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Antonio Thomas
Internazionalizzazione e pmi
meridionali:
la direttrice tecnologica
ome è noto, nell’ultimo La riduzione occupazionale verifica-
zioni ambientali in senso lato. Di qui il esterni (I.C.E., 1995). Tuttavia, il manife-
bisogno di creare un sistema organizzati- starsi di una tale preferenza rende eviden-
vo reattivo verso i mutamenti in atto, te anche il bisogno di adottare determina-
recettivo ai cambiamenti tecnologici e ti comportamenti ed atteggiamenti, sia da
congiunturali ed in grado di pianificare parte imprenditoriale che governativa.
con lungimiranza e precisione le scelte di Le imprese che già operano con disin-
mercato laddove, per la pressante ed voltura nell’ambito internazionale non
estesa concorrenza, i margini di errore per questo possiedono delle caratteristi-
tollerabile si sono sensibilmente ridotti. che genetiche che la rendono immuni da
Uno dei modi più diffusi con i quali, improvvisi tracolli; tutt’altro, se non sono
attualmente, le aziende dei paesi svilup- supportate da un continuo rinnovarsi
pati cercano di assecondare gli orienta- delle conoscenze tecniche, tecnologiche e
menti in atto e mantenere una sorta di manageriali sono destinata a scontrarsi
leadership si basa sulla stipulazione di ben presto con l’ineluttabilità del pro-
accordi strategici (joint-venture, offset, gresso scientifico che finirebbe con il
buy-back, countertrade…) di mercato, di metterle fuori gioco.
produzione, finanziari o tecnologici con D’altronde, poiché il confronto a viso
altre imprese, locali od estere, miranti aperto con imprese straniere già da
allo sviluppo congiunto o basati sullo tempo abituate a ragionare in un’ottica
scambio o trasferimento di know-how. Si extra nazionale comporta di per sè dei
punta, quindi, a colmare i propri gap con rischi e delle difficoltà rilevanti, è lecito
l’interazione reciproca di due o più part- attendersi un intervento pubblico che,
ner accordantesi prevalentemente attor- almeno in una prima fase, faciliti il com-
no alla variabile cruciale della tecnologia; pito delle aziende locali desiderose di
strategia che quantunque necessaria, ampliare il proprio angolo di visuale ade-
spesso è insufficiente ad assicurare il guandosi ad una tendenza che prima o
mantenimento di una posizione di pre- poi le porterà a scegliere se entrare da
minenza nel mercato. protagoniste nel mercato globale o farsi
Non c’è bisogno di risalire alla teoria trainare da esso, con i rischi che ne con-
dei costi comparati o della specializza- seguono.
zione internazionale per comprendere i Da questo punto di vista, la posizione
motivi che spingono le aziende a ricerca- prospettica italiana, sebbene di notevole
re l’opportunità di mercato più favorevo- rilievo, non è, tra i paesi industrializzati,
le, l’input al prezzo migliore o il partner la più felice, scontrandosi le aziende con
36 ideale tramite un ricorso più assiduo a difficoltà nel reperire le risorse umane e
meccanismi internazionali ed a partner finanziarie necessarie alle strategie di
Antonio Thomas Temi
natura ‘importata’. Se nel settore della duttività stagnante tende a patire mag-
high tech il bilancio dell’internazionaliz- giormente l’elevata elasticità della curva
zazione produttiva valutato in termini di di offerta delle esportazioni rispetto al
investimenti diretti esteri è fortemente tasso di cambio; mentre la creazione di
negativo, infatti, è da notare che lo stesso un settore export-oriented ad alta inten-
settore appare trainante rispetto ad altri sità di know-how, invece, potrebbe con-
comparti manifatturieri in quanto le pur tribuire a consolidare il saldo estero ed a
poche ed isolate imprese che fondano la smorzare gli effetti delle oscillazioni delle
loro strategia d’attacco sulla componente valute sul livello della domanda effettiva
tecnologica sono molto apprezzate e contribuendo ad assicurare, quindi, affi-
competitive a livello nazionale ed inter- dabilità economica e la stabilità finanzia-
nazionale (poli di eccellenza). ria richiesta dagli impegni europei.
