Le economie di scala, eredità dalla mass production, quando si riesce a ridurre il costo unitario di un
prodotto al crescere delle quantità prodotte. (Cf+Cv/q)
Si punta a:
Aumentare l’output nell’unità di tempo
Aumentare l’efficienza degli 8 pianti ammortizzandoli più velocemente
Le grandi imprese possono inoltre
Utilizzando servizi, funzioni, processi in comune (utilizzo gli stessi manutentori per più impianti
dello stesso prodotto)
Acquistando quantità più alte di materie prime e semilavorate dai fornitori destinandole a più
stabilimenti dove si produce lo stesso prodotto
Ottiene per interessi ci finanziamento più bassi per più stabilimenti
Esistono anche le diseconomie di scala, se utilizziamo le economie di scala troppo frequentemente può
essere che il prodotto aumenti il proprio costo. Diseconomie di scala date dal problemi di coordinamento
che comportano un incremento di questi me ne Ceriale, difficoltà di controllo e dunque dunque maggiori
sprechi, limitata disponibilità di alcuni fattori produttivi e maggiori costi di approvvigionamento, imitate
possibilità di assorbimento del mercato (più marketing di commercializzazione)
Critiche
Il modello giapponese del Toyota production system – Lean ha messo in evidenza come:
Aumentare l’output nel tempo deve essere collegato alla domanda altrimenti si finisce con
riempire il magazzino e si creano diseconomie di scala= costi marginali di prodotto crescenti con le
quantità
Gli impianti debbano raggiungere il massimo dell’efficienza ma non a scapito della customisations
del prodotto. Uno sbaglio e quello di produrre lotti grandi di prodotti uguali (LOTTO ECONOMICO)
senza mai fermare l’impianto per cambi (set up) o per guasti. Nella mass production venivano
costruiti grandi lotti di prodotti uguali
L’acquisto di grosse quantità di materie prime e semilavorati deve essere legato alle quantità di
domanda e alla personalizzazione dei prodotti
Le economie di sfruttamento (note come economie di assorbimento dei costi fissi) sono invece definite
come: la riduzione dei costi unitari di produzione al crescere delle quantità prodotte per effetto della
ripartizione dei costi fissi su un maggior volume di produzione. La capacità produttiva si considera data e
sono pertanto un ragionamento più di un breve periodo dove cerco di sfruttare al massimo la capacità
produttiva nominale
Ragionamento nel breve periodo. Io cerco di sfruttare i costi fissi senza compare un altro impianto come
nelle economie di scala
ECONOMIE DI SCOPO
LA DIFFERENZIAZIONE DI PRODOTTO
Il modello di Porter è ormai datato e ha dimostrato vari limiti. Il primo mette di fronte le imprese a un
trade off e ad un scelta tra due ambiti
I giapponesi hanno dimostrato che si può perseguire al tempo stesso leader di costo e differenziazione.
Secondo i giapponesi applicando la Lean. L’abbattimento dei costi si ottiene aumentando il valore
aggiunto delle attività lungo tutta la catena del valore dai fornitore al cliente riducendo gli sprechi tutto
ciò a prescindere dal posizionamento strategico.
AC11
Leadership di costo strategia competitiva
Per i Giapponesi le strategie competitive si attuano tramite ottimizzazione del value for money .
Valore dato alle caratteristiche del prodotto-servizio/costo globale di acquisto.
STRATEGIC MANAGEMENT
Le strategie possono essere di diverso tipo non solo dal punto di vista del marketing. L’impresa definisce
delle strategie di medio – lungo periodo per la sua competizione, redditività e soddisfazione degli
stakeholders.
La strategia si traduce in obiettivo di medio – lungo termine da raggiungere tramite un insieme di azione
pianificate e misurabili.
Le tattiche sono le azioni o mezzi e risorse che intendiamo utilizzare al fine del raggiungimento
dell’obiettivo (aumentare il fatturato—>entro nel mercato estero). La tattica a sua volta diventa un
obiettivo avendo bisogni di altre azioni
Il deployment è il mettere in atto le azioni in maniera sistematica e programmatica.
Esempio
Abbiamo l’obiettivo strategico di aumentare il fatturato di prodotti esistenti su nuovi mercati (STRATEGIA DI
SVILUPPO)
TATTICA/AZIONE: sviluppare una nuova catena di retail in Francia
TATTICA/AZIONE: comprare catena esistente della concorrenza
STRATEGIC MANAGEMENT
Gli obiettivi non riguardano soltanto la parte di marketing di mercato bensì possono essere obiettivi
economici – finanziari
Esempi obiettivi strategici
Aumentare il fatturato
Aumentare EBITDA
Aumentare la percentuale totale di clienti soddisfatti dei prodotti
Questi obiettivi hanno fra di loro una correlazione. Così l’aumento del fatturato si collega all’aumento della
soddisfazione dei clienti
Gli obiettivi strategici e il deployment in azioni trovano contesto e legame in uno strumento chiamato
business plan.
