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Terziario

Facoltà di Scienze Politiche


Massimiliano Bencardino
mbencardino@unisa.it
La terziarizzazione
dell’economia

Classificazioni dei servizi

L’organizzazione
Gerarchia funzionale e
spaziale delle attività
localizzazione Il modello di
terziarie
Christaller

Processi spaziali
più recenti

Modelli analitici spaziali


Il settore terziario

A differenza del primario e del secondario, il terziario non produce beni


materiali bensì servizi necessari al funzionamento della società.

In passato era considerato un settore residuale e veniva identificato con:


circolazione delle merci (commercio) e del denaro (banche, assicurazioni)
attività della Pubblica Amministrazione

Oggi assumono importanza anche:


circolazione delle persone (turismo, affari)
attività finanziarie
scambio e controllo dell’informazione
servizi rivolti alla produzione

Il terzo settore
Il terzo settore, definito anche Non profit, è parte del terziario e comprende attività di
servizio svolte da privati che perseguono scopi sociali nel campo dell’assistenza, della
cultura, dello sport, ecc. e tendono ad integrare e in parte a sostituire l’intervento dello
Stato dove esso è carente.
I servizi e la terziarizzazione dell’economia

Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad un forte incremento


dell’occupazione nel settore terziario, che ha portato a definire l’attuale
fase di sviluppo economico come terziarizzazione dell’economia o
economia post-industriale.
Tale tendenza è presente sia
nei PS che nei PVS, sebbene
con modalità, motivazioni ed
entità molto diverse.

Aumento del terziario:

• Nei PS è proporzionale al tasso


di sviluppo economico
• Nei PVS produce scarsissima
produttività e sviluppo economico
I fattori della terziarizzazione nei PS

Nei PS la presenza di una forte quota di addetti al terziario è generalmente


considerato come un indicatore di modernità dell’economia locale.
Perde di significato l’equazione sviluppo = industrializzazione
Motivazioni della terziarizzazione:
crescita della domanda da parte delle famiglie e della collettività per
aumento dei redditi (reddito spendibile) e dei livelli di istruzione;
crescita della domanda da parte delle imprese per l’esternalizzazione dei
servizi e per la “dematerializzazione” della produzione;
perdita di posti di lavoro nelle fabbriche per la crescente automazione e per
il decentramento di fasi produttive in altre parti del mondo (NB: non
diminuisce la produzione industriale)
Circolazione capitale finanziario e dei servizi ad esso legati

Tipologia di servizi in crescita:


servizi alla produzione (gestione, progettazione, ricerca, logistica, marketing, ecc.)
servizi legati al tempo libero, alla cultura, allo sport
circolazione delle persone (turismo, affari, ecc,) Infrastrutture e competitività
I fattori della terziarizzazione nei PVS

Nei PVS la presenza di una consistente quota di addetti al terziario


non può essere generalmente considerato come un indicatore di
modernità dell’economia locale.

Motivazioni della terziarizzazione:


espulsione di manodopera dal settore primario;
assenza di sviluppo industriale.

Tipologia di servizi in crescita:


piccolo commercio, lavori personali a bassa produttività
attività della Pubblica Amministrazione

Terziario = settore rifugio


Si parla, infatti, di terziario gonfiato o ipertrofico
(per la presenza superflua di addetti e la bassa produttività del lavoro)
Terziario PS # Terziario PVS

Nella maggior parte dei PVS (fanno eccezione i NIC) la terziarizzazione


dell’economia è avvenuta senza attraversare una significativa fase di
sviluppo industriale. Manca, infatti, in questi paesi il terziario economico
che è il vero motore dello sviluppo.
Terziario PS # Terziario PVS

La tendenza alla
terziarizzazione
dell’economia è più
spinta nei PS.
Nei PVS, inoltre,
pesa ancora molto
il primario sia in
termini
occupazionali, che
reddituali.
La terziarizzazione dell’economia in Italia

Popolazione lavorativa dal 1861 al 2001 (dati istat):

Secondo le stime di Assoelettrica intorno al 2024 si potrebbe


avere per la prima volta il superamento dei consumi finali
dell’industria da parte del settore civile (residenziale + terziario).
In particolare, il settore terziario, nei prossimi 20 anni, registrerà
un incremento di Domanda elettrica di quasi 30 TWh, l’equivalente
di 6 grandi impianti a Ciclo combinato a Gas naturale.
Il terziario ininItalia
Terziario Italia

Il 1987 è l’anno in
cui per la prima
volta gli occupati
del terziario
superano in
numero quelli
dell’industria:
7 milioni e 312 mila
unità contro le 7
milioni 130 mila
impiegate nel
secondario.
Il terziario ininItalia
Terziario Italia

Il divario cresce
fino ai 2 milioni
355 mila del
2003 soprattutto in
virtù della forte
spinta attribuibile
al commercio ed ai
pubblici esercizi
Il terziario ininItalia
Terziario Italia

In Italia il settore terziario ha assunto caratteristiche differenti a seconda delle Regioni


in cui si è sviluppato. Al riguardo, si è soliti suddividere il territorio italiano in tre aree
economiche: l’area del Nord, l’area del Centro e l’area del Sud.

