era quello
dell’assemblaggio, ma con il passare del tempo, grazie agli investimenti, sono diventate delle
aziende di tipo “FULL PACKAGE”, occupandosi di quasi ogni fase produttiva.
La posizione della Cina è andata cambiando anche perché la Cina ha investito sempre di più in
RICERCA e SVILUPPO. Attualmente la Cina è il secondo paese al mondo in termini di spesa in
Ricerca e Sviluppo dopo gli Stati Uniti.
Questo ha portato le imprese cinesi a migliorare la propria capacità di BREVETTARE, che però è
ancora relativa a un numero ridotto di imprese in Cina.
C’è stato uno sviluppo di alcune grandi imprese, che spesso sono STATALI o collegate al governo,
ma nell’insieme questo ha fatto si che cambiasse la composizione delle esportazioni cinesi.
SPESE IN RICERCA E SVILUPPO
Tra il 1996 e il 2017 è diminuita tantissimo il gap delle spese in Ricerca e Sviluppo tra USA e Cina.
MODELLO DI UPGRADING CINESE
Rende gli INVESTIMENTI PIU’ PRODUTTIVI; se il livello del capitale umano è elevato la
produttività del lavoro è più alta: questo vuol dire che le imprese nascenti occupavano
capitale umano che, essendo alfabetizzato, era più produttivo di capitale umano senza una
formazione.
Il fatto di avere un capitale umano qualificato aiuta molto l’ADATTAMENTO e la
trasformazione della tecnologia alle esigenze della Corea.
Importazione della tecnologia dal GIAPPONE sia per vicinanza geografica sia per la
vicinanza culturale, anche se i coreani odiano i giapponesi.
La Corea nel suo processo di sviluppo si ispira molto a quello che ha fatto il Giappone.
Rende possibile la formazione di una PUBBLICA AMMINISTRAZIONE capace ed efficiente.
Creazione di una CLASSE MEDIA che era in grado di costituire una buona domanda interna
che potesse assorbire parte dei beni prodotti dall’economia coreana.
L’economia cresce e con essa crescono anche i ricchi.
STABILITA’ POLITICA favorita dall’uguaglianza, questo porta all’incoraggiare gli
investimenti. Ma, fino agli anni ’90, la Corea è stata governata da governi non democratici.
Per un certo periodo di tempo, nonostante questi non fossero governi democratici, non ci
sono state molte contestazioni.
Ad un certo punto, tuttavia, ci sono state proteste che hanno portato a un cambiamento
verso la democrazia senza l’utilizzo di violenza. Il sistema si è trasformato in modo non
violento da un sistema non democratico a un sistema democratico.
RUOLO DEL GOVERNO
In che modo il Governo ha creato un sistema favorevole per gli investimenti?
PERCHE’ L’INDONESIA’?
La più grande economia e popolazione nel sud-est asiatico, con una popolazione molto giovane e
con grandi depositi di nickel, rame, oro e bauxite.
Politicamente l’Indonesia è vista come la prima tra pari nell’Asia, spesso gli esperti di relazioni
internazionali dicono che le relazioni tra Cina e Indonesia hanno un effetto molto grande tra le
relazioni tra tutta l’Asia e la Cina.
L’Indonesia è stato il primo paese dell’ASEAN a stabilire relazioni con la Cina, ma in seguito al
cambiamento di Governo, c’è stato un grande episodio di violenza, con l’uccisione di circa 1
milione di comunisti cinesi.
Negli anni ’90 la situazione è cambiata, cambiamento con Yudhoyono (2012) e Widodo.
Sotto questi governi nasce un atteggiamento SVILUPPISTA soprattutto grazie al rafforzamento
delle infrastrutture, la Cina viene vista come un partner possibile che potrebbe aiutare l’Indonesia
allo sviluppo.
L’intesa a livello economico e politico nasce proprio dalle ottime relazioni tra Jiping e Widodo,
questi incontri di alto livello sono seguiti da azioni concrete.
Questa intesa politica si vede nella realizzazione degli investimenti.
La Cina tende a promettere tanto, ma non rispetta molto le proprie promesse.
Gli investimenti cinesi in Indonesia si sono principalmente concentrati sull’isola di Sulawesi.
PROGETTI CINESI