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SOCIOLOGIA DELLE CITTA’

Città, sviluppo, sottosviluppo


La città è un fenomeno economico, politico, culturale e ogni aspetto è legato agli altri è influenzato
da essi. Se si volesse cercare la differenza dei tipi di città occorrerebbe tenere presente il rapporto
dell’urbanesimo con la storia e i diversi ruoli che le aree mondiali hanno assunto nell’epoca
industriale e nella sua fase più recente. In questa luce si potrebbero distinguere: le aree forti del
centro dell’economia internazionale; le aree deboli del centro; le nuove aree industriali; le aree in
trasformazione; i paesi meno sfavoriti del terzo mondo e Le aree periferiche del sud.
Urbanesimo nel sud del mondo
La sociologia presenta due grandi tradizioni teoriche: - la prima è la tradizione che fa capo i modelli
funzionalistici e alla teoria della modernizzazione - Una concezione che tende a mettere in dubbio
la stessa immagine dello sviluppo
I due circuiti dell’economia urbana
Il settore moderno dell’economia è costituito da unità che dipendono da imprese multinazionali
mangia nei paesi più poveri a rappresentare il settore formale sono le attività caratterizzate da
bassa efficienza e qualità scadente. Il settore informale è composto da diversi comparti in cui
confini sono sfumati e potremmo dire che è un primo comparto è costituito da un complesso di
attività organizzate al di fuori di ogni tipo di mercato, sulla base di uno scambio di favori, ad
esempio. Questa forma di economia morale riveste un ruolo essenziale per la sopravvivenza di
gran parte della popolazione è una funzione essenziale è svolta dalle donne. Un secondo comparto
rappresentato invece da attività che producono beni e servizi per i quali si dà un mercato. Anche
all’interno di questo comparto esistono funzioni che vengono attribuite prevalentemente alle
donne mentre l’altra esse sono tendenzialmente escluse. Occorre distinguere il settore informale
dell’economia da quello illegale. Anche se esiste un’area di sovrapposizione tra i due fenomeni si
deve notare che l’attività illegali più redditizia come ad esempio la produzione e lo spaccio di droga
sono controllate da grandi organizzazioni dotate di forti mezzi. Esse dunque per alcuni aspetti sono
assimilabili alle attività del circuito moderno. D’altro canto, S sia valgono sempre più
frequentemente di mezzi tecnologici avanzati. Un duplice circuito economico e presiede anche alla
costruzione dell’ambiente fisico delle città: più basso il livello di sviluppo di un paese, più netto
appare il divario tra la città formale la città informale.
Le onde lunghe dello sviluppo industriale
È possibile individuare dei cicli di lungo periodo di espansione declino, accompagnati da analoghi
cicli di crescita. Uno dei fattori che si accompagnano i cicli dell’economia mondiale è la dinamica
dell’innovazione tecnologica. Infatti le invenzioni fanno registrare momenti di intensificazione e di
ristagno. Il ciclo dell’innovazione tecnologica si divide in: fase innovativa, fase espansiva, fase della
maturità e fase della stagnazione. Ma in che senso le onde lunghe dello sviluppo industriale
influenzano il fenomeno dell’urbanesimo? L’alternanza di fasi di innovazione e di stagnazione
incidono sulle capacità attrattive della città, aumentandole o diminuendole secondo un ritmo
ciclico. Molto più importanti sono gli effetti che ciascuno andata a sui caratteri qualitativi del
fenomeno urbano, vale a dire sulla struttura occupazionale, sulla stratificazione sociale, sui modi di
vita, sui conflitti e sulla stessa forma fisica della città. Vi sono centri fortemente permeabili e altri
impermeabili.
Il fordismo e il ruolo della città
Nel fordismo l’essenziale è svolto da una specifica impresa e dal suo proprietario Henry Ford che
introdusse la giornata di lavoro di otto ore a cinque dollari per gli operai della catena di montaggio.
