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GERARCHIE STRATEGIE:
-CORPORATE:si trovano al gradino più alto e definiscono gli obiettivi e le modalità con cui
saranno raggiunti.
-COMPETITIVE: come fronteggiare la concorrenza e acquisire la clientela;
-FUNZIONALE: mettere in pratica le strategie competitive coinvolgendo le singole funzioni
aziendali(dunque assumere politiche);
Orientamento strategico:
• La Vision identifica il sogno dell’imprenditore, la sua idea. Cioè ciò a cui l’impresa vuole
arrivare in futuro.
• La Mission invece descrive il modo con cui arrivare a quel sogno, definisce in che modo
devono essere raggiunti gli obiettivi.
La Vision si focalizza sul futuro e sugli obiettivi a lungo termine. Mentre la Mission si
concentra sul presente e su come raggiungere quegli obiettivi.
LA STRATEGIA COMPLESSIVA (CORPORATE) E I
PERCORSI DI SVILUPPO AZIENDALE
L’impresa prima valuta le strategie complessive e poi quelle competitive.
Attraverso la strategia Corporate l’ impresa studia i settori e i mercati nei quali può operare e
competere con successo.
Queste strategie consentono di definire:
-livello di sviluppo monosettoriale (integrazione verticale o orizzontale);
- sviluppo plurisettoriale (strategie di diversificazione laterale o conglomerale);
-espansione internazionale (sviluppo internazionale del mercato o multinazionale della
gestione).
Sviluppo monosettoriale
Lo sviluppo di tipo monosettoriale ha lo scopo di rafforzare la posizione dell’impresa,
soprattutto nell’ambito del mercato in cui opera, per creare migliori condizioni di
svolgimento della gestione sotto il profilo del collocamento delle produzioni finali e
dell’approvvigionamento delle risorse di base.
Lo sviluppo monosettoriale conduce ad un processo di concentrazione, che può essere:
– integrazione orizzontale, porta ad un ampliamento del volume di affari relativamente a un
mercato già esistente.
– integrazione verticale, aumentare il valore aggiunto data dalla differenza tra valore di
input e output. Questo tipo di sviluppo porta ad un’espansione “a monte” (definisci i costi dei
suoi input ) o “a valle” (aumenta il valore dell’output).
Sviluppo polisettoriale
Lo sviluppo polisettoriale conduce alla diversificazione produttiva. Con questa strategia,
l’azienda si espande in mercati nuovi, compresi in settori o comparti produttivi differenti da
quelli in cui già opera. Si divide in:
– diversificazione laterale, è l’espansione verso nuove aree di affari rispetto alle quali,
però, esistono dei collegamenti tecnologici o di marketing (es. un’impresa produttrice di
pasta alimentare che si diversifica inserendosi nella produzione di biscotti);
– diversificazione conglomerale, si realizza quando tra attività vecchie e nuove aree di
affari non c’è nessun collegamento né di tecnologia né di mercato (es. un’impresa che
produce abbigliamento che si inserisce nel business dei trasporti).
Sviluppo internazionale
Lo sviluppo internazionale può concretarsi:
– nell’espansione all’estero della propria sfera di attività (ampliamento internazionale del
mercato di sbocco,ridurre i costi, ripartire i rischi su un numero di mercati più ampio);
– nella multinazionalizzazione, cioè nell’allargamento dell’intera gestione aziendale sul
piano mondiale quindi non solo la vendita.
LE STRATEGIE COMPETITIVE:
Ci sono 4 tipologie:
-Leadership di costo, puntare ad un abbassamento del costo globale.
-Leadership di servizio, consente di attrarre sempre più clienti soprattutto per gli aspetti
intangibili come immagine del brand, l'affidabilità, l'assistenza al cliente prima e dopo
l'acquisto..
-Differenziazione produttiva, far percepire il prodotto come unico.
-Focalizzazione, ci si concentra per soddisfare i clienti in maniera esclusiva rispetto alla
concorrenza individuando una nicchia di mercato.
CONCORRENZA DIRETTA: si riferisce a quella che opera nello stesso settore, nello stesso
mercato e offre la stessa tipologia di prodotto. Bisogna considerare vari fattori:
-concentrazione,cioè il numero di imprese presenti nel mercato… se è così concentrato vuol
dire che è molto attrattivo.
-differenziazione dell’offerta: se più imprese offrono lo stesso prodotto allora il cliente
sceglierà in base al prezzo.
-capacità produttiva, se c’ è un eccesso di capacità produttiva rispetto alla richiesta, il
prodotto sarà visto come meno attrattivo e il prezzo scenderà.
-struttura di costo: rapporto tra costi fissi e variabili. Più sono i costi fissi e meno quelli
variabili dovrò fare più investimenti per vendere una quantità minima e raggiungere quei
costi fissi.Maggiore è la quantità minima che vendo minore sarò attrattivo.
