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ECONOMIA DEI PAESI EMERGENTI

Che cos’è un paese emergente? Non esiste una definizione ufficiale, ma ci sono alcune dimensioni
che possiamo andare a considerare per andare a definire quello che potrebbe essere un paese
emergente, e sono sostanzialmente due:

 DIMENSIONE DELLO SVILUPPO DEL PAESE


Andiamo a considerare il reddito pro capite dei paesi emergenti, il reddito pro capite
medio di solito è inferiore di quello dei paesi sviluppati.
Ha un reddito in media più basso di quello dei paesi ricchi.
Questo definirebbe i paesi in via di sviluppo, ma non i paesi emergenti.
 DIMENSIONI DELLA CRESCITA
Il tasso di crescita del PIL tende ad essere superiore a quello dei paesi già sviluppati.
Crescono più rapidamente della media dei paesi del mondo.
Un paese di questo tipo è emergente perché è in fase di raggiungimento dei paesi più
avanzati.
La Banca Mondiale fissa il livello di Reddito Pro Capite per identificare un paese emergente a 9000
dollari. Un paese in cui il reddito pro-capite è al massimo 9000 dollari e che manifesta tassi di
crescita molto elevati e superiori alla media.
I paesi emergenti sono molto diversi tra loro, sia in termini di istituzioni politiche ed economiche,
sia di infrastrutture, di dimensione e di regime politico. Sono paesi che seguono processi di
sviluppo tra di loro molto diversi.
La situazione dello sviluppo è cambiata in modo radicale dall’800 a oggi. All’inizio, la maggior parte
dei paesi non erano così differenti gli uni dagli altri.
A un certo punto le differenze hanno iniziato ad esserci e ad aumentare sempre di più, fino
all’ultima parte in cui si vede come alcuni paesi iniziano una fase di crescita molto rapida che li
porta ad avvicinarsi a quelli che nel tempo sono diventati i paesi ricchi.
BREVE STORIA DELL’ECONOMIA DELLO SVILUPPO
Anche gli economisti classici hanno parlato di economia dello sviluppo (Smith), ma in riferimento
allo sviluppo in quanto crescita dei paesi che adesso consideriamo paesi sviluppati; all’inizio della
Rivoluzione Industriale Smith studia le cause della crescita dell’Inghilterra, quali sono i fattori che
permettono la crescita in seguito all’industrializzazione e alla creazione di un settore industriale.
Se si parla di economia dello sviluppo parlando dei paesi in via di sviluppo il riferimento è in
seguito alla SECONDA GUERRA MONDIALE
PIANO MARSHALL (1947)
Piano che viene messo in piedi dagli USA dopo la Seconda Guerra Mondiale con l’obiettivo di
aiutare i paesi europei a ripartire dopo la distruzione e l’impatto che la guerra aveva avuto
all’interno dei vari paesi.
Ha come obiettivo la ripartenza dei paesi europei, con uno stanziamento di circa 13 miliardi di
dollari da spendersi in 4 anni nei paesi europei maggiormente colpiti dai danni della guerra.
Per avere un riferimento, il PNNR corrisponde a più di 200 miliardi di euro solo in Italia.
Il Piano Marshall ha delle caratteristiche che sono in parte simili a quelle che ha attualmente il
PNNR, l’idea che attraverso un arrivo consistente di fondi nei paesi europei (costruzione di
infrastrutture, per il trasferimento di tecnologia, costruzione di un settore industriale moderno)
avrebbe permesso a questi paesi di riprendere la crescita.
Rappresenta la tipologia di intervento al quale si ispirano i primi interventi dopo la Seconda Guerra
Mondiale a favore dello sviluppo e della crescita economica nel resto del mondo, soprattutto dei
paesi che venivano definiti del TERZO MONDO o SOTTOSVILUPPATI (Asia, Africa, America Latina).
L’obiettivo di questi interventi era quello di:

 Aumentare il livello del REDDITO dei paesi


 Favorire la crescita dei paesi attraverso un cambiamento strutturale del loro SISTEMA
ECONOMICO
I paesi industrializzati erano i paesi in cui il settore economico principale era passato dall’essere
quello agricolo all’essere quello industriale. L’idea era quello di cercare di far crescere questi paesi
facendo seguire loro un modello di trasformazione strutturale simile a quello che era stato seguito
dai paesi industrialmente avanzati. Riproporre un modello simile a quello europeo anche in altre
zone del mondo in modo da farle crescere economicamente.
Legato a quest’idea generale di aumentare il livello del reddito mediante un processo di
trasformazione dei sistemi economici da agricoli a industriali sono stati proposti una serie di teorie
economiche.
TEORIA DELLA MODERNIZZAZIONE DI ROSTOW (1960)
La modernizzazione dei paesi in via di sviluppo doveva avvenire mediante una serie di passaggi
successivi dei sistemi economici, in cui si passava da società tradizionali governate da
un’agricoltura ancora di stile feudale, ad una fase successiva in cui grazie a un aumento della
produttività nel settore agricolo si rendeva disponibile un surplus economico che poteva essere
investito nella creazione di un SETTORE INDUSTRIALE.
La fase successiva sarebbe stata quella di RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (takeoff), successivamente
la cosiddetta “MATURITA’”, ovvero il consolidamento del settore industriale fino alla creazione di
una società dei consumi di massa sostenuti da salari e domanda crescente.
Questo è il processo che, ad esempio, ha investito l’Inghilterra nel 1700.
Questo tipo di teoria viene criticata da altri economisti, quali KUZNETS, che sottolinea che il
processo di sviluppo NON è LINEARE, i paesi hanno caratteristiche diverse e seguono sentieri che
possono essere molto diversi.
La crescita dei paesi in via di sviluppo non deve necessariamente seguire lo stesso processo di
sviluppo che hanno seguito i paesi già avanzati. Non è detto che tutte queste fasi di sviluppo siano
necessarie.
MODELLO DI HARROD-DOMAR (1957)
Viene sottolineato che l’elemento chiave dello sviluppo è l’INVESTIMENTO.
Facendo aumentare il livello degli investimenti nei paesi in via di sviluppo si possono andare a
creare le infrastrutture necessarie per lo sviluppo e favorire il processo di trasformazione del
sistema economico da un sistema agricolo a un sistema industriale.
Ma come si aumentano gli investimenti? Derivano dal risparmio (S=I)
Ci sono tre modi per poter andare ad aumentare gli investimenti:

 Il risparmio può essere INTERNO, posso cercare di aumentarlo  Essendo paesi a basso
reddito è difficile pensare che la crescita possa derivare da questo.
 FINANZIAMENTO da parte dello Stato. Porta come conseguenza ad un aumento dei deficit
fiscali a causa di un aumento della spesa pubblica che non è coperto da un aumento delle
entrate.
 Investimenti che vengono dall’ESTERO. In quegli anni veniva visto come l’aiuto allo
sviluppo (Idea base del Piano Marshall). I paesi ricchi possono fare aumentare gli
investimenti nei paesi in via di sviluppo. L’aiuto allo sviluppo deve essere investimento
produttivo per generare crescita. Spesso, tuttavia, questo finisce per tramutarsi in
investimenti improduttivi o sbagliati che non hanno portato ad alcuna crescita.
MODELLO DUALE DI LEWIS (1954)
Si concentra principalmente sulla trasformazione del sistema economico (Agricolo  Industriale)
ed evidenza il fatto che nei paesi che basano la propria sussistenza sull’agricoltura è un paese che
usa la propria forza lavoro in maniera sub produttiva.
C’è un SURPLUS di lavoro improduttivo che deve essere spostato verso il settore industriale. Fin
quando permane questo surplus di lavoro produttivo, questo spostamento può avvenire senza la
necessità di aumentare i salari, quindi senza aumentare anche i prezzi.
CRITICHE A QUESTI MODELLI
È stato sottolineato il fatto che il lavoro in agricoltura non necessariamente è poco produttivo, il
lavoro tende ad essere molto stagionale: ci saranno momenti dell’anno in cui il lavoro è
improduttivo, periodi in cui invece è produttivo.
Ci sono dei limiti oggettivi alla trasformazione dei sistemi economici da agricoli a prevalentemente
industriali.
CRITICA PREBISCH E SINGER (1950)
Molti dei paesi in via di sviluppo sono ricchi di materie prime ma una specializzazione basata solo
sull’esportazione di queste materie prime tende ad essere una specializzazione che rischia di non
favorire lo sviluppo: questo perché i due notano come ci sia una tendenziale diminuzione delle
ragioni di scambio tra BENI PRIMARI e BENI SECONDARI.
L’effetto della riduzione delle ragioni di scambio sarebbe che se un paese si specializza
nell’esportazioni di grano e il prezzo di grano diminuisce in relazione all’importazione di beni
manifatturieri, questo implica che il paese che esporta il grano, per continuare ad esportare la
stessa quantità di beni manifatturieri dovrà importare sempre più grano.
Lo sviluppo basato sull’esportazione di materie prime o prodotti agricoli non porta allo sviluppo, è
necessario che i paesi creino un proprio settore industriale anche mediante una SOSTITUZIONE
DELLE IMPORTAZIONI (un paese dove non c’è un settore industriale inizia a crearlo proteggendolo
dalla concorrenza nei confronti del resto del mondo, creando barriere doganali che permettono a
tale settore di crescere e potenzialmente di diventare competitivo).
In realtà, la caduta nel tempo dei prezzi delle materie prime non si è verificata.
Il problema principale è la forte INSTABILITA’ del prezzo delle materie prime. In alcuni momenti
un paese di questo tipo potrebbe guadagnare tanto, in altri momenti molto meno.
Questi paesi si basano molto sui FONDI SOVRANI, ovvero una parte dei guadagni che vengono
messi da parte per poi essere investiti in altri settori nel caso in cui si verifichi una riduzione delle
importazioni dalle quali dipendono fortemente.
HIRSCHMAN E IL LINKAGE
Hirschman ha sottolineato l’importanza dei LINKAGES (COLLEGAMENTI) tra i diversi settori del
sistema economico. Si collega all’idea di Harrod-Domar (investimenti) ma afferma che, al fine di
avere un impatto maggiore sul sistema economico, è importante concentrare gli investimenti
pubblici nei settori che hanno MAGGIORI LEGAMI agli altri settori del sistema economico.

 BACKWARD LINKAGES
Investo nel settore tessile pensando che questo possa avere effetto ed impatto anche nel
sistema agricolo (maggiore domanda di cotone).
Ogni paese deve essere in grado di identificare ambiti di investimento che possono avere
effetti anche in altre parti del sistema economico.
 FORWARD LINKAGES
Un paese in cui si produce molta energia può cercare di andare a scegliere di sviluppare un
dato settore (meccanico) che produce macchinari che possono andare ad usare
quell’energia. In seguito a quello che già ho decido cosa produrre.
DALLA CRESCITA DEL REDDITO ALLA DISEGUAGLIANZA (ANNI 70)
Dopo che l’aiuto allo sviluppo non porta a miglioramenti nella maggior parte dei paesi in via di
sviluppo, si inizia ad evidenziare, dagli anni ’70, il fatto che il problema in questi paesi sia di
DISUGUAGLIANZA DEL REDDITO e non solo di arretratezza dal punto di vista della crescita.
La crescita potrebbe portare a un aumento della disuguaglianza e una maggiore concentrazione
del reddito nelle élite che governano questi paesi.
Si sottolinea l’importanza di una crescita del RUOLO DELLO STATO nell’economia, ma anche
l’importanza delle riforme agrarie (redistribuzione delle terre, soprattutto in Corea del Sud), che
sono sempre mancate nei paesi dell’America Latina.
Un altro aspetto sottolineato da queste teorie è la DIPENDENZA che si viene a creare dei paesi in
via di sviluppo dai paesi sviluppati.
I legami coloniali, quando vengono meno, vengono sostituiti dalla dipendenza economica (Critica
all’interdipendenza del neo-marxismo).
Nelle teorie della dipendenza si evidenza il fatto che per i paesi in via di sviluppo sia necessario:

 Separazione dal mercato internazionale e lotta alle MULTINAZIONALI


 Investimenti in CAPITALE UMANO e BASIC NEEDS (Salute, infrastrutture di base)
 Sviluppo di tecnologie AUTONOME e appropriate
Le tecnologie importate dai paesi sviluppati molto spesso non sono adatte alle esigenze dei
paesi in via di sviluppo.
 SVILUPPO RURALE
La crescita può avvenire anche sulla base di uno sviluppo rurale dove i vantaggi di esso
siano condivisi dalla popolazione.
I Paesi in via di sviluppo devono trovare una propria strada di crescita, staccandosi dalla
dipendenza che hanno nei confronti dei paesi già sviluppati.
INIZIO DELLA GLOBALIZZAZIONE (ANNI 80)
Si crea una forte contrapposizione tra:

 INTERVENTISTI
Coloro a favore di un modello di sviluppo dei paesi poveri basato su un ruolo importante
dello Stato nell’economia, riduzione dipendenza paesi sviluppati.
 LIBERISTI
Ruolo ridotto dello Stato, idea ispirata a un modello degli anni ’60 di sistema economico
che è aperto al mondo, aumenta gli investimenti e così via.
Queste due scelte sono corrispettive di due tipi di modelli differenti:

 PAESI INWARD LOOKING (MESSICO, BRASILE)


Cercano di industrializzarsi utilizzando un sistema di protezione delle industrie dalla
competizione nel mercato internazionale e un forte intervento statale, che porta anche a
un fortissimo indebitamento. I paesi accumulano tantissimo deficit fiscale.
Il debito cresce a causa degli interessi e si arriva al punto in cui il Messico, a metà degli anni
’80, non riesce più a trovare finanziamenti e deve dichiarare bancarotta.
 PAESI OUTWARD LOOKING (TIGRI ASIATICHE: SK, HK, TAIWAN, SINGAPORE)
Modello di sviluppo molto aperto nel quale il mercato era aperto al resto del mondo, i
paesi si specializzano in alcuni settori nei quali hanno vantaggi competitivi sfruttando il
basso costo del lavoro che permette l’industrializzazione e l’inizio dell’esportazione di parte
dei prodotti nel resto del mondo. Hanno dei sistemi economici molto aperti.
POLITICHE DI AGGIUSTAMENTO STRUTTURALE E IL WASHINGTON CONSENSUS (ANNI 90)
La crisi del Messico crea una crisi a livello mondiale, perché nel mercato finanziario internazionale
è vista potenzialmente come una crisi di altri paesi che hanno adottato dei sistemi di sviluppo
simili. Questo fa sì che, siccome il Messico non è più in grado di raccogliere fondi nei mercati
internazionali, non può far altro che rivolgersi alla BANCA MONDIALE e al FONDO MONETARIO,
che iniziano a prestare denaro ai paesi in difficoltà economica a condizioni estremamente difficili
che si basano su riforme dell’interno sistema economico:

 DISCIPLINA FISCALE
Taglio del deficit fiscale mediante una forte riduzione della spesa pubblica. Tagliare i servizi
sociali (educazione e sanità), in paesi dove molti di questi servizi erano all’inizio del loro
sviluppo.
 LIBERALIZZAZIONE FINANZIARIA
Apertura dei flussi di finanziamento estero.
 LIBERALIZZAZIONE COMMERCIALE BENI E SERVIZI
I mercati si aprono, non vengono più fortemente protetti.
 APERTURA MULTINAZIONALI
 PRIVATIZZAZIONE DELLE IMPRESE PUBBLICHE
Questo porta alla riduzione delle spese pubbliche.
Si impone a questi paesi di adottare dei modelli simili a quelli adottati dai paesi asiatici, in cui tali
modelli avevano apparentemente funzionato molto bene. Interpretazione del modello asiatico.
FALLIMENTO DEL WASHINGTON CONSENSUS
L’imposizione di questi programmi di aggiustamento strutturale non fa altro che aumentare la
diseguaglianza nei paesi, avendo dei costi sociali altissimi (altissima disoccupazione).
Dall’altro lato la crescita che veniva prospettata dall’adozione di questo tipo di piani NON SI
VERIFICA. Sono un vero e proprio fallimento, vengono contestati e poi abbandonati.
Periodo nel quale si sviluppano, soprattutto all’interno dell’agenzia delle Nazioni Unite per lo
Sviluppo Economico (UNDP), visioni che tengono conto anche dell’IMPATTO SOCIALE delle
manovre economiche, che devono essere accompagnate dallo sviluppo di servizi sociali per evitare
l’aumento della diseguaglianza sociale, una delle conseguenze di questi piani.
È questo il periodo in cui si sviluppano le teorie di Amartya Sen: la povertà deve essere misurata
anche in termini di MANCANZA DI OPPORTUNITA’.
Agli individui devono essere fornite delle competenze ma devono anche essere resi in grado di
realizzare le proprie potenzialità.
RIVOLUZIONE SPERIMENTALE
Recentemente ha preso piede una nuova visione dello sviluppo economico, basata sulla cosiddetta
visione SPERIMENTALE.
Idea che affinché gli interventi di sviluppo economico siano efficaci bisogna essere in grado di
misurare il loro impatto, mediante una metodologia simile a quella scientifica che si usa negli
esperimenti scientifici. Effettuare gli esperimenti su dei CAMPIONI di individui che sono
identificati in popolazioni.
Si vuole vedere l’effetto del miglioramento dell’alimentazione dei bambini in un determinato
paese sui loro risultati educativi. Si identifica una popolazione casuale di bambini, ad alcuni di
questi viene fornito un livello di supplemento di cibo. Ad un gruppo con caratteristiche simili non
viene fornito il supplemento.
Dopo un determinato periodo di tempo si va a vedere se quel tipo di aiuto ha avuto un impatto sul
loro rendimento scolastico. In questo modo si raccolgono dati statistici che permettono di
sviluppare politiche basate su un’evidenza robusta.
Questi esperimenti hanno una serie di problemi ETICI: si fornisce un aiuto ad un gruppo, ma ad un
altro no. Esperimenti fatti sulle persone.
ALTRI APPROCCI

 CRESCITA SOSTENIBILE
 NUOVE FORME DI COLLABORAZIONE
 DAGLI MDGs agli SDGs
Dal 2000 in poi la crescita economica è stata molto influenzata dai Millenium Development
Goals (2000-2015), obiettivi che riguardano la riduzione della povertà e di una serie di
indicatori ad essa collegati.
Sono stati sostituiti dai Substainable Development Goals, che non riguardano solamente i
paesi in via di sviluppo ma che hanno rilevanza anche per i paesi sviluppati.
Hanno un ambito più ampio, guardano anche alla sostenibilità ambientale e sociale.
INDICATORI DI SVILUPPO: IL PIL
Il prodotto interno lordo misura solamente una dimensione dello sviluppo del paese. Altri possibili
indicatori sono invece MULTIDIMENSIONALI.

 ECONOMIC GROWTH
Misura del valore della produzione di beni e servizi in un certo periodo di tempo in un certo
paese. Questo è quello che in inglese si chiama Gross Domestic Product. (PIL)
 ECONOMIC DEVELOPMENT
Idea multidimensionale espressa dall’indicatore di sviluppo umano, che aggrega tre
dimensioni diverse: la dimensione ECONOMICA (si considera il PIL Pro Capite), ma anche
l’EDUCAZIONE e la SANITA’.
Indice che all’interno di un valore aggregato somma valori differenti che fanno parte di
dimensioni differenti. Mette insieme attraverso tecniche statistiche variabili diverse.
Bisogna anche avere un’attenzione sulla distribuzione del reddito, andare a considerare ciò
che in un paese è stato fatto per ridurre la povertà, la malnutrizione, riduzione della
mortalità infantile, l’aumento della aspettativa di vita.
Secondo alcuni tutte queste dimensioni non sono ben rappresentate dal PIL.
ROBERT LUCAS
Secondo Lucas il PIL Pro Capite potrebbe sembrare una definizione molto ristretta di quello che è
lo sviluppo economico ma alla fine, pensare in termini di reddito, tiene dentro tutti i diversi aspetti
della società che possono essere considerati dallo sviluppo economico.
Utilizzare il PIL Pro Capite non tiene conto formalmente delle altre dimensioni dello sviluppo, ma
siccome c’è una forte CORRELAZIONE con esse, un aumento del PIL comporterebbe
automaticamente una riduzione della povertà, un miglioramento della sanità, un maggiore accesso
all’educazione etc…
La crescita economica è la condizione NECESSARIA e SUFFICIENTE affinché le altre condizioni dello
sviluppo economico si presentino in un determinato paese.
La crescita del PIL Pro Capite è correlata in modo NATURALE alla crescita delle altre dimensioni
dello Sviluppo Umano.
PAUL STREETEN
Se ci fosse un legame rigido tra la produzione economica misurata dal PIL Pro Capite e lo sviluppo
umano (misurato dalla combo di indicatori) si potrebbe effettivamente usare il livello del Reddito
in modo indicativo per lo sviluppo economico.
Ma in realtà questi non sono necessariamente CORRELATI.
L’aumento del PIL Pro Capite non porta necessariamente ad un miglioramento delle altre
dimensioni dello sviluppo umano; così come alcune dimensioni dello sviluppo umano non sono
collegate al livello del reddito (paesi più poveri con elevati livelli di alfabetizzazione).
Lo sviluppo è un problema multidimensionale che non può essere descritto o misurato dal
Prodotto Interno Lordo da solo, che non è adeguato a misurarlo nel suo complesso.
PIL – PRODOTTO INTERNO LORDO
È stato creato negli Stati Uniti e nel Regno Unito dopo la Grande Depressione del 1930 per tenere
traccia della produzione all’interno di un determinato paese.
Non misura se il valore economico sia un bene o un male per la società o per le persone.
I beni e servizi che possono essere prodotti potrebbero effettivamente andare ad aumentare il PIL
di un determinato paese e allo stesso tempo danneggiare i cittadini dello stesso.
Il PIL corrisponde al valore di mercato di tutti i beni e i servizi finali che sono prodotti da un paese
in un certo periodo di tempo.

 VALORE DI MERCATO
I beni e i servizi che entrano a far parte del PIL sono valutati al loro prezzo di mercato,
perché è necessario sommare valori che siano tra loro compatibili.
Ovviamente non possiamo sommare tra di loro mele e arance, computer e popcorn.
Dobbiamo dare ad essi un valore che è il prezzo di mercato al quale vengono venduti.
L’aumento del PIL può dipendere da una variazione della QUANTITA’ ma anche del PREZZO
di mercato.
Per confrontare PIL di periodi storici diversi devo andare ad utilizzare il PIL Reale, ovvero il
Prodotto Interno Lordo a prezzi COSTANTI. Prendo un anno di riferimento e considero
quello il prezzo per ogni anno. I prezzi sono quelli dell’anno base e quindi non c’è più il
problema della variazione di prezzi, le variazioni del PIL dipendono da variazioni di Q.
Importante usarlo quando c’è molta inflazione o quando confronto periodi storici.
 BENI E SERVIZI FINALI
Un bene e un servizio finale è un oggetto comprato dal consumatore finale durante un
periodo specifico di tempo. L’automobile è fatta da tanti pezzi e componenti, quando io la
compro vado a comprarla nella sua interezza, non compro componente per componente,
all’interno del valore dell’automobile è già compreso il valore dei beni intermedi che sono
stati usati per produrla.
Escludendo il valore dei beni intermedi andiamo ad evitare conti sbagliati.
 PRODOTTO IN UN PAESE IN UN PERIODO DI TEMPO DEFINITO
PIL – PNL – RNL

 PIL (PRODOTTO INTERNO LORDO)


Include tutti i beni e servizi finali prodotti in Italia. Discriminante il fatto che i beni devono
essere prodotti all’interno del paese.
Se una multinazionale produce in Italia, la sua produzione verrà contata in Italia.
 PNL (PRODOTTO NAZIONALE LORDO)
Include i beni e i servizi prodotti in Italia e all’estero da imprese italiane. In questo caso la
discriminante non è il fatto che il bene o il servizio siano prodotti in Italia, ma da imprese
italiane. Quello che conta è la nazionalità delle imprese.
Rilevante per i paesi che ha molte multinazionali che operano all’estero.
 RNL (REDDITO NAZIONALE LORDO)
Equivale al PIL + o – i flussi di reddito tra i paesi, in particolare dipende molto dalle rimesse
provenienti dagli emigranti. Il reddito nazionale lordo può essere un indicatore importante
per moltissimi paesi africani dove le rimesse sono importantissime.
THE WORLD ECONOMY
Il paese che ha la quota di PIL più rilevante al mondo sono gli Stati Uniti, in seguito c’è la Cina.
Ma come è cambiata la classifica dei paesi in termini di PIL dal 1980 ad oggi?
Nel 1980 i paesi leader erano USA, Giappone. Nel corso del tempo la Cina ha superato il Giappone
arrivando in seconda posizione a livello di importanza a livello globale.
Classificazione della Banca Mondiale:

 I paesi ad ALTO REDDITO sono quelli che hanno un reddito Pro Capite annuale superiore a
12mila dollari.
 I paesi ad ALTO-MEDIO REDDITO (Russia, Cina, parti di Sud America) sono i paesi in cui il
Reddito Pro Capite annuale va da 4k a 12k dollari annuali.
 I paesi a BASSO-MEDIO REDDITO (India, parte dell’Africa, parte del Sud-Est Asiatico
insulare) hanno un reddito che va da 1k a 4k dollari Pro Capite.
 I paesi a BASSO REDDITO (Molti paesi africani) hanno un reddito Pro Capite annuale
inferiore a 1k dollari.
In passato la Banca Mondiale forniva anche una classificazione per i cosiddetti paesi in via di
sviluppo, dove venivano aggregati i paesi ad alto, medio e basso reddito.
Dal 2016 questa categoria è stata ABOLITA, si sottolinea il fatto che la categoria dei paesi che non
sono ad Alto Reddito è diventata sempre più ETEROGENEA, ed essendo così differenziata non ha
molto senso fornire statistiche per un gruppo di paesi tra loro così differenti.
Metteva a paragone paesi quali il Messico (Alto-Medio Reddito, 9850 dollari all’anno pro capite) e
il Malawi (Basso Reddito, 250 dollari all’anno pro capite). Non ha molto senso paragonarli.
Dal 2016 la Banca Mondiale fornisce statistiche per le quattro categorie differenti dei paesi e sulla
base delle aree geografiche mondiali. Possiamo trovare informazioni sull’Asia Centrale, Europa
Meridionale e così via.
PIL NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO VIENE SOTTOSTIMATO
Esistono vari problemi in tutto il mondo ma che sono particolarmente rilevanti nei paesi in via di
sviluppo, soprattutto quelli che si basano su un’economia ancora rurale.