L’area del Nord è caratterizzata per la presenza di servizi appartenenti alla categoria
del terziario avanzato. Qui, in particolare in città come Milano e Torino, sono concentrate
le più grandi società di servizi di marketing, di consulenza e gestione aziendale, di
ricerca applicata alla biotecnologia, i centri di telematica e di elaborazione dati, di
consulenza ed organizzazione aziendale, designers, pubblicità.

Nell’area del Centro troviamo, accanto alle imprese di servizi tradizionali (trasporti,
assicurazioni, credito), una forte presenza di società di servizi che operano nel campo
dell’informatica e della telematica. La più alta concentrazione viene riscontrata nella
regione Lazio, grazie anche alla forza d’attrazione della capitale.

Infine, per quanto riguarda la terza area, cioè quella del Sud, la presenza di servizi
tradizionali rappresenta la più evidente espansione del settore terziario. In quest’area il
basso tasso di terziarizzazione e la carenza di servizi avanzati evidenziano, nonostante i
consistenti progressi, un certo ritardo delle regioni meridionali in rapporto alle altre
aree del Paese.
Il terziario ininItalia
Terziario Italia

Composizione del
settore terziario nella
città di Milano (Fonte
Prov. di Milano)
Con quasi 70mila
imprese ed un volume di
addetti che supera le
300mila unità, Milano
svetta nel comparto dei
servizi alle imprese.
D’altra parte, nella
“Milano dei servizi”
orbitano l’11,4% delle
imprese nazionali del
comparto ed il 20,8%
degli addetti.
Il terziario ininItalia
Terziario Italia

Per Venezia il turismo è ancora il principale serbatoio di sviluppo. Dal


2000 al 2004 gli esercizi del settore alberghiero sono cresciuti del 7,8% e
quelli del settore extralberghiero del 335,2%.
Bologna riveste un ruolo di primo piano nel sistema dei trasporti italiano. La
sola provincia bolognese conta 4.760 imprese, che con diverse modalità,
operano nel settore: un mondo che rappresenta il 5,6% delle realtà
imprenditoriali locali e che assorbe un volume di addetti prossimo alle
ventimila unità.
Roma ha una forte specializzazione nel campo dell’informatica e della
telematica. Il segmento immobiliare romano rappresenta una parte statisticamente
contenuta del terziario romano, ma dal potenziale di sviluppo molto elevato.
Si osserva un picco particolarissimo nell'ambito delle attività di locazione e di
gestione dei beni immobili privati pari al 1.369,9%, legato allo sviluppo delle
società immobiliari. Il patrimonio immobiliare della provincia di Roma
rappresenta l'11,3% di quello italiano.
Foggia rappresenta una delle realtà più significative per il mondo del terziario e
per il comparto commerciale. Con il 63,1% dell’occupazione provinciale (oltre
52mila addetti) concentrata nel terziario, di cui il 28,9% nel commercio.
Composizione professionale di alcune grandi città (1981)

N_IST Impr. e Dirigenti e Lav. in Dipend Tot.


AT Capoluogo Lib.prof. Imp. proprio enti Totale Popol.

72006 Firenze 7,0% 42,0% 16,3% 34,6% 1 448331

27042 Milano 6,6% 47,9% 11,6% 33,9% 1 1604773

37006 Bari 5,2% 41,0% 12,0% 41,9% 1 371022

63049 Catania 4,7% 36,7% 12,6% 46,0% 1 380328

1272 Napoli 4,5% 41,0% 8,9% 45,6% 1 1212387

48017 Bologna 4,2% 40,1% 18,2% 37,5% 1 459080

15146 Palermo 4,2% 39,9% 9,6% 46,3% 1 701782

87015 Roma 4,2% 47,8% 10,9% 37,2% 1 2840259

82053 Genova 3,9% 39,1% 13,3% 43,7% 1 762895

58091 Torino 3,9% 36,1% 12,4% 47,6% 1 1117154

10025 Venezia 3,4% 37,8% 14,6% 44,2% 1 346146


Composizione professionale di alcune grandi città (1981)

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0%

Firenze 35%

Milano 34%

Bari 42%

Catania
46%

Napoli
46%

Bologna 37%

Palermo 46%

Roma
37%

Genova Impr. e Lib.prof.


44%

Torino Dirigenti e Imp.


48%
Lav. in proprio
Venezia 44%
Dipendenti
Composizione professionale di alcune grandi città (2001)

N_IST Impr. e Lav. in Socio Dipendent Tot.


AT Capoluogo Lib.prof. porprio coop. e Totale Popol.

