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NOVUS CAMPUS 1.

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Antonio Thomas

Internazionalizzazione e pmi
meridionali:
la direttrice tecnologica
ome è noto, nell’ultimo La riduzione occupazionale verifica-

C decennio hanno trovato


espressione, raccordandosi
tra loro, una serie di sostan-
ziali mutamenti organizza-
tasi, dagli anni ‘80, nelle grandi imprese
tanto del Mezzogiorno d’Italia che delle
altre nazioni ‘occidentali’ (Florio,
Lucchetti e Quaglia, 1998) ha, quindi,
tivi, tecnologici e gestionali che hanno avallato lo spostamento del baricentro
influito sensibilmente sui comportamen- dello sviluppo economico a favore di
ti degli operatori economici e che sono unità produttive più piccole, con un rap-
stati genericamente definiti con il termi- porto capitale-lavoro decrescente
ne globalizzazione1. (Garofoli, 1988), ma dotate di maggiore
A livello macroeconomico, ad esem- flessibilità e capacità innovativa2 .
pio, si è palesata la tendenza alla seg- A livello microeconomico, invece, le
mentazione del mercato in nicchie o trasformazioni sono legate principal-
fasce specializzate; il crescente fabbiso- mente alle conseguenze dei processi d’in-
gno di risorse finanziarie necessarie alle terattività che si stabiliscono tra le
attività di ricerca, produzione e distribu- imprese ed il contesto esterno, quindi
zione ha determinato un’incidenza cre- alle modifiche nei comportamenti strate-
scente dei costi fissi; si è verificata un’ac- gici delle prime le quali, per conservare le
celerazione nella creazione e diffusione luci della ribalta, sono sempre più obbli-
dell’innovazione di prodotto e di proces- gate a pianificare i loro piani di espan-
so; il massiccio ricorso alle tecnologie sione attorno al comune denominatore
informatiche ha comportato dei sostan- della componente tecnologica.
ziali cambiamenti nella conduzione delle La rischiosità dei processi innovativi,
imprese. la rapida obsolescenza caratterizzante
Abbandonato il modello organizzativo molte moderne innovazioni che spinge
della produzione di massa standardizza- verso un loro sfruttamento più estensivo
ta, si tende verso strutture più elastiche e che intensivo, la multipolarità delle sor-
differenziate le quali, agevolate e solleci- genti del progresso tecnico, la lievitazio-
tate dalla riduzione dei costi di comuni- ne dei costi della ricerca e sviluppo
cazione e di trasferimento delle cono-
scenze, sostituiscono ai vantaggi del
*Il presente lavoro è stato realizzato nel -
gigantismo i benefici derivanti dalla
l’ambito delle attività di ricerca dell’Istituto di
maggiore reattività e versatilità di dina-
Ricerca sulle Attività Terziarie (C.N.R.) relative
miche unità di dimensioni inferiori, fre-
al progetto Internationalisation Project for
32 quentemente coordinate per il raggiungi- Small Size Enterprise Development finanziato
mento di un fine comune.
dal Fondo Sociale Europeo.
Temi

(R&S), le difficoltà connesse all’acquisi- tive seppur localizzate in aree diverse


zione di una quantità di informazioni (Cozzi e Vaccà, 1986).
sufficienti ad internalizzare un intero Le asserzioni riportate sembrano con-
processo produttivo, il crescente bisogno durre ad una duplice contraddizione tra
di compatibilità e comunicazione tra i la rivalutazione del concetto di contesto
diversi sub-sistemi... sembrano concilia- locale (dalla segmentazione del mercato
re la necessità di un parallelo procedere alla sovranità del consumatore) e l’affer-
tra internazionalizzazione dei mercati e mazione del globale6 nonché tra il pale-
complessità tecnologica3, sollecitano l’a- sarsi di prospettive che paiono interessa-
dozione di nuove politiche di apertura, re più le grandi imprese che non le pic-
scambio e dialogo con interlocutori cole. Ma a ben vedere l’antagonismo è
esterni al proprio contesto di apparte- solo apparente.
nenza. I sub-fornitori/sub-appaltatori, ad Riguardo il primo aspetto, il conflitto
esempio, generalmente piccole e medie è di natura meramente interpretativa e
imprese (PMI), si aprono anche a rap- nasce nel momento in cui all’idea di glo-
porti con altre grandi aziende così da balizzazione sono attribuiti dei significa-
ampliare il proprio bagaglio di conoscen- ti che le sono estranei. L’apertura globale,
ze di cui, poi, seppur indirettamente, infatti, non indica il diffondersi di un
usufruiranno le stesse committenti origi- processo di omogeneizzazione su scala
narie4. Parallelamente, avendo i consu- internazionale dei comportamenti
matori acquisito un ruolo di indirizzo imprenditoriali o dei bisogni dei consu-
primario nelle politiche di mercato matori (ad es. il consumatore universale),
aziendali (market in), le aziende reagisco- ma una situazione d’interdipendenza fra
no concentrandosi nell’offerta di tipolo- le iniziative produttive svolte in luoghi
gie di prodotti/servizi o fasi di lavorazio- diversi; un’opportunità di disporre di
ne ad hoc, con peculiari contenuti di alternative tecnologiche, di correlare
knowledge ‘dedicata’, che di fatto scorag- varietà locali, di valorizzare il capitale
giano i clienti nella ricerca delle alterna- umano (Vaccà, 1995a).
tive (Porter, 1991). Si va così configurando un rapporto
La scienza e la tecnologia, dunque, di complementarità e specializzazione in
vengono a porsi come variabili struttu- cui la competitività aziendale oltre a
ranti dei processi d’internazionalizzazio- svincolarsi completamente dalla disponi-
ne delle imprese su quali articolare, nella bilità delle originarie dotazioni naturali
ricerca dell’ubiquità dei vantaggi compe- od economiche (Cozzi e Vaccà, 1986),
titivi5 , le nuove modalità di divisione del finisce per essere la risultante di un pro- 33
lavoro e di gestione delle attività produt- cesso di cambiamento non solo della
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visione strategica di fondo ma della stes- patrimonio aziendale di know-how e


sa idea d’impresa come organismo vinco- reputazione acquisito nel tempo (core
lato ad un ambito territorialmente deli- business) nonché a mettere in discussio-
mitato. ne la stessa proprietà aziendale.
Si assiste, quindi, al passaggio da una Di converso, molti imprenditori
tipologia d’azienda - quella dell’azienda hanno anche notato che le alternative
multinazionale vecchio stampo - ad d’approvvigionamento su scala mondiale
un’altra - quella transnazionale - caratte- o la minimizzazione del rischio connesso
rizzata dall’interazione cooperativa dei a repentini turbamenti politico-congiun-
processi produttivi con interlocutori turali in alcune aree, non rappresentano
esterni all’impresa, dal decentramento gli unici benefici connessi alle strategie
decisionale e dalla riconsiderazione del d’internazionalizzazione. Infatti, per
contesto ambientale e culturale come l’impresa che s’inserisce in un contesto
fonte di forze propulsive che incidono internazionale come unità appartenente
direttamente sulla competitività (Vaccà, ad una rete o costellazione d’aziende,
1995b). diviene possibile acquisire un’inedita
In un quadro così definito ed a fronte di forza contrattuale verso gli interlocutori
simili esigenze, le PMI, come detto, non esteri (anche istituzionali) ovvero, con
sono affatto tagliate fuori a causa della una sapiente focalizzazione sulle proprie
ridotta dimensione potendo beneficiare competenze distintive, cogliere pronta-
dei vantaggi offerti loro dalle nuove tec- mente i mutevoli vantaggi competitivi o
nologie e dalle diverse aspettative dei comparati presenti in un paese. Queste
consumatori. Ben altri, invece, sembrano convenienze nelle loro varie accezioni,
essere i problemi con i quali dovranno come si chiarirà nei prossimi paragrafi,
confrontarsi i loro titolari. sono principalmente una conseguenza
A fronte di un divenire multinaziona- piuttosto che una precondizione all’ope-
le che richiede un notevole impegno rare delle aziende in un’ottica multina-
finanziario - in gran parte sotto forma di zionale.
costi irrecuperabili - ed organizzativo, gli
operatori si sono accorti che le politiche IL DILEMMA STRUTTURALE DEL MERIDIONE
di apertura sono accompagnate da incer-
tezze e difficoltà emergenti già nelle fasi Al di là di queste considerazioni di
di definizione e gestione dei contatti con ordine generale sull’ingresso in un’ottica
l’estero (le asimmetrie informative, il globalizzata, il problema degli analisti
potere contrattuale…); difficoltà che pos- economici rimane quello di comprendere
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sono giungere a minacciare parte del quali orizzonti si schiudono per le impre-
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se e l’economia meridionale; opportunità economico-sociale, a cominciare dalla


