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MARKETING
LEZIONE 1 - INTRODUZIONE AL PROCESSO DI
MARKETING MANAGEMENT
Il marketing è tanto più prezioso quanto più è ampia la concorrenza. Il marketing vive
principalmente in un ambito concorrenziale.
Obiettivo: Soddisfare il bisogno del cliente in modo più efficiente del mio concorrente.
Dunque, sua capacità di analizzare i bisogni ed i
desideri del cliente.
GLI ORIENTAMENTI
1) Orientamento al cliente o al mercato orientarsi a soddisfare bisogni della clientela
2) Orientamento alla produzione orientarsi a modificare il prodotto, migliorando i
processi di produzione (renderli più fluidi, innovativi etc.). Non ci si cura dei bisogni del
consumatore, ci si concentrata sugli aspetti produttivi.
3) Orientamento alle vendite cercare di indurre il cliente ad acquistare i prodotti
offerti in quel momento (non necessariamente soddisfacendo il bisogno del cliente).
Direttore Marketing
Product Manager manager per prodotto;
Trade Marketing Manager ha come focus la distribuzione, i canali distributivi;
KAM (Key Account Manager) ;
Direttore Vendite vendita effettiva del prodotto;
Direttore commerciale (spesso responsabili di Marketing and Sales) si occupa del modo
in cui le aziende offrono il loro prodotto sul mercato;
Customer Engagement gestione dei processi di relazione con il cliente.
Ruoli connessi al digital:
Il processo è continuo, non si ferma mai: il marketing lavora sia nel breve che nel lungo
periodo.
1) Fase analitica: analizzare chi sono, cosa fanno, come si comportano i consumatori. È
sistematica, di aggiornamento continuo.
2) Fase strategica: ha un orizzonte di lungo periodo. (So what?) fase decisionale del
processo di marketing (ad es. quali caratteristiche tecniche, caratteristiche
compositive, quale prezzo etc.).
3) Fase operativa/tattica , sono
Definite le fasi del marketing, è necessario svolgere una fase di controllo: analizzare i dati,
analizzare eventuali scostamenti (più o meno rilevanti), quali sono le cause, perché non
sono stati raggiunti gli obiettivi definiti.
I risultati del controllo sono una nuova fase analitica che definirà il successivo processo
decisionale. Il processo di Marketing è dunque circolare.
ria
strategia di Marketing, attraverso la quale viene definita l offerta del marketing mix
(=prodotto, prezzo, comunicazione, promozione) rivolta al mercato.
Questa attività permetterà all azienda di produrre dei risultati (= vendite, fatturato etc),
nonché di ottenere informazioni interne, necessarie per la strategia. Allo stesso tempo,
attraverso le informazioni esterne è possibile osservare se il consumatore è soddisfatto o
meno del prodotto, se è più soddisfatto del mio prodotto o del mio competitor, capirne il
motivo.
su tre livelli:
1) Ambiente esterno;
2) ;
3) Il singolo
La fase analitica di primo livello è relativa a varie tipologie di ambiente:
La fase analitica di secondo livello è relativa allo specifico business in cui compete
Positioning: posizione della marca o del prodotto nella mente del consumatore, è un
concetto astratto non fisico. È un concetto relativo: la posizione della marca nella mente
del consumatore rispetto alle altre marche. (in quanto si prendono in considerazione i
competitors).
NB GDO: grande distribuzione organizzata (supermercati)
Esempio: Aquafresh, emoform. dentifrici differenti: il primo è più rivolto alla GDO, il
3) FASE OPERATIVA (fase tattica): Decisa la strategia, dovrà essere attuata usando le leve
operative del marketing mix (o 4 P):
Il marketing internazionale
;
;
Il marketing internazionale è una branca imprescindibile.
Approccio unico o differente: le aziende possono assumere due tipi di approccio in ambito
internazionale:
Standardizzazione efficienza
Market by market efficacia: le aziende globali aggiustano la propria
offerta sulla base dei bisogni dei consumatori locali.
D
Web marketing
Mobile marketing
Social media marketing
IoT internet of things
AI intelligenza artificiale
Prodotti in testata di gondola ovvero quei prodotti più visibili perché sono esposti ai lati
degli scaffali. Così come quelli sulle isole promozionali.
DEL CONSUMATORE
Problema da risolvere: come rispondono i clienti agli stimoli di marketing proposti
Modello generale di comportamento di acquisto del
consumatore. Facciamo una grande distinzione:
tempo
speso per il processo di acquisto. Non esiste una singola teoria che possa spiegare e aiutare
da varie discipline.
della decisione.
Il modello EKB
utilizzato per cercare di comprendere meglio il complesso processo di consumo.
Noi siamo il punto di arrivo di tutti i messaggi delle imprese e non, che codifichiamo nel
nostro sistema percettivo (memoria attiva), filtrando le informazioni più rilevanti e
scartando quelle che non rientrano nei nostri interessi.
propri
cerca sembra di abbreviare questo momento).
immagazzinare informazioni.
Il sistema percettivo agisce come un filtro, ovvero tende a mantenersi coerente attraverso
meccanismi di salvaguardia:
negativa:
Fattori sociali
dal sociale/dal ruolo che abbiamo nel sociale. Alcuni tra questi sono: famiglia (es. la
famiglia ti consiglia in merito ad un acquisto e quindi ti condiziona il processo
), amici, gruppo di riferimento e opinion leader, classi sociali, culture e sub
culture.
o Gruppo di riferimento primario: (quello più accreditato) famiglia, amici stretti.
o Gruppo di riferimento secondario: colleghi, associazioni, ed altro (comunità
Fattori situazionali
le code lunghe per acquistare un prodotto), ambiente sociale, leggi, tempo, ragioni
,
dunque si può trovare in tante situazioni (pensiamo Abercrombie) che possono
sto.
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Le leve di ma
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I CONSUMATORI
LEZIONE 3 -
DEL CLIENTE INDUSTRIALE (BtoB)
Per BtoB indichiamo individui o gruppi che acquistano un tipo specifico di prodotto per tre
scopi:
2B
Sulla base delle relazioni che vi sono nel BtoB individuiamo 4 mercati differenti:
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la situazione cambia.
Esempio potere contrattuale: azienda che vende sistemi frenanti al mercato
automobilistico (entrambi i soggetti hanno potere contrattuale rilevante). Il potere
negoziale, perciò, dipenderà dalla numerosità degli attori, ovvero dalla concentrazione dei
mercati di fornitura (se ci sono molte aziende che vengono sistemi frenanti chiaramente il
potere contrattuale di quest ultime sarà più basso, in quanto il mercato automobilistico ha
più disponibilità di fornitori e potrà individuare quello che maggiormente soddisfa le sue
esigenze).
La domanda aziendale (azienda che lavora nel BtoB) è definita dalla domanda di tutti i
clienti del produttore industriale, che a loro volta saranno condizionati dalla domanda finale
di beni e servizi.
Il mercato a valle del processo, perciò, va sempre tenuto in considerazione proprio perché
la domanda nel BtoB è sempre derivante dalla domanda di mercato finale (per questo
chiamata domanda derivata).
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Nelle imprese vi è una funzione acquisti, precisi ruoli, una DMU (Decision Making Unit o
Buying Team) che comprende manager delle aree Finanza, Marketing, Produzione etc., oltre
che la Funzione Acquisti stessa.
mpresa cliente.
(a seconda della tipologia del prodotto, potrebbe dilatarsi nel tempo, essere più breve o più
lungo).
Inoltre, attiva un numero elevato di relazioni interne a seconda del tipo di acquisti.
informazioni, sia scritte che verbali al fine di poter affrontare la complessità di questo
nuovo acquisto.
RIACQUISTO MODIFICATO: tipologia di acquisto che si caratterizza per il fatto che
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2B
a che gli acquisti incidono o
non incidono sulla qualità:
Se di di acquisti critici, si
tratterà di un acquisto complesso, importante e che coinvolgerà diverse funzioni aziendali.
(es. compro il latte per produrre formaggio).
CENTRO
DMU: Decision Making
Unit
l quale si distinguono vari ruoli.