L’introduzione dei metodi Tayloristici implica la scomposizione del processo produttivo di un bene
in una serie di operazioni elementari e la sua ricomposizione per mezzo di una soluzione tecnica
innovativa: la catena di montaggio che trasporta il pezzo da lavorare davanti alle postazioni
occupate da ciascun operaio. Questa trasformazione della fabbrica alcol effetto immediato la
diminuzione dei tempi necessari per produrre un bene e la scomposizione della forza lavoro poiché
le abilità richieste agli operai sono elementari e devono svolgere un lavoro ripetitivo. Inoltre,
vengono introdotte anche delle forme di sostegno alle famiglie operaie. Il fordismo non può
applicarsi a merci destinate solamente a ristrette Elite ma piuttosto il mercato deve essere
accessibile a tutti e anche ai lavoratori che producono i beni. Perché questo sia possibile occorre
che l’impresa eserciti in modo indiretto un controllo sui modelli di consumo, di uso dei redditi del
tempo libero. Nel periodo fordista, la città assume una funzione molto importante ma il tempo
stesso subisce trasformazioni che ne cambiano la struttura e la sottopongono a tensioni rischiose
per la sua identità. Da un lato infatti è il fuoco principale di irradiazione del modello fordista
dall’altro lato subisce forti costi sociali che derivano dal fatto che la crescita dei posti di lavoro nei
poli di sviluppo generava forti flussi migratori che hanno l’effetto di spingere la città verso una
crescita impetuosa con la costruzione di nuovi quartieri a bassa qualità ambientale.
La crisi del modello fordista
All’inizi degli anni 70 vi è un primo effetto di destabilizzazione del modello fordista, vengono meno
le condizioni di stabilità del quadro economico mondiale e del regime di cambi monetari. Al tempo
stesso, si assiste ad un aumento di conflitti sociali e ad un rifiuto da parte dei lavoratori delle
condizioni di lavoro tipiche della fabbrica organizzata in base alla catena di montaggio. L’insieme di
questi fenomeni spinge i grandi gruppi industriali ed attuare strategie di ristrutturazione
produttiva. Nel quadro di tale strategia rientra l’intensificazione della ricerca, che favorisce l’avvio
di una nuova ondata di innovazioni.
Reti globali e economia urbana
Quali sono gli effetti della reticolarizzazione dell’economia internazionale sulla città? Si può dire
che l’importanza della prossimità spaziale con altre attività urbane diminuisce drasticamente,
mentre aumenta quella della connessione rete con le funzioni complementari, ovunque essere si
collocano. Secondo alcuni autori questo è sufficiente per affermare che la città si riduce ad essere
una raccolta di nodi appartenenti a reti disparate, non effettivamente integrati. D’altra parte,
invece si afferma che il carattere sistematico delle economie urbana non è venuto meno ma
piuttosto si è modificato in base alla natura delle relazioni che lo determinano.
Reti economiche e reti urbane
La città è luogo in cui si addensano nodi significativi di reti di ampio raggio e questo non è un
fenomeno solo del periodo attuale ma fin dall’antichità vi sono esempi di reti di città e di città
nodali nell’ambito di reti internazionali. La continua innovazione nei mezzi di trasporto e di
comunicazione a favorito la diffusione di rete internazionali sempre più interconnesse e
specializzate. Lo sviluppo di Internet ha reso possibile la costituzione di reti a scala mondiale,
basate sui più disparati interessi. Lo sviluppo delle interconnessioni telematica scala mondiale
consente di attenuare in molte forme i vincoli all’interazione economica dovuti alle distanze.
