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1 DEFINIZIONE DI MARKETING
MARKETING: è una funzione organizzata da un insieme di processi che
hanno il compito di creare, trasferire, comunicare valore ai propri clienti.
Inoltre, gestisce rapporti con essi tutto ciò in modo da creare vantaggio sia
all’organizzazione sia ai suoi stakeholders (cioè clienti, dipendenti, fornitori
etc).
Ricordo la definizione di marketing data da Drucker (il marketing è l’intera
impresa, compresa la soddisfazione del cliente) e quella di Keith (l’impresa
non è il centro negli affari ma sono i consumatori il vero centro, il profitto è
una sorta di premio).
Oggi il marketing non si concentra sugli interessi dei produttori bensì su quelli
dei consumatori. Le organizzazioni sono sempre più concentrate e
incoraggiate a portare le loro azioni oltre che sulla società anche
sull’ambiente. Questo ha reso importante la definizione di alcune linee guida
per avere sempre più un comportamento etico e sociale responsabile al fine
di trovare un punto d’incontro fra gli interessi dell’azienda, dei consumatori e
della società.
bisogna dire che molti aspetti del marketing non sono ancora regolati dalla
legge quindi ci sono anche delle controversie sotto il profillo etico (azienda
deve prestare attenzione x evitare conseguenze negative). Tipico esempio di
queste questioni sono smaltimento rifiuti.
Diciamo che il marketing deve anche soddisfare i bisogni dei consumatori in
modo da apportare benefici per la società, il marketing diventa socialmente
responsabile.
CHI FA MARKETING: tutte le organizzazioni (profit e non profit) scuola, città,
politici etc
OGGETTO DEL MARKETING: beni (oggetti fisici), servizi (intangibili come
viaggi, consulenze), idee (concetti astratti, riflessioni). Tutto ciò che racchiude
nel termine prodotto
CHI COMPRA E UTILIZZA L’OGGETTO DEL MARKETING: sia individui che
organizzazioni. I consumatori finali, acquirenti industriali.
CHI TRAE VANTAGGIO DAL MARKETING: 3 gruppi: organizzazioni
(vendono), consumatori (acquistano), collettività (beneficia di nuovi posti di
lavoro).
IN CHE MODO TRAGGONO VANTAGGIO I CONSUMATORI DEL
MARKETING: il marketing crea utilità, cioè benefici o valore che il cliente
ottiene quando usa il prodotto. Utilità di forma, di luogo, di tempo, di
possesso.
2°FASE IMPLEMENTAZIONE:
cioè mettere in atto il piano di marketing che si è elaborato nella fase di
pianificazione. Per mettere in atto il piano di marketing è opportuno
distinguere la strategia di marketing dalla tattica di marketing. La strategia di
marketing è il mezzo con il quale si raggiunge l’obiettivo ed è determinato da
un mercato obiettivo e da un programma che permette appunto di
raggiungerlo. La tattica di marketing invece sono le decisioni di dettaglio che
hanno natura operativa e che sono importanti per la buona riuscita delle
strategie di marketing. Ovviamente entrambe sono fondamentali per avere un
programma di marketing di successo.
Per capire le logiche di implementazione è importante analizzare la struttura
organizzativa. La collocazione delle unità organizzative di marketing hanno
una struttura funzionale in base alla tipologia di lavoro che viene svolta. Un
esempio caso tipo: compiti che verranno svolti sono solo la gestione forza
vendita (direzione generale, direzione vendite, forza vendite). Un altro
esempio caso tipo: compiti che verranno svolti sono le vendite e promozioni
(direzione generale, direzione vendite, pubblicità, forza vendite, ricerche di
mercato). Un altro esempio ancora: compiti che verranno svolti sono la
vendite e le attività si supporto di marketing (direzione generale, direzione
commerciale, responsabile vendite, responsabile marketing (pubblicità,
ricerche)). Un altro esempio: compiti svolti marketing e vendite (direzione
generale, direzione marketing, direzione vendite).
Nella fase di implementazione è importante definire i tempi e le azioni in
modo da fissare le mansioni/compiti principali, stabilire i tempi, organizzare le
attività in modo da rispettare le scadenze, stabilire le responsabilità per la
realizzazione di ogni compito. Uno strumento utile per fare tutto ciò è il
diagramma di Gantt che permette di individuare le attività che devono essere
svolte in maniera sequenziale e quelle che devono essere svolte
contemporaneamente.