3. Formulazione dei criteri valutativi e di scelta: oltre alla descrizione del bisogno. Es.
criterio valutativo del prodotto che necessito: assistenza 24h.
4. Ricerca delle informazioni: (fase che ritroviamo anche nel BtoC) potrebbe essere
lto importante. Questa fase deve condurre
.
5. Selezione dei fornitori (novità)
6. Selezione dei prodotti
7. Negoziazione: nel BtoC non la troveremo, invece
nel BtoB, in particolare a fronte di acquisti
complessi, l azienda svolge sempre una fase di
negoziazione sul prezzo del bene.
8. Scelta
9. Controllo , è
una fase particolarmente specifica del BtoB.
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Users
Deciders: sono coloro che decidono formalmente (es. CEO, amministratore delegato).
Gatekeepers
degli acquisti e, inoltre, che gli acquisti effettuati corrispondano alle caratteristiche
definite durante il processo di acquisto); questo ruolo non esiste nel BtoC.
Nel BtoB ci sono alcune variabili del marketing mix che sono più efficaci:
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Qual è la situazione distributiva? Quali sono i canali più importanti? Qual è il peso del
mio prodotto nei diversi canali?
LA DOMANDA
in un mercato. La domanda globale è data dalla somma delle domande individuali famigliari
e delle domande da parte delle aziende.
Valore: espresso
Volume: dipende dalla categoria di riferimento (grammi, tonnellate, quintali,
dozzine, ore).
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La domanda potenziale è il limite a cui tenderanno le vendite nel tempo, ovvero la massima
domanda che si può esprimere per un determinato prodotto (la domanda non può più
crescere raggiunto quel livello, definito anche picco di maturità).
Attenzione anche il potenziale può crescere (viene per definizione rappresentato da una
retta) se le aziende del comparto promuovono bene la categoria, riescono quindi ad
utilizzare bene le leve del marketing mix.
La differenza verticale tra la domanda espressa e la domanda potenziale può essere più o
Oltre al tempo, può essere considerata come variabile la spesa commerciale, ovvero la spesa
pubblicitaria, spesa in promozioni, spesa sui social network.
Q = potenziale di mercato
n = popolazione totale d = dose unitaria
p = % della popolazione
potenzialmente interessata al
prodotto
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Domanda di primo acquisto: domanda espressa da nuovi nuclei familiari che acquistano
per la prima volta;
Domanda di sostituzione: espressa da tutti quei nuclei familiari che acquistano per
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Metodi sperimentali (basati sugli esperimenti ad es. metodo del mercato di prova e di
controllo/benchmark).
più bassi e di conseguenza riesce ad avere una maggior marginalità e/o ad abbassare i suoi
prezzi diventando così più competitiva nel mercato di riferimento.
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Grado di penetrazione
categoria effettuati dalla clientela servita (es. Barilla vende un tot. di quintali di pasta alla GDO
la quantità di pasta venduta da Barilla e gli acquisti che tutta la GDO fa di pasta Barilla).
solo una parte, gli acquisti della clientela servita sono una frazione di quelli complessivi.
Se rapportiamo il nostro fatturato aziendale agli acquisti dei clienti, mettendo al denominatore
gli acquisti complessivi relativi alla categoria merceologica, capiremo se siamo importanti per i
clienti serviti, quindi se il nostro grado di penetrazione è rilevante, medio o moderato.
NB: Tanto più grande è il grado di penetrazione, tanto più è ampio il potere negoziale della marca
(impresa) rispetto alla clientela servita.
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Copertura ponderata = La copertura ponderata indica qual è il rapporto tra gli acquisti della
Se il rapporto è ridotto significa che i clienti sono poco rilevanti rispetto al mercato (per quella
categoria) e viceversa.
Per questo i responsabili realizzano Ricerche di marketing che vanno ad alimentare i Sistemi
informativi di marketing, ovvero li arricchiscono di informazioni a disposizione del marketing
management e funzionali al processo decisionale strategico.
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Le ricerche di marketing si riferiscono in genere alle variabili del Marketing mix: ricerche sul
prezzo, sul pack, -
Le ricerche di mercato, invece si rife
sono le ricerche che più ci aiutano nel processo strategico, poiché ci
aiutano ad interpretare il consumatore, la domanda etc.
PROBLEMA DI RICERCA DOMANDA DI RICERCA PIANO DI RICERCA CONDUZIONE
INTERPRETAZIONE E REPORT
risposta.
Esempi di domande: Ci sono fonti di informazioni sui prezzi nei mercati esteri? Quali sono le fonti
di informazione più accreditate? Quale tipo di dati offrono? Come si possono raccogliere tali dati?
Quali sono i tempi necessari e adeguati per la raccolta dei dati? E per la loro interpretazione? Quali
sono i costi di raccolta dei dati? Chi potrebbe dedicarsi alla raccolta dei dati?
Ricevuti tutti i dati necessari, è necessario che taluni vengano interpretati e viene definito un
report.
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La natura del problema: è fondamentale chiarire e conoscere la natura del problema per poter
capire la domanda di ricerca;
PIANO DI RICERCA
La sua realizzazione richiede che si risponda a tre quesiti chiave:
TIPOLOGIA DI RICERCA
Qualitativa: ha finalità esplorative, ma non ha rappresentatività statistica. Non si possono
Quantitativa ento. I
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Le risposte vengono poi raccolte, classificate, decodificate, ed elaborate con opportune tecniche
di analisi statistica dei dati.
Le metodologie di somministrazione del questionario sono diverse: CAWI (Computer Assisted Web
Interviewing), CAPI (Computer-Assisted Personal Interviewing o intervista face to face), CATI
(Computer-Assisted Telephone Interviewing). Si può anche postare il questionario su un
Infomediario (SurveyMonkey ad es).
L'osservazione:
tempo fa vi erano degli osservatori che fisicamente monitoravano il comportamento; oggi ci si
avvale di una serie di strumenti digitalizzati: Digital signage (schermi con cui interagire con il
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foto: tengo fermo il negozio di sinistra e modifico il negozio di destra e osservo se la situazione
migliora, peggiora e rimane costante.
La ricerca basata su modelli matematici
KPI (Key Performance Indicator): indicatori chiave di performance di un certo fenomeno, in questo
caso, per esempio, n^ di persone che transitano davanti ad una vetrina. Vengono annotati i KPI e
La differenziazione
di rendere distinguibile nella percezione
concorrenti.
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LA SEGMENTAZIONE E IL TARGETING
consumatori simili
Vi sono gruppi di consumatori che condividono gusti e preferenze simili e che di conseguenza
possono essere soddisfatti adeguatamente da uno stesso prodotto.
Se tale gruppo di consumatori o di organizzazioni (BtoB) può essere servito con profitto, esso
costituisce un attraente target di mercato (target = bersaglio).
Targeting
SEGMENTAZIONE A PRIORI
La segmentazione a priori viene effettuata dal marketing management sulla base di ipotesi desk
non vengono effettuate
. (ricerche non a DOC, grezze)
Il limite di questo approccio è che non si approfondiscono bisogni e motivazioni del consumatore.
Dunque, non si individuano effettivamente tutti i prospect che presentano omogeneità di
comportamento, di preferenze, di bisogni.
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SEGMENTAZIONE A POSTERIORI
La segmentazione a posteriori
omogenei sulla base di ricerche appositamente realizzate (ricerche a DOC)
i criteri di segmentazione predeterminati.
La segmentazione a posteriori è dunque più efficace di quella a priori; spesso però richiede tempi
più lunghi e budget da investire in ricerca.
LE VARIABILI DI SEGMENTAZIONE
Le basi (macro-variabili) di segmentazione:
È difficile che venga usata una sola variabile, ma bensì vengono considerate insieme più variabili.
È importante che la variabile che scegliamo sia significativa per la segmentazione del mercato che
desideriamo presidiare. Se essa non spiega comportamenti o atteggiamenti differenti nei confronti
del prodotto, vuol dire che il management ha sbagliato variabile di segmentazione.
Esempio: la pasta non è un prodotto per cui è necessario fare una segmentazione in base al sesso.
Segmentazione per istruzione: es. chi produce corone di alloro per laureandi.