Questo vale, in particolare, per quanto concerne le relazioni tra le imprese. Tuttavia non
necessariamente l’innovazione tecnologica provo con la sostituzione dell’interazione diretta; in
molti casi, i contatti per via telematica si vengono poi ad aggiungere a quelli Face to Face,
aumentando il grado di Interconnessione globale, senza diminuire l’importanza dei contatti
personali. Un caso di particolare importanza è quello del televoto. Le relazioni sociali possono
essere classificate in tre tipi:
- relazioni primarie, caratterizzate dal fatto che gli individui si conoscono reciprocamente in quanto
soggetti che svolgono più ruoli
- relazioni secondarie in cui ciascuno conosce l’altro in quanto svolgente un unico ruolo
- relazioni terziarie che pongono in rapporto ai ruoli stessi indipendentemente dai soggetti che li
svolgono
La concentrazione di infrastrutture
Perciò che riguarda le infrastrutture rivestono particolare importanza le dotazioni relativa il sistema
dei trasporti e delle comunicazioni. La presenza di aeroporti, autostrade, ferrovie, eccetera, oltre a
determinare una concentrazione di posti di lavoro rappresenta un potente fattore di attrazione per
le imprese, a qualunque settore essi appartengono. È poi essenziale che queste dotazioni
infrastrutturali siano tra loro strettamente interconnesse. Per il trasporto delle merci è necessario
che vi sia un’opportunità di interscambio modale è che i propri manager possono passare dal
trasporto aereo a quello ferroviario, possano trovare agenzie per il noleggio di automobili, e così
via. A riguardo delle istituzioni occorre mettere in rilievo il ruolo delle stesse amministrazioni
pubbliche e delle politiche messe in atto per promuovere le proprie città come luoghi favorevole
all’investimento produttivo. È cruciale il ruolo svolto dalle istituzioni connesse con la ricerca
scientifica e tecnologica e con le attività culturali. Dunque, la possibilità di interagire agevolmente
consente di ricerca, laboratori, università e biblioteche costituisce un essenziale punto di forza per
il sistema economico e soprattutto per i settori a forte orientamento innovativo. Sono stati
introdotti diversi concetti, uno di questi è il concetto di un ambiente innovativo o meglio creatore
di innovazione. Un secondo concetto è quello di polo tecnologico che evoca la presenza di una
nuova forma di polarizzazione basata sulla complementarità fra aziende di ricerca attività
produttiva e che applicano in tempi rapidi i risultati di tale ricerca.
La città come luogo di scambio
Se si considera il fenomeno urbano nel corso dei secoli, occorre ammettere che la città è stata
caratterizzata, prima ancora che dal fatto di essere luogo di produzione, dal suo ruolo in quanto
luogo di scambio di erogazione di servizi di diversa natura (sanitari, culturali, di svago, ecc.). Il
commercio, in particolare, ha da sempre rappresentato un elemento specifico della vita urbana,
una parte integrante della sua attività economica, ma anche un fattore di trasformazione culturale
di generazione di forme spaziali ad alto contenuto simbolico. Nel commercio, si sta attuando un
processo che gli esperti del settore chiamano di modernizzazione, vale a dire di progressiva
sostituzione del tradizionale commercio al dettaglio basato su piccole unità, con una rete di
imprese commerciali di grandi dimensioni, facenti capo a gruppi economici di carattere spesso
multinazionale. L’impatto di questi processi sulla città sono molteplici e di grande rilevanza. Da un
lato, in molte città si stanno realizzando forme di associazione tre esercizi commerciali della stessa
area urbana; dall’altro, si sta assistendo ad una tendenza alla specializzazione dell’attività
commerciale di servizio di particolari zone della città, con la formazione di quelli che potremmo
chiamare dei distretti commerciali, ad esempio, della moda a Milano. Questi fenomeni si
connettono con l’importanza dell’attività turistica.
CAPITOLO 4
La città, luogo di governo
La città è un fenomeno politico e la capacità di autogoverno rappresenta un aspetto costitutivo del
sistema urbano. Ogni centro urbano, infatti, è caratterizzato da una propria struttura sociale, a una
diversa composizione dei gruppi privilegiati e di quelli marginali, a modalità peculiari espressione
del conflitto e delle alleanze politiche, seleziona in modo specifico il suo governo.
Le finalità del welfare state
La finalità del Welfare State è quella di garantire condizioni di vita minimali a tutti cittadini. Lo Stato
opera come un riduttore dei rischi sociali. I cambi essenziali per l’intervento pubblico sono
innanzitutto quello della previdenza sociale, della sanità, dell’istruzione a livello di base, della casa,
della tutela dei lavoratori in caso di disoccupazione, ecc. Per quanto concerne gli strumenti
dell’intervento pubblico vi sono due modalità:
• l’organizzazione dei servizi pubblici (scuola, sanità, trasporti, ecc), offerti gratuitamente o
comunque a costi non rapportati a quelli di mercato
• il trasferimento diretto di fondi ai singoli o alle famiglie, ad esempio, mediante gli assegni
familiari, di disoccupazione, di invalidità e così via.