15146 Milano 12,3% 13,9% 1,3% 72,4% 1 1604773

48017 Firenze 11,6% 16,4% 1,7% 70,2% 1 448331

63049 Napoli 9,9% 14,2% 1,2% 74,6% 1 1212387

37006 Bologna 9,8% 15,8% 1,7% 72,7% 1 459080

72006 Bari 9,8% 13,0% 1,4% 75,8% 1 371022

58091 Roma 9,1% 12,5% 1,5% 76,8% 1 2840259

87015 Catania 8,4% 14,1% 0,9% 76,7% 1 380328

82053 Palermo 8,1% 11,6% 1,0% 79,2% 1 701782

10025 Genova 8,0% 15,5% 1,9% 74,6% 1 762895

27042 Venezia 8,0% 13,8% 2,4% 75,8% 1 346146

1272 Torino 7,6% 14,5% 1,8% 76,1% 1 1117154


Composizione professionale
Composizione professionale di alcune
di alcune grandi
grandi città città (2001)
(2001)
0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0%

Milano 72%

Firenze 70%

Napoli 75%

Bologna 73%

Bari 76%

Roma 77%

Catania 77%

Palermo 79%

Genova 75% Impr. e Lib.prof.


Venezia Lav. in porprio
76%
Socio coop.
Torino 76%
Dipendente
Classificazioni della attività terziarie

Principali classificazioni dei servizi:

1. classificazione merceologica
vale a dire per genere di servizio prodotto. E’ molto usata dagli
istituti di statistica dei PS, perché ha il merito di disaggregare
notevolmente il settore.
2. classificazione funzionale (detta anche «per utenza»)
tiene conto della funzione prevalente svolta da ogni ramo del
settore nella società e identifica l’utenza prevalente di ogni tipo di
servizio.
3. classificazione per rango o portata dei servizi
tiene conto dell’importanza del servizio e di conseguenza del
raggio geografico dell’utenza (o portata del servizio)
Classificazione merceologica dei servizi

Principale
inconveniente di
questa
classificazione:
non separa le
attività più
tradizionali da
quelle innovative

Né consente di
distinguere il
destinatario
finale del servizio
Classificazione funzionale dei servizi (per utenza)

Commercio
Servizi paracommerciali
Servizi per le famiglie Servizi turistici
Servizi per la cura della persona
Servizi di riparazione e manutenzione

Infrastrutture sociali
Servizi per la collettività P.A, giustizia, difesa, sanità, istruzione,
servizi sociali, sportivi e culturali.
Infrastrutture di trasporto e
comunicazione

Servizi tradizionali
Servizi per le imprese
Trasporti ordinari, pulizia, mensa, ecc.
Servizi avanzati
R&S, marketing, consulenza finanziaria

Attività di comando, di decisione,


Attività quaternarie pianificazione, orientamento politico e
culturale.
I servizi per le famiglie
Commercio (10%), piccola e grande distribuzione, servizi para-commerciali, come bar e
ristoranti, turistici, per la cura della persona, s. di riparazione e manutenzione, ecc…);

Caratteri:
destinati alla vendita e al consumo finale
venduti generalmente da privati
regolati da intervento indiretto dello Stato
dipendenti da reddito spendibile

Fattori di localizzazione:
distribuzione della popolazione
distribuzione del reddito

Localizzazione centrale in aree urbane


(fatta eccezione per attività turistiche
o servizi più banali)
I servizi per le famiglie: differenziazioni nel mondo

Nei PVS la rete dei servizi presenta un doppio circuito:


1. di qualità più elevata, utilizzato da una ristretta classe agiata,
spesso proveniente dai PS;
2. di qualità scadente, utilizzata dalla maggioranza della
popolazione.

Nei PS si assiste a due recenti tendenze localizzative:


1. crescita della grande distribuzione che privilegia aree suburbane
e extraurbane arteriali o nodali
2. delocalizzazione in aree extraurbane di servizi per la persona
lo svago, il tempo libero tradizionalmente localizzati nelle parti
più centrali delle città e caratterizzati dal frazionamento in
piccole unità aziendali.
I servizi per la collettività
Terziario pubblico o Terziario privato, come la Pubblica Amministrazione, i trasporti, la
Sanità, l’assistenza medica, l’istruzione, servizi culturali, reti (gas, luce, telefono).

Caratteri:
destinati a soddisfare gli interesse della collettività ed a migliorare le
condizioni socioeconomiche del Paese.
erogati generalmente dallo Stato
Possono essere considerati:
come economie esterne ossia condizioni generali della produzione
che permettono la valorizzazione delle imprese e della forza lavoro;
come strumenti per attenuare le diseconomie prodotte dai processi
agglomerativi
I servizi alla collettività sono un importante indicatore
dello sviluppo economico-sociale di un Paese.
Fattori di localizzazione:
Spesso vanno a
distribuzione della popolazione
presenza di imprese rimorchio dell’economia
politiche di sviluppo regionale (come incentivo per loinvece
sviluppo che guidarla
futuro)
I servizi per la collettività: differenziazioni nel mondo