-caratteristiche della domanda: stabile o in aumento.
-barriere all’entrata, costi che l’impresa deve sostenere per entrare in un mercato..questi
possono essere:
1. disponibilità di brevetti e know-how
2. controllo/possesso risorse distintive(canali distribuzione,manodopera, fattori
produttivi,ecc).
3. differenziazione dei prodotti standard/qualitativi.
4)dimensione investimenti e fabbisogno di capitale(se i costi sono troppo alti sarà difficile
entrare).
I servizi alla clientela: Attività associate al miglioramento o il mantenimento del valore del
prodotto percepito dai clienti, come l’installazione, la riparazione, la formazione e la fornitura
di pezzi.
L'analisi VRIO consente di determinare quali delle risorse e capacità possono generare un
vantaggio competitivo.
L'analisi SWOT sta per Strengths (punti di forza), Weaknesses (punti di debolezza),
Opportunities (opportunità) e Threats (minacce).
STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE:
È classificabile come strategia Corporate in quanto assimilabile ad una strategia di
diversificazione in senso geografico piuttosto che merceologico. Secondo Dunning ci
sono tre motivazioni che muovono l'impresa ad operare all'estero:
-Ownership Advantage, si espande all'estero perché sicura di disporre di risorse che
permetteranno un vantaggio competitivo anche in altre aree geografiche.
- Location Advantage, si ritiene che in una determinata area si trovino le condizioni ottimali
per svolgere la propria attività.
- Internalization Advantage, piuttosto che concedere la licenza ed utilizzo di imprese
estere si ritiene di poter sfruttare bene all'estero le risorse di cui si dispone.
Ciò può essere possibile attraverso esportazioni dirette o indirette, franchising o licensing o
anche mediante investimenti diretti con finalità di ricerca o commerciali.
Ovviamente questo è un percorso evolutivo e bisogna tener conto della distanza culturale,
geografica e il grado di rischio relativo alle situazioni politiche del Paese.
Poi abbiamo la coopetition: ex una joint venture è un accordo commerciale che prevede la
condivisione di rischi, risorse ed eventuali profitti per il raggiungimento di un obiettivo.
GESTIONE OPERATIVA:
L’azienda può concentrare la sua attività in una sola area di affari oppure operare in più aree
di affari.Le funzioni operative di gestione sono inquadrabili in tre gruppi:
- funzioni primarie,produzione,vendita e finanza.
- funzioni di supporto, personale,logistica,contabilità e ricerca.
- funzioni ausiliarie,trasporti,distribuzione.pubblicità,manutenzione.
PROGRAMMAZIONE DELLA GESTIONE
E’ un processo di predeterminazione degli obiettivi, delle politiche e delle attività da
compiere entro un determinato periodo di tempo.
PREVISIONE: stima di un probabile andamento di mercato che l’impresa si aspetta così da
capire se ci sono variabili che possono incidere negativamente o positivamente sull’operato.
PROGRAMMAZIONE: scelta delle azioni future che richiedono l’impiego di risorse.
Vincoli interni:
-Potenzialità di produzione(se le risorse sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi).
-Potenzialità organizzativa(se ci sono persone giuste e se sono messe al posto giusto).
-Potenzialità finanziaria(se ci sono capitali sufficienti e se ci sono al momento opportuno).
-Potenzialità economico-strutturale( se c'è equilibrio tra ricavi e costi).
Vincoli esterni:
-Crescita della domanda( se c’è sempre la stessa domanda è un vincolo, ci vuole anche
nuova domanda)
-Pressione della concorrenza
-Progresso tecnologico( rischio di obsolescenza se non sono aggiornato o addirittura il
mercato in questione non è pronto al progresso).
-Regolamentazione pubblica
Il business plan è un documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche di un progetto
imprenditoriale. Viene utilizzato sia per la pianificazione e gestione aziendale che per la
comunicazione esterna, in particolare verso potenziali finanziatori o investitori.
Si parla di:
-piano di marketing
-piano produzione e approvvigionamento
-piano investimenti e piano economico finanziario
Il business model descrive la logica con la quale un’organizzazione crea,distribuisce e
cattura valore. Ci sono 3 tipologie di modelli di business definiti nell’era digitale:
-smart factory business model mirando ad offrire i prodotti in maniera affidabile e
tempestiva;
-servitization business model in cui il valore del prodotto non risiede nel prodotto in sé ma
cosa il suo utilizzo permette di fare;
-data driven business model che sfrutta l’utilizzo di dati per generare nuove informazioni e
conoscenza;
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
La pianificazione favorisce una gestione aziendale efficace per il raggiungimento degli
obiettivi prefissati e una valutazione delle azioni delle procedure del management.