Quando un’impresa lavora le proprie strategie viene chiamato pianificazione strategica (slide schema).
Bisogna collegare tra di loro la mission i principi guida valori la vision il business plan e la misurazione delle
performance.
Il posizionamento si collega con le risorse e competenze
La vision
Deve essere un’immagine del futuro che spinge in una precisa direzione l’azienda
Può fare uso di metafore, modello, immagini, slogan deve essere interpretabile
Deve stimolare le emozioni del personale e dagli esterni
Deve fare riferimenti a strategie da attuare da raggiungere
Deve sostenere e ed essere collegate alla mission
È il documento in base al quale l’imprenditore potrà dare valutazioni economica e fattibilità economico
tecnica della propria Divisions andando a studiare anche la convenienza e la sostenibilità finanziaria.La sua
operazione richiede competenze professionali e tecniche ma soprattutto necessità di chiarezza in relazione
all’oggetto dell’attività d’impresa, il targhetdi riferimento, all’approccio strategico ed operativo perseguito.
Se fa parte di una start-up va a determinare la mission, la vision, gli obiettivi generali di inviti li
individuazione del piano strategico aziendale.
All’intento del BP si trova la parte quantitativa, molto importante ai quali vengono assegnati dei
target/traguardi numerici e sono definiti i piani di azione di deployment.
Sono anche definiti gli indicatori di misurazione del raggiungimento degli obiettivi, mi dicono come mi sto
muovendo con il deployment e dove sono arrivata.
Nel BP ci sono obiettivi di natura diversa sono amalgamati fra di loro in un quadro insieme
Per far ciò si usano: (cultura personale)
Le Balanced Scorecard (BSC) sono state inventate da un professore di Harvard, Kaplan. Negli anni
’90
PRO: ben strutturato e flessibile, buon deployment fino agli indicatori annuali
CONTRO: carente nella parte di day by day
Sono uno schema messo a punto da Kaplan si parla degli obiettivi stragetici dell’impresa classificati
secondo 4 prospettive (Apprendimenti e crescita del personale-processi interni tipicamente
operations, obiettivi miglioramento-obiettivi di soddisfazione di clienti- risultati economici
finanziari)
Le 4 prospettive sono tra loro collegate
L’Hoshin Kanri inventato da Bridgestone negli anni ‘60
PRO: molto strutturato, ottimo deployment
CONTRO: non integrabile con gli erp
APPROCCIO AMERICANO
Massimo controllo dei target e misure mensili-trimestrali. Più manageriale non coinvolgimento del
dipendente,
APPROCCIO GIAPPONESE
Miglioramenti continuo e coinvolgimento degli operatori day by day, visual management dei kpis.
Miglioramenti graduali piuttosto che radicali
Un indicatore è un valore misurabile che dimostra come l’azienda sta raggiungendo un obiettivo. A volte
per enfatizzare l’importanza di alcuni indicatori su altri si usa il termine indicatore chiave KPI (key
performance indicator)
Modulo 5
I METODI FINANZIARI
Esempio
Preferiresti 100€ oggi o tra un anno
Negli investimenti finanziari 1€ oggi è diverso da quello di domani
Poiché rinuncio all’uso del capitale oggi, assumendo un certo rischio
FLUSSO DI CASSA
Per una corretta applicazione dei metodi finanziari è indispensabile determinare il cosiddetto flusso di cassa
Rappresentazione della successione di ricavi e di costi e di costi che si verificano nel corso di vita
utile
È chiamato così perché esborsi e incassi possono essere riferiti ad una ipotetica cassa adibita all‘
operazione
QUADERNO
EVA – ECCESSO DI VALORE ATTUALIZZATO o VAN – VALORE ATTUALE NETTO (npv- net
present value)
Formula da applicare
−I 0+ ΣDatt > 0
semplificata
−t
−I 0+ ΣDt ( 1+ i ) >0
completa
VAN> 0 —> il tasso di rendimento dell’investimento e superiore al costo del capitale è mi conviene
VAN=0 —> il Tasso di rendimento dell’investimento è uguale al costo del capitale e ho bisogno di
approfondimenti
VAN<0 —> il Tasso di rendimento dell’investimento è minore al costo del capitale e non mi conviene
Le disponibilità (dt) normalmente sono una diversa dall’altra. Utilizzo il fattore di attualizzazione nella prima
tabella. La tavola 1 viene utilizzata soltanto quando si fa il calcolo di Eva quando ci sono LE DISPONIBILITÀ
DIVERSE FRA DI LORO. (p.410)
Abbiamo dei casi di D costante che moltiplica la sommatoria, posso portare fuori D.
