In economia un trade-off (o trade off) una situazione che implica una scelta tra due o pi
possibilit, in cui la perdita di valore di una costituisce un aumento di valore in un'altra.
Il termine espresso talvolta come costo opportunit, riferendosi a pi alternative alle quali si
preferito rinunciare a vantaggio di un'altra scelta.
Definizione di processo e di impianto Industriale
la parte dellImpresa in cui mediante opportuni mezzi si operano le trasformazioni sui materiali al
fine di ottenere beni (merci o servizi) di maggior valore per lImpresa stessa.
Limpianto industriale pu quindi essere visto come linsieme del processo produttivo e di tutti i
sottosistemi gestionali che concorrono alla realizzazione delle trasformazioni
In funzione del livello di integrazione: dipende dal numero di passi del processo di produzione
che vengono svolti allinterno di un impianto:
- un impianto integrato un impianto ove vengono effettuate la maggior parte delle fasi di
trasformazione che devono essere svolte per trasformare una materia prima elementare in
un prodotto finito;
- impianti ad alta intensit di capitale (Capital Intensive) con forti investimenti in attrezzature
e macchinari;
- impianti ad elevata intensit di lavoro (Labour Intensive) con prevalenza di spese legate
alla forza lavoro.
servizi di alimentazione (tipicamente servizi in cui si distribuisce alle utenze un servizio prodotto
da ununit centrale, es. energia elettrica, vapore)
servizi di scarico (tipicamente in cui il servizio viene raccolto dalle utenze e convogliato ad un
centro di raccolta, es. effluenti fluidi)
Ovviamente questa suddivisione in tipi molto schematica; le interazioni sono infatti molto strette:
ad esempio il trasporto di fluidi presente come parte integrante del servizio distribuzione vapore,
acqua industriale, trattamento effluenti; i servizio illuminazione strettamente connesso col
servizio elettrico; lo smaltimento del calore residuo in un impianto di produzione combinata
vapore-energia o di condizionamento chiama in causa l'interazione impianto- ambiente.
2. Rete di distribuzione.
Spesso una di queste parti componenti pu anche mancare: il caso tipico del servizio
illuminazione dove il mezzo di distribuzione evanescente, essendo la luce distribuita per
irraggiamento e diffusione.
a) Acquisizione della competenza tecnologica necessaria; questa una fase del tutto ovvia: il
progettista deve essere competente nelle varie leggi chimiche o fisiche che stanno alla base dei
fenomeni che interessano il servizio, cio di volta in volta nell'elettrotecnica, termodinamica,
meccanica, illuminotecnica, etc.
b) lndividuazione delle caratteristiche delle utenze da servire; tali caratteristiche sono di natura
"esterna", non interessano cio i meccanismi interni che provocano il manifestarsi di tali
caratteristiche. Esse sono: ubicazione delle utenze, tipo di servizio richiesto, qualit (ad esempio
pressione e temperatura del vapore o tensione e potenza elettrica attiva), quantit di servizio
richiesto (in genere sotto forma di un diagramma temporale delle unit di servizio richieste
nell'unit di tempo, ad esempio kCaljh richieste nel tempo).
c) Rassegna delle alternative di realizzazione del servizio e cernita di alcune fra esse, compatibili
con gli obiettivi tecnico-economici; in questa fase interviene pesantemente l'esperienza acquisita e
la professionalit del progettista.
d) Scelta della soluzione, tra quelle individuate come possibili nella fase c), in base a considerazioni
tecnico-economiche quantitative sviluppate fino ad un certo grado di dettaglio (progetto di
massima).
f) Dimensionamento dei singoli componenti; ci vuoi dire non gi entrare nel dettaglio costruttivo
di ognuno di essi, ma scegliere esclusivamente le caratteristiche esterne come ad esempio:
diametro e spessore di una tubazione, potere di rottura di un interruttore elettrico, dimensione dei
conduttori, caratteristica portata-prevalenza di una pompa, volume di un serbatoio, potenzialit di
un generatore di vapore, etc. In questa fase il progettista procede partendo dalle utenze e
risalendo fino alla centrale o punto di raccolta, e dimensionando, nel senso sopra definito, tutti i
componenti che via via incontra sullo schema dettagliato del servizio.
g) Verifica della rispondenza del progetto ai vincoli di sicurezza ed igiene del lavoro; occorre
prendere in considerazione tutti quegli elementi (rumore, calore, vibrazioni, tensioni di contatto
accidentale, etc.) che possono rendere il servizio incompatibile con la presenza del personale;
inoltre occorre verificare anche la facile accessibilit alle apparecchiature, specie le pi critiche, ai
fini della manutenzione.
