La metrologia è la scienza delle misure. In questo campo non vi è mai una consapevolezza o una certezza
assoluta sull'oggetto di studio.
La misura serve per eseguire monitoraggio e diagnostica di operazioni e processi, nonché il loro controllo;
inoltre serve nelle analisi per mezzo dell'ingegneria sperimentale, per poter acquisire conoscenze e validare un
modello, quindi per identificare e collaudare dei modelli.
Il fatto che la strumentazione utile a compiere misure sia di facile accesso (reperibile e economica) non implica
una semplicità di esecuzione delle misure, infatti non esiste un metodo assoluto, comune a tutte le misure, che
argini dalla possibilità di incappare in errori.
Significato di misurare:
“Io spesso affermo che quando puoi misurare ciò di cui stai parlando e lo puoi esprimere in numeri, tu conosci
qualcosa di ciò, ma quando non puoi esprimerlo in numeri, la tua conoscenza è povera ed insoddisfacente” -
Lord Kelvin
Definizioni (UNI 4546)
➢ Misurazione: atto del misurare, uso di uno o più strumenti, eventuale elaborazione matematica e la
necessaria valutazione della qualità del risultato. Procedimento attraverso il quale si assegnano valori
numerici a rappresentazioni di grandezze fisiche
➢ Misura: risultato dell'operazione di misura
➢ Parametro: è ogni grandezza, pertinente a un sistema fisico, alla quale è necessario assegnare valori per
descrivere
○ Il sistema stesso e il suo stato
○ La sua evoluzione
○ Le sue interazioni con altri sistemi e l'ambiente
▪ Alcuni parametri, quali i vettori, non possono essere espressi per mezzo di scalari, ma
verranno usati matrici, tensori, numeri complessi.
➢ Misurando: parametro sottoposto a misurazione
Tipi di grandezze
➢ Estensive: vale la somma; confronto eseguito in termini di rapporti (lunghezze, correnti, portate)
➢ Intensive: esprimono un ordine, non vale la somma e i rapporti valgono solo in termini di differenze
rispetto a valori di riferimento; definiscono un modo di essere della materia. Solitamente sono misurate
in modo indiretto (pressioni, potenziale elettrico, temperatura)
Le proprietà intensive sono quelle proprietà che non dipendono dalla quantità di materia o dalle dimensioni
del campione, ma soltanto dalla natura e dalle condizioni nelle quali si trova. Al contrario una proprietà si dice
estensiva se dipende dalle dimensioni del sistema.
I metodi di misurazione
È la procedura che regola la modalità in cui si esegue una misura, può essere un metodo diretto o indiretto.
Metodo di misura indiretto
Il misurando non viene messo a confronto con un campione di misura omogeneo, ma viene ottenuto
elaborando dei risultati di misure dirette su grandezze che sono collegate a quella di interesse. Questo
metodo di misura è quello utilizzato da trasduttori elettrici.
Altri metodi di misurazione sono quelli per deviazione, ovvero attraverso lo spostamento di un indice e per
azzeramento, ovvero attraverso il confronto con un campione materiale. A sua volta il metodo per
azzeramento può essere eseguito per opposizione, come con una bilancia a bracci; o per sostituzione, come
nelle misure con il comparatore, in cui si identifica il delta di misura tra il nostro pezzo e un campione
materiale noto.
Una misura costa
Per questo motivo è necessario che sia adeguata alle esigenze della situazione specifica, quindi è buona norma
valutare anche dal punto di vista economico la misura, senza utilizzare strumenti dalle caratteristiche troppo
spinte dove non è richiesto.
Modello di misura
Va preparato per misurare solo ciò che realmente serve del fenomeno e in modo efficace, quindi per prima
cosa si elabora un modello di come avviene il fenomeno e di come è l'oggetto della misura, si schematizza il
tutto, si scegli lo strumento più adeguato e la strumentazione migliore per il caso in analisi e soprattutto ci si
assicura che le misure siano necessarie allo scopo.
Secondo la UNI un modello è un "insieme organico di relazioni tra valori di parametri, descrivente le interazioni
e/o l'evoluzione dei sistemi".
È importante sottolineare che non esistono dei modelli migliori di altri, ma solo modelli più efficaci di altri nel
rappresentare le caratteristiche dell'applicazione per cui le misure vengono fatte.
Grandezze principali e disturbi
Una grandezza è l'oggetto della misura, ma la misura è influenzata anche da altre grandezze che sono
chiamate da grandezze di disturbo. I principali disturbi che influenzano una misura sono ad esempio la
temperatura, l'umidità, lo stato di sollecitazione, ma non sempre sono identificabili i fenomeni che causano dei
Ovvero è la differenza tra il valore vero e la lettura della misura; quindi il valore vero esiste solo
convenzionalmente poiché non è noto e in ultimo l'errore non è conoscibile.
Le componenti dell'errore sono di due tipi:
1. CASUALE: dovuta a variazioni non prevedibili o casuali nel tempo e nello spazio delle
grandezze di influenza. È un tipo che dà luogo a variazioni in osservazioni ripetute sul
misurando e non è possibile correggerla ma ridurla aumentando il numero delle
osservazioni.
2. SISTEMATICA: non è totalmente eliminabile ma può essere corretto in quanto la grandezza
d'influenza produce un effetto sistematico.
Quindi si può affermare che il valore vero della misura si trova all'interno di un intervallo di valori
INCERTEZZA:
- Si fa riferimento alla sola componete casuale (in particolare a un modello probabilistico di tipo
gaussiano). Ogni effetto di errore sistematico messo in evidenza deve essere eliminato e corretto
prima delle misure, ma anche questa correzione sarà affetta da un gradi di incertezza.
- Quando un errore sistematico non è conoscibile, allora non può essere nemmeno correggibile e
rientrerà nella stima dell'incertezza.
- L'incertezza può essere espressa in termini di accuratezza, ovvero l'accordo tra il risultato di una
misura e il valore del misurando.
- Solo le definizioni hanno incertezza nulla!
- L'incertezza di misurazione non può essere ridotta a piacere, limiti fisici e economici a questo
processo di riduzione creano dell'incertezza intrinseca.
INCERTEZZA INTRINSECA
Si definisce come la minima incertezza che può essere assegnata nella misura di un parametro
fissato un modello descrittivo della grandezza.
Le principali fonti di incertezza sono 4
1. La non costanza dello stato del sistema tra le misurazioni
2. l'incompleta definizione del sistema stesso
3. La presenza d effetti strumentali
4. l'incertezza intrinseca del misurando
Proprio a causa dell'incertezza di misura noi non possiamo dire che una misura è uguale all'altra
ma dobbiamo dire che due misure sono tra loro compatibili. Quindi affinché due misure siano tra
loro compatibili è necessario e sufficiente che almeno un elemento sia comune a tutte le fasce di
valore (insieme di misure mutuamente compatibile.)
E da questa formula possiamo notare come l'incertezza diminuisca all'aumentare del numero di
misurazioni, infatti il denominatore cresce di numero.
Al termine delle operazioni di misura, la misura del misurando è data da:
Incertezza di tipo B
Non si basa sull'analisi statistica di diverse osservazioni, ma sfrutta mezzi diversi.
È ottenuta da una densità di probabilità ipotizzata sulla base del grado di credenza del verificarsi di un
evento (probabilità soggettiva)
Per una stima xi della grandezza di ingresso Xi, che non è stata ottenuta da osservazioni ripetute, la
Inoltre nella norma si definiscono i multipli e i sottomultipli delle unità fondamentali, le loro regole di
scrittura e viene definito anche il decibel (dB), che risulta fondamentale in molti tipi di misure.
Lunghezza: ha per unità il metro ed è la distanza percorsa nel vuoto dalla luce nell'intervallo di
tempo (1/299 792 458)s
Tempo: ha per unità il secondo ed è pari a 9 192 631 770
periodi della radiazione emessa nella transizione tra due particolari
livelli energetici dell'atomo di cesio-133
Massa: ha per unità di misura il chilogrammo uguale alla massa del campione in platino-iridio
conservato a Sévres e che nelle intenzioni originarie doveva equivalere alla massa di 1 dm3 di acqua
pura a 4 °C
DECIBEL
Il decibel è introdotto per indicare il rapporto tra due potenze. Si dice che
E invertendo p1 con p2 il segno del decibel cambia. E di norma P1 è un valore di riferimento fissato da
delle norme.
Supponiamo che p2 e p1 siano potenze associate a una corrente attraverso una resistenza (dissipate su
una resistenza). Posso sostituire al valore della potenza il suo valore espresso come rapporto tra tensione
al quadrato e resistenza. Sfruttando le proprietà dei logaritmi isolo resistenze e tensioni.
Adottando il decibel come unità di misura all'interno di una disciplina o di un settore esso diventa un unità
di misura assoluta.
Esempi numerici con il decibel:
Si dice risoluzione del convertitore la minima variazione in ingresso che il quantizzatore riesce ad
apprezzare. Questa corrisponde al valore del bit meno significativo e si calcola come:
Il convertitore genera delle tensione di confronto chiamate livelli di soglia; che, in base agli N stati
permessi dal convertitore, questi livelli sono in numero N-1.
Non vi è un legame lineare a gradino tra ingresso e uscita del convertitore; infatti agli N intervalli in
ingresso che genera corrisponde un unico valore in uscita.7nella pratica i livelli soglia sono i primi N-1 stati
Un metodo per ridurre quindi l'errore di quantizzazione è quello di, nel caso in cui il segnale in ingresso G
sia molto minore di (FSmax - FSmin), è quello di amplificare G affinché utilizzi tutta la scala del convertitore
senza però andare a saturare tutta la scala.