Nei PVS (eccezion fatta per Cuba e per alcuni paesi d’orientamento
socialista) i servizi alla collettività sono generalmente poco diffusi e
di qualità mediocre.
Le differenze nella dotazione dei paesi dipendono da:

livelli di ricchezza
orientamento politico-economico adottato

• nei governi di ispirazione liberista


si tende a privatizzare i servizi collettivi

• nei governi più attenti al sociale


si tende a mantenere la gestione sotto il
controllo pubblico e a fornire questi
servizi a prezzi contenuti
I servizi per la collettività: differenziazioni nel mondo
I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo

Tasso di alfabetizzazione nel mondo


I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo
I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo
I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo

Numero di abitanti per dottore


I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo
I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo

Spesa sanitaria
in proporzione
al PIL.
“Spesa privata"
altro non è che
la quota a carico
del cittadino o
assicurazioni.
Spesa sanitaria
in proporzione
tra pubblico e
privato.
I servizi per
Servizi perlalacollettività:
collettività differenziazioni nel mondo
I servizi alle imprese

Sono presenti in modo significativo solo nei PS.

Caratteri:
destinati alle fasi a monte o a valle del ciclo produttivo
venduti da privati o forniti dallo Stato o da sue agenzie

Distinzione dei servizi tra:


• tradizionali / innovativi
• impliciti / espliciti

Fattori di localizzazione
distribuzione delle imprese

anche se la telematica ha liberato


le imprese di servizi da rigidi vincoli
localizzativi
I servizi alle imprese

Le attività terziarie rivolte alle imprese vengono ripartite in 5 gruppi:

1. Il terziario per il terziario


Settore destinato a supportare l’organizzazione per i servizi alle famiglie
(commercio all’ingrosso, sportelli bancari, spedizioni, ..)

2. Il terziario alla produzione ed alla distribuzione


Segmento produttivo esternalizzato dall’industria (servizi di pulizia, ristoro,
analisi chimiche, merceologiche, controllo qualità, noleggio macchinari,..)

3. Il terziario per la gestione amministrativa e finanziaria


Ancora esternalizzato dall’industria (elaborazione dati, consulenza, …) ma di
rango superiore che coinvolge professionalità e capitali

4. Il terziario decisionale
Servizi finanziari nelle città globali

5. Il terziario di R&S
Servizi rivolti all’innovazione di prodotto e di processo
I servizi alle imprese

Nei PS si assiste ad
una sempre
maggiore
incorporazione di
lavoro terziario
all’interno del settore
secondario.
OSMOSI TRA I DUE
SETTORI
I servizi alle imprese

In presenza di segmenti produttivi esternalizzati dall’industria il terziario, il


terziario tende a seguire la distribuzione spaziale delle stesse.
Fattori di localizzazione:
presenza di funzioni produttive
presenza di economie di agglomerazione/urbanizzazione
qualità e specializzazione della forza lavoro
presenza di capitali di rischio
presenza di infrastrutture
rapporti di input-output tra le imprese
qualità della vita e benessere ambientale

localizzazione in
aree urbane e metropolitane dei PS
Il quaternario

Si configura come il cervello del sistema economico.

Esso comprende :
le sedi decisionali superiori della Pubblica Amministrazione;
le sedi decisionali superiori del potere militare;
le sedi decisionali superiori dei grandi partiti e sindacati;
le sedi decisionali superiori delle grandi imprese;
le sedi decisionali superiori degli istituti di credito;
i grandi centri di ricerca nei settori avanzati;
le più importanti università e i centri dell’orientamento culturale;
le principali piazze finanziarie (borse valori);
le direzioni del mass media;
i grandi centri della cultura religiosa
Il quaternario

La localizzazione di queste attività di comando, decisione


pianificazione e controllo non può che concentrarsi in pochissime
grandi metropoli sia su scala nazionale che internazionale.

Le città sedi di attività quaternarie che hanno un’influenza su scala


mondiale sono oggi poche città globali, nodi centrali delle
relazioni globali.
Classificazione dei servizi per rango (e portata)

Sulla base dell’importanza o rango dei servizi i servizi possono


essere classificati come:

servizi di rango superiore o raro

servizi di rango medio

servizi banali o di rango inferiore

Al variare del rango del servizio varia il raggio geografico dell’utenza


ossia la portata del servizio.

distanza massima che un consumatore o utente è disposto


a percorrere per rifornirsi di un bene (da Christaller, 1933)
Classificazione dei servizi per rango (e portata)

per le per la per le


Servizi
Categorie specializzate di famiglie collettività imprese
utenti o servizi avanzati per le
imprese
Localizzazione selettiva e di livello negozio di alta
concentrata (grandi città) università marketing
superiore moda
Frequenza mensile/annuale o
accesso solo di una parte
popolazione (es. scuole superiori) di livello grande scuola media consulenza
Localizzazione in città di medio magazzino superiore fiscale
piccole e medie dimensioni

Frequenza di livello scuola trasporto per


alimentari
giornaliera/settimanale inferiore dell'obbligo conto terzi
Localizzazione diffusa sul
territorio
Gerarchica funzionale e localizzazione