La città rappresenta il luogo principale di radicamento e di evoluzione del welfare state. I fattori del
logoramento del welfare state sono molteplici alcuni hanno una radice strettamente economica
altri invece vanno ricondotti a un mutato atteggiamento dei diversi gruppi sociali in campo politico.
Per quanto riguarda i primi, di fronte a un rallentamento dei tassi di espansione dell’economia,
l’unica via praticabile per mantenere elevata la spesa sociale dello Stato sarebbe quella di un
ulteriore aumento della pressione fiscale. Le difficoltà finanziarie spingono tutti i paesi a una
revisione delle proprie modalità di intervento sociale. La crisi del welfare state e l’affermarsi di
indirizzi conservatori producono radicali trasformazioni nel governo della città. Da questo deriva
una tendenza alla resistenza, da parte della città, nei confronti delle politiche di tagli alla spesa
pubblica, operato dai governi centrali. I sistemi di welfare hanno assistito a una redefinizione
qualitativa delle politiche di protezione sociale, tra le linee ispiratrici del suo rinnovamento sta
l’individualizzazione delle protezioni e cioè lo sforzo di mirare le politiche sulle esigenze specifiche
degli attori. Questa individualizzazione deve tener conto di variabili territoriali.
Il modello “a clessidra”
Nel periodo più recente si è registrata nelle città la tendenza una riduzione percentuale dei
lavoratori centrale che hanno portato molti di loro ad allontanarsi dalle aree centrali verso le
cinture più esterne. Ne deriva per le città una struttura sociale allargata gli estremi ed assottigliata
al centro: è questo il modello che viene definito a clessidra.
Povertà urbane
Il concetto di povertà alla sua base l’idea che una parte della popolazione non ha accesso a risorse
sufficienti per consentirle di sopravvivere ad uno standard minimo di vita. Gli aspetti di questa
definizione meritano di essere particolarmente sottolineati. Il primo riguarda il fatto che la
determinazione della povertà deve essere compiuta usando come termine di paragone degli
standard e propri di ogni contesto geografico e di ogni epoca storica. A questa concezione della
povertà come povertà relativa si orientano le definizioni ufficiali del fenomeno. In quest’ultimo
caso, la povertà assoluta indica una condizione in cui l’integrità fisica e mentale dei soggetti e la
loro stessa sopravvivenza sono poste in pericolo. Il secondo aspetto che occorre mettere luce è che
la povertà non è un messe relazione solo con la mancanza di un reddito adeguato, ma più in
generale con una scarsità di risorse che debbono essere ritenute variabili nel tempo e nello spazio.
Le reti di relazioni sociali come quelle che si stabiliscono in famiglia, tra colleghi di lavoro o tra i
vicini garantiscono un aiuto nella risoluzione dei problemi della vita quotidiana.

Il dualismo urbano
Il dualismo deriva da un complesso di fattori. L’economia urbana tende oggi ad essere trasformata
per effetto dell’ascesa di due settori: - Un settore economico formale, basato sulle tecnologie
microelettroniche e sull’elaborazione dell’informazione - un settore delle attività informali che
occupa manodopera dequalificata e sottopagata. La compresenza di questi due tipi di fenomeni
rende duale la struttura sociale urbana. A questo riguardo, Marcuse preferisce parlare anziché di
città duale di quartered city e individua:
- città delle abitazioni di lusso
- città imborghesita
- città suburbana
- città delle case di appartamento
- il ghetto
La competizione tra città
Il governo locale è costretto ad operare in un contesto ad alta competitività. Inoltre, esso deve
essere in grado di trovare soluzioni efficaci su di un duplice terreno: piano interno e piano esterno.
In questa direzione si muove un celebre saggio che presenta la città americana come una macchina
per lo sviluppo messa in moto da un’ampia alleanza di Elite urbane le quali sono unite da un
comune interesse per lo sviluppo urbano e per creare un buon clima per gli affari. La coalizione che
si pone alla guida della macchina per lo sviluppo deve superare le resistenze derivanti dall’azione di
coalizioni con opposti interessi.
