prof.ssa
Margherita Scarlato
Di
Pedica Riccardo
A.A. 2008/2009
Sommario La tesina analizza inizialmente il distretto industriale e le sue caratteristiche relative al contesto locale . Successivamente si illustrer il concetto di sviluppo locale. Infine verr fornito un approfondimento sul distretto Ceramico di Civita Castellana.
Sommario .........................................................................................................................................2 1 Introduzione ......................................................................................................................................3 2 I distretti industriali...........................................................................................................................4 3 Lo sviluppo locale.............................................................................................................................5 4 Dal distretto industriale allo sviluppo locale.....................................................................................6 5 Il polo ceramico di Civita Castellana................................................................................................6 5.1 Descrizione Generale .............................................................................................................7 5.2 Il distretto ceramico civitonico nel contesto delleconomia provinciale..............................7 5.3 Caratteristiche delle imprese......................................................................................................9 5.4 Il sistema economico produttivo. .............................................................................................10 5.5 Il rapporto con le istituzioni locali ...........................................................................................11 5.6 La classe imprenditoriale .........................................................................................................11 5.6Le conseguenze della recente Crisi...........................................................................................12 Conclusioni ........................................................................................................................................13
1 Introduzione
Linteresse per il distretto industriale e della sua interazione con lo sviluppo locale sempre stato legato al dibattito intorno al ruolo della piccola impresa nelleconomia italiana. Sul piano teorico, il distretto industriale nasce come superamento del concetto dindustria (Becattini,1979)1 e si propone come un nuovo modo di interpretare il cambiamento economico nella convinzione che questo non pu essere compreso al di fuori della societ ,sempre considerata nella sua territorialit,cio come societ locale, dove le forze economiche agiscono ed evolvono. nella societ locale, anche attraverso la sua apertura verso lesterno, che si forma un ambiente socio-culturale adatto alla realizzazione di forme diverse di organizzazione industriale. Di conseguenza, il semplice riconoscimento di concentrazioni industriali nel territorio non avvalora lesistenza di un distretto industriale. Le politiche per lo sviluppo locale dovrebbero perci abbandonare visioni settoriali e diventare politiche territoriali. accaduto, spesso, che il distretto industriale fosse interpretato in modo semplicistico,come un mero raggruppamento territoriale di piccole e medie imprese o una localizzazione industriale caratterizzata da una certa forma organizzativa, quando invece la sua natura quella di costituire una macchina sociale per produrre beni e soddisfare il bisogno di integrazione sociale degli agenti umani della produzione. Il distretto industriale ceramico di Civita Castellana un esempio concreto di come l interazione tra il sistema produttivo e il contesto storico ha reso possibile la crescita e lo sviluppo di uno dei pi importanti distretti ceramici in Italia, e di come il legame tra industria e societ sempre pi stretto,e la crescita di una avvantaggia laltra in una sorta di mutuo scambio favorevole ad entrambe. Il caso che verr analizzato quello distretto industriale di Civita Castellana che rappresenta il sistema di zona a maggior tasso di industrializzazione rispetto alla quota di addetti al settore (ISTAT2, 1996) e nel quale il tessuto industriale affondale sue radici in risorse naturali e capitale umano di origine esclusivamente locale. E evidente , in una lettura territoriale basata su dati medi provinciali che,il distretto di Civita Castellana, unica realt industriale del viterbese, non avrebbe la forza di emergere schiacciato dai dominanti caratteri di ruralit della provincia e dalla inadeguatezza delle politiche economiche locali.
Becattini G. 1979 Dal settore industriale al distretto industriale. Alcune considerazioni sullunit dindagine delleconomia industriale, in Economia e politica industriale, n. 1.
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L ISTAT istituto nazionale di statistica un ente di ricerca pubblico. Presente nel Paese dal 1926, il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici. Opera in piena autonomia e in continua interazione con il mondo accademico e scientifico.