L’organizzazione dei servizi segue dunque una logica


gerarchica:
alla sommità
centri urbani che possiedono un ampio ventaglio di servizi di
rango superiore o raro
alla base
centri che possiedono solo servizi di tipo comune o banale

L’insieme dei servizi offerti da un centro determina


la sua posizione nella scala gerarchica del terziario
Il modello di Christaller

Christaller geografo tedesco elabora nel 1933 il modello delle località centrali

Oggetto di studio
La localizzazione dei servizi alle famiglie

Obiettivo
spiegare la distribuzione geografica delle città in funzione dell’offerta di servizi
alla popolazione del territorio circostante

Assunzioni di base
• spazio isomorfo e isotropico;
• razionalità dell’operatore economico e dei consumatori
• mercato di concorrenza perfetta

Variabile chiave
il costo di trasporto che è in funzione della distanza e del rango del servizio
Il modello di Christaller: alcuni concetti di base

esistono luoghi centrali (città) che offrono beni e servizi


Centralità per il territorio circostante che ne è privo

Per il venditore è l’area di mercato minima o il raggio


geografico dell’utenza, corrispondente al numero
Soglia minimo di utenti necessario affinchè l’esercente
ottenga un normale margine di profitto

Per il venditore è l’area di mercato massima o il raggio


geografico dell’utenza, corrispondente al numero
Portata massimo di utenti che l’esercente può attrarre
Per il consumatore è la distanza massima che è
disposto a percorrere per rifornirsi di quel bene

Prezzo effettivo il prezzo stabilito dal mercato del bene o servizio più i
costi di trasporto sostenuti dal consumatore
Il modello di Christaller

La domanda decresce man mano che ci si allontana dalla località centrale


fino ad annullarsi nel punto in cui, a causa dei costi di trasporto,
il prezzo effettivo diventa eccessivo.
Il modello di Christaller

La distribuzione delle località Esempio su un solo bene


centrali nello spazio sarà
pertanto regolare con una
successione di coni di
domanda che coprirà l’intera
superficie senza che vi siano
consumatori non serviti
(principio di esaustività dello
spazio)

La configurazione spaziale
finale sarà esagonale in
quanto non devono esistere
punti di indifferenza e perciò le
aree di sovrapposizione
saranno tagliate a metà,
formando così ciascuna un
lato dell’esagono
Il modello di Christaller

Esempio su più beni

Spazio rigidamente gerarchizzato


con centri equidistribuiti.
Il modello di Christaller

Pregi modello:

ha apportato fondamentali innovazioni di metodo e di


contenuto, aprendo il campo a nuovi studi e successive
applicazioni

ha colto la logica gerarchica secondo la quale lo spazio e i


centri urbani tendono ad organizzarsi

ha colto il legame tra offerta di servizi e convenienza


economica delle famiglie e delle imprese a spostarsi

la distribuzione territoriale dei servizi è determinata dalla convenienza economica


allo spostamento (a sua volta determinata da distanza e rango servizio)
Il modello di Christaller

Limiti modello:

considera solo la distribuzione dei servizi alle famiglie, sebbene


siano i servizi alle imprese il vero motore dello sviluppo economico;

è irrealistico nel presentare i centri distribuiti in modo


geograficamente equilibrato in quanto:
• non considera la differenziazione naturale e storica del territorio,
né le sperequazioni sociali in esso presenti;
• non tiene conto dell’esistenza di economie di agglomerazione e
anche di eventuali diseconomie di agglomerazione.
• Policentrismo ed abbondono delle grandi città non sono contemplati

Nella realtà l’organizzazione gerarchica dello spazio è più o meno


profondamente squilibrata, a tutte le scale geografiche.
Gerarchia funzionale e polarizzazione

Gerarchia funzionale italiana

Spazio non solo


gerarchizzato
ma anche fortemente
polarizzato

Quello che conta maggiormente è la distribuzione dei servizi alle imprese


Il terziario in Italia
(declaratoria dell’ISTAT, 2001)

Rango Declaratoria Unità locali


Istituti e sezioni per il credito speciale, Amministrazione dei mercati finanziari. Istituti, cliniche e
policlinici universitari, Corsi di diploma universitario, Affari esteri, Attività delle banche centrali, Società
1-10 fiduciarie e di investimenti mobiliari, Società per la gestione dei fondi comuni di investimento, Servizi di
credito al consumo, Organizzazioni economiche
1.210
Camere di commercio, Altre società finanziarie, Leasing finanziario, Attività di mediazione di valori
11-20 negoziabili, Corsi di laurea, Difesa nazionale, Scuole e corsi di formazione speciale, Sicurezza nazionale e
ordine pubblico, Giustizia ed attività giudiziarie, Attività di corriere diverse da quelle postali nazionali 11.599
Misure igienico-sanitarie ed attività affini, Smaltimento e depurazione delle acque di scarico,
Telecomunicazioni, Assicurazioni e fondi pensione, escluse le assicurazioni obbligatorie, Organizzazione di
22-31 convegni, Pubbliche relazioni, Raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi, Attività di associazioni professionali,
Traduzioni e interpretariato, Attività dei partiti e delle associazioni politiche 34.325