2) La base geografica: stato, regione, area urbana, periferica, rurale; dimensioni città, Stato;
densità del mercato, clima, conformazione dei rilievi. segmentazione in base a dove una
persona risiede.
Esempio: vendita di un copri parabrezza segue una
Piatti pronti: elemento di segmentazione in base alla dimensione della città. (nelle città
metropolitane i piatti pronti sono più consumati.)
3) La segmentazione psicologica e psicografica: Caratteristiche della personalità, motivazioni
di acquisto, stile di vita.
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tramite beni o servizi che offrono proprio quei benefici ricercati. È un tipo di segmentazione
molto efficace perché permette al marketing management di orientare la progettazione del
prodotto o servizio attraverso specifiche linee guida.
Esempio: cerchiamo una crema per il viso: cosa cerchiamo in una crema? Che sia nutriente,
idratante, antiacne, antirughe, protettiva, colorata etc. in base ai propri bisogni da soddisfare.
distinguere
diversi comport Le variabili dei segmenti che si ottengono devono essere
considerati, poi, in relazione agli obiettivi
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SEGMENTAZIONE: CONCLUSIONI
MACROSEGMENTAZIONE
MICROSEGMENTAZIONE
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LA SEGMENTAZIONE INDUSTRIALE
Le imprese acquirenti sono raggruppate sulla base delle loro caratteristiche osservabili
tipo descrittivo:
Variabili demografiche;
Variabili operative.
Ma ricordiamo: i macro-segmenti possono essere considerati segmenti target solo se rispondono
La segmentazione deve essere efficace: deve
spiegare aspettative diverse dell azienda nei confronti dell offerta BtoB.
Esempio di variabili operative: macro-segmentazione per tecnologia nella logistica della catena
che hanno bisogno di trasportare refrigerati; allo stesso tempo può rivolgersi alle aziende che
trattano surgelati; oppure che -80 gradi) per il trasporto di cibo o
farmaci per esempio; trasporti di prodotti che richiedono la temperatura ambiente oppure ancora
a,
rivolgendosi a settori completamente differenti tra loro, dovrà segmentare i propri prodotti sulla
base di queste variabili operative sopra descritte; quindi far fronte a tecnologie produttive
differenti. Inoltre, per ogni variabile è possibile segmentare ulteriormente tra differenti prodotti:
food o farmaco, oppure differenti dimensioni: medie e grandi.
LA MICRO SEGMENTAZIONE
Le imprese di un micro-segmento sono raggruppate sulla base delle caratteristiche del centro di
acquisto dei suoi componenti (
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piuttosto che nello specifico come invece deve avvenire quando si è nel BtoC.
Tecnica di acquisto:
o Organizzazione del processo di acquisto
o Funzione acquisti
o Livello di decentramento delle responsabilità
o Politica generale di acquisto
Fattori situazionali:
o
o Urgenza e tempestività ric
o
:
o Volumi di acquisto
o
o Similarità tra acquirente e fornitore
o Intensità della pressione concorrenziale sul cliente
Marketing di nicchia: un solo segmento con alto grado di differenziazione servo un unico
segmento con un prodotto molto differenziato.
Marketing concentrato: basso grado di differenziazione e un solo segmento.
Marketing indifferenziato: opposto del marketing di nicchia. Prodotto molto generico che si
rivolge a tutto il mercato.
Marketing differenziato do di differenziazione che si rivolge a tutto il
mercato. Ho
, tiene conto delle
differenze e esigenze dei diversi segmenti/target.
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LEZIONE 5 - IL POSIZIONAMENTO
1.
2. Selezionare i/il segmenti/o obiettivo (target)
The STP process positioning
1. Posizionare il prodotto presso il segmento target (non in senso fisico posizione nella
mente)
2. Definire il marketing Mix del prodotto per il segmento target (le leve)
i consumatori si muovono, per individuare quali bisogni siamo in grado di soddisfare. Ogni
segmento dimostra bisogni differenti: quando il segmento diventa la nostra scelta, li definiremo
segmenti sono diversi, significa che sono disomogenei tra loro e quindi richiedono ognuno il proprio
marketing mix.
a)
b) Offrire il prodotto che i consumatori desiderano
c) Accrescerne il valore percepito
d)
e) Massimizzare le performance economiche
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La mappa di posizionamento è una rappresentazione della percezione dei clienti che traduce
in forma visiva e sinottica le analisi svolte sulle preferenze dei consumatori rispetto a prodotti e
marche di un certo mercato.
Un modo (ve ne sono altri) per rappresentare il posizionamento è una mappa a due dimensioni
(assi cartesiani). La mappa si costruisce a partire da indagini sui consumatori.
Esempio: biscotti frollini Attraverso analisi specifiche di tipo quantitativo sulla domanda, si
effettuano le indagini finalizzate alla costruzione delle mappe di posizionamento. Si possono
individuare le seguenti fasi:
Leggerezza e
gusto sono
proprio i due
attributi a cui il
cliente dà
importanza.
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Rappresenta la dimensione dei segmenti di mercato che hanno determinate preferenze per certe
combinazioni di attributi di prodotto. È assai rilevante considerare l'importanza del segmento che
l'azienda si accinge a servire. Vi sono:
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Assicurarsi che il potenziale garantito dal posizionamento sia in linea con l'obiettivo
aziendale;
Assicurarsi che il posizionamento scelto non possa essere immediatamente imitato;
Verificare il posizionamento in relazione a tutti i prodotti che soddisfano bisogni simili
(es. prima colazione sia salata che dolce).
Per definire la mappa competitiva è necessario capire il tipo di bisogno a cui rispondere!
PREMESSA
La parte operativa del processo di marketing ha l'obiettivo di realizzare il posizionamento
desiderato.
Le quattro leve del marketing mix (quattro P) servono a realizzare le decisioni strategiche:
conquista del target e positioning.
IL PRODOTTO
Non più prodotto ma experience
Le decisioni di politica di prodotto
Le componenti della politica di prodotto
Dal naming alla marca
della brand equity
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IL PRODOTTO
Può essere visto in 3 modi diversi:
deve adottare è quella della soddisfazione completa del bisogno (tangibile ed intangibile),
integrando prodotti e servizi accessori per rispondere al cliente in maniera completa.
PRODOTTO TOTALE Può essere definito come: «la somma della soddisfazione fisica, psicologica
Prodotto Fisico;
Il packaging (importante soprattutto nel libero servizio: quando si acquista in autonomia);
Design;
Nome;
Marca;
I servizi;
Garanzia.
IL PRODOTTO: CLASSIFICAZIONE
Criteri di classificazione:
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Distinguiamo:
1) Prodotti agricoli e materie prime: sono omogenei, vengono venduti in quantità e hanno
basso valore per unità di prodotto;
2) Beni strumentali: acquistati per essere utilizzati nel processo produttivo di altri beni;
3) Beni di Largo Consumo:
a. Convenience Goods: acquistati spesso con minimo sforzo: food prezzo accessibile
e si trovano facilmente;
b. Shopping Goods
ed energie: es. elettrodomestici;
c. Specialty Goods: beni considerati unici dal consumatore e che richiedono grande
sforzo in sede di acquisto. Acquisto straordinario, costoso.
QUALITÀ
Può essere definita come il grado di eccellenza o superiorità posseduto dal prodotto offerto da
una data impresa e può riguardare:
Le caratteristiche materiali;
Le caratteristiche immateriali del prodotto.
Non va confusa con il valore che è invece quello percepito dal cliente. Esso comprende sia la
qualità che il prezzo. Sottintende ciò che il consumatore percepisce che si dà in cambio di ciò che
si paga. Noi parliamo della qualità intrinseca del prodotto.
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Quindi Barilla: ha una gamma ampia poiché ha diverse linee, ma è anche profonda poiché
secca di semola ha: casarecce, farfalle, fusilli, penne etc.
Attrarre i consumatori.
Comunicare correttamente le caratteristiche del prodotto e i valori del brand puntando ad
evocare adeguate associazioni sensoriali nel consumatore.
Essere
Garantire la conservazione del prodotto (package apri e chiudi).
