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Storia economica

Lunedì 7 dicembre

Ristrutturazione industriale che va a modificare la fisionomia dell’italia industriale


dei 70 e primi anni 80.
Negli anni 70 il processo di ristrutturazione avviene per lo più al di fuori delle
imprese attraverso il decentramento produttivo.
Gli effetti, da un lato si ha una riduzione del costo del lavoro che diventa un costo
variabile. Se il costo del lavoro è interno invece non è cosi.
L’industria italiana trova quegli alementi di elasticità che le consentono di avviare un
processo di sritrutturazione che riguarda piccole, medie, grandi imprese.
Si intravedono i lineamenti della terza italia.
Si osserva l’indebolimento sia dei comparti ad alta produttività del lavoro sia di
quelli ad alta intensità di capitali-> gli anni 70 sono caratterizzati dall’inflazione che
condiziona negativamente il costo del capitale e chiama le imprese a compiere sforzi
per conservare le imm. Tenciche esistenti, l’inflazione frena il processo di
accumulazione.
Diventa importante guardare a forme di ristrutturazione dell’apparato produttivo il
quale deve conservare una sufficiente competitività sui mercati interni ed esteri.
A farne le spese è quel sistema di produzione di massa, la grande industria è in una
situazione di crisi ma c’è il proliferare delle piccole e medie imprese che dimostrano
una maggiore addattamento ai cambiamenti.
In quest otticaacquistano particolare rilievo quei rapporti di complementarietà tra
gli stessi settori o diversi che guardano a fenomeni di scomposizione di processi di
produzione…il fenomeno del decentramento produttivo in alcuni contesti assume
una connotazione strutturale. In questo contesto è possibile assistere alla
formazione di quelle aree che hanno una forte specializzazione produttiva su base
locale. Durante gli anni 60-70 quandi aumenta il costo del lavoro e delle materie
prime, il settore industriale italiano è interessato da una deverticalizzazione dei
processi e dal decentramento produttivo-> una delle principali tendenze secondo cui
si sono riorganizzate le attività produttive ha previsto un processo di forte
specializzazione unita al decentramento produttivo, considerata da alcuni studiosi
come uno dei principali fattori di sviluppo delle piccole imprese. Nuovo modello->
frazionamento produttivo. Elementi peculiari dell’italia negli anni 70:
 Non c’è più la discontinuità tra città e campagna, la campagna incomincia ad
accogliere insediamenti industriali.
 Lo sviluppo dei cicli leggeri tradizionali, c’è un ritorno a quei comparti che
avevano caratterizzato l’industria italiana già nell’800 con un elemento di
novità->applicate macchine moderne di piccola taglia con elevate prestazioni
in termini di produttività.
 Forte natalità impredintiroiale, nascono nuove imprese.
 Elevato grado di internazionalizzazione degli sbocchi di mercato anche per le
piccole/medie imprese
In questa fase è importante la “nascita”, lo sviluppo delle piccole medie imprese che
vedono crescere in modo significativo il loro numero.
Il dinamismo di queste si lega alla nascita e allo sviluppo dei distretti che mettono in
luce una parte dell’italia che non aveva una dotazione industriale. Queste aree
prendono il sopravvento rispetto a quelle di prima industrializzazione.
La specializzazione competitiva si concentra i 3 comparti del made in italy:
 Arredo casa
 Apparecchi e meccanica strutturale
 Sistema moda e tempo libero
Sono imprese dinamiche e innovative che si rivolgono al mercato internazionale. Il
loro punto di forza è dato dalle formule organizzative. Sistema sempre più rivolto
alla’elevata qualità dei prodotti, domanda dei consumatori che hanno caratteristiche
qualitative diverse rispetto a quella dei prodotti standardizzati. Forte diversificazione
dei prodotti. Questo tratto caratterizza anche comparti che puntavano sulla
standardizzazione ( es: auto).
Lo sviluppo delle piccole, medie imprese si connette alla crisi del modello basato
sulla produzione di massa-> che si caratterizza per impianti di grandi dimensioni di
prodotti standardizzati e di economie di scala.
Ragioni oer la quali va in crisi:
 La domanda che caratterizza il sistema fino alla fine di bretton woods è stabile
in crescita, il problema era produrre. Negli anni 70 nei paesi occidentali inizia
ad essere satura perché è un mercato molto più competitivo. Si va verso una
progressiva specializzazione e diversfificazione dei prodotti, finisce quel
periodo nel quale ea importante perseguire delle economice di scala,
verranno perseguite le economie di scopo.
Le azioni di marketing non sono più dirette a , l’impresa deve guardare la
domanda e chiedersi che cosa il consumatore apprezza. La letteratura
socieliastica ricorda come alla base delle startegie di ristrutturazione