 La Produzione AUTO-CONSUMATA è elevata


Potrebbe essere l’esempio dei biglietti aerei comprati su internet invece che in agenzia di
viaggi. Servizio auto prodotto.
Molto importante il settore agricolo di autosussistenza, si tratta di produzione che non
passa attraverso il mercato ma che viene auto-consumata direttamente non passando
quindi attraverso il Prodotto Interno Lordo, ma è fondamentale per la sopravvivenza.
 Il settore INFORMALE è grande
Attività che non sono registrate in nessun modo a livello formale. Il contadino che produce
ortaggi e una parte li auto-consuma, un’altra parte li porta nel mercato del villaggio.
Produzione e vendita che avviene nell’ambito di un settore informale (non c’è il pagamento
di tasse né registrazione delle vendite).
Tutto quello che viene prodotto in questo settore non è registrato dal calcolo del PIL.
Il peso del settore informale è molto importante anche in Italia.
L’ISTAT negli anni ’80 ha svolto un calcolo del peso del settore informale in Italia, facendo
stime sull’utilizzo dell’energia elettrica. L’Italia, grazie a questa rivalutazione, aveva
superato la Gran Bretagna.
Tentativo di tenere conto la dimensione del PIL proveniente dal settore informale.
 Lavoro NON PAGATO
Tutto il lavoro di cura nei confronti dei bambini o degli anziani all’interno delle famiglie.
Se si assume una babysitter per la cura dei bambini (non in nero), questo viene registrato
all’interno del PIL.
Quei paesi dove tutto l’aspetto della dimensione della cura e dei servizi di cura è
prevalentemente svolto all’interno delle famiglie fa sì che ci sia tutta una parte di attività
economica che non viene registrata nel Prodotto Interno Lordo.
IL TASSO DI CAMBIO E PARITA’ DEL POTERE DI ACQUISTO (PPP)
Per confrontare il PIL di paesi diversi dobbiamo trasformare questo PIL in una valuta unica, di
norma in dollari. Questo comporta il fatto che se il tasso di cambio tra il dollaro e una qualsiasi
altra valuta non riflette interamente la parità di potere di acquisto e il valore dei prezzi nei due
paesi, si ottiene un valore del PIL che non è IN LINEA con la Purchasing Power Parity che un dollaro
potrebbe avere nei due diversi paesi.
Il problema è rilevante nel momento in cui si confrontano i prezzi tra i paesi ad Alto Reddito e
quelli più poveri.

 I prezzi dei beni TRADABLES (commerciabili nel mercato) tendono ad essere abbastanza
simili tra paesi differenti. Ad esempio computer, automobili, cellulari. Ci possono essere
differenze ma non troppo rilevanti anche tra paesi che appartengono a categorie differenti.
 Ci possono essere differenze importanti tra i beni NON TRADABLES (non vengono
commercianti), che sono ad esempio tutti i servizi. Un pasto al ristorante a New York tende
a costare molto di più che un pasto al ristorante in India.
THE PENN EFFECT
I prezzi dei beni, soprattutto dei beni non tradables, non sono riflessi in modo corretto dal tasso di
cambio, che è determinato solo dai beni scambiati nel mercato internazionale (tradables).
Il livello dei prezzi tende ad essere più elevato nei paesi ad alto reddito e ad essere più basso nei
paesi a reddito basso.
Questo ha ovviamente un effetto nel calcolo del PIL.
ESEMPIO
Cina (2010): Tasso di cambio  6,46 renminbi per 1 Dollaro Americano
GDP Per Capita in Cina: 10.261 dollari americani.
Ma in Cina la capacità di potere di acquisto è circa 64% in più che in US; quindi, la capacità di
potere di acquisto di 6,46 renminbi è in realtà di circa 1,64 dollari americani.
Con l’equivalente di un dollaro, in Cina, compro beni per 1,64 dollari.
Quindi se io provo a ricalcolare il PIL cinese tenendo conto di questa maggiore capacità di potere
di acquisto del dollaro in Cina, ottengo che il Pil Pro Capite diventa: 16.828 dollari pro capite.
È il Prodotto Interno Lordo Pro Capite cinese a PARITA’ DI POTERE D’ACQUISTO.
Dovuto al fatto che il prezzo dei beni non tradables in Cina sarà più basso che negli USA.

 Per livelli di reddito bassi il PIL PPP > PIL


Si tiene conto del fatto che nei paesi più poveri il livello dei prezzi tende ad essere più basso
rispetto al livello dei prezzi nei paesi più ricchi. Il potere d’acquisto di un dollaro in quei
paesi è superiore rispetto al potere d’acquisto di un dollaro negli USA.
 Per livelli di reddito alti il PIL PPP < PIL
Tutti quei paesi in cui la capacità di potere d’acquisto è minore che negli Stati Uniti.
INDICATORI DI SVILUPPO: HDI ED ALTRI
INDICE DI SVILUPPO UMANO (HDI)

 Un INDICATORE ELEMENTARE è un dato “elaborato”, costruito, generalmente,


rapportando un dato grezzo ad un altro che ne costituisce una base di riferimento (reddito
pro-capite). Si concentra solamente su una dimensione.
Vanno a misurare una sola dimensione di un processo che se seguiamo la scuola di
Streeten è un processo complesso e in realtà multidimensionale.
 Un INDICE COMPOSITO (o SINTETICO) è una combinazione matematica (o aggregazione) di
un insieme di indicatori elementari (variabili) che rappresentano le diverse componenti di
un concetto multidimensionale da misurare (es. sviluppo, qualità della vita, benessere…).
L’indice di Sviluppo Umano è un indicatore composito del benessere ECONOMICO e SOCIALE,
perché aggrega dimensioni diverse per misurare un particolare fenomeno.
L’Indice di Sviluppo Umano è un indice che va a misurare tre aspetti:

 SALUTE
Misura la lunghezza della vita ed esprime le condizioni sanitarie di un paese.
L’indicatore che è stato scelto dall’UNDP è l’ASPETTATIVA di vita alla NASCITA.
 CONOSCENZA
Sono due gli indicatori che sono stati scelti dall’UNDP e sono il numero di ANNI ATTESI di
scuola e la MEDIA degli anni EFFETTIVI di scuola. I due indicatori possono essere diversi, il
primo indicatore va a misurare e riflettere le politiche scolastiche di un paese, il secondo è
il risultato di come queste politiche vengono implementate e delle condizioni del sistema
scolastico, ma anche dell’atteggiamento nei confronti della scuola.
Se parliamo di paesi dove le scuole sono difficilmente raggiungibili e con una bassa
concentrazione di scuole questo influirà sulla variabile degli anni in media effettivi.
Riflette anche la capacità del paese di far rispettare le proprie politiche.
Si usano due indicatori per cogliere due aspetti diversi: POLITICO e IMPLEMENTAZIONE
 REDDITO
Per misurare il reddito viene utilizzato il Reddito Nazionale Lordo Pro Capite calcolato in
PPP (Parità di potere d’acquisto).
Corretto utilizzarlo perché considera le rimesse dall’estero che per molti paesi sono
importantissime. Anche il PPP è importante, tiene conto della diversa capacità di potere
d’acquisto. In questi paesi i prezzi dei beni non tradables tendono ad essere più bassi.
Quello che conta è misurare il livello di reddito di un paese in termini della possibilità di
quanto questo reddito in quel paese permette di acquistare.
L’indice di sviluppo umano aggrega queste tre dimensioni diverse. Potremmo aggiungere altre
dimensioni rilevanti, ma l’indice cerca di identificare quelle dimensioni fondamentali per misurare
il benessere economico – sociale di un paese e quelle variabili che sembrano rappresentare meglio
tali dimensioni.
HDI 2020 ITALIA

 Aspettativa di vita alla nascita: 83,5 anni


 Numero di anni attesi di scuola: 16,1
 Media degli anni di scuola: 10,4
 RNL PPP: 42,776 dollari
 HDI: 0,892
 Ranking: 29
ESEMPIO SRI LANKA E GUATEMALA
Non c’è sempre una correlazione positiva tra il livello del Reddito Pro Capite e le altre dimensioni
dello Sviluppo Umano.
Lo Sri Lanka ha un livello di Reddito Pro Capite inferiore al Guatemala, ma questo viene distribuito
in maniera molto più equilibrata rispetto al Guatemala.
Un possibile indicatore per misurare la distribuzione del reddito è andare a misurare la quota di
reddito che viene posseduta dal 40% della popolazione più povera e la quota posseduta dal 20%
della popolazione più ricca.
In Sri Lanka il reddito è distribuito in maniera molto più equilibrata che in Guatemala.
La diversa distribuzione del reddito è riflessa anche in altri indicatori dello sviluppo umano.
L’aspettativa di vita è più alta in Sri Lanka che in Guatemala, la mortalità infantile è molto più bassa
(livello dei servizi sanitari è molto diverso tra i paesi) e la popolazione è molto più alfabetizzata (i
sistemi educativi sono molto differenti).
Questo esempio ci fa vedere che sebbene ci sia un RNL PPP più alto in Guatemala, in realtà gli altri
indicatori ci dicono che la qualità della vita sia più alta in Sri Lanka.
Usare solamente il Reddito non ci dà un’informazione corretta e completa.
RELAZIONE TRA PIL PRO CAPITE E MORTALITA’ INFANTILE
Tra queste due variabili c’è una relazione di tipo negativo, i paesi con un PIL più elevato hanno un
livello di mortalità infantile più bassa. Seppure ci sia una relazione negativa, ci sono alcuni paesi
che presentano caratteristiche non in linea con le nostre aspettative.
Per alcuni paesi potrebbe essere un buon indicatore per misurare la dimensione del tasso di
mortalità infantile, ma per altri paesi non è così. L’indicatore di reddito pro-capite non sarà un
buon indicatore.
IL PIL Pro Capite non è quindi un buon indicatore del livello della sanità dal paese.
La stessa aspettativa di vita ha tendenzialmente una relazione di tipo positivo con il Reddito Pro
Capite, ma poi abbiamo alcuni paesi che presentano un reddito più basso ma un’aspettativa di vita
più elevata. Dipende molto dalle scelte politiche del paese.
Capiamo quanto sia importante tenere conto di indicatori multidimensionali che non tengono
conto solamente di una dimensione dello sviluppo economico.
ANDAMENTO DELL’INDICE DI SVILUPPO UMANO
A partire dagli anni ’90 l’Indice di Sviluppo Umano è andato tendenzialmente migliorando in tutte
le aree geografiche, ma l’area dove c’è stato un miglioramento molto grande è quella dell’ASIA
ORIENTALE. In termine di indice di sviluppo umano ha superato quello dei paesi arabi.
I paesi arabi di norma hanno indicatori di accesso all’educazione e di distribuzione del reddito
molto bassi: la ricchezza è fortemente concentrata in una piccola parte della popolazione e i servizi
sono relativamente poco sviluppati.
In anni più recenti sono stati introdotti altri indicatori aggregati che hanno fatto scelte diverse in
termini di dimensioni dello sviluppo che sono considerate all’interno di questi indicatori.
In alcuni casi cercano di misurare una varietà di dimensioni, in altri casi identificano alcune
dimensioni in particolare e sono indici più specializzati.

 OECD Better Life Index


 Happy Planet Index
 UNPD Global Multidimensional Poverty Index (MPI)
 EU Gender Equality Index
 Global Peace Index
 Freedom Index
 Happiness Index
COME VALUTARE LA BONTA’ DI UN INDICE?

 VALIDITA’
Come un indice misura quello che effettivamente vuole misurare?
Quali indicatori utilizza?
 ATTENDIBILITA’
Chi lo calcola? È possibile replicare i risultati? Deve essere fornita in modo chiaro la
metodologia con cui è stato calcolato un determinato risultato.
Se l’indicatore vuole misurare il livello di libertà nei paesi, devo andare a vedere se le
variabili scelte sono effettivamente collegate alla dimensione misurata. Posso considerare
come attendibili le organizzazioni che lo calcolano?
 PARSIMONIA
Gli indicatori considerati sono quelli fondamentali per misurare un certo fenomeno?
Sono gli indicatori migliori per misurare quel determinato fenomeno?
OCSE BETTER LIFE INDEX
Nel 2011 l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico) ha lanciato la
“Better Life Initiative”, con cui fornisce ogni due nani un quadro complessivo del benessere dei vari
paesi sulla base di tre pilastri:

 Condizioni materiali
Livello del reddito, il fatto di avere un lavoro, il fatto di avere una casa
 Qualità della vita
Equilibrio tra lavoro e vita privata, livello di educazione, livello di connessione sociale
(sentirsi inseriti in una società), coinvolgimento in attività che hanno impatto a livello
civico, qualità ambientale, sicurezza personale e una dimensione soggettiva del benessere
 Sostenibilità
Dimensione trasversale della sostenibilità nel tempo di un certo livello di benessere.
L’OCSE ha raccolto le risposte di coloro che hanno risposto e prodotto alcuni rapporti in cui si vede
che il benessere delle persone può essere veramente diverso da paese a paese.
Nei paesi europei la salute è considerata importante, sottolineata meno già negli Stati Uniti, in cui
viene enfatizzato molto di più l’equilibrio tra lavoro e vita privata e l’importanza di un inserimento
nel mercato del lavoro.
Sulla base delle risposte raccolte è stato calcolato un indicatore sintetico.
L’obiettivo di questo tipo di iniziativa era quello di raccogliere dalla popolazione informazioni su
quelle che erano le dimensioni della vita considerate IMPORTANTI nei diversi paesi.
BENESSERE EQUO SOSTENIBILE (ISTAT)
Questo esperimento è stato in parte ripreso anche in Italia con il calcolo del BES (Benessere Equo
Sostenibile) che viene calcolato regolarmente dall’ISTAT a partire dal 2010 e che è basato sulla
combinazione di diversi metodi.
Da un lato un’analisi multidimensionale con una raccolta di risposte sulla base di una survey che
viene fatta ad un campione di cittadini su una serie di dimensioni di aspetti rilevanti della qualità
della vita. Vengono anche usati vari indicatori disponibili che misurano aspetti diversi della qualità
della vita, un tentativo di andare al di là di misurare la qualità della vita usando solo il Reddito.
Sono considerate:
1) Salute
2) Istruzione e Formazione
3) Lavoro e Conciliazione tempi di vita
4) Benessere Economico
5) Relazioni Sociali
6) Politica e Istituzioni
7) Sicurezza
8) Benessere soggettivo
9) Ricerca
10) Innovazione
11) Qualità Servizi
12) Paesaggi
MODELLO NEOCLASSICO DI CRESCITA
CRESCITA DI LUNGHISSIMO PERIODO
I dati vengono da uno studio di Maddison, il primo a fare un lavoro di raccolta e di stima di dati a
partire dall’anno 1000 in poi.
L’assetto attuale del mondo è relativamente recente.
Tra il 1000 e il 1998 la POPOLAZIONE è aumentata di 22 volte e il reddito pro capite di 13 volte.
Questo andamento della crescita è completamente diverso dalla crescita tra l’anno zero e l’anno
1000, in cui la popolazione è aumentata di un sesto mentre il PIL Pro Capite è leggermente
diminuito.
Andando ad analizzare i tassi di crescita del PIL e del PIL Pro Capite:

 CRESCITA ESTENSIVA (1000-1820)


Dall’anno Mille all’inizio della Rivoluzione Industriale si può parlare di crescita estensiva,
situazione in cui il PIL cresce in modo tale da permettere la crescita della popolazione.
Non c’è una crescita superiore alla crescita della popolazione.
 CRESCITA INTENSIVA (DAL 1820)
Si passa ad una fase di crescita intensiva, il PIL Pro Capite cresce più rapidamente della
popolazione. Nel 1998 il Reddito Pro Capite era più di 8 volte superiore a quello del 1820,
mentre la popolazione era 5 volte superiore.
La crescita del reddito accelera rispetto alla crescita della popolazione.
Si iniziano a creare delle DISPARITA’ di performance nelle diverse regioni del mondo.
In una parte del mondo la crescita accelera e si creano differenze di reddito che in passato non
c’erano. Per quanto riguarda il PIL Pro Capite nell’anno Mille non ci sono grandi differenze tra
quello del Gruppo A (Paesi Europei, Giappone, Nord America) e del Gruppo B (Resto del Mondo).
Il PIL del gruppo A era minore di quello del gruppo B.
Le differenze si fanno molto consistenti nel XX Secolo: nel 1998 il Pil Pro Capite dell’area A era di
21mila dollari, mentre nell’area B era di 3mila dollari.
Con il passaggio dalla crescita estensiva a intensiva si iniziano a creare delle differenze di REDDITO
che non c’erano in passato tra Area A e Area B.
Si iniziano a creare differenze notevoli tra questi due gruppi.
PERCENTUALI DEL PIL SUL TOTALE
L’Asia fino al 1800 aveva una quota di PIL che era pari a circa il 50% del Prodotto mondiale.
Questa quota si riduce in maniera notevole al 1820 al 1870, anni in cui in Europa si sviluppa la
Rivoluzione industriale. L’importanza economica europea CRESCE di fronte a un ruolo sempre più
ridotto dei paesi asiatici.
La quota dell’Asia si riduce in modo molto consistente, ma ricomincerà a salire negli anni ’90, fino
ad arrivare ai giorni nostri in cui la quota è cresciuta molto ma che ancora non ha raggiunto i livelli
che aveva ad inizio ‘800.
L’Asia perde tantissimo a causa della RIVOLUZIONE INDUSTRIALE fino agli anni ’80 per poi
ricominciare ad assumere un ruolo importante nel sistema economico mondiale.
Il ritornare ad assumere un peso come quello di inizio Ottocento sembra essere un obiettivo di
Medio-Lungo periodo soprattutto per la Cina.
ASPETTATIVE DI VITA GRUPPO A / GRUPPO B
L’aspettativa di vita cambia nel tempo tra i gruppi di paesi, ci sono diversità che si creano tra il
Gruppo A e il Gruppo B soprattutto in seguito al 1820 (Rivoluzione industriale).
L’aspettativa di vita ci può aiutare a misurare lo Sviluppo economico.
CAUSE DI CRESCITA DI LUNGHISSIMO PERIODO

 Conquista di AREE FERTILI e accesso a nuove risorse.


Le conquiste coloniali permettono di accedere a nuove aree fertili e nuove risorse che
permettono una crescita della produzione molto rapida.
 COMMERCIO INTERNAZIONALE di beni e capitali
Anche grazie alle innovazioni nell’ambito delle tecniche di trasporto si inizia non più a
basare la crescita solo sul mercato interno, ma hanno iniziato a espandersi e attivare rotte
di commercio internazionali di beni e capitali che hanno permesso ai paesi occidentali di
crescere in maniera molto rapida.
 RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Introduzione macchina a vapore, miglioramento delle condizioni di navigazione.
Tutte innovazioni fondamentali che hanno contribuito alla creazione dell’assetto del
mondo in termini di sviluppo economico come noi lo conosciamo.
CRESCITA DI LUNGO PERIODO
La produzione aggregata di un’economia, in un dato periodo, è misurata dal PIL.

 PIL NOMINALE
Prodotto Interno Lordo misurato dal valore dei beni e servizi finali valutati al prezzo
corrente di mercato. Non può essere usato per compiere analisi storiche.
 PIL REALE
Prodotto Interno Lordo misurato dal valore dei beni e servizi finali valutati a prezzi costanti,
cioè ad un prezzo di un anno di riferimento.
PIL PRO CAPITE
Quando voglio confrontare il PIL Pro Capite devo andarlo a confrontare utilizzando la Parità di
Poteri di acquisto (Purchasing Power Parity) e usando il Pil Pro Capite Reale.
CONVERGENZA PIL PRO CAPITE PAESI OCSE
C’è una relazione NEGATIVA tra il Pil Pro Capite nel 1950 (Reale) e il Tasso di Crescita medio
annuo registrato successivamente (fino al 2014).
I Paesi con livelli di PIL Pro Capite più basso nel 1950 sono cresciuti a dei tassi di crescita più alti.
I paesi che partono con un livello di Reddito più basso crescono più rapidamente dei paesi che
hanno, a livello di partenza, un livello di reddito più elevato.
Se questo avviene, ci sarà una CONVERGENZA tra i paesi. È avvenuta tra i paesi avanzati (OCSE).
Gli USA Partono da uno dei Pil Pro Capite più alti, registrando poi uno tra i tassi di crescita più
bassi. Ci sono ovviamente eccezioni:
Il Messico è cresciuto di meno rispetto ala posizione iniziale, mentre la Norvegia di più.
PAESI AFRICA E ASIA
Se guardiamo tutti i paesi insieme, una tendenza chiara alla Convergenza come quella che
abbiamo visto per i soli paesi OCSE scompare.
Non vediamo più la relazione negativa che avevamo visto prima.
Ci sono paesi con PIL Pro Capite molto bassi e che hanno tassi di crescita anch’essi molto bassi,
addirittura alcuni paesi africani hanno tassi di crescita NEGATIVI.

 PAESI ASIATICI
Mostrano una maggiore concentrazione su tassi di crescita più alti.
Il ruolo delle QUATTRO TIGRI ASIATICHE degli anni ’60 è importantissimo, ma c’è anche
un’importanza sempre più crescente della Cina.
 PAESI AFRICANI
Hanno tassi di crescita molto vari, ma generalmente bassi e in alcuni casi addirittura
negativi. Decrescono al posto di crescere.
COSA DETERMINA LA CRESCITA ECONOMICA? (NEOCLASSICO)
Modello introdotto da Solow negli anni ’50, è ancora un modello che per la sua semplicità offre
uno strumento per analizzare la relazione tra la crescita dei fattori di PRODUZIONE (Capitale,
Lavoro, Tecnologia) e la crescita della PRODUZIONE AGGREGATA.
La crescita economica risulta essere determinata da:

 ACCUMULAZIONE DI CAPITALE
Nel Breve / Medio periodo
 MIGLIORAMENTI TECNOLOGICI
Nel lungo periodo
DETERMINANTI DELLA CRESCITA ECONOMICA
La funzione di produzione mette in relazione il capitale per addetto (K/N) e il prodotto per addetto
(Y/N). Ci dice quanto è la produzione per addetto dato il capitale per addetto.
(Modello di lungo periodo di macro).
Il prodotto per addetto può aumentare lungo la curva grazie all’accumulazione del capitale per
addetto, mi posso spostare da YA a YC grazie al fatto che aumenta K/N.
Mi rappresenta quanto in un dato sistema economico dato un determinato livello di tecnologia
posso produrre a diversi livelli di K/N.
Un altro modo è quello di andare a migliorare la tecnologia. Un miglioramento tecnologico
(macchinari più efficienti) causa una traslazione asimmetrica verso l’alto, che ci porta ad avere un
livello maggiore di produzione anche a parità di K/N.
LA CRESCITA DI BREVE / MEDIO PERIODO
Dato un livello di Stock di Capitale, il paese sarà in grado di produrre una certa quantità di
prodotto. Questo livello di produzione può essere in parte consumato e in parte risparmiato e
investito. L’investimento è un aumento dello stock di capitale, che porta a una variazione di stock
di capitale che porta ad un aumento della produzione.
RELAZIONE TRA CAPITALE E PRODUZIONE
La funzione di produzione è la relazione tra la produzione aggregata e i fattori di produzione
disponibili in un dato sistema economico.
Y= F(K,N)
Ci dice come la tecnologia elabora il capitale e il numero di lavoratori per trasformarli in prodotto.
Ci sono due FATTORI DI PRODUZIONE:

 Stock di Capitale (K): macchinari, impianti, uffici, immobili


 Forza Lavoro (N): numero di lavoratori
Dobbiamo porre due ipotesi per il momento:

 Non c’è progresso tecnologico


 Il numero dei lavoratori è costante
Ci sono RENDIMENTI DI SCALA COSTANTI, ovvero che un aumento di entrambi i fattori di
produzione fa aumentare il prodotto in misura proporzionale.
Ci sono anche RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI, ovvero che se un solo fattore di
produzione aumenta, anche la produzione aumenterà ma in misura minore.
Se aumenta il capitale a parità di lavoro, Y aumenterà ma in misura minore, gli aumenti del
prodotto saranno TANTO MINORI tanto maggiore è il livello di K di partenza.
Devo andare a riscrivere la mia funzione di produzione Y=F(K,N) in termini Pro Capite per poterla
andare a rappresentare graficamente. Dividiamo per N.
Y/N=F(K/N) (screen grafico)

ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE


La produzione agisce sull’accumulazione del capitale in due step:

 Relazione tra produzione, consumo, risparmio e investimento.


 Relazione tra investimento e accumulazione di capitale.
Risparmio = sY in cui s è la quota di produzione risparmiata.
Investimenti = S = sY
Gli investimenti sono quindi proporzionali alla produzione.
Dobbiamo collegare gli investimenti all’accumulazione di capitale.
Kt+1/N – Kt/N = sf(Kt/N) – δ(Kt/N)
L’accumulazione del capitale è uguale alla differenza tra la variazione della produzione dovuta
dagli investimenti e il deprezzamento del capitale.
Il capitale si deprezza con il tempo perché si deteriora o diventa obsoleto, una parte
dell’investimento va a coprire non nuovo capitale, ma la sostituzione del capitale deprezzato.
L’investimento per addetto è una certa quota proporzionale che dipende da s (tasso di risparmio)
della funzione di produzione.
Lo stock di capitale aumenta della differenza tra l’investimento e la quantità di capitale che serve
per compensare il deprezzamento del capitale.
L’origine della crescita (senza progresso tecnologico) è la variazione dello stock di capitale, ma fino
a un certo punto. Dopo un certo punto non genera più aumento dello stock di capitale a causa del
deprezzamento.

Il livello di produzione dipende dalla quantità di K

 L’accumulazione di K dipende a sua volta dal livello di Y e determina risparmio e


investimento
 L’accumulazione di K è la fonte di crescita dei sistemi economici di breve periodo.

STATO STAZIONARIO
Lo Stato Stazionario è l’equilibrio di questo tipo di modello.
Nello Stato Stazionario:

 Il Capitale per Addetto


sf(K*t/N) = δ(K*t/N)
 Prodotto per Addetto
Y*/N = f(K*/N)
Il tasso di crescita di K/N e di Y/N sono uguali a zero in Stato Stazionario.
AUMENTO DEL TASSO DI RISPARMIO
Alcune politiche che incentivano il risparmio potrebbero fare aumentare la propensione al
risparmio e il tasso di risparmio.

 La quota risparmiata (e quindi investita) a parità di prodotto per addetto aumenta.


 Il capitale per addetto di Stato Stazionario aumenta.
 Il prodotto per addetto di Stato Stazionario aumenta.

Non porta ad un aumento del tasso di crescita, al massimo mi porta a spostarmi a un equilibrio di
Stato Stazionario che corrisponde a un livello di K/N e Y/N più elevato.
Arrivo comunque a un punto in cui il sistema economico non cresce più.

AUMENTO DEL TASSO DI RISPARMIO


Nel breve periodo ci sarà una crescita più elevata.
Nel lungo periodo il prodotto per addetto raggiungerà il suo nuovo valore di stato stazionario e
smetterà di crescere. Nel lungo periodo il tasso di crescita tornerà ad essere pari a zero, come lo
era in precedenza, semplicemente a un livello di produzione per addetto maggiore.
TASSO DI RISPARMIO E PRODUZIONE
Il tasso di risparmio non ha effetto sul tasso di CRESCITA DI LUNGO PERIODO, che è sempre
UGUALE a 0. Per sostenere un tasso di crescita positivo bisognerebbe risparmiare sempre di più,
perché per aumentare Y/N a causa dei rendimenti marginali decrescenti, K/N dovrebbe continuare
a crescere in misura sempre maggiore.
Ad un certo punto anche risparmiare tutto il reddito non sarebbe sufficiente e ci farebbe giungere
a una situazione di Stato Stazionario.
Tuttavia, se aumenta il tasso di risparmio:

 Ci sarà una maggiore crescita di breve periodo


 Aumenteranno i valori del capitale e della produzione per addetto in Stato Stazionario.