Favorire la logistica in termini di trasportabilità e sistemazione sugli scaffali (es. scatole
quadrate sono più comode per riordinarle).
DESIGN
Il design non fa riferimento alla pura estetica, ma al rapporto ottimale tra funzionalità ed estetica
o forma. sign is not just hat it looks and feels like. Design
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GARANZIA
La garanzia fornisce rassicurazione al consumatore: (1) prestazione (2) soddisfatti o rimborsati (3)
durata.
La garanzia di prodotto è regolamentata. Alle volte, non è necessaria ma viene fornita (in maturità
può fare la differenza nei prodotti durevoli la garanzia può diventare elemento di
differenziazione).
I SERVIZI
Sono collaterali al bene e completano l offerta, differenziandola.
MARCA
La marca sintetizza il pacchetto di attributi materiali e immateriali che il prodotto include. Non
tempo. Essa costituisce il presupposto per costruire un rapporto di fiducia (e di fedeltà) con il
consumatore. Attraverso la marca è possibile trasformare una merce in marca. Es. birra heineken.
Trasforma una commodity in un prodotto molto più ricco.
Declinazione:
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NAMING: è una scelta significativamente importante; moltissimi nomi sono stati già
impiegati, altri non sono esportabili perché non hanno valenza internazionale e possono
essere equivocati o non compresi. Regole:
o Semplice da pronunciare e da scrivere;
o Facile da ricordare;
o Familiare e significativo;
o Diverso,
o Distintivo e insolito;
o Suggerisci i benefici (es. Breve: Bic, Dash, Vespa).
SIMBOLO: iconografia della marca.
o Possono non avere relazione con il naming;
o Possono essere rappresentazione del nome (es. Apple, Sole).
PAY OFF: la frase che appartiene alla marca (es. Nike
just do it; Galbani vuol dire fiducia; Red Bull energy drink).
BRAND EQUITY
Per Brand Equity si intende il valore della marca per il consumatore. La Brand Equity è data dalla
somma di 4 componenti:
Se viene riconosciuto un brand equity alto di una marca, quindi se viene attribuito un valore molto
alto ad una marca è possibile fare una determinata operazione definita: Brand Stratching o Brand
extension: ovvero utilizzare la forza della marca per trasferirla su altre categorie di prodotto.
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MARCA INDUSTRIA E PL
Marca del produttore (marca industriale
nome (es. Pasta Barilla).
Marca commerciale (o private label
nome prodotti realizzati da imprese manifatturiere fornitrici. (es. Pasta della Coop).
Utilizzare il modello del ciclo di vita è importante perché permette di confrontare il ciclo di vita
del nostro prodotto (in declino) con quello della categoria (ancora in espansione). Può essere un
indicatore utile per comprendere quando è opportuno innovare oppure quando pubblicità e
promozione non danno più i risultati attesi.
Se il mio prodotto non segue la categoria in continua espansione significa che non è più utile a
soddisfare i bisogni dei consumatori; significa che ci sono altri competitors che stanno offrendo
prodotti più innovativi.
Il concetto di ciclo di vita del prodotto è fondamentale in quanto evidenzia per il management la
necessità di considerare i prodotti in ottica di lungo periodo.
Quando le vendite entrano nella fase di declino il responsabile marketing dovrà decidere se:
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IL SERVIZIO
Quando il prodotto è immateriale, parliamo di servizio. Es. polizza assicurativa, un massaggio, un
conto corrente. Il lavoro sul marketi
Caratteristiche fondamentali:
Intangibilità;
Inseparabilità (da chi lo eroga): ad es. solo un dentista può fare un lavoro ai denti;
Immediata deperibilità;
Particolare relazione col cliente;
Minore uniformità (rispetto al prodotto);
Non stoccabilità: il prodotto lo posso immagazzinare, invece il servizio no.
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presentatrici che organizzano riunioni di vendita direttamente a casa del cliente (es. folletto,
bimby).
B. Canale distributivo indiretto: che prevede uno o più intermediari tra il produttore e il
consumatore finale. È più diffuso del canale diretto. Si distingue tra:
o Canale breve: quando ci si avvale solo dei dettaglianti (retailers). Ad es. Barilla
(produttore) vende la pasta a Esselunga (dettagliante), la quale la vende a sua volta al
consumatore.
o Canale lungo: quando invece è prevista anche la figura del grossista e/o agente.
Il grossista è una figura molto importante: è un attore del sistema logistico-distributivo che fino
importante ruolo. In quegli anni la maggior parte dei prodotti
: con
questo termine intendiamo piccoli alimentari dove quotidianamente veniva fatta la spesa per la
famiglia, n - ). Si
trattava di negozi caratterizzati da grande ampiezza di assortimento: tante linee di prodotti ma
non troppa profondità (solo due marche di detersivo per es.). La
dettagliante che però non veniva servita direttamente da Barilla. Da qui la nascita del grossista:
funge da tramite tra il produttore (Barilla, Granarolo) e il dettagliante (signora Maria) grazie alla
possibilità di acquistare grandi lotti di prodotti e conservarli in grandi magazzini/depositi di sua
proprietà. La signora Maria ordina al grossista tutti i prodotti che necessita (diversi prodotti di
diverse marche) e il grossista provvede a consegnarli (di solito la mattina presto).
di prodotti che offriva il supermercato e quindi decisero di unirsi tra di loro al fine di
modernizzarsi. Così facendo, pian piano la figura del grossista venne meno perché gli ordini
produttore. (da canale indiretto a canale diretto). Fondano le cosiddette centrali di acquisto.
Successivamente, decisero proprio di unirsi anche dal punto di vista del nome del negozio, nasce
così la dis (DO)
distribuzione) è il fatto che tutti i negozi della GD sono di unica proprietà (es. Esselunga). Nel caso
della DO, invece, ogni negozio ha un proprio proprietario (es. CONAD consorzio nazionale
dettaglianti).
estero, si occuperà di vendere i prodotti ai dettaglianti di quel paese, i quali li venderanno a loro
volta ai consumatori locali esteri.
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ha un deposito
perché, fungendo da tramite, il trasferimento del bene avverrà direttamente tra produttore e
grossista/dettagliante.
47
spe
Distribuzione esclusiva
Costi di trasporto.
Nel canale breve sono un mix di fissi e variabili. (es. trasporto è variabile)
Tra costo e controllo vi è relazione inversa: canale diretto costi alti e controllo elevato; canale
lungo costi più bassi, ma allo stesso tempo basso controllo.
-COMMERCE
Si riferisce all'insieme delle transazioni per la commercializzazione di beni e servizi tra produttore
(offerta) e consumatore (domanda), realizzate tramite Internet.
È particolarmente rilevante p
intrattenimento e svago etc.
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MULTICANALITÀ E OMNICANALITÀ
Multicanalità
affiancare anche canali online.
Problemi della multicanalità: la gestione dei conflitti tra i canali (il controllo dei prezzi;
individuato il prodotto).
Omnicanalità ; si dice
co o digitale,
io vengo riconosciuto (soprattutto se ho canali diretti). Vendo attraverso il negozio fisico o
attraverso il sito online, riconoscendo il mio cliente (es. attraverso la carta fedeltà).
Marca commerciale private label, marca che porta il nome del insegna (Esselunga: prodotti
esselunga).
Store loyalty fedeltà al negozio! Se il consumatore si trova bene con i prodotti realizzati
dal supermercato, continuerà ad andare in quel negozio.
Oggi, le grandi catene fisiche hanno molto timore delle catene digitali (es. Amazon).
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RIVOLUZIONE COMMERCIALE
Dalla distribuzione frammentata alla grande distribuzione organizzata:
o Innovazioni di processo
o Innovazioni di prodotto
o Crescita in forma integrata e associata
Dalla brand loyalty verso la store loyalty:
o Marca commerciale
o Carte fedeltà merchandising
o Atmosfera del punto vendita.
deve portare a nuovi servizi:
o Dal marketing-mix al retailing marketing: nel retail si sono aggiunte delle leve:
modalità espositive, strumenti di merchandising.
o Ambientazione dei punti vendita (pensiamo a Ikea che riproduce
casa)
o Relazioni con la clientela finale
o Private labelling (MDD)
o Sviluppo sistemi informativi innovazione tecnologica
o Relazioni strategiche strategie collaborative
TRADE MARKETING
Per Trade Marketing si intendono specifiche attività di marketing rivolta dalle imprese verso gli
intermediari volte a sviluppare relazioni solide e durature. Le principali leve operative del trade
marketing sono:
punto di vendita (es. il ginseng è una radice, ma viene messa negli scaffali vicino al caffè
perché il consumatore lo considera un sostituto del caffè, non vengono posizionati in base al
loro aspetto industriale);
Integrazione e scambio delle informazioni sui prodotti e sul mercato.