Altri metodi per migliorare la risoluzione e quindi ridurre l'errore sono quelli che comportano la modifica
del fondo scala, infatti abbiamo 2 casi, uno in cui con fondo scala simmetrico e segnale sempre
simmetrico rispetto all'asse delle ascisse, si può ridurre il fondo scala in modo da aumentare la risoluzione
considerando valori massimi e minimi vicini al massimo e al minimo del segnale.
Un altro metodo, se non è permessa la scelta di un fondo scala asimmetrico (per misurare un segnale con
valor medio nullo) si può eliminare il valor medio (soppressione della media) del segnale e quindi traslarlo
in modo che sia simmetrico all'asse. Questo è possibile se e solo se il segnale di interesse ha valor medio
senza significato fisico o di interesse per la misura finale.
Soppressione della media
È un processo che consiste nell'eliminazione del valore medio dal segnale in ingresso. Questo è possibile
attraverso due vie:
1. Sommatore analogico di tensione: che genera una tensione DC uguale e contraria al valore medio
del segnale
2. Modalità AC: si filtra dal segnale la componente armonica a frequenza di 0Hz. Per applicare questo
metodo si utilizza un filtro passa alto (HP) che genera una distorsione alle basse frequenze. La
regola generale dice che se applico un filtro al canale, allora tutti i canali devono essere filtrati alla
stessa maniera.
Il campionamento
Discretizzare un segnale lungo l'asse dei tempi significa comprendere quante volte al secondo il segnale
viene campionato, cosa succede se il segnale è osservato troppo spesso e cosa se osservato troppo poco.
Campionare un segnale analogico significa convertire V(t) in una sequenza di dati digitali (t i,Vi)
In un segnale campionato sia la grandezza V(t) che il tempo t sono espressi in forma discreta.
l' errore di aliasing è un errore che non è correggibile a posteriori, ma bisogna evitarlo a priori inserendo
filtri anti-aliasing a monte del convertitore o alzando la frequenza di campionamento. I filtri anti-aliasing
sono filtri LP che tagliano tutte le frequenze del segnale superiori a fc/2
Anche i filtri LP sfasano il segnale, quindi vanno filtrati tutti i canali o bisogna analizzare il ritardo inserito e
correggerlo.
Nella pratica si usa il coefficiente 2.56 e non 2 perché è come applicare un coeff. Di sicurezza, infatti
essendo il filtro analogico esiste una zona di transizione nella quale bisogna porre un'attenzione
maggiore.
Configurazione di ingresso
- T= trasduttore della grandezza fisica G(t)
- C= modulo di condizionamento
Tempo di conversione
È il tempo necessario ad ogni convertitore ADC per eseguire il campionamento (t a)
Se una grandezza G varia durante ta l'errore vale ΔG
Sample & hold (S/H)
È uno strumento utilizzato per campionare correttamente segnali tempovarianti. Questo
elemento opera mantenendo costante il valore G(t) fino alla conversione A/D
Massima frequenza di campionamento
Il valore massimo della frequenza di campionamento dipende da vari parametri:
- Aperture time (ta)
- Solo nei sistemi multicanale con convertitore singolo influisce il numero di canali: il clock del
sistema ADC va ripartito tra tutti i canali (ad esempio un sistema composto da 10 canali, con
massima frequenza di campionamento pari a 1.25MS/s avrà una frequenza di campionamento
effettiva per canale di 125 kS/s)
Tempo totale di acquisizione
Una volta che il fondo scala è stato fissato per ogni canale del convertitore e scelta la frequenza di
campionamento, resta da impostare il tempo totale di acquisizione (T)
Questo tempo determina il numero di campioni N acquisiti per ogni canale
I due possibili criteri di scelta di T sono:
1. Durata temporale del fenomeno fisico
2. La risoluzione di δf analizzando i dati nel dominio delle frequenze:
La distanza tra le righe dello spettro delle frequenze è 1/T, infatti il numero delle righe delle righe dello
spettro di una storia di N punti è N/2, e quindi il
Se il numero di campioni N non è impostabile dall'utente, ma è fisso; allora si deve trovare il miglior
compromesso tra la frequenza di Nyquist e il passo in frequenza (risoluzione di df)
Il trigger
È un tipo di acquisizione che permette di iniziare la registrazione dei dati ad un istante t 0 sincronizzato con
il fenomeno.
Esso permette di iniziare l'acquisizione quando un segnale preso come riferimento supera un prefissato
livello (TL, trigger level) o con una prefissata tangente (slope +/-)
Sono di due tipi:
1. Internal trigger: uno dei canali in acquisizione
2. External trigger: segnale esterno significativo per il fenomeno in analisi (martellata che mette in
vibrazione una struttura)
Campionamento sincrono e asincrono
Campionamento asincrono: i campioni vengono acquisiti a intervalli di tempo costanti, quindi detto il
tempo tra due acquisizioni successive, la frequenza di campionamento si definisce come
Campionamento sincrono: i campioni vengono acquisiti in maniera sincrona con un evento. Questo tipo di
campionamento è utile nel caso in cui si stia analizzando un fenomeno fisico per cui il periodo sia
significativo per la grandezza da acquisire. Ad esempio con la rotazione di un rotore l'acquisizione
sincrona con la velocità angolare fa sì che le vibrazioni dell'albero abbiano componenti
A. Sincrone con la frequenza di rotazione, 1 x giro = sbilanciamento
B. Sincrone con i multipli della frequenza di rotazione, 2 x giro = differenti rigidezze di rotori
orizzontali, disallineamenti
C. Sincrone con i sottomultipli della frequenza di rotazione, 0.5 x giro = instabilità
In questo tipo di acquisizione il numero di campioni per periodo di tempo è costante
Problema del riferimento di massa
La sorgente del segnale è una differenza di potenziale tra due punti (tensione):
1. Il segnale può essere riferito alla massa del sistema a cui il trasduttore è vincolato
2. Il segnale in tensione non è riportato a un riferimento assoluto (terminali indipendenti dalla terra)
Anche per i sistemi di misura si possono avere 2 schemi, per quanto riguarda il riferimento di massa,
consideriamo per esempio il caso di un sistema di acquisizione multicanale:
1. Differential o non referenced measurment system, ovvero un sistema a 8 canali differenziali tipo
scheda NI, in cui l'uscita del segnale è compresa tra (V+ - V-)*A; dove A è il guadagno.
AIGND (analog input ground) è il riferimento di massa del sistema di misura.
l'uso di un segnale sinusoidale si presta bene alla rappresentazione di segnale periodici, mentre la somma di
impulsi è più adatta per la rappresentazione di transitori, anche se nulla impedisce di fare il contrario, ovvero
analizzare segnali periodici come la somma di impulsi e segnali transitori come la somma di sinusoidi.
In particolare quando analizziamo un segnale come somma di sinusoidi viene utilizzata un'analisi comune in
meccanica che è quella di Fourier; mentre quando analizziamo un segnale come la somma di impulsi, il metodo
analitico scelto è quello di Laplace.
Teorema fondamentale
Un qualsiasi segnale può essere visto come somma di un numero (eventualmente infinito) di componenti
armoniche.
Questo ci consente di scomporre un segnale come la somma di tante componenti armoniche e quindi di
studiare quali frequenze sono presenti all'interno del segnale stesso.
Con componente armoniche si intende una sinusoide.
Nei sistemi lineari, nota la risposta a ciascuna delle componenti armoniche, la risposta a una somma di
armoniche è la somma delle risposte alle singole componenti.
Quindi il problema delle misure dinamiche ha come punto di partenza la scomposizione del segnale come una
somma di sinusoidi, per questo motivo vanno analizzati attentamente gli algoritmi di Fourier e le loro
conseguenze da un punto di vista operativo.
Gli algoritmi di Fourier
Analisi di Fourier
Questa effettua un passaggio di dominio da quello del tempo a quello delle frequenze, lasciando il
contenuto di informazione assolutamente inalterato che pertanto implica che il passaggio sia
completamente reversibile.
Lo spettro
Per i segnali provenienti da dei trasduttori si può pensare che la trasformazione da tempo a frequenza
sia sempre possibile, dunque un qualsiasi segnale sia sempre scomponibile come la somma di sinusoidi.
L'armonica è la proiezione di un vettore rotante sull'asse verticale. Una singola sinusoide infatti
può essere vista come la proiezione sull'asse reale o immaginario di un vettore che ruota a
velocità angolare ω nel piano complesso.
Più rigorosamente la sinusoide può essere vista come la composizione di due vettori che ruotano
La presenza di due vettori controrotanti giustifica la presenza di frequenze negative nei cicli che
eseguono l'analisi di Fourier.
Grandezze significative
2. θ, l'argomento
Più armoniche per un segnale…
Se un segnale viene scomposto secondo gli algoritmi di Fourier e si ottengono più sinusoidi, poiché vale
il principio di sovrapposizione degli effetti, quanto viene osservato per una singola sinusoide vale anche
per il segnale complessivo sommando le valutazioni sulla singola armonica.
Quindi la funzione g(t) può essere scomposta in una serie di funzioni armoniche a frequenze f n equispaziate:
- f=1/T è detta frequenza fondamentale
- fn=nf, con n intero, è la generica frequenza
- La varie componenti in frequenza risultano quindi spaziate di f --> risoluzione in frequenza
◊ I coefficienti an, bn derivano dalla minimizzazione delle differenze tra g(t) e la sommatoria delle
funzione armoniche, elevate al quadrato.