LA CRESCITA DI LUNGO PERIODO


L’accumulazione del capitale è la fonte fondamentale della crescita dei sistemi economici nel
breve e nel medio periodo.
In seguito ai rendimenti marginali decrescenti, i paesi con uno stock di capitale più ridotto
crescono più rapidamente di quelli con uno stock più elevato, ma un paese non può continuare a
crescere per sempre mediante l’accumulazione di capitale.
Per andare ad analizzare il lungo periodo dobbiamo togliere le ipotesi relative allo stato
tecnologico e alla popolazione: nel lungo periodo sia popolazione (N) che tecnologia possono
crescere.
Quali sono le altre fonti della crescita?

 Lo STATO DELLA TECNOLOGIA determina quanto prodotto possiamo ottenere in un dato


periodo impiegando una certa quantità di capitale e di lavoro.
Condizione le prospettive di crescita economica nel BREVE PERIODO.
La funzione ha una certa forma e posizione in base alla tecnologia disponibile in un certo
sistema economico, che ci dice qual è il prodotto raggiungibile data una combinazione di
dati fattori produttivi.
PROGRESSO TECNOLOGICO

 Maggiore produzione a parità di quantità di lavoro e capitale, a causa dell’utilizzo di metodi


di produzione più efficienti.
 Ci consente di produrre dei prodotti migliori.
 Possiamo produrre nuovi prodotti.
 Abbiamo una maggiore diversificazione del prodotto, maggiore varietà.
In ciascuno di questi casi il Progresso Tecnologico fornisce più servizi ai consumatori; quindi,
possiamo pensare al progresso tecnologico come un fattore che AUMENTA LA PRODUZIONE a
PARITA’ degli altri FATTORI produttivi.
Da un punto di vista grafico il progresso tecnologico porta a una traslazione asimmetrica della
funzione di produzione. Più efficiente è la tecnologia, più elevato il prodotto per addetto.
RIPARTIAMO DALLA FUNZIONE DI PRODUZIONE
Dobbiamo riscrivere la funzione di produzione come
Y = f(K/AN)

 A = Efficienza del lavoro. Se la tecnologia migliora, l’efficienza del lavoro aumenta.


 NA = Lavoro effettivo, cioè il lavoro necessario per produrre un certo prodotto. Nel lungo
periodo dipende sia dall’efficienza del lavoro che dal numero di lavoratori.
Y può variare o per lo stock di capitale o per una variazione del lavoro effettivo.

PRODUZIONE PRO CAPITE


Consideriamo dei rendimenti di scala costanti e dei rendimenti marginali decrescenti.
Trasformiamo la produzione in termini di unità di lavoro effettivo.
Y/AN = F(K/AN)

Aumenti del capitale per unità di lavoro effettivo comportano aumenti gradualmente sempre più
piccoli della produzione per lavoro effettivo a causa dei rendimenti marginali decrescenti.
PRODUZIONE E INVESTIMENTO
I = sY posso dividere per AN ottenendo I/AN = sY/AN
I/AN = sf(K/AN)
QUAL È IL LIVELLO DI INVESTIMENTO CHE MANTIENE COSTANTE K/AN?
δK + (gA + gN)K = (δ + gA + gN)K
δK è il deprezzamento, la parte di capitale che deve essere sostituita.
AN cresce al tasso ga (tasso di crescita tecnologico) e gn (tasso di crescita demografico), quindi il
capitale deve crescere per andare ad assorbire questo tasso di crescita per poter mantenere
costante il rapporto tra il capitale e il lavoro effettivo.
Se vogliamo mantenere costante il capitale per lavoro effettivo, lo stock di capitale dovrà crescere
in modo tale da compensare sia la crescita demografica e tecnologica, sia il deprezzamento.

La variazione dello Stock di Capitale corrisponde alla differenza tra il risparmio per lavoro effettivo
(investimento) e tutto ciò che mi serve per mantenere invariato lo stock di capitale al livello del
tempo T, che è dato dal deprezzamento e da quanto il capitale deve crescere per compensare
l’aumento tecnologico e demografico.
Nel lungo periodo il capitale per unità di lavoro effettivo e il prodotto per unità di lavoro effettivo
convergono verso valori costanti (Stato Stazionario).
Anche nel lungo periodo i livelli convergono verso lo Stato Stazionario, livello in cui l’investimento
non fa altro che coprire il deprezzamento e la crescita demografica e tecnologica.
CRESCITA BILANCIATA
In Stato Stazionario Y/AN è costante. gY / AN = 0
Il tasso di crescita del prodotto è dato dalla crescita della popolazione più la crescita tecnologica.
gY = gA + gN
Il prodotto per addetto invece cresce quanto la tecnologia.
gY/N = gA
Vale lo stesso discorso per la crescita del capitale per addetto.
IL PROGRESSO COME FONTE DI CRESCITA
Il tasso di crescita del prodotto aggregato per unità di lavoro (Y/N) dipende da gA, dal progresso
tecnologico. Variazioni della tecnologia sono la fonte della crescita di lungo periodo.
In questo modello non viene spiegata la causa del progresso tecnologico, è ESOGENO nonostante
venga identificato come la causa di crescita dei sistemi economici.
Non ci spiega come è possibile migliorare la tecnologia e tramite essa aumentare la crescita dei
sistemi economici nel lungo periodo.
AUMENTO DEL TASSO DI RISPARMIO

Un aumento del tasso di risparmio provoca un aumento dei livelli di stato stazionario del prodotto
e del capitale per unità di lavoro effettivo. Risultati analoghi al breve periodo.
Si sposta verso l’alto la funzione di investimento, quindi avremo uno Stato Stazionario per livelli
maggiori di capitale e produzione aggregata per lavoro effettivo.

La produzione e il capitale crescono a un livello che è gN + gA.


L’aumento del tasso di risparmio porta a una crescita di breve periodo, che poi nel lungo periodo
porta ad una crescita della produzione associata pari alla somma del tasso di crescita della
tecnologia e della popolazione.
Non influenza il tasso di crescita di Stato Stazionario ma il livello dello Stato Stazionario se
andiamo a considerare il capitale e prodotto per lavoro effettivo.
Viene influenzato il LIVELLO dello Stato Stazionario. Il tasso di crescita rimane gA + gN.
PRINCIPALI CONCLUSIONI MODELLO SOLOW
In un’economia con progresso tecnologico e crescita della popolazione, la PRODUZIONE CRESCE
nel tempo (Lungo Periodo) ad un tasso pari alla somma del tasso di crescita tecnologico e
demografico.

 Y e K crescono al tasso gA + gN.


 Y/N e K/N crescono al tasso gA
 Y/AN e K/AN non presentano crescita.
Il tasso di crescita della produzione in Stato Stazionario è INDIPENDENTE dal tasso di risparmio.
Tuttavia, il tasso di risparmio influenza il livello di Y/AN e K/AN in Stato Stazionario.
Alla base della crescita economica vi è il progresso tecnologico.
POLITICHE PER PROMUOVERE LA CRESCITA

 AUMENTARE IL TASSO DI RISPARMIO NAZIONALE


Si può aumentare il RISPARMIO PUBBLICO: ridurre il deficit o andare ad aumentare il
surplus di bilancio (G-T). Si riduce la spesa pubblica o si aumentano le tasse.
Aumentare il RISPARMIO PRIVATO attraverso vari incentivi: si aumenta la REDDITIVITA’
degli investimenti mediante una riduzione della tassazione sui profitti (si incentiva il
risparmio rispetto al consumo), oppure possono essere aumentate le IMPOSTE sui
CONSUMI come l’imposta sul valore aggiunto (diminuiscono i consumi, aumentano i
risparmi e quindi i possibili investimenti).
 AUMENTARE GLI INVESTIMENTI IN CAPITALE PRODUTTIVO
Esistono vari tipi di capitale produttivo.
1. Capitale PRIVATO (Impianti, macchinari…)
2. Capitale PUBBLICO (Infrastrutture, ferrovie, autostrade…)
3. Capitale UMANO (Le conoscenze, le abilità acquisite con il processo educativo, il lavoro,
l’apprendistato…)
Si può decidere di andare ad investire in ciascuna di queste aree per poter andare a
promuovere la crescita interna di un determinato Stato.
 MIGLIORARE STATO TECNOLOGICO
Si può investire per migliorare lo stato della tecnologia. Gli investimenti in RICERCA e
SVILUPPO hanno un ruolo molto importante, e possono essere di tipo PUBBLICO (ogni
investimento di fondi pubblici nella ricerca universitaria o nei centri di ricerca), ma anche di
tipo PRIVATO, i quali investimenti in ricerca portano all’innovazione, alla scoperta e allo
sviluppo di NUOVI PRODOTTI (Innovazione di prodotto) o PROCESSI PRODUTTIVI che
rendono le imprese più efficienti.
I PAESI PIU’ RICCHI INVESTONO PIU’ IN RICERCA E SVILUPPO
Il valore degli investimenti è influenzato dalla grandezza del paese. Considero le spese in R&S sulla
percentuale del PIL. I paesi dell’area OCSE hanno delle percentuali che di solito sono tra l’1 e il 2%,
ma molti paesi quali Belgio, Olanda, Singapore, Cina, hanno degli investimenti in ricerca e sviluppo
superiori al 2%. La Corea del Sud ha un investimento superiore al 4% del PIL.
I paesi che hanno livelli di PIL Pro Capite più elevati fanno più investimenti in R&S, anche perché
sono i paesi che hanno dei tassi di crescita più bassi. Crescono poco accumulando capitale.
INCENTIVO INVESTIMENTI IN R&S

 BREVETTI
Vengono protetti i risultati dall’innovazione con i brevetti.
Esiste un sistema di protezione dei diritti di proprietà intellettuale, questo perché uno dei
problemi delle imprese che investono in R&S è quello di proteggere i propri risultati per
potersi APPROPRIARE del risultato dei loro investimenti.
Se questo non esistesse, i risultati delle loro attività di innovazione potrebbero essere
acquisiti e sfruttati da altre imprese.
Protezione fornita per legge alle imprese che registrano le loro innovazioni.
L’impresa che produce innovazione la registra e a quel punto ha diritto a sfruttare
economicamente i risultati di quella attività innovativa.
Le altre imprese, per un determinato periodo di tempo, non potranno copiare
l’innovazione, garantendo un MONOPOLIO TEMPORANEO a chi ha brevettato quella
determinata innovazione.
La protezione del brevetto è lo stimolo fondamentale per investire in ricerca, dal momento
che se non avessero garanzie di guadagno da un loro investimento ingente, non avrebbero
alcun motivo di investire in ricerca.
Ci sono tuttavia dei modi per poter aggirare i brevetti, si può arrivare a risultati molto simili
senza infrangere i diritti d’autore mediante dei percorsi differenti, anche se simili al
percorso di partenza che ha dato via alla data innovazione.
 POLITICHE FISCALI DI INCENTIVI DI R&S
Possibilità del sistema pubblico di creare meccanismi di incentivi fiscali dentro alle imprese,
fornendo alle imprese possibilità di avere vantaggi fiscali se investono in innovazione.
Nell’ottica che l’investimento in innovazione di un’impresa ha impatto che va anche AL DI
FUORI dell’impresa.
L’impresa aumenta i propri profitti e il suo prodotto innovativo avrà un impatto sul sistema
economico facendolo crescere. Lo Stato cerca di incentivare l’innovazione.
 FONDI PER FINANZIARE RICERCA DI BASE E UNIVERSITARIA
Lo Stato può intervenire direttamente mediante il finanziamento della ricerca di base e di
quella universitaria.
La ricerca di base può essere la base dell’attività innovativa delle imprese.
Una politica dell’innovazione vede interventi su tutti questi livelli, sono tutti importanti e
necessari.
CRESCITA ENDOGENA
Il modello di Solow assume che lo sviluppo tecnologico sia ESOGENO.
I fattori di produzione sono capitale (K) e lavoro (N).
Il progresso tecnologico definisce la funzione di produzione e trova le proprie origini al di fuori
della sfera economica, non viene spiegata all’interno del modello.
Nei modelli di CRESCITA ENDOGENA, la tecnologia stessa diventa uno dei fattori di produzione.
La tecnologia, definita come l’insieme delle conoscenze di un’economia, è considerata una forma
di capitale nella quale si può investire e che si può accumulare.
La tecnologia diventa il terzo fattore produttivo.
Il risparmio e gli investimenti possono portare ad una crescita PERMANENTE.
Scompare l’ipotesi di RENDIMENTI DECRESCENTI.
QUANDO IL PROGRESSO TECNOLOGICO DIVENTA ENDOGENO
Con l’endogenizzazione del progresso tecnico, facendolo cioè dipendere da scelte e variabili
economiche, la crescita di lungo periodo si spiega con i meccanismi di ACCUMULAZIONE tipici
dell’organizzazione capitalistica della produzione.
Lo Stato ha un ruolo nella formazione del capitale, nell’investimento in R&S e nella creazione di un
clima favorevole allo sviluppo economico (Burocrazia efficiente, Infrastrutture che funzionano…).
RENDIMENTI CRESCENTI: L’accumulazione di conoscenza gode di rendimenti crescenti e genera
SPILLOVERS, effetti esterni positivi verso altre imprese e settori: la crescita genera crescita.
Se un’impresa investe in una nuova macchina (Innovazione) allora l’investimento dell’impresa sarà
soggetto ai rendimenti marginali decrescenti, come nel modello di Solow, ma oltre a questo ha
anche l’effetto di generare NUOVE IDEE.
Le nuove idee aumentano la produttività del capitale per le altre imprese in modo tale che
possano andare ad investire in NUOVE MACCHINE.
Gli investimenti si espandono in tutta l’economia e generano a loro volta nuove idee che
aumentano la produttività dell’iniziale stock di capitale che era stato investito dalle imprese.
Crescita che va al di là dell’effetto diretto dell’innovazione che si è avuta nella prima impresa.
Questo nuovo capitale a sua volta permette di poter investire di nuovo in innovazione, rinnovando
il ciclo.
L’investimento in innovazione ha un impatto sull’impresa che produce l’innovazione, ma non si
limita ad essa, va anche all’ESTERNO generando un impatto positivo su tutte le imprese e quindi
sull’intero sistema economico che crescerà.
CONOSCENZA E’ UN BENE PUBBLICO
UN BENE PUBBLICO:

 NON RIVALE
Un bene pubblico è difficilmente appropriabile.
 NON ESCLUDIBILE
Un bene pubblico ha un alto grado di trasferibilità.
Le caratteristiche della conoscenza in quanto bene pubblico, fanno sì che attraverso il meccanismo
dei brevetti le imprese investono in innovazione e si appropriano di UNA PARTE dei risultati.
Non c’è una PERFETTA APPROPRIABILITA’, c’è una parte di conoscenza che circola nel sistema
economico che è fondamentale per la crescita degli stessi sistemi economici nel complesso.
ESTERNABILITA’ POSITIVA
Le esternalità si producono in seguito a IMITAZIONE
I concorrenti andranno ad imitare coloro che hanno creato un’innovazione, anche se esistono i
brevetti. I brevetti proteggono una parte dei risultati dell’innovazione, ma ci può essere la
circolazione della conoscenza, mediante, ad esempio, il trasferimento di lavoratori che
comunicano tra di loro.
In questo modo potremo andare a sfruttare parte dell’innovazione svolta da altri per andare ad
arrivare a creare nuova innovazione a mio modo.
La MOBILITA’ DEL PERSONALE permette alle persone di portare con loro le competenze che
hanno acquisito. Può avvenire a causa della circolazione delle informazioni.
Le ESTERNALITA’ sono degli effetti che vengono prodotti dalla conoscenza e che però non vengono
remunerati, si generano nel sistema economico attraverso il trasferimento di conoscenza che può
avvenire mediante meccanismi diversi.
La crescita del sistema AD UN TASSO POSITIVO può durare nel lungo periodo proprio a causa di
queste ESTERNALITA’ positive, che fanno crescere il progresso tecnologico nel sistema.
Nei vari modelli di crescita endogena che sono stati elaborati diciamo che le esternalità positive
sono spiegate in modo diverso:
 RICADUTA DELL’INVESTIMENTO
Ricaduta dell’investimento effettuato dalle singole imprese che genera esternalità positive.
(Romer, 1986)
 INVESTIMENTO IN CAPITALE UMANO
Investimento in conoscenze scientifiche e tecniche che migliora la produttività fisica del
lavoro (Lucas, 1988)
 INVESTIMENTO IN R&S
Mediante l’investimento in ricerca e sviluppo si producono beni più avanzati che fanno
aumentare, in aggregato, la produttività del sistema economico (Aghion e Howitt, 1992).
Gli effetti positivi, in ogni caso, vanno al di là dell’investimento e si esternano.
La crescita dipende sempre dal progresso tecnologico, la differenza fondamentale è che in questi
modelli il progresso tecnologico è un fattore produttivo nei quali è possibile investire.
MILLENNIUM DEVELOPMENT GOALS
Introdotti nel 2000 dalle Nazioni Unite con una prospettiva di 15 anni per poterli raggiungere.
UN Millenium Summit (2000): 189 Paesi firmano la dichiarazione delle Nazioni Unite per l’adozione
degli otto MDG.
L’aspetto più nuovo di questi obiettivi era quello di trovare un accordo tra un numero ampio di
stati su una serie di obiettivi COMUNI che venivano identificati in modo preciso: era la prima volta
che succedeva.
Venivano identificati anche degli indicatori per poter misurare i risultati.

 GOAL 1
Eliminare la povertà e la fame.
 GOAL 2
Ottenere educazione primaria universale.
Uno degli obiettivi che ha avuto più successo.
 GOAL 3
Promuovere l’uguaglianza di genere e ridurre il gender gap
 GOAL 4
Riduzione mortalità infantile
 GOAL 5
Miglioramento salute materna
 GOAL 6
Combattere l’epidemia di HIV/AIDS, malaria e altre malattie
 GOAL 7
Miglioramento della sostenibilità ambientale
 GOAL 8
Sviluppo di una global partnership per lo sviluppo. Aggregare organizzazioni e paesi diversi
insieme per soddisfare e raggiungere alcuni di questi obiettivi.
Gli aspetti positivi e importanti di questi obiettivi erano quello che per la prima volta si era messo
in evidenza il problema della POVERTA’ e quanto questo fosse un problema da affrontare a livello
globale. Evidenziano il fatto che la crescita non debba SOLO essere CRESCITA ECONOMICA,
sottolinea anche il fatto che fissare degli obiettivi potesse andare a spingere le organizzazioni
internazionali ad intervenire attraverso un quadro politico coerente e potesse rendere concrete
delle sfide che fino ad allora erano state astratte.
Nasce l’idea che avere obiettivi precisi potesse facilitare la MOBILITAZIONE delle RISORSE, far
convergere fonti di origini diverse verso lo stesso obiettivo.
Inoltre, il fatto che ci fossero obiettivi precisi con indicatori e target rendeva possibile un
MONITORAGGIO di quello che veniva fatto: era possibile tenere monitorati i progressi e si poteva
quindi in maniera migliore a seconda di come si stava sviluppando la situazione. Anche dal punto
di vista dell’implementazione e scelta delle politiche, il fatto di avere obiettivi precisi avrebbe
dovuto aiutare i paesi ad intervenire in modo più efficace.
RISULTATI MDG
Su alcuni obiettivi ci sono stati risultati importanti, alla fine del periodo c’è stata una notevole

 RIDUZIONE della POVERTA’ ESTREMA


 AUMENTO PARTECIPAZIONE FEMMINILE ISTRUZIONE PRIMRIA
 RIDUZIONE MORTALITA’ INFANTILE
 PROGRESSO NELLE CURE MALARIA, HIV, TUBERCOLOSI
Se andiamo a vedere a livello di aree del mondo, vediamo che la maggior parte dei progressi sono
avvenuti in EAST ASIA (Cina e India) e molti di questi progressi erano trainati da progressi che già
esistevano all’interno dei paesi.
Il problema rimane quello della distribuzione, i MDG hanno avuto maggiore effetto in determinate
aree piuttosto che in altre.
Alcuni obiettivi sono stati raggiunti in Asia grazie a politiche che sono state fatte e anche dal fatto
che tra il 2000 e il 2015 molti paesi asiatici hanno iniziato a crescere molto, questo ha influenzato
l’uscita dalla povertà.
In Vietnam c’è stata una grandissima crescita, grazie ad investimenti di multinazionali, che ha
portato ad una fortissima riduzione della povertà estrema, che ha permesso a migliori politiche
pubbliche. Altre aree del mondo hanno visto risultati molto meno brillanti.
Alcuni degli obiettivi erano obiettivi molto LIMITATI, problema che riguarda anche l’Asia che si è
sviluppata. In molti paesi è aumentata l’occupazione, ma non è detto che le condizioni dei
lavoratori siano buone o siano migliorate, dal momento che i MDG fissavano obiettivi
principalmente economici, tralasciando altre aree che sono tuttavia fondamentali.
Gli obiettivi dei MDG erano molto RISTRETTI.
COSTI STIMATI DEI MDG
I paesi occidentali inizialmente si erano impegnati ad investire almeno lo 0,7% del loro PIL in
progetti in un qualche modo collegati agli MDG.
In realtà nessuno, o quasi nessuno, ha raggiunto l’obiettivo (Italia  0,2%).
Programma ESTREMAMENTE COSTOSO perché il costo dei progetti collegati ai MDG si è valutato
essere il doppio di quello che era stato stimato nel 2000.
Inizialmente si stimava un impegno che alla fine del periodo si è rivelato essere il doppio.
Molto dell’aiuto è andato verso gli obiettivi dei MDGs, ma non è aumentato.
Si son spostate le risorse da altre aree di sostegno a quegli obiettivi senza in realtà avere l’effetto
di catalizzare una raccolta di maggiori risorse.
I paesi che li hanno sfruttati meglio non lo hanno fatto perché hanno ricevuto maggiori risorse, ma
semplicemente perché sono stati in grado meglio di altri di mischiare CRESCITA ECONOMICA,
buone POLICIES ed istituzioni EFFICIENTI.
PUNTI CRITICI

 OBIETTIVI PERCEPITI COME TOP DOWN


Identificati da un gruppo di esperti dell’ONU e imposti come gli obiettivi principali da
raggiungere a tutti i paesi che poi hanno accettato di essere firmatari.
Questo ha fatto sì che, dentro nei paesi, ci fosse spesso molto conflitto sulla decisione di
investire risorse in progetti legati a questi obiettivi.
 Non hanno MOBILIZZATO NUOVE RISORSE
Non hanno portato, come si sperava, ad un aumento delle risorse disponibili.
 POCHI DATI A DISPOSIZIONE
L’obiettivo di avere una maggiore disponibilità di informazione è stato raggiunto ma
solamente in parte, non si avevano molti dati.
 ASPETTI NON CONSIDERATI
L’equità, i diritti politici, le condizioni sociali e di lavoro non sono state minimamente
considerate all’interno dei MDGs.
 RISULTATI DIFFERENZIATI
Sono stati molto diversi da regione e regione. Nei paesi più fragili e a più basso reddito
sono stati raggiunti risultati molto limitati, anche se erano quelli che necessitavano più
aiuto.
Paradossalmente sono stati i paesi in cui gli obiettivi sono stati raggiunti pochissimo.
 INEGUAGLIANZA NON CONSIDERATA
Non c’è stata una ridistribuzione interna ai vari paesi.
Anche gli indicatori scelti erano a livello di valori medi, non si sono considerate le
differenze tra regioni o tra classi sociali interne ai paesi.
Impatto interno ai paesi poco considerato a causa di questo
 POCA ATTENZIONE PRINCIPI ONU
Poca attenzione alla libertà, non discriminazione, tolleranza.
 POCA ATTENZIONE SOSTENIBILITA’ CLIMATICA
Nei SDGs è molto più al centro del discorso e dell’attenzione. Il periodo storico era diverso.
 POCHE PROVE CONCRETE DI IMPATTO
Poca evidenza empirica robusta sull’effettivo impatto che questo sistema di obiettivi e tutti
gli investimenti fatti per raggiungere gli obiettivi a livello mondiale a livello globale.
Poca evidenza sull’impatto di questi investimenti.
Sono stati un fallimento da questo punto di vista.
DAGLI MDGs AI SDGs

 SUMMIT RIO + 20 (2012)


L’idea dei Sustainable Development Goals parte già nel 2012, quando i MDGs erano ancora
in attività.
 MARZO 2013
Primo incontro del gruppo di lavoro e deliberazione.
 LUGLIO 2014
Report finale con l’identificazione di 17 obiettivi.
 SETTEMBRE 2014
Presentazione all’ONU
 DICEMBRE 2014
Report ONU “The road to dignity by 2030”
 AGOSTO 2015
Dichiarazione ONU
 SETTEMBRE 2015
Risoluzione ONU N. 70/1 “Transforming Our World: the 2030 Agenda for Sustainable
development” Adottata da 193 paesi  17 obiettivi, 169 target da realizzare entro il 2030.
 MARZO 2016
Prima proposta di un set di indicatori per misurare i risultati.
Il processo di elaborazione dei SDGs non è stato BOTTOM UP ma ha coinvolto una moltitudine di
attori che non erano stati coinvolti nella decisione degli MDGs, che erano stati concepiti come un
qualcosa di calato dall’alto.
Non si parla di Bottom Up perché non è un progetto che nasce dalla consultazione di quelli che
sono coloro i beneficiari di questo tipo di progetti.
In un progetto BottomUp si parte dalle ESIGENZE dei beneficiari (problema anche di raccolta di
questo tipo di informazioni sul terreno, deve essere fatto in modo corretto) e vengono trasformate
in istanze a livello nazionale e internazionale.
I Sustainable Development Goals non nascono da questo tipo di osservazione, sono sempre un
approccio TOP-DOWN, ma c’è stato un tentativo di coinvolgere a diversi livelli dei diversi paesi
stakeholder diversi, ci sono state consultazioni con ONG, con vari ministeri, rappresentanti a livello
nazionale anche degli interessi economici.
Maggiore partecipazione nonostante siano comunque calati dall’alto.
Non è un programma che si pone obiettivi ma che rimane isolato ad altre iniziative a livello
internazionale, è strettamente collegato, ad esempio, agli ACCORDI DI PARIGI.
CARATTERISTICHE DEI SDGs
Ci sono tre obiettivi e questi tre obiettivi tra di loro sono fortemente collegati:

 SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
 SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
 INCLUSIONE SOCIALE
L’obiettivo dei paesi dovrebbe essere quello di raggiungere la sostenibilità ambientale, economica
e sociale. Questi tre livelli di sostenibilità sono tra loro fortemente collegati.
Non ci si può dare come obiettivo il raggiungimento della sostenibilità ambientale se non si tiene
conto della sostenibilità economica e sociale.
Se per aumentare la disponibilità di cibo aumento coltivazioni intensive e che fanno uso di
pesticidi, da un lato ottengo un risultato positivo (Aumento produzione di cibo), dall’altro vado a
deteriorare l’ambiente e nel lungo periodo questa degradazione avrà effetto anche sulle capacità
di produzione di questi terreni.
I problemi non sono mai ISOLATI tra di loro. Bisogna considerare le relazioni e le interrelazioni tra
i vari problemi. Questo è quello che gli SDGs cercano di fare.
In molti paesi africani si è aumentata la produzione di alcuni cereali che possono essere
trasformati in biodiesel o in benzina verde, con dei grandissimi danni all’ambiente.
Quel tipo di coltivazioni che apparentemente hanno un impatto positivo (aiutano a ridurre la
dipendenza dal petrolio), hanno ridotto la terra disponibile per produrre cibo.
Se per ottenere un risultato positivo spiazzo la produzione di cibo creo un altro problema.
Nei MDGs gli obiettivi erano misurati in OBIETTIVI MEDI, ad esempio ridurre la mortalità infantile a
un certo livello medio, ma il risultato medio non tiene conto di un problema di equità di
distribuzione delle risorse all’interno dei paesi.
Nel considerare gli SDGs c’è sempre una certa attenzione a capire qual è l’effettivo impatto a
livello DISTRIBUTIVO, devo considerare non solo la media ma anche il miglioramento
dell’educazione nelle fasce della popolazione marginali.
Questi obiettivi sono stati sviluppati attraverso un PROCESSO PARTECIPATIVO, con la
partecipazione di diversi STAKEHOLDERS, non decisi dalle Nazioni Unite e imposti.
Sono sempre stati decisi dalle Nazioni Unite, ma hanno preso in considerazione altri attori.
Idea delle 5PS:

 PEOPLE
Focus sugli individui, non sulla media nazionale. Gli individui in un paese possono
presentare caratteristiche molto diverse
 PLANET
Focus sullo sviluppo sostenibile da un punto di vista ambientale. Molto importante.
 POVERTY
 PEACE
 PARTNERSHIP
Lo sviluppo è un fenomeno complesso che richiede la partecipazione e un approccio
multidimensionale con il coinvolgimento di attori di tipo diverso, sia pubblici che privati.
Si sottolinea il fatto che lo Sviluppo debba provenire non solo dalle Istituzioni Pubbliche, ma anche
dalle imprese private. Anche le imprese private, le grandi multinazionali e l’intero settore privato
nonché la società civile (ONG) hanno un ruolo di primo piano in questo tipo di progetti.
SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS
Da un lato c’è un tentativo di misurare dimensioni diversi, ma tante più dimensioni misuro tanto
più il sistema diventa complicato e diventa complesso riuscire a capire e a monitorare i risultati.
La povertà e la fame nei MDGs erano un solo obiettivo, qua vengono divisi.
L’obiettivo 7 è legato alla sostenibilità ambientale, riguarda l’energia.
L’obiettivo 8 riguarda la crescita economica ma anche il mondo del lavoro, lavori decenti e buoni
per tutti. Idea che bisogna creare occupazione, ma questa deve garantire buone condizioni di
lavoro a coloro che sono impiegati. Non basta l’occupazione se essa è sfruttamento.
Obiettivo 10 sottolinea la disuguaglianza sia tra i paesi, ma anche interna ai paesi.
Obiettivo 11 sottolinea la sostenibilità delle città, molti paesi in via di sviluppo presentano una
crescente urbanizzazione negli ultimi anni, ma non sempre sostenibile.
Vengono introdotti anche Obiettivi collegati tra loro e che mirano tutti alla TUTELA AMBIENTALE,
che cercano di affrontare dimensioni diversi della sostenibilità ambientale.
MDGs VS SDGs

MDGs SDGs

Main focus on social Three dimensions: social,


dimension economic, environmental
Only poor countries All countries
Country averages Beyond the averages
(attention to inequality)
Narrow Goals More comprehensive
Top-down process More inclusive goal setting
(no bottom up)
Standard available statistics Standard available +
ad hoc agency
Hunger and poverty as a Hunger and poverty as
single goal separate goals
Quantity of education Quality of education
Funding: Focus on ODA Broader set of financial
sources
La maggior parte delle statistiche e degli indicatori per misurare gli obiettivi dei MDGs erano
statistiche e metodi di misurazione standard già presenti.
Per andare a misurare e catalogare i dati ottenuti dai SDGs è stata creata un’agenzia ad hoc.
Così come per l’occupazione, anche nel mondo dell’educazione i Sustainable Development Goals
vanno a considerare non solo la quantità dell’occupazione, ma anche la sua qualità.
Maggiore istruzione non significa istruzione di qualità.
Non ci si può solo concentrare sul numero e sulla “quantità di educazione”.
Lo stesso vale per l’occupazione. Potremmo andare a considerare il lavoro minorile come un
aumento dell’occupazione, ma noi lo consideriamo non etico e quindi la sua stessa esistenza
dovrebbe portare a un peggioramento.
Esistono alcune situazioni in cui il coinvolgimento dei bambini in alcune situazioni lavorative ha
permesso loro di disporre del denaro necessario per poter poi andare a scuola.
Situazioni molto complicate e DIFFICILI da MISURARE.
Il Focus, dal punto di vista delle risorse finanziarie per finanziare i MDGs la maggior parte dei fondi,
se non tutti, provenivano dall’ODA, fondo mediante il quale si finanziavano progetti nei paesi
poveri.
Nel caso dei SDGs, dal momento che toccano tutti i paesi, le fonti finanziarie sono molto più
ampie. L’aiuto pubblico funziona dai paesi ricchi verso quelli poveri, ma c’è anche un’enfasi
importante sul SETTORE PRIVATO, che può prendere parte e finanziare il raggiungimento di certi
obiettivi, c’è un’ampiezza di fonti finanziarie molto più vasta.
INDICATORE DI POVERTA’ SDG
La pandemia da Covid ha avuto un impatto fortissimo su alcuni di questi obiettivi.
Numero di persone che vivono con meno di 1.90$ al giorno, c’era una diminuzione consistente tra
il 2015 e il 2019, ma a causa della pandemia c’è stato un aumento dal 2020.
Per la riduzione della povertà vengono usati tre indicatori:

 Percentuale popolazione che vive con un reddito inferiore a 1,90$ al giorno


 Percentuale popolazione che vive con un reddito inferiore a 3,20$ al giorno
 Tasso di povertà che tiene conto delle tasse pagate e dei trasferimenti in termini di aiuti
In Italia è il 1,25% della popolazione a vivere in povertà assoluta.
Anche nei paesi dell’OCSE c’è stato un aumento della povertà a causa della pandemia.
Vivere con 1.90$ in un villaggio africano o in America è estremamente differente.
Bisogna considerare anche la capacità di potere d’acquisto di quella somma di denaro.
SDG 2 – FAME
Anche in questo caso c’è stato un impatto negativo del Covid.
C’è una varietà di indicatori che tiene conto del fatto che si vuole misurare il fenomeno in
situazioni molto diverse.

 Prevalenza di persone malnutrite


 Prevalenza di bambini che crescono meno della media fino ai 5 anni
 Prevalenza di sprechi nei bambini sotto ai 5 anni
 Prevalenza dell’obesità
Diventa importante e rilevante anche per molti paesi già sviluppati.
Gli Stati Uniti hanno la percentuale di obesità più elevata al mondo.
Ci sono anche altri indicatori
SDG 3 – SALUTE
Nel caso della salute vediamo che ci sono alcuni indicatori che sono rilevanti per i paesi in via di
sviluppo:

 Mortalità delle donne al momento della nascita dei bambini


 Mortalità neonatale
 Incidenza della Tubercolosi
Ma ci sono indicatori rilevanti anche per i paesi sviluppati

 Tasso di morte in seguito di malattie cardiovascolari, cancro, diabete, malattie respiratorie


in adulti tra 30-70 anni
 Morte in seguito a incidenti stradali
 Numero di fumatori
Vedere diversi indicatori ci importa molto e dobbiamo tenerne conto, a seconda del tipo di paese
che stiamo analizzando dovremo andare a dare PIU’ IMPORTANZA certi indicatori rispetto ad altri.
Esistono paesi che vengono descritti meglio da dati indicatori rispetto ad altri.
L’aspettativa di vita alla nascita nei paesi europei è diminuita molto dopo il Covid.
SDG 4 – GENDER
Anche qui si misurano cose molto diverse che tengono conto di misure rilevanti per diversi tipi di
paesi.

 Diffusione di metodi di controllo per la natalità (influenzata da aspetti culturali).


 Rapporto tra numero di anni di educazione delle donne rispetto agli uomini.
 Partecipazione delle donne al mercato del lavoro
 Numero di donne in parlamento
 Differenze salariali tra uomini e donne
Alcune dimensioni sono prettamente economiche, altre prettamente culturali e altre che
dipendono da caratteristiche della società o delle politiche attuate nello Stato.
SDG 8 – CRESCITA ECONOMICA
Le dimensioni scelte per misurare la crescita economica sono:

 Accesso ai servizi finanziari. Percentuali di adulti con conto in banca o ad un servizio


finanziario attraverso la telefonia mobile.
Rileva un fenomeno che si ha avuto recentemente in particolare nei paesi africani, dove
tendenzialmente c’è un basso tasso di accesso ai servizi finanziari.
Negli ultimi anni, grazie alla diffusione di una serie di servizi finanziari, è aumentato in
modo molto consistente l’accesso ai servizi finanziari. È diventato possibile scambiare
denaro anche senza avere un conto corrente. Molti di questi servizi sono nati in Africa
anche a causa di una mancanza di servizi finanziari.
 Tasso di disoccupazione
Aumentato molto anche nei paesi dell’OCSE a causa dell’impatto del Covid.
E ovviamente anche altri indicatori.
CRITICHE SDGs

 Alcuni ritengono siano troppi e troppo ambiziosi. È davvero raggiungibile e perseguibile


un’agenda con così tanti obiettivi diversi tra di loro?
La complessità dell’agenda degli SDGs è l’evoluzione dei MDGs, ma questo non aiuta in
termini di poterli utilizzare come un’agenda politica da un punto di vista PRATICO.
 Inoltre, c’è una priorità tra di essi? E se anche esistesse, come può essere stabilita?
Essendo così tanti è difficile avere delle priorità, che sono in realtà nelle mani dei paesi.
Alcuni di questi obiettivi hanno una priorità maggiore per alcuni paesi rispetto ad altri.
 Possono gli SDGs diventare uno strumento per guidare le politiche? Come si può
monitorare il progresso e i risultati ottenuti?
Bisogna aumentare la capacità di RACCOLTA DI INFORMAZIONI e di controllo delle
informazioni.
 Alcuni obiettivi sembrano anche necessitare di maggiore aiuto, ma è plausibile? È possibile
stanziare più fondi e impegno per il raggiungimento di alcuni obiettivi rispetto ad altri?
Ma tutti gli obiettivi sono importanti e appaiono come importanti. Perché dovrei trascurare
un obiettivo rispetto ad un altro?
Se tutti gli obiettivi non sono raggiungibili, allora si tratta di fare delle SCELTE, ogni paese
sceglierà quale obiettivo perseguire, ma questo porta al venir meno della creazione degli
stessi SDGs, ovvero la collaborazione tra paesi per perseguire uno sviluppo sostenibile.
 SUMMIT DI ADDIS ABABA (2015)
11000 Miliardi di dollari all’anno per obiettivo.
Il 4% del PIL mondiale dovrebbe essere dedicato al raggiungimento dei Sustainable
Development Goals.
Ci sono un sacco di risultati che sono stati ottenuti a livello MICRO, soprattutto all’interno dei
paesi. Gli obiettivi sembrano quindi avere un ruolo e un impatto, ma c’è un grosso GAP tra quello
che è l’implementazione a livello Micro e l’impianto degli obiettivi a livello globale, che va ancora
al di là del livello nazionale.

 SEGMENTAZIONE degli obiettivi che si focalizzano su problemi specifici, senza considerare


il fatto che molto spesso alcuni degli obiettivi in realtà hanno impatto anche su aree vicine.
Come faccio a ridurre il problema della fame e della carenza di cibo in alcuni paesi?
Questo problema può essere originato da problemi diversi e problemi diversi richiedono
INTERVENTI DIVERSI.
La fame può dipendere dalla CARENZA DI CIBO, in questo caso si potrebbe andare a
investire nell’innovazione dell’industria della produzione alimentare.
Attraverso la ricerca si potrebbe arrivare all’identificazione di tecniche di produzione più
efficienti e dell’utilizzo di sementi diverse.
Oppure potrebbe dipendere anche da un problema di DISTRIBUZIONE, allora, in questo
caso, dovremmo affrontare il problema non aumentando la quantità di cibo, ma
migliorando l’accesso al cibo facendo funzionare i mercati in modo diverso, intervenendo
anche sui prezzi.
 In alcuni casi, affrontando un obiettivo, si può creare un IMPATTO NEGATIVO su altri
obiettivi. Tutto quello che riguarda il ridurre la fame e la povertà potrebbe portare a un
maggiore sfruttamento delle risorse naturali che ha un effetto molto negativo
sull’ambiente. Gli obiettivi non sono per forza in COMPARTIMENTI STAGNI, dobbiamo
considerare il fatto che il raggiungimento di un obiettivo deve essere fatto senza avere
delle conseguenze negative sugli altri potenziali obiettivi.
CLIMATE CHANGE & GENDER
In alcune società le donne hanno ancora un ruolo differenziato rispetto agli uomini.
Le ragioni sono principalmente complesse e dipendono dal contesto culturale e sociale.
In molte culture asiatiche alle bambine non viene insegnato a nuotare a causa del ruolo da sempre
attribuito alla donna: il numero di donne che muoiono è del 40% più alto di quello degli uomini
quando ci sono tifoni, cicloni o uragani.
Le donne sono molto più fragili di fronte a questi eventi sempre più diffusi e comuni a causa del
cambiamento climatico.
In India la siccità, che ovviamente riduce l’accesso al cibo, molto spesso ha un impatto molto più
importante sulle donne piuttosto che sugli uomini, perché la cultura non permette alle donne di
mangiare se non gli avanzi degli uomini.
VIOLENZA SULLE DONNE E CAMBIAMENTO CLIMATICO
Ci sono vari studi che hanno evidenziato come la siccità porta a seccare i pozzi, ma in molte società
africane sono le donne a dover raccogliere l’acqua.
Le donne devono andare sempre più lontano per poter raccogliere l’acqua, questo le espone a
maggiori rischi di violenza perché più si allontanano dal villaggio più sono esposte.
Ma questo non riguarda solo i villaggi africani.
Ci sono studi che dimostrano che in seguito all’Uragano Katrina c’è stato un forte aumento della
violenza nei confronti delle donne.
Questo è stato studiato anche durante gli anni di covid.
Questo sottolinea come gli obiettivi siano tra loro tutti interconnessi. È molto importante avere
presente anche queste interrelazioni quando si vuole intervenire su uno di questi obiettivi.
ALTRE CRITICHE AGLI SDGs - CONSEGUENZE INASPETTATE

 I donatori vanno alla ricerca di soluzioni rapide e che portino a risultati nel Breve Periodo
Devono far vedere che i fondi stanziati non siano inutili
 Rischio di manipolazione dei dati
 Rischio di semplificare troppo e astrarre dal contesto
Spesso si pensa di applicare le stesse metodologie a tutti i contesti, ma è sbagliato.
È molto importante pensare in termini anche di cultura locale.
 Gli obiettivi sociali spesso sono intangibili e molto difficili da misurare
NEGATIVE AND POSITIVE SPILLOVER
Recentemente si è cercato di raccogliere dei dati che vanno a misurare quelli che sono gli
eventuali EFFETTI POSITIVI e NEGATIVI che i paesi possono avere nei confronti degli altri paesi in
termini di raggiungimento dei Sustainable Development Goals.
Lo SPILLOVER INDEX va a considerare lo spillover su tre dimensioni diverse:

 Impatto AMBIENTALE e SOCIALE del COMMERCIO


 ECONOMIA E FINANZA
 SICUREZZA
Se un paese ha un punteggio alto allora influenzerà più positivamente che negativamente gli altri
paesi. Ma quali variabili vengono misurate per vedere lo spillover?
Attraverso il COMMERCIO alcuni paesi potrebbero avere impatto negativo o positivo.
Potrei andare a vedere quanto i paesi esportano in termini di pesticidi dannosi all’ambiente,
andare a vedere l’importazione di beni che fanno un forte uso di risorse idriche scarse, le emissioni
di CO2 nelle importazioni.
Sono tutte variabili legati al COMMERCIO di prodotti che hanno un impatto negativo
sull’ambiente.
Nell’ambito dell’economia e della finanza si potrebbero andare a considerare le tasse nei paradisi
fiscali, se c’è un paradiso fiscale lo spillover è negativo.
Un’altra variabile legata a questo potrebbe essere la possibilità delle multinazionali di spostare i
profitti. La dimensione della sicurezza è misurata con l’esportazione di armi.
Il valore più alto dello SPILLOVER INDEX indica i paesi che hanno un impatto più positivo che
negativo nel raggiungimento degli SDGs, se il valore dell’indice è basso allora i paesi hanno un
impatto più negativo.
I paesi africani, sudamericani e del Sud-Est asiatico sono quelli che hanno un impatto
maggiormente positivo, mentre i paesi “avanzati” sono quelli con impatto più negativo.
PER CONCLUDERE

 Bisogna porre l’enfasi sullo sviluppo economico, la sostenibilità ambientale e l’inclusione


sociale.
Questo dovrebbe essere l’obiettivo dei SDGs. Andare al di là del puro sviluppo economico.
Gli obiettivi dovrebbero essere sostenibili nel lungo periodo, ma è molto MENO CHIARO il
possibile trade off che ci potrebbe essere tra vari obiettivi e le possibili sinergie tra essi.
Rischio di fare in modo che l’aiuto rientri in questi obiettivi e che ci sia alla fine poca
attenzione su come questi possano avere impatto su altre dimensioni
 A differenza dei MDGs, i SDGs nono sono mirati solo ai paesi in via di sviluppo, ma hanno
una VALENZA UNIVERSALE.
Rischio che alla fine i risultati si ottengano solo su alcune FASCE della popolazione, quindi,
le fasce più fragili dei paesi più fragili potrebbero vedere un peggioramento della
condizione o un mancato mutamento di essa.
Rischio che i paesi più fragili vengano dimenticati.
 DIMENSIONE degli obiettivi
Spesso questo non tiene conto del fatto che all’interno dei paesi le istituzioni possano
essere molto diverse. La Cina, negli ultimi anni, ha raggiunto e ottenuto risultati molto
importanti su molti di questi obiettivi, in termini di riduzione povertà e accesso
all’educazione, ma ci sono differenze enormi che sono aumentate ancora di più tra fasce
della popolazione e tra zone del paese.
A livello medio i risultati sembrano essere positivi, ma nei casi singoli alcune aree sono
addirittura peggiorate.
 ELABORAZIONE DELLE POLITICHE
Hanno livelli diversi: livello sovranazionale in cui intervengono le organizzazioni
internazionali, ma anche livello nazionale e regionale.
Difficile mantenere una coerenza tra tutti questi livelli. Se gli obiettivi fossero diversi ci
potrebbero anche essere dei contrasti.
Gli obiettivi potrebbero essere raggiunti ad un livello nazionale ma non locale.
IL CATCH UP (RIMONTA) DEI PAESI EMERGENTI
Il concetto di catch up riguarda tutti i paesi, ma è particolarmente rilevante anche per quello che
riguarda i paesi emergenti, paesi nei quali il catch up è più consistente e continuativo.
COME SI DEFINISCE UN PAESE EMERGENTE?
Non esiste una definizione ufficiale di Paese Emergente, ci sono molte definizioni che possono
essere anche diverse tra di loro. La definizione del Financial Times:
Un paese emergente dalla vista di potenziali investitori esterni in un paese che quando investono
in un certo paese emergente dal momento in cui da un lato ci si aspetta dei risultati e del
rendimento dell’investimento molto elevati (ci si aspetta che il paese cresca a tassi molto
consistenti), dall’altro lato si tratta di paesi nei quali il processo di crescita è anche ad alto rischio:
ci sono molte possibilità che il processo di crescita si interrompa.
Aspettative di crescita elevata da un lato, dall’altro molto rischio che tale crescita si interrompa.
I BRIC (Brasile, Russia, India, Cina)
Concetto parallelo all’idea di Paese Emergente.
Nel 2001 Jim O’Neill, il chief economist del Goldman Sacks, ha pubblicato un paper nel quale ha
introdotto l’acronimo BRIC, prevedendo che entro il 2041 (poi rivisto al 2032) i BRIC avrebbero
raggiunto e superato le sei principali economie mondiali in termini di PIL.
Ai BRIC è stato successivamente aggiunto il Sud Africa, diventando BRICS.
In quegli anni erano delle economie che erano caratterizzate da caratteristiche di un paese
emergente, crescevano molto rapidamente e attiravano molti investimenti dall’estero.
Aggregazione economica che univa tutti paesi di grande dimensione e molto promettenti.
Negli anni successivi alcuni di questi paesi, la Cina in particolare, hanno rispettato o superato le
aspettative che erano state create, gli altri BRICS hanno avuto perfomance molto diverse.
Il Brasile ha avuto un periodo di forte crescita legato alla crescita dei prezzi delle materie prime,
ma ha affrontato successivamente una forte crisi economica.
L’India ha una crescita molto ETEROGENEA al suo interno: alcune parti dell’economia indiana
sono cresciute molto, come nel settore del software, ma parti del paese sono ancora fortemente
sotto sviluppate: in termini di crescita economica non ha avuto la crescita che ci si aspettava.
La Russia, tantomeno, è cresciuta in modo molto eterogeneo, e lo stesso il Sud Africa.
PERCHE’ I PAESI EMERGENTI OUTPERFORMANO GLI ALTRI?
I paesi che sono cresciuti a tassi più elevati rispetto ai paesi più avanzati per un periodo elevato
sono quelli che hanno mantenuto questi tassi di crescita elevati della produttività del lavoro.
Paesi che per un periodo di tempo relativamente lungo hanno mantenuto un TASSO DI CRESCITA
superiore a quello degli STATI UNITI. Se questi paesi crescono più velocemente degli USA allora il
gap tra di essi e tra gli Stati Uniti diminuirà.
Considerando il PIL pro capite del 1965 pari a 100 si può vedere la crescita di esso.
La Cina cresce più di qualsiasi altro paese, soprattutto dalla metà degli anni ’90.
Long term outperformers  Paesi che dal 1965 hanno avuto una crescita maggiore degli USA.
Recent outperformers  Paesi che dal 1996 hanno avuto crescita maggiore degli USA.
Ma che effetti può avere questa crescita? Ci può essere un gran numero di persone o di parte della
popolazione che viene tirato fuori dalla POVERTA’ ASSOLUTA ed ESTREMA.
I paesi che hanno registrato tassi di crescita superiori degli USA, grazie alla loro performance
economica, hanno portato fuori dalla povertà estrema quote molto rilevanti della popolazione.
Nel caso della Cina oltre 730 milioni, 169 milioni in India, 158 milioni negli altri paesi
outperformers, ma un aumento di 65 milioni di persone nello stato di povertà nel caso dei non
outperformers.
In molti paesi outperformers, sia long term che recenti, c’è stato un miglioramento delle
CONDIZIONI DI VITA della popolazione molto rilevante.
Crescita del sistema economico  Crescita del lavoro  Riduzione povertà.
Si cerca anche di andare a disaggregare la crescita della produttività del lavoro sulla base delle
possibili cause della crescita della produttività, ovvero l’INVESTIMENTO DI CAPITALE e il
miglioramento della TECNOLOGIA (Modello Neoclassico di Solow).
Andare a vedere le determinanti della crescita. Troviamo quello che ci diceva il modello di Solow,
ovvero che soprattutto per i paesi che partivano da una base di capitale ridotta, attraverso
un’accumulazione di capitale il sistema economico sarebbe CRESCIUTO.
Per tutti questi paesi l’accumulazione di capitale è la FONTE PRINCIPALE della crescita della
produttività del lavoro.
La seconda fonte di crescita è la PRODUTTIVITA’ TOTALE DEI FATTORI, quello che nel modello di
Solow veniva chiamato miglioramento tecnologico.
Miglioramento dell’efficienza del sistema economico che può derivare non solo dal miglioramento
tecnologico ma anche dall’utilizzare in modo più efficiente le risorse a me disponibili.
Dalla Produttività totale dei fattori si disaggrega il miglioramento della QUALITA’ del CAPITALE
UMANO e anche della QUANTITA’ di esso.
Il contributo alla crescita è dato dal fatto che il capitale umano è migliorato ma anche aumentato.
La Cina, ad esempio, nelle prime fasi di sviluppo ha fatto investimenti in termini di accumulazione
del capitale, ma successivamente ha iniziato ad investire anche in miglioramento del capitale
umano, dell’innovazione e della ricerca.
Lo sviluppo cinese è dovuto a un consistente miglioramento della qualità dei fattori produttivi.
In un paese in via di sviluppo industrializzato le donne potrebbero iniziare a lavorare in fabbrica: a
parità di popolazione abbiamo un aumento della partecipazione della forza lavoro nel settore
formale. Potrebbe essere uno dei risultati dell’industrializzazione.
DEFINIZIONI

 CATCH UP
L’abilità di un singolo paese di restringere il divario in produttività e guadagno rispetto a un
paese che può essere considerato un leader economico mondiale.
 CONVERGENZA
Il trend secondo il quale si ha una riduzione delle differenze generali in produttività e
guadagni nel mondo in generale.
THE MIDDLE INCOME TRAP
La trappola del reddito medio si riferisce ad una situazione che caratterizza molti paesi emergenti,
cioè paesi che crescono, raggiungono un livello di reddito medio (17-20k dollari all’anno pro
capita) e che vedono uno STOP della propria crescita.
La crescita fino ad un livello di reddito medio è un fenomeno che avviene in molti paesi, ma poi, il
passaggio da un reddito medio ad un reddito avanzato è molto difficile che avvenga.
Di solito i paesi rimangono BLOCCATI su un reddito MEDIO.
La Corea del Sud è riuscita a crescere anche oltre un livello di reddito medio, ma è un caso molto
particolare e poco comune.
CAUSE DELLA TRAPPOLA
Nelle fasi iniziali di crescita la crescita dei paesi è attribuibile a:

 INVESTIMENTO IN ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE


Discorso uguale a quello fatto per il modello di Solow.
 MIGLIORE ALLOCAZIONE DEL LAVORO
Spostando lavoratori dal mondo della sottoccupazione in agricoltura a settori quali quello
manifatturiero in cui ci sono più opportunità per un aumento della produttività del lavoro.
Si sviluppano i settori ad alta produttività che consentono un’alta accelerazione della
crescita, utilizzando la mia forza lavoro in maniera più efficiente.
 IMPORTAZIONI DI KNOWHOW E TECNOLOGIA
La tecnologia viene importata dall’estero e anche i macchinari. Non è importante o
necessario sviluppare uno settore dello sviluppo tecnologico interno.
Ma la crescita della produttività derivante dalla riallocazione settoriale e dal catch-up tecnologico
alla fine è destinata ad ESAURIRSI e porterà a dei tassi di crescita più ridotti, portando i paesi a
trovarsi nella trappola del reddito medio.
La crescita si esaurirà perché se i paesi sviluppano un settore industriale sul quale l’elemento di
competizione è sui bassi salari, i salari, man mano che i paesi crescono, dovranno aumentare.
La competizione su questa base diventerà meno possibile e meno efficace, il sistema economico
richiederebbe nuove fonti di crescita, soprattutto in termini di EFFICIENZA del sistema economico,
ma questo è molto complicato:
Richiede molti investimenti, trasferimenti verso settori più efficienti.
CATCH UP NEL CORSO DELLA STORIA
Il concetto di catch-up è stato introdotto da Gerschenkron (1962) secondo una prospettiva
STORICA, cercando di spiegare il processo di crescita che era avvenuto in Europa Continentale non
prendendo come modello gli Stati Uniti, ma l’Inghilterra, paese in cui si era per prima sviluppata la
Rivoluzione Industriale.
Per fare questo Gerschrenkron introduce l’idea della crescita PIU’ RAPIDA dei paesi che si
trovavano in condizione di minore sviluppo rispetto al paese più avanzato.
Evidenzia il fatto che Francia, Germania e Russia si trovassero in una situazione in cui avevano
meno capitale rispetto all’UK, e accumulandolo erano riusciti a colmare il gap con UK.
Sottolinea anche il fatto che questo processo di crescita avesse specificità di tipo storico, che non
pfosse semplicemente spiegato dall’accumulazione di capitale, ma dall’accumulazione di capitale +
un ruolo importante da BANCHE TEDESCHE che avevano sostenuto questa accumulazione e
permesso lo sviluppo del settore industriale.
Nel caso della Francia viene sottolineato il ruolo delle imprese pubbliche. Il sistema francese era
caratterizzato da un’importante presenza dello stato come imprenditore.
Ha anche sottolineato il ruolo svolto dal SETTORE PUBBLICO nel sistema economico.
Questo sottolinea il fatto che l’accumulazione di capitale porti a una RIDUZIONE del divario
solamente se il sistema economico, in varie forme, sostiene il processo di accumulazione,
portando alla crescita. Importante perché spiega come mai non tutti i paesi arretrati sono in grado
di crescere più rapidamente e di chiudere il gap.
CONCETTO NEOCLASSICO DI CATCH UP
Il modello neoclassico ci dice che l’idea di chiusura del gap è molto meccanica.
Immaginiamo il processo di crescita come una corsa in cui chi sta davanti corre più lentamente e
chi sta dietro corre più rapidamente. Chi sta dietro raggiungerà chi sta davanti.
Come se il processo di accumulazione del capitale fosse automatico e la crescita potesse avvenire
solamente mediante accumulo di capitale, importazione di tecnologia e seguendo i modelli di
sviluppo dei paesi che stanno più avanti.
In realtà il processo di crescita NON è così AUTOMATICO.
L’accumulazione di capitale è la fonte di crescita dei sistemi economici ma il processo di crescita
non è automatico, richiede una serie di condizioni di contorno che in alcuni paesi ci sono, in altri
invece no.