L’affermazione è più comprensibile se Ancora, è opportuno ricordare che le
si considera che l’innovazione tecnologi- PMI meridionali, a carattere poco più
ca non è un fenomeno che riguarda che familiare, sono meno vincolate dal-
essenzialmente i settori high-tech (Gros- l’azionariato - che in occidente è preva-
Pietro, 1995). Premesso che l’innovazio- lentemente del tipo ‘non impegnato’ (non
ne nelle imprese è un fenomeno molto committed) - il cui desiderio di redditività
articolato non riconducibile esclusiva- a breve in non pochi casi si palesa incom-
mente all’introduzione di nuove tecnolo- patibile con programmi di investimento
gie né esplicitato solamente nelle caratte- di lungo periodo (Williamson, 1975).
ristiche dei beni strumentali, puntare D’altra parte, una volta che, seppur
sulle PMI presenterebbe una serie di van- non unanimemente, anche l’apparato
taggi legati al fatto che queste ultime, a teorico ha riconosciuto che la performan -
causa della frequente scarsità di mezzi ce innovativa e la partecipazione al cam-
finanziari, sono invogliate ad utilizzare, biamento tecnologico non sono necessa-
per le attività di innovazione, risorse pre- riamente legate alla dimensione azienda-
valentemente interne e a adottare com- le - non essendo l’innovazione un risulta-
portamenti più prudenti (seppure meno to automatico connesso all’utilizzo di un
profittevoli in assoluto) orientati diretta- dato stock di conoscenze ma il prodotto
mente al mercato, riducendo conseguen- di un insieme eterogeneo di condizioni -
temente sia l’impegno in costi fissi che sia aprono, per le PMI, nuove ed attraen-
l’assunzione di rischi rilevanti (De ti prospettive (Causi, 1992).8 Le nuove
Chiara, 1996). tecnologie informatiche, ad esempio,
40 Ma una nazione strutturalmente sbi- oltre a modificare le tradizionali configu-
lanciata in settori tradizionali o a pro- razioni delle economie di scala, spingono
Antonio Thomas Temi
delle singole aree (borse dell’innova- zioni pubbliche ed i centri privati prepo-
zione, marchi di qualità, certificazio- sti a tale scopo, di instaurare un costrut-
ne di processo o prodotto...); tivo dialogo con tutti gli interlocutori -
- interventi di sostegno ed accessibilità coinvolgendo ed indirizzando anche le
al credito agevolato per le imprese PMI - per sfruttare e valorizzare i fattori
innovative; imitativi e di confronto ai fini innovativi,
- iter formativi specifici per operatori di diffondere le informazioni, di invoglia-
dell’innovazione; re alleanze funzionali tra le imprese set-
- collegamenti diretti tra la ricerca tentrionali e meridionali con la creazione
applicata e lo sviluppo prototipale; di appositi circuiti di competitività, di
- procedure di ottimizzazione dei costi agevolare gli esportatori (primo stadio
di urbanizzazione e agglomerizzazio- dell’apertura verso l’esterno)13 offrendo
ne conseguenti alla nascita di cluster studi di profittabilità territoriale.... dal-
industriali. l’altra emergono immediati i problemi di
realizzazione ed attivazione di meccani-
Parallelamente, poiché buona parte smi endogeni non tirati dall’alto a forza
delle competenze innovative è ‘esogena’ di finanziamenti (del tipo top-down) ma
alla dinamica industriale (Dosi, 1990), si scaturenti direttamente dalle imprese ed
dovrebbe agire anche dal lato qualitativo in grado di autoalimentarsi (bottom-up).
dell’offerta, migliorando il grado di cono- La cosa si complica in considerazione del
scenza dei servizi messi a disposizione e fatto che le strategie dovrebbero differen-
coordinando in modo più efficace le ziarsi sia in relazione al soggetto econo-
varie e non di rado frammentate tipolo- mico (ed al settore) che intende interna-
gie regionali, nazionali e comunitarie di zionalizzarsi14 che, in particolare, rispet-
intervento e sostegno. to all’interlocutore esterno (ed al suo
A livello teorico o normativo, invece, background culturale) con cui si viene a
nell’ottica di un insieme strategico, non è contatto poiché è ben diverso il tipo di
difficile definire delle scelte e stabilire relazione che generalmente può instau-
delle priorità; le difficoltà insorgono rarsi, ad esempio, con un’impresa di una
quando si tratta di operare concretamen- nazione industrializzata rispetto ad una
te per porre in essere degli interventi sta- appartenente ad un paese in via di svi-
bili e forieri di risultati. luppo (PVS).