- l'espressione dello sviluppo di Fourier può essere vista con la sommatoria estesa anche alla componente
a frequenza nulla (n=0), ponendo:
◊ Ogni termine della sommatoria è complesso, quindi definito da un modulo e una fase, e può
essere visto come un vettore rotante nel piano di Gauss. ϕn è l'angolo fra Cn e l'asse reale per t=0
◊ Le proiezioni sull'asse reale di questi vettori concorrono a formare la g(t)
Conclusione
➢ La trasformazione nel dominio delle frequenze definisce lo spettro della g(t), ossia l'insieme dei
vettori rotanti definiti dall'analisi di Fourier
➢ Lo spettro è discreto, ci sono solo le componenti con frequenza nf multipla di quella
fondamentale, che vengono dette armoniche
➢ Nel dominio delle frequenze il segnale g(t) è visto come la somma di infinite armoniche
➢ Se il segnale g(t) è continuo e privo di cuspidi, il contributo delle armoniche superiori è via via
meno importante, fino a divenire trascurabile per la ricostruzione del segnale.
L'analisi secondo Fourier: Funzione NON Periodica
Nel caso in cui la funzione da analizzare non fosse periodica, allora la si rende tale, in particolare avremo che il
periodo T della funzione sarà dato dal periodo della finestra di osservazione.
Quindi la frequenza fondamentale non è più data dall'armonica più bassa presente nel segnale, bensì dalla
durata di osservazione; questa frequenza però vale ancora f=1/T.
Le frequenze successive sono distanziante di un valore Δf pari proprio a 1/T, e questa distanza delle linee dello
spettro viene detta risoluzione in frequenza.
Esempio: analisi di Fourier su un onda quadra
È possibile ricostruire come somma di sinusoidi qualsiasi segnale, ad esempio anche un onda quadra di periodo
noto.
1. Ricostruire l'onda quadra con una sola armonica (una sola funzione seno) con periodo noto
Se non ho a disposizione sufficienti armoniche il segnale viene smussato
La scelta della durata della finestra di acquisizione quindi è importante per eseguire una corretta analisi
rappresentativa del fenomeno osservato. T deve essere sufficientemente grande per poter risolvere tutte le
armoniche a minor frequenza presenti nel segnale da acquisire, quindi bisogna stimare a priori il contributo in
frequenza del segnale misurato.
Una volta fatta l'assunzione della periodicità del segnale entro la finestra di osservazione, la funzione acquista
potrà essere analizzata attraverso la serie di Fourier.
Quindi: poiché la serie di Fourier produce spettri a righe definiti dalla frequenza 0 alla frequenza ꚙ, la
frequenza fondamentale sarà in funzione della lunghezza della finestra T e avrà lo stesso valore della
risoluzione in frequenza, ovvero f=1/T
Esempi:
Esempio 1
Esempio 2
Esempio 3
Un ulteriore passo da fare per avvicinarsi al caso reale di un segnale acquisito sperimentalmente è prendere
una funzione g(t) campionata con frequenza fc da t=-ꚙ a t=+ꚙ. Lo spettro è continuo ma limitato a una
frequenza pari a fc/2 per problemi di aliasing.
Infine il caso reale prevede una funzione g(t) campionata con frequenza f c in un intervallo di tempo finito 0-T.
la funzione si considera periodica e il suo periodo vale quanto la durata della finestra di osservazione. Lo
spettro allora risulterà a righe proprio perché la funzione è periodica e verrà limitato per gli stessi problemi di
Il segnale così ricostruito è composto di N componenti armoniche (compreso il valor medio a frequenza nulla),
ma non tutte sono utilizzabili a causa dell'aliasing. Ne deriva che sono affidabili solo quelle armoniche con
frequenza minore di fc/2 e per il criterio di Nyquist anche multiple di 1/T.
Esempi
Esempio 1
Esempio 2
Quindi, fissato il numero di campioni da raccogliere, e scelta un'altra dimensione come parametro, abbiamo
queste relazioni:
Dunque il passaggio attraverso una finestra rettangolare serve a estrarre una parte di segnale dal senale
originale.
Nella realtà quindi si può dire che il segnale considerato passi attraverso due stadi
1. Viene moltiplicato per la finestra rettangolare w(t)
2. Viene moltiplicato il segnale finestrato per una funzione costituita da una serie di impulsi di ampiezza
unitaria ed equispaziati di una quantità Δt pari all'intervallo di campionamento.
Quindi può risultare che le prime frequenze dello spettro siano in realtà prive di senso, dovute alla forzata
periodicizzazione del segnale, ma quelle di ordine superiori saranno effettivamente presenti all'interno del
segnale.
Il problema da analizzare è quindi quello del legame tra la funzione e la durata T della finestra di osservazione.
Infatti lo spezzone di segnale acquisito non contiene necessariamente un numero intero di periodi; tuttavia
calcolarne la trasformata di Fourier implica che il segnale sia reso periodico di periodo T. il risultato è quindi
un'approssimazione dello spettro reale a meno dell'effetto finestra.
Definiamo
➢ T= durata dello spezzone di segnale acquisito
➢ T0= periodo vero del segnale
→ Allora T>>T0
L'effetto finestra consta a sua volta di due termini:
A) Dilatazione delle righe spettrali: al posto delle righe spettrali si osservano picchi a banda stretta ma
finita.
Questo è dovuto al fatto che la riga teorica associata alla frequenza del segnale si trova in una posizione
non consentita dall'algoritmo di Fourier, e quindi il contenuto energetico del segnale si disperde su
parecchie righe dello spettro. Questo errore si dice errore di leakage, e può essere ridotto aumentando
T, infatti più è larga la finestra, più la larghezza delle bande si restringe e in definitiva la risoluzione in
frequenza aumenta.
B) Creazione di picchi artificiali, dovuti all'eventuale presenza di periodi che non sono stati completati agli
estremi dello spezzone.
Esempio:
È importante notare che la costante elastica K non è realmente una costante, ma si comporta come una
funzione
Per garantire le condizioni per una buona taratura (in qualità) è necessario
- Controllo sulle condizioni ambientale durante l'esecuzione delle misure
- Corretto riscaldamento dello strumento prima di eseguire la misura
- Ripetizioni di più cicli di misura in momenti diversi, ordine sparso, quindi non con valori simili
➢ Sempre crescenti poi decrescenti (verifica di isteresi e attriti)
➢ Azzerare lo strumento tra due misure successive
➢ Verifica della sensibilità a piccoli incrementi
➢ Identifico le grandezze di disturbo
Durante la taratura ha il procedimento inverso della misura, infatti sull'asse delle ascisse ho le letture, e su
quello delle ordinate la massa
Grandezze di influenza
È una grandezza diversa dal misurando che altera la misura, quindi nell'operazione di taratura queste
grandezze vanno fissate così che l'uscita dipenda solo dal misurando.
Il variare della grandezza di influenza distorce completamente la curva di taratura
Caso reale
Non tutto il disturbo è eliminabile, infatti nel caso reale si ha sempre dell'incertezza che rende più complicato
capire il legame tra ingressi e uscite. Questa incertezza è dovuta al fatto che ad esempio, già lo stesso
campione che prendiamo per eseguire la taratura ha una sua incertezza.
Come si nota sulla seconda curva, il controllo delle condizioni ambientali limita l'intervallo dell'incertezza.
La distribuzione dei dati nella taratura statica
l'esperienza sperimentale dimostra che, solitamente, i dati si distribuiscono secondo la funzione gaussiana.
Poiché ovviamente il numero di dati a disposizione è un numero discreto, possiamo calcolare in questo modo i
valori che caratterizzano la distribuzione di tipo gaussiano:
Variazione casuale
Si supponga di avere una sola misura q in corrispondenza di un valore di riferimento. Poiché i dati
seguono la gaussiana, anche se N è piccolo abbiamo il 68% delle probabilità che la misura risieda
nell'intervallo compreso tra
Questo però vale solo nel caso in cui abbiamo a nostra disposizione parecchie misure ripetute con quello
stesso strumento, d'altro canto, se non posso disporre di uno storico delle misure di quello strumento, ma
posso ottenere da norme o da esperienze precedenti con strumenti uguali, tratto i dati di queste fonti
riportandoli sul mio stesso strumento, come se esso fosse affetto da un'incertezza di tipo B
La curva di taratura
Quindi:
➢ È una relazione biunivoca tra ogni valore fornito dallo strumento e il corrispondente valore assegnato
del misurando
➢ Sarà corredata da un'opportuna fascia di incertezza
➢ In quanto funzione interpolante risulta definita anche per valori del misurando per i quali la taratura
non è stata direttamente effettuata
Il diagramma di taratura
Il diagramma di taratura è diverso dalla curva di taratura stessa!
Normato dalla UNI 4546, è una relazione che permette di ricavare da ogni valore di lettura fornito da un
dispositivo la misura da assegnare al misurando.
Incertezza strumentale
È un'incertezza associata al valore dato dalla curva di taratura per garantire la compatibilità della misura
corrispondente alla lettura effettuata. Avendo a disposizione sia la curva di taratura che l'incertezza
strumentale si hanno a disposizione tutte le informazioni per passare dalla lettura alla misura.
Ottenere la curva di taratura
l'algoritmo è stato ottimizzato per l'esecuzione su macchine computazionali, ma il suo funzionamento è il
seguente:
Si cerca di interpolare i punti ottenuti con l'operazione di taratura, in modo da avere un'espressione
analitica che consenta una rapida e facile conversione dal valore letto al valore della grandezza da
misurare.
Ovviamente la curva che interpola i punti può essere una retta, quindi si parla di regressione lineare e lo
strumento tarato è lineare; ma si possono avere altre funzioni interpolanti, come ad esempio parabole o
funzioni non polinomiali.
Best fitting
È proprio l'operazione di ricerca di una relazione lineare che interpoli al meglio i dati ottenuti
sperimentalmente.