 Processo di crescita LINEARE


I paesi crescono grazie all’accumulazione di capitale che porta ad aumenti della
produttività del lavoro dove lo stock di capitale è più basso.
 I paesi che stanno davanti crescono più lentamente, quelli indietro più velocemente
 Riduzione AUTOMATICA del gap
Se guardiamo l’evidenza empirica sappiamo che effettivamente non è così.
Non è un processo automatico ma dipende da una serie di fattori strettamente collegati ai
vari settori economici.
IL CATCH UP NEL MODELLO NEOCLASSICO: LA CONVERGENZA ASSOLUTA
Ipotizziamo l’esistenza di due paesi: Nord e Sud
Nord ha una dotazione di capitale pro capite Kn più grande di Sud Ks: Kn > Ks
In seguito al più basso rendimento marginale del capitale di Nord, dove l’intensità di capitale è
superiore, l’accumulazione di capitale ha luogo ad un tasso di crescita minore a Nord che a Sud.
Quindi il prodotto pro capite a Sud cresce più rapidamente che a Nord.
Se i paesi differiscono SOLO per la dotazione di capitale, si ha CONVERGENZA ASSOLUTA dei
redditi pro capite e avviene quindi il catching up.
In altre parole, nel lungo periodo si prevede che i paesi che hanno le stesse preferenze e
dispongono della stessa tecnologia, convergeranno ad IDENTICI livelli di reddito, perché il Sud
crescerà più rapidamente del paese del Nord.
Questo meccanismo di convergenza assoluta funziona e ha senso solo nel momento in cui questi
due paesi differiscono per una sola cosa, ovvero il diverso livello di capitale pro capite.
È un modello molto semplice ma anche MOLTO IRREALISTICO.
LA CONVERGENZA DEL PIL PRO CAPITE NEI PAESI OCSE
Notiamo una correlazione negativa tra il livello di PIL pro capite iniziale nel 1950 e il TASSO DI
CRESCITA medio ANNUO registrato successivamente.
I paesi più ricchi crescono a livello più bassi. Ci sono ovviamente eccezioni.
La convergenza assoluta non funziona nel caso in cui ci fossero differenze molto rilevanti tra i
paesi.

Non funziona quando ci sono differenze rilevanti tra i sistemi economici.


Il capitale non è l’unica differenza possibile tra i vari modelli.
CONVERGENZA CONDIZIONALE
Sempre nell’ambito del modello neoclassico, cosa succede se i paesi differiscono anche per ALTRI
FATTORI oltre al rapporto capitale lavoro?
I paesi convergono sempre ad uno stato stazionario, ma ogni paese converge verso il SUO stato
stazionario: CONVERGENZA CONDIZIONALE.
Per esempio, se Nord e Sud fossero caratterizzati da diversi tassi di risparmio: sn > ss
La propensione al risparmio è più elevata nei paesi più ricchi e più bassa nei paesi meno ricchi.
Lo Stato Stazionario di Sud avviene a valori inferiori di quelli di Nord sia per il rapporto capitale –
prodotto che per il rapporto prodotto pro capite.
Ogni paese converge al proprio stato stazionario, solo se a Sud aumentasse il tasso di risparmio al
livello di Nord allora si potrebbe verificare una convergenza
Quindi, la ricetta è AUMENTARE l’investimento a Sud, importando tecnologia da Nord.
GRAFICO SLIDE
La funzione di produzione è la stessa per entrambi i paesi perché entrambi hanno accesso alla
stessa tecnologia (Ipotesi semplificatrice), ma la funzione di risparmio (investimento) è differente.
Nei paesi più poveri le vie per aumentare il risparmio sono un aumento del risparmio interno al
paese (pubblico o privato), oppure attrarre risparmio dall’estero mediante l’AIUTO ALLO
SVILUPPO. Vengono attratti capitali dall’estero per fare investimenti di capitale che permettono di
crescere e di convergere a livelli di reddito più alto.
Tutto questo si può basare su un’importazione di tecnologia da nord-sud che non comporta alcun
problema di adattamento o inadeguatezza della tecnologia.
Di fatto la convergenza condizionale non è una convergenza.
A DIFFERENT CONCEPT OF CATCH UP
Abramovitz, 1986 Journal of Economic History.
Abramovitz riconosce il fatto che i paesi più arretrati abbiano degli spazi di crescita strettamente
legati alla accumulazione di capitale. Parte quindi dal modello neoclassico.
Oltre all’accumulazione di capitale, i paesi devono adottare altre misure.
I paesi che hanno maggiore possibilità di crescita, oltre ad essere arretrati, devono essere più
SIMILI ai paesi avanzati sia dai punti di vista del loro sistema ECONOMICO sia da quello SOCIALE.
Il catch up è un processo che va ben oltre la mera adozione di nuove tecnologie, e dipende:

 Dall’ABILITA’ di un paese di costruire una sorta di CONGRUENZA TECNOLOGICA con i


leader.
I paesi arretrati devono condividere alcune condizioni con i paesi leader, quale la grandezza
del mercato, la disponibilità di input, il gusto dei consumatori.
 Dalle proprie CAPACITA’ SOCIALI
La competenza tecnica come l’infrastruttura educativa e vaste istituzioni in grado di
supportare le capacità tecnologiche.
Un paese è candidato potenziale alla crescita rapida quando è tecnologicamente arretrato ma
socialmente avanzato.
In Corea del Sud vengono importate tantissime tecnologie dal Giappone e grazie a queste si inizia a
sviluppare una vera e propria tecnologia coreana.
La Corea era relativamente simile al Giappone, importa una tecnologia relativamente adattabile
alle proprie esigenze.
Per quanto riguarda le capacità sociali il livello di educazione della popolazione è fondamentale, e
questo distingue in maniera particolare i paesi dell’Asia Orientale da quelli sudamericani o africani.

La Corea negli anni ’60 era un paese poverissimo, ma con un livello di educazione molto più
elevato rispetto ad altri paesi con un simile livello di povertà.
Si capisce come mai un processo di accumulazione di capitale in alcuni paesi funziona e mette in
modo un processo di catching up, mentre in altri paesi l’accumulazione di K non ha efficacia,
perché magari si fanno investimenti in tecnologie non adeguate, non si ha la tecnologia per farle
funzionare e diventano quindi improduttivi.
CATTEDRALI NEL DESERTO  Grandi impianti industriali creati nel deserto di alcuni paesi africani
che sono diventate abbandonate, perché spesso la tecnologia non era adeguata e non si aveva la
capacità di far funzionare i vari macchinari.
COSA DETERMINA LE CAPACITA’ SOCIALI?

 Istituzioni Appropriate
Avere istituzioni adeguate. La corruzione nei sistemi politici potrebbe compromettere
molto il meccanismo che porta al catch up.
 Accessibilità e adattabilità delle tecnologie straniere.
Contesto geografico e trasporto possono influenzare positivamente o negativamente.
Anche l’accesso alle Multinazionali potrebbe portare capitale e investimenti nel paese.
 Abilità di Imparare
Dipende da investimenti nel sistema educativo formale, ma anche da investimenti in
competenze tecniche e manageriali. Nei paesi dell’Asia c’è una maggiore attenzione per
quanto riguarda la formazione di tipo tecnico.
 Incentivi ad investire
Ci devono essere incentivi ad investire nel settore privato, ovvero delle situazioni stabili dal
punto di vista macroeconomico. Sistemi dove non c’è un’alta inflazione, sistema di
tassazione stabile, un quantitativo giusto di diritti di proprietà.
Caratteristiche tipiche dei paesi asiatici.
Molto importante che il sistema finanziario e giudiziario siano molto importanti.
I fattori positivi a livello politico portano a un livello maggiore di investimenti.
CATCHING UP: A REVIEW OF RECENT EVIDENCE

Si studia il catch up in un gruppo di paesi abbastanza ampio e si prova a capire quali sono i paesi
nei quali si è messo in modo questo modello di catch up, per vedere il ruolo che alcuni di questi
fattori di cui abbiamo parlato hanno in questi paesi.
Si dividono i paesi in 4 quartili a seconda dei paesi con il Reddito Pro Capite più elevato.
Vediamo come i paesi si sono spostati a livello di quartile dagli anni ’60 alla fine degli anni ’90.
La Corea alla fine degli anni ’90 era passata dal 4° al 3° quartile. Ora è nel primo.
Taiwan è passato dal 4° al 2° quartile, c’è stato un processo di catch up.
Singapore è passato dal 3° al 1° quartile. Vediamo come molti paesi asiatici siano effettivamente
cresciuti.
TASSO DI CRESCITA REDDITO PRO CAPITE
I paesi che sono cresciuti di più sono tutti i paesi asiatici (SK, HK, Taiwan, Singapore, Malesia).
DIFFERENZE NELLE CAPACITA’ SOCIALI (SOCIAL CAPABILITIES)
Essendo dei fattori che hanno dimensioni diverse ed essendo le dimensioni difficili da misurare, ci
sono vari modi di misurare le capacità sociali.
Si possono costruire dei macrofattori che aggregano dimensioni diverse che ci aiutano a definire
l’efficacia del Governo, ma non è così facile. L’efficacia del Governo ha tante dimensioni.
C’è sempre una certa arbitrarietà in quello che metto in un indicatore multifattoriale.
Di solito, comunque, vengono usate:

 SKILLS EDUCATIVE
Proxy per la capacità di un paese di applicare le proprie politiche scolastiche.
 RICERCA E SVILUPPO
Misura della capacità innovativa e tecnologica.
 INNOVAZIONI (NUMERO DI BREVETTI)
Misura della capacità tecnologica
QUALI SONO I PAESI CATCHING UP?
Alcuni paesi asiatici, in particolare Corea, Taiwan e Singapore (Giappone prima di loro), sono paesi
che hanno indicatori di queste social capabilities particolarmente favorevoli.
Questo spiega il processo di catching up che non può essere attribuibile SOLO all’accumulazione di
Capitale, ma che per essere spiegato bisogna andare a vedere anche una serie di altre condizioni
favorevoli. Ci spiega come mai questi paesi sono cresciuti mentre altri no.
La trasformazione economica è stata accompagnata da investimenti in un’EDUCAZIONE MIGLIORE
soprattutto nelle materie STEM, che portano a una migliore ricerca e sviluppo.
COMMERCIO E POLITICA COMMERCIALE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Le differenze tra le CONDIZIONI CLIMATICHE e la DOTAZIONE DI RISORSE possono spiegare come
mai il Brasile esporta caffè, mentre l’Arabia Saudita esporta petrolio.
Ma come mai il Giappone esporta automobili, mentre gli USA esportano aerei?
Perché grazie al commercio i paesi possono SPECIALIZZARSI, a seconda di:

 Differenze nella PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO


 Differenze nelle dotazioni di CAPITALE, LAVORO o LAVORO QUALIFICATO, TERRA
I paesi che hanno una quantità di lavoro più elevato potrà specializzarsi nelle produzioni intensive
a livello di lavoro, i paesi che hanno una dotazione favorevole di capitale si specializzeranno nelle
produzioni con uso intensivo di capitale.
Molto importante la differenza tra lavoro qualificato e lavoro non qualificato, anche questo fattore
porta alla variazione di tipo di produzione.
VANTAGGIO DALLO SCAMBIO
Attraverso lo scambio i paesi da un lato si possono specializzare, dall’altro lato i consumatori di
questi paesi possono avere accesso a una varietà e quantità di beni che non è determinata dalle
specializzazioni dei paesi.
I paesi possono andare a consumare prodotti che altrimenti non potrebbero essere prodotti in
quel paese, sia perché la loro dotazione di fattori produttivi non è adeguata, sia perché si trovano
in una situazione non favorevole dal punto di vista delle loro condizioni climatiche.
In che modo un paese guadagna dallo scambio?

 Utilizzando le risorse per produrre beni in modo più EFFICIENTE usa le risorse in modo
produttivo. È conveniente al paese specializzarsi nei prodotti in cui ha un vantaggio
comparato rispetto ad altri beni e scambiarli con beni per i quali avrebbe uno svantaggio
comparato nel produrlo.
 I paesi possono specializzarsi pur continuando ad avere una grande VARIETA’ di beni e
servizi a disposizioni grazie allo scambio commerciale.
I paesi si specializzano, diventano più EFFICIENTI, ma se producono per il mercato internazionale
producono per un mercato di grande dimensione, permettendo loro di diventare ancora più
efficienti dal momento che sfruttano le ECONOMIE DI SCALA.
Molto importanti per i paesi di dimensioni più piccole, che di solito sono relativamente più aperti
rispetto ai paesi più grandi, dal momento che il loro mercato interno è PICCOLO.
Se dal punto di vista della specializzazione a livello dei paesi il commercio aumenta l’efficienza dei
paesi, non è detto che all’interno dei paesi TUTTI ci guadagnino dal commercio.
Coloro coinvolti nelle produzioni nelle quali il paese è competitivo ci guadagnano.
Alcuni gruppi di persone potrebbero essere DANNEGGIATI, ad esempio i titolari delle risorse che
vengono usate intensivamente in settori che COMPETONO con le importazioni.
Pertanto, il commercio può avere effetti sulla DISTRIBUZIONE DEL REDDITO all’interno dei paesi.
Una parte della popolazione beneficia, un’altra parte invece vede perdere molto. Coloro che
lavorano nelle industrie soggette alla concorrenza del mercato internazionale, molto
probabilmente, si troveranno di fronte a un impoverimento.
IL COMMERCIO MONDIALE
I paesi a maggior reddito pro-capite commerciano di più:

 Paesi più grandi producono PIU’ BENI e SERVIZI e quindi hanno più cose da vendere
 Paesi più grandi ricavano PIU’ REDDITO dalla vendita di beni e servizi e quindi i loro
residenti sono in grado di importare di più.
I paesi più piccoli commerciano di più IN PROPORZIONE DEL PIL dei paesi più grandi.
Relativamente, sono i paesi più piccoli a commerciare di più. I paesi più aperti sono quelli piccoli.
IL MODELLO GRAVITAZIONALE
Applica al commercio internazionale la legge di Newton.
Tij = AYiYj / Dij
Il valore del commercio tra il paese i e il paese j dipendono in modo proporzionale dal prodotto del
PIL del paese i e del PIL del paese j moltiplicato per il fattore A (costante). Il valore del commercio
tra i due paesi sarà più grande tanto più grande saranno i PIL dei paesi coinvolti nel commercio.
Il commercio dipende in modo inversamente proporzionale dalla DISTANZA tra i due paesi.
Riprende l’idea della Legge di Gravità di Newton secondo la quale la forza di gravità è
proporzionale alla massa e inversamente proporzionale alla distanza tra oggetti.
Modello molto SEMPLICE ma usato molto dal punto di vista empirico, ha una certa efficacia nel
valutare e nel predire i flussi commerciali effettivi nei paesi.
Ovviamente esistono anche altri fattori che influenzano il commercio tra i paesi e che sono
considerabili importanti anche tra paesi differenti.
Il parametro A ci porta a tener conto anche degli altri fattori.
ALTRI FATTORI CHE INFLUENZANO IL COMMERCIO

 DISTANZA
Distanza tra mercati che influenza i costi di trasporto e quindi il costo delle importazioni e
delle esportazioni. La distanza può anche influenzare la capacità di instaurare contatti
personali e le comunicazioni, che a loro volta influenzano il commercio. Tanto più due
paesi sono distanti tanto più la loro prossimità culturale tende ad essere diversa.
Molto più complesso esportare in mercati lontani rispetto a quelli vicini, anche per un
fattore di tipo CULTURALE. Fatto di distanza geografica ma anche culturale.
 AFFINITA’ CULTURALE
Se due paesi hanno legami culturali è probabile che abbiano anche forti legami economici.
Ma conta molto anche l’eredità coloniale. Ancora oggi i paesi che avevano ex colonie
tendono a commerciare in maniera privilegiata con le proprie ex colonie (Francia).
 GEOGRAFIA
Gli sbocchi al mare e l’assenza di barriere montuose rendono più facile i trasporti e dunque
il commercio. La distanza di tipo geografico ha un impatto diverso a seconda della
geografia che ci troviamo davanti. Non è solo una questione di quanti kilometri, ma anche
una questione di accessibilità. I paesi LANDLOCKED (senza accesso al mare) hanno un costo
di trasporto molto più rilevante rispetto ai paesi che non hanno accesso al mare.
I trasporti via terra di norma sono più costosi e difficoltosi di quelli via mare.
Aspetto fondamentale da tenere sempre a mente per capire il perché un paese esporti un
TIPO DI BENI piuttosto che un altro.
 IMPRESE MULTINAZIONALI
Le multinazionali sono spesso delle imprese che sono molto più APERTE al commercio
internazionale rispetto alle imprese domestiche in un paese.
Imprese che hanno sede in un certo paese ma che aprono filiali in un altro paese, o perché
vogliono andare a produrre per il mercato di quel paese, o perché il costo del lavoro in quel
dato paese è più basso.
La presenza di queste imprese è un altro elemento che influenza i flussi commerciali.
 CONFINI
Un confine rappresenta sempre, in qualche modo, una BARRIERA al commercio.
Naturalmente questo dipende dalle politiche commerciali, ma in ogni caso, gli scambi
commerciali tra Italia e Svizzera sono più complessi che tra Italia e Francia.
Questo avviene perché l’Italia e la Francia stanno in Unione Europea.
Attraversare i confini implica formalità burocratiche che richiedono tempo per essere
espletate e comportano a volte costi monetari come le TARIFFE:
Questi costi ESPLICITI e IMPLICITI riducono i flussi commerciali.
L’esistenza di un confine si associa a volte a differenze linguistiche tra i paesi o all’utilizzo di
valute diverse, che a loro volta possono ulteriormente ostacolare il commercio.
Gli ACCORDI COMMERCIALI tra paesi hanno l’obiettivo di ridurre le formalità burocratiche
e i dazi doganali e quindi di aumentare gli scambi (NAFTA, UE).
North America Free Trade Area  Area di libero scambio in cui sono coinvolti Messico,
Stati Uniti e Canada.
Nel caso dell’UE c’è un altro vantaggio ulteriore per gli scambi commerciali, nel
sottogruppo di paesi europei che hanno l’EURO. Aiuta gli scambi perché si elimina il
problema del rischio di cambio. Se esporto verso la Francia un qualunque tipo di bene
allora lo esporto per un prezzo che non dovrò sottoporre a un cambio di valuta.
Posso fissare il prezzo del mio macchinario in euro, ma se lo esporto in Svizzera, dal
momento in cui firmo il contratto e in cui vengo effettivamente il macchinario, il tasso di
cambio tra euro e franco svizzero può cambiare.
Ho sempre un RISCHIO DI CAMBIO al quale vengono sottoposto, che è influenzato da
fattori che sono ovviamente al di là del controllo delle imprese.
In certi periodi i tassi di cambio sono molto più stabili e questo favorisce il commercio.
Il nostro A, quindi, prende in considerazione tutti questi fattori extra che non vengono tenuti in
considerazione dalla dimensione economica e dalla distanza tra i due paesi.
Per Francia e Senegal, il commercio verrà influenzato positivamente da A (ex potenza coloniale)
DISTRIBUZIONE DEL COMMERCIO MONDIALE
In passato gran parte del commercio mondiale avveniva tra paesi industrializzati.

 Basso INTERSCAMBIO tra PS-PVS e tra PVS-PVS


Fino alla fine degli anni ’80, inizio anni ’90, il grosso dei flussi commerciali avveniva tra i
paesi sviluppati. C’era un basso interscambio tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo.
 Questa situazione è cambiata drasticamente negli ultimi anni
Flussi commerciali che sono cambiati in modo molto rilevante negli ultimi anni.
 Non è chiaro come cambierà nei prossimi anni (Guerra commerciale USA-Cina;
pandemia; conflitto ucraino)
Ormai non si ha più sicurezza su come si andrà ad evolvere il commercio mondiale nel
corso dei prossimi anni, a causa dei cambiamenti molto rilevanti che avranno un impatto
molto importante all’interno dell’economia globale.
Ruolo molto importante della pandemia che ha portato un crollo dei flussi commerciali, ma
che in realtà è stato abbastanza temporaneo. Nel primo momento i flussi si sono quasi
fermati, ma poi il sistema economico aveva già iniziato a riprendersi.
Nel periodo di Trump era iniziata una guerra commerciale con la Cina (Aumento DAZI).
Questa guerra commerciale, in particolare su alcuni prodotti, ha iniziato a influenzare
l’andamento dei flussi commerciali. A questo si è aggiunto il covid e l’impatto che ci sarà
del conflitto in Ucraina e di tutta una serie di conseguenze di tipo politico che non sono
chiare, quali un avvicinamento tra la Cina e la Russia.
 RIGLOBALIZZAZIONE SELETTIVA
Si ipotizza il fatto che ci possa essere una riconfigurazione dei Flussi Commerciali in blocchi
che tendono a comunicare poco tra di loro e dove c’è una certa intensità di commercio
all’interno dei blocchi. Cosa molto possibile, anche perché una delle cose che era già
accaduta negli ultimi anni era un forte aumento del commercio nell’Area Asiatica
(COMMERCIO SUD-SUD), dal momento che la Cina, in primo luogo, ma anche altri paesi,
hanno avuto un forte sviluppo economico, che aveva portato ad un aumento del potere di
acquisto di quei paesi, rendendoli mercati importanti e interessanti.
Le tensioni politiche già esistenti potrebbero spingere a questo tipo di modello.
Consideriamo il rapporto tra il commercio (importazioni ed esportazioni) e il Prodotto Interno
Lordo a livello mondiale.
Vediamo come dagli anni ’70 si passa, più o meno, ad un commercio che vale il 25% del PIL, fino al
2007 in cui il commercio a livello mondiale vale più del 60% del PIL.
Enorme apertura di quasi tutti i paesi del mondo (tranne NK, Cuba) che hanno aumentato il loro
coinvolgimento nell’economia internazionale. Questo ha aumentato il peso del commercio sul PIL.
Dal 2007 in poi ci sono stati vari crolli. Il primo crollo si ha avuto in seguito alla CRISI FINANZIARIA,
successivamente c’è stata una ripresa, un calo e un successivo calo relativo alla pandemia.
GRADO DI APERTURA (X+M/PIL) DAL 1970 AL 2010
Un indicatore del commercio è il GRADO DI APERTURA che può essere misurato come la somma
delle esportazioni + importazioni sul Prodotto Interno Lordo.
X+M/PIL = Grado di Apertura.
Dal 1970 al 2010 il Grado di Apertura è aumentato in tutti i paesi che osserviamo sul grafico, in
particolare è aumentato molto in Corea del Sud, in cui il grado di apertura è passato da meno del
40% ad un’apertura del 100%.
Gli USA hanno un grado di apertura relativamente ridotto, perché essendo un paese grande, le
imprese americane considerano molto il mercato interno. Hanno meno bisogno di dipendere dal
commercio internazionale.
DIREZIONE DEI FLUSSI COMMERCIALI
Nel tempo è cambiata anche la direzione dei flussi commerciali. I flussi Nord-Nord sono andati
diminuendo nel corso del tempo. Il cambiamento più rilevante si ha avuto nell’aumento dei flussi
commerciali Sud-Sud, che riguarda in particolare l’Asia.
SCAMBI SUD-SUD
Vediamo il ruolo estremamente rilevante che ha la Cina, che ha sempre un ruolo maggiore nei
flussi commerciali verso gli altri paesi del Sud.
Sono aumentati i flussi della Cina all’interno dell’Asia, ma la Cina ha assunto un ruolo
importantissimo come partner commerciale sia dei paesi africani sia di quelli latino-americani.
Esporta prodotti manifatturieri in Africa e importa materie prime. Si è sostituita ai paesi europei.
Le imprese cinesi hanno investito tantissimo nei paesi africani anche in funzione di materie prime,
dal momento che sta crescendo in maniera veramente molto rapida.
Per importare materie prime ha bisogno di strade, aeroporti e porti per importare materie prime
dall’Africa verso la Cina ed esportare prodotti manifatturieri a basso costo in Africa.
BILANCIA COMMERCIALE PAESI G20
La bilancia commerciale è la differenza tra il valore delle Esportazioni e il valore delle Importazioni
di quel determinato paese.
I paesi che si trovano a destra hanno una bilancia commerciale positiva, a sinistra negativa.
La Cina ha un Surplus commerciale molto elevato, mentre gli USA avevano un deficit commerciale.