3°FASE DI CONTROLLO:
qui l’obiettivo è quello di verificare che il programma di marketing si sviluppi
nella direzione giusta e quella desiderata dall’azienda. La figura del marketing
manager ha il compito di controllare i risultati, individuare le divergenze,
correggere quelle negative sfruttando ovviamente quelle positive. La fase del
controllo si basa sul concetto di gestione per eccezioni: quindi individuarle,
comprendere le cause e applicare le giuste misure correttive. Gli obiettivi
però non si misurano solo in base ai profitti generati dalle vendite ma anche
in termini di soddisfazione del cliente, velocità di risposta (time to market) etc.
pertanto è opportuno ricorrere a microanalisi di vendite che devono
analizzare le caratteristiche del cliente, del prodotto, area geografica,
dimensione ordine, classe di prezzo/sconto, commissioni di vendita per il
rappresentante. Il supporto software è fondamentale ma anche la
collaborazione fra diversi uffici per evitare errori.
Nella valutazione delle risorse uno strumento che viene utilizzato è il modello
VRIO (V=valore, R=rarità, I= imitabilità, O=organizzazione). Questo modello è
da supporto all’analisi dello strategic core(cosiddetto segreto del successo di
un’azienda) che si compone di possesso di risorse critiche, disponibilità di
una tecnologia unica, consolidamento di core competence, capacità di
apprendimento, goodwill dei consumatori, relazioni chiave.
L’analisi dello stategic core consente di capire quale movimento nel sistema
del valore ha una maggiore potenziale stategico.
audit sociale:
Individuazione delle aspettative sociali di un’azienda e della logica attraverso
la quale concretizzare la RSI – Individuazione di cause o programmi
socialmente utili coerenti alla missione dell’azienda – Individuazione delle
priorità e degli obiettivi organizzativi per i programmi e le attività da realizzare
– Definizione del tipo e dell’ammontare delle risorse necessarie al
raggiungimento degli obiettivi definiti – Valutazione dei programmi e delle
attività di responsabilità sociale già intrapresi e dalle azioni future
Poi infine ci sono i consumatori globali situati in diversi paesi, regioni del
mondo che presentano gli stessi bisogni o ricercano nei prodotti
caratteristiche e vantaggi simili. Es. mtv generation composta da giovani di
tutto il mondo con lingue, culture diverse che condividono modo di esprimersi,
stile di vita, consumo. Ma anche apple, ikea, chanel, gucci.
RACCOLTA INFO UTILI: qui per procedere alla raccolta delle info è
necessario identificare le fonti e reperirle. I dati si dividono in dati secondari
(fatti, cifre, info già disponibili sull’argomento perché qualcuno li ha raccolti e
registrati in ricerche precedenti) e dati primari (fatti, cifre, info raccolte
appositamente per la ricerca in corso).
I dati secondari possono essere sia interni (andamento delle vendite,
info su clienti raccolti cmq tramite il customer care). I dati secondari
esterni in italia sono ISTAT ma non solo anche banche, università,
centri ricerca. ISTAT è un ente pubblico ed è il principale produttore di
statistica ufficiale. Ci sono altre organizzazioni che operano in ricerche
di mercato che forniscono alle imprese i dati di cui si necessitano. Ad
es. ACNielsen ad es. è leader nel mondo delle info di marketing.
Per i dati primari ci sono 2 modalità x raccoglierli: osservare il
comportamento degli individui o porre loro domande. Osservando i
consumatori ad esempio auditel con il people meter (ascolto televisivo
che è un esempio di panel). L’auditel può stabilire il livello di visibilità di
uno spazio pubblicitario e fornisce suggerimenti circa la fissazione del
suo prezzo.
ANALISI DEI DATI E DEFINIZONE DELLE AZIONI DI MARKETING: analisi
dei dati, diffusione della conoscenza, proposta di azioni, implementazione
delle azioni proposte, valutazione dei risultati. Per fare ciò può essere
utilizzata una rappresentazione sintetica dei risultati attraverso grafici, tabelle,
digrammi. Una volta presa la decisione bisogna verificare i risultati per il
futuro, ma anche se sono da modificare.
A questo punto quando si hanno tutte info bisogna appoggiarsi alle tecnologie
informatiche per raccogliere tutti i dati. In poche parole, bisogna archiviare i
dati e le info, bisogna raccogliere i dati e info, bisogna gestirle e elaborarle.
…..
GESTIONE DEI PRODOTTI E DELLE MARCHE: il valore economico di una
marca è il corrispettivo del valore che essa genera per il consumatore. Si
parla di funzione di identificazione (marca permette al prodotto di essere
riconosciuto), funzione orientamento (le marche permette al consumatore di
orientarsi nel momento dell’acquisto), orientamento di garanzia (identifica e
responsalizza il produttore, si parla di qualità), funzione di personalizzazione
(valenze simboliche che esprimono il prorpio personale rapporto con
l’ambiente circostante, la marca è un segno esteriore, che proietta all’esterno
la propria immagine).