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IL MARKETING CONCERTATO
Il Trade non è più cliente ma partner, ovvero il canale non è più cliente ma partner
dell industria.
CATEGORY MANAGEMENT
Il Category management è il modo di collaborare tra industria e distribuzione per semplificare
Aiuta a incrementare le vendite e il
profitto della categoria.
e dei Punti
Vendita, raccoglie informazioni, le struttura, le analizza al fine di organizzare azioni volte a
migliorare della qualità e della quantità della presenza dei prodotti, e della categoria, sul Punto
Vendita.
Esso:
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congiunzione
tra il produttore e il dettagliante o il grossista. È colui che si occupa di raccontare/promuovere il
Il venditore è
di innovazione customer centrico.
La vendita è una delle componenti essenziali del processo di marketing.
Se di tipo pull
ultimi propongono presso il consumatore.
Se di tipo push, al contrario, aumenta. L azienda spinge sul grossista affinché quest ultimo spinga
sul dettagliante.
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Venditore diretto .
Venditore indiretto (agente, broker): forme contrattuali differenti (ad es. provvigione),
ha spesso un proprio parco clienti.
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1) Informazione -vendita
(prepararsi sul cliente).
2) Persuasione: una volta informato il cliente, il venditore deve concentrare i propri sforzi sui
seguenti obiettivi, finalizzati alla conquista del cliente:
a. Stabilire una netta distinzione con la concorrenza;
b. Massimizzare il n. delle vendite/n. prestazioni (efficacia del venditore);
c. ;
d. Vendere prodotti ulteriori (cross selling);
e. Interessarsi alle lamentele.
3) Servizi post-vendita (verifica che prodotto/servizio siano in linea con le premesse
e cliente, monitora il livello soddisfazione, verifica gli spazi per
-selling ed il cross-selling).
UP SELLING: spingere il consumatore ad acquistare di più. Ad es. offerte 3x2. Riesco quindi a
vendere più quantità di prodotto.
CROSS SELLING: offrire al consumatore più prodotti. Ad es. offre il menu vendendo
3 prodotti (hamburger, patatine, bibita) ad un prezzo inferiore rispetto a prendere i 3 prodotti
separatamente e così stimola il consumatore a consumare invece che solo il panino, anche altri
prodotti.
cli
IL PROCESSO DI VENDITA
1. La ricerca dei potenziali clienti (prospecting): Ad es. se sono Rolex non voglio vendere i miei
prodotti a tutti i gioiellieri, ma ad una parte mirata.
È fondamentale per il mantenimento e la crescita di una organizzazione e deve essere svolta
senza soluzione di continuità.
2. Pianificazione della visita di presentazione:
a. Profonda conoscenza della propria azienda;
b. Profonda conoscenza dei propri prodotti/servizi;
c. Buona conoscenza prodotti offerti dalla concorrenza;
d. Buona conoscenza del mercato in senso lato;
e. .
3. La presentazione:
a. È importante fare da subito una buona impressione
b. Prepararsi accuratamente
c. Adattare lo stile
4. La risposta alle eventuali obiezioni: Occorre prevederle ed essere pronti a dare una risposta
chiara e convincente.
54
55
56
È la stima della quantità di prodotto (sia in termini di unità, che di valore monetario) che potrà
del piano di marketing proposto e delle condizioni economiche e generali di riferimento. Da tale
previsione discende:
c) Analisi costi
Ogni area manager deve fornire una stima dei costi di vendita (viaggi, presentazioni, fiere,
opuscoli promozionali ecc.).
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La misurazione dei risultati è fondamentale per verificare l andamento della gestione in relazione
agli obiettivi e per determin Allocazione di risorse. Due parametri di misurazione:
(1) valutazione impegno e (2) valutazione risultati.
1) Stipendio;
2) Provvigioni;
3) Premi o bonus;
4) Fringe benefits: un fringe benefit è una forma di retribuzione non in denaro. In pratica, si
usa concedere al dipendente l'uso di beni aziendali (auto, telefono cellulare, computer
eccetera) o la fruizione di servizi (per esempio, corsi di istruzione), a prescindere dal fatto
che essi avvengano nell'ambito dell'attività lavorativa.
Nelle strutture complesse, la retribuzione dei venditori è regolata dal Piano vendita. In genere
più dei loro colleghi che lavorano in altre funzioni a stipendio fisso.
1) Fatturato.
2) Profitto.
3) Obiettivi specifici individuali: Ad es. firmare un contratto entro un certo periodo,
raggiungere un certo obiettivo in un determinato ambito, avere una certa percentuale di
clienti nuovi ecc.
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CURVA DI CONCENTRAZIONE
Ogni cliente su 10 vale il 10% però questi clienti non sono tutti uguali. Il cliente 1 è il più
importante, vale il 50% quindi perderlo significa perdere gran parte dei miei ricavi.
Attraverso la curva di concentrazione, che rappresenta la cumulata dei ricavi. La curva viene
chiamata anche ABC: A i clienti più importanti, B i clienti di mezzo e C i clienti meno rilevanti.
NB: Testimonianza:
Planogramma: rappresentazione grafica dello scaffale.
Rotture di stock: il buco nello scaffale.
Spaceman: software per la pianificazione di microspazi facile da usare.
Chef life: durata del prodotto.
Crowners pannelli in alto con i nomi dei prodotti.
Prezzo: Quantità di denaro che un soggetto economico riceve o paga per fornire o rispettivamente
ottenere un determinato prodotto/servizio. Può assumere una molteplicità di denominazioni:
(affitto, tasse scolastiche, parcella, tariffa, canone, onorario, pedaggio, premio, quota
associativa, contributo, salario, stipendio ecc.)
Per il Marketing ha particolare rilevanza il prezzo come espressione di valore, visto da due punti
di vista diversi e cioè:
Per il consumatore
icio che ne
ricava quindi.
Per il venditore
un bene o di un servizio.
Perché il pricing è cruciale? Tutte le altre decisioni di marketing generano costi che solo in un
secondo momento avranno un impatto sulla performance economica. Invece le decisioni di prezzo
hanno un immediato impatto sulla reddittività dell azienda.
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quello di un
Problemi di prezzo Il fatto che clienti non acquistino un prodotto non rappresenta una buona
ragione per ridurre il suo prezzo. Potrebbe essere meglio cambiare il suo piano marketing perché
il prezzo è una variabile del Marketing Mix.
Il valore per il cliente è un costrutto percettivo basato sulla valutazione contestuale di tutte le
componenti di offerta comparate, in genere, a quelle di uno o più concorrenti. Più aumentano i
costi, più il valore si riduce.
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Esempio: vendere beni precisi a prezzi più bassi, i cosiddetti prodotti civetta. Al fine di aumentare
il numero di consumatori che visiteranno il supermercato = TRAFFIC STORE.
Prezzi civetta il ricorso a prezzi civetta presuppone la vendita di beni a prezzi più bassi rispetto
a quelli normalmente previsti sul listino, riducendo così il margine di profitto associato alla relativa
ndite aggiuntive compensano la
Prezzo psicologico: un prezzo che tende a sembrare più basso di quello che è realmente.
Esempio: Amazon music a 0,99 invece che scrivere 1 .
Massimizzazione ricavi (quota di mercato a valore): vendere il più possibile; avere un valore
di mercato importante.
Massimizzazione volumi di vendita
domanda:
e aumentare i volumi di vendita (economie di scala, ovvero diminuzione CV).
Scrematura di mercato (prezzi più elevati): ovvero, utilizzando dei prezzi più elevati, si
discrimina il consumatore con il prezzo
Es. le GRIFF marche come Gucci etc.