Dunque, se da una parte si avverte la A questo proposito esistono almeno
necessità di spingere verso la R&S e la due tipi di riserve.
diffusione delle innovazioni tanto le Poiché le attività innovative compor- 43
aziende quanto, principalmente, le istitu- tano informazioni imperfette ed asimme-
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica
triche, una prima remora è legata alla emerge da recentissime indagini empiri-
concreta possibilità che le iniziative che (Pieraccioni, 1996), quasi un terzo
scontino inesperienze ed eventuali ritardi delle PMI esistenti introduce annualmen-
subendo la forte concorrenza di quelle te innovazioni di processo o di prodotto
imprese straniere o del Nord Italia che, principalmente su sollecitazione dei pro-
trovandosi già in vantaggio, potrebbero duttori di macchinari o sotto la spinta di
sfruttare la loro posizione di preminenza, consulenti specializzati, mentre è raro
rendendo più ardui gli sforzi degli inse- che le innovazioni siano una conseguen-
guitori. za di sistematici rapporti con istituti di
Per ridurre le probabilità d’insuccesso ricerca o università che in misura pur
evitando l’insorgere di una sensazione copiosa sono presenti nella realtà meri-
diffusa di scoraggiamento, normale scot- dionale.
to da pagare per i neofiti, sarebbe oppor- Un secondo antitetico ostacolo all’a-
tuno riuscire a convogliare le diverse ini- pertura è data dalla scarsa disponibilità
ziative locali finalizzate al raggiungimen- degli alcuni imprenditori a trasferire
to dell’obiettivo comune supportando ed know-how verso i PVS che, usufruendo
assistendo in modo organico i pioneristi- di costi di fabbricazione inferiori, potreb-
ci tentativi degli operatori che per la bero in un breve volgere trasformarsi in
prima volta si affacciano alla ribalta temibili concorrenti (new comer) avvan-
internazionale. taggiati da un costo del lavoro inferiore e,
In questo senso, oltre alla valorizza- parallelamente, ad investire nell’acquisto
zione territoriale, sarebbe auspicabile sti- di costosa tecnologia dalle aree tecnolo-
molare iniziative di reale ausilio come la gicamente avanzate.
realizzazione di un’interfaccia con gli In effetti, questo è un serio problema
organismi pubblici e privati di ricerca, concettuale legato ad un’erronea visione
l’instaurazione di un costruttivo dialogo dei meccanismi di divisione internazio-
con altri interlocutori economici al fine nale del lavoro. Tralasciando il fatto che
di attivare circuiti virtuosi di apprendi- nel momento in cui si lasciasse campo
mento (ad esempio, rendendo palesi le aperto agli altri paesi avanzati questi,
opportunità di subfornitura di specialità probabilmente, non avrebbero le stesse
esistenti - primario veicolo di diffusione preoccupazioni e usufruirebbero dei
tecnologica -), la creazione di parchi benefici immediati derivanti dalla cessio-
scientifici e tecnologici, il miglioramento ne del know-how, si dovrebbe riflettere
dei servizi offerti alle aziende (a partire sull’inevitabilità del processo di diffusio-
44 dal marketing e dalla consulenza mana- ne delle innovazioni in opposizione al
geriale)... . Tutto ciò in quanto, come quale il principale strumento difensivo
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rirle) e gli input necessari ad attirare l’at- cambiamento tecnologico - che studia i
tenzione degli imprenditori, molti dei sistemi scientifici e tecnologici, gli inve-
quali, altrimenti, scoraggiati dall’impe- stimenti pubblici e privati in R&S, la
gno finanziario ed organizzativo richie- genesi delle innovazioni, la loro diffusio-
sto e dai tempi lunghi di ritorno degli ne all’utenza e l’impatto dei processi
investimenti19, preferirebbero aspettare innovativi suddetti sulle imprese, sui set-
gli eventi invece di anticiparli oppure tori industriali, sul contesto macroecono-
delegarli all’iniziativa governativa. mico e nei rapporti con gli interlocutori
È ovvio che, in quest’ultimo caso, ad esterni. Orbene, una volta superata l’im-
esserne penalizzati non sarebbero solo le postazione teorica che identificava il pro-
aziende quanto, in modo ben più grave, gresso tecnico come un fattore esogeno
l’intero contesto locale. La molla del pro- all’impresa, questo attivismo ha fatto
fitto è improcrastinabile e non si può venire alla luce la presenza di elementi
confidare solo nel mecenatismo o nella sia di discontinuità - innovazioni radica-
‘apertura mentale’ se si desidera che sog- li, nuovi paradigmi, rivoluzioni tecnolo-
getti economici scettici e timorosi del giche - che di continuità - innovazioni
nuovo, quali la maggioranza degli incrementali, traiettorie -. Il grande peso
imprenditori meridionali, si assumano di questa seconda componente consente
dei rischi da insuccesso avventurandosi di ridurre molte scelte tecnologiche e di
in campi che evadono dalle loro tradizio- comportamento a procedure standardiz-
nali sfere cognitive. zate e di isolare dagli automatismi proce-
durali le vere decisioni strategiche che
PER UNA RINNOVATA METODOLOGIA D’ANALISI avvengono solo in determinati momenti.