È importante scegliere un nome di marca efficace:
il nome dovrebbe suggerire benefici legati al prodotto
il nome dovrebbe essere memorabile, distintivo e con rimandi positivi
il nome deve essere coerente con l’immagine del prodotto e
dell’impresa
il nome non deve avere restrizioni legali
il nome dovrebbe essere semplice e suscitare emozioni
si dovrebbe utilizzare nomi senza un significato vero e proprio nel caso
di prodotti da commercializzare all’estero (evitare culture e subculture
con rimandi negativi associati ai prodotti).
STRATEGIE DI BRANDING:
-strategia monomarca (impiegare la stessa marca x più prodotti
appartenenti a una stessa categoria o categorie diverse. Detta anche
marca ombrello, family branding, corporate branding. L’uso della stessa
marca rende più semplice l’entrata di nuovi segmenti di mercato, riduce
costi pubblicitari e promo grazie alla possibilità di fare leva su una già
consolidata notorietà della marca presso i consumatori. Inoltre permette
di sfruttare economie di scala e sinergie nella comunicazione. Si
suddividono in sub-branding (combinazione di una marca esistente con
un elemento che porta ad identificare un nuovo prodotto), brand
extention (stessa marca è utilizzata x identificare prodotti che
soddisfano bisogni molto diversi), co-branding (associazione di 2
marche esistenti per il lancio di un nuovo prodotto)
-stategie multimarca (ciascun prodotto o linea di prodotto viene
attribuita a una marca diversa. Qui i costi promo, pubblicitari sono alti,
bisogna costruire da 0 la nuova marca. I vantaggi sono che ogni marca
può essere meglio costruita e indirizzata rispetto al segmento di
mercato per il quale è stata pensata, non si rischia che il fallimento di
un prodotto influisca sugli altri)
-marca commerciale (private label, retail brand, own brand, sono
marche possedute da imprese di distribuzione che identificano beni
offerti esclusivamente nella rete di vendita del distributore che le
possiede.)
Pertanto, bisogna tenere conto di questi costi e dei ricavi generati dalla
vendita. Ci sono delle analisi come:
ANALISI DEL PUNTO DI PAREGGIO che è una tecnica che mette in
relazione ricavi totale e costi totale per determinare la reddittività a seconda
dei diversi livelli di produzione
PUNTO DI PAREGGIO: il valore dei ricavi in corrispondenza del quale i cosi
totale e ricavi totali si eguagliano (breack even point)
Il punto di pareggio è uguale al costo fisso /(prezzo unitario-costo variabile
unitario).
ORIENTAMENTO AL PROFITTO:
si basano sul bilanciamento di costi e ricavi. Il profitto da raggiungere deve
essere espresso sia come valore assoluto che con %. Qui ci sono 3 strategie
metodo del profitto obiettivo: consiste nel fissare dei prezzi basandosi
su uno specifico obiettivo annuale di profitto in relazione a un
determinato volume di vendite.
Metodo del ROS obiettivo: qui l’obiettivo è quello di ottenere una certa
% di utile rispetto al volume di vendite. È usato in imprese della grande
distribuzione. Il ROS=utile/ricavi totali che è uguale ai costi totali meno
ricavi totali fratto ricavi totale.
Metodo dei ROI obiettivo: consiste nel fissare i prezzi che permettano di
raggiungere annualmente determinati obiettivi di utile sul capitale
investito. Sono utili fogli di calcolo come excel. ROI: Utile fratto capitale
investito.
SCONTI: sono semplicemente delle riduzioni del prezzo di listino che viene
concesso all’acquirente come corrispettivo x determinati comportamenti che
riducono i costi del venditore (come acquisto di grandi quantità di merca,
pagamento anticipato, acquisti fatti in periodi in cui la domanda è bassa). Le
tipologie di sconti adottate sono: sconti sulle quantità (non cumulativi si
basano sulla dimensione del singolo ordine o cumulatavi cioè sul totale di
unità ordinate in un certo periodo) cioè , stagionali in modo da incentivare il
cliente a fare una scorta di magazzino come ad es. i saldi di fine stagione,
commerciali (funzionali) cioè vengono offerte agli intermediari commerciali
della filiera in base al canale distributivo, attività di marketing etc, per
pagamento in contanti cioè che saldano subito in questo modo il venditore
riduce i tempi di copertura costi e aumenta il tempo di maturazione di
interessi attivi sui ricavi.
ORIENTAMENTI:
per capire come si è evoluto il marketing bisogna considerare alcuni stadi
evolutivi e tra questi ne fa parte anche l’orientamento che le imprese
attraversano. Ci sono 4 fasi diverse di orientamento: (orientamento al
prodotto, vendite, mercato, consumatore (cioè al marketing)).