h) Standardizzazione dei materiali, ossia riduzione della variet dei tipi, unificazione delle
dimensioni e loro normalizzazione", cio adeguamento delle dimensioni a quelle normalmente
disponibili in commercio; questa opera ha il fine di ridurre i costi di acquisto dei materiali, ottenere
sconti di quantit nelle ordinazioni ed economie nella gestione dei materiali di ricambio necessari
alla manutenzione dell'impianto durante l'esercizio. Al termine di questa fase viene compilata la
distinta dei materiali da acquistare.
Per scegliere limpianto di produzione migliore tra quelli precedenti si deve anche tenere conto
dellevoluzione del contesto esterno, data dai seguenti fattori:
In tutti i comparti economici, la domanda presenta delle caratteristiche di ciclicit, cui spesso
si fa riferimento col termine di "ciclo stagionale".
Per gestire il fattore variet sono state progettate le celle di fabbricazione, cio un metodo di
produzione che prevede:
- Non esistono flussi tra cella e cella (Linee rigide di macchine flessibili)
L'idea base del concetto di Group Technology (GT) quello di suddividere un insieme
tecnologico (ad esempio un insieme di parti) in sottoinsiemi tra di loro simili chiamati famiglie. Lo
scopo di questa suddivisione quello di ottenere dei vantaggi economici (sia in termini di costo
che di tempi) ed organizzativi.
Vantaggi Svantaggi
Lead time ridotti (l'intervallo di tempo Sbilanciamenti dei carichi di lavoro tra le
necessario ad un'azienda per soddisfare celle
una richiesta del cliente)
Difficolt nell'ottenere celle autonome
Work in progress ridotto
Problemi a gestire turbolenze di mix
Razionalizzazione flussi produttivi
Maggiore qualificazione del personale
Orientamento al cliente
Manodopera interfungibile
Setup ridotti
Per gestire il fattore tempo si deve capire dove porre il punto di disaccoppiamento. Il panorama
delle tecniche per affrontare il problema decisionale di pianificazione della produzione si articola in
due categorie di approcci:
Per logica push si intende una modalit in cui lavvio delle attivit di produzione di un oggetto in un
determinato stadio del sistema in anticipo rispetto al momento in cui loggetto sar richiesto; la
decisione presa sulla base cio di previsioni dei bisogni dello stadio successivo. Per logica pull si
intende una modalit in cui lavvio delle attivit di produzione di un determinato stadio della filiera
avviene solo nel momento in cui da valle si manifesta una richiesta. Limpresa pu decidere quali
fasi svolgere in logica push o viceversa in logica pull, ma con delle limitazioni. Il cliente disposto
ad attendere per il prodotto ordinato fino ad un tempo massimo, chiamato delivery time e
limpresa potr quindi decidere di svolgere le attivit finali della catena produttiva in pull, fino al
raggiungimento del tempo limite che il cliente disponibile ad attendere. Il punto di
disaccoppiamento (decoupling point) tra le fasi in push e le fasi in pull rappresenta il punto in cui si
passa da una modalit di gestione allaltra e questo disaccoppiamento tipicamente realizzato
tramite un magazzino, che dimensionato sulla base delle previsioni, assicura la disponibilit dei
materiali per le fasi successive. La combinazione di fasi in push e pull da vita ad un insieme di
configurazioni del sistema produttivo a cui sono stati dati dei nomi specifici:
Make to stock: tutte le attivit produttive sono svolte prima della ricezione dellordine del
cliente, quindi su previsione. I prodotti finiti sono tenuti a scorta
Engineer to order: limpresa effettua la progettazione del prodotto in base alle specifiche
del cliente, quindi solo dopo che egli ha ordinato; di conseguenza tutte le fasi dallacquisto dei
materiali alla produzione vengono svolte successivamente.
La presenza di una scorta di materie prime o componenti nel punto di disaccoppiamento permette
alle fasi a monte maggiori possibilit di organizzarsi e ottimizzare i costi legati ai set up,
allinsaturazione delle macchine e al mantenimento di scorte interoperazionali. Al contrario le fasi a
valle del punto di disaccoppiamento devono far fronte continuamente alle variazioni della domanda
senza nessun elemento che possa mediare le variazioni, di conseguenza queste attivit dovranno
seguire la domanda non avendo spazi di manovra, se non minimi, per organizzarsi nellottica di
ridurre i costi. A parit di livello di incertezza e di complessit da affrontare, due imprese possono
decidere di utilizzare due configurazione del proprio sistema produttivo differenti. Questo le
porter, come abbiamo visto, a dover adattare le modalit gestionali per ciascuna fase in modo
differente.