Se lo strumento è lineare, per identificare i due parametri della retta occorrono almeno 2 punti di
misura, dopo di che si procede a una individuazione deterministica della retta. Se i punti invece sono più
di due, si passa invece a procedimenti di minimizzazione, quindi si cerca la retta che mediamente segue
meglio l'andamento dei punti, senza passare necessariamente per uno di questi.
Per determinare la retta che meglio interpola i punti si utilizza il metodo ai minimi quadrati, risolvendo
per ogni punto l'equazione y(xp)=a xp + b e risolvendo il sistema che si genera per individuare a e b
Costante di taratura
Errori di taratura
Errori di risoluzione
Questo errore lo si commette quando uniamo, con l'ipotesi di continuità, due punti di taratura non
conoscendo i valori intermedi.
Trovare la risoluzione dello strumento significa trovare la quantità da cui si deve variare l'ingresso per
poter registrare una variazione, sia pur molto piccola all'uscita. Il problema tipico degli strumenti
digitalizzati è che hanno un comportamento discretizzato per definizione.
Risoluzione
Normata dalla UNI 4546 non è da confondersi con la sensibilità, infatti, mentre quest'ultima può essere
ricavata a partire dalla curva di taratura, la risoluzione non può.
Con risoluzione si intende l'attitudine di un dispositivo per misurazione o regolazione a risolvere stati diversi
del misurando durante la misurazione
In particolare riguarda la capacità del dispositivo di segnalare una piccola variazione del misurando senza
valutarne l'entità-, quindi il valore di risoluzione coincide con la variazione minima de misurando che provoca
una modificazione del valore di lettura di ampiezza pari all'incertezza di lettura.
Altre caratteristiche statiche
➢ Campo di misura: intervallo comprendente i valori di misura che si possono assegnare mediante un
dispositivo di misurazione
➢ Portata: limite assoluto superiore del campo di misura
➢ Campo di sicurezza: intervallo che comprende tutte le misure del misurando cui un dispositivo per
misurazione può essere applicato senza che il suo diagramma di taratura resti permanentemente
alterato
Verifica di taratura
È una particolare taratura che iene effettuata in condizioni di riferimento per le grandezze di influenza,
stabilite di volta in volta secondo gli scopi di verifica. Questa taratura si esegue in momenti precisi della vita
dello strumento:
- Scadenza del periodo di validità del diagramma di taratura (1 anno)
- Una delle grandezze di influenza è fuori dal campo di sicurezza
- Al dispositivo è stato applicato un misurando fuori dal campo di sicurezza
- Il dispositivo è impiegato in condizioni diverse da quelle dei diagrammi di taratura
- Degli interventi fatti possono aver alterato il comportamento del dispositivo
Relazione di taratura
È un documento che contiene tutte le informazioni sulle caratteristiche del dispositivo e della grandezza di
influenza:
- Funzioni del dispositivo
- Diagramma di taratura
- Campo di taratura
- Campo di misura
- Campo di riferimento per le grandezze di influenza
- Campo di sicurezza per il misurando e le grandezze di influenza
Isteresi
È la proprietà di uno strumento di fornire valori di lettura diversi in corrispondenza di un medesimo
misurando, quando questo viene letto per valori crescenti e per valori decrescenti. È un errore frequente in
componenti elettrici, i quali hanno degli elementi magnetizzati. Il valore dell'isteresi è la differenza di lettura
ottenuti in corrispondenza dello stesso misurando quando questo viene fatto variare per valori crescenti e
decrescenti.
Nb
Attrito e isteresi non vanno confuse! Gli errori di attrito causano indicazioni diverse a seconda che una
certa posizione si raggiunge muovendosi verso valori crescenti o decrescenti e possono essere eliminati
attraverso meccanismi di ripresa dei giochi o semplicemente con piccole scosse dell'apparecchio
Taratura: linearità
Uno strumento lineare offre dei vantaggi in quanto
- È immediata la conversione da lettura a grandezza (per mezzo di una costante)
Inserzione di un voltmetro
Questo strumento serve a misurare una tensione continua.
Un voltmetro in realtà è un galvanometro tarato in volt
I valori tipici per questo tipo di estensimetri sono di resistenze pari a 120 e 350 ohm, con una tolleranza
dell'1% del valore di resistenza.
La parte attiva dell'estensimetro è la griglia, la quale è composta da un conduttore che viene teso. Si
utilizza una griglia per ridurre il rischio che delle impurità nel conduttore modifichino l'esito di misura,
infatti se una parte imperfetta nel filamento può influire sugli esiti di misura, considerando una griglia
l'influenza di quell'impurità è trascurabile.
La griglia ha degli inspessimenti tra due sezioni di conduttore adiacenti, questi servono per impedire allo
strumento di venir influenzato da deformazioni che non sono interesse di misura, ovvero da deformazioni
fuori dall'asse della griglia. Tipicamente la griglia a dimensioni di base comprese tra gli 0,6 e i 200 mm
Esempio numerico
Nel momento in cui una delle resistenze del ponte varia, i ha una variazione ΔI 5 della corrente sulla
diagonale di misura.
I due casi interessanti sono quello della resistenza (R5) molto maggiore delle altre e quello in cui questa è
molto minore delle altre.
La condizione necessaria e sufficiente alla linearità tra ΔR1 e ΔI5 è la condizione di azzeramento del ponte.
La relazione generale (1) è lineare con la tensione di alimentazione del ponte, ma non lo è con le singole
resistenze: se il ponte non è inizialmente bilanciato e una delle resistenze subisce una variazione, la
tensione o la corrente di uscita non sarà proporzionale alla variazione di resistenza.
l'equazione 2 può essere semplificata nel denominatore se si fa riferimento alle due possibilità di misura
dello sbilanciamento e all'ulteriore ipotesi che R1=R2 e R3=R4
Se invece le quattro resistenze sono diverse, si indica il rapporto tra R1 e R2 con r e si ha:
Nel caso in cui il ponte sia alimentato da una tensione costante, la sua sensibilità aumenta se la tensione
di alimentazione aumenta. Ma aumentare troppo la tensione come detto genera altre problematiche
legate all'effetto joule. Quindi per migliorare la sensibilità bisognerà allora aumentare il rapporto (r/(1+r) 2)
in particolare la sensibilità è massima per r=1. quindi, con n lati attivi e estensimetro con costante k:
Nel caso in cui, invece, la tensione possa essere variata in funzione della massima corrente che può
attraversare l'estensimetro, esiste un valore massimo di potenza che può essere dissipata senza problemi.
Con un solo lato attivo (R1) e uno strumento di misura con alta impedenza di ingresso
Quindi una volta che sia stata fissata la massima potenza dissipabile dall'estensimetro, la sensibilità del
circuito vale:
In tale situazione è possibile pensare di alterare il valore di r per migliorare l'efficienza del circuito. Il
rapporto (r/(r+1)) è detta efficienza del circuito ed è monotona crescente. Un ragionevole valore di r è di
9-10 in corrispondenza del quale l'efficienza del circuito vale circa il90%
Regole sulle variazioni di R
Uguali su lati opposti si
Misurato in µm/m dove α è il coefficiente di dilatazione termica lineare del pezzo, αe è quello
dell'estensimetro, e ΔT è la variazione di temperatura subito dal pezzo.
Variazione della resistività
• ρ cambia con la temperatura e di conseguenza anche R
Trazione 2
Vi è la compensazione di un eventuale flessione, ma non degli effetti termici. La sensibilità del ponte è
costante e Kb 2 e σ F/A Eε
Trazione 3
Viene compensata sia un eventuale flessione che gli effetti termici, dove la sensibilità del ponte è data da K b=
2(1+ν) e σ F/A Eε
Flessione 1
Flessione 2
Vi è la compensazione di eventuali effetti termici e di trazione, inoltre vi è un'incertezza nella misura di X. K b=4
Vi è compensazione di eventuale trazione e degli effetti termici, ma è sensibile all'eventuale tensione. K b=2
Calibratori esterni
Vengono inseriti al posto dei trasduttori, e nel processo di taratura calcolano anche gli effetti dovuti ai cavi.
Taratura diretta
È possibile solo se l'estensimetro è un trasduttore secondario
Modulazione in ampiezza
Pensando a un qualsiasi segnale come somma di armoniche risulta ben chiaro che sia la parte di interesse, che
il rumore, hanno una ben definita composizione spettrale, e che quindi il rumore può essere eliminato
selettivamente guardando alla sua componente armonica.
I filtri sono anche strumenti che eliminano l'alaising.
Caratteristiche di un filtro
Ovviamente i filtri ideali fisicamente non possono esistere, ma con una certa approssimazione possono
essere riprodotti questi comportamenti.
Filtro passa basso ideale:
Osservazioni:
I filtri che vengono realizzati per mezzo di calcolatori (digitali) possono essere dei filtri molto selettivi,
addirittura con derivata infinita e quindi avere un gradino nella zona di passaggio tra la parte filtrata e quella
non filtrata, mentre in tutti i filtri reali esiste una zona di transizione in cui il segnale non viene completamente
cancellato.
Incrementando l'ordine di un filtro la derivata cresce ma anche il segnale residuo nella zona di reiezione
Relazione derivata e ordine
Ovviamente anche il potenziometro a filo ha dei limiti. Tra cui la tensione massima del cavo che varia tra i 2 e i
10 Newton, la velocità massima che deve essere di 10 m/s e l'accelerazione massima che in estrazione vale 35g
mentre in avvolgimento 25g. Il grande vantaggio di questo sistema è che il cavo disaccoppia sulla direzione
perpendicolare l'oggetto dal traduttore.