ORIENTAMENTO AL PRODOTTO: qui la produzione è orientale al mercato
quindi c’è un eccesso di domanda sull’offerta che porta all’immediata
collocazione dei beni prodotti sul mercato. l’obiettivo dell’azienda è quello di
migliorare l’efficienza produttiva e non soddisfare i bisogni diretti dei
consumatori (es. aziende che producono beni ad uso industriale,
subforniture).
ORIENTAMENTO ALLA VENDITA: i passaggi sono più di quelli precedenti,
inizialmente c’è la fase di ricerca e progettazione del prodotto,
successivamente la produzione di esso, susseguita dall’assemblaggio e
infine la distribuzione. Diciamo che le attività svolte in questa fase sono
orientate al prodotto e alla vendita pertanto vi subentra l’esigenza di trovare
uno sbocco ai propri prodotti. A differenza dell’orientamento della produzione
qui c’è un eccesso di offerta sulla domanda. Logica di produzione push:
l’azienda punta a vendere ciò che produce senza pensare prima a produrre
ciò che sarà in grado di vendere
ORIENTAMENTO AL MERCATO: diventano attività esternalizzate: la
produzione e assemblaggio. Mentre le attività svolte dalle imprese orientate
al mercato diventano tipo la ricerca e la progettazione del prodotto e come
fase finale la distribuzione e marketing. È fondamentale fare uso del CRM per
creare valore maggiore per il cliente.
ORIENTAMENTO AL MARKETING: qui l’obiettivo principale è quello di
soddisfare bisogni e desideri dei consumatori quindi un obiettivo di lunga
durata di massima flessibilità. Logica di produzione pull: le idee di marketing
vengono inserite nel ciclo produttivo prima che il prodotto venga progettato e
non dopo la sua realizzazione.
PIANO DI MARKETING
è l’insieme di processi che l’impresa deve svolgere per far in modo di
raggiungere i propri obiettivi strategici imposti/prefissati. È costituito da 3 fasi:
pianificazione, implementazione e controllo. Attraverso queste fasi l’impresa
riesce appunto a stendere in forma scritta il piano strategico di marketing ma
non solo, attraverso anche il piano operativa verifica se si sono raggiunti gli
obiettivi e nel caso fare eventuali correzioni.
nella fase di pianificazione bisogna tenere conto della analisi situazionale (o
SWOT). Qui si valutano i punti di forza e debolezza all’interno
dell’organizzazione e si valutano le opportunità e le minacce che provengono
dall’ambiente e dal settore. L’obiettivo principale dell’analisi SWOT è quello di
identificare il trend di settore, analizzare la concorrenza, valutare l’azienda e
individuare i potenziali clienti in maniera appunto da sfruttare i punti di forza,
le opportunità ed evitare eventuali minacce esterne. Una volta fatta
quest’analisi si passa alla focalizzazione del prodotto e del mercato in modo
da definire i propri obiettivi. Quindi è fondamentale segmentare il mercato,
dividere gli acquirenti in gruppi che presentano gli stessi bisogni e cercare di
rispondere in modo simile alle loro esigenze. Questi segmenti sono detti
segmenti obiettivo in quanto appunto sono quelli su cui l’azienda concentrerà
i suoi sforzi.
Il piano di marketing pertanto deve essere completo circa le indicazioni
riguardanti gli obiettivi specifici, mercati obiettivi, punti di differenza e
posizionamento.
È fondamentale in questa fase di pianificazione anche il programma di
marketing in quando determina la coesione del marketing mix. Quindi il
prodotto deve avere il brand name, confezione adeguata, garanzia. Il prezzo
deve essere adeguato al listino prezzi, si può integrare il discorso degli
sconti, ribassi, condizioni di pagamento. La promozione deve essere
susseguita da una pubblicità adeguata, è fondamentale anche il direct
marketing. Infine, la distribuzione deve avere punti vendita, canali distributivi
etc. è importante anche il budgeting in questa fase.
MASLOW
Tra le influenze sul processo decisionale troviamo anche la piramide di
Maslow meglio detta influenza psicologica e che in maniera gerarchica dal
basso vs alto rappresenta i bisogni dei consumatori.
Quindi inizialmente vi deve esistere il bisogno di respirare, mangiare, bere,
dormire, riparo (bisogno fisiologico), successivamente subentra il bisogno di
sicurezza economica, liberarsi dalle sofferenze (bisogno di sicurezza), poi i
bisogni come amicizia, amore (bisogni sociali), poi il rispetto, il prestigio
(bisogni personali) e infine la realizzazione personale (bisogni di
autorealizzazione).