La gestione del fattore qualita
Per gestire il fattore qualit devo trovare il giusto compromesso tra automazione del processo
e alienazione delloperatore ( costituzione delle isole di assemblaggio).
Vantaggi Svantaggi
Definizione:
Se si ipotizza che unimpresa monoprodotto utilizzi n fattori di produzione, il legame tra le quantita
xi degli n fattori (x1,x2, , xn) e la quantita di prodotto q pu essere espressa con la seguente
equazione (funzione di produzione)
q= f (x , x ,...,xn )
La funzione f resta definita a tecnologia data.
Modificare il livello di impiego di un fattore di produzione richiede tempo. Ancora piu tempo
richiede modificare la funzione di produzione (cambio di tecnologia)Prendendo come riferimento
un determinato orizzonte temporale di decisione, si definiscono costi variabili quei costi che variano
al variare del volume di produzione, grazie alla variazione di impiego di alcuni fattori di produzione.
Costi variabili dipendono linearmente dal volume di produzione (materie prime, energia,
provvigioni di vendita, costi di trasporto, etc.)
Costi semi-variabili dipendono solo in parte dal volume di produzione (materiali per
manutenzione, personale di supervisione e controllo, etc.)
Costi fissi non dipendono dal volume di produzione affitto infrastrutture, deprezzamento
macchine, personale amministrativo, manutenzione immobili, etc.)
Produttivita marginale
Legge dei rendimenti decrescenti: A tecnologia data (f) la produttivit marginale di un dato
fattore di produzione (xi) decresce allaumentare della sua quantit di impiego, ferme restando le
quantit degli altri fattori.
Costo marginale e legge dei rendimenti decrescenti
Costo Marginale
Si definisce costo marginale la derivata della funzione di costo totale CT rispetto alla quantit
prodotta CT(q) = CF(q) + Cv(q)q
C' = dCT/dq
Per limitate variazioni nella quantit prodotta:
C' = Cv
Nel lungo termine, la massimizzazione del profitto richiede di stimare la variazione dei costi fissi,
dei costi variabili e del prezzo di vendita in funzione della quantit prodotta e immessa sul
mercato;
Nel breve termine, quindi per limitate variazioni del volume produttivo, la scelta del volume
ottimo un scelta "angolare":
Nel medio termine, al variare del volume di produzione, ma rimanendo a tecnologia data, torna a
valere la legge dei rendimenti decrescenti, per cui:
P Kost, C' funzione crescente (almeno Cv' > 0) --------> Esiste un equilibrio non "angolare"
Impostazione di problemi di breve termine
Visione estensiva o intensiva:
Le due formulazioni sono identiche, a pari quantit venduta, in caso contrario, necessario
introdurre dei costi che monetizzano l'opportunit di vendita persa (costi opportunit)
Costi d'impianto
Nellimpiantistica si tende ad operare una distinzione tra costi di impianto e costi di esercizio.
Costo di impianto
E la somma di tutti i costi che limpresa deve sostenere per avere limpianto pronto a produrre.
Cosa ce dentro?
Ingegneria; acquisto del terreno e realizzazione dellimmobile; acquisto degli impianti, macchine,
attrezzature e parti di ricambio; installazione e montaggi; beni immateriali (know-how, brevetti,
licenze, ecc.); costi vari (rete vendita, assunzioni, legali, ecc.)
Costo di esercizio
La definizione dei costi di esercizio si lega alle tecniche di contabilit analitica, e alle problematiche
di allocazione dei costi indiretti. In un problema affrontato in formulazione duale entrano in gioco
anche i costi opportunit:
Vendite perse (Lunghezza degli attrezzaggi (setup), Indisponibilit degli impianti (mancata
produzione))
Obsolescenza di prodotto
Il costo di mancata produzione rappresenta il costo opportunit che lazienda sostiene per il
fatto che gli impianti, per errata progettazione o conduzione, non rispondono alla domanda di
mercato. Come ogni costo opportunit, non corrisponde quindi ad un vero flusso di cassa
(transazione) ma piuttosto un costo figurativo, che l'impresa percepisce in termini di riduzione
del volume produttivo e quindi di mancato reddito.