Di qui l’approccio evolutivo contem-
Sono stati mostrati, con i loro vantag- poraneo che concepisce l’impresa come
gi e difficoltà d’adozione, taluni aspetti un organismo che apprende e cristallizza
relativi alla creazione e diffusione della le capacità acquisite nelle sue routine
tecnologia nel contesto meridionale ed decisionali ed operative (Nelson e Winter,
italiano, riportando, più o meno implici- 1982)20. Ma anche questa visione, così
tamente, le opinioni di noti ricercatori e come l’approccio ‘territoriale’ e della spe-
studiosi; tuttavia, sembra che la presente cializzazione flessibile degli anni ‘70
discussione, nei suoi pur evidenti limiti, (Piore e Sabel, 1987) non è esaustiva né
sia orfana di qualche cosa. onnicomprensiva (Arcangeli, 1994); spe-
Pionieri come Schumpeter e Arrow cialmente se si ipotizza una situazione
48 hanno aperto la strada ad una disciplina nella quale la tecnologia è in rapido cam-
di economia applicata - l’economia del biamento (Di Bernardo e Rullani, 1985).
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mente difficile far comprendere che l’o- un superiore interesse collettivo: lo svin-
biettivo di fondo non è la protezione di colarsi dall’affannosa rincorsa delle altre
interessi di sorta ma il perseguimento di aree industrializzate.
NOTE
1
I termini ‘globalizzazionè, ‘internazionalizzazionè o ‘multinazionalizzazionè sono frequen-
temente utilizzati come dei sinonimi anche se, in molti casi, con essi si tende ad identifica-
re il diverso grado di apertura di un’impresa verso l’esterno. Nello specifico la globalizza-
zione può intendersi come “un nuovo modo di organizzare strutture e risorse per il conse-
guimento di più vantaggiosi posizionamenti competitivi nei mercati internazionali”
(Calvelli, 1998).
2
Sebbene ciò si sia verificato in termini diversi da quanto preconizzato da Piore e Sabel
(1987).
3
Per complessità tecnologica s’intende, comunemente, la varietà e variabilità dei problemi e
delle opportunità di sviluppo create dalle dinamiche tecnologiche in atto nei diversi settori
industriali.
4
Si consideri, ad esempio, la possibilità di esplorare più alternative tecnologiche, di entrare
in contatto con differenti contesti culturali o di acquisire una maggiore reattività ai cam-
biamenti ambientali.
5
I vantaggi competitivi possono sintetizzarsi in abilità differenziali (conseguenza di un qual-
che tipo di controllo oligo-monopolistico) o in capacità produttive o gestionali uniche (com-
petenze distintive). Per vantaggio comparato, invece, ci si riferisce alla possibilità di usu-
fruire, in un’area, di benefici inimitabili in altri contesti (Porter 1991).
6
Oggigiorno, la spinta alla globalizzazione non è tanto una conseguenza della concorrenza e
della diversificazione, quanto delle esigenze e delle preferenze dei consumatori poiché,
quando le informazioni possono diffondersi con relativa libertà, le barriere territoriali
divengono irrilevanti (Ohmae, 1990).
7
Contrariamente a questa impostazione, Storey e Johonson (1987) hanno rilevato che la
carenza di opportunità di mercato è il principale ostacolo ai processi di sviluppo aziendale
nei paesi ad alto tasso di industrializzazione, come la Gran Bretagna.
8
L’autore precisa che le conclusioni divergono in relazione al settore di riferimento. Nei com-
parti tradizionali, infatti, sembra prevalere il potenziale delle grandi imprese; in quelli dei
fornitori specializzati la maggiore concentrazione di innovazioni si osserva nelle aziende
più piccole.