−t
−I 0+ ΣDt ( 1+ i ) >0
La scelta del tasso di interesse con il quale attualizzare nell’Eva Van deve essere scelto a priori. La scelta si
basa essenzialmente sul costo del capitale aziendale che è un costo opportunità.
Costo opportunità: chi investe a vario titolo nel progetto rinuncia alla possibilità di impiegare le proprie
risorse finanziarie in modo alternative.
D/(D+E) x Cd + E/(D+E) x Ce
Come media ponderata del rendimento atteso dai vari finanziatori dell’impresa. Per il calcolo del WACC
concorrono principalmente due variabili.: Il costo opportunità del capitale proprio e il costo opportunità del
capitale di debito.
D= Capitale di debito (prestito di terzi)
E= Capitale proprio o Equity
Cd= Costo del debito ( al netto degli effetti della deducibilità degli interessi passivi= x (1-t) dove T è la
tassazione aziendale). Il costo del debito lo vado a dedurre come interesse passivo
Ce= Costo del capitale proprio (remunerazione desiderata)
Di norma l’azionista determina il tasso minimo al di sotto del quale non è disposto a scendere basandosi su:
Premio per il rischio (dipende dalla propensione al rischio dell’imprenditore)
Rendimento di investimenti in altri settori (ad esempio investimenti a basso o nullo rischio
Premio per inflazione
CAPITALE D’ESERCIZIO
Riguarda le spese aggiuntive che l’impresa sostiene nel momento in cui compie l’investimento per
dotarsi di mezzi aggiuntivi che utilizzerà durante la vita utile dell’investimento. Tali risorse
aggiuntive delle quali si dota aumentano evidentemente il costo dell’investimento, ma vengono poi
recuperate di anno in anno potendo godere di risparmi di costo.
Esempio
Se ho una pressa e lavora dei prodotti caldi, l’operatore deve prelevare il prodotto caldo ma deve
aspettare che si raffreddi. Posso in caso comprare un robot manipolatore che può prelevare senza
problemi il prodotto caldo risparmiando tempo. All’inizio avremo un capitale di 500.000 (pressa) e
100.000 (robot) quindi un investimento di 600.000 (IO= 600.000) che recupereremo nel tempo
CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE A FONDO PERDUTO
Si tratta di contributi in conto capitale iniziale (esempio regionali, provinciali, stato) che vanno ad
abbattere l’esborso al tempo zero I0 o in aumento alla disponibilità di esercizio Dt. Se il fondo arriva
negli anni successi lo mettere negli anni successivi
IL VALORE RESIDUO
Valore che si presume di attribuire all’investimento al termine del periodo assunto per
l’investimento. Aumenta la disponibilità da attualizzare riferita all’ultimo anno di vita utile
dell’investimento. È il valore realizzabile rivedendo l’impianto stesso sul mercato dell’usato. La
vendita del vecchio impianto può diminuire il valore di acquisto I0 di uno nuovo
Esempio
Posso rivendere l’impianto all’ultimo anno del periodo di vita utile dell’impianto stesso.
ERRORI DA EVITARE
Esercizio
Un investitore intende investire 1.000.000€ in una start up destinata allo sviluppo di
software ERP, rimanendo socio unico ed amministratore per i primi 6 anni. L’investitore,
essendo l’azienda ad alto contenuto tecnologico, può usufruire di un finanziamento iniziale
in conto capitale di 200.000€.
Si prevedono ricavi costanti per i primi 5 anni pari a 2.000.000€ ogni anno, costi del
personale pari a 1.500.000€ ogni anno e 200.000€ di altri costi indiretti e generali. Il 6 anno
l’investitore rinuncerebbe ad utili eventuali e venderebbe l’azienda ad alcuni dipendenti
per 500.000€. Considerando che l’investitore investe tipicamente senza mai scendere al di
sotto del 15% di ritorno.
Calcolare EVA dell’investimento scrivendo se è conveniente o meno .
Soluzione
I= 1.000.000-200.000=800.000
È utile per confrontare due progetti, due impianti o macchinari che presentano I0 tra loro diversi.