indutraiele vi è la ricerca della flessibilità.
La domanda è stagnante ma qualitativamrnte più evoluta.
L’importante non è più prudurre, ma ad esempio è importantissima la
commercializzazione. Si riorganizza la produzione che non deve più basarsi
sull’elevata quantità ma sulla diversficiazione dei prodotti accettando una
riduzione dei volumi. Dalla economie di scala alle economie di scopo-> costo
totale della produzione congiunta di due o più bene è minore di quella
ottenuta producendoli separatamente. (es: A+B)
A soffrire a questo camibamento di modello è la grande industria.
Gli obettivi della politica industriale negli anni 70:
 Molte delle imprese a partecipazione statle sono in crisi e ciò porterà ad
avviare il proceso di privatizzazione negli anni 80.
 Risanamento di alcuni settori industriali in cui si era venute a creare una
situazione difficilmente gestibile dalla imprese.
 Spingere le grandi imprese private a modificare il loro orientamento
produttivo guardando a prodotti più evoluti e sofisticati.
 Questa ristrutturazione costa su due fronti: uno che incide sul bilancio dello
stato e uno riguardante sull’eccesiva esposizione verso le banche. Ancora una
volta la crisi della grande industria mette in crisi il sistema creditizio
 Sviluppare un mercato di capitali
Alla fine degli anni 70 migliora la congiuntura internazionale e appaiono favorevoli le
politiche monetarie e del cambio, a partire dal 78 si registra un’inversione di
tendenza, scende l’inflazione e rallenta la crescita del costo del lavoro e dei prezzi
dei prodotti importati, cresce il pil e grazia alla favorevole congiuntura le maggiori
imprese privati registrano cose positive.
Il miglioramento della congiuntura economica favorisce il processo di
ristrutturazione: adattarsi a mercati più competitivi e stabilicon tassi di crescita
inferiori al passsto. La ristrutturazione si concretizza…
Questo processo è accompagnato da profonde trasformazioni anche nel capitale
fisso.
Non è più importante essere grandi ma innovativi.
Si cerca di passare ad un sistema di flessibilità.
I maggiori gruppi privati perseguono strategia di crescita esterna, vanno ad acquisi
piccole medie imprese specializzate e intraprendono una politica di razionalizzazione
nei rispettivi core businness.
Un caso emblematico è quello sull’industria automobilistica.
Caso FIAT, società capo settore nacque nel 1979 a seguito della riorganizazione del
gruppo fiat in un contesto nel quale il gruppo va suddividendosi in holding,
molteplici attività operative divengono società che hanno diversi obiettivi operativi.
Si affiancheranno anche società parte di quel carattere del gruppo fiat.
L’attività di fiat non riguarda solo la costruzione di autoveicoli ma è un’attività multi
settorile, il gruppo fiat auto riunisce alcuni marchi importanti, ferrari, lancia, lfa
romeo.
Ci troviamo di fronte alla maggiore impresa privata del paese, siamo di fronte ad un
modello di riogranizzione industriale precedentamente basat sulla produzione di
massa.
L’obiettivo è di ripercorrere le fasi di ristrutturazione del gruppo che deve adattarsi
ad un sistema più dinamico.
La crisi della fiat è leagata in oarte alla generale crisi dell’industria automobilistica e
in parte a fattori interni che ne avevano condizionato progressivamente l’efficienza
produttiva. Le ragioni per cui l’industria automobilistica va in crisi sono tante
(concorrenza, shock petroliferi, legislazione anti inquinamento).
Siamo di fronte ad un auto che serve anche per distinguersi, la clientela vuole la
diversfificazione del prodotto, maggiore qualità, forte componente tecnologica,
l’aspetto non è solo funzionale ma anche estetico. In questo contesto ad esempio
entrano i grandi designer nell’indutria ceramica.
Meno noti sono i problemi interni che si traducono in una perdita di , e che derivani
da:
 Minore produttività
 Insufficneti investimenti
 Errori nella gestione delle forze umane
 Basso utilizzo degli impianti
Queste limitazione avevano minato la competitività delle auto i cui prezzi erano più
elevati ma avevani determinato una struttura organizzativa estremamente rigida.
Questo esemepio mette in evidenzia i cambiamenti tipici di un impresa che si
allontana dalla produzione di massa per avvicinarsi ad una maggiore flessibilità.
Tappe :
 Nuova politica di prodotto, che portasse ad una riduzione dei modelli di base
ed a un aumento
 Innovazione di processo nelle diverse fasi del ciclo produttivo
 Nuovi rapporti con l’industria di fornitura
 Rigorganizzazione della rete di vendita
 Revisione del sistema di relazioni industriali
Una delle principali innovazione è quella di riconcettualizzazione e semplificazione
del prodotto, si riprogettò il prodotto-> non doveva più essere costituito da singole
parti.

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