ESEMPI DI PANEL:
Innanzitutto, il panel è un metodo di ricerca (quindi di raccolta dei dati)
quantitativa. E consiste in un gruppo di consumatori (cioè semplicemente un
campione di consumatori o punti vendita) i quali vengono osservati e
monitorati in maniera continua per vedere i loro acquisti (o vendite). Come
ho detto in precedenza l’oggetto del panel sono sia i consumatori quindi
famiglie sia i negozi. Oltre a loro come esempio ne rientra nei panel anche gli
auditel (cioè come si valuta quante persone seguono la tv o programmi
televisivi: il numero d’ascolto come ad es Sanremo etc).
L’utilizzo dei panel è molto costoso difatti a volte vengono anche selezionati
dei gruppi di utenti preselezionati che vengono retribuiti. In questo modo la
partecipazione spinge a razionalizzare le interviste (quindi si ha una rotazione
del panel).
STRATEGIE DI MARKETING:
per poter parlare di strategie di marketing bisogna innanzitutto segmentare il
mercato, quindi l’impresa decide come differenziare la propria offerta optando
tra 3 strategie di marketing diverse.
Si parla di marketing di massa quando si offre una sola versione di prodotto
per tutto il mercato, in questo modo si riducono i costi e si sfruttano le
economie di scala. Ad esempio, le preferenze del consumatore saranno
omogenee quindi i gusti dei consumatori sono tra di loro molto simili e cmq
riguardano le stesse caratteristiche del prodotto. Ovviamente non ha senso
proporre prodotti in varianti diverse.
Poi si parla di marketing segmentato quando si offre un insieme di prodotti
differenziati per ciascun segmento. Il focus qui è di rispondere in base alle
preferenze dei diversi segmenti di consumatori, le preferenze sono
agglomerate in quando hanno preferenze diverse e ovviamente i consumatori
pagheranno alcuni prodotti a prezzi più alti. È opportuno scegliere se offrire
varianti di prodotto per soddisfare più segmenti oppure focalizzarsi su un solo
segmento. La scelta fra uno e l’altro dipende dalla disposizione di risorse,
costi di gestione etc.
Poi c’è anche il marketing personalizzato o meglio detto marketing di nicchia
dove si offrono prodotti su misura per ciascun individuo. Le preferenze sono
diffuse quindi ogni consumatore ha gusti specifici diversi dagli altri. La
personalizzazione ovviamente porta a costi maggiori e il consumatore è
disposto a pagare prezzi elevati per avere il prodotto su misura. Tuttavia, ci
sono dei casi dove si può optare per il marketing personalizzato a prezzi
contenuti (benetton) dove i processi sono standard anche se il risultato risulta
personalizzato.
Esiste anche il marketing one to one che permette al consumatore di
personalizzare contenuti, in questo modo si cerca di ridurre i costi perché
appunto l’impresa produce merce solo a ordine avvenuto (simil just in time).
Uno strumento utile che permette l’elaborazione delle strategie di marketing
in modo da incrementare le vendite e risultati economici è la matrice prodotto-
mercato. ad es. la matrice di reebok, dove oltre alla scarpa da corsa realizza
anche la scarpa da trekking, camminata, golf, tennis. Si costruisce questa
griglia che permette di associare i segmenti di mercato dei potenziali clienti ai
prodotti offerti da reebok e da questa grigia si aggiunge anche la legenda per
distinguere se è un mercato primario (obbiettivo), secondario (caratteristiche
ai quali i consumatori sono interessati), che azioni di marketing l’azienda
deve sviluppare. Diciamo che dentro a ogni cella viene riportata la stima della
dimensione di mercato per un determinato prodotto.
POSIZIONAMENTO:
in line generale l’obiettivo dell’azienda è sempre quello di raggiungere un
posizionamento distintivo in modo da differenziarsi dalla concorrenza e dare
valore al consumatore (quindi renderlo apprezzato). Quindi con
posizionamento si intende il modo in cui un bene o servizio si colloca nella
mente dei consumatori. Ci sono diversi tipi di posizionamento (quindi di
approcci): quelli si basano a sottolineare come il prodotto sia superiore
rispetto alla concorrenza (quindi in base agli attributi caratteristici del
prodotto), quelli per benefici attesi (qui l’azienda enfatizza la capacità del
prodotto come ad es. smacchiatore), quello per categorie d’uso (quindi
l’impresa associa la marca alla tipologia di persone es. persone intolleranti
che possono mangiare valsoia), quelle specifiche alle occasioni d’uso (quindi
il prodotto che viene usato in una occasione precisa es. daygum), quelle per
dissociazione della classi di prodotto in modo da distinguersi in modo netto
dalla concorrenza. Con il passare del tempo un posizionamento può mutare o
magari perdere efficacia. Quindi è molto importante analizzare e tenere
soprattutto monitorato il posizionamento. Uno strumento utile sono le mappe
percettive o mappe di posizionamento, dove vengono riportate le percezioni
dei consumatori circa le caratteristiche dei prodotti, marche. Una volta che si
è monitorato continuamente è necessario valutare la necessità di strategie di
riposizionamento.