Leadership qualità prodotto , quindi prezzo più
elevato.
Massimizzazione profitti (su cui ci concentreremo definendo il metodo ottimale della
determinazione del prezzo). OBIETTIVO PRINCIPALE.
Sopravvivenza (il livello dei prezzi è più basso) opposto della scrematura di mercato.
Avremo di norma un orientamento prevalente
potrà ovviamente mutare nel tempo. Ottica di breve, medio, lungo periodo.
61
Prezzo orientato ai costi: analizzo tutti i costi sostenuti per la realizzazione per
prodotto/servizio e sulla base di tale ammontare, modificandolo e aumentandolo, definisco il
prezzo del prodotto/servizio.
Problema: non tiene conto della differente struttura dei costi della concorrenza e del valore
percepito dal cliente in relazione al prodotto.
Per poterlo praticare è necessaria una corretta identificazione del costo del prodotto/servizio
(full cost? direct cost?). È quindi importante il controllo di gestione.
MARK UP PRICING
È praticato soprattutto dai retailer. (nelle aziende di distribuzione si usa solitamente il mark up
pricing). Generalmente quando si parla di Mark-up lo si intende riferito ai costi mentre quando si
parla di Margine (Cost Plus Pricing) lo si fa rapportandolo al fatturato.
NB: il Cost plus pricing viene utilizzato principalmente dalle aziende industriali; mentre il mark
up pricing viene utilizzato dalle aziende commerciali.
Con il metodo del Mark up pricing: si ricarica il valore del prezzo in acquisto e si pratica il prezzo
di vendita. (NB: mark up è diverso dal margine)
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La determinazione del prezzo attraverso i costi si risolve, una volta individuati i costi totali, nella
scelta della % di ricarico da aggiungere ai suddetti costi per ottenere il prezzo di vendita al fine
di ottenere il profitto atteso.
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sui costi.
Grafico identico al precedente, ma in questo metodo non viene definito e considerato un profitto
obiettivo, ma ci permette di identificare il BEP: quantità di prodotti da dover vendere affinché i
costi fissi eguaglino i ricavi. !
(RO > 0).
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comportarsi?
Fare marketing significa: soddisfare i bisogni dei consumatori operando in modo più efficace
rispetto alla concorrenza (ovvero soddisfare meglio i bisogni del cliente) oppure essere più
efficiente (ovvero ridurre il prezzo rispetto alla concorrenza).
Balocco: da un punto di vista qualitativo offro una grammatura maggiore (700gr); quindi
attribuisco alla qualità un punteggio massimo di 8 e perciò il prezzo può essere massimo pari a 8
per mantenere il rapporto P/Q anche nei confronti del leader.
Carre deve tener conto sia del prezzo di Balocco, che di Pavesi (non potrà mai
dovrà definire un prezzo inferiore per essere preferito: rimane sulla stessa grammatura di balocco
(700gr) ma la qualità è inferiore, pari a 6. Il prezzo non potrà essere maggiore di 6 per rispettare
il principio di equità relativa.
Il cliente si troverà di fronte a tre alternative ugualmente valide! Se non venisse mantenuta
Prezzo orientato alla domanda: per orientarsi alla domanda si misura la disponibilità del cliente
a pagare un determinato prezzo: il valore percepito
percepito dal cliente circa il mio prodotto e di conseguenza definirne il prezzo. Es. se una crema
Il consumatore, qualche volta utilizza proprio il prezzo come indicatore della qualità dei
prodotti. In questo senso, il prezzo può assumere valore comunicazionale poiché ha contribuito in
maniera rilevante a definire la qualità del prodotto nel percepito del consumatore.
In altri casi, il cliente conosce assai bene i prezzi praticati dalla concorrenza (è il caso di beni
industriali, di quelli ad alto valore unitario, di quelli di brand specifici di acquisto ricorrente).
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3. Economic Value to/for the Customer: è un metodo molto utilizzato nel BtoB (può anche essere
usato nel BtoC). Il valore di un bene industriale emerge dal confronto tra benefici e costi di un
nuovo prodo
applicazione anche nel BtoC (il consumatore deve avere tutte le informazioni per effettuare il
raffronto).
IL METODO EVC
de a Led e deve definirne il prezzo.
per un sistema di lampade a led oppure utilizzare, come allo stato attuale, lampade alogene. Le
prime costano molto di più, ma si risparmierebbe sulla bolletta perché sono a basso consumo.
Quale soluzione adotterà Lumia, considerando che i punti luce di un supermercato sono circa 120?
Sintesi:
66
Più precisamente si considererà come limite inferiore quello orientato ai costi e come limite
superiore quello orientato alla domanda ossia al valore percepito. Esempio:
prezzo dei
concorrenti è 88,7. Se la Qualità del nostro prodotto è pari a quello dei concorrenti fisseremo il
prezzo in 88,7 circa. Se la Q è > dei prodotti sostitutivi potremmo spingerci a 100, massimizzando
più basso favoriremmo la penetrazione, ma
potremmo anche scatenare reazioni al ribasso da parte dei competitors).
Il tempo: es. fare di introduzione del prodotto, applico un prezzo basso e poi lo alzo nella fase
di sviluppo, nella fase in cui il consumatore conoscere bene il mio prodotto e ne è soddisfatto.
Es. i saldi per ridurre la merce in magazzino per il cambio stagione.
La geografia: es. per questioni di logistica, se il prodotto deve subire uno spostamento da una
Il volume delle vendite: es. 3x2 quindi acquisti di più, paghi di meno.
I prodotti/servizi nelle loro caratteristiche: es. Alitalia offre servizi differenti a seconda dei
comfort che un cliente vuole.
I canali di distribuzione: praticare prezzi differenti a seconda dei canali di distribuzione.
I clienti: esempio le carte fedeltà d
clienti, prezzi più bassi per gli associati.
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IL BUNDLING
La pratica del bundling: proporre al conusmare dei pacchetti/gruppi di prodotti. Il Bundle è un
gruppo di prodotti (e/o servizi) venduto congiuntamente.
Per essere efficace il prezzo del bundle deve di norma essere inferiore della somma dei prezzi dei
singoli prodotti. Solo in alcuni casi può essere superiore, quando nel percepito del cliente il bundle
ha un valore maggiore (alcune componenti del bundle ad es. non sono facili da reperire).
Esempio bundling con prezzo maggiore Sephora: compro il set: crema viso, crema corpo e la
crema per fare lo scrub questo è un bundle. Il suo costo è leggermente maggiore rispetto ai
packaging
di Bundle. Il
Il bundling serve a:
nel mercato;
Incrementare il valore per il cliente;
tto un kit rispetto al singolo
prodotto;
Creare barriere allo switching (costi di transazione);
Realizzare una strategia di segmentazione flessibile (auto segmentazione)
Il bundling può essere:
POLITICHE DI UNBUNDLING
Non sempre il cliente è interessato al Bundle. Esempio:
Pacchetti turistici pre-codificati: alcuni clienti possono non essere interessati ad alcune
attrazioni oppure ad alcuni servizi (es. trasporto, visite programmate, cene organizzate
etc.).
La vendita di hardware e accessori in bundle può non essere interessante per quei clienti
che sono già dotati degli accessori proposti nel pacchetto.
decide di separare le componenti del bundle e venderle separatamente:
UNBUNDLING.
68
69
Prezzi per Linea di prodotto: importante che tutti i prodotti abbiano un prezzo coerente
con quello degli altri (per non creare problemi di positioning);
Prezzi degli Accessori del prodotto: Definire il prezzo dei prodotti/prestazioni rispetto
agli accessori. In genere viene promossa la versione base (più conveniente per
A volte si stabiliscono ricarichi maggiori sui prodotti/servizi
ausiliari. Es.: mercato automotive. Esempio: ho un iphone, devo comprare un cavetto a
parte. Lo p
Componente fissa (canone) + parte variabile in funzione del grado di fruizione del
servizio. Es. le bollette.