MARKETING
E’ la funzione aziendale che si occupa dell’analisi e studi di mercato, programmazione
di nuovi prodotti e servizi, promozione e sviluppo della domanda e programmazione e
controllo delle vendite.
Obiettivo principale è quello di individuare i bisogni dei consumatori ed inserirsi nel
processo di scelta del cliente(non è semplice propaganda).
Bisogni primari (cure,alimenti,abitazione) e voluttuari (secondari).
La scelta di un consumatore può riassumersi nel rapporto tra costi e benefici economici e
non.
L’azienda deve tener conto di vari soggetti:
-iniziatore, chi evidenzia per primo un bisogno percepito e la soluzione.
-influenzare, chi indirizza in modo più o meno esplicito verso un prodotto, servizio o marca.
-decisore, chi effettivamente decide l’oggetto da acquistare.
-acquirente, chi sostiene i costi monetari e non monetari nella fase d'acquisto.
-utilizzatore, il soggetto nella fase di consumo.
Distribuzione
Ci sono 2 tipi di mercato:B2B e B2C.
Il primo viene inteso come lo scambio di beni e servizi da imprese che non raggiungono
direttamente il consumatore finale ma si posiziona in uno stadio precedente(ex contadino
che dà ortaggi al supermercato).
Nel secondo invece la vendita raggiunge direttamente il consumatore finale (esempio un
prodotto del supermercato che viene venduto al cittadino).
Oppure si opta per un canale di distribuzione più lungo dove si incontrano differenti figure,
quali il produttore (colui che produce il bene o eroga il servizio), l'agente(generalmente
agente di commercio che funge da intermediario), il grossista, il dettagliante e il
consumatore finale.
STRATEGIE DI MARKETING:
INDIFFERENZIATO: considera il mercato come se fosse omogeneo e adotta una strategia
uguale per tutti i consumatori.Dunque un’unica offerta di prodotto o servizio(ex nutella).
Vantaggi:economie di costo,contenimento costi di distribuzione
Svantaggi:rischi del monoprodotto(se va male non ha altre alternative), non frammentazione
del rischio di impresa
POSIZIONAMENTO DI MERCATO
Riguarda il modo in cui un prodotto trova collocazione nella mente del potenziale cliente.
Prezzo
-domanda
-costi
-profitti
-concorrenza
Promozione
-Pubblicità
-Packaging
-public relations
-Sponsorizzazioni
-Passa parola
-Product placement
-Merchandising
Perchè si parla di imbuto promozionale?
E’ uno strumento che consente di mostrare le caratteristiche dei principali mezzi di
comunicazione. Ha inoltre lo scopo di favorire le vendite, attraverso modalità e velocità
differenti da mezzo a mezzo.Le risorse destinate allo sviluppo delle vendite produce effetto
informativo e persuasivo .
Inoltre il fenomeno del content creator ha sorpassato quello dell’influencer classico poichè il
primo ispira più fiducia nelle persone.
Customer journey
Una volta spedito il prodotto l’azienda deve continuare a monitorare l'andamento qualora ci
fossero dei peggioramenti o miglioramenti.Si fa un tracciamento di tutte le esperienze. Qui ci
sono le fasi:
● Awareness (consapevolezza)
● Consideration (considerazione)
● Conversion (conversione)
● Purchase (acquisto)
● Retention (fidelizzazione)
Customer engagement
L'insieme di interazioni, attraverso vari canali, mirate a creare e rafforzare la relazione con il
cliente.
GESTIONE DELLA PRODUZIONE
La funzione di produzione riguarda il processo di trasformazione dei beni, cioè il complesso
di operazioni mediante il quale le risorse acquistate dall’impresa (materie prime, ausiliarie,
semilavorati, ecc.) sono tramutate in prodotti finiti da collocare nel mercato.
Le scelte di produzione possono essere:
-strategiche, danno vantaggio competitivo…per ex ho un macchinario che mi consente di
levigare il legno in maniera particolare per la produzione di sedie.
-strutturali, scegliere i macchinari idonei per l’attività che si vuole svolgere.
-scelte di gestione operativa, la produzione deve essere coordinata alle altre attività come
vendita e marketing( se ad ex diciamo che il prodotto è pronto il 10 maggio e la produzione
non è pronta deludiamo le aspettative).
Il profilo operativo della funzione di produzione si orienta verso i problemi di logistica
industriale.
L’efficienza è il risultato di scelte coordinate di approvvigionamento, produzione e vendita.
Efficienza:
-miglioramento del time-to-market, arrivare sul mercato per tempo e prima dei concorrenti.
-riduzione degli immobilizzi in scorte, immagazzinare comporta rischi come costi che non
hanno ancora riscontrato ricavi, rischio di obsolescenza o scadenza dei prodotti.
- compressione dei tempi d’ozio dei fattori produttivi.