2 I distretti industriali
Il distretto industriale unagglomerazione di imprese, in generale di piccola e media dimensione, ubicate in un ambito territoriale circoscritto e storicamente determinato, specializzate in una o pi fasi di un processo produttivo e integrate mediante una rete complessa di interrelazioni di carattere economico e sociale. Secondo la teoria Marshalliana un distretto industriale pu comprendere uno o pi piccoli centri urbani, con funzioni terziarie relativamente povere e una localizzazione delle strutture industriali, oltre a quelle residenziali, pi sparsa rispetto a una citt manifatturiera.I distretti industriali hanno spesso, caratteristiche settoriali abbastanza precise; per esempio distretti tessili, distretti delle calzature, distretti ceramici. Questa connotazione monosettoriale non significa omogeneit produttiva delle imprese allinterno di ogni distretto. Lindustria che caratterizza un distretto pu comprendere una gamma ampia e mutevole di sotto-industrie, ed estendersi anche a industrie sussidiarie con configurazioni che possono essere: verticali o convergenti, quando si tratta di fasi differenti di uno stesso Processo produttivo; laterali, quando si tratta della stessa fase in processi simili; diagonali, quando si tratta di attivit di servizio alle industrie del distretto In tema di efficienza, A.Marshall assegna grande importanza alle economie derivanti da un aumento della scala della produzione di una data specie di merci. Egli introduce due termini tecnici al fine di classificare le economie di scala: le economie interne che dipendono dalle risorse delle singole imprese, dalla loro organizzazione e dallefficienza della loro amministrazione le economie esterne che, al contrario, dipendono dallo sviluppo generale dellindustria. La loro presenza determina una riduzione dei costi medi delle imprese che fanno parte dellindustria in questione, anche se ogni impresa mantiene costante produzione ed impianti. Le industrie inoltre traggono vantaggi da una agglomerazione industriale dovuti alleeconomie esterne di intermediazione come le riserve accumulate, che riguardano la funzione delle industrie sussidiarie. E' il principio delle riserve accumulate, che pu avere unapplicazione non solo interna alle singole imprese, ma anche a livello di sistema di imprese; la vicinanza fra le imprese del sistema, poi, permette potenzialmente una rapida effettuazione dei rifornimenti;e contatti personali e organizzazione interimpresa , che riguardano la comodit del cliente. E, infatti, pi vantaggioso per lacquirente trovare beni o servizi fra cui deve scegliere, radunati in unarea ristretta: la concentrazione spaziale riduce i tempi della ricerca diretta. Unultima serie di fattori a forte influenza agglomerativa pu essere riferita al termine di atmosfera industriale, ovvero lagglomerazione dellindustria in un distretto genera, nel tempo, fra la gente che ci vive, unattitudine diffusa al lavoro industriale. I luoghi in cui si vengono a formare questi distretti industriali possono dipendere da una molteplice quantit di fattori quali il contesto , storico-politico e psicologico; ma quando unindustria si scelta una localit propria, probabile che vi stia lungo tempo, grazie alle economie di cui viene col tempo a godere, come la diffusione di capacit e di know-how ;continuit di invenzioni e di innovazioni o l attrazione di capacit imprenditoriali. Quando lo sviluppo regionale si consolidato fino a creare, accanto alle economie esterne pecuniarie (come, ad esempio, un risparmio nei costi di trasporto), economie esterne tecnologiche tali da costituire una atmosfera, larea di concentrazione industriale veramente un sistema, , ossia un insieme ordinato, al quale i rendimenti crescenti garantiscono una produzione elevata grazie al circolo virtuoso di organizzazione-informazione-innovazione .