Pay per use: se uso lo pago, se non la uso non la pago. Es. app Enjoy (download gratuito)
Canone flat (es. Amazon Prime): pagamento una tantum/mensile e permetto al cliente
di usufruire di qualsiasi utilizzo.
. Tiene conto di:
70
Caso Chemical:
Conclusioni: sulla base delle informazioni disponibili e valutato con gli opportuni limiti, il
vantaggio competitivo di Dulcis, il prezzo potrebbe essere fissato lievemente al di sopra del
prezzo della concorrenza per evitare contromisure immediate da parte della stessa, salvo
poi, successivamente, abbassarlo al livello di Quad.
Ogni altra decisione deve essere supportata dalla predisposizione di contromisure idonee a
controbilanciare eventuali guerre di prezzo innescate dal concorrente, che non può uscire
dal business, essendo per esso il prodotto la principale componente del fatturato aziendale.
71
Se un prodotto è poco differenziato (quindi il mio prodotto è molto simile a quello del
concorrente), la domanda è molto sensibile al prezzo. Bassa discrezionalità (non ho
molte scelte sulla determinazione del prezzo).
Situazione intermedia discrezionalità media: bassa sensibilità del prezzo e bassa
differenziazione; alta sensibilità del prezzo e alta differenziazione.
SEGMENTAZIONE DI PREZZO
del teatro della scala possiamo scegliere un prezzo medio oppure scegliere di individuare
diversi target sulla base della willingness to pay: disponibilità a pagare. (pagare di più per
avere servizi migliori). Oppure: Pensiamo alla Prima/Business/economic class di una
qualunque compagnia aerea.
aumentano i volumi (offerta Basic è quella intermedia). Price focused customers: coloro che
orientano la scelta in base al prezzo servizio più basso, ma ad un prezzo più basso.
a pagare della clientela: offro prodotti di qualità migliori (a prezzi più elevati) ma anche
prodotti di qualità inferiore (a prezzi più bassi). Più abbasso il prezzo più aumenteranno i
miei consumatori.
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EDLP: si tratta di uno strumento per determinare la natura degli sconti e delle promozioni
nel tempo. Si riducono i prezzi di listino eliminando gli sconti temporanei. (è una vera e
propria strategia)
Vantaggi: non bisogna accordarsi con la produzione, non deve considerare di avere
merchandising che si occupano appositamente di rifornire continuamente lo scaffale
(per rendere disponibile il prodotto in offerta), non deve progettare il volantino,
stamparne diverse copie e distribuirlo, gestire il volantino online etc. Una serie di costi
da non dover sostenere.
Svantaggi: il concorrente che utilizza le promozioni potrebbe catturare maggiormente
offrire lo stesso prodotto ad un prezzo
inferiore.
NB
potrebbe essere percepito dal cliente che quindi lo preferisce ad un altro prodotto e
spenderebbe anche di più. (es. Winnis)
La mia offerta: nel definire il prezzo devo considerare i costi che sostengo per la
realizzazione del prodotto e chiaramente devo considerare le caratteristiche: se differenzio
il mio prodotto, allora posso determinare un prezzo leggermente più alto.
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Una volta lanciato il prodotto, il processo di definizione del prezzo continua perché bisogna
Sintesi: la scelta del prezzo ottimale è quella che tiene in considerazione tutte e tre gli
orientamenti:
LEZIONE 10 - LA COMUNICAZIONE DI
MARKETING
comunicazione di marketing
ha di comunicare il proprio marchio o il proprio prodotto. Si può fare comunicazione sia
spingendo il proprio brand, ma anche legata allo specifico prodotto (es. Barilla, i fusilli
integrali).
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IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE
Emittente/Fonte: colui che invia il messaggio.
Ricevente: destinatario del messaggio
Messaggio: Il contenuto della comunicazione.
Codice: sistema di segni che si usa quando si comunica e senza il quale non avviene la
trasmissione del messaggio (lingua, gesto, grafico, disegno). Es. pubblicità dei profumi
che utilizza un linguaggio troppo forbito e non viene perce
conseguenza si tratta di una comunicazione fallita! Il messaggio non arriva.
Canale: è sia il media tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (tv, radio,
posta, web ecc.) sia il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente
udito e vista) (media = mezzo).
Contesto: la situazione in cui avviene la comunicazione.
IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE
La fonte, in relazione alla propria esperienza/capacità, codifica un messaggio, lo invia
attraverso un canale (il media) al destinatario che lo decodifica in base alle sue esperienze.
V, le affissioni.
Comunicazione personale, che viene effettuata verso uno specifico consumatore con un
contenuto personalizzato.
NB: top of mind: marca più nota, più famosa. Non per forza quella dal consumatore scelta,
man parlando di un prodotto, esempio Pasta, ci viene in mente subito Barilla.
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IL COMMUNICATION MIX
Il concetto di Communication mix si riferisce alla combinazione integrata, sinergica e
coerente di diversi tipi di comunicazione personale non personale messa in essere dall
azienda durante un determinato periodo di tempo. Esso consta di diversi elementi:
passaparola, product placement e blog). Sono relativi alla marca più che al singolo
prodotto. (product placement: è un modo indiretto di comunicare la marca. Es. il
c
76
NB: La pubblicità è la forma più costosa in assoluto. La pubblicità ha effetto nel LP, mentre
le promozioni hanno effetto immediato, nel BP.
Overstocking: indurre i clienti a comprare di più di quello che loro necessitano. Es. il 3x2.
È fondamentale scegliere il prodotto perché se un prodotto ha una chef life limitata
potrebbe diventare difficile per il consumatore consumare in poco tempo lo stesso prodotto;
al contrario, un prodotto con scadenza più lunga non genera questo tipo di problema (es.
scatolette di tonno).
Il Communication mix di un'azienda è dunque soggetto a evoluzione nel corso del tempo;
subirà aggiustamenti e modifiche continui per adattarsi ai cambiamenti nel mercato, nella
concorrenza, nel ciclo di vita del prodotto e per l'adozione di nuove strategie. Alcuni mezzi,
con il tempo, diventeranno sempre meno importanti: esempio la Stampa, molte imprese
hanno smesso di fare pubblicità sulla stampa perché ormai poco diffusa come mezzo di
comunicazione.
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A chi? E perché? a chi si parla, chi è il target. Quali sono i benefici ricercati? Etc.
Che cosa dire? quali sono i messaggi pubblicitari da trasmettere.
Come dirlo?
Con quale mezzo? scegliere il media coerente al mio target.
MMUNICATION
Comunicare
comunicazione.
Assumere
ricevuta!
Utilizzare tutte le forme di contatto
Ricercare le sinergie tra i messaggi e i media utilizzati
Costruire relazioni
Esempio: Sughi Barilla Campagna: Guarda tu stesso. È possibile vedere ogni processo di
produzione dei sughi.
LA PUBBLICITÀ (ADVERTISING-ADV)
La pubblicità è uno strumento a pagamento, non personale, che punta a promuovere i
ando messaggi ad un numero elevato di persone informandole
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soglia minima di investimento necessario, al di sotto del quale non ha senso ricorrere
alla pubblicità.
bene il brand.
La realizza
La pianificazione della campagna (MEDIA PLAN) il centro media è il team che si occupa
della pianificazione (es. scegliere su quale canale apparire, scegliere gli orari etc.).
Realizzata la campagna pubblicitaria si fanno delle ricerche di mercato per valutare la
campagna.
79
ELEMENTI DI BRIEFING
1. Chi sono i clienti
2. Quanti sono i clienti
3.
clientela e quanti potrebbero essere acquistati.
4.
5. Dove vengono comprati.
6. Quando vengono acquistati. (elemento fondamentale per capire il periodo di consumo
del prodotto e di conseguenza pubblicizzare la campagna proprio in quel periodo. Es.
gelati estate).
7. Quale concorrenza. (chi sono i miei concorrenti
concorrenti su come questi hanno sviluppato le loro campagne al fine di differenziarsi).
8. Quale utilizzo.
9. Perché la clientela compra quei particolari tipi di marche/prodotti.
Media planning È il processo di analisi, organizzazione, pianificazione, controllo delle
massimizzare i risultati
1. TARGET audience è il target del media. Deve coincidere il più possibile con il
target group. (il target del media deve coincidere con il mio, con la mia strategia).