CAPITOLO 5
Piani strategici e progetti
Per quanto riguarda i metodi di intervento si è aperto un fronte polemico; alla pianificazione
territoriale stato spesso rinfacciato il carattere astratto, il tentativo di agire attraverso la previsione
delle tendenze evolutive della città. Questa contrapposizione a caratterizzato il clima culturale sui
temi urbani, specie nel nostro paese, fine primi anni 90 è la rivendita del progetto chiamano si è
concretizzata anche nell’orientamento perseguito da molte città. Nella seconda metà degli anni 90,
sono venuto a formarsi condizioni favorevoli per un rilancio della pianificazione e a ciò hanno
contribuito le riflessioni sui risultati di alcuni episodi di intervento urbano ispirati alla logica della
progettualità svincolata dal piano, ad esempio quelli relativi agli interventi sugli stage in occasione
dei campionati mondiali di calcio svolti in Italia nel 1990.
Sostenibilità
Dal punto di vista territoriale l’idea della sostenibilità si esprime tanto a scala macro quanto a scala
messo, quanto ancora scala micro. Proprio tenendo conto di ciò si può affermare che questo
principio rappresenta una sorta di finalità strategica di carattere generale, valida anche a livello
urbano, che orienta le scelte territoriali in una pluralità di campi di intervento. I cambi tematici per
i quali l’orientamento la sostenibilità è particolarmente significativo sono numerosi: si va dalle
politiche per il verde pubblico a quelle per il controllo dell’uso dell’acqua. Tra tutti si intende
evidenziarne quello relativo alla mobilità e alla regolazione del traffico in ambito urbano e
metropolitano. Il problema del governo della mobilità fisica delle persone delle merci appare
sempre più di rilevanza centrale in vista della sostenibilità e ciò in base semplici considerazioni.
Innanzitutto, vi è da rilevare il costante incremento dei trasporti fatto registrare dal secondo dopo
guerra ad oggi. L’altro grande, rivoluzione della forma urbana contribuisce a rendere obbligatorio
uno stile di vita di elevata mobilità. Il rischio è quello di un processo circolare che produce spreco
energetico, inquinamento, congestione del traffico.
La rigenerazione dei quartieri marginali
Un altro campo d’azione che manifesta una significativa intersezione con i temi dello sviluppo
sostenibile è quello che riguarda le politiche per la rigenerazione dei quartieri più deboli e
marginali della città. Il livello spesso in adeguato della qualità della vita in queste zone, dunque,
deriva dall’interazione di molti aspetti: ambientali, economici e socioculturali. Proprio ragione di
ciò, si è tentato di applicare in queste zone un modello di intervento che viene definito integrato.
La partecipazione si propone di contribuire alla creazione di nuove forme di identificazione della
popolazione con i luoghi, stimolando il consolidamento di un senso di appartenenza che modifichi
l’immagine che gli stessi abitanti hanno del quartiere. Un ruolo importante lo ha la riqualificazione
edilizia del parco-abitazioni. Sul piano economico, si tratta di incentivare investimenti privati nelle
attività commerciali, artigianali, nel settore dei servizi, favorendo anche la stessa riqualificazione
edilizia delle abitazioni di proprietà privata. Un importante idea guida di queste politiche sta nel
valutare le aree in cui esse si applicano evitando lo stereotipo che le vede solo come un
concentrato di problemi. Al contrario, si tratta di riconoscerle come luoghi al plurale. Il problema
da affrontare e quello della prevenzione dei processi di marginalizzazione sociale spaziale.
Le politiche culturali urbane
Parlando di politiche culturali urbane si allude al complesso degli interventi Messina otto da
operatori pubblici allo scopo di favorire quella che potrebbe essere definita la vita culturale della
città, in vista di obiettivi di natura economica e sociale, oltreché, di natura culturale in senso
stretto. Le modalità con cui gli interventi nel settore culturale cercano di favorire il rilancio
economico urbano possono essere di natura tanto diretta, quanto indiretta. Si può parlare di un
effetto diretto nel caso in cui gli investimenti pubblici o privati producono un ritorno immediato in
termini economici. L’effetto indiretto è invece più difficile da quantificare ma non è per questo
meno importante. Esso si produce a causa di un miglioramento dell’immagine della città è un
aumento della capacità attrattiva che la città esercita nei confronti di operatori economici di vario
tipo.