3 Lo sviluppo locale
Lo sviluppo locale un aumento qualitativo delle capacit del territorio di agire, reagire, programmare e gestire situazioni complesse. A livello di popolazione locale lo sviluppo si individua in un aumento delle libert personali dato dall'aumento della capacit di apprendere Per leggere lo sviluppo locale non possiamo guardare solo ad aspetti come il PIL3 procapite locale o alla crescita delle transazioni economiche, ma bisogna guardare a complessi aspetti sociali e politici che si sviluppano sul territorio e determinano vantaggi competitivi che il solo mercato non potrebbe realizzare. Attraverso la cooperazione fra attori e la creazione di reti di attori stabili nel tempo aumenta la capacit di visione e di azione. L'espressione sviluppo locale, utilizzata per indicare una grande variet di posizioni culturali, scientifiche e politiche ; una diversit spesso contradditoria, di riferimenti teorici e metodologici; una molteplicit di pratiche e di esempi. Lo sviluppo locale si pu generare spontaneamente, o pu essere indotto dall'azione degli attori sul territorio: ad esempio esistono agenzie di sviluppo pubbliche e private che offrono i loro servizi in questo campo. In Italia lo sviluppo locale stato promosso anche con le politiche dei Patti Territoriali, i Piani Strategici e altre iniziative di tipo regionale (PIT4, POR5 ) integrate con le iniziative dell'Unione Europea dei fondi strutturali. Il concetto teorico di sviluppo locale nasce da un progetto interdisciplinare,nel campo della ricerca economico-sociale (Becattini e Sforzi,1994). La maggior parte delle definizioni di sviluppo locale che circolano in Italia e nel mondo, definisce lo sviluppo locale come una strategia di politica territoriale. In Italia, Signorini, ne Lo Sviluppo Locale6 da una sostanziale identificazione fra lo sviluppo locale e i distretti industriali mentre Trigilia7 afferma che i distretti industriali sono solo una delle possibili forme di sviluppo locale. In questo modo il contributo teorico del distretto industriale alla concettualizzazione dello sviluppo locale resta in penombra: non si va oltre il richiamo alle economie esterne. Tutto questo accade perch, a differenza del distretto industriale, lo sviluppo locale: non stato sottoposto a uno scavo teorico che ne facesse emergere, con la necessaria chiarezza, le somiglianze e le differenze con lo sviluppo economico; diventato una strategia politica prima ancora che fosse definita la sua natura concettuale. Il risultato del confronto tra le varie definizioni che tutte pongono laccento su un carattere essenziale senza il quale non si pu parlare di sviluppo locale: La partecipazione della societ civile alle prese di decisioni attraverso le quali si definiscono gli obiettivi, gli strumenti, i mezzi e gli impegni dei soggetti coinvolti nel promovimento dello sviluppo di un territorio. I suoi scopi variano dal soddisfacimento dei bisogni fondamentali al miglioramento
Il Prodotto Interno Lordo (PIL), il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) e destinati ad usi finali. 4 I PIT (Progetti Integrati Territoriali) utilizzano i fondi strutturali in maniera integrata attraverso un complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra di loro che convergono verso il comune obiettivo di sviluppo del territorio. I PIT (Progetti Integrati Territoriali) sperimentano nuove metodologie di lavoro che migliorano lefficacia degli investimenti pubblici e aumentano leffetto leva su quelli privati. 5 Il POR (Programma Operativo Regionale) il documento di programmazione per lutilizzo dei Fondi Strutturali Europei integrati da quelli del Ministero dellEconomia e delle Finanze e da quelli delle Regioni Interessate. 6 Signorini L. F., ''Lo sviluppo locale. Un'indagine della Banca d'Italia sui distretti industriali'', Meridiana libri, , 2000. 7 Carlo Trigilia, "Sviluppo Locale. Un progetto per l'Italia", Roma-Bari, Editori Laterza, 2005
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del futuro economico e della qualit della vita per la popolazione locale; le cause fondamentali sono individuate nella valorizzazione delle risorse locali o nella creazione di un ambiente favorevole per le attivit economiche. Si pu dire che lo sviluppo locale una via di mezzo tra un indirizzo di politica territoriale e un sistema di gestione del potere locale orientato allo sviluppo del territorio. Nella definizione dello sviluppo locale, il locale identificato con il territorio, i suoi confini non sono dati, ma sono il risultato del sistema di attori che realizzano la strategia di sviluppo in relazione gli uni con gli altri. Lo sviluppo locale si accompagna a iniziative di decentramento (di competenze, e di risorse finanziarie necessarie al loro esercizio) a favore dei governi locali. E importante notare che la definizione di sviluppo locale diversa da quella di sviluppo economico. Perch i caratteri essenziali dello sviluppo economico sono laumento continuo del reddito pro capite della popolazione e la diversificazione dei beni economici che compongono il reddito, mentre per lo sviluppo locale la causa fondamentale il progresso tecnologico
di questa attivit. Nasce cos il Distretto Industriale8 della ceramica che comprende, oltre a Civita Castellana, anche altri sette comuni della provincia di Viterbo. Lindustria ceramica di Civita Castellana nei suoi vari settori dei sanitari, delle piastrelle, degli accessori da bagno, delle stoviglierie e degli oggetti darte caratterizza la cittadina a tal punto da configurarsi come monosettorialit produttiva, sia per lelevata concentrazione di aziende nel comprensorio, sia per la quantit e la qualit dei prodotti, sia per la considerevole quota di mercato nazionale ed estero conquistata. Le aziende del Distretto sono specializzate principalmente nella produzione di sanitari e stoviglierie. Ben il 30% della ceramica sanitaria nazionale proviene da Civita Castellana. Nel complesso, il Distretto inserito, attraverso un'intensa attivit di export della produzione, nei mercati internazionali di alcuni paesi europei, del Nord America, dellOceania e del Medio ed Estremo Oriente. Oggi, con la concorrenza dei paesi dell'Est, del Medio Oriente, e, soprattutto, della Cina, il Distretto, specie nel settore delle stoviglierie, sta conoscendo una crisi profonda.