o problemi che riguardano un’area nascita di un consumatore/utilizzatore
comunque già appartenente al contesto globale per finire alla multipolarità delle
comunitario privo di barriere commer- fonti di generazione del progresso tecni-
ciali e con una nascente moneta unica. co, appare chiaro che le aziende che non
Sebbene a tutt’oggi alcuni di questi intendono semplicemente sopravvivere
effetti siano già da ora facilmente indivi- debbono adeguarsi al nuovo ambito di
duabili, non sembra che al di là di alcuni riferimento acquisendo competitività
luoghi comuni o di grida allarmistiche non solo nel contesto domestico ma
l’attuale gran parlare dei commentatori anche e specialmente a livello internazio-
si sia tradotto in costruttive proposte di nale, affrontando i concorrenti stranieri
politica economica; anzi, si ha persino già in fase di internazionalizzazione con
l’impressione che nell’analisi del fenome- le loro stesse armi.
no si trascuri il status quo del Meridione Non è pensabile, dunque, almeno per
estremizzando in negativo degli eventi o quanto concerne il Mezzogiorno d’Italia,
enfatizzando delle possibilità in modo che le imprese (e i public maker) possano
eccessivo. pensare di resistere alle pressioni esterne
Partendo dal fatto che la struttura e all’invasione del mercato locali con
industriale meridionale è centrata sulla anacronistici protezionismi o rafforzan-
prevalenza di piccole unità produttive do la loro posizione solo tramite il conte-
operanti prevalentemente in settori tradi- nimento dei prezzi o dei costi produttivi,
zionali, si potrebbe dire che se da un lato eventualmente sfruttando anche mano-
essa è già permeata da qualità di flessibi- dopera operante in modo sommerso.
lità e snellezza, dall’altro risulta oltremo- La maggiore interdipendenza tra l’in-
do svantaggiata riguardo alle specializza- novazione (tecnica, tecnologica, organiz-
zioni produttive delle aziende ed alla zativa o gestionale) e l’internazionalizza-
mentalità imprenditoriale prevalente, fin zione, infatti, ha esaltato la competizione
troppo chiusa alle relazioni ed alle inno- basata sul contenuto di know-how o di
vazioni (Calvelli, 1990). servizi accessori insiti nelle realizzazioni
Premesso che la diffusione della cul- a scapito delle variabili prezzo o costo
tura universale, la standardizzazione dei (Hedlund, 1996). Ma i fattori che induco-
modelli di consumo e di vita e l’abbatti- no gli imprenditori ad innovare o,
mento delle barriere politiche e commer- meglio, le condizioni che agevolano le
ciali, cui segue la parallela creazione di innovazioni sono sia condizioni interne
mercati più vasti, spingono il mondo eco- alle imprese, sia condizioni riguardanti il 35
nomico verso una maggiore integrazione loro rapporto con il mercato, sia condi-
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zioni ambientali in senso lato. Di qui il esterni (I.C.E., 1995). Tuttavia, il manife-
bisogno di creare un sistema organizzati- starsi di una tale preferenza rende eviden-
vo reattivo verso i mutamenti in atto, te anche il bisogno di adottare determina-
recettivo ai cambiamenti tecnologici e ti comportamenti ed atteggiamenti, sia da
congiunturali ed in grado di pianificare parte imprenditoriale che governativa.
con lungimiranza e precisione le scelte di Le imprese che già operano con disin-
mercato laddove, per la pressante ed voltura nell’ambito internazionale non
estesa concorrenza, i margini di errore per questo possiedono delle caratteristi-
tollerabile si sono sensibilmente ridotti. che genetiche che la rendono immuni da
Uno dei modi più diffusi con i quali, improvvisi tracolli; tutt’altro, se non sono
attualmente, le aziende dei paesi svilup- supportate da un continuo rinnovarsi
pati cercano di assecondare gli orienta- delle conoscenze tecniche, tecnologiche e
menti in atto e mantenere una sorta di manageriali sono destinata a scontrarsi
leadership si basa sulla stipulazione di ben presto con l’ineluttabilità del pro-
accordi strategici (joint-venture, offset, gresso scientifico che finirebbe con il
buy-back, countertrade…) di mercato, di metterle fuori gioco.
produzione, finanziari o tecnologici con D’altronde, poiché il confronto a viso
altre imprese, locali od estere, miranti aperto con imprese straniere già da
allo sviluppo congiunto o basati sullo tempo abituate a ragionare in un’ottica
scambio o trasferimento di know-how. Si extra nazionale comporta di per sè dei
punta, quindi, a colmare i propri gap con rischi e delle difficoltà rilevanti, è lecito
l’interazione reciproca di due o più part- attendersi un intervento pubblico che,
ner accordantesi prevalentemente attor- almeno in una prima fase, faciliti il com-
no alla variabile cruciale della tecnologia; pito delle aziende locali desiderose di
strategia che quantunque necessaria, ampliare il proprio angolo di visuale ade-
spesso è insufficiente ad assicurare il guandosi ad una tendenza che prima o
mantenimento di una posizione di pre- poi le porterà a scegliere se entrare da
minenza nel mercato. protagoniste nel mercato globale o farsi
Non c’è bisogno di risalire alla teoria trainare da esso, con i rischi che ne con-
dei costi comparati o della specializza- seguono.
zione internazionale per comprendere i Da questo punto di vista, la posizione
motivi che spingono le aziende a ricerca- prospettica italiana, sebbene di notevole
re l’opportunità di mercato più favorevo- rilievo, non è, tra i paesi industrializzati,
le, l’input al prezzo migliore o il partner la più felice, scontrandosi le aziende con
36 ideale tramite un ricorso più assiduo a difficoltà nel reperire le risorse umane e
meccanismi internazionali ed a partner finanziarie necessarie alle strategie di
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apertura internazionale. In particolare, nale (e comunque ad affrancarsi dalla


nel Meridione le carenza infrastrutturali, limitatezza del mercato locale) o ad inve-
il razionamento qualitativo e quantitati- stire maggiormente in produzioni ad alto
vo del credito, lo scarso collegamento contenuto di know-how.
con i centri di ricerca e sperimentazione, Eppure è storicamente provato che un
l’assillo della delinquenza organizzata… elevato flusso in entrata/uscita degli inve-
ostacolano la propensione all’investimen- stimenti diretti da e per l’estero rappre-
to creando una sorta di fragilità diffusa senti un elemento essenziale nel processo
tra le PMI che le induce a tentare la via di sviluppo tecnologico di un’area
della competitività basata prevalente- (Cominotti e Mariotti, 1992); se l’innova-
mente su tecniche labour-intensive; con zione tecnologica e gli investimenti in
un comportamento più simile a quello di R&S spingono verso l’internazionalizza-
aziende localizzate in altri paesi del zione, infatti, è pur vero che essi ne sono
mediterraneo meridionale. a loro volta promossi, proiettando l’im-
Oltre ad essere in ritardo a livello di presa in un circolo virtuoso.
strategie di globalizzazione ed interna- Probabilmente, parafrasando l’opinio-
zionalizzazione, infatti, nelle imprese ne di autorevoli studiosi (Mariotti, 1993),
meridionali sono pressoché assenti gli da un certo punto di vista le carenze delle
acquisti di know-how avanzato dall’Italia PMI meridionali scontano la storica
Settentrionale o dall’estero, limitandosi i assenza di grosse imprese industriali in
rapporti di collaborazione esterni a pre- grado di reggere la competizione interna-
valenti scambi unilaterali tra unità cen- zionale che possano aver svolto un ruolo
trali localizzate altrove ed unità locali o di traino per l’intero sistema locale attra-
stabilimenti privi di autonomia e stretta- verso legami di subfornitura (come per le
mente dipendenti dalle direttive imparti- Keiretsu giapponesi) o con l’attivazione
te altrove. di meccanismi di spill-over o spin off. Tale
Da un lato, pertanto, si osserva una ipotesi, tuttavia, quantunque ben fonda-
carenza di PMI meridionali indirizzate ta, non è condivisa da tutti gli analisti
verso la direttrice tecnologica, con un poiché, al di là della radicata scarsa pro-
export quantitativo di realizzazioni high pensione alla collaborazione ed alla rela-
tech poco più trascurabile; dall’altro, al di zione degli imprenditori meridionali,
là delle disunite iniziative di carattere altri economisti attribuiscono migliori
comunitario, si nota l’assenza di una pre- capacità di ricezione e trasferimento (sia
cisa politica di sostegno governativa o di processo che, in particolar modo, di
delle autorità locali che invogli le impre- prodotto) alle PMI (Crivellari, 1994). Di 37
se ad affacciarsi nel contesto internazio- converso, come accaduto nelle aree
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distrettuali del Nord-est, il Meridione zazione e la componente qualitativa pos-