Esempio: se voglio sponsorizzare la Ferrari, non devo far andare in onda la pubblicità
alle 3 di pomeriggio su un canale per bambini perché così facendo non colpisco il
do la campagna pubblicitaria. Questo
significa far combaciare il target audience con il target group: progettare in modo
coerente la campagna).
2. Impatto (argomentazione, capacità espressiva, colore, movimento, contesto di
ricezione, attenzione-coinvolgiment
3. Immagine (copertura, frequenza, selettività).
4. Affollamento e penetrazione del mezzo (in TV ci sono tantissime aziende che
investono, tante pubblicità).
5. Costo di ogni passaggio del messaggio.
Per misurare della pubblicità si utilizza uno strumento: i GRPs (Gross Rating
Point). Analizziamo prima altri fattori:
80
Combinando questi fa
pressione pubblicitaria, ovvero il Gross Rating Point (GRP).
Si può avere ovviamente lo stesso livello di pressione pubblicitaria con diverse combinazioni
di reach e frequency. Intensità e distribuzione vanno graduate a seconda del tipo di prodotti.
TEMPORALE
Avviene secondo tre diverse logiche:
IL MEDIA MIX
La selezione dei media da utilizzare è un compito complesso poiché i media sono davvero
numerosi. ricordiamo i principali:
Quotidiani e magazine
Radio
Cartellonistica e affissioni
Televisione
Cinema
Internet e canali social
Posta
81
NB: Da non confondere il media con gli strumenti di pubblicità. (promozione, direct marketing etc)
Effetti della promozione differenza tra marca stabile e marca in sviluppo: il momento in cui la
promozione inizia si avrà sempre una impennata delle vendite. (es. inizia il 3x2 sul Dash anche
coloro che non ne avevano bisogno acquistano tre bottiglie di Dash). Per tutto il periodo
promozionale, dunque, la curva si impenna. (la promozione incentiva sempre il consumatore).
Se la promozione rimane per troppo tempo, rischia di raggiungere una fase di saturazione comporta
un calo drastico delle vendite. Dunque, diventa fondamentale, per evitare d fase di
saturazione che la promozione sia progettata nel breve termine. (se la volta dopo aver usufruito
Nella fase post promozionale: terminata la promozione, tutti coloro che hanno comprato la marca
e che ne sono rimasti soddisfatti, magari anche nuovi acquirenti, acquisteranno d nuovo il prodotto,
infatti, graficamente, possiamo osservare un andamento crescente della domanda.
Differenza tra marca stabile e marca in sviluppo quest ultime hanno una gobba più accentuata
sitivo che in negativo.
La promozione negli ultimi 20 anni è in forte aumento a seguito principalmente di due fattori
primari:
82
Tipi di promozione:
Al consumatore;
Al Trade;
Alla forza di vendita.
particolarmente fa ;
5. Compensare gli sforzi fatti in passato dal trade per sostenere le vendite.
Esempi:
Contributi in pubblicità
Premi per il raggiungimento di determinati volumi di vendita
Premi per il raggiungimento di determinati incrementi % di vendita
Premi assortimentali
Premi espositivi
Condizioni di vendita favorevoli
Riunioni nazionali o di zona organizzate per comunicare obiettivi e strategie
83
ite incentivi di
tipo economico o gratificazioni e di realizzare un miglior coordinamento
vendita e le politiche commerciali In dettaglio, gli obiettivi:
84
Offerte di campioni;
Riduzioni prezzo;
Omaggi.
Obiettivi: Trial, retrial, loyalty, stocking.
guerra prezzi.
Everyday low price strategia di stabile di prezzi contenuti (anziché promozioni costose
e prezzi elevati).
Frequency Marketing programmi tipo Alitalia per i frequent flyers.
TAVOLA SINTETICA
85
EDLP Unes ha deciso di fare everyday low price eliminando promozioni sui prezzi dei
prodotti. le imprese ci risparmiano moltissimo.
LE RELAZIONI PUBBLICHE
I responsabili devono essere in grado non solo di dare risalto a notizie positive, ma anche a
relazioni sono:
DIRECT MARKETING
Caratteristica che differenzia il direct marketing dalle altre forme: si tratta di una
comunicazione interattiva.
Il Direct marketing può essere effettuato attraverso numerosi canali, sia digitali che non.
Questi includono:
Posta
E-mail
Telefonate: es. vendita personale
Coupon personalizzati: frequenti con la diffusione del digitale.
Messaggi SMS/Whatsapp
Social media: messaggistica istantanea.
Queste viste finora sono le forme più convenzionate di marketing, ma ve ne sono altre
differenti.
86
(word of mouth).
È importante cioè ciò che conoscenti, amici opinion leader non direttamente coinvolti con
ai nuovi media.
diffondono. Ovviamente occorre che il diffusore sia dello stesso ambito socio-culturale ed
inoltre sia influente e stimato.
Marketing virale Con il termine marketing virale si intende una strategia che incoraggia
le persone ad attivare un passaparola, prioritariamente via web, facendo in modo che ogni
individuo contattato inoltri, consapevolmente o meno, le informazioni ricevute ad almeno
due o più amici o conoscenti. La diffusione avviene secondo modalità esponenziali e con
estrema rapidità e può arrivare a coinvolgere una massa enorme di persone.
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Esempi di marketing virale che si basa su meccanismi di trasmissione più consapevoli sono
le e-mail con storie divertenti, giochi, eventi con connotazione negativa (le classiche
leggende metropolitane) in vari ambiti (politica, spettacolo ecc.). Sempre più spesso si
ube).
Esempio: nel periodo del covid il marketing virale era centrale, proprio perché tantissimi
messaggi relativi alle situazioni correnti venivano diffusi tra gli individui in modo
velocissimo.
cerca di rafforzare la posizione di un brand, agendo sui legami spontanei che si creano tra
quegli individui che condividono una determinata passione, offendo prodotti, servizi e
messaggi adeguati.
tribù
(sinonimo di community).
acquisire dei consigli su come arredare le stanze delle case con gli articoli Ikea sono
quindi individui che hanno in comune la stessa passione. Un altro esempio è una community
organizzata da Lego; oppure Harley-Davidson è un esempio molto reale dove appartengono
alla community tutti coloro che sono possessori e appassionati di Harley e organizzano i
raduni. Gli elementi fondanti sono:
Influenza: i membri della comunità vogliono sentire che la loro voce viene ascoltata e che
possono pesare sulle decisioni che influenzeranno la loro comunità.
1. La prima è che nella nuova economia le fasce più ricche della popolazione sono
88
un nuovo materasso.
olistica (molto
ampia, completa), integrando attività che coinvolgono la percezione sensoriale (sense), i
sentimenti e le emozioni (feel), gli aspetti creativi e cognitivi (think), le esperienze che
coinvolgono la fisicità (act) e quelle sociali, ovvero risultanti dal porsi in relazione con un
gruppo (relate). Più si riesce a coinvolgere il consumatore, più funziona il marketing
esperienziale.
i.
Guerrilla Marketing sono tutti esempi che rimangono nella memoria degli individui. Un
altro esempio è la macchina redbull con la lattina.
89
Nike: panchina senza sedile con il brand nike. Di tutti gli elementi della marca, Nike ha
consumatori.
Product placement
di libri, film, videogame, eventi e format televisivi. Si possono individuare tre distinti livelli:
Il prodotto è presente sulla scena es. Mercedes in Man in black (Marca come insegna)
Prodotto o marca ripetutamente citati dai protagonisti es. Dustin Hoffmann in Rain
man per quanto riguarda la Qantas.
Il prodotto con il suo brand viene effettivamente utilizzato ed integrato nella storia
Es. Il Diavolo Veste Prada.
Oppure:
olistica
situazione in cui una marca si
È quindi della massima importanza il ricorso al mezzo giusto nel momento giusto.
90
DOMANDE PROVA:
1)
Modalità di fissazione del prezzo nel BtoB: EVC molto utilizzato.
Fare riferimento alla situazione di acquisto nel BtoB: nuovo acquisto, riacquisto modificato
e riacquisto invariato:
91