9
Per recupero di competitività non si intende solo la riduzione dei costi di produzione ma
anche la generica capacità di far meglio, scavando delle nicchie nel contesto mondiale,
52 acquisendo competenze distintive e aumentando l’export. Quindi, un problema sia di effi-
cienza che di efficacia.
Antonio Thomas Temi
10
Non tutti gli imprenditori comprendono che al fine di assicurare alle proprie aziende un
futuro più stabile gli investimenti andrebbero sostenuti nei periodi di congiuntura favore-
vole e di attivo commerciale (specialmente quando questi non derivano da autonomi recu-
peri di competitività dell’impresa ma da elementi esogeni ad essa).
11
Per beni relazionali si intendono quelle forme di accumulazione culturale (ricerca, know-
how, regole, procedure) che sono indispensabili ad assicurare una combinazione produtti-
va adeguata allo sviluppo.
12
La catena del valore territoriale è formata da conoscenze e informazioni assorbite da un
insieme di attività (e strutture) che vengono svolte (o realizzate) da organi preposti al trat-
tamento ed utilizzazione delle prime. A loro volta, attraverso un processo iterativo, questi
organismi innalzano il livello di funzionalità del territorio fino al raggiungimento di uno
stadio più maturo di valorizzazione: una tecnopoli, un parco scientifico o un polo tecnolo-
gico (Formica, 1994).
13
Nell’ambito delle rilevazioni statistiche, risultano incluse tra le imprese internazionalizzate
anche quelle che importano o esportano quantità minime rispetto ai valori del fatturato.
Ciò, ovviamente, altera i dati numerici delle imprese realmente inserite nella competizione
internazionale.
14
Non sembra, peraltro, giustificato proporre politiche di sostegno eccessivamente differen-
ziate in quanto, oltre a presentare dei costi molto elevati, ostacolerebbero i processi di stan-
dardizzazione di base delle produzioni; elemento comune a molte imprese internazionaliz-
zate di successo (Cominotti e Mariotti, 1992). Invero, sarebbe auspicabile il tentativo di
‘omogeneizzarè parte della domanda di servizi di supporto.
15
Il fatto che molte delle imprese meridionali già operanti in ambito multinazionale sfruttino
principalmente la flessibilità operativa e la capacità di imitazione e adattamento, non è
affatto incoerente con il desiderio di dotarsi di un sistema industriale fondato sulla compo-
nente tecnologica.
16
Finanche per gli USA, la nazione che notoriamente investe di più nella R&S e che produce
le maggiori esternalità, le politiche tecnonazionaliste adottate in alcuni settori hanno sorti-
to un effetto opposto al desiderato causando la perdita della leadership tecnologica a favo-
re di paesi, come il Giappone, maggiormente proiettati nello scambio e nella diffusione della
conoscenza.
17
“Tecnologia adatta a soddisfare una specifica domanda in uno specifico ambiente, in modo
tecnicamente efficiente ed economicamente valido, che comporti un impatto ambientale
minimo, che cerchi di valorizzare le risorse naturali locali, la cui gestione è coerente con la
cultura dell’utente e che abbia un’intensità di capitale e lavoro compatibile con le condizio-
ni economiche e sociali del paese ricevente” (Pastore, 1994).
18
“Appropriata è quella tecnologia in grado di contribuire ad un particolare obiettivo di svi-
luppo” (Dezi, 1996).
19
Una multinazionale dovrebbe lecitamente attendersi un ritorno produttivo solo dopo alme- 53
no due-tre lustri dall’ingresso in un nuovo mercato (Ohmae, 1990); va da se che, in genere,
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica
le PMI non hanno una struttura economico-finanziaria tale da consentirle una simile atte-
sa.
20
Le routines, sottolineano gli autori, garantiscono stabilità poiché riducono l’incertezza com-
portamentale, regolano interessi divergenti e conservano memoria del sapere organizzativo.
21
“Modello per la soluzione di problemi tecnologici selezionati basati su principi selezionati
derivati da scienze naturali e biologiche selezionate” (Kuhn, 1962).
22
Alcuni studiosi affermano, ad esempio, che i PVS necessitano anzitutto di tecnologie labour
intensive. Il fatto che in talune aree, in un periodo storico-congiunturale, un certo tipo di
tecnologia si sia rivelata efficiente non garantisce le stesse performance in tutti i potenziali
acquirenti. In realtà, spesso la tecnologia è ponderata più in base a considerazioni di pre-
stigio o imitative che per la sua effettiva appropriatezza.
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