Design e stiling di tessili, abbigliamento, calzature, Attività degli studi notarili, Consulenze finanziarie, Servizi
31-40 di ingegneria integrata, Pubblica amministrazione e difesa;Studi di mercato e sondaggi di opinione,
Consulenze agrarie, Attività di organizzazioni di datori di lavoro. 64.914
Attività dei sindacati di lavoratori dipendenti, Noleggio macchinari, attrezzature senza operatore, Consulenze
del lavoro, Attività delle poste nazionali, Attività professionali paramediche indipendenti, Attività degli organi
41-50 legislativi ed esecutivi, Amministrazione di società ed enti, Intermediazione monetaria e finanziaria, Attività
di supporto ed ausiliarie dei trasporti; Studi di ingegneria 214.736

Studi di architettura, Istruzione, Attività di altre organizzazioni associative, Attività ausiliarie


dell'intermediazione finanziarie, Informatica e attività connesse, Attività degli studi legali, Servizi di
contabilità, consulenza societaria, fiscale, Attività immobiliari,Attività ricreative, culturali e sportive,
51-66 Commercio, manutenzione e riparazione autoveicoli, Sanità e altri servizi sociali, Alberghi e ristoranti, Altre
attività professionali ed imprenditoriali, Commercio all'ingrosso e intermediari del commerci, Commercio al
3.111.845
dettaglio.
La matrice delle compresenze del terziario nei
primi 30 comuni italiani
Servizi selezionati

Istituti, cliniche e policlinici universitari


Legenda

Intermediazione monetaria e
Popolazione residente

Atttività economiche*

Ingegneria integrata
1 da 1 a 20 unità locali per servizio

Studi notarili

Borse valori
Istruzione
Comuni

finanziaria
51 da 21 a 100 unità locali per servizio
175 oltre le 100 unità locali per servizio

Roma 2.546.804,00 191.430,00 2.440,00 1.183,00 577,00 432,00 5,00 1,00


Milano 1.256.211,00 145.799,00 1.527,00 966,00 520,00 309,00 1,00 2,00
Napoli 1.004.500,00 58.830,00 1.006,00 334,00 129,00 145,00 5,00
Torino 865.263,00 73.906,00 952,00 431,00 271,00 139,00
Palermo 686.722,00 32.825,00 844,00 196,00 60,00 92,00 3,00
Genova 610.307,00 42.943,00 632,00 256,00 124,00 89,00
Bologna 371.217,00 37.828,00 523,00 305,00 138,00 103,00
Firenze 356.118,00 38.438,00 496,00 264,00 90,00 84,00
Bari 316.532,00 22.278,00 345,00 151,00 41,00 59,00
Catania 313.110,00 19.986,00 423,00 131,00 32,00 56,00 1,00
Venezia 271.073,00 20.642,00 323,00 162,00 60,00 28,00
Verona 253.208,00 20.690,00 343,00 190,00 55,00 43,00
Messina 252.026,00 11.522,00 277,00 64,00 24,00 33,00 1,00
Trieste 211.184,00 13.912,00 255,00 121,00 29,00 20,00
Padova 204.870,00 22.177,00 306,00 172,00 92,00 41,00
Taranto 202.033,00 9.980,00 207,00 56,00 25,00 20,00
Brescia 187.567,00 19.677,00 260,00 153,00 80,00 50,00
Reggio Calabria 180.353,00 9.096,00 301,00 37,00 12,00 19,00
Modena 175.502,00 15.261,00 235,00 123,00 51,00 45,00
Prato 172.499,00 13.451,00 182,00 96,00 33,00 22,00
Cagliari 164.249,00 15.787,00 261,00 88,00 50,00 37,00 2,00
Parma 163.457,00 13.806,00 171,00 118,00 57,00 27,00
Livorno 156.274,00 10.706,00 143,00 73,00 28,00 18,00
Foggia 155.203,00 7.841,00 164,00 54,00 6,00 15,00
Perugia 149.125,00 12.465,00 293,00 98,00 36,00 24,00
Reggio Emilia 141.877,00 11.640,00 192,00 113,00 35,00 39,00
Salerno 138.188,00 10.954,00 190,00 52,00 22,00 26,00
Ravenna 134.631,00 10.155,00 139,00 97,00 39,00 17,00
Ferrara 130.992,00 10.064,00 170,00 79,00 39,00 26,00
Rimini 128.656,00 13.440,00 160,00 95,00 14,00 17,00
Logiche localizzative dei servizi alle imprese

La localizzazione dei servizi alle imprese segue una logica spaziale


che supera i deterministici schemi del modello di Christaller.
Fattori localizzativi più importanti:
livello del centro nella gerarchia urbana (fattore christalleriano
che rimane importante)
presenza di economie di agglomerazione/urbanizzazione, che
assume un ruolo di primo piano grazie a:
qualità e specializzazione della forza lavoro;
presenza di capitali di rischio;
presenza di infrastrutture;
rapporti di input-output tra le imprese;
qualità della vita e amenitas ambientali
localizzazione in
aree urbane e metropolitane dei PS
Gerarchia funzionale e polarizzazione

Ricapitolando…
Vi sono dei fattori fortemente agglomerativi che generano
soprattutto per quanto riguarda i servizi alle imprese processi
cumulativi di crescita.