La filiera di produzione è il complesso di attori e attività che ci portano dalla materia prima
al prodotto finito. Se non richiede ulteriori trasformazioni è un prodotto finale.
Aziende multiplant: le imprese possono suddividere la loro produzione tra più stabilimenti.
- modello di ripetizione, ogni centro produttivo lavora gli stessi prodotti; -
modello di parcellizzazione, ciascun impianto svolge una parte del processo di
fabbricazione, producendo parti da avviare ad alcuni stabilimenti centrali di montaggio;
- modello di specializzazione, ogni impianto produce un particolare tipo di prodotto della
gamma aziendale.
-ridurre la contraffazione
-tracciare il ciclo di vita del prodotto seguendolo nelle fasi di produzione, distribuzione e
consumo
Rischio finanziario:
- strutturale,squilibrio delle fonti rispetto agli impieghi che può portare all’insolvenza;
- congiunturale,carenze di cassa durante la gestione che può portare all’illiquidità (situazione
momentanea).
Il fabbisogno di capitali è la risultante di quattro tipi differenti di esigenze:
- fabbisogno strutturale, di lungo termine e permanente;
- fabbisogno corrente, permanente nel tempo ma di breve termine( ex salari ai dipendenti);
- fabbisogno straordinario, legato ad esigenze di lungo periodo ma non permanente( ex si
distrugge all’improvviso un macchinario o viene rubato);
- fabbisogno occasionale, di breve termine ed episodico (rimpiazzare un prodotto
difettoso/scaduto).
IL PROCESSO DI INNOVAZIONE
L’innovazione è il risultato finale di un processo dinamico e sistemico generato da
cambiamenti tecno-economici, basati sulla capacità dell’impresa di applicare, condividere
e rinnovare le risorse di conoscenza che concorrono a formare il patrimonio distintivo
dell’impresa e del suo contesto di riferimento.E’ intesa come il cambiamento culturale che
concorre a mettere costantemente sotto esame le procedure e i prodotti aziendali,
Innovazione Tecnologica:
Tecnologia in senso stretto:applicare un complesso di tecniche e conoscenze
ingegneristiche e scientifiche alla produzione industriale.
Tecnologia in senso lato:l’applicazione di conoscenze tecniche e strumentali alla risoluzione
di problemi.
Profilo strategico:
- offensive, dirette ad acquisire un nuovo vantaggio competitivo;
- neutrali, rivolte ad annullare ritardi sotto il profilo dell’efficienza funzionale, così da porsi
sullo stesso piano degli altri competitori;
- difensive, orientate a ridurre il gap tecnologico in limiti che non lascino svantaggi
competitivi insostenibili.
Profilo economico:
-redditività immediata,se il recupero dell’investimento avviene in tempi brevi.
-redditività diffusa e redditività futura quando i tempi di recupero dell’investimento
sono più lunghi.
Le fasi del processo di innovazione:
Dinamica delle opportunità tecnologiche esterne.
Disponibilità delle fonti alternative e/o complementari per l’innovazione.
Percezione punti di forza e debolezza tecnici.
Percezione bisogni attuali o potenziali.
Poi:
Individuazione: generazione dell’idea.
Selezione: analisi fattibilità e sviluppo preliminare per poi abbandonare o riformulare .
Innovazione:opzione di diffusione,industrializzazione,commercializzazione e cessione.
Si crea così il ciclo di vita economico e finanziario dell’innovazione
S V A N T A G G I:
Maggiori rischi di insuccesso.
Costi più elevati di Ricerca & Sviluppo
Concentrazione temporale dell’investimento.
Inadeguatezza professionale di fornitori e distributori.
PROCESSI DI APPRENDIMENTO
Interni:
learning by doing
learning by using
learning by failing
learning by searching
Esterni:
apprendimento da imitazione
apprendimento da interazione
apprendimento da cooperazione
Open innovation:
Nuovo approccio strategico e di cultura aziendale in base al quale le imprese, per creare
più valore e competere meglio sul mercato, scelgono di ricorrere a idee, soluzioni,
strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da altre
imprese università, istituti di ricerca, consulenti, ecc
Un primo percorso di open innovation riguarda la possibilità di stringere accordi con partner
esterni. Un’impresa delega a un’altra la creazione di determinate innovazioni o la produzione
di specifici manufatti. In questo caso si parla di co-innovazione.
La co-opetition rappresenta un tipo di collaborazione in cui due aziende concorrenti
uniscono le proprie forze sulla base di una parziale congruenza di interessi.
L'economia della condivisione si basa su un nuovo costrutto economico che collega i
consumatori ai fornitori tramite ecosistemi o piattaforme online, trasformando i tradizionali
modelli B2C in modelli C2C.
Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone ("folla" o crowd)
conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un
progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet
("piattaforme" o "portali") e ci sono varie tipologie:donation, reward, lending ed equity.