MISURARE LA GAMMA
LA QUALITA’:
la qualità è quel grado di eccellenza o di superiorità che ha un
prodotto/servizio che viene offerto da un’azienda. la qualità può avere
caratteristiche materiale, che immateriali. Non bisogna confondere la qualità
con il valore, il valore in effetti comprende non solo la qualità ma anche il
prezzo. La percezione circa un prodotto invece, è basata sulla capacità che
questo prodotto ha di soddisfare le richieste del consumatore in base al
rapporto del prezzo che si deve pagare per acquistarlo. Quindi in definitiva si
dice che la qualità percepita fratto il prezzo da come risultato il valore.
Ci sono diversi tipi di qualità: quella tecnica, funzionale, erogata, attesa. Il
confronto tra la qualità erogata e la qualità attesa determina la qualità
percepita. Es. findomestic che impronta sul mercato la resistenza, prezzo,
impatto ambientale, servizio postvendita, estetica, made in italy etc. sono tutti
sinonimo di qualità vs quella determinata azienda.
IL BRAND/BRAND GLOBALI:
il branding è semplicemente il nome, frase, disegno, simbolo che rendono
identificabile e unico uno o più prodotti. non è da confondere con la ragione
sociale (denominazione commerciale) e il marchio (è la ragione sociale che
viene registrata legalmente). Vi sono delle strategie di branding come la
strategia monomarca che impiega la stessa marca per più prodotti che
appartengono alla stessa o diverse categorie (detta anche marca ombrello).
L’uso della stessa marca rende più semplice l’entrata di nuovi segmenti di
mercato, riduce i costi pubblicitari e promo grazie alla possibilità di far leva su
una elevata notorietà della marca agli occhi dei consumatori. Poi ci sono le
strategie multimarca dove ciascun prodotto o linea di prodotto viene attribuita
a una marca diversa. I costi promo, pubblicitari sono alti ed è necessario
costruire una nuova marca. I vantaggi qui sono che ogni marca può essere
meglio costruita e indirizzata rispetto al segmento di mercato per il quale è
stata pensata, non si rischia che il fallimento di un prodotto influisca sugli altri.
Poi c’è anche la marca commerciale come il private label, retail brand che
sono appunto marche possedute da imprese di distribuzione che identificano
beni offerti esclusivamente nella rete di vendita del distributore che le
possiede.
MARKETING INTERNO:
si basa sull’idea che un’organizzazione di servizi deve essere focalizzata sui
suoi dipendenti, che appunto costituiscono un vero e proprio mercato interno
ancora prima di offrire ai clienti programmi di successo. Qui la gestione delle
risorse umane assume un ruolo cruciale per il successo delle organizzazioni
di servizi.
PREZZO CIVETTA:
per valutare le reazioni attese da parte della concorrenza si adottano certe
politiche di prezzo e le ripercussioni sono necessarie per stabilire quale
strategia applicare. In questo caso il prezzo civetta è semplicemente un
prezzo che viene applicato a un prodotto o più prodotti al di sotto del prezzo
abituale solo per il fatto di attrarre l’attenzione dei consumatori e cercare di
creare traffico nel punto vendita. Tutto questo anche per vendere altri prodotti
differenti.
PREZZO DI PENETRAZIONE:
in linea generale per determinare il prezzo in maniera corretta bisogna
approcciarsi a 3 metodi che sono l’analisi dei costi, l’analisi della clientela e
l’analisi della concorrenza. A questo punto il responsabile del marketing ha il
compito di individuare quale livello di prezzo è doveroso utilizzare come
punto di partenza. Gli orientamenti quindi sono alla domanda, al costo, al
profitto e alla concorrenza. Il prezzo di penetrazione è incorporato
nell’orientamento alla domanda e consiste nel fissare un prezzo basso per
raggiungere rapidamente quote di mercato elevate, tutto per sfruttare
vantaggi di una posizione di quel tipo. Il prezzo di penetrazione è una
semplice strategia efficace quando molti segmenti del mercato sono sensibili
al prezzo. In poche parole, il prezzo iniziale basso scoraggia i concorrenti ad
entrare nel mercato, subentra il discorso di economie di scala, che vengono
sfruttate e che spingono a raggiungere rapidamente grandi volumi di
produzione. è normale che alla strategia del prezzo di penetrazione sia prima
preceduta dalla fase di scrematura, anche per recuperare costi di ricerca,
sviluppo, lancio. Tutto per ridurre i prezzi e attirare i segmenti più sensibili al
prezzo.