Andamento generale dell’economia

Sviluppo Sviluppo dei


economico servizi

Ruolo di traino per lo sviluppo (Università, reti telematiche, ecc.)


Gerarchia funzionale e polarizzazione

Come sottolinea Pred, il


processo di crescita delle
funzioni terziarie è di tipo
cumulativo e ciò porta alla
concentrazione della crescita
in pochi centri.
In essi la possibilità delle
imprese di accedere ad
economie esterne è
maggiore, la crescita della
domanda determina la
creazione di nuove funzioni
terziarie secondo un
processo circolare che si
autoalimenta.

Spazio gerarchizzato e polarizzato che sembra riprodurre


lo schema centro-periferia
Processi spaziali più recenti

La concentrazione di attività industriali e terziarie può


incontrare dei limiti legati ai costi di insediamento, di
congestione urbana ed ecologici (diseconomie di
agglomerazione)

avvio di processi di depolarizzazione selettiva

La depolarizzazione è favorita da:

diffusione nuove tecnologie


strategie locali di sviluppo
Processi spaziali più recenti

Perché la depolarizzazione è selettiva?

Verifiche empiriche hanno messo in discussione l’inevitabilità


del processo cumulativo, evidenziandone i limiti.
Si è cosi determinata una depolarizzazione selettiva sia
delle attività industriali, sia di una serie di servizi ad esse
connessi. Le nuove strutture urbane sembrano però solo
modificare, senza eliminare, il rapporto dominanza-
dipendenza tra i vari livelli della gerarchia della scala
regionale, nazionale e internazionale. La gerarchia urbana
moderna tende infatti a dilatarsi alla base e restringersi ai
vertici.
Processi spaziali più recenti

Perché la depolarizzazione è selettiva?


Processi spaziali più recenti

Il decentramento riguarda, dunque, solo alcune attività terziarie di


tipo comune o intermedio:
• servizi alle famiglie
• servizi alle imprese tradizionali

Queste attività assumono una logica localizzativa più diffusa


favorita da:
1. rete informatica e telematica;
2. crescente infrastrutturazione dei centri minori (che hanno il
vantaggio di una minore congestione e di costi minori);

Risultato:
Diffusione sul territorio dei servizi intermedi, eliminazione parziale
delle dipendenze gerarchiche, adozione di una struttura reticolare.
Processi spaziali più recenti

Passaggio da uno spazio gerarchizzato a uno


spazio reticolare
Processi spaziali più recenti

La depolarizzazione non
pregiudica il ruolo di centralità
delle aree metropolitane.

protagoniste di processi di
accentramento selettivo
delle attività quaternarie e dei
servizi terziario superiori più
strategici

Esempio
Sistema urbano europeo
Il terziario: logiche localizzative ed evoluzioni recenti

Ricapitolando…

Servizi per le famiglie


Assetto localizzativo legato all’articolazione territoriale del mercato
(distribuzione della popolazione e del reddito)
Evoluzione dell’assetto localizzativo legato all’evoluzione dell’assetto
insediativo della popolazione, cioè, al decentramento di breve raggio su
scala urbana e metropolitana.

Servizi per la collettività


Assetto localizzativo orientato a garantire la presenza di servizi su tutto
il territorio
Evoluzione dell’assetto localizzativo caratterizzata da una tendenza
all’indebolimento di questo orientamento, legata ai processi di
privatizzazione di diversi servizi pubblici e alle politiche di risanamento
dei bilanci pubblici.
Il terziario: logiche localizzative ed evoluzioni recenti

Ricapitolando…
Servizi per le imprese
tradizionali
Assetto localizzativo legato all’articolazione territoriale del mercato
(distribuzione delle imprese)
Evoluzione dell’assetto localizzativo legata a quella delle imprese, cioè,
decentramento di breve e medio raggio su scala metropolitana,
regionale e nazionale.

avanzati
Assetto localizzativo polarizzato in relazione a effetti di “indivisibilità
funzionale” e a economie di agglomerazione/urbanizzazione, con
l’eccezione di servizi qualificati “tecnici” specializzati nei distretti
industriali evoluti.
Evoluzione dell’assetto localizzativo caratterizzata dal permanere della
polarizzazione sui maggiori centri urbani e metropolitani
Il terziario: logiche localizzative ed evoluzioni recenti

Ricapitolando…

Attività quaternarie

Assetto localizzativo fortemente polarizzato nelle maggiori


aree metropolitane, in relazione alla manifestazione di
“economie di metropolizzazione”.