dovrebbe trovarsi in una posizione di sono svolgere un ruolo essenziale ren-
vantaggio. dendo queste imprese più internaziona-
Le piccole imprese, infatti, a fronte di lizzate ed innovative di molte altre di
alcune debolezze strutturali a livello di dimensioni superiori (Brusco, 1989).
organizzazione (come la sottocapitaliz- La diversità di opinioni si estende
zazione) o di funzioni strategiche (ad anche alle considerazioni riguardanti
esempio il marketing), presenterebbero forma ed entità dell’intervento pubblico.
dei punti di forza caratteristici legati al Vi sono coloro che ritengono auspica-
dinamismo, allo spirito d’iniziativa o bile l’affrancamento dai finanziamenti
all’elasticità gestionale, produttiva e statali rei, in taluni casi, di condizionare
commerciale (Genco, 1996). in senso negativo l’agire aziendale sosti-
Le conseguenze di politica economica tuendo o, peggio, duplicando uno sforzo
di queste due differenti impostazioni che dovrebbe essere di competenza
sono sostanziali: da un lato si richiedono imprenditoriale (Giannola, 1989); ma vi è
scelte più ‘liberiste’ finalizzate alla for- anche chi, in luogo della rincorsa del
mazione di complessi oligopolistici ope- gigantismo, ritenendo opportuno asse-
ranti senza timore a livello internaziona- condare le attuali caratteristiche della
le ed in grado di minimizzare, nelle loro struttura industriale nostrana, vedrebbe
varie figure, i costi di transazione o di con favore la formazione di esternalità
uso del mercato; dall’altro si attribuisce pubbliche in grado di attrarre o stimola-
una valenza di irrinunciabilità al miglio- re investimenti da e per l’estero
ramento delle infrastrutture, alla presen- (Brioschi, 1994).
za di operatori di intermediazione e a Secondo tale ottica, poiché i principa-
politiche che incentivino la dinamica li ostacoli all’internazionalizzazione delle
delle PMI. PMI sono frequentemente endogeni alle
A favore di quest’ultima posizione si aziende - legati a risorse e capacità limi-
riportano delle verifiche empiriche basa- tate (come quelle manageriali) - e non
te sulle performance che, in alcune aree, esogeni - relativi, cioè, alle opportunità di
le unità di dimensioni inferiori hanno mercato7 -, più che insistere direttamente
ottenuto pur operando su scala ridotta, verso la creazione di investimenti diretti
con tecnologie di livello intermedio e ad esteri, sarebbe meglio tentare di allarga-
elevata intensità del fattore lavoro re la base tecnologica e qualificativa del
(Taranto, 1990). La citata realtà distret- sistema innovativo locale tentando di
38 tuale, ad esempio, ha mostrato che la migliorare l’ambiente recettivo ed infra-
flessibilità, il basso grado di standardiz- strutturale ed introducendo normative
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atte a promuovere l’innovazione e tutela- giori probabilità di successo in quanto,


re il know-how in possesso delle imprese nel momento in cui si devono rispettare
che altrimenti, almeno in una prima fase, dei rigidi parametri comunitari, le auto-
rischierebbe di essere esposto a strategie rità centrali non sembrano più disponibi-
predatorie di tipo market-oriented da li ad interventi strutturali a raggiera.
parte di società esterne. Gli investimenti A questo proposito, quantunque man-
si svincolerebbero così dal condiziona- chi un’adeguata teoria di supporto sulle
mento della sovvenzione pubblica per motivazioni e modalità con le quali le
divenire un risultato quasi automatico PMI si internazionalizzano (Grandinetti
legato alla migliore efficienza del siste- e Rullani, 1992), bisogna riconoscere che
ma; ciò eviterebbe anche il timore di dalla cronica debolezza della bilancia dei
eventuali comportamenti opportunistici pagamenti tecnologica dell’Italia meri-
delle imprese, locali e non, che potrebbe- dionale è comunque possibile effettuare
ro tentare di utilizzare l‘ausilio statale alcune valutazioni. Oltre al ritardo strut-
per sostituire e non per integrare i loro turale e alla scarsa performance del siste-
sforzi verso la direttrice della crescita ma innovativo, elementi che rendono l’a-
tecnologica. rea certamente un ‘trasformatore’ e non
un ‘produttore’ di tecnologia, si deve con-
LE POTENZIALITÀ DELLE PMI siderare che la polarizzazione della pro-
duzione industriale sui settori manifattu-
Le due suddette impostazioni, quan- rieri tradizionali rende, apparentemente
tunque distanti tra loro, divengono com- (v. par 3), il Meridione particolarmente
plementari nell’obiettivo di attivare un esposto all’aggressione dei Newly
sistema in grado di trasferire tecnologia Industrialized Country, che viceversa pos-
già sperimentata verso nazioni più com- sono avvantaggiarsi di differenziali sala-
petitive dal punto di vista dei costi o del riali positivi.
prezzo delegando attività a basso valore Riguardo al primo punto sembra gio-
aggiunto e di realizzare accordi, acquisi- coforza che il Meridione debba seguire la
zioni/vendite o joint-venture (equity e via della direttrice tecnologica; tra l’altro,
non) quanto più possibile su base parita- essendo l’area parte di una nazione indu-
ria con partner ad elevato know-how per strializzata, per perseguire questo obiet-
cercare di raggiungere le soglie della lea - tivo probabilmente non sarebbero neces-
dership tecnologica. sari neanche grossi sforzi né, tanto
Si tratta di capire, tuttavia, quale scel- meno, ‘salti’ negli stadi di sviluppo per un
ta di politica economica o intervento contesto già abituato a convivere con un 39
strutturale presenti attualmente le mag- elevato livello di know-how, seppur di
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natura ‘importata’. Se nel settore della duttività stagnante tende a patire mag-
high tech il bilancio dell’internazionaliz- giormente l’elevata elasticità della curva
zazione produttiva valutato in termini di di offerta delle esportazioni rispetto al
investimenti diretti esteri è fortemente tasso di cambio; mentre la creazione di
negativo, infatti, è da notare che lo stesso un settore export-oriented ad alta inten-
settore appare trainante rispetto ad altri sità di know-how, invece, potrebbe con-
comparti manifatturieri in quanto le pur tribuire a consolidare il saldo estero ed a
poche ed isolate imprese che fondano la smorzare gli effetti delle oscillazioni delle
loro strategia d’attacco sulla componente valute sul livello della domanda effettiva
tecnologica sono molto apprezzate e contribuendo ad assicurare, quindi, affi-
competitive a livello nazionale ed inter- dabilità economica e la stabilità finanzia-
nazionale (poli di eccellenza). ria richiesta dagli impegni europei.
L’affermazione è più comprensibile se Ancora, è opportuno ricordare che le
si considera che l’innovazione tecnologi- PMI meridionali, a carattere poco più
ca non è un fenomeno che riguarda che familiare, sono meno vincolate dal-
essenzialmente i settori high-tech (Gros- l’azionariato - che in occidente è preva-
Pietro, 1995). Premesso che l’innovazio- lentemente del tipo ‘non impegnato’ (non
ne nelle imprese è un fenomeno molto committed) - il cui desiderio di redditività
articolato non riconducibile esclusiva- a breve in non pochi casi si palesa incom-
mente all’introduzione di nuove tecnolo- patibile con programmi di investimento
gie né esplicitato solamente nelle caratte- di lungo periodo (Williamson, 1975).
ristiche dei beni strumentali, puntare D’altra parte, una volta che, seppur
sulle PMI presenterebbe una serie di van- non unanimemente, anche l’apparato
taggi legati al fatto che queste ultime, a teorico ha riconosciuto che la performan -
causa della frequente scarsità di mezzi ce innovativa e la partecipazione al cam-
finanziari, sono invogliate ad utilizzare, biamento tecnologico non sono necessa-
per le attività di innovazione, risorse pre- riamente legate alla dimensione azienda-
valentemente interne e a adottare com- le - non essendo l’innovazione un risulta-
portamenti più prudenti (seppure meno to automatico connesso all’utilizzo di un
profittevoli in assoluto) orientati diretta- dato stock di conoscenze ma il prodotto
mente al mercato, riducendo conseguen- di un insieme eterogeneo di condizioni -
temente sia l’impegno in costi fissi che sia aprono, per le PMI, nuove ed attraen-
l’assunzione di rischi rilevanti (De ti prospettive (Causi, 1992).8 Le nuove
Chiara, 1996). tecnologie informatiche, ad esempio,
40 Ma una nazione strutturalmente sbi- oltre a modificare le tradizionali configu-
lanciata in settori tradizionali o a pro- razioni delle economie di scala, spingono
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le aziende a ricercare anche altri tipi di istituzionali e privati, sia la domanda