PREZZO DI SCREMATURA:
in linea generale per determinare il prezzo in maniera corretta bisogna
approcciarsi a 3 metodi che sono l’analisi dei costi, l’analisi della clientela e
l’analisi della concorrenza. A questo punto il responsabile del marketing ha il
compito di individuare quale livello di prezzo è doveroso utilizzare come
punto di partenza. Gli orientamenti quindi sono alla domanda, al costo, al
profitto e alla concorrenza. Con la strategia di scrematura vuol dire
commercializzare un prodotto facendone riferimento a quella parte della
domanda che esprime un forte desiderio per il cliente e che esso è disposto a
pagare anche ad un prezzo più elevato. A questo punto quando la domanda
è soddisfatta l’impresa cerca di abbassare il prezzo iniziale per poter
rispondere alla domanda dei nuovi segmenti. Quindi il termine scrematura si
usa proprio per evidenziare questa discesa guidata dal prezzo. Il prezzo di
scrematura è proprio questa strategia che viene applicata quando c’è un
numero sufficiente di potenziali clienti che sono disposti ad acquistare il
prodotto a un prezzo iniziale elevato, questo perché ovviamente ci sono le
barriere all’ingresso e quindi è improbabile che un’impresa rivale sia in grado
di offrire un prodotto simile a un prezzo più basso. In questa strategia non ci
sono elevate economie di scala e quando si decide di limitare la produzione
non comporta un aumento eccessivo dei costi unitari.
LA MULTICANALITA’:
cioè i produttori possono utilizzare più di un canale per la propria
distribuzione, cioè si parla di distribuzione a 2 o più canali o distribuzione
multicanale. Questo avviene grazie alle alleanze strategiche di canale e che
un’azienda viene usata per vendere i prodotti di un’altra azienda. sono più
diffuse nel marketing globale perché spesso costose e richiedono tempo. Le
figure che rientrano nella multicanalità sono: gli intermediari come grossisti
(aziende indipendenti che acquistano la proprietà della merce e che poi fanno
da distributori industriali o rivenditori), agenti o broker (loro non assumono il
titolo di proprietà della marce, i loro profitti derivano da provvigioni o
commissioni), broker (sono indipendenti e la funzione principale è quella di
far incontrare la domanda e l’offerta, hanno rapporti continui sia con
acquirenti che con venditori), filiali e uffici del produttore (parte integrate
dell’impresa produttrice che svolge attività di vendita all’ingrosso. La filiale del
produttore gestisce magazzino e svolge funzioni di grossista, mentre l’ufficio
delle vendite del produttore svolge funzione di vendita e funge da alternativa
agli agenti e ai broker).
COMUNICAZIONE INTEGRATA:
il processo di comunicazione è quel processo che attraverso il quale un
soggetto trasmetti ad altri soggetti un messaggio che è costituito da: fonte,
messaggio, canale di comunicazione, processo di codifica, decodifica,
destinatario, risposta, feed back e rumore.
(Fonte: chi emette il messaggio nei confronti di un altro soggetto
Messaggio: info inviate dalla fonte.
Canali di comunicazione: mezzo attraverso il quale viene inviato il messaggio
Destinatari: chi legge, vede o sente il messaggio inviato dalla fonte
Codifica: processo mediante il quale il mittente trasforma un’idea in un
insieme di simboli (verbali, sonori, grafici)
Decodifica: processo attraverso il quale chi riceve (destinatario) attribuisce un
significato ai simboli trasmessi dalla fonte, viene effettuato sulla base di
atteggiamenti, valori, convinzioni etc. non sempre il processo di
comunicazione ha successo, a causa di errori di codifica, scelta del canale,
decodifica, quindi realizzare una comunicazione efficace è difficile, per farlo è
necessario che il mittente e destinatario abbiamo uno stesso campo di
esperienza (condivisione, da parte del mittente e del destinatario di una
capacità di comprensione e di sapere che permettano di stabilire una
corrispondenza fra i criteri di codifica e decodifica dei messaggi)
Feedback: interpretazione della risposta da parte del mittente
Risposta: impatto che il messaggio ha avuto sulla conoscenza, atteggiamneti
e comportamenti del destinatario
Rumore: fattori che operano una distorsione non pianificata del messaggio
(ciò che non è recepito correttamente dal destinatario).