Procedimento:
1. Si calcola l’EVA-VAN per entrambi i progetti
2. Si verifica la seguente relazione
EVA > 0
3. Nel caso in cui sia rispettata, si procede al calcolo dell’IP
IP = EVA/I0
4. Si confrontano i due valori di IP
Esercizio
L’azienda LUX Spa, operante nel settore della ristorazione, sta valutando l’ipotesi di acquistare
nuove attrezzature per vendere in modalità take away. Il fornitore delle attrezzature propone 2
alternative
IMPIANTO 1 IMPIANTO 2
Costo capitale i= 8%
Soluzione
IMPIANTO 1
I0= -150.000
D = R – C = 200.000- (50.000+90.000+10.000+8.000+13.000)= 29.000
EVAa = 150.000+ 29.000 x 6,7101 = +44.592,9 > 0
IMPIANTO 2
I0= 200.000
D = R – C = 210.000 – ( 51.000+90.000+7.000+9.000+15.000) = 210.000-172.000= 38.000
EVAb = -200.000 + 38.000 x 6,7101= + 54.983,8 > 0
B conviene su A
Calcolo IP
Se la scelta si pone tra due o più progetti di investimento aventi un costo diverso iniziale di
ammontare, è opportuno poter esprimere i valore dei flussi di ritorno in ogni progetto in termini
relativi rispetto all’esborso.
In assenza di vincoli di bilancio, meglio intraprendere l’investimento con EVA VAN più alto.
Se ho vincoli di bilancio (es. cash flow ridotto) devo far rendere il più possibile ogni euro investito e quindi
preferisco investimenti a più alta redditività di progetto ( per I0 non troppo diversi fra di loro).
L’IP ignora la dimensione assoluta dell Ip iniziale e ciò potrebbe portare a distorsione sulle scelte.
Calcolo del valore attuale di tutte le uscite ed entrate di cassa, scontando da esse il tasso i, che
corrisponde al tasso del capitale.
PRO
Il VAN quantifica in valori monetari il contributo di un investimento all’incremento di valore del capitale
iniziale investito
Fissato un determinato i esiste un unico VAN
Posso utilizzare diversi tassi i nel tempo
Posso confrontare investimenti diversi fra di loro
Nel flusso di cassa i ricavi sono disponibili immediatamente
CONTRO
A volte non è semplice determinare il tasso di i e di conseguenza il fattore di attualizzazione
Predilige investimenti con VAN più altri, ma spesso le dinamiche non sono chiare e gli I0 iniziali possono
essere diversi ( in questo ultimo caso occorre usare anche l’IP)
Il VAN è un valore assoluto che non pesa il valore degli investimenti necessari. Ad esempio investimenti con
VAN uguali potrebbero richiedere però I0 molto diversi
Si usa per calcolare la redditività intrinseca dell’investimento ( non ho ancora i soldi per l’investimento ) .
Coincide con l’EVA VAN = 0
Procedimento
1. Si imposta la formula dell’EVA
2. Si risolve l’equazione con incognita i
−I 0+ ΣDt ( 1+ i )−t=0
Se le D sono costanti
I0
a n∨i=
D
Il calcolo del TIR è complesso. Va sciolto per tentativo fino al raggiungimento di un certo intervallo
ristretto. A quel punto si procede per interpolazione lineare.
Esercizio
Per far fronte ad una maggiore domanda l’agenzia viaggi sta valutando la convenienza economica ad
ampliare i propri locali. Il progetto di investimento in questione presenta i seguenti dati
Investimento 210.000
Contributo a fondo perduto 10.000
Ricavi annui 150.000
Materiale di consumo 25.000
Energia 13.000
Manodopera 55.000
Spese generali 9.000
Vita utile 10 anni
I0 = 210.000-10.000 = 200.000
D = R – C = 150.000 – (25.000+13.000+55.000+9000)= 150.000-102.000= 48.00
EVA = −I 0+ ΣDatt =−I 0+ D a n∨i=0
I0
D x a n|i = I0 a n∨i=
D
200.000
a n∨i= =4,16666660
48.000
Tale valore è compreso tra il 20 e il 22% ossia tra 4,1925 e 3,9232. Il tir si trova lì in mezzo
I è conveniente perché 20-22% > 16
REGOLA DI CARTESIO
Ne deriva che per avere un unico tasso di TiR positivo, devo avere un solo cambio di segno
(esempio -I0 e poi tutti Dt positivi)
Se ho ad esempio I0 = -4000; D1= 5000; D2= 6000 e D3= -6000 ( due cambi di segno ) avrò
due TIR positivi. Non scelgo il TIR come calcolo di convenienza
PRO
Non devo definire a priori un tasso di attualizzazione come per il VAN
Ottengo un tasso implicito confrontabile con un tasso esterno
CONTRO
Laborioso e posso ottenere valori di TIR contrastanti tra loro
Non si può utilizzare nel caso di cambio dell’i durante la vita dell’investimento
Non si possono comparare investimenti diversi. Meglio un investimento che rende il
10% con un I di 100 o il20% con un I di 10
Essendo la risoluzione di un equazione, presuppone il reimpiego dei flussi
( investimento) generati
In definitiva:
Quando abbiamo a che fare con progetti singoli, indipendenti che non devono essere
comparati con altri possiamo usare il VAN ed il TIR (con tutte le attenzioni discusse per
il TIR)
Ma quando dobbiamo confrontare fra di loro due progetti meglio il VAN.