Trump attribuiva il deficit degli USA al Surplus commerciale della Cina.


L’Italia ha un Surplus commerciale, è un paese più esportatore che importatore.
CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI DI SERVIZI
Il grosso del commercio internazionale, tradizionalmente, è stato esportazione di beni.
Negli ultimi anni c’è stato una CRESCENTE esportazione dei servizi, che sono tendenzialmente
sempre stati molto più rivolti al mercato nazionale.
Alcuni servizi sono ancora chiaramente nazionali, basti pensare al bar dell’Università.
Ma in termini di come sta cambiando il mondo abbiamo il bar dell’Università ma anche Starbucks,
che è un’impresa americana che vende caffè in tutto il mondo.
Anche l’esportazione di software è un servizio. Il settore bancario fino ad anni fa era totalmente in
mano alle imprese nazionali, adesso ci sono anche banche straniere, ma anche il settore della
telefonia, prima c’era solo TIM, adesso ci sono più imprese mobili.
È cresciuta l’IMPORTANZA dell’esportazione dei servizi, nonostante i beni siano ancora più
rilevanti. Quando andiamo a vedere le esportazioni dei servizi, in queste, tuttora, i paesi più
avanzati hanno il ruolo fondamentale. La Cina esporta prevalentemente beni.
PVS ED ESPORTAZIONI DI MATERIE PRIME
In questi paesi c’è una bassa ELASTICITA’ al REDDITO della domanda dei beni primari: 1%
aumento del reddito, 0,6% aumento del consumo di cibo.
L’aumento del reddito in termini di consumo è favorevole ad un aumento di consumo di beni
secondari e sfavorevole in termini di consumo di beni primari.
Bassa elasticità della DOMANDA e dell’OFFERTA alle variazioni di prezzo: elevata instabilità del
prezzo. Elevata INSTABILITA’ delle esportazioni in valore.
Questo fa sì che, se un paese dipende in modo molto rilevante dalle esportazioni dei beni primari,
il valore delle sue esportazioni rischia di variare molto.
I paesi esportatori di petrolio esportano più o meno sempre la stessa quantità, ma a seconda dei
valori del prezzo del petrolio la stessa quantità di esportazioni avrà un valore differente.
I consumi sono più o meno stabili, ma la quantità guadagnata no.
La quantità di petrolio è sempre più o meno quella, ma il valore al quale viene comprato varia.
Il petrolio è una COMMODITY, ovvero un bene fondamentale per il quale c’è poco spazio per la
diversificazione del mercato.
Le commodities sono quelle materie prime fondamentali per lo scambio internazionale.
PREZZI DELLE COMMODITY MONDIALE
Ci sono enormi variazioni dei prezzi da un anno con l’altro. Se un paese dipende prevalentemente
dall’esportazione di una commodity, allora varierà anche l’introito del paese.
Variazioni percentuali rispetto all’anno precedente.
FONDI SOVRANI = Fondi in cui gli stati che dipendono molto dall’esportazione delle Commodities
(materie prime) raccolgono somme di denaro nei momenti in cui le entrate aumentano.
Questi fondi sovrani possono essere usati sia per investire in progetti nei vari paesi sia per poter
sostenere il paese in periodi in cui il prezzo delle materie prime esportate si riduce.
Il Cile è uno di questi casi: uno dei più grandi esportatori di rame, parte del fondo sovrano è stato
investito per migliorare il sistema educativo. Delle specie di portafoglio che consente di prelevare
nel momento in cui le entrate rallentano.
Il problema dei fondi sovrani è che sono gestiti dai Governi, quindi, dipende dalla capacità dei
Governi di fare fruttare questi fondi. I paesi petroliferi stanno utilizzando i fondi sovrani per
cercare di diversificare l’economia e slegarsi in parte della dipendenza petrolifera.
Il 98% delle esportazioni nigeriane dipende dalle Commodities, lo stesso vale per il Niger.
Spesso sono proprio i paesi africani che dipendono quasi totalmente dalle materie prime.
Totale dipendenza dall’esportazione di materie prime verso altri paesi.
SPINTA ALL’INDUSTRIALIZZAZIONE (PREBISCH E SINGER)
Le esportazioni dipendono da:

 VOLUME
 PREZZO
Prebisch e Singer avevano messo in evidenza come la dipendenza dei PVS dall’esportazione di
materie prime potesse essere un problema.
Il valore totale delle esportazioni dipende dal volume e dal prezzo. Se i paesi esportano soprattutto
beni di tipo commodities il cui volume è relativamente costante, le variazioni del prezzo
influenzano le variazioni del valore TOTALE delle esportazioni.
Prebisch e Singer avevano osservato una CADUTA TENDENZIALE del prezzo delle Materie Prime.
Questo vuol dire che tendenzialmente i paesi che dipendono principalmente dall’esportazioni
delle Commodities dovranno continuare ad esportare sempre di più per mantenere invariato il
valore delle esportazioni.
Questa tesi portava a indicare come strada di sviluppo per questi paesi l’INDUSTRIALIZZAZIONE.
Se i paesi non si industrializzassero e continuassero a dipendere dalle materie prime, si
troverebbero in una situazione di difficoltà in cui cercano di esportare sempre di più.
In realtà la tesi di Prebisch e Singer non è stata confermata dall’evidenza empirica.
La dipendenza dalle materie prime rimane un problema perché c’è una grande variabilità.
Se i paesi usassero i fondi sovrani in modo corretto, questi potrebbero rappresentare una sorta di
camera di compensazione della variazione del valore delle esportazioni, ma questo non è
realistico.
La tesi di Prebisch e Singer evidenzia come una debolezza la dipendenza dalle materie prime,
dall’altro lato, la loro tesi, ha ispirato molte delle politiche adottate dai paesi in via di sviluppo di
INDUSTRIALIZZAZIONE FORZATA dei paesi.
INDUSTRIALIZZAZIONE BASATA SULLA SOSTITUZIONE IMPORTAZIONI
Modello che ha iniziato a diffondersi in molti paesi in via di sviluppo, soprattutto in America Latina,
in seguito alle tesi di Prebisch e Singer, che ritenevano ci sarebbe stato un crollo del prezzo delle
materie prime. Caduta tendenziale della ragione di scambio delle materie prime.
I paesi devono cercare di non dipendere solamente dalle esportazioni di materie prime, ma
devono cercare di industrializzarsi andando a creare dei settori industriali che creino una capacità
produttiva in una serie di industrie nelle quali questi paesi normalmente importavano prodotti.
Creare capacità produttiva e manifatturiera in settori produttivi nei quali questi paesi in realtà
erano abituati a importare beni manufatti. Le esportazioni dovrebbero diversificarsi.
Interrompere il meccanismo di EXPORT beni primari e di IMPORT beni manufatti.
I paesi in via di sviluppo che ancora non hanno un settore industriale efficiente e competitivo
potrebbero creare questa industria manifatturiera proteggendo il mercato interno.
INDUSTRIA NASCENTE
Si pensava di creare questa capacità manifatturiera attraverso la protezione delle INDUSTRIE
NASCENTI, che si basava sull’idea che nelle prime fasi di sviluppo le imprese si trovavano in una
situazione di debolezza.
Per loro era difficile essere competitive nei confronti dei prodotti manufatti importati dai paesi che
erano già avanzati.
Queste industrie dovevano essere PROTETTE dalla competizione del mercato. Anni in cui molti di
questi paesi dovevano creare sistemi con elevate protezioni doganali che proteggevano il mercato
interno. Se i dazi (tassa pagata dagli importatori) sono estremamente elevati, i beni importati
costeranno ovviamente molto di più. I consumatori tenderanno a comprare beni nazionali.
Ma costruire imprese nazionali competitive è una questione di lungo periodo.
La qualità di prodotti creati internamente non è sempre uguale a quella dei prodotti provenienti da
paesi già avanzati. Si crea un mercato protetto in cui però non c’è CONCORRENZA con il resto del
mondo, la protezione dovrebbe quindi essere TEMPORANEA.
Durante questo periodo di protezione temporanea, le imprese nascenti dovrebbero essere in
grado di produrre prodotti di qualità simile a quelli internazionali e a costi simili.
Viene concesso un periodo di tempo alle imprese locali per crescere e diventare competitive con il
mercato nazionale. Nel momento in cui diventano competitive tale protezione non sarebbe più
necessaria, quando le imprese nazionali sarebbero in grado di competere con le imprese
internazionali. Le cose non hanno funzionato esattamente così.
COME I POLICY MAKER INFLUENZANO IL VOLUME DEGLI SCAMBI

 DAZI
Introduco delle TASSE SULL’IMPORTAZIONE. Voglio fare crescere l’industria di un settore,
creo dei dazi per l’importazione di quel tipo di settore da parte del resto del mondo.
Se chi esporta deve pagare delle tasse, allora il prezzo dei prodotti importati salirà al di
sopra di quello dei prodotti locali. I dazi rendono meno competitivi i prodotti importati nel
paese, creando un mercato per i prodotti locali.
 QUOTE
RESTRIZIONI QUANTITATIVE alle importazioni e alle esportazioni. Invece di fissare una
tassa, fisso il numero massimo di beni che possono essere importati in un paese.
Creando un effetto di scarsità aumenta il prezzo di questi beni; quindi, si ottiene lo stesso
effetto del dazio ma in un modo diverso.
 SUSSIDI ALL’ESPORTAZIONE
Sussidi alle imprese che esportano.
 BARRIERE NON TARIFFARIE
Un altro modo per controllare l’entrata di beni in un mercato, che sono ad esempio
mettere delle regole particolari sulle CARATTERISTICHE di certi tipi di prodotti.
Es. Tutta la frutta importata in un paese deve rispettare dei controlli sanitari.
Questo protegge sia la salute dei consumatori, ma questo viene usato anche come
un’alternativa alle barriere tariffarie. È anche un modo alternativo per poter escludere i
prodotti di un altro paese dal mercato interno.
INDUSTRIE NASCENTI E FALLIMENTI DEL MERCATO
1. MERCATI DEI CAPITALI (FINANZIARI) IMPERFETTI
A causa di regolamentazioni e mercati finanziari deboli, i settori nascenti non riescono ad
accedere alle risorse finanziarie di cui hanno bisogno per decollare e questo rallenta la
crescita economica;
Molto spesso lo Stato si sostituisce al mercato finanziario, la maggior parte delle imprese
sono pubbliche. Lo Stato crea un’industria manifatturiera mediante investimenti pubblici.
Se non è possibile costruire mercati finanziari più efficienti, l’imposizione di dazi
rappresenta una politica di SECOND BEST per aumentare i profitti delle industrie nascenti,
accelerando la crescita economica.
2. PROBLEMA APPROPRIABILITA’ ED ESTERNABILITA’
Le imprese che si sviluppano nelle loro prime fasi sono imprese che hanno ruolo di
pioniere, devono investire sull’adozione e adattamento della TECNOLOGIA.
Questi investimenti iniziali che le imprese fanno creano esternalità per le imprese che
verranno dopo, da questo punto di vista è giusto sostenerle perché nelle fasi iniziali gli
investimenti tecnologici sono molto più complicati rispetto agli investimenti successivi.
PROBLEMI DELL’ARGOMENTAZIONE DEL’INDUSTRIA NASCENTE
Questo modello ha funzionato relativamente bene nelle fasi iniziali.
Negli anni ’70, grazie all’adozione di questo modello, in molti paesi dell’America Latina si è
sviluppata un’industria manifatturiera che prima non c’era.
Il problema che ha portato a una serie di difficoltà in questi paesi è che quello che doveva essere
un modello di protezione TEMPORANEA, si è trasformato in un modello in cui questa protezione
veniva assunta dalle imprese come PERMANENTE.
Se la garanzia di protezione continua nel tempo, le imprese locali non hanno alcun incentivo a
diventare competitive. Se le esportazioni continuano ad essere mantenute fuori dal mercato le
imprese locali non usano questo periodo per crescere ed entrare nel mercato internazionale in
maniera competitiva.
Spesso si sono create imprese poco produttive che producevano prodotti di bassa qualità ma a
prezzi elevati rispetto a quelli del mercato internazionale, era quindi impossibile andare ad aprire il
mercato. Quando negli anni ’90 (Washington Consensus) la Banca Mondiale ha costretto ad aprire
i mercati, molte di queste imprese sono state SPAZZATE VIA dalla concorrenza internazionale.
Le imprese che si avvantaggiano maggiormente della protezione potrebbero essere
MULTINAZIONALI STRANIERE localizzate all’interno dei paesi.
Si cerca di far crescere un’impresa domestica ma di fatto poi si favoriscono le imprese straniere.
Altro problema molto importante è quello della BILANCIA DEI PAGAMENTI a causa delle
importazioni dei macchinari e della tecnologia necessaria per lo sviluppo del sistema industriale.
Se un paese protegge in modo indiscriminato il mercato, tutti i beni importati sono soggetti a dazi
o comunque a tariffe. Il prezzo di questi prodotti importati sale.
Se voglio costruire un’impresa tessile, tuttavia, dovrò importare i macchinari da fuori. Se ho una
protezione indiscriminata di tutto il mercato è vero che proteggo il mio settore dell’abbigliamento,
ma pago anche di più tutto quello che mi serve per costruire la mia industria.
La protezione del mercato rende più DISPENDIOSO costruire un settore industriale domestico.
In molti di questi paesi si sono creati problemi di bilancia dei pagamenti, perché i beni prodotti
all’interno non potevano essere venduti all’estero dal momento che non erano competitivi, e il
costo delle importazioni era salito.
INDUSTRIALIZZAZIONE SU SOSTITUZIONE IMPORTAZIONI
L’industrializzazione basata sulla sostituzione delle importazioni ha funzionato bene come
strategia di sostegno iniziale ai paesi dell’America Latina negli anni ’50 e ’60.
Tuttavia, a causa dei problemi della bilancia dei pagamenti questi paesi verranno costretti dal FMI
ad aprirsi, causando il crollo di molte economie negli anni ’80 e ’90.
PROBLEMI PRINCIPALI:

 Regolamentazioni complesse e ONEROSE


 Alti dazi per i consumatori, incluse le imprese che avevano bisogno di importare beni
intermedi da utilizzare nel processo produttivo
 Sostegno a settori TROPPO PICCOLI e quindi inefficienti.
Problema di sviluppare settori manifatturieri per mercati di dimensioni molto piccoli,
questo non permette lo sfruttamento delle ECONOMIE DI SCALA necessarie, non lasciando
ai settori la possibilità di diventare efficienti.
 Tutti i meccanismi di tariffe sono spesso soggetti a CORRUZIONE che serve per creare
lobby economiche all’interno dei paesi. I settori che ricevono protezione vengono scelti a
livello della politica; quindi, la corruzione è molto importante da tenere conto.
LIBERALIZZAZIONE COMMERCIALE
La liberalizzazione commerciale nei paesi in via di sviluppo ha prodotto un enorme aumento del
volume degli scambi commerciali.
Molti di questi paesi vanno in crisi finanziaria e si devono rivolgere alle Organizzazioni
internazionali; il FMI a metà degli anni ’80 presta i soldi ai paesi in cambio del fatto che questi
paesi cambino la propria politica economica e commerciale.
Passano da una politica di PROTEZIONE a una politica di LIBERALIZZAZIONE commerciale.

 La quota di scambi commerciali sul PIL è TRIPLICATA dal 1970-1998 e la maggior parte di
questa crescita si è verificata dopo il 1985.
 La struttura degli scambi è CAMBIATA dopo il 1980: la quota di manufatti sulle
esportazioni totali dei paesi in via di sviluppo è cresciuta, fino a dominare le esportazioni
delle economie in via di sviluppo più grandi.
Inizia a crescere la partecipazione al commercio internazionale da parte dei paesi in via di sviluppo.

I paesi in via di sviluppo si aprono al commercio internazionale e cresce la loro presenza.


Aumenta la quota delle esportazioni dei PVS sul totale del commercio mondiale.
Da un certo punto in poi, a metà degli anni ’80, cambia decisamente la COMPOSIZIONE delle
esportazioni. I PVS fortemente specializzati in prodotti agricoli e in esportazione di materie prime,
diventano esportatori di manufatti. Cambia totalmente la loro specializzazione.
Ma non tutto il prodotto manifatturiero viene prodotto in quel paese, spesso i paesi si
specializzano solamente in alcune FASI del PROCESSO PRODUTTIVO.
L’unica regione del mondo che è rimasta fortemente specializzata in esportazione delle materie
prime è l’Africa. Le altre regioni del mondo hanno ridotto la loro esportazione di materie prime.
L’Asia ha diminuito di tantissimo la sua esportazione di materie prime, è diventata quasi la
FABBRICA DEL MONDO. Molte parti del settore produttivo sono state spostate in Asia.
CRESCITA DEL COMMERCIO IN ASIA
Nei paesi asiatici la crescita delle esportazioni ricopre un ruolo importantissimo, in particolar modo
per la Corea del Sud e per la Cina.
L’India è uno dei paesi che maggiormente ha adottato la politica di sostituzione delle importazioni,
che ha avuto più successo che in Latino America a causa della DIMENSIONE del mercato INTERNO
che ha permesso di fare investimenti in settori che sono poi diventati produttivi.
Solo molto più di recente si è aperta alla concorrenza internazionale.
I primi paesi a liberalizzarsi a livello commerciale sono stati i paesi del Sud Est asiatico (Corea,
Taiwan, Singapore) e successivamente ai paesi dell’Asia del Sud.
MULTINAZIONALI E PAESI EMERGENTI
Un’impresa è considerata MULTINAZIONALE se possiede più del 10% di un’impresa estera.
Non è detto che l’impresa affiliata sia totalmente di proprietà della casa madre, basta che la casa
madre abbia più del 10% di proprietà dell’impresa straniera.
Le imprese multinazionali creano sussidiarie mediante gli IDE, investimenti diretti all’estero (FDI in
inglese), che sono gli investimenti mediante cui un’impresa investe in un altro paese attraverso il
controllo di proprietà di almeno 10% di un’impresa di un altro paese.
Alcune multinazionali sono così rilevanti che hanno un fatturato ancora più grande del PIL di alcuni
paesi. Il fatturato di Walmart è di poco inferiore al PIL della Norvegia e superiore a quello del Sud
Africa e della Grecia. Importante sottolineare questo aspetto perché influenza il potere
CONTRATTUALE che le multinazionali hanno nei paesi nei quali vanno ad investire, soprattutto
quando si parla di paesi di piccola dimensione.
Una grande multinazionale che va ad investire in un piccolo paese africano ha un potere
contrattuale altissimo nei confronti dei Governi di questi paesi, anche imponendo condizioni
fortemente rilevanti e favorevoli per la multinazionale stessa.
GREENFIELD INVESTMENTS AND M&As
Due modalità principali di investimento che le multinazionali possono avere:

 GREENFIELD INVESTEMENT
Investimento nel quale un’impresa va in un paese e apre una filiale completamente
NUOVA. Si crea un qualcosa che prima non esisteva. Possono essere uffici o impianti di
produzione, ma viene creata una nuova impresa.
Gli investimenti di tipo Greenfield sono sempre più richiesti dai paesi che ricevono questi
investimenti. Se un’impresa arriva in un paese e crea un impianto di produzione si
creeranno anche molti POSTI DI LAVORO.
Forte tensione ad attrarre tali investimenti, ma c’è cautela nelle acquisizioni.
 ACQUISIZIONI DI IMPRESA
Si acquisisce un’impresa esistente. La Pirelli è stata acquisita da un’impresa cinese.
Chem China non è venuta in Italia ad aprire impianti nuovi, ma ha comprato un’impresa già
esistente. In questo caso è semplice acquisire COMPETENZE, capitale umano, tecnologia
che sono già esistenti, entrano più RAPIDAMENTE nel paese. Acquisisco anche le
competenze del mercato che quell’impresa ha.
Negli ultimi anni c’è molta tensione rispetto alle acquisizioni: molti paesi europei hanno
aumentato i controlli nel momento in cui le imprese nazionali vengono acquisite.
Molta attenzione al fatto che molti paesi emergenti, soprattutto la Cina, abbiano acquisito
negli ultimi anni delle imprese in settori di sicurezza nazionale o strategici.
A un certo punto la Cina aveva in mano tutte le reti cablate dell’Inghilterra.
Sono state introdotte regole più vincolanti e meccanismi di SCREENING.
Nel momento in cui un’impresa arriva in Italia e vuole acquisire una certa impresa ci sono
tutti dei controlli ferrei riguardo a tali acquisizioni, che prima non c’erano.

O-L-I- PARADIGM (DUNNING, 1977)


Modello che spiega il perché esistono le Multinazionali.
O-L-I (Ownership – Location – Internalization).
OWNERSHIP
Il punto di partenza di un’impresa che decide di diventare multinazionale è il fatto che essa ritenga
di possedere un vantaggio che la rende competitiva all’estero. Quali sono questi vantaggi?

 Vantaggio tecnologico
 Economie di scala facilmente sfruttabili
 Skills di management
 Vantaggio in termini di un brand
Questi sono tutti possibili motivi per cui un’impresa possa ritenere di avere dei vantaggi
competitivi tali per cui potrebbe essere vantaggioso andarli a sfruttare all’estero.
L’impresa possiede dei vantaggi competitivi e ritiene di poterli andare a sfruttare all’estero.
LOCATION
Il secondo motivo che si aggiunge ai vantaggi competitivi è il fatto che l’impresa ritiene che
LOCALIZZARSI in un paese estero si combini con i suoi vantaggi competitivi, che vada a dare un
valore aggiunto ai propri vantaggi competitivi.
Nazioni differenti hanno diversi fattori:

 Risorse naturali
Va all’estero e va a localizzarsi in un paese in cui, attraverso la localizzazione, accede a
risorse naturali che sono fondamentali per la sua produzione.
 Forza lavoro economica
Un’impresa ad alta intensità di lavoro va ad investire in un paese in cui il costo del lavoro è
più basso.
 Skills e capacità
Ho un vantaggio competitivo che può essere sfruttato all’estero, se mi vado inoltre a localizzare in
un paese estero ho anche i vantaggi competitivi tipici di quella localizzazione.
INTERNALIZATION
L’impresa ritiene che convenga mantenere i vantaggi all’interno stesso delle imprese.
Internalizza il vantaggio, senza andare a dare in licenza il proprio brand, ma andando a produrre in
un paese estero mantenendo all’INTERNO dell’impresa il vantaggio competitivo.
Ci sono due ragioni principali:
 TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA
Aprendo una filiale mantengo il vantaggio tecnologico dentro all’impresa stessa. Se dessi in
licenza la tecnologia, questa potrebbe essere copiata nel trasferimento.
 INTEGRAZIONE VERTICALE
Invece di produrre direttamente in un altro paese potrei trovare un’impresa che produce
per me, ma a quel punto sarei dipendente dal fornitore locale. HOLD UP PROBLEM.
IDE ORIZZONTALI E VERTICALI
Possiamo dividere gli IDE in due grandi categorie:

 IDE ORIZZONTALI
La filiale replica il processo di produzione che la casa madre realizza negli impianti
localizzati in patria in altre parti del mondo.
Quando si replicano esattamente in un altro paese i processi di produzione che prima
erano presenti all’interno della madre patria.
 IDE VERTICALI
La catena della produzione viene frammentata e parte dei processi produttivi viene
trasferita presso le filiali. Viene messa in atto una delle funzioni presenti anche in
madrepatria ma non tutti i processi produttivi.
Si fanno alcune fasi produttive in un paese e altre fasi produttive in altri paesi.
IDE VERTICALI
Sono spiegati dalle differenze dei costi di produzione nei paesi.
Si possono definire come investimenti diretti esteri verticali tutti gli investimenti fatti negli anni
passati verso i paesi in via di sviluppo per ridurre l’impatto del costo del lavoro.
È uno di quelli a più rapida crescita ed è responsabile del notevole aumento di flussi di IDE in
entrata nei paesi in via di sviluppo.
IDE ORIZZONTALI
Obiettivo di incidere sui costi di COMMERCIO e TRASPORTO. Di solito sono fatti dalle imprese
automobilistiche. Sulle automobili il costo di trasporto è abbastanza rilevante.
La Wolkswagen ha impianti in America Latina per servire quel determinato mercato.
Oppure, per servire il mercato di quei paesi, bisogna diversificare il prodotto, producendo il
prodotto con le caratteristiche che potrebbero essere richieste dalle regole sanitarie di altri paesi e
di altri mercati.
MOTIVATIONS OF FDI
È molto importante considerare la motivazione che sta dietro gli IDE.

 MARKET SEEKING
Investimenti che sono fatti per andare alla ricerca di un mercato.
 EFFICIENCY SEEKING
Alla ricerca di miglioramenti nell’efficienza dell’impresa.
 RESOURCES SEEKING
Investimenti che vanno alla ricerca di particolari risorse, in particolare risorse naturali.
 STRATEGIC ASSET SEEKING
In questo caso si tratta di andare alla ricerca di risorse, ma non quelle naturali; piuttosto si
ricercano le risorse strategiche, quali capitale umano e conoscenza.

 MARKET SEEKING FDI


Investimenti rivolti ad entrare in nuovi mercati. Le motivazioni possono essere di tipo
diverso, potrebbero essere legate al fatto di andare a ridurre i COSTI DI TRASPORTO
(molto rilevante nei prodotti per cui i costi di trasporto incidono in modo particolare).
Un’altra motivazione è il fatto di andare a produrre in un altro paese per evitare le
BARRIERE DOGANALI. Le imprese vengono a produrre dentro un paese dell’UE per evitare
le barriere doganali all’interno dell’interno mercato dell’Unione Europea.
Tendenzialmente si dirigono a mercati importanti, quale quello europeo.
 EFFICIENCY-SEEKING
Si può andare a cercare il BASSO COSTO DEL LAVORO. Investimenti di tipo efficiency-
seeking, andando a ridurre il costo del lavoro e aumentando l’efficienza dell’impresa.
Obiettivo di andare a cercare un costo del lavoro più basso, di solito lo vado a cercare in
Africa, in Asia o in America Latina. Molto spesso questo tipo di investimenti sono stati
attratti dai paesi attraverso degli INCENTIVI FISCALI (Multinazionali creano lavoro).
Le imprese pagano meno tasse e trovano di fronte a loro un costo del lavoro basso.
 RESOURCES SEEKING
I paesi investono in altri paesi per andare a cercare MATERIE PRIME disponibili in alcuni
paesi, oppure fanno anche molti investimenti in ambito agricolo.
Investimenti su alcuni prodotti agricoli che vengono prodotti prevalentemente in paesi del
sud.
Investimenti alla ricerca delle risorse naturali: le imprese vanno ad investire in quei paesi in
cui ci sono condizioni climatiche particolari che favoriscono alcuni tipi di produzioni
agricole, oppure in cui ci sono molte risorse naturali.
La Cina sta svolgendo molti di questi investimenti in Africa alla ricerca di materie prime.
 STRATEGIC ASSET SEEKING
Rispetto alla tipologia precedente, in cui si andavano a cercare delle risorse fisiche e
naturali, oppure delle condizioni climatiche favorevoli.
Questa tipologia di investimenti, aumentata molto negli ultimi anni, porta alla ricerca di
Asset strategici, che possono essere capitale umano specializzato, competenze manageriali
particolari e così via.
Con questi investimenti le Multinazionali vanno in quei luoghi dove c’è una forte
CONCENTRAZIONE di COMPETENZE.
Gli investimenti che vanno verso la Silicon Valley, perché le imprese vanno ad investire
dando accesso alle imprese che stanno lì a tutto il capitale umano che è disponibile.
Negli ultimi tempi i flussi direzionali di queste conoscenze si sono molto diversificati.
Sono aumentati anche alla ricerca di assi strategici dai paesi del nord ai paesi del sud, in
particolare nei confronti della India e della Cina.
Ma anche investimenti della direzione opposta, da Multinazionali cinesi e indiane verso la
ricerca di asset strategici in Europa o nel mercato americano.

INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI


Storicamente i maggiori destinatari sono stati i paesi sviluppati. La grossa parte degli IDE andava
dai paesi avanzati ad altri paesi avanzati (Stati Uniti – Europa – Giappone).
C’è stata una crescita costante nella quota di IDE verso i paesi in via di sviluppo: per la prima volta
nel 2010, essi rappresentavano poco di più della metà dei flussi di IDE, dopo la recente contrazione
dei flussi rivolti ai paesi sviluppati.
Gli investimenti diretti esteri sono ovviamente crollati molto durante la prima fase del COVID, il
fatto di non poter più viaggiare ha creato dei problemi.
Il periodo del COVID era un periodo in cui si percepivano forti rischi a livello globale.
Gli Investimenti diretti all’estero potrebbero essere molto utili anche al raggiungimento dei
Sustainable Development Goals, potrebbero contribuire al raggiungimento di alcuni di essi.
Con il COVID ci sono stati crolli degli investimenti ma soprattutto quelli che in un qualche modo
andavano ad impattare su alcuni degli SDG.
In termini di investimenti in infrastrutture abbiamo avuto una riduzione del 54% e così via.
GOVERNI E IDE – ANNI ‘70
Dal momento che gli Investimenti Diretti all’Estero sono diventati sempre più significativi, le
policies e gli atteggiamenti nei confronti degli IDE sono cambiati sostanzialmente negli ultimi due
decenni. Durante gli anni ’70 le Multinazionali venivano viste dagli economisti come DELETERIE per
le economie interne, dal momento che si riteneva che queste andassero a creare delle situazioni di
MONOPOLIO.
Molti dei paesi in via di sviluppo vedevano, soprattutto in America Latina, l’aspetto di controllo
politico e di queste imprese multinazionali in quanto imprese che entravano nei paesi imponendo
le proprie condizioni, creando monopoli e spiazzando le imprese locali.
Atteggiamento tendenzialmente MOLTO NEGATIVO. Politiche di restrizione nei loro confronti.
L’atteggiamento ai giorni nostri è molto cambiato, diventando molto favorevole attorno agli anni
’90 ma peggiorando soprattutto nel decennio del 2010 a causa della competizione commerciale tra
Stati Uniti e Cina.
EFFECTS OF MNEs
Andiamo ad occuparci sugli aspetti prettamente economici, e non di tipo sociale, degli investimenti
svolti all’estero e degli effetti dello svilupparsi delle multinazionali.
Importante capire come le Multinazionali possano incidere sulla crescita economica di questi paesi
in via di sviluppo.

 HOST COUNTRY EFFECTS


Cosa succede nel paese in cui viene fatto un investimento?
I Governi spendono PARTE DEL BUDGET per attrarre gli Investimenti Diretti all’Estero dal
momento che ritengono che questi possano generare effetti positivi all’interno dei loro
paesi.
 HOME COUNTRY EFFECTS
Cosa succede nella madre patria del paese che ha investito?
EFFETTI ECONOMICI
Effetti diretti che riguardano le sussidiarie o le imprese affiliate che vengono create in un altro
paese. Queste imprese sussidiarie tendono a:

 Offrire SALARI MAGGIORI


 Essere più EFFICIENTI
 Essere più orientate all’ESPORTAZIONE
In questo modo contribuiscono all’economia del paese che riceve l’investimento perché creano
posti di lavoro ben pagati, aumentano l’efficienza e la capacità esportativa del paese.
Oltre a questi effetti diretti ci sono anche gli effetti dello SPILLOVER, ovvero l’effetto non
intenzionale generato dall’attività di un’impresa su un’altra impresa.
Ci possono essere degli effetti indiretti sui salari, sull’efficienza e sull’esportazione.
HOST COUNTRY EFFECTS: WAGES
In termini di effetti diretti, le multinazionali tendono a pagare in media salari più alti rispetto alle
imprese domestiche. Se pagano salari PIU’ ALTI, questo vuol dire che aumenta il reddito di coloro
che lavorano nelle imprese Multinazionali.
Ci sarà un effetto indiretto: alcune imprese domestiche possono decidere di aumentare anche loro
i salari SPINTE dal fatto che le MNCs pagano salari migliori.
Questo effetto, nel momento in cui si è andato a studiare, si è visto che è abbastanza vero per tutti
quelli che sono i lavoratori più qualificati.
In realtà per i lavoratori non qualificati questo effetto positivo sui salari non c’è.
Ma perché le MNCs pagano di più i loro lavoratori?

 Potrebbero, nei loro stessi accordi, offrire ai lavoratori del paese estero delle condizioni
migliori, può essere un buon modo per avere BUONE RELAZIONI col Governo del Paese.
 Il fatto di pagare i lavoratori meglio significa attrarre i LAVORATORI MIGLIORI e
maggiormente qualificati in quel determinato paese.
Questo crea anche dei legami più duraturi con questi lavoratori.
 Pressioni e regolazioni da parte degli Host countries.
PRODUTTIVITA’ NEGLI HOST COUNTRIES
La produttività indica il prodotto per unità di lavoro. La letteratura, dal punto di vista empirico, ha
verificato che le imprese multinazionali tendono ad essere più produttive ed efficienti rispetto alle
imprese nazionali.
Un’impresa multinazionale ha accesso a tecnologie migliori, attrae capitale umano migliore.
Le multinazionali tendono ad essere PIU’ PRODUTTIVE rispetto alle imprese nazionali.
Se un’impresa multinazionale apre una filiale in un altro paese, vuol dire che questa sarà più
produttiva e questo aumenterà la produttività delle imprese di quel paese.
Ma ci può essere un effetto di SPILLOVER. Le imprese nazionali possono, attraverso una serie di
canali, a loro volta migliorare la produttività.
Alcune imprese nazionali possono diventare fornitori della MNCs, questo le spinge a migliorare la
qualità del prodotto e ad essere più produttive a loro volta.
Oppure possono assumere lavoratori che hanno lavorato in passato in tali imprese e che hanno
quelle CONOSCENZE, ma possono anche venire a conoscenza di TECNOLOGIE MIGLIORI.
Quello che si verifica è che la presenza di multinazionali in un paese può avere un effetto positivo
anche sulle altre imprese esistenti nel paese.
ESPORTAZIONI E NUOVE INDUSTRIE
Un’altra dimensione economica in cui c’è un impatto a causa della presenza delle Multinazionali.
Queste tendono ad essere molto orientate all’esportazione: in molti casi un’impresa
multinazionale, nel momento in cui fa un’IDE, spesso produce non solo per il mercato nazionale
ma anche per quello delle esportazioni.
La MNCs contribuisce ad aumentare le esportazioni del paese in cui viene fatto l’investimento.
Ci possono essere degli Spillover nel senso che le imprese nazionali diventano FORNITORI della
Multinazionale e attraverso il loro contatto con le Multinazionali diventano a loro volta delle
imprese che ESPORTANO.
HOME COUNTRY EFFECTS
L’impatto dipende dal tipo di investimento:

 INVESTIMENTO ORIZZONTALE  IMPATTO NEGATIVO


L’impatto sul paese di origine potrebbe essere negativo, dal momento che si sposta attività
produttiva verso l’estero. Si riducono i posti di lavoro nel paese di origine.
Sostituisco un’attività produttiva che facevo nel mio paese con un’attività produttiva che
vado a fare altrove.
L’IMPATTO potrebbe essere POSITIVO nel momento in cui l’impresa potrebbe spostare
l’attività produttiva da un’altra parte, ma sostituisce tale attività produttiva nell’aumentare
la competitività delle attività presente all’interno del paese.
Il paese sostituisce tali imprese con altri settori maggiormente strategici. Ci potrebbero
essere effetti positivi grazie a questa sostituzione, ma un grave impatto sociale.
 INVESTIMENTO VERTICALE  IMPATTO POSITIVO
CATENE GLOBALI DEL VALORE
Una catena globale del valore è la serie di fasi nella produzione di un prodotto o di un servizio che
verrà poi venduto ai consumatori, all’interno di ciascuna fase viene aggiunto VALORE al prodotto e
almeno due fasi devono avvenire in paesi DIFFERENTI.
Secondo questa definizione, un settore, un paese o un’azienda partecipano in una Catena Globale
del Valore se fa parte almeno di una di queste fasi.
Idea che molti prodotti sono il risultato dell’assemblaggio di parti e componenti che vengono
prodotte in paesi differenti. A livello mondiale si è diffuso il fatto che parti e componenti per
produrre i prodotti finali sono prodotti in DIVERSI PAESI.
L’implicazione di tutto questo è che per partecipare al mercato mondiale non è necessario saper
produrre TUTTA LA BICICLETTA, ma è possibile specializzarsi nella produzione di uno o di due
componenti. Prendendo l’esempio della bici possiamo vedere come il Vietnam produca solamente
i telai nella produzione di una bicicletta. Ha sviluppato la capacità di produrre in modo competitivo
a livello internazionale solamente la produzione di telai.
È relativamente più semplice entrare nel mercato mondiale specializzandosi in una specifica
attività produttiva. Produrre la bicicletta nel suo insieme sarebbe più complicato.
Molti paesi in via di sviluppo sono entrati nel mercato internazionale negli ultimi anni, in modo
relativamente più semplice di quella che sarebbe stata la produzione del PRODOTTO FINALE.
FASI PRODUTTIVE
1) Disegno e Sviluppo del Prodotto
2) Fase di manifattura e di assemblaggio
Può essere fatta in parte in un paese e parte in altri paesi. Possono essere prodotti dei
prodotti di gamma alta in paesi con alto costo del lavoro, per garantire qualità maggiore,
permettendo di sostenere un costo del lavoro più alto.
3) Marketing e Vendita
Responsabilità dell’impresa leader della catena.
4) Smaltimento e Riciclaggio prodotti e componenti.
AUMENTO IMPORTANZA CATENE GLOBALI VALORE
1) RIDUZIONE COSTI DI TRASPORTO
A partire dalla fine anni ’70 e inizio anni ’80 c’è stata una riduzione dei costi di trasporto,
legata anche all’invenzione dei CONTAINER. Questo ha ridotto tantissimo i costi di
trasporto e li ha razionalizzati. Incide meno sul valore finale del bene il fatto che la
bicicletta sia fatta di componenti che sono stati creati in giro per il mondo.
2) DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE
Sono diventate sempre più diffuse e sempre meno costose.
Questo ha facilitato lo sviluppo delle Catene Globali del Valore aumentando facilmente la
velocità della comunicazione.
3) LIBERALIZZAZIONE
A partire dalla fine degli anni ’80 e negli anni ’90 c’è stata una tendenziale riduzione dei
costi doganali legati al commercio internazionale.
Se si sono ridotte le barriere doganali, significa che importare un prodotto quale una sella
prodotta a Taiwan in Italia porta a una tassa minore di importazione.
La riduzione delle barriere doganali ha favorito lo sviluppo di questa forma di
organizzazione della produzione.
In seguito alla guerra doganale tra USA e Cina questo processo ha rallentato.
4) DIFFERENZE COSTO NEL LAVORO
A livello mondiale ci sono grandi differenze nel costo del lavoro sia per i lavoratori più
qualificati, sia per i lavoratori meno qualificati.
Sfruttare il costo basso del lavoro nei paesi in via di sviluppo è stato uno dei fattori che ha
maggiormente spinto verso la creazione di queste Catene Globali del Valore.
DIFFERENZA TRA MNEs e GCV
Le Multinazionali sono tra gli attori delle Catene Globali del Valore, ma quando parlo di GCV ho in
mente qualcosa di più ampio.
Nel caso delle biciclette, l’impresa leader non produce i vari pezzi dei prodotti in filiali presenti in
paesi esteri, ma questi vengono prodotti all’interno di altre nazioni da imprese di quella nazione.
L’impresa leader acquista da imprese straniere, ma è anche possibile che in alcuni casi l’impresa
abbia uno stabilimento per assemblare le biciclette non solo in Italia ma anche a Taiwan.
DECLINO NEI COSTI DELLO SCAMBIO INTERNAZIONALE
I costi di trasporto e di comunicazione sono crollati nel corso del tempo, sia dal punto di vista dei
costi di trasporto marittimi che aerei.
Le barriere doganali hanno subito una fortissima riduzione, ma dal 2018 in poi hanno ricominciato
a crescere. Ci sono anche forti DIFFERENZE SALARIALI, che ci dimostrano come il costo del lavoro
possa essere uno dei fattori principali nella scelta di partecipare a queste Catene Globali del
Valore.

ATTORI CHIAVE NELLE CATENE GLOBALI DEL VALORE

 BUYER DRIVEN VALUE CHAIN


Catene globali del valore dove l’impresa leader della catena non è manifatturiera, ma
un’impresa COMMERCIALE. È molto diffuso nel settore dell’abbigliamento: H&M e Gap
non hanno una loro produzione autonoma, i loro prodotti sono prodotti da imprese locali
dove il costo del lavoro è veramente BASSO.
Il contributo di H&M è quello di sviluppare la parte COMMERCIALE del Business, tutti i
grandi magazzini, i negozi e tutta la parte di brand, nonché la parte di disegno del prodotto.

Anche Ikea fa produrre da fornitori sparsi per il mondo i propri mobili, tutto questo però
nasce dai dipartimenti di disegno di Ikea in Svezia.
Imprese che NON HANNO la PRODUZIONE, che è tutta fatta utilizzando il modello delle
Catene Globali del Valore.
Un modo simile di organizzare è nel settore dell’AGROBUSINESS, quali i supermercati.
Esselunga e Coop hanno prodotti della propria marca, ma che vengono prodotti mediante
questo modello, sono stati prodotti da imprese localizzate in varie parti del mondo e che
vengono commercializzati nei supermercati. Sono governate da un compratore, cioè da
queste imprese che sono imprese che chiameremmo imprese commerciali.
 PRODUCER DRIVEN VALUE CHAIN
Comuni nel settore automobilistico e dell’elettronica.
La Wolkswagen utilizza produttori di varie parti e componenti che poi vengono assemblati
dall’azienda stessa nell’automobile prodotto finale.
Le Catene globali del valore sono dominate da un’impresa MANIFATTURIERA.
Assemblano le componenti prodotte in imprese da tutto il mondo.
L’impresa che comanda è quella che poi VENDE il prodotto nel mercato finale, in entrambi i casi.
H&M che va a comprare le magliette in Cambogia impone il modello, il prezzo e il tessuto da usare
al produttore cambogiano di magliette.
Le imprese leader della catena sono quelle che impongono le regole ai produttori.
THE SMILING CURVE
Le catene globali del valore sono un modo in cui molti paesi in via di sviluppo sono riuscite ad
entrare nel mercato INTERNAZIONALE.
La Cambogia, grazie al fatto che le sue imprese sono diventate fornitrici di H&M, ha iniziato a
vendere magliette nel mercato internazionale, che non avrebbe mai venduto nel caso in cui non
fossero esistite queste Catene Globali del Valore.
È importante capire dove le imprese e i diversi paesi sulla base della loro specializzazione si
collocano nella catena globale del valore.
FASI DI PRODUZIONE

La fase di assemblaggio è tendenzialmente ad ALTA INTENSITA’ del lavoro ma che nel valore
complessivo dei prodotti vale veramente poco.
Nell’esempio dei telefoni cellulari, il Vietnam è il secondo più importante esportatore di telefoni
cellulari nel mondo, ma l’unica cosa che fanno in Vietnam è ASSEMBLARE parti e componenti del
telefono che vengono prodotte nel mondo e che poi vengono vendute nel mercato internazionale.

La fase di ASSEMBLAGGIO è la fase TIPICA in cui si specializzano molti dei PVS a basso costo del
lavoro nelle prime fasi di entrata nelle Catene Globali del Valore è quella che viene remunerata
con il minor prezzo.
L’assemblaggio, su un prodotto del valore di 300 euro, varrà al massimo 10 euro.
Il valore della fase di assemblaggio è veramente BASSO. Le imprese che stanno in Vietnam e che
assemblano vengono remunerate molto poco perché il loro contributo al valore finale del
prodotto è veramente basso. Aspetto importante da tenere conto.
I paesi in via di sviluppo tendono a specializzarsi in quelle fasi del processo di produzione:

 ALTA INTENSITA’ LAVORO


 BASSO COSTO LAVORO

 FASI A MONTE
Se andiamo verso sinistra troviamo tutte quelle fasi che stanno a monte dell’assemblaggio
e della produzione e che hanno un valore aggiunto crescente, quali il disegno del prodotto,
la ricerca e sviluppo e l’innovazione.
Se i paesi si specializzano in quelle fasi del processo produttivo, il valore aggiunto che viene
attribuito a quelle fasi è molto più elevato. Se prendiamo un telefono cellulare della
Samsung, assemblato in Vietnam (Valore prodotto in Vietnam molto basso), la ricerca e
sviluppo nonché il disegno di quel cellulare sono fatte in Corea.
Sul totale del valore del prodotto finale la R&S e il Disegno valgono il 30% e il 40%, quindi
sarà la Samsung, impresa a capo della catena, a guadagnare DI PIU’.
 FASI A VALLE
Fasi che contano molto di più dell’assemblaggio. Sono tutte le fasi di marketing, di brand
del prodotto e di logistica.
Fa la differenza la fase di produzione nella quale il paese o l’impresa si specializzano. È molto
meglio avere la capacità di fare il disegno o avere la capacità di commercializzare i prodotti, ma per
i paesi in via di Sviluppo che entrano per la prima volta nel mercato internazionale, spesso
l’opportunità di entrare è legata allo sfruttamento del basso costo del lavoro.
È di norma nella fase di ASSEMBLAGGIO che si specializzano questi valori.
PROCESS AND PRODUCT UPGRADING

 PROCESS UPGRADING
Riuscire a produrre in modo più efficiente, utilizzando una tecnologia più avanzata e
producendo a dei costi più bassi, aumentando i propri profitti.
 PRODUCT UPGRADING
Si va a migliorare il prodotto. La qualità del prodotto è diversa se il produttore cambogiano
produce magliette per H&M o ancora di più per Primark, che pagherà il produttore
cambogiano 30 o 50 centesimi. H&M le vende a 20 euro, quindi pagherà il produttore 1
euro.
La qualità della maglietta è più elevata nel caso di quella di H&M, per un produttore
cambogiano una forma di upgrading potrebbe essere quella di passare a far parte della
catena globale del valore di H&M al posto di quella di Primark.
Pur producendo sempre una maglietta, a seconda della catena in cui è inserito saranno
richieste delle specifiche qualità differenti.
 FUNCTIONAL UPGRADING
Sviluppare la capacità di inserire nuove funzioni produttive. Acquisire le nuove abilità per
poter andare a investire e prendere parte in altre fasi della catena del valore.
L’upgrade funzionale porta ad acquisire NUOVE FUNZIONI. Ikea fa produrre i propri
prodotti da produttori in giro per il mondo fornendo i disegni, ma da alcuni produttori
particolarmente competenti a volte accetta anche proposte di disegni.
Questi produttori hanno sviluppato la capacità non solo di produrre ma anche di sviluppare
un prodotto e un disegno nuovo, SALGONO lungo la GVC.

FUNCTIONAL UPGRADING IN MEXICO

Nel corso del tempo sono aumentate le funzioni di quel produttore all’interno della Catena
Globale del Valore; quindi, aumenterà anche la remunerazione dovuta al valore aggiunto dalle fasi
produttive svolte da tale produttore. Hanno iniziato a tagliare il tessuto, a fare le rifiniture e la
distribuzione del prodotto. Tutto questo ha portato i produttori messicani a ricevere una
REMUNERAZIONE MAGGIORE dovuta al fatto che contribuiscono di più al valore finale.
SOCIAL UPGRADING
Upgrading Economico significa aumentare la QUOTA di REMUNERAZIONE che le imprese
coinvolte in queste Catene in base al valore aggiunto al quale contribuiscono lungo la catena.
Esiste anche l’UPGRADING SOCIALE.
Molto spesso la partecipazione dei paesi in via di sviluppo avviene prevalentemente nelle fasi di
assemblaggio, ovvero le fasi in cui conta di più il costo del lavoro, possiamo immaginare che
all’interno di queste ci sia spazio per ottenere una riduzione del costo del lavoro attraverso lo
SFRUTTAMENTO della FORZA LAVORO.
Tutto questo ha portato la letteratura economica ad occuparsi del fenomeno dell’impatto sociale
di queste catene globali del valore; sono molti i casi che sono stati descritti di imprese di paesi che
sono riusciti ad entrare in queste Catene Globali del Valore perché hanno garantito, insieme a
costi di lavoro basso, delle CONDIZIONI LAVORATIVE molto diverse da quelle che le imprese
devono garantire nei loro paesi di origine.
Le condizioni di lavoro nelle fabbriche che producono abbigliamento in Etiopia sono diverse dalle
condizioni di lavoro delle fabbriche che producono magliette in Italia.
Da qui si collega il discorso dell’Upgrade Sociale: conta la capacità di questi paesi di migliorare la
loro posizione dal punto di vista economico, ma è importante che questi paesi, insieme al
miglioramento economico, possano offrire delle condizioni di lavoro MIGLIORI ai lavoratori.
Accanto a un miglioramento economico ci dovrà essere anche un miglioramento SOCIALE,
migliorando i diritti dei lavoratori che lavorano in queste imprese, che si escluda il lavoro minorile,
che ci sia protezione del lavoro femminile, giornate lavorative con ore sostenibili.
Tutto questo potrebbe non essere garantito all’interno dei produttori locali per competere con le
altre imprese che si specializzano nelle stesse fasi della Catena.
Sempre di più c’è una forte PRESSIONE a livello dei paesi e dei mercati dei consumatori dei paesi
sviluppati nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nei confronti di aziende leader di alcune catene di
valore globale, ad esempio Primark.
Vende a prezzi bassissimi, c’è stata una campagna contro questa catena perché la spiegazione per
questi prezzi molto bassi è legata al fatto che non c’è controllo da parte del leader delle condizioni
di lavoro che sono molto spesso insostenibili e disumane.
CINA - CATENE GLOBALI DEL VALORE
La Cina è entrata nelle catene globali del valore a partire dalla metà degli anni ’90 e attraverso il
suo coinvolgimento in esse ha nel tempo decisamente migliorato la sua posizione nelle Catene
Globale del valore.
È entrata come PRODUTTORE A BASSO COSTO, sfruttando l’enorme mercato del lavoro e il basso
costo di esso, per iniziare a produrre per il mercato internazionale nell’ambito dell’abbigliamento.
Attraverso questo coinvolgimento la Cina ha messo in atto una politica di UPGRADING molto
efficiente, poco per volta, quindi, la posizione delle imprese cinesi, che inizialmente erano imprese
che assemblavano per le imprese occidentali, è migliorata.
Le imprese cinesi hanno iniziato a sviluppare una propria capacità autonoma di produzione,
inizialmente a livello locale, dal momento che il mercato era grande e il reddito medio della
popolazione era andato ad aumentare notevolmente.
La Cina è entrata all’inizio nelle catene globali del valore delle imprese produttrici di
elettrodomestici tedesche o italiane, ma poco per volta ha acquisito capacità autonoma in termini
di TECNOLOGIA iniziando a produrre prodotti con MARCHI PROPRI vendendoli nel mercato
interno. Poco per volta, con il miglioramento della qualità dei prodotti, ha iniziato a vendere anche
all’interno del mercato internazionale.
Entrare nelle Catene Globali del Valore per sviluppare capacità di produzione e poi investire per
poter sviluppare anche una capacità innovativa, di disegno e di commercializzazione.
La Cina è entrata nel mercato mondiale producendo prodotti a bassa tecnologia che poi sono
andati ad essere sostituiti con prodotti ad ALTA TECNOLOGIA grazie agli investimenti.
SVILUPPO DELLA CINA IN GVC
Nel 2005 il ruolo svolto dalle aziende cinesi nelle Catene Globali del Valore era quello
dell’assemblaggio, ma con il passare del tempo, grazie agli investimenti, sono diventate delle
aziende di tipo “FULL PACKAGE”, occupandosi di quasi ogni fase produttiva.
La posizione della Cina è andata cambiando anche perché la Cina ha investito sempre di più in
RICERCA e SVILUPPO. Attualmente la Cina è il secondo paese al mondo in termini di spesa in
Ricerca e Sviluppo dopo gli Stati Uniti.
Questo ha portato le imprese cinesi a migliorare la propria capacità di BREVETTARE, che però è
ancora relativa a un numero ridotto di imprese in Cina.
C’è stato uno sviluppo di alcune grandi imprese, che spesso sono STATALI o collegate al governo,
ma nell’insieme questo ha fatto si che cambiasse la composizione delle esportazioni cinesi.
SPESE IN RICERCA E SVILUPPO
Tra il 1996 e il 2017 è diminuita tantissimo il gap delle spese in Ricerca e Sviluppo tra USA e Cina.
MODELLO DI UPGRADING CINESE

 DA BASSA TECNOLOGIA AD ALTA TECNOLOGIA


Mediante investimenti che hanno permesso di svolgere upgrading nelle Catene Globali del
Valore.
 SVILUPPANDO SERVIZI
Aumentando gli investimetni in settori quali Ricerca e Sviluppo, Design e Marketing,
promuovendo nel mondo anche i marchi cinesi.
 ATTIRANDO E FACENDO INVESTIMENTI DALL’ESTERO
Le imprese cinesi hanno attirato inizialmente moltissimi investimenti dall’estero, ma negli
ultimi tempi tantissime imprese cinesi hanno deciso di investire in maniera diretta
all’estero, andando ad acquisire aziende per poter sfruttare la loro CAPACITA’
TECNOLOGICA.
BEWARE OF CHINA
Bisogna stare molto attenti perché bisogna stare attenti a capire il ruolo della Cina in queste
Catene Globali del Valore. In alcuni casi il ruolo della Cina contribuisce poco al valore aggiunto,
portando quindi a basse remunerazioni.
Esempio iPhone:
Valore del prodotto finale scomposto per i paesi dove vengono svolte le varie fasi produttive.
La parte più rilevante sono i profitti della Apple che incidono per quasi il 60% del valore finale.
Il contributo della Cina è estremamente ridotto, nonostante l’iPhone venga assemblato in Cina e
sia quindi un prodotto di esportazione cinese. Nelle statistiche commerciali il valore dell’iPhone è
considerato un’esportazione cinese, ma quello che si fa in Cina è circa il 2% del valore del telefono.
L’upgrade economico, inoltre, non sempre corrisponde a un UPGRADE SOCIALE, in Cina c’è un
grande sfruttamento di forza lavoro, utilizzo di lavoro di carcerati, sfruttamento di minoranze
etniche e così via.