vantaggi che, per loro natura, sembrano consapevole che latente di servizi avan-
meglio adattarsi alla struttura delle zati di supporto - dai contributi informa-
imprese di dimensioni inferiori (econo- tivi alle attività di ausilio alle funzioni
mie di rete, di sistema, di specializzazio- produttive e gestionali - espressa dagli
ne, di rapidità decisionale...). imprenditori e dalle imprese. Come
Da questo punto di vista, dunque, emerge da un’indagine congiunta
sembra che il Meridione abbia delle Formez - Istituto Tagliacarne (1994), i
chance di raggiungere un livello di com- principali ostacoli all’innovazione delle
petitività internazionale9. Ma per far ciò PMI, almeno nell’ambito meridionale,
bisognerebbe riuscire a proporre un derivano da un deficit di cultura impren-
intervento organizzativo onnicomprensi- ditoriale, da un’insufficiente dotazione di
vo che, dalla formazione di base per la risorse manageriali e, più in generale,
diffusione della cultura imprenditoriale dalla scarsa disponibilità di personale
al sostegno tecnico-logistico, possa com- qualificato. Nei servizi alla produzione,
penetrarsi nelle mutevoli esigenze delle ad esempio, esiste un circolo vizioso per
PMI cercando di anticipare le modifiche il quale la debole e dequalificata offerta
connesse al verificarsi degli accadimenti scoraggia la domanda che, a sua volta,
economico-congiunturali. limitandosi alle richieste tradizionali
In alcuni recenti studi (Minguzzi e impedisce all’offerta stessa di diversifi-
Passaro, 1993), ad esempio, è affiorata la carsi e riqualificarsi.
possibilità di attivare un circolo virtuoso Quanto detto ben si adatta alle recen-
tra l’evoluzione della cultura imprendito- ti strategie di esternalizzazione delle fun-
riale e l’internazionalizzazione delle zioni aziendali non direttamente produt-
imprese di minori dimensioni. Il contatto tive finalizzate alla minimizzazione dei
con nuovi ambienti, lo sviluppo di rela- costi fissi (e del break even point) per
zioni con interlocutori inediti, la possibi- garantire maggiore flessibilità operativa
lità di gestire maggiori flussi informati- alle imprese nonché alle PMI, che ricor-
vi... rappresentano l’occasione per mette- rono con maggior frequenza ad approvvi-
re alla prova le capacità di apprendimen- gionamenti esterni (outsourcing).
to evolutivo acquisite spostando l’orien- Puntare sulle aziende meno grandi,
tamento dal prodotto e dai costi verso il che generalmente non hanno la possibi-
mercato ed il consumatore. lità o il bisogno di effettuare alleanze che
In questo senso appare decisiva la coinvolgano tutte le aree funzionali ma
capacità di saper cogliere e soddisfare necessitano di una risorsa complementa- 41
efficacemente, da parte degli operatori re ‘specifica’ per migliorare la propria
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posizione di nicchia, inoltre, potrebbe dello spirito d’iniziativa, della propensio-


comportare, attraverso l’insorgere di rap- ne al rischio o della capacità innovativa.
porti cooperativi o del tipo non-equity, Ma indicare il corso dello sviluppo è
costi inferiori a quelli che fino a pochi una cosa, definire come esso debba deli-
anni fa sono stati vanamente sostenuti nearsi è questione diversa e ben più
per tentare di rendere competitiva la ardua.
grande industria (Rolfo e Vitali, 1991). Ogni iniziativa, da un lato è parzial-
Rifiutare aprioristicamente l’eventua- mente vincolata dal ‘peso di mercato’ (o
lità che in questa fase congiunturale le potere contrattuale) di cui le imprese già
PMI possono avere maggiori chance di dispongono in partenza e che le spinge a
successo delle grandi imprese nei proces- sfruttare i vantaggi immediati connessi
si d’apertura internazionale, potrebbe all’operare nei settori maturi (cash caw),
significare porre una prima seria ipoteca dall’altro è subordinata alla precisa
sulle possibilità future del Meridione. volontà delle forze imprenditoriali, stimo-
late o guidate da eventuali interventi
IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO VERSO LE PMI governativi o da programmi di appoggio,
MERIDIONALI di agire in modo da investire a sufficienza
in comparti a probabile sviluppo futuro
Detto delle direttrici che l’azione poli- (quindi, anche dalle prospettive più incer-
tico-imprenditoriale meridionale dovreb- te) a scapito della redditività presente.10
be presumibilmente privilegiare, si tratta Da questo punto di vista, consideran-
di attrezzarsi nella migliore maniera non do che la scarsa disponibilità di beni rela-
solo per rispondere alle istanze degli zionali (network good)11 è una delle prin-
imprenditori innovatori ma specialmente cipali carenze di cui soffrono le PMI ita-
per poter influenzare ed indirizzare per liane e meridionali (Paganetto, 1996),
tempo, nella direzione voluta, il compor- sarebbe auspicabile la preventiva inaugu-
tamento della maggioranza di essi. Se razione di una politica multi-fronte di
esiste una certa concordanza sulla neces- tonificazione territoriale (da non confon-
sità di aprirsi al confronto internazionale, dere con un’indistinta opera di creazione
il difficile è smuovere una mentalità spes- infrastrutturale) articolata sulla realizza-
so ancorata allo sfruttamento di piccole zione di:
rendite di posizione per entrare in una - appositi consorzi misti tra aziende
dimensione culturale differente; inten- private e organismi statali finalizzati
dendo con ciò l’insieme di valori, attitudi- all’attivazione di processi di fertilizza-
42 ni e comportamenti che caratterizzano i zione incrociata ed al rafforzamento
soggetti economici dal punto di vista della catena del valore territoriale12
Antonio Thomas Temi