Evoluzione dell’assetto localizzativo caratterizzata da


un’accentuazione della polarizzazione metropolitana (città
globali)
Il terziario: modelli analitici spaziali
Ricapitolando…

Tre modelli spaziali per descrive i sistemi urbani


Il terziario: modelli analitici spaziali
Ricapitolando…
A. modello christalleriano:
rete urbana = sistema gerarchico a più livelli, definiti da rapporti gravitazionali,
nel quale i “nodi” (località centrali) sono tendenzialmente equidistribuiti. I
rapporti tra i “nodi” sono determinati da un principio di complementarità
“verticale” (gerarchica), soggetto al vincolo della prossimità spaziale.

B. modello centro-periferia:
descrive un sistema urbano a più livelli gerarchici di centralità, spazialmente
polarizzato. I nodi di livello superiore tendono a concentrarsi in un’area
centrale (core) mentre quelli di livello via via inferiore si distribuiscono in
corone sempre più periferiche.

C. modello reticolare:
sistemi in cui le relazioni tra i nodi non dipendono dalla prossimità, ma da
complementarità funzionali sia “orizzontali” che “verticali”. Ogni nodo può
avere connessioni orizzontali (non gerarchiche) con più nodi dello stesso
ordine e connessioni verticali con più nodi di ordine superiore e/o inferiore
indipendentemente dalla distanza che lo separa da essi.
Il terziario: modelli analitici spaziali
Ricapitolando…

Questi tre modelli elementari sono la traduzione in linguaggio


spaziale di altrettanti modelli di relazioni economiche e sociali.

Il primo rappresenta situazioni di equilibrio tipiche di un mercato preindustriale


(non tiene conto infatti dell’esistenza di processi cumulativi di crescita legati alle
cosiddette economie di agglomerazione né tantomeno di processi
depolarizzanti).

Il secondo si riferisce all’economia industriale, con particolare riguardo alla fase


“fordista” della prima metà del nostro secolo, caratterizzata dall’importanza delle
economie di scala e di agglomerazione e dai loro effetti di polarizzazione
spaziale.

Il terzo rappresenta situazioni tipiche della più recente economia


dell’informazione, organizzata per reti interconnesse, in cui i nodi di livello
superiore, controllano la rete dei flussi globali. Esso implica una concezione
dello spazio discontinua, adeguata a supportare il nuovo “spazio dei flussi”.
Il terziario: modelli analitici spaziali
Ricapitolando…

La rete urbana europea odierna si può descrivere


come una combinazione di questi tre modelli.

• a scala europea sembra dominare il modello centro-


periferia

• nella periferia sono ancora dominanti le vecchie gerarchie


territoriali (modello christalleriano).

• nelle zone centrali si viene formando una rete policentrica


caratterizzata dalla presenza di interconnessioni non
necessariamente gravitazionali (modello reticolare)
Il “cuore europeo”…
centro del sistema urbano continentale

Il rapporto tra il cuore urbano dell’Europa e le fasce


periferiche può essere interpretato attraverso un modello
“centro-periferia” secondo tre aree concentriche:

• Un’area centrale (Pentagono) di 2.000 km di diametro (i


cui confini toccano Londra, Amburgo, Berlino, Monaco,
Venezia, Genova, Lione, Parigi)
• Una prima fascia di 400 km di raggio (accessibilità
quotidiana al centro)
• Una seconda fascia di 1.300 km di raggio
Nel Pentagono….
1. Una rete urbana policentrica
2. Forti valori di accessibilità e connettività
3. Concentrazione di “città globali”
La “periferia” europea, invece,
rimane caratterizzata da:

1. Un sistema urbano di tipo “christalleriano”

2. Scarsa accessibilità

3. Collegamenti indiretti con i centri del


“cuore” europeo
Alcune peculiarità delle rete urbana europea

• Accentuazione dello squilibrio centro – periferia


• Cooperazione tra le città che formano i sub-sistemi urbani
• Competizione tra i diversi sistemi urbani
• Distinzione tra le grandi metropoli (multifunzionali) e le città
“specializzate” (Rotterdam, Milano, Zurigo)

Con l’allargamento…..
• Accentuazione degli squilibri tra i paesi membri
• Un effetto di “polarizzazione” nelle città capitali dei nuovi membri

Un duplice squilibrio:
- Tra gli Stati membri
- All’interno di alcuni Stati, tra aree centrali e zone rurali
Le politiche

Schema di sviluppo dello spazio europeo. Verso uno sviluppo


equilibrato e sostenibile del territorio dell'Unione europea.

− Una idea “policentrica”.


– Una “rete di reti”
– Un sistema urbano continentale più equilibrato
Riequilibrio del sistema urbano

– Complementarità tra le città dei sistemi territoriali locali


– Cooperazione tra le città
− Sviluppo sostenibile
− Cooperazione tra città e campagna
− Rilancio delle aree rurali

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