Un esempio applicativo di questo tipo di potenziometri è quello della misura del moto verticale della fune di
contatto della linea di alimentazione di un treno.
Trasduttori di spostamento induttivi
Questi sensori sfruttano la variazione di induttanza (riluttanza)
l'analogia con il circuito elettrico:
Problemi di montaggio
Nel montaggio di tasti sonda il problema a cui si può andare in contro è quello del saltellamento della molla. Si
hanno 2 casi analoghi, uno in cui il tasto sonda è semplicemente appoggiato, è quindi l'accelerazione delle
oscillazioni non deve superare quella di gravità; la seconda è quella in cui il tasto sonda è tenuto attaccato al
provino da una molla, e quindi la rigidezza della molla e le condizioni di precarico influiscono sull'accelerazione
massima a cui la sonda non saltella.
Problemi tipici
I problemi tipici legati a questo tipo di trasduttori sono che la centralina nasce per un cavo di una
determinata lunghezza, che la taratura della sonda varia al variare del materiale del target (per il modo
Trasduttori capacitativi
Questi sensori misurano la variazione di grandezza associandola a una variazione di capacità. Per avere una
variazione di capacità si possono seguire 3 vie, due che hanno legame lineare, una no.
La prima via è preferibile nel caso in cui il movimento sia di ampiezza relativamente elevata, la distanza tra le
armature viene mantenuta costante, mentre si varia l'area delle armature, muovendo una faccia
parallelamente all'altra.
La seconda via invece sfrutta il fatto che si possa modificare la costante dielettrica tra le armature.
Questi tipi di sensori presentano dei pro e dei contro, i pro sono l'elevata sensibilità e stabilità, l'elevata
insensibilità alle variazioni di temperatura; i contro sono la sensibilità anche alle variazioni di capacità nel cavo,
l'elevata impedenza e la sensibilità alle variazioni delle caratteristiche del dielettrico.
Applicazioni
Misure di coppia
Laser a triangolazione
Il numero massimo di incisioni realizzabili su questo tipo di encoder dipende dalle dimensioni del disco,
ma va tra 1 e 9000; ed è proprio da questo numero N che dipende la risoluzione angolare.
Questi encoder possono essere utilizzati per misurare ad esempio la velocità di rotazione di un albero.
Risoluzione angolare Velocità angolare
Encoder assoluti sono generalmente limitati a un solo giro e utilizzano tracce e uscite multiple che
servono a generare una rappresentazione binaria dell'uscita dell'encoder. Quindi esiste una
corrispondenza biunivoca tra la posizione del rotore e l'uscita binaria., i dati di posizione vengono
conservati anche quando l'alimentazione viene nuovamente fornita dopo lo spegnimento e inoltre il
rumore elettrico causa solo un errore per transitorio nella misura.
Gli encoder ottici funzionano usando 2 dischi e una sorgente luminosa. La sorgente luminosa
normalmente è un laser a semiconduttore che impatta sia sul primo disco graduato, che è l'unità di
scansione che è fissa, che sul secondo disco graduato. Quando i due dischi sono sfasati, la luce non
passa e l'encoder genera un segnale di minimo, invece quando i due dischi si allineano, poiché
ovviamente sono disposti in dodo tale da avere la stessa traccia incisa producono un segnale di
massimo. Per produrre il segnale ogni pista viene letta da un suo foto rivelatore, e quindi abbiamo che
per n piste ci sono esattamente foto rivelatori che mandano n impulsi alla scheda di acquisizione.
Dal diametro del disco dipende il numero di piste che ha l'encoder (tra 2 e 16, corrispondono al numero
di bit); e dal numero di piste dipende poi la risoluzione angolare.
Numero di piste Risoluzione angolare
Una considerazione importante sugli encoder assoluti è che in corrispondenza nella zona limite, nel
passaggio tra un settore angolare e l'altro, non si può conoscere il valore assoluto della posizione.
Il codice Gray
è un codice binario a lunghezza fissa. Si possono usare codici di Gray di tutte le lunghezze: il
codice di lunghezza s è costituito da tutte le sequenze di s bit e consente di rappresentare tutti gli
interi da 0 a 1.
Esso differisce dalla notazione posizionale binaria degli interi in quanto prevede che si passi da un
intero al successivo modificando un solo bit; questa caratteristica (detta a cambio 1) semplifica e
rende meno soggette ad errori le operazioni di dispositivi elettronici che devono scorrere
informazioni organizzate in sequenze.
Diversi dispositivi elettronici di acquisizione di posizione, tra cui gli encoder, codificano il valore
digitale della posizione chiudendo o aprendo una serie di contatti elettrici o barriere ottiche. Il
problema è che a causa delle tolleranze meccaniche è improbabile che due o più bit di una cifra
possano commutare esattamente nello stesso istante. Viene a crearsi una configurazione fisica
Risposta dinamica
Esprime la capacità di uno strumento a seguire e misurare una grandezza variabile nel tempo.
Nella realtà ovviamente non è così, infatti l'esempio reale seguente mostra come x la grandezza e come y la
lettura fatta
Idealmente quindi vorremmo che y(t)=kx(t); ma in realtà lo strumento insegue le variazioni della grandezza da
misurare (misurando), riproducendole con un certo grado di approssimazione, che dipende dalle sue
caratteristiche dinamiche. In generale il segnale viene amplificato e traslato sull'asse dei tempi (modulato in
ampiezza e sfasato nel tempo)
Risposta dinamica a segnali semplici
Sotto ipotesi che possiamo considerare sempre verificate è possibile pensare che non sia necessario studiare la
risposta a tutti i possibili segnali variabili nel tempo, ma che sia possibile studiare la risposta a segnali semplici
e che poi si possa estrapolare da questa risposta quella per segnali più complessi.
L’obiettivo ideale sarebbe, dato un certo ingresso sinusoidale q i, avere un’uscita qo pure sinusoidale, con un
fattore di amplificazione costante al variare della frequenza e con sfasamento nullo (si vedrà poi che sulla fase
è possibile adottare regole meno restrittive).
Perché è sufficiente che lo sfasamento delle armoniche in ingresso sia proporzionale all'ordine
dell'armonica?
Si dimostra che sfasamento proporzionale all’ordine dell’armonica equivale ad un ritardo costante nel tempo
Queste considerazioni devono applicarsi a tutte le sinusoidi nelle quali si deve pensare scomposto il segnale di
partenza: la valutazione della prontezza dipende infatti sia dalle frequenze del segnale di ingresso sia dalle
prestazioni dello strumento.
Per fortuna in campo ingegneristico non è richiesta una riproduzione perfetta del segnale di partenza.
ESEMPI:
La soluzione di questa equazione è stata studiata attraverso diversi metodi, secondo l'approccio classico
qog ha n costanti iniziali che si ricavano imponendo n condizioni iniziali, ed è la soluzione della:
Ove l'operatore D è trattato come un incognita algebrica. Il metodo per trovare q og è universale. qop è
invece l'integrale particolare, che il metodo per ricavarlo dipende da q i. Si possono cercare dei valori
particolari di qi tali per cui sia facile trovare qop.
Assegnato qi l’espressione a destra dell’uguale in (1) è una f(t).
Si può derivare ripetutamente questa funzione. Se le derivate non crescono in valore oltre un certo
ordine si può scrivere:
Ove A, B, C si ricavano imponendo che la (1) sia un’identità (non contano le condizioni iniziali)
Funzione di trasferimento
È una relazione generale che non riguarda un solo dato in un solo istante, e la TF che lega q o a qi è definita
trattando l'equazione (2) come se fosse una relazione algebrica e facendone il rapporto.
La funzione di trasferimento può assumere espressioni diverse a seconda delle tecniche di analisi impiegate
per ottenerla e valutarla. Le due vie più percorse sono quelle della TRASFORMATA DI LAPLACE più utilizzata in
Strumento di ordine 0
Sono descritti da un equazione del tipo:
Poiché l’equazione è algebrica è chiaro che, indipendentemente da come varia q i, qo, lo seguirà perfettamente
senza distorsione o ritardo di fase. E’ lo strumento con la risposta ideale.
Esempio potenziometro
In realtà questo è un caso ideale. Per misurare,
Per capire se uno strumento ha caratteristiche adeguate per il segnale da misurare si prova la risposta ad un
segnale semplice, ad esempio il gradino e se ne registra la risposta che può essere con o senza oscillazioni.
Strumenti del primo ordine
Sono descritti da equazioni del tipo:
Dei 3 parametri fondamentali a1, a0, b0; solo due sono essenziali.
Uno strumento del primo ordine si avvicina alla perfezione se ha la risposta ideale dello strumento di
ordine 0. Questo succede se ωτ è piccolo, ossia, fissato τ, esiste una ω di output sotto la quale la misura
è corretta. In alternativa se si deve misurare una qi con ω alta lo strumento deve avere τ bassa.
Forme adimensionalizzate della FT in frequenza
Anche in questo caso è possibile la scrittura in forma adimensionalizzata della risposta in frequenza di
uno strumento del primo ordine come segue.
Esempi:
Esempio: galvanometro
h si può sfruttarlo per allargare la zona in cui lo strumento è pronto, infatti Se h≈0.7 la curva del
modulo della funzione di trasferimento parte con tangente orizzontale e si mantiene circa costante fino in
prossimità della risonanza.
La fase è proporzionale all’ordine dell’armonica
Taratura: accelerometri
Il metodo che impiega ingressi sinusoidali è dispendioso in termini di tempo: bisogna ripetere la stessa
prova per un gran numero di volte
Impulso ideale: l’energia viene ripartita in UGUALE MANIERA su tutte le frequenze da f=0 a f=+ꚙ.