delle singole aree (borse dell’innova- zioni pubbliche ed i centri privati prepo-
zione, marchi di qualità, certificazio- sti a tale scopo, di instaurare un costrut-
ne di processo o prodotto...); tivo dialogo con tutti gli interlocutori -
- interventi di sostegno ed accessibilità coinvolgendo ed indirizzando anche le
al credito agevolato per le imprese PMI - per sfruttare e valorizzare i fattori
innovative; imitativi e di confronto ai fini innovativi,
- iter formativi specifici per operatori di diffondere le informazioni, di invoglia-
dell’innovazione; re alleanze funzionali tra le imprese set-
- collegamenti diretti tra la ricerca tentrionali e meridionali con la creazione
applicata e lo sviluppo prototipale; di appositi circuiti di competitività, di
- procedure di ottimizzazione dei costi agevolare gli esportatori (primo stadio
di urbanizzazione e agglomerizzazio- dell’apertura verso l’esterno)13 offrendo
ne conseguenti alla nascita di cluster studi di profittabilità territoriale.... dal-
industriali. l’altra emergono immediati i problemi di
realizzazione ed attivazione di meccani-
Parallelamente, poiché buona parte smi endogeni non tirati dall’alto a forza
delle competenze innovative è ‘esogena’ di finanziamenti (del tipo top-down) ma
alla dinamica industriale (Dosi, 1990), si scaturenti direttamente dalle imprese ed
dovrebbe agire anche dal lato qualitativo in grado di autoalimentarsi (bottom-up).
dell’offerta, migliorando il grado di cono- La cosa si complica in considerazione del
scenza dei servizi messi a disposizione e fatto che le strategie dovrebbero differen-
coordinando in modo più efficace le ziarsi sia in relazione al soggetto econo-
varie e non di rado frammentate tipolo- mico (ed al settore) che intende interna-
gie regionali, nazionali e comunitarie di zionalizzarsi14 che, in particolare, rispet-
intervento e sostegno. to all’interlocutore esterno (ed al suo
A livello teorico o normativo, invece, background culturale) con cui si viene a
nell’ottica di un insieme strategico, non è contatto poiché è ben diverso il tipo di
difficile definire delle scelte e stabilire relazione che generalmente può instau-
delle priorità; le difficoltà insorgono rarsi, ad esempio, con un’impresa di una
quando si tratta di operare concretamen- nazione industrializzata rispetto ad una
te per porre in essere degli interventi sta- appartenente ad un paese in via di svi-
bili e forieri di risultati. luppo (PVS).
Dunque, se da una parte si avverte la A questo proposito esistono almeno
necessità di spingere verso la R&S e la due tipi di riserve.
diffusione delle innovazioni tanto le Poiché le attività innovative compor- 43
aziende quanto, principalmente, le istitu- tano informazioni imperfette ed asimme-
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica

triche, una prima remora è legata alla emerge da recentissime indagini empiri-
concreta possibilità che le iniziative che (Pieraccioni, 1996), quasi un terzo
scontino inesperienze ed eventuali ritardi delle PMI esistenti introduce annualmen-
subendo la forte concorrenza di quelle te innovazioni di processo o di prodotto
imprese straniere o del Nord Italia che, principalmente su sollecitazione dei pro-
trovandosi già in vantaggio, potrebbero duttori di macchinari o sotto la spinta di
sfruttare la loro posizione di preminenza, consulenti specializzati, mentre è raro
rendendo più ardui gli sforzi degli inse- che le innovazioni siano una conseguen-
guitori. za di sistematici rapporti con istituti di
Per ridurre le probabilità d’insuccesso ricerca o università che in misura pur
evitando l’insorgere di una sensazione copiosa sono presenti nella realtà meri-
diffusa di scoraggiamento, normale scot- dionale.
to da pagare per i neofiti, sarebbe oppor- Un secondo antitetico ostacolo all’a-
tuno riuscire a convogliare le diverse ini- pertura è data dalla scarsa disponibilità
ziative locali finalizzate al raggiungimen- degli alcuni imprenditori a trasferire
to dell’obiettivo comune supportando ed know-how verso i PVS che, usufruendo
assistendo in modo organico i pioneristi- di costi di fabbricazione inferiori, potreb-
ci tentativi degli operatori che per la bero in un breve volgere trasformarsi in
prima volta si affacciano alla ribalta temibili concorrenti (new comer) avvan-
internazionale. taggiati da un costo del lavoro inferiore e,
In questo senso, oltre alla valorizza- parallelamente, ad investire nell’acquisto
zione territoriale, sarebbe auspicabile sti- di costosa tecnologia dalle aree tecnolo-
molare iniziative di reale ausilio come la gicamente avanzate.
realizzazione di un’interfaccia con gli In effetti, questo è un serio problema
organismi pubblici e privati di ricerca, concettuale legato ad un’erronea visione
l’instaurazione di un costruttivo dialogo dei meccanismi di divisione internazio-
con altri interlocutori economici al fine nale del lavoro. Tralasciando il fatto che
di attivare circuiti virtuosi di apprendi- nel momento in cui si lasciasse campo
mento (ad esempio, rendendo palesi le aperto agli altri paesi avanzati questi,
opportunità di subfornitura di specialità probabilmente, non avrebbero le stesse
esistenti - primario veicolo di diffusione preoccupazioni e usufruirebbero dei
tecnologica -), la creazione di parchi benefici immediati derivanti dalla cessio-
scientifici e tecnologici, il miglioramento ne del know-how, si dovrebbe riflettere
dei servizi offerti alle aziende (a partire sull’inevitabilità del processo di diffusio-
44 dal marketing e dalla consulenza mana- ne delle innovazioni in opposizione al
geriale)... . Tutto ciò in quanto, come quale il principale strumento difensivo
Antonio Thomas Temi

non è un anacronistico protezionismo preesistenti (Vaccà, 1989). La stessa idea


ma un’incessante attività di ricerca e di successo di un trasferimento tecnolo-
creazione di nuove e più avanzate tecno- gico, intesa come capacità di convergere
logie. Questa esigenza è resa ancora più verso certi obiettivi prefissati, d’altronde,
evidente dal fatto che le imprese non non è univoca ma legata a tre dimensio-
appartenenti ad una struttura industriale ni: tecnologica, economica e socio-politi-
stabilizzata hanno necessità di interna- ca (Pastore, 1997).
zionalizzarsi per sopravvivere in quanto Aspettarsi, dunque, che società priva-
le loro principali carte vincenti, general- te straniere o del Nord Italia decidano di
mente, risultano essere la genialità pro- investire nel Meridione creando impianti
duttiva, la creatività e l’inventiva.15 che si limitino alla trasformazione o
L’apertura all’esterno, perciò, finirebbe all’assemblaggio senza un vero valore
con il rappresentare una sorta di capita- aggiunto locale, può certamente avere
lizzazione delle spese sostenute in R&S degli effetti benefici sui livelli occupazio-
ed una rendita da possesso del livello di nali ma non può essere di ausilio nel
know-how e tecnologia raggiunta da lungo periodo per l’affrancamento dalla
parte del venditore.16 dipendenza tecnologica dell’area.
All’inverso, qualsiasi tentativo di limi-
tarsi ad una semplice imitazione della L’APPROPRIATEZZA TECNOLOGICA
tecnologia in entrata o in uscita, senza
un definito valore aggiunto ed un effetti- Una volta avviati a soluzione i proble-
vo adattamento ai bisogni dell’ambiente mi inerenti alle strategie da adottare per
circostante, non offrirebbe alcuna garan- competere a livello di know-how e non di
zia di successo (v. par 4) e quasi certa- prezzi, si pone il non meno arduo dilem-
mente precluderebbe la possibilità di ma di come porre in essere i dettami teo-
acquisire un ruolo da protagonista nello rici. Se il trasferimento di tecnologia,
scenario internazionale. L’adozione di un nella pluralità dei casi, sia che venga
certo tipo di tecnologia, infatti, come si indirizzato verso i PVS sia che si basi su
spiegherà meglio nel prossimo para- accordi o acquisizioni con partner dei
grafo, non è automatica ma vincolata ad paesi avanzati rappresenta la scelta più
una serie di considerazioni socio-econo- opportuna - l’utilizzazione a scala mon-
miche che la rendono idonea al contesto diale della conoscenza è la forza traente
di innesto; a partire dall’esame della dell’internazionalizzazione (Grandinetti
struttura industriale e commerciale del e Rullani, 1992) - sorge il problema di
paese adottante per finire al fall-out che rendere fattibile tale trasferimento o 45
essa determina su linee tecnologiche scambio delle cognizioni.
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica

Scissa la tecnologia (conoscenza di produttivo e cultura/ambiente - che, in


tecniche, metodi e procedure per realiz- ossequio ai criteri di efficacia e compati-
zare o utilizzare nuovi processi o prodot- bilità, sono di volta in volta specificate
ti) nelle sue componenti, per il suo inne- sulla base delle risorse disponibili, delle
sto in un contesto bisogna tener presenti, finalità preposte e delle caratteristiche
oltre a technoware e informware, anche dei mercati di sbocco (Caruso e Horvàth,
l’orgware e l’humanware (Caroli, 1994). 1994). La possibilità di creare un ambito
L’orgware, definito come l’insieme delle organizzativo flessibile e recettivo alle
istituzioni, delle regole o norme che le spinte provenienti dalle varie direzioni,
definiscono, dei comportamenti concreti pertanto, si palesa come un’irrinunciabi-
degli agenti economici e delle relazioni e le esigenza in grado di ponderare e con-
interazioni reciproche fra questi elemen- temperare i diversi bisogni e capacità esi-
ti, costituisce uno dei pilastri sul quale, stenti; in questo senso il rapporto con il
oltre il software - le conoscenze - e supporto tecnologico è di primaria rile-
l’hardware - gli strumenti -, si poggia un vanza. Il carattere di evoluzione interatti-
sistema economico (Fodella, 1973). va del know-how con l’ambiente circo-
L’humanware, invece, rappresenta il fat- stante, infatti, non renderebbe corretto
tore umano con le sue passioni e debo- scindere la dimensione organizzativa da
lezze, con i suoi istinti e irrazionalità. quella tecnologica (e conoscitiva). La tec-
Tentare implementazioni tecnologi- nologia, d’altronde, come principale
che senza ponderare adeguatamente que- motore dello sviluppo è anche un agente
sti fattori comporta un rischio altissimo e di cambiamento e alterazione dei valori
si associa ad un’elevata probabilità di potendo sminuire o accentuare talune
insuccesso poiché parlare di trasferimen- differenze sociali, con possibilità di riget-
to di know-how è differente dal conside- to o alterazione in senso negativo dei
rare una semplice cessione o acquisto di comportamenti collettivi nel caso in cui
tecnologia. Tuttavia, non esistendo un essa dovesse rivelarsi inidonea o inadat-
modello valido in assoluto (neppure i tabile ad un dato contesto di destinazio-
paradigmi statunitensi e giapponesi lo ne.
sono), ci si deve affidare a dei criteri di Quindi, se quello della tecnologia è sia
innesto che tengano conto della capacità un concetto relativo - ad una situazione,
di assimilazione del ricevente; in altre ad un contesto ambientale o all’oggetto
parole della appropriatezza tecnologica17. di produzione - che specifico - di un
Si può ritenere l’appropriatezza tec- determinato paese, prodotto o settore - e
46 nologica come strutturata in quattro soggettivo - sono i destinatari/utilizzatori
dimensioni - obiettivi, prodotto, processo a valutarne l’appropriatezza18 - (Dezi,
Antonio Thomas Temi

1994) è indispensabile evitare che, tanto mento di tecnologia (relative al cessiona-


in entrata quanto in uscita, i trasferimen- rio, al ricevente ed alle conoscenze), è
ti di conoscenza si risolvano in modo necessario poi considerare le modalità
banale, riducendo il complesso problema più efficaci attraverso le quali eseguire il
dell’implementazione ad una pedissequa trasferimento effettivo; anche in questo
imitazione di tecniche. Il modello di tra- caso, infatti, ci si troverà di fronte ad una
sferimento più semplice - la concessione serie di scelte relative ai meccanismi da
di una licenza di produzione -, ad esem- adottare, alla forma giuridica, al proces-
pio, pur presentando una serie di vantag- so di negoziazione..., che necessitano di
gi connessi alla minimizzazione del buon senso e lungimiranza. Nella deci-
rischio nella ricerca e degli oneri supple- sione finale si dovranno valutare il diffe-
mentari, comporta, per il licenziatario, la renziale tecnologico dei soggetti coinvol-
rinunzia allo sviluppo di una cultura ti, le probabilità di un innesto duraturo,
autoctona e una limitazione nella scelta le alternative disponibili, l’elemento
delle alternative tecnologiche disponibili temporale, le motivazioni individuali, il
sul mercato. coinvolgimento collettivo e tutta una serie
La possibilità di impostare rapporti di di altri fattori; imprescindibili laddove si
scambio tecnologico prolungati nel desideri realmente ottenere un’elevata
tempo, senza che nasca una situazione di probabilità di successo e si intenda attiva-
dipendenza o subordinazione, è legata re un processo endogeno autoalimentan-
alla creazione di relazioni paritetiche di tesi di sviluppo tecnologico e di feed-back
cooperazione (partnership) fra nazioni (o verso gli stimoli eterni (Pastore, 1994).
aziende), anche molto diverse a livello di Se, tra gli studiosi, vi è una certa con-
know-how, attraverso uno scambio cordanza di vedute sull’opportunità di
incrociato di licenze o brevetti (cross adottare politiche di lungo periodo che
licenze agreement). Più genericamente, è tengano conto delle specificità e peculia-
ipotizzabile l’esistenza di una correlazio- rità esistenti in ogni contesto, le opinioni
ne positiva tra l’aumentare della com- comunque divergono in relazione ad altri
plessità tecnologica dell’oggetto di scam- punti focali. In processi di tal tipo è
bio e la crescita quantitativa e/o qualita- importante definire preventivamente le
tiva dei rapporti di cooperazione o com- priorità degli obiettivi che ci si prefigge
petizione tra i paesi (o le imprese) fino ad (redistribuzione del reddito, livelli occu-
arrivare alle formule organizzative ‘a pazionali, riequilibro dei conti regionali,
rete’ (Zanni, 1990). soddisfazione dei bisogni meritevoli...),
Risolte le problematiche ‘esterne’ di l’ammontare delle risorse da destinare (e 47
implementazione connesse al trasferi- con quali misure finanziarie-fiscali repe-
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica

rirle) e gli input necessari ad attirare l’at- cambiamento tecnologico - che studia i
tenzione degli imprenditori, molti dei sistemi scientifici e tecnologici, gli inve-
quali, altrimenti, scoraggiati dall’impe- stimenti pubblici e privati in R&S, la
gno finanziario ed organizzativo richie- genesi delle innovazioni, la loro diffusio-
sto e dai tempi lunghi di ritorno degli ne all’utenza e l’impatto dei processi
investimenti19, preferirebbero aspettare innovativi suddetti sulle imprese, sui set-
gli eventi invece di anticiparli oppure tori industriali, sul contesto macroecono-
delegarli all’iniziativa governativa. mico e nei rapporti con gli interlocutori
È ovvio che, in quest’ultimo caso, ad esterni. Orbene, una volta superata l’im-
esserne penalizzati non sarebbero solo le postazione teorica che identificava il pro-
aziende quanto, in modo ben più grave, gresso tecnico come un fattore esogeno
l’intero contesto locale. La molla del pro- all’impresa, questo attivismo ha fatto
fitto è improcrastinabile e non si può venire alla luce la presenza di elementi
confidare solo nel mecenatismo o nella sia di discontinuità - innovazioni radica-
‘apertura mentale’ se si desidera che sog- li, nuovi paradigmi, rivoluzioni tecnolo-
getti economici scettici e timorosi del giche - che di continuità - innovazioni
nuovo, quali la maggioranza degli incrementali, traiettorie -. Il grande peso
imprenditori meridionali, si assumano di questa seconda componente consente
dei rischi da insuccesso avventurandosi di ridurre molte scelte tecnologiche e di
in campi che evadono dalle loro tradizio- comportamento a procedure standardiz-
nali sfere cognitive. zate e di isolare dagli automatismi proce-
durali le vere decisioni strategiche che
PER UNA RINNOVATA METODOLOGIA D’ANALISI avvengono solo in determinati momenti.
Di qui l’approccio evolutivo contem-
Sono stati mostrati, con i loro vantag- poraneo che concepisce l’impresa come
gi e difficoltà d’adozione, taluni aspetti un organismo che apprende e cristallizza
relativi alla creazione e diffusione della le capacità acquisite nelle sue routine
tecnologia nel contesto meridionale ed decisionali ed operative (Nelson e Winter,
italiano, riportando, più o meno implici- 1982)20. Ma anche questa visione, così
tamente, le opinioni di noti ricercatori e come l’approccio ‘territoriale’ e della spe-
studiosi; tuttavia, sembra che la presente cializzazione flessibile degli anni ‘70
discussione, nei suoi pur evidenti limiti, (Piore e Sabel, 1987) non è esaustiva né
sia orfana di qualche cosa. onnicomprensiva (Arcangeli, 1994); spe-
Pionieri come Schumpeter e Arrow cialmente se si ipotizza una situazione
48 hanno aperto la strada ad una disciplina nella quale la tecnologia è in rapido cam-
di economia applicata - l’economia del biamento (Di Bernardo e Rullani, 1985).
Antonio Thomas Temi