Quindi questo mix di comunicazione è la combinazione di più strumenti di
comunicazione. Spetta al marketing costruirlo in modo da assicurarne un uso
equilibrato e sinergico delle leve che si hanno a disposizione. I fattori che ne
influiscono sono: il target (indirizzata al cliente finale tramite pubblicità, mass
media ma anche indirizzato al cliente industriale tramite la vendita personale),
ciclo di vita del prodotto (introduzione, crescita, maturità, declino),
caratteristiche del prodotto (complessità, rischio percepito, servizi ausiliari), le
fasi del processo decisionale (pre-acquisto, acquisto, post-acquisto), le
strategie di canale push e pull.
LEVE DI COMUNICAZIONE:
le leve di comunicazione possono essere raggruppate in: pubblicità, vendita
personale, relazioni pubbliche, promozione delle vendite, direct marketing.
(PUBBLICITA’: è considerata una strategia di marketing di massa, quindi è
una forma di comunicazione a pagamento, pertanto vengono pagate
adeguate tariffe per lo spazio o tempo dedicato. È opportuno fare ricerca di
marketing prima del lancio della pubblicità per avere chiaro cosa voler
comunicare, a chi e come rivolgerlo. Si dovranno condurre dei pre test per
selezionare gli elementi visivi, testuali e di marca da utilizzare x raggiungere il
target scelto ed evitare errori di decodifica. La pubblicità è un processo co
plesso e molto costoso. Come punti di forza possiamo dire che è uno
strumento efficiente per raggiungere un vasto pubblico. I punti di debolezza
sono alti costi assoluti, ed è difficile ricevere un buon feedback.
VENDITA PERSONALE: è considerata una strategia di marketing
personalizzata e si basa su un flusso di comunicazione fra venditore e
acquirente mirata a influenzare la decisione di acquisto di una persona o
gruppo, quindi comunicazione diretta fra mittente e venditore. Gli eccettivi che
vengono dati ai venditori sono sotto forma di salari o provvisioni. I punti di
forza sono feedback immediato, è molto persuasiva, si può selezionare il
pubblico, può fornire info complesse. Punti di debolezza: estremamente
costosa, i messaggi possono differire fra venditori.
RELAZIONI PUBBLICHE: sono volte a influenzare le opinioni, gli
atteggiamenti o convinzioni dei clienti effettivi ma anche potenziali. Viene
utilizzata una strategia di marketing di massa. Fra le attività tipiche possono
elencare le relazioni con i media (conferenze, stampe), la publicity. questa
leva non ha nessun pagamento diretto , cioè viene in maniera indiretta
(l’impresa non paga lo spazio per un messaggio promozionale ma cerca di far
si che le info favorevoli veicolino attraverso la comunicazione di massa). I
punti di forza sono: la credibilità (spesso fonte di info più credibili nella mente
dei consumatori) visto che il giudizio dei prodotti viene espresso da una parte
terza. I punti di debolezza sono: difficile ottenere la collaborazione dei media.
le relazioni pubbliche sono fondamentali per la costruzione della reputazione
d’impresa, esse hanno il compito di sostenere e guidare l’impresa nell’attività
di ascolto dei suoi pubblici di riferimento e di comunicare con essi in modo
trasparente.
PROMOZIONE DELLE VENDITE: strategia di marketing utilizzata è quella di
massa, è indirizzata sia agli intermediari commerciali sia ai consumatori finali,
alcuni esempi sono buoni sconto, riduzioni di prezzo, campioni gratuiti,
raccolte premi, concorsi a premi etc. l’obiettivo qui è di stimolare le vendite
attraverso la concessione di un vantaggio al cliente di durata temporale
limitata. I costi in questa leva sono un ampio spettro in base alla promozione
scelta. Punti di forza: efficace nel modificare il comportamento a breve
termine, molto flessibile. Punti di debolezza: facile abusarne, può portare a
guerre promozionali, facile duplicarla.
DIRECT MARKETING: comprende varie forme di comunicazione che portano
il consumatore a contatto diretto con l’azienda. il direct marketing può
assumere diverse forme come la vendita diretta, direct mail, cataloghi,
vendita telefonica, marketing online. Quindi viene utilizzata la strategia di
marketing personalizzata. I costi che ci sono quelli della comunicazione via
posta, via telefono o computer. I puti di forza: messaggi che possono essere
preparati rapidamente, agevola i rapporti con i clienti. I punti di debolezza:
risposta dei clienti in calo, la gestione del data base è costosa (richiedono
elevati investimenti di sviluppo, manutenzione). Al giorno d’oggi per garantire
la difesa della privacy si è portato a regolamentare l’uso del direct marketing).
La promozione delle vendite è destinata a raggiungere un pubblico di massa,
e appunto può essere indirizzata sia agli intermediari commerciali sia ai
consumatori finali. Ovviamente la promozione delle vendite è efficace nel
breve periodo e deve essere supportato da campagna pubblicitaria.