Ovviamente l’energia distribuita su ciascuna frequenza è minore rispetto al caso della sinusoide
Impulso ideale:
Impulso reale:
per ricavare la frequenza di risonanza di alcuni accelerometri viene loro fornito un impulso elettrico una
lasciandoli “appesi” per il cavo di alimentazione
Il caso reale però è diverso, in quanto mentre è possibile realizzare qualcosa di simile ad un rumore
bianco almeno in una certa banda di frequenze, più difficile è produrre un
impulso che si avvicini al reale: le strutture reali si comportano da “filtro” cancellando di fatto i
contributi a più alta frequenza.
Taratura accelerometri
Certi tipi di eccitazione naturale sono adatti per fornire l’ingresso della funzione di trasferimento, in
quanto, a patto di mediare abbastanza a lungo, sono in grado di eccitare la struttura su bande in
frequenza all’incirca note e comunque misurabili.
Il problema è rimanere un tempo sufficiente a ciascuna frequenza per effettuare la misura: bisogna
trovare un modo per salvare istante per istante la sola riga di interesse. Si utilizzano al tal fine i filtri ad
inseguimento del segnale (TRACKING FILTER)
Tracking Filter
Viene “inseguito” il valore della frequenza data dall’oscillatore e, di tutta la TF, priva di senso in
tutti i punti tranne quello alla frequenza dell’eccitazione, viene conservato solo quest’ultimo. Il
valore viene riaggiornato solo se il segnale dell’eccitazione “ripassa” per quel valore di frequenza
Determinazione del parametro τ
Si tratta dunque di un problema di identificazione di parametri. Si applica un ingresso a gradino e t è il tempo
impiegato per raggiungere il 63.2% del valore finale.
Problemi: incertezza nella determinazione di t=0; nessun controllo sul fatto che lo strumento sia davvero del
primo ordine.
Il vantaggio di questo modo di procedere è che il cambiamento di variabile porta i punti della risposta al
gradino su di una linea retta. E’ dunque possibile utilizzare le routines di minimizzazione che riguardano la
retta (più semplici).
Primo ordine
Conclusioni:
Questi passaggi sono teoricamente semplici, ma nella realtà incontrano gravi problemi.
Infatti l'operazione di derivazione accentua il rumore che è contenuto nel segnale, mentre quella di
integrazione lo filtra.
L’uscita al valore massimo di 10V fa sì che, dato il particolare tipo di segnale in ingresso, poco sopra I 1500Hz si
arrivi a saturazione: non è dunque possibile spingersi oltre quel limite in frequenza, indipendentemente dalla
frequenza di campionamento, a meno che i livelli calino. Anche in assenza di rumore, il fondo scala elevato cui
sono vincolato a causa della banda passante scelta e dei conseguenti livelli elevati lascia preoccupazioni nel
caso le valutazioni da formulare riguardino anche le frequenze basse.
Andando nella zona delle basse frequenze, mi rendo conto che ad esempio, alla frequenza di 1Hz, l’incertezza
legata alla conversione è prossima al 50% del segnale da misurare. Se la banda passante risultasse limitata a
200 Hz, potrei associare i livelli del convertitore ad un fondo scala più basso, aumentando la risoluzione.
Ad esempio con 200 Hz di banda, la massima uscita è pari a 1.32V, con i parametri scelti: già con FS a 2.5V
migliorerei la risoluzione di 4 volte. Attenzione perché il filtraggio deve essere “alla fonte”, ad esempio con
l’impiego di un filtro meccanico. Ovviamente non devono interessare le
componenti alle frequenze filtrate
Nelle misure di vibrazione l'analisi di fourier risulta particolarmente importante, proprio perché andiamo a
ricercare una frequenza di vibrazione.
Inoltre nelle misure di vibrazione è molto utilizzata la scala logaritmica del decibel
Caratteristiche
Lo stesso tipo di modello porta a due funzioni di trasferimento diverse, cge riguardano due trasduttori diversi:
Accelerometro
• Molle molto rigide
• Scatola e massa interna hanno circa la stessa
accelerazione
• Frequenza propria elevata (>1000Hz)
• Piccole dimensioni
• Strumento pronto per frequenze minori della
frequenza propria dove
Tipi di accelerometri
• Con vibrometro relativo
• Piezoaccelerometro
La risposta alle basse frequenze è limitata dalle proprietà piezoelettriche, alle basse frequenze conta la
funzione di trasferimento del quarzo
La risposta alle alte frequenze è limitata dalla risonanza meccanica
Sensibilità ttrasversale
La sensibilità trasversale dipende dal tipo di accelerometro e comunque è inferiore dell’ 1 %
Sensori piezoelettrici
1. Per trasduttori (accelerazione, forza, 1.
pressione…), iniezione (alta tensione con bassa
corrente…)
2. Per piezoeccitatori o stampanti a getto di
inchiostro
2.
Esempio
Vogliamo avere una risposta piatta entro una banda del 5%, allora ω>ω 1, dove
Dunque se faccio crescere τ miglioro la risposta alle basse frequenze; il che significa alzare R o C.
1. Alzo C: basta mettere una capacità in parallelo al trasduttore (le capacità in parallelo si sommano); si
abbassa così anche la sensibilità (K=kq/C).
2. Alzo Rampl: occorre dunque che l’amplificatore abbia una R sempre più grande (può essere difficile da
trovare).
Ne viene che elementi con capacità relativamente bassa hanno un’alta sensibilità in tensione. Il
preamplificatore è un follower, dunque:
Il valore delle resistenze è in genere assai elevato, dunque il circuito può essere trattato in prima
approssimazione come costituito dalle sole capacità.
La tensione in uscita, con guadagno dell’amplificatore elevato, è proporzionale alla carica in ingresso. Il
guadagno è espresso dalla capacità di feedback. Nel caso ideale non contano le altre
capacità (compresa quella dei cavi) perché nel caso ideale (A tendente all’infinito) la tensione di ingresso è
nulla. Dunque tutta la carica in arrivo dal trasduttore passa alla capacità di feedback
Il rumore elettrico è funzione del rapporto tra Cf, capacità dell’anello di retroazione, e la somma delle capacità
del circuito Ct. Per questo motivo esiste un limite sulla lunghezza massima dei cavi. In secondo luogo poiché il
segnale in uscita è ad alta impedenza, devono essere impiegati speciali cavi insensibili a RFI, EMI e al rumore
triboelettrico. Una cura particolare va posta nell’evitare il degrado della resistenza di isolamento all’ingresso
dell’amplificatore di carica, che produce deriva (è rischioso l’impiego in ambienti “difficili”, con sporcizia,
umidità..) Anche se tendenzialmente le prestazioni sono superiori rispetto al voltage mode, il costo per canale
è assai elevato e la massima frequenza è minore (50-100 kHz) a causa dell’effetto filtro di Cf al di
sopra delle citate frequenze
Accelerometro ICP (integrated circuit piezotronic)
Sono dei piezoaccelerometri con un circuito integrato all’interno
Il DV appare istantaneamente all’uscita dell’amplificatore, con aggiunta una tensione di bias (disturbi
sistematici che alterano un valore di riferimento) di +10VDC: questo livello di tensione costante deriva dalle
proprietà elettriche dell’amplificatore. L’impedenza all’uscita del sensore è circa 100Ω.
Alimentazione ICP
Viene richiesta un alimentazione a corrente costante. Il segnale è fornito da una sorgente VDC da 18 a 30 V, un
diodo regolatore di corrente (o un equivalente circuito a corrente costante,
minimo 2mA), una capacità di disaccoppiamento (rimozione del bias voltage dal segnale).
ICP - carica
In condizioni operative la centralina di condizionamento presenta 3 LED (giallo rosso verde) e il voltmetro.
1. LED VERDE: è presente la corretta tensione di bias del sensore ICP e un corretto collegamento dei cavi
2. LED ROSSO: corto circuito (V bias =0)
3. LED GIALLO: è controllata la tensione di alimentazione (circuito aperto)
Con accoppiamento in AC si ricorda che è sempre necessario un certo tempo per caricare il condensatore di
accoppiamento: se si utilizza uno strumento di misura DC, una lenta deriva prosegue fino a carica ultimata. Il
condensatore si carica attraverso la resistenza di ingresso dello strumento di lettura. Condizioni stabili si hanno
dopo 5 costanti di tempo, ossia 5 x resistenza x capacità.
Con R 1MΩ, C 10mF questo significa attendere circa 50 s
Il sensore
Servo accelerometro
Sensori MEMS
Micro Electro Mechanical System
Sono dispositivi tridimensionali realizzati in silicio, sistemi polifunzionali che consistono di sensori, attuatori e
elettronica integrata realizzati sfruttando le tecniche di Micromachining
Possono essere creati accelerometri, giroscopi e sensori di pressione
Modello equivalente per i MEMS
Effetto di carico: dipende dalla massa dell'accelerometro rispetto alla struttura a cui è applicato.