Ad esempio, quando poco sopra si è dimenti di stampo economico, non proce-


trattato di discutere sulla maggiore o de sempre in maniera lineare ma attraver-
minore produttività delle piccole o gran- so continui stop and go, sussulti e sequen-
di imprese non si è mai fatto cenno alle ze antagoniste. Sarebbe, invero, interes-
conseguenze di eventuali cambiamenti sante porsi dalla prospettiva di personag-
del paradigma tecnologico21 e si è offerta gi come Rosenberg (1991) con i suoi ‘mec-
la sensazione che lo sviluppo del know- canismi’ in grado di spiegare la direzione
how proceda in maniera quasi uniforme ed il ritmo del progresso tecnico, Hughes
e rettilinea; eppure la realtà è dissimile e (1991) con la tesi sulla diffusione dell’in-
molti elementi estranei alla valutazione novazione attraverso i cosiddetti punti
scientifica in senso stretto possono muta- salienti, Leibenstein (1989) sulla valuta-
re marcatamente le condizioni di redditi- zione delle performance o Hirschman
vità e le spinte verso la propagazione (1958 e 1983), con le sue teorie del navi-
delle innovazioni ed il progredire della gare di bolina, delle connessioni o del
conoscenza. È sufficiente pensare ai margine per le prestazioni scadenti.
paradossi che accompagnano la crescita A fronte del modello dell’innovazione
della produttività, quando gli ingenti di stampo schumpeteriano, perciò, è
costi sostenuti per realizzare ambiziosi opportuno ribadire l’esistenza di approc-
programmi di investimento possono ci evolutivi che, partendo dal concetto
penalizzarne la redditività in una prima d’innovazione, cercano di proporre un’a-
fase, per rendersi conto che l’analisi dei nalisi endogena ‘inside the box’
costi/benefici e la velocità di (Rosenberg, 1982) in grado di confutare
diffusione/imitazione delle innovazioni delle certezze che si ritengono ormai
possono divergere sensibilmente da acquisite per aprire nuovi e più vasti
luogo a luogo o da periodo a periodo. orizzonti22.
Simili considerazioni non possono Bisogna rendersi conto che la tecnolo-
destare alcuna sorpresa visto che già da gia non è semplicemente un insieme di
tempo - Coase e successivamente Wil- conoscenze ma, al contrario, un’unità
liamson - si è accertato che, non essendo prima alla quale corrispondono forme di
l’impresa un’unità tecnica ma una strut- apprendimento e strutture organizzative
tura di governo, ad una stessa funzione molto diversificate, condizionate dagli
di produzione possono corrispondere obiettivi che si desidera raggiungere e dal
modalità organizzative e performance contesto nel quale ci si pone (Arcangeli,
economiche fortemente divergenti. 1984); solo così è possibile spiegare per-
La creazione e diffusione della tecnolo- ché in certi ambiti l’innovazione abbia 49
gia, così come molti altri processi ed acca- proceduto in modo missed oriented
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica

(avanzamento non omogeneo verso la approfondimenti concettuali sul ruolo e


frontiera tecnologica - come in Giappone significato di quest’ultima; non per que-
-) e in altri in modo diffusion oriented sto esse esulano dai punti focali del
(diffusione omogenea dello stato dell’ar- discorso.
te). Analogamente, si tratta di capire Se quella dell’internazionalizzazione è
come e quando si sviluppano le determi- una strada obbligata da percorrere, non
nanti delle innovazioni e del cambiamen- sembra accettabile, anche per il
to tecnologico, passando da una teoria di Mezzogiorno d’Italia, prescindere dal vei-
attrazione esercitata dal mercato colo di propulsione rappresentato dal
(demand-pull) ad una di propulsione tec- know-how. Seguendo questa logica è
nologica (technology-push) o viceversa ragionevole pensare alla tecnologia,
(Dosi, 1985). essenza dei processi di apertura interna-
Tutto ciò, ovviamente, non per sancire zionale, come ad una fonte inesauribile
il predominio di una scelta sull’altra né di mutamenti che, da un lato, consente di
per rincorrere la presentazione di impro- ottenere riduzioni nei costi di molti pro-
babili ricette ma, molto più semplice- dotti e servizi, abbassandone la soglia di
mente, per comprendere perché ed in accessibilità, dall’altro permette il miglio-
quale modo certi impulsi (vedi gli incen- ramento delle caratteristiche tecniche e
tivi giuridici verso le innovazioni - model- prestazionali di beni e processi, aprendo
lo appropriativo - di contro a quelli di nuovi orizzonti e spiragli per il futuro
tipo distributivo che premiano l’utente - dell’umanità.
caratteristici del Sol Levante -) hanno L’adozione della tecnologia, tuttavia,
avuto successo nel mobilitare risorse e non è immune dai pericoli tipici di ogni
nell’attivare meccanismi di ‘dissonanza strumento o mezzo che agisce sull’ambi-
psicologica’ (o mutamento di mentalità) to economico; pertanto, una valutazione
tra i soggetti economici. Condizione che intelligente delle prospettive offerte dal-
molti imprenditori meridionali avrebbe- l’utilizzo di nuove conoscenze, oltre ad
ro bisogno di sperimentare. aspetti di mera convenienza finanziaria,
non può esimersi da una considerazione
ALCUNE PROSPETTIVE dell’accettabilità politica, sociale ed
ambientale della stessa.
Le considerazioni esposte negli ultimi Cambiamenti legislativi, educativi,
due paragrafi si sono allontanate dalla normativi e naturali improvvisi possono,
tematica centrale del rapporto tra la tec- per la loro stessa dinamicità, sfuggire al
50 nologia e l’internazionalizzazione delle controllo dei proponenti e manifestare i
PMI meridionali per proporre degli loro incerti effetti sia in senso positivo
Antonio Thomas Temi

che negativo (rivoluzioni tecnologiche). (Hedlund, 1996).


Compito dei responsabili politici ed In questo senso, assume un ruolo
economici è prevedere ed evitare il verifi- chiave la reale determinazione politica di
carsi di incidenti di quest’ultimo tipo. assumere decisioni impopolari e corag-
Ma vi è anche un secondo ordine di giose sapendo che il ritorno degli investi-
problemi legato alla capacità o possibi- menti in direzione dello sviluppo tecno-
lità di effettuare le scelte migliori o più logico si manifesterà solo nel medio-
opportune per indirizzare un’area lungo lungo periodo quando, presumibilmente,
la strada dell’innovazione tecnologica. ci saranno altri esponenti governativi e
Aprirsi alla globalizzazione, infatti, che non tutti i cittadini ne beneficeranno
significa inserirsi in una spirale. Se si è in proporzione al contributo sostenuto
soliti evidenziare le tendenze verso le nel tempo presente.
quali si proietta il sistema economico Si tratta, ad esempio, di allontanarsi
mondiale (brevità del ciclo di vita dei dalla concezione meramente economica
prodotti, deregulation legislative, coope- delle innovazioni per favorire una miglio-
razione economica...), talvolta si dimen- re ricerca scientifica di base a spese col-
tica che queste propensioni sono anche lettive ed i cui positivi effetti sulla dimi-
una conseguenza e non solo la precondi- nuzione dei costi dello sviluppo e sulla
zione della maggiore apertura dei merca- redditività aziendale si avranno solo a
ti e della più intensa concorrenza che si latere; oppure, nel trade-off tra protezio-
viene a determinare in essi. ne delle innovazioni e benefici sociali
In un processo di tal tipo, il derivanti dalla loro immediata diffusio-
Mezzogiorno parte in vantaggio su molte ne, di poter spingere, in talune circostan-
altre aree dell’est europeo e mondiali, ze economico-congiunturali, più a favore
agevolata dalle aperture già in atto e della prima per stimolare gli investimen-
dalla sua dignità di appartenenza ad un ti nell’high tech.
paese industrializzato. Ciò, tuttavia, non La possibilità di raccogliere un con-
significa che gli sforzi per conservare o senso sufficiente a perseguire strategie di
migliorare il proprio status potranno sviluppo basate su sequenze invertite o
essere inferiori; tutt’altro, la diffusione antagoniste, comunque a scapito della
generalizzata della cultura e dell’istruzio- crescita equilibrata (Hirschman, 1968),
ne e l’interazione crescente tra i sub- rimane uno dei principali ed irrisolti pro-
sistemi incrementano il potenziale tecno- blemi della moderna democrazia indu-
economico di apprendimento ed assimi- striale. In un area dove dilaga il malco-
lazione rendendo più insidioso il mante- stume e l’ordine è assicurato dalla delin- 51
nimento di una posizione già acquisita quenza organizzata appare oggettiva-
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica

mente difficile far comprendere che l’o- un superiore interesse collettivo: lo svin-
biettivo di fondo non è la protezione di colarsi dall’affannosa rincorsa delle altre
interessi di sorta ma il perseguimento di aree industrializzate.

NOTE

1
I termini ‘globalizzazionè, ‘internazionalizzazionè o ‘multinazionalizzazionè sono frequen-
temente utilizzati come dei sinonimi anche se, in molti casi, con essi si tende ad identifica-
re il diverso grado di apertura di un’impresa verso l’esterno. Nello specifico la globalizza-
zione può intendersi come “un nuovo modo di organizzare strutture e risorse per il conse-
guimento di più vantaggiosi posizionamenti competitivi nei mercati internazionali”
(Calvelli, 1998).
2
Sebbene ciò si sia verificato in termini diversi da quanto preconizzato da Piore e Sabel
(1987).
3
Per complessità tecnologica s’intende, comunemente, la varietà e variabilità dei problemi e
delle opportunità di sviluppo create dalle dinamiche tecnologiche in atto nei diversi settori
industriali.
4
Si consideri, ad esempio, la possibilità di esplorare più alternative tecnologiche, di entrare
in contatto con differenti contesti culturali o di acquisire una maggiore reattività ai cam-
biamenti ambientali.
5
I vantaggi competitivi possono sintetizzarsi in abilità differenziali (conseguenza di un qual-
che tipo di controllo oligo-monopolistico) o in capacità produttive o gestionali uniche (com-
petenze distintive). Per vantaggio comparato, invece, ci si riferisce alla possibilità di usu-
fruire, in un’area, di benefici inimitabili in altri contesti (Porter 1991).
6
Oggigiorno, la spinta alla globalizzazione non è tanto una conseguenza della concorrenza e
della diversificazione, quanto delle esigenze e delle preferenze dei consumatori poiché,
quando le informazioni possono diffondersi con relativa libertà, le barriere territoriali
divengono irrilevanti (Ohmae, 1990).
7
Contrariamente a questa impostazione, Storey e Johonson (1987) hanno rilevato che la
carenza di opportunità di mercato è il principale ostacolo ai processi di sviluppo aziendale
nei paesi ad alto tasso di industrializzazione, come la Gran Bretagna.
8
L’autore precisa che le conclusioni divergono in relazione al settore di riferimento. Nei com-
parti tradizionali, infatti, sembra prevalere il potenziale delle grandi imprese; in quelli dei
fornitori specializzati la maggiore concentrazione di innovazioni si osserva nelle aziende
più piccole.
9
Per recupero di competitività non si intende solo la riduzione dei costi di produzione ma
anche la generica capacità di far meglio, scavando delle nicchie nel contesto mondiale,
52 acquisendo competenze distintive e aumentando l’export. Quindi, un problema sia di effi-
cienza che di efficacia.
Antonio Thomas Temi

10
Non tutti gli imprenditori comprendono che al fine di assicurare alle proprie aziende un
futuro più stabile gli investimenti andrebbero sostenuti nei periodi di congiuntura favore-
vole e di attivo commerciale (specialmente quando questi non derivano da autonomi recu-
peri di competitività dell’impresa ma da elementi esogeni ad essa).
11
Per beni relazionali si intendono quelle forme di accumulazione culturale (ricerca, know-
how, regole, procedure) che sono indispensabili ad assicurare una combinazione produtti-
va adeguata allo sviluppo.
12
La catena del valore territoriale è formata da conoscenze e informazioni assorbite da un
insieme di attività (e strutture) che vengono svolte (o realizzate) da organi preposti al trat-
tamento ed utilizzazione delle prime. A loro volta, attraverso un processo iterativo, questi
organismi innalzano il livello di funzionalità del territorio fino al raggiungimento di uno
stadio più maturo di valorizzazione: una tecnopoli, un parco scientifico o un polo tecnolo-
gico (Formica, 1994).
13
Nell’ambito delle rilevazioni statistiche, risultano incluse tra le imprese internazionalizzate
anche quelle che importano o esportano quantità minime rispetto ai valori del fatturato.
Ciò, ovviamente, altera i dati numerici delle imprese realmente inserite nella competizione
internazionale.
14
Non sembra, peraltro, giustificato proporre politiche di sostegno eccessivamente differen-
ziate in quanto, oltre a presentare dei costi molto elevati, ostacolerebbero i processi di stan-
dardizzazione di base delle produzioni; elemento comune a molte imprese internazionaliz-
zate di successo (Cominotti e Mariotti, 1992). Invero, sarebbe auspicabile il tentativo di
‘omogeneizzarè parte della domanda di servizi di supporto.
15
Il fatto che molte delle imprese meridionali già operanti in ambito multinazionale sfruttino
principalmente la flessibilità operativa e la capacità di imitazione e adattamento, non è
affatto incoerente con il desiderio di dotarsi di un sistema industriale fondato sulla compo-
nente tecnologica.
16
Finanche per gli USA, la nazione che notoriamente investe di più nella R&S e che produce
le maggiori esternalità, le politiche tecnonazionaliste adottate in alcuni settori hanno sorti-
to un effetto opposto al desiderato causando la perdita della leadership tecnologica a favo-
re di paesi, come il Giappone, maggiormente proiettati nello scambio e nella diffusione della
conoscenza.
17
“Tecnologia adatta a soddisfare una specifica domanda in uno specifico ambiente, in modo
tecnicamente efficiente ed economicamente valido, che comporti un impatto ambientale
minimo, che cerchi di valorizzare le risorse naturali locali, la cui gestione è coerente con la
cultura dell’utente e che abbia un’intensità di capitale e lavoro compatibile con le condizio-
ni economiche e sociali del paese ricevente” (Pastore, 1994).
18
“Appropriata è quella tecnologia in grado di contribuire ad un particolare obiettivo di svi-
luppo” (Dezi, 1996).
19
Una multinazionale dovrebbe lecitamente attendersi un ritorno produttivo solo dopo alme- 53
no due-tre lustri dall’ingresso in un nuovo mercato (Ohmae, 1990); va da se che, in genere,
NOVUS CAMPUS 1.99 Internazionalizzazione e pmi meridionali: la direttrice tecnologica

le PMI non hanno una struttura economico-finanziaria tale da consentirle una simile atte-
sa.
20
Le routines, sottolineano gli autori, garantiscono stabilità poiché riducono l’incertezza com-
portamentale, regolano interessi divergenti e conservano memoria del sapere organizzativo.
21
“Modello per la soluzione di problemi tecnologici selezionati basati su principi selezionati
derivati da scienze naturali e biologiche selezionate” (Kuhn, 1962).
22
Alcuni studiosi affermano, ad esempio, che i PVS necessitano anzitutto di tecnologie labour
intensive. Il fatto che in talune aree, in un periodo storico-congiunturale, un certo tipo di
tecnologia si sia rivelata efficiente non garantisce le stesse performance in tutti i potenziali
acquirenti. In realtà, spesso la tecnologia è ponderata più in base a considerazioni di pre-
stigio o imitative che per la sua effettiva appropriatezza.

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