La vita utile
Definizione:
Vita di prodotto, legata alle dinamiche del mercato (cf. LP vs. CD vs. MP3).
La vita utile data dallorizzonte temporale che massimizza il NPV di un impianto, previa stima di:
Investimenti iniziali, Andamento nel tempo dei costi di esercizi, Andamento nel tempo dei ricavi,
Andamento nel tempo dei costi di eventuali alternative di produzione
Il NPV (Net Present Value) o Valore Attuale Netto, una metodologia tramite cui si definisce il
valore attuale di una serie attesa di flussi di cassa, non solo sommandoli contabilmente ma
attualizzandoli sulla base del tasso di rendimento.
5. Affidabilit e disponibilit di componenti e sistemi
Analisi affidabilistica
Scopo dellanalisi affidabilistica comprendere le problematiche di guasto che, su base statistica,
affliggono un impianto rendendolo indisponibile alle attivit produttive.
stimare il costo della non disponibilit, uno dei costi (opportunit) che concorrono a
determinare il costo di esercizio dellimpianto;
Lo studio del problema affidabilistico si configura pertanto come lo studio, su basi statistiche, delle
interazioni tra questi elementi.
Componenti non riparabili: sono quei componenti che, se subiscono un guasto nel tempo
di missione, fanno fallire la missione stessa (Reattori chimici di processo, Motore Aereo (se
osservato durante un volo)
Per ciascuna di queste tipologie di componenti si formulano misure diverse della performance
affidabilistica.
Ntot = 224 lampadine; Ng(t) = numero lampadine guaste in t; Nf(t) = numero lampadine
funzionanti in t
Con riferimento alla tipologia di elementi in prova, si definisce affidabilit al periodo t il valore:
Se stessi cercando una misura dellaffidabilit, ovvero una misura della probabilit che un
componente si guasti ad un determinato tempo, F(t) sarebbe tutto quello di cui ho bisogno (es.
Selezione del corretto tipo di componente che mi assicura un buon funzionamento su un tempo di
missione noto). Spesso, per, il problema affidabilistico (e conseguentemente manutentivo) si
pone in modo diverso: Quando corretto sostituire / manutenzionare il componente?
Proviamo a calcolare questo valore in modo intuitivo: devo misurare uninterazione tra quei
componenti che : non essendosi guastati tra 0 e t si guasteranno nel prossimo dt.
Espresso in questo modo, vediamo come il tasso di guasto esprima anche la riduzione percentuale
dellaffidabilit ad un istante t.
Quando il tasso di guasto costante la fenomenologia di guasto assume una dinamica di tipo
esponenziale negativo.
o Il valore medio di R(t) = e-zt pari a 1/z. Esso equivale alla vita media del
fenomeno studiato;
o Il valore medio della vita di un componente anche detto tempo medio al guasto
(Mean Time To Failure, MTTF)
Astraendo, e supponendo che Uptime e DownTime siano modellabili usando il valore medio delle
loro occorrenze, si ottiene:
Mean Time To Test (MTTT) il tempo che mediamente intercorre tra due messe in prova del
componente riparabile non autoevidenziante in esame.
A = 1 MTTT/(2MTTF)
1) Sistemi non riparabili: sistemi in cui il primo passaggio dallo stato di funzionamento a quello
di guasto irreversibile. In questo caso se ne esprime laffidabilit (R=Reliability), ovvero la
probabilit che il sistema non si guasti entro il tempo di missione t.
Sistemi serie (non ridondati): sono quelli che risultano guasti non appena si guasta un
componente;
Sistemi parallelo (ridondati): sono quelli che non si guastano appena si guasta un
componente, ma continuano ad assicurare loutput richiesto dal sistema. Si distinguono in:
Sistemi a funzionamento parziale ammesso (FPA): loutput del sistema accettabile anche se
non integralmente fornito. (es. Sistemi che elaborano delle portate)
Stand-by freddo: nel caso in cui il componente di riserva sia disattivo quando il componente
normale operativo;
Stand-by caldo: nel caso in cui il componente di riserva sia comunque utilizzato, magari a
regime ridotto, quando il componente normale operativo. In questo modo il componente di
riserva subito pronto ad intervenire.
E' da sottolineare il fatto che, in generale, gli schemi a blocchi non trovano corrispondenza nello
schema funzionale dell'impianto. Essi rappresentano graficamente la dipendenza logica dell'evento
"guasto del sistema", dall'evento "guasto di un certo componente", cosa che, in generale, non
corrisponde allarticolazione fisica e funzionale del sistema considerato.