Taratura
Un accelerometro necessita di essere tarato per poter ricavare il valore della sensibilità e l'accuratezza dello
strumento, oltre alle motivazioni legali
La gerarchia di taratura è molto rigida e il certificato di taratura deve dimostrare la catena di riferibilità
Trasduttore primario: è tarato utilizzando un metodo assoluto
La taratura viene effettuata in particolare alla frequenza di 159,2Hz (ω 1000 rad/s) con un livello di
accelerazione di 10 ms-2 a cui corrisponde una velocità di 10 mms-1 ed uno spostamento di 10 µm
L’interferometro misura lo spostamento picco-picco della vibrazione
Lo spostamento viene misurato contando le frange di interferenza per ogni periodo
Dalla conoscenza dello spostamento e della frequenza si ricava l’accelerazione
La sensibilità dell’accelerometro viene ricavata dividendo l’uscita dell’accelerometro per l’accelerazione
misurata con il metodo interferometrico
La curva di taratura viene fornita come scostamento della sensibilità rispetto al valore misurato a 159,2 Hz al
variare della frequenza
Metodo back to back
Per il ciclo di Carnot esiste una temperatura termodinamica O, che esiste la temperatura termodinamica
uguale a 0 che è lo zero assoluto. Se lo zero assoluto è la temperatura di out per la quale il rendimento è
Potendo definire un rapporto tra due temperature Θ2/Θ1 e scegliendo la temperatura di un punto fisso Θ0
come punto fisso prescelto, abbiamo trovato un nuovo modo per definire completamente una scala delle
temperature. Attualmente il punto fisso che viene preso in considerazione è il punto triplo dell'acqua, lo stato
più altamente e facilmente riproducibile.
La temperatura termodinamica si può dimostrare che è uguale alla temperatura del gas ideale, quindi può
essere misurata con il termometro a gas ideale. Il termometro a gas ideale non esiste ovviamente ma può
essere approssimato bene con un qualunque gas a pressione molto bassa, prossima allo zero.
Termometro a gas ideale
Usa una proprietà macroscopica della materia (pressione o volume) per definire scale ed unità
termodinamiche corrispondenti alla teoria termodinamica PV=RT. A volume costante la relazione è lineare, e P
è direttamente proporzionale a T
Il problema di questi termometri è che sono di difficile uso e poco ripetibili, quindi nelle scale pratiche si sono
utilizzati come campioni standard altri strumenti; creando così la scala pratica internazionale delle
temperature.
Scala Pratica Internazionale delle Temperature
È studiata in modo tale da restare il più vicino possibile alla termodinamica, ma con una maggiore praticità.
Le due scale per definizione sono perfettamente concordi al punto triplo dell'acqua. Poi vengono utilizzati altri
5 punti fissi primari:
1. Ebollizione dell'ossigeno liquido
2. Ebollizione dell'acqua
3. Fusione dello zinco
4. Fusione dell'argento
5. Fusione dell'oro.
Oltre ai punti fissi, la IPTS specifica anche strumenti, equazioni e procedure per interpolare i punti fissi.
Riassumendo quindi la temperatura
• è una grandezza intensiva, che in quanto tale non può ammettere un campione di temperatura
• Sarebbe completamente definita dalla termodinamica, ma questa via non è ne accurata ne vantaggiosa
• Esiste una scala empirica, riconosciuta internazionalmente, facilmente riproducibile, vicina alla scala
termodinamica e revisionata periodicamente che è la scala internazionale delle temperature (ITS-90)
ITS-90 Punti Fondamentali:
Punto 1
l'unità di misura della temperatura termodinamica, simbolo T, è il Kelvin, definito come 1/273.16 la
temperatura termodinamica del punto triplo dell'acqua
Punto triplo dell'acqua
La purezza dell'acqua è fondamentale, infatti eventuali impurità alterano sensibilmente la le
caratteristiche fisiche del punto triplo. Altri fattori importanti sono la pressione e l'aria disciolta
nell'acqua. Si sceglie il punto triplo dell'acqua come punto fisso, poiché questo è oggetto di definizione,
quindi è assolutamente inutile misurare la temperatura di questo stato
Punto 2
L’intervallo di temperature considerato va da 0.65K alla più alta temperatura misurabile sfruttando le
leggi dell’irraggiamento. La ITS-90 comprende un numero di intervalli e sotto intervalli all’interno di
ognuno dei quali le temperature T90 sono definite
Punto 3
I punti fissi sono stati fisici facilmente riproducibile e universali che servono a tarare i nanometri e
normalmente sono passaggi di stato, poiché avvengono a temperatura costante, pur essendo legati alla
sostanza; e punti tripli, in cui i tre stati della materia coesistono in equilibrio.
Punto 4
Definisce i tipi di termometri da utilizzare in ciascun campo di temperatura per interpolare tra i punti
fissi:
Termometri campione:
L'insieme di tutte queste norme definisce una scala di temperature a cui tutte le misure devono essere riferibili
Come finziona la ITS-90
Invece che definire una formula empirica per descrivere la relazione tra resistenza e temperatura, come nelle
scale precedenti, la ITS-90 usa una funzione definita a priori, a partire dalle quale si danno le deviazioni dei
singoli termometri. La finzione di riferimento Wr(T90) rappresenta il comportamento di un SPRT(termometro al
platino) idealizzato.
La temperatura T90 è ottenuta da Wr(T90) secondo le funzioni di riferimento appropriate, a seconda del range di
temperatura, e le funzioni di deviazione W(T90)-Wr(T90). Ai punti fissi definiti la deviazione è ottenuta
direttamente dalla taratura del termometro. Per temperature intermedie è invece ottenuta secondo
appropriate funzioni tabulate.
Le due funzioni descrivono in maniera approssimativa il comportamento di un generico SPRT. Sono usate due
funzioni perché non può esistere un SPRT in grado da solo di coprire l'intero campo di funzionamento richiesto
(13.8K 962°C). Le due funzioni rappresentano il comportamento dei due termometri effettivamente utilizzati
C2=0.014388 mK
Non sono specificate regole di per una buona misura.
Il sistema oggetto di misure (corpo nero) è una cella contenente metallo allo stato di fusione: l’interfaccia
solido-liquido deve comprendere la maggior parte del sensore possibile. La conducibilità deve essere molto
buona, nessuna finestra tra il pirometro e il corpo nero
Il limite di incertezza attuale dei termometri a radiazione è dell’ordine di 0.1 K al punto dell’argento, dove
incontrano il termometro al Pt (che però fornisce misure con incertezza di 0.01 K). A questo livello di incertezza
il sensore adottato deve avere un comportamento da
corpo nero con uno scostamento massimo di una parte su 104. Questo significa fare un’apertura molto piccola,
il che però contrasta con la necessità di evitare errori ottici. La lunghezza d’onda utilizzata deve essere nota
con un’incertezza di 0.02 nm, la risposta in frequenza del misuratore di radiazione deve essere nota.
Sono impiegati due tipi di sistemi:
• comparatore: il corpo nero è confrontato con un’altra sorgente radiante quindi è necessaria una
stabilità limitata nel tempo
• uno standard che deve essere stabile nel tempo
Nessuno di questi sistemi è disponibile per l’utente comune
Strumenti per la misura di temperatura
Esistono vari tipi di strumenti per la misura di temperature:
• Termometri a espansione
• Termometri a resistenza metallica
• Termistori
• Termocoppie
• Pirometri e termocamere
Termometri a espansione
Sfruttano le variazioni di volume di materiali diversi provocate da variazioni di temperatura.
Nei solidi si sfrutta l'allungamento di due materiali metallici a diverso coefficiente di dilatazione termica
l'accuratezza ottenibile dipende dalla qualità dello strumento usato, dal campo di temperatura e dal
tipo di immersione. Per termometri a immersione completa si arriva ad accuratezze dell'ordine di:
Occorre evitare che durante il montaggio al conduttore sia evitata qualsiasi sollecitazione meccanica,
infatti essa produrrebbe una deformazione e un conseguente errore di temperatura dovuta a questa
deformazione.
Designazione delle termoresistenze
RTD a filo avvolto: filo di diametro tra i 7 e i 50 micrometri, avvolto su un mandrino cilindrico in
ceramica. Il filo è fissato, quindi risente delle tensioni; ma ha una buona accuratezza per impieghi
industriali
RTD a filo sospeso: la bobina è assemblata in piccoli fori interni del mandrino cilindiroc ceramico. Le
bobine sono sostenute da polvere ceramica e sigillate alle estremità, quindi sono libere di muoversi.
RTD a film metallico: hanno su un substrato ceramico un film di platino, coperto con vetro per
proteggere da umidità e agenti inquinanti
2 fili: Poco utilizzata in quanto introduce errori grossolani di misura se la resistenza dei fili di
collegamento Rc non è trascurabile rispetto a quella del termoelemento R0 (utilizzata pertanto nel caso
di fili di collegamento corti e di bassa resistività). Infatti per ottenere misure intorno alla temperatura
ambiente con accuratezza minore di 1°C, deve valere Rc<R0·α.
Quindi ad esempio per Pt100 Rc<0.385Ω
Eventuale variazione di T provoca variazione di resistenza di RTD, che squilibra il ponte, fornendo così
una tensione in uscita (rilevata con multimetro digitale) proporzionale a ΔR e quindi a ΔT. Errore dovuto
al fatto che misuro, oltre a resistenza RTD (funzione di temperatura di elemento), anche resistenza dei
cavi di collegamento.
3 fili: E’ la più utilizzata industrialmente data la miglior accuratezza ottenibile dalla misura (<0.1°C).
Elimina gli effetti provocati dalla resistenza dei fili di collegamento del termoelemento RTD. Tensione in
uscita è proporzionale alla sola variazione di resistenza di RTD. Non è però lineare con la variazione di
resistenza, e la sua linearità peggiora sempre più quanto più si sbilancia il ponte. Per accuratezza ancora
maggiori è necessario passare alla tecnica a 4 fili.
I fili 1 e 2 sono di uguale lunghezza e quindi di uguale resistenza Rc1=Rc2, ed essendo posti su due rami
contigui del ponte non provocano alcuna variazione. Il filo 3, anch’esso lungo uguale, dato il metodo di
misura con multimetro a elevata impedenza, non è percorso da corrente e pertanto la sua resistenza
Rc3 non influisce sull’uscita
Termistori
Misurano la temperatura sfruttando la variazione di resistenza e differiscono dalle RTD per il materiale
che le costituiscono; infatti al posto di conduttori metallici utilizzano dei semiconduttori.