Delibera di Giunta Regionale 135/2002, nellambito delle norme per lincremento dello sviluppo economico,della coesione sociale e delloccupazione nel Lazio, nellindividuazione e organizzazione dei sistemi produttivi locali,dei distretti industriali e delle aree laziali di investimento (36/2001).
Figura 1
Come si vede Civita Castellana e Fabrica di Roma ospitano da sole ben 56 stabilimenti, cio pi dei 2/3 del totale, ma in pressoch tutti i comuni sono presenti impianti di dimensioni rilevanti. Dalla met del 2000 lintera area del distretto stata ammessa per la prima volta a beneficiare degli incentivi agli investimenti previsti dallUnione Europea per le zone svantaggiate (Obiettivo 2 2000/2006)9. Questa circostanza, avrebbe dovuto dare un ulteriore slancio allintera area, favorendo lacquisizione di nuovi impianti e tecnologie, ma non sembra abbia favorito particolarmente le industrie. In precedenza solo i comuni di Gallese e Corchiano rientravano nellObiettivo 5B10 e potevano avvalersi dalcune forme dincentivo, per la verit non molto convenienti per le imprese industriali e quindi poco utilizzate. Va comunque ricordato come lintero comprensorio industriale si sia sviluppato a cavallo fra gli anni 60 e gli 80 in unarea collocata appena oltre lestremo limite settentrionale dellex Cassa del Mezzogiorno11. Il comprensorio di Civita Castellana comunque lunico agglomerato industriale di un certo rilievo presente nel territorio della provincia di Viterbo, ed ha quindi un peso determinante sulla locale economia. Per dare unidea le 52 imprese hanno complessivamente 3.467 addetti, cui vanno aggiunti circa 200 lavoratori delle 23 imprese delle piccole attivit artigianali. Il numero complessivo di dipendenti dellindustria ceramica quindi stimabile in circa 3.750 unit. Questo equivale ad affermare che il settore della ceramica assorbe da solo il 3,8% degli occupati dellintera provincia e il 28,6% di quelli dellindustria.
La Commissione Europea ha tra le proprie finalit quella di contribuire allo sviluppo equilibrato di tutti i suoi territori. I Fondi strutturali sono lo strumento attraverso il quale l'Unione Europea favorisce lo sviluppo armonico delle regioni contribuendo al conseguimento dei tre obiettivi prioritari seguenti: - promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo (Obiettivo 1); - favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficolt strutturali (Obiettivo 2); - intervenire per l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione (Obiettivo 3). 10 Dell Obiettivo 5b fanno parte quelle aree rurali che nelle Regioni di appartenenza soddisfano almeno due dei seguenti tre requisiti: elevato tasso di occupazione agricola sull'occupazione totale; basso livello di reddito agricolo; scarsa densit di popolazione e/o tendenza consistente allo spopolamento. 11 La Cassa del Mezzogiorno stata un ente pubblico italiano creato dal governo di Alcide De Gasperi per finanziare iniziative industriali tese allo sviluppo economico del meridione d'Italia, allo scopo di colmare il divario con le regioni settentrionali.
La stragrande maggioranza dei lavoratori risiede nel territorio dei 6 comuni del distretto ceramico (a Civita Castellana il 46,4%, Fabrica di Roma il 10,6%, Corchiano il 5,5% , Gallese il 6,7%, Nepi il 4,1%, Castel S. Elia il 4,0%). Un ulteriore 12,5% proviene da altri comuni del viterbese e il residuo 9,0% da unarea piuttosto vasta che arriva a comprendere parte delle province di Terni, Rieti e Roma.