4.La progettazione degli impianti: Bufferizzazione
Definizione
Si definisce buffer accumulo temporaneo di uno stock di Pezzi, Fluidi, Energia (nelle sue forme
accumulabili)
Esprimendo la produzione del generatore come una generica funzione P(t), nel caso in qui questa
sia pari alla Rmed si ha che:
Si definisca una politica di utilizzo del generatore. In termini analitici, questo porta alla
definizione della funzione P(t);
Si tracci lintegrale nel tempo della funzione di produzione P(t) e della funzione R(t), come fatto
nella figura alla pagina precedente;
Si determini la funzione V(t) come differenza tra le due funzioni integrali; in simboli:
La dimensione D dellaccumulatore pari a:
In tutti i casi in cui non si sia dimensionato il generatore sulla potenzialit media, si ricordi che:
In ogni caso, la produzione cumulata ed il consumo cumulato del servizio devono uguagliarsi alla
fine del periodo, pena linutilit del punto di disaccoppiamento progettato
Modulando la potenzialit erogata, pur rimanendo sempre nella condizione in cui la Pmax del
generatore inferiore alla Rmax, si riesce a ridurre la dimensione dellaccumulatore, lavorando
sopra la media quando la richiesta delle utenze pi elevata, e lavorando sotto la media nei casi
speculari
Se la regolazione del generatore solo del tipo ON-OFF, valgono le medesime considerazioni del
punto precedente, dove ovviamente la politica di gestione del generatore si complica in virt della
maggiore rigidit dellimpianto
Dispositivi di handling
Tipologia di vincolo alla mobilit
sistemi senza vincoli di mobilit ossia con percorsi variabili (es. carrelli industriali)
Tipologia di operativit
continui: le fasi operative avvengono con continuit e simultaneit (es. nastri trasportatori,
rulliere).
Potenzialit di trasporto
P = Q/Tc
Tc: tempo complessivo di un ciclo, somma dei tempi di: Carico, Trasferimento, Scarico, Ritorno a
vuoto (eventuale), Attesa (eventuali interferenze, code)
Tempi variabili: tempi di traslazione (orizzontale o verticale) che dipendono dalle distanze e dalle
prestazioni cinematiche dei carrelli.
Tempi fissi: tempi standard che non dipendono dalla locazione delle UdC (segnalazione, ciclo
forche, curve)
P=QV/d
v: velocit convogliatore
Nei sistemi di trasporto continui le tre fasi di carico, trasporto, scarico sono simultanee.
La potenzialit quella teorica di un singolo tratto, la potenzialit del sistema data dal collo di
bottiglia.
I colli di bottiglia
Le risorse di cui dotato il sistema produttivo non sono tutte in grado di assicurare la stessa
capacit produttiva
Allinterno di un sistema produttivo, si dice che esiste un collo di bottiglia se vi una particolare
fase / risorsa che ne limita la capacit produttiva complessiva
Un collo di bottiglia si dice statico se la risorsa vincolante non cambia nel tempo. In queste
condizioni, ci sono delle risorse che sono critiche a capacit, mentre altre sopporteranno
strutturalmente degli stand-by. Ad esempio, si consideri il sistema monoprodotto non perturbato
(assenza guasti) illustrato a seguire
Un collo di bottiglia si dice dinamico se la risorsa vincolante cambia nel tempo, in funzione delle
condizioni operative o del mix di produzione. Ad esempio, si considerino i seguenti esempi:
di potenzialit, se la risorsa limitante si caratterizza per avere ritmo standard inferiore a quello
delle altre risorse, nellambito di produzione di un determinato codice
di utilizzo, se la risorsa limitante si caratterizza per avere un tempo di utilizzo inferiore alle altre
(es. turnazione ridotta)
di conformit, se la limitazione nella capacit produttiva deriva da una bassa resa di conformit
La bufferizzazione per eliminare i colli di bottiglia
Gli strumenti di analisi
Per fare questo possibile aiutarsi con dei grafici che riportano, nel tempo, i flussi di immissione
e di prelievo dal buffer: integrando la loro differenza si ottiene la consistenza istantanea del buffer
In parallelo alle tipologie di colli di bottiglia, si possono progettare buffer per interagire con
problematiche di: di potenzialit, di utilizzo, di disponibilit, di flessibilit, di conformit