IL MODELLO DI SVILUPPO DELLA COREA DEL SUD


Chaebol  Imprese di grandi dimensioni che hanno avuto un peso importante nello sviluppo
dell’economia coreana nel corso del XX Secolo.
Dal 1960 al 2008 la Corea ha avuto un tasso di crescita medio annuo del 6,08%.
La Corea nel 1960 era più povera del Mozambico, del Messico e dell’Argentina, ora è diventato un
paese estremamente ricco.
Nel 2000 la Corea tra questi quattro paesi era diventato quello più ricco, nello stesso periodo il
reddito del Mozambico è diminuito del 1% e Messico e Argentina sono cresciuti di meno del 2%.
La Corea era un paese molto povero perché prima della Seconda Guerra Mondiale era una Colonia
Giapponese, dopo la WWII c’è stata la GUERRA DI COREA, nella quale si sono confrontati USA e
URSS a causa delle tensioni politiche per determinare da che parte si sarebbe andata a schierare la
Corea (Modello occidentale VS sovietico).
Il risultato della guerra di Corea è stato quello di dividere il paese in Corea del Nord e Corea del
Sud. La Corea del Sud alla fine degli anni ’50 era sostenuta direttamente dagli Stati Uniti.
Nella divisione geografica tra Corea del Nord e del Sud, la Corea del Sud era la parte più povera
della Corea, perché l’industria manifatturiera e le poche risorse naturali erano al nord.
GNI PER CAPITA – ITALIA, COREA, USA
La Corea è cresciuta fino a raggiungere il livello di reddito pro capite dell’Italia partendo da un
livello decisamente più basso negli anni ’60. È un paese a reddito elevato.
RUOLO DELLE ESPORTAZIONI
La spiegazione normalmente data nella letteratura, anche da studi fatti dalla Banca Mondiale
rivolti a spiegare il modello di crescita della Corea, è che la fonte di crescita fondamentale di questi
paesi sia stata l’ESPORTAZIONE.
Spiegazione che trova un obiettivo di tipo POLITICO, perché la Banca Mondiale voleva giustificare
le politiche di liberalizzazione commerciale degli anni ’80-’90 con cui cercava di convincere i paesi
LATAM ad orientarsi al mercato delle esportazioni e ad aprire i mercati.
Esempio dei paesi asiatici come esempio di paesi che, grazie alla liberalizzazione dei propri
mercati, erano riusciti ad ottenere tassi di crescita altissimi.
La Corea, fino all’inizio degli anni ’60, era un paese che non esportava nulla nel resto del mondo.
Si passa da una situazione in cui la Corea non esporta nulla, ad una situazione in cui più del 30%
del PIL coreano dipende dalle esportazioni.
Grossa apertura del sistema economico coreano al mercato internazionale, con la Corea che nel
tempo ha iniziato a esportare molto.
La Corea inizia a costruire un settore manifatturiere nelle industrie in cui poteva avere un
VANTAGGIO COMPETITIVO COMPARATO, ovvero settori in cui poteva avere un basso costo del
lavoro essendo un paese povero. Inizia a costruire una competitività nel settore tessile e
dell’abbigliamento. Settore non ad alta tecnologia, ma ad alta intensità di lavoro, dove il fattore
costo del lavoro è estremamente importante.
Iniziano a costruire una capacità manifatturiera in un settore dove il fatto di avere e poter sfruttare
una manodopera che si pagava poco era un vantaggio competitivo.
AUMENTO NEGLI INVESTIMENTI
Oltre alle esportazioni c’è stato un IMMENSO aumento degli investimenti nello stesso periodo.
Un indicatore potrebbe essere quello di Investimenti su PIL.
La Corea è passata a un valore di esso del 10%, fino a un valore, alla fine degli anni ’90, che è quasi
del 40% degli Investimenti sul PIL.
TEORIE DI RODRICK – EXPORT PER FINANZIARE IMPORT
Rodrick parte dalla crescita degli investimenti e afferma che la Corea è cresciuta principalmente
per gli investimenti.
L’aumento delle esportazioni è stata una CONSEGUENZA del fatto che la Corea abbia aumentato i
propri investimenti. In un paese come la Corea dove non c’era una base manifatturiera, aumentare
gli investimenti ed accumulare capitale significava importare dall’estero tecnologia.
La Corea deve importare macchinari e tecnologie dall’estero, nel suo caso telai, per poter andare a
comprare i telai. L’accumulazione di capitale aumenta perché è necessario costruire un settore
manifatturiero, questo porta ad aumentare le importazioni di tecnologia che devono essere
pagate in VALUTA ESTERA.
Per poter finanziare l’aumento degli INVESTIMENTI e le importazioni necessarie per
l’accumulazione di Capitale, la Corea ha iniziato sin dalle fasi iniziali ad esportare, perché
esportando guadagnava VALUTA ESTERA che era necessaria per pagare le importazioni necessarie
per pagare l’accumulazione di capitale.
L’aumento delle esportazioni di per sé non rappresenta la causa della crescita, ma la conseguenza
dell’accumulazione di capitale, che richiedeva importazioni che rendevano necessarie le
esportazioni per ottenere valuta straniera che permettesse di pagare le importazioni.
In questo modo è riuscita a sostenere tali importazioni senza andarsi ad INDEBITARE.
Ma come è stato possibile convincere gli investitori privati ad aumentare gli investimenti?
Perché c’è stato fin da subito un aumento della PROFITTABILITA’ DEGLI INVESTIMENTI, rendendo
gli investimenti maggiormente attraenti al capitale privato.
Il ruolo dello Stato è stato quello di andare a creare un sistema tale per cui gli investimenti
apparissero profittabili agli investitori privati, portandoli a un grande guadagno ma che allo stesso
tempo portava a una crescita dell’intera economia e dello Stato.
Bisogna andare a vedere come mai gli investitori privati fossero così interessati all’investimento.
IMPORTAZIONI E INVESTIMENTI
L’aumento degli investimenti è andato di pari passo con l’aumento delle importazioni.
In un paese senza industria manifatturiera, per creare e accumulare capitale era necessario
importare dall’estero la tecnologia necessaria.
IMPORTAZIONI DISAGGREGATE
La tipologia di beni importati che è aumentata di più è quella dei MACCHINARI, che sono quelli
che sono serviti per andare a costruire l’industria manifatturiera.
L’aumento delle importazioni si è concentrato nell’aumento del capitale.

AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI PROFITTEVOLI – RODRICK


Vengono identificate due grandi motivazioni differenti:
1) CONDIZIONI FAVOREVOLI INIZIALI che hanno creato un clima favorevole per lo sviluppo
successivo del paese.
2) RUOLO DELLA POLITICA molto importante.
La combinazione delle condizioni iniziali e del ruolo del governo ci aiutano a spiegare come mai
questo processo di accumulazione del capitale ha funzionato così bene in Corea.
CONDIZIONI INIZIALI
1) LIVELLO DI CAPITALE UMANO QUALIFICATO
Abbiamo i valori previsti di alfabetizzazione sulla base del livello di reddito della Corea degli
anni ‘60 e gli attuali valori di iscrizione alla scuola elementare.
Ci si aspettava che solo il 31% della popolazione fosse alfabetizzata dato il livello di sviluppo
del paese. Nella realtà il 70% della popolazione era alfabetizzata.
Nonostante il basso livello di sviluppo e fosse un paese povero, il livello di educazione in
Corea era molto PIU’ ELEVATO rispetto a paesi a livello di sviluppo simili.
Questo avveniva perché, a livello culturale, la Corea, come altri paesi caratterizzati da una
cultura di tipo confuciana, è sempre stata un paese in cui l’educazione è stata considerata
sempre estremamente importante: le famiglie fanno di tutto per mandare i figli a scuola.
Da questo punto di vista ha avuto un ruolo importante anche la colonizzazione giapponese.

Capitale umano molto più QUALIFICATO rispetto ad altri paesi poveri.


2) RIFORMA AGRARIA E RIDISTRIBUZIONE RICCHEZZA
Subito dopo la guerra di Corea il Governo ha introdotto una riforma agraria che ha
ridistribuito la proprietà della terra ai contadini. Questa riforma ha ELIMINATO il latifondo,
creando una classe di piccoli proprietari terrieri relativamente benestanti.
Sistema di ridistribuzione della ricchezza MENO DISEGUALE rispetto ad altri paesi in via di
sviluppo quali quelli africani e quelli dell’America Latina dove tuttora c’è il latifondo.
INFLUENZA DI QUESTE CONDIZIONI SULLA PROFITTABILITA’ INVESTIMENTI
CAPITALE UMANO QUALIFICATO

 Rende gli INVESTIMENTI PIU’ PRODUTTIVI; se il livello del capitale umano è elevato la
produttività del lavoro è più alta: questo vuol dire che le imprese nascenti occupavano
capitale umano che, essendo alfabetizzato, era più produttivo di capitale umano senza una
formazione.
 Il fatto di avere un capitale umano qualificato aiuta molto l’ADATTAMENTO e la
trasformazione della tecnologia alle esigenze della Corea.
Importazione della tecnologia dal GIAPPONE sia per vicinanza geografica sia per la
vicinanza culturale, anche se i coreani odiano i giapponesi.
La Corea nel suo processo di sviluppo si ispira molto a quello che ha fatto il Giappone.
 Rende possibile la formazione di una PUBBLICA AMMINISTRAZIONE capace ed efficiente.

REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO

 Creazione di una CLASSE MEDIA che era in grado di costituire una buona domanda interna
che potesse assorbire parte dei beni prodotti dall’economia coreana.
L’economia cresce e con essa crescono anche i ricchi.
 STABILITA’ POLITICA favorita dall’uguaglianza, questo porta all’incoraggiare gli
investimenti. Ma, fino agli anni ’90, la Corea è stata governata da governi non democratici.
Per un certo periodo di tempo, nonostante questi non fossero governi democratici, non ci
sono state molte contestazioni.
Ad un certo punto, tuttavia, ci sono state proteste che hanno portato a un cambiamento
verso la democrazia senza l’utilizzo di violenza. Il sistema si è trasformato in modo non
violento da un sistema non democratico a un sistema democratico.
RUOLO DEL GOVERNO
In che modo il Governo ha creato un sistema favorevole per gli investimenti?

 CREANDO UN CLIMA POLITICO STABILE


Da un lato ci troviamo in un paese non democratico ma che non veniva percepito come un
paese dove non c’erano forti rischi. Questo porta gli investitori ad investire.
 INTERVENTO DIRETTO
In primo luogo è intervenuto direttamente nel mercato attraverso le BANCHE.
Le Banche coreane, per un lungo periodo, erano banche pubbliche che finanziavano le
imprese per favorire alcuni settori piuttosto che altri.
In alcune fasi si sono finanziate le imprese del settore tessile, poi la Corea, che aveva dei
piani di sviluppo DECENNALI, negli anni ’70 ha iniziato ad investire nel settore
dell’industria pesante (cemento, acciaio…) e automobilistica, negli anni ’80 ha iniziato a
sviluppare l’industria dell’elettronica, negli anni ’90 industria ad alta tecnologia.
Ruolo delle banche di indirizzare il credito nei settori che lo Stato voleva indirizzare.
Politica PICKING THE WINNERS: Stato che identifica i settori competitivi e li sostiene.
Nel caso del settore della cantieristica commerciale, viene offerto come sostegno a questo
settore il fatto che le merci coreane potessero viaggiare solo su NAVI COREANE.
Il governo interviene mettendo delle regole in modo tale da creare un mercato.
In questo modo porta a creare un mercato per le navi coreane.
 INVESTIMENTI PUBBLICI
Ci sono stati anche molti investimenti pubblici.
Caso acciaieria POSCO, presentato alla Banca Mondiale e rifiutato da essa perché ritiene
che questa sarebbe stata fallimentare.
Lo Stato coreano finanzia il progetto con fondi pubblici, creando l’acciaieria più grande e
più importante al mondo.
 POLITICA COMMERCIALE
La Corea viene di solito presentata come un paese molto aperto, ma in realtà era molto
aperto alle esportazioni in passato (finanziamento importazioni), ma per quanto riguarda le
importazioni era molto chiuso per i prodotti che venivano dall’estero ma che potevano
essere comprati nel MERCATO INTERNO.
C’era una protezione MOLTO BASSA nel settore delle importazioni di tecnologia.
Lo Stato è intervenuto direttamente nel mercato e ha avuto un ruolo importante di
COORDINAMENTO nell’indirizzare gli investimenti privati verso alcuni settori piuttosto che in altri,
nell’investire in educazione (investo nei corsi di ingegneria elettronica per sostenere l’industria ad
alta tecnologia) e così via.
FUNZIONAMENTO INTERVENTI PUBBLICI IN COREA
Come mai questi interventi hanno funzionato bene in Corea e non in altri paesi?
Ci sono alcune spiegazioni che sono state proposte:
1) LIVELLO DEL CAPITALE UMANO
La Corea aveva un capitale umano di buon livello e questo ha fatto sì che la pubblica
amministrazione fosse competente, questo ha aiutato l’intervento dello Stato.
2) CONDIVISIONE RISULTATI CRESCITA
I coreani negli anni hanno visto aumentare il loro reddito, hanno visto la creazione di posti
di lavoro e le condizioni di vita migliori per i figli. Questo ha creato sostegno popolare.
3) IMITAZIONE MODELLO GIAPPONESE
Per la Corea, inizialmente, era facile imitare il modello che aveva davanti e che era quello
del Giappone. La Corea aveva una strada ben precisa da seguire.
CRISI FINANZIARIA DEL 1997
Nella seconda metà degli anni ’90 la regione del Sud Est asiatico stava crescendo molto, anche
paesi quali la Thailandia e la Malesia. Questo ha attirato verso questi paesi molti investitori
internazionali che hanno iniziato a investire in questi paesi dal momento che crescevano.
Gli investimenti verso questi paesi erano apparentemente MOLTO REDDITIZI, ma questo tipo di
investimenti speculativi entrano facilmente nei paesi ma escono altrettanto facilmente.
Dal momento che questi paesi si erano indebitati tanto, gli investitori smettono di investire
capitale all’interno di questi paesi, in primo luogo in Thailandia.
Dopo la crisi valutaria iniziata in THAILANDIA anche in Corea si verifica una rapida riduzione dei
capitali speculativi.
Per un certo periodo si cerca di sostenere la situazione con le riserve valutarie ma a Dicembre
1997 la Corea chiede l’intervento del FMI che offre un prestito di 60 miliardi di dollari.
Era il più grosso prestito fatto dall’FMI fatto a un paese membro.

DEBOLEZZE DEL SISTEMA COREANO


Il Fondo Monetario impone alla Corea di affrontare alcune delle debolezze del proprio sistema
economico, che vengono identificate come alcune delle cause che avevano portato la Corea in
quella situazione di crisi:

 FORTE LEGAME SETTORE INDUSTRIALE E FINANZIARIO


Il credito facile proveniente dalle banche pubbliche aveva portato le imprese Chaebol a
fare investimenti poco produttivi. Imprese enormi spesso molto diversificate che
producevano una grande quantità di prodotti. Era difficile fossero competitive all’interno di
ogni settore.
 PRIVATIZZAZIONE BANCHE
Impone la privatizzazione di alcune banche e di permettere ad alcune banche straniere di
entrare all’interno del mercato.
 TOO BIG TO FAIL
Le Chaebol erano cresciute così tanto che venivano ritenute troppo grandi per essere fatte
fallire. Il fondo monetario impone che le Chaebol in situazioni finanziarie più difficili
venissero fatte fallire, anche per dare un segnale al mercato (Daewoo).
Il credito pubblico aveva aiutato il paese a crescere ma aveva creato anche grandi problemi
all’interno del paese.
RIFORME DEL MERCATO DEL LAVORO
Nel momento in cui avviene questa grossa crisi finanziaria alcune delle imprese falliscono, questo
porta alcune persone a perdere il posto di lavoro.
La Corea era stato un paese in cui c’era bassa mobilità a lavoro. Si entrava in un’impresa e si
lavorava per sempre all’interno di quella. Non c’era disoccupazione.
In seguito a questa crisi alcune persone diventano disoccupate, perdendo lavoro e casa nel giro di
pochissimi giorni. FORTE CRISI SOCIALE che durerà durante gli anni della crisi, si verificherà un
picco di suicidi durante questo periodo perché non esisteva un sistema di WELLFARE MINIMO.
Si cerca di omologare il sistema a quello dei paesi occidentali.
Fino a questo momento le multinazionali in Corea erano praticamente inesistenti.
MODELLO COREANO DI CATCH UP
Sostituzione delle esportazioni a quelle di livello minore della tecnologia a quelle a livello
maggiore. Poco per volta il settore tessile viene completamente sostituito con un settore ad alta
tecnologia. La Corea è assieme a Taiwan il paese più importante per la produzione di semi
conduttori a livello mondiale. Prodotti esportati ad alta tecnologia.
Sono anche molto importanti gli investimenti in RICERCA e SVILUPPO. Negli anni 2000 si
raggiunge una percentuale del 3% di investimenti in Ricerca e Sviluppo.
7% del PIL che viene investito in Educazione. È uno dei paesi che maggiormente ha investito nelle
infrastrutture per avere internet a banda larga, questo perché sono infrastrutture di base
fondamentali per lo sviluppo di un’industria ad alta tecnologia.
Paese dominato da una struttura di GRANDI IMPRESE; adesso stanno cercando di sostenere
startup e lo sviluppo di imprese più PICCOLE. Tradizionalmente c’è una mentalità che porta le
persone a cercare di lavorare nelle grandi imprese, ma startup = innovazione.
LA VIA DELLA SETA NEI PAESI ASEAN
Inizialmente sono stati trattati dei casi di studio, ora si stanno svolgendo ricerche di tipo
quantitativo.
Paesi dell’ASEAN: Malesia, Vietnam, Thailandia, Brunei, Laos, Singapore, Filippine, Birmania,
Cambogia,
L’ASEAN è stata fondata nel 1967 a Bangkok, ma il quartiere generale è a Giacarta.
La bandiera simboleggia i paesi legati tra loro in amicizia e solidarietà, la maggior parte di questi
paesi hanno subito un’occupazione coloniale.
Questo è qualcosa che condividono con la Cina, che ha subito un passato di colonizzazione che ha
lasciato un forte retaggio.
ASEAN basata sul principio di NON INTERFERENZA e sulla risoluzione dei conflitti in modo pacifico,
non è necessario cercare necessariamente un consenso tra i vari membri.
Obiettivo di promuovere pace e STABILITA’ in questa regione, accelerando anche la crescita
economica, il progresso sociale e culturale dei paesi membri.
Vediamo che il PIL di Brunei è molto simile a quello italiano, ma quando torniamo questi due casi
(Singapore e Brunei), vediamo che questi paesi hanno delle economie in via di sviluppo, che hanno
trovato negli ultimi anni degli ALTI tassi di CRESCITA.
Forte crescita futura stimata per:

 Resilienza alla PANDEMIA


 Popolazione giovane e dinamica
 Governi sviluppisti che puntano alla DIGITALIZZAZIONE e tecnologia

IMPORTANZA REGIONE PER LA CINA


Il Sud-Est asiatico rappresentava il 45% degli export cinesi, il 50% degli import cinesi e richiamava il
60% degli investimenti cinesi all’estero.
Quello che manca in questi paesi sono le INFRASTRUTTURE. La Banca di Sviluppo Asiatica ha
stimati che ci vorranno quasi 3 triliardi di dollari di investimento per colmare questa mancanza.
La Cina non è sola a finanziare queste infrastrutture in questi paesi, ma si affianca al GIAPPONE.
Secondo i dati del 2018 il Giappone rimane la fonte principale di finanziamenti nell’Asia.
Quando guardiamo le destinazioni di questi progetti, vediamo che per il Giappone il Vietnam è la
destinazione preferita, dove ci sono tanti progetti, tra cui una linea ferroviaria ad alta velocità che
collegherà Hanoi a Ho Chi Min.
Il trend della Cina, a partire dal 2012, è in fortissima CRESCITA.
NUOVA VIA DELLA SETA

 CONNETTIVITA’ DEL COMMERCIO


Dal 2013 i legami tra Cina e ASEAN si sono rafforzati grazie alla negoziazione di accordi di
libero scambio che è avvenuta nel 2014 e ha preso effetto nel 2013.
I paesi più sviluppati della regione, quale la Malesia, sono fornitori della Cina, che
forniscono principalmente prodotti ad alta tecnologia.
Altri paesi, invece, sono utili alla Cina per il basso costo del lavoro, principalmente per
quanto riguarda l’assemblaggio all’interno della Catena Globale del Valore.
 CONNETTIVITA’ DEI CAPITALI
Investimenti di portafoglio o greenfield, cosa importante da dire adesso è che, prima della
Via della Seta c’erano più investimenti nel settore delle risorse, ora ci sono più investimenti
per quanto riguarda la manifattura a livello dell’alta tecnologia.
 CONNETTIVITA TRA PERSONE
Nessun’altra regione al mondo è caratterizzata da comunità di cinesi così consolidate.
I cinesi emigravano in questa regione anche prima della Via della Seta.
PAN-ASIA RAILWAY NETWORK
Con la Via della Seta i piani di sviluppo dell’Asia si sono iniziati a ravvivare, tentativo di creare una
ferrovia in tutto il Sud-Est Asiatico.
Per adesso solo il tratto da Kunming a Vientiane, la capitale del Laos, è stato finito e inaugurato a
fine dicembre 2021.
C’è stato un aumento significativo di investimenti nelle COSTRUZIONE e di tipo GREENFIELD da
parte della Cina all’interno dell’Asia. Principalmente in Malesia, Filippine, Vietnam e Indonesia.

PERCHE’ L’INDONESIA’?
La più grande economia e popolazione nel sud-est asiatico, con una popolazione molto giovane e
con grandi depositi di nickel, rame, oro e bauxite.
Politicamente l’Indonesia è vista come la prima tra pari nell’Asia, spesso gli esperti di relazioni
internazionali dicono che le relazioni tra Cina e Indonesia hanno un effetto molto grande tra le
relazioni tra tutta l’Asia e la Cina.
L’Indonesia è stato il primo paese dell’ASEAN a stabilire relazioni con la Cina, ma in seguito al
cambiamento di Governo, c’è stato un grande episodio di violenza, con l’uccisione di circa 1
milione di comunisti cinesi.
Negli anni ’90 la situazione è cambiata, cambiamento con Yudhoyono (2012) e Widodo.
Sotto questi governi nasce un atteggiamento SVILUPPISTA soprattutto grazie al rafforzamento
delle infrastrutture, la Cina viene vista come un partner possibile che potrebbe aiutare l’Indonesia
allo sviluppo.
L’intesa a livello economico e politico nasce proprio dalle ottime relazioni tra Jiping e Widodo,
questi incontri di alto livello sono seguiti da azioni concrete.
Questa intesa politica si vede nella realizzazione degli investimenti.
La Cina tende a promettere tanto, ma non rispetta molto le proprie promesse.
Gli investimenti cinesi in Indonesia si sono principalmente concentrati sull’isola di Sulawesi.
PROGETTI CINESI

 FERROVIA AD ALTA VELOCITA’ TRA GIACARTA E BANDUNG


Collegamento tra Giacarta con Bandung, terza città più grande di Giava, con un treno ad
alta velocità. Al momento ci vogliono dalle 3 alle 4 ore per andare da una città all’altra.
Questa ferrovia ridurrà il tempo a 32 minuti, il costo stimato era 6 miliardi di dollari, il 75%
dei quali verrà fornito da un prestito della China Development Bank.
Consorzio di imprese statale cinesi e indonesiani che costruirà la ferrovia in 50 anni.
Proprietà cinese del 70% della ferrovia attraverso China Railway Group Limited.
Il primo piano per costruire la linea è stato fatto dal Giappone, ma non voleva finanziare il
progetto della ferrovia; quindi, il Governo è andato in Cina a cercare i finanziamenti.
Viene aperto un appalto che appariva come una specie di concorso di bellezza.
La Cina vincerà la gara, perché la sua proposta non richiedeva garanzie da parte del
governo per il rimborso del prestito. La linea è completa al 70%.
 PARCO INDUSTRIALE DI MOROWALI
Ad oggi è l’acciaieria più grande del Sud-Est asiatico. Iniziato nel 2009.
Collaborazione tra società mineraria ma finanziata da campioni finanziari cinesi, che fanno
delle partnership con le aziende locali che danno i contatti a livello di Governo, la terra e
tutte le connessioni anche ai contratti minerari.
Estrazione di Nickel e produzione di acciaio inossidabile. La Cina importava nickel
principalmente dall’Indonesia alle Filippine.
Indonesia più grande produttrice di prodotti legati al nickel.
Gli investimenti cinesi stanno aiutando l’Indonesia ad avere una manifattura a più alto
valore aggiunto, la maggior parte degli investimenti si sono spostati dal settore primario al
settore secondario.
 CENTRALI DI CARBONE
Vediamo che gli investimenti nelle centrali di carbone, da prima della Nuova via della seta
ad ora, sono raddoppiati.
Ci sono delle aziende private che stanno investendo nelle centrali di carbone, e sono gruppi
che non sono nel settore energetico ma che fanno parte dell’industria pesante.
Il Giappone e la Cina hanno finanziato moltissime centrali, ma dopo il 2015, in seguito agli
Accordi di Parigi e all’ecosostenibilità nella via della Seta, sono crollati gli investimenti.
Molte lamentale nei confronti del rispetto degli standard ambientali, gli investimenti hanno
generato un aumento dell’attività mineraria non regolamentata che ha tantissimi impatti
sull’ambiente.
Le ONG hanno documentato, a livello locale, un forte peggioramento di queste condizioni
ambientali. La presenza di queste centrali di carbone legherà l’Indonesia ai combustibili fossili per
il futuro. Ma ci sono anche forti impatti sociali, quale la perdita di attività di sostentamento, un
aumento degli incidenti sul lavoro, questioni sanitarie, che hanno portato a una forte crescita di
PROTESTE e AZIONI LEGALI che vengono subito fermate dal Governo.
FUTURO
L’Indonesia sembra intenzionata a mantenere la sua economia con i combustibili fossili per il
prossimo futuro. Ma la domanda più importante è, se l’Indonesia stia intraprendendo un percorso
di sviluppo simile a quello cinese, con una forte crescita economica a discapito del paese.

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