CAPITOLO 6
Le dimensioni della cultura
Da un lato, la città è caratterizzata dalla produzione di una cultura alta; dall’altro lato le città sono i
luoghi nodali dello sviluppo delle culture vale a dire complesso di norme, valori, tradizioni, simboli,
credenze, modi di vita. In ogni tipo di insediamento urbano i due livelli della cultura stabiliscono tra
loro delle interdipendenze. Grazie la diffusione dei mass media quasi ogni manifestazione della vita
quotidiana viene resa visibile e può diventare l’oggetto di una comunicazione ad una scala sempre
più transnazionale.
L’esperienza quotidiana della città
Il senso di incertezza, la perdita di punti di riferimento per la comprensione del proprio ruolo nella
società sono sensazioni condivise da ampi strati della popolazione. Questa condizione si riflette
anche nella struttura della personalità del soggetto metropolitano.

L’esplosione delle differenze


Tra i fattori di incremento effettivo dell’eterogeneità possiamo mettere in rilievo : le nuove
migrazioni, i nuovi squilibri, le trasformazioni della famiglia, l’evoluzione dei mezzi di
comunicazione di massa e i movimenti che si organizzano in base alle differenze si propongono di
promuovere i diritti di specifiche categorie di cittadini ad esempio il femminismo e il pacifismo. Un
secondo aspetto, e dato da un mutamento nell’atteggiamento di molti movimenti che sono passati
da una rivendicazione del diritto all’uguaglianza a un’affermazione del valore della differenza. Il
nuovo atteggiamento, che afferma il valore delle differenze e critica le strutture sociali, ho trovato
un essenziale terreno di confronto nel campo delle questioni urbane. Questa sfida si sta
sviluppando in una duplice direzione: la prima mette in discussione direttamente la città, la
seconda riguarda invece le rappresentazioni scientifiche della città e in particolare la sociologia
urbana.
Simboli urbani e identità
La tensione critica, che molti movimenti urbani rivolgono alla rappresentazione della città, ti
chiamo un tema di grande rilievo: quello della dimensione simbolica della città e del rapporto fra il
simbolismo urbano e l’identità sociale. La città infatti non è soltanto una forma specifica di
organizzazione sociale sul territorio: è anche un complesso di simboli, sedimentati nel corso della
storia. Questi simboli si esprimono tanto nelle strutture fisiche quanto nei modi di vita. La
dimensione simbolica costituisce relazioni in un duplice senso. Da un lato, infatti, il simbolismo
costituisce un punto di riferimento che strutture condiziona l’attività sociale; dall’altro lato, l’attività
sociale stessa e l’interazione tra soggetti titolari di identità eterogenea e contribuiscono a
riprodurre e a modificare i simboli connessi con la città. In tal modo, dunque, essere originario di
una data città, significa anche essere posti rapporto con un insieme di simboli per la costruzione
dell’identità personale. La costruzione sociale del simbolismo urbano, conferisce una città quel
carattere tipico che la rende inconfondibile gli occhi non solo di chi la bidella frequenta, ma persino
dei visitatori. Per la città possedere un’aura vuol dire presentarsi come un entità unica e non
riproducibile; al contrario, un sintomo preoccupante di carenza d’identità lo si avverte quando in
ambiente urbano ci rinvia ad ambienti analoghi. All’elaborazione del simbolismo urbano
contribuiscono le rappresentazioni che della città e dei suoi ambienti propongono i mezzi di
comunicazione di massa.
La città come testo
Nell’analisi del rapporto tra città e cultura, c’è un aspetto che non deve essere trascurato: quello
che riguarda la dimensione estetica. La Serendipity si addice alla città perché questa grazie alla sua
complessità e all’eterogeneità degli elementi che la compongono lascia sempre aperta la possibilità
di sintesi culturali felici e impreviste, siano esse innovazioni di costume o nuovi stili artistici e
musicali. Questa potenzialità è una risorsa sociale e una proprietà estetica della città. Senza la
Serendipity una città non è veramente tale e cioè non esprime sino in fondo una poetica urbana.
Lo spazio pubblico è un luogo in cui l’identità si mescolano e torna qui l’idea del carattere
poeticamente creativo dell’esperienza urbana. Imprevedibilità e frammentazione, accentuazione
delle differenze senso del pericolo, sembrano essere la base dell’espressione estetica che
rappresentano le città contemporanea o comunque che sono associate a esse nell’immaginario
collettivo.

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