Il processo produttivo non diviso per fasi fra pi aziende,questo pu essere dovuto al particolare processo produttivo della ceramica che non permette la divisione dei compiti. Lindividualismo degli imprenditori , e la forte competizione tra aziende ha ostacolato la realizzazione di un marchio comune di qualit, e la cooperazione e passaggi di commesse, ostacolando strategie comuni a livello di distretto. Si andato a costituire quindi una forma di distretto dove le imprese piccole e medie sono coincidenti nelle unit di fase e si appoggiano su una miriade di unit fornitrici di servizi alla produzione. La necessit comunque avvertita del bisogno di collaborazione tra imprese ha trovato una formalizzazione nella costituzione del Centro Ceramica13,il quale raggruppa le micro, piccole e medie imprese operanti nei settori dell'industria, dell'artigianato e dei servizi che hanno sede nel Distretto Industriale di Civita Castellana ed intende promuovere e favorire lo sviluppo e la crescita delle imprese associate, fornendo alle stesse attivit di assistenza e consulenza attinenti alle problematiche collettive.
Imparare facendo. Fare esperienze e imparare attraverso la pratica. Il "Centro Ceramica Civita Castellana" una societ consortile a responsabilit limitata, senza fini di lucro, costituita ai sensi della legge 21 Maggio 1981, n240.
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Conclusioni
Lanalisi sin qui condotta, ha dimostrato limportanza ed il ruolo del distretto per la salvaguardia e lo sviluppo socio-economico dei territori rurali italiani. Il contesto nel quale il distretto si sviluppa di estrema importanza per garantire laffermazione di alcune realt industriali , anche se, per il potenziamento delle peculiarit produttive del territorio, auspicabile tenere in debita considerazione, tutti i soggetti che in esso operano per favorire, in misura maggiore e migliore possibile, gli scambi culturali per generare un ambito produttivo dinamico e culturalmente effervescente. Lanalisi del caso specifico di Civita Castellana ha permesso di comprendere lo stretto legame tra distretto industriale e sviluppo locale, i due concetti sono fortemente legati tra loro proprio nelle zone in cui c una forte connotazione rurale dell ambiente .Oltre alla conoscenza tecnica e industriale si va formando quellhumus sociale gia citato che permette alle industrie e ai lavoratori di sentirsi partecipanti diretti del processo produttivo e dello sviluppo del territorio. Infine il distretto, che a una prima analisi sembra essere un sistema produttivo locale arretrato che potrebbe cedere prima o poi all impatto con la modernit, rileva di possedere risorse endogene in grado di dare risposte ai problemi di sviluppo e mantenimento del mercato. Risposte che derivano non solo come effetto degli stimoli del mercato , ma che sono influenzate e a loro volta interagiscono con i piani del sociale propri della comunit su cui insistono.
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Bibliografia
Appunti delle lezioni di Economia Industriale Calza Bini,Bosco,Oteri, Pieri, Sistema locale e distretto industriale il caso di Civita Castellana Ninfeo Rosa / Biblioteca Comunale di Civita Castellana Centro Ceramica Civita Castellana, Il distretto ceramico di Civita Castellana: documento di analisi 20005 Fabio Sforzi Dal distretto industriale allo sviluppo locale, Artimino 2005 Testo provvisorio della lezione inaugurale Fabio Sforzi, F. Lorenzini, I distretti industriali Fabio Sforzi, F. Lorenzini, Lesperienza italiana dei distretti industriali Filcem-cgil comunicato stampa crisi ceramica distretto industriale Civita Castellana LANS universit di Cassino :Civita Castellana potenzialit e sviluppo del distretto ceramico Silvio Franco ,Saverio Senni, Percorsi di sviluppo locale. Il caso del Lazio
Riferimenti web Centro Ceramica Civita Castellana http://www.centroceramicacc.it/ Civita Castellana. il sito storico sulle ceramiche http://www.civitacastellana.it/ Portale dei distretti italiani http://www.clubdistretti.it/ Wikipedia, The Free Enciclopedia, www.wikipedia.org
Conferenze, Incontri Riconversione industriale del distretto di Civita Castellana Mobilit e sviluppo economico
Organizzati dal comune di Civita Castellana venerd 15 maggio 2009 e mercoled 3 giugno presso laula magna ITIS.
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