I semiconduttori infatti riducono la loro resistenza in funzione della temperatura; anche se mediante
drogaggio è possibile modificarne la struttura atomica e renderli soggetti alla temperatura in modo
analogo ai conduttori, ma molto più sensibili alle variazioni
Dunque esistono termistori a coefficiente di temperatura positivo (PTC) e negativo (NTC)
Procedura di produzione prevede che il semiconduttore venga sminuzzato, mescolato ad un legante in
una proporzione corretta, pressato e quindi sinterizzato. I vantaggi della sinterizzazione sono la libertà
della forma, le piccole dimensioni e i tempi di risposta molto piccoli.
Sono sensori di temperatura molto semplici, che trasducono la temperatura in una f.e.m.
direttamente, mediante l'effetto elettrico; operando tra temperature estremamente basse fino a
temperature elevate; il che le rende molto diffuse.
Effetto Seebeck: In un circuito formato da 2 materiali diversi A e B, se i giunti
sono a temperatura T1 diversa da T2, nel circuito si genera una f.e.m. funzione della differenza di
temperatura.
Giunto a temperatura maggiore si chiama giunto caldo; quella a temperatura inferiore giunto
freddo (sono in realtà termini impropri). Giunto di misura è solitamente il giunto caldo (giunto
freddo è giunto di riferimento)
Effetto Peltier: Se in un circuito formato da due materiali diversi A e B viene fatta passare
corrente elettrica I, allora un giunto si scalda mentre l’altro si raffredda. Ai giunti si ha
assorbimento e cessione di calore
Se la corrente circola nel verso introdotto da V si ha passaggio di calore da giunto caldo a freddo
(conversione da energia termica in elettrica). Se invece la corrente viene forzata, tramite un
generatore di tensione esterno, a circolare in verso opposto a quello spontaneo si ha passaggio di
calore dal giunto freddo a quello caldo (conversione en. elettrica in termica)
Questo effetto modifica la temperatura dei giunti, quindi può generare errori di misura
Effetto Thomson: Se in un conduttore si ha un gradiente di temperatura positivo in
direzione della corrente vi è trasformazione di energia termica in elettrica e dunque il conduttore
assorbe calore dall’ambiente. Il fenomeno opposto si verifica se il gradiente è negativo nella
direzione della corrente
Tale effetto è il principale responsabile di deviazioni dal comportamento lineare
Pertanto per misura la temperatura con un circuito a termocoppia, sfruttando l’effetto Seebeck, è
necessario misurare la fem mantenendo la corrente circolante molto bassa; per questo in genere
si usano o metodi potenziometrici o voltmetri ad elevata impedenza.
Nella realizzazione delle TC si sfruttano alcune proprietà (che derivano da leggi termoelettriche)
che consentono di effettuare le misure in ambienti qualsiasi e valutare gli errori che si possono
commettere: si ricorda che la termocoppia misura una DIFFERENZA tra due temperature
Proprietà 1: variazioni di temperatura sui fili A e B non influenzano la fem se
i giunti rimangono a T1e T2 e se i conduttori A e B sono di due materiali perfettamente
omogenei
Questa proprietà è utilizzata per riferire le misure di una qualsiasi temperatura T3 a 0°C (quindi
avere f.e.m. funzione di T[°C] ) senza necessariamente tenere il giunto di riferimento a 0°C
Nell’utilizzare una termocoppia per la misura di una temperatura incognita, la temperatura di una delle
due giunzioni (chiamata giunzione di riferimento) deve essere nota per una qualche via indipendente.
Una misura di tensione permetterà poi di ottenere la temperatura dell’altra giunzione (di misura) dalle
tabelle di taratura
Procedura appena esposta non sarebbe necessaria se il legame fem-T fosse lineare. Infatti nel caso di
linearità, assegnato un valore di fem, a questo corrisponderebbe sempre lo stesso ΔT,
indipendentemente dalla temperatura di riferimento
Dunque si misura la T ambiente e noto il valore di fem-T, basta fare la somma di Trif+ΔT per avere la
temperatura incognita
Se invece il legame tra la fem e T non è lineare, a parità di fem ΔT dipende dalla Trif, quindi è necessaria
la curva della termocoppia
Ciascuna coppia mostra una combinazione di proprietà (linearità, campo di misura, incertezza,
sensibilità)che la rendono indicata in una particolare classe di applicazioni.
Dal momento che l’effetto termoelettrico è talvolta non lineare, la sensibilità varia con la temperatura.
Sensibilità massima di ciascuna delle TC comuni (J, K, T) è di
circa 60µV/°C tra 0 e 100 °C
Tipo 1a: Circuito con giunto di riferimento in bagno di H2O e GHIACCIO ( 0°C )
Termopile: usando N termocoppie in serie con giunti a T1 e T2. Aumenta la sensibilità (si riduce anche
incertezza in misura).
Termocoppie in parallelo: Misurano T media tra le giunzioni di misura. Si utilizza quando si desidera misurare
una temperatura media
Circuito di lettura:
In generale i fili sono inseriti in guaine isolanti protettive e spesso la termocoppia è inserita in un supporto
metallico che la isola e le conferisce robustezza meccanica.
Però è importante sottolineare che ogni resistenza elettrica inserita tra giunto e corpo o fluido causa ΔT, quindi
un errore di misura.
Errore di conduzione
Modello semplificato prevede di considerare sonda come trave snella (aletta). Si suppone temperatura di
sonda TS sia funzione solo di distanza x da parete. Si trova per errore a distanza x=L (elemento sensibile di
solito è all’estremità):
Posizionamento di sonda ferma nella corrente genera un punto di ristagno nel flusso. In tale punto la
temperatura cresce dal valor medio della corrente libera Tstat fino alla cosiddetta temperatura totale di
stagnazione Tstag
Sfortunatamente le sonde di temperatura non seguono leggi teoriche ideali sulle temperature di stagnazione.
Comportamento reale è differente. Per correggere tali effetti si usa taratura sperimentale per determinare
fattore di correzione r (specifico per ogni sonda)
Variabili aleatorie
Una variabile aleatoria può essere:
- Discreta, se assume un numero finito di valori
- Continua, se assume un numero infinito di valori
A partire dalla variabile aleatoria possiamo descrivere una funzione che descrive la densità di probabilità, che a
sua vola può essere:
Varianza
Indica il momento di inerzia della dstribuzione, cioè la sua dispersione attorno al valore medio
Si vede subito che aumentando di molto il numero delle osservazioni, possiamo ottenere una regolarità nel
livello osservato, verificando che ogni livello del serbatoio è equiprobabile. Supponendo poi di poter davvero
fare infinite osservazioni, verificheremmo che potremmo far tendere a zero le basi dell'istogramma
mantenendo comunque la regolarità del grafico e avendo osservazioni finite su ogni intervallo. È questo
passaggio al limite per N-->inf che ci permette di ottenere una funzione densità di probabilità continua, che
rappresenta in termini integrali la distribuzione di probabilità.
Varianza
Nella realtà sperimentale si ha sempre a che fare con un numero finito di campioni da confrontare, la t-student
è efficace proprio quando il numero di campioni da rappresentare sono pochi. La t-student con infiniti gradi di
libertà coincide con una distribuzione gaussiana.
Problema applicativo
Supponiamo un problema in cui viene richiesta la misura di una barretta metallica
1. Per prima cosa supponiamo di misurare questa barretta 10 volte, ottenendo il dato sintetico formato da
media e deviazione standard campionaria.
2. Ripeto la procedura del punto 1 per 5 volte, ottenendo 5 medie differenti per ogni campione da 10
misure. Quindi anche le medie saranno distribuite statisticamente e posso ricercare una deviazione
standard e una media nella media stessa
a. Possiamo notare come la distribuzione statistica delle medie ha una deviazione standard molto
più piccola della deviazione standard del singolo campione. Quindi l'incertezza di misura sulla
media è più piccola rispetto a quella del singolo campione.
Per stimare la riduzione dell'incertezza chiamiamo
▪ N il numero di misure che compongono un campione
▪ S la deviazione standars di un campione di misure
▪ X segnato la media di un campione di misure
▪ σM la deviazione standard delle medie dei campioni di misure
▪ µM la media delle medie dei campioni di misure
La riduzione dell'incertezza vale: La media vale:
Poiché la risoluzione di una gaussiana richiede un integrazione di cui non sappiamo calcolare la primitiva,
questo integrale è stato risolto per via numerica è tabulato facendo riferimento alla distribuzione normale.
In particolare le relazioni importanti da ricordare sono:
Tabelle statistiche
Definizioni:
➢ Funzione di densità di probabilità f(x) [PDF]: descrive la densità di probabilità in ogni punto dello spazio
campionario
➢ Evento α: un intervallo di valori che può assumere il fenomeno aleatorio x descritto dalla funzione di
probabilità f(x)
➢ Probabilità P(α) che si verifichi un evento: indica la probabilità assoluta una volta data una certa
funzione densità di probabilità
➢ Funzione densità di probabilità cumulativa F(x) [CDF]: indica, dato un valore di x, la probabilità di
trovare un campione minore o uguale a x
Altre proprietà
➢ Procedimento di standardizzazione: faccio un cambio di variabile, anziché esprimere la PDF in x, la
Quindi, avendo a disposizione delle tabelle statistiche che per ogni valore di Z mi associano il valore F(Z) posso
risolvere qualsiasi calcolo statistico.
Tabelle statistiche e utilizzo
Esempio 1