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CAPITOLO 1 - Scenari,approcci,concetti
Paradigma della globalizzazione
La globalizzazione ha portato lopacizzazione dello stato nazione agli effetti delleconomia e della politica globale ora risulta pi accettata nella rete del globale lefficacia dei livelli regionali, minori ma meglio attrezzati per relazionarsi con il globale. Stato-Nazione: il concetto di nazione si riferisce alle eredit storiche,linguistiche,di cultura e di origine. Ora gli attuali stati sono delle realt pluri-nazionali (x es. Italia con Sardegna e sud-tirolesi, Spagna con catalani e baschi, ecc..). Si definiscono quindi stato-nazione solo con riferimento alla loro unitariet politica. Critiche alla globalizzazione: Amin (interessato al problema dei monopoli tecnologici, finanziari, dei media, ecc.. nel Terzo Mondo), Joseph Stiglizz (interpretazione simile a quella di Amin), Ohmae (Globalizzazione in Russia, Gorbacev ha tolto delle barriere e ha permesso di arrivare ad uneconomia veramente globale).
significative deregolamentazioni corrisponder una maggiore libert per le posizioni dominanti. La concezione occidentale di sviluppo implica che esso sia fortemente legato al compito della crescita della produzione assieme a quello del progresso sociale, per equiparare il livello della ricchezza al grado civilizzazione misurato in comportamenti, pratiche, relazioni e usi. La crescita economica non si lega allequit del processo di distribuzione della ricchezza, n alla sua trasformazione effettiva in benessere diffuso, che invece sono compito del mercato e della politica (pur nel presupposto di renderla sempre rinnovabile). Le societ sviluppate appaiono e sanno di essere evolute e mature, ma in realt sono soprattutto in grado di riprodurre la loro crescita. Parallelamente, per tutte le altre, ancora immature, invece il contrario: la parola sviluppo implica sempre un cambio favorevole, una scala dal semplice al complesso, dallinferiore al superiore, dal peggiore al migliore. La crescita rappresenta un processo che si traduce nellaumento, nel lungo periodo, di un indicatore rappresentativo della produzione di ricchezza di un paese. Si assegna definitivamente allo sviluppo il compito di modificare profondamente le societ: a queste non basta crescere, bisogna che al loro progresso economico corrisponda unevoluzione in termini di redditi reali, di condizioni di vita, di benessere, di qualit culturali, di libert individuali e collettive, di formazione, di sanit, ecc.. Occorre infine considerare che il mito della crescita non corrisponde automaticamente al miglioramento delle condizioni economiche, e che inoltre non sempre la crescita quantitativa delleconomia non sempre comporta un pari miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, igieniche, sanitarie, relazionali, ecc..
Il PIL:
considerato la misura della ricchezza prodotta in un paese e corrisponde al valore della produzione totale complessiva di tutti i beni e i servizi finali prodotti da un paese in un certo intervallo di tempo (lanno). Dal totale va sottratto il valore dei consumi intermedi inter-industriali (parte della produzione riutilizzata e scambiata tra le imprese stesse). Tale ammontare di ricchezza calcolato in base ai prezzi di mercato e, per questo, ad esso vanno sommati il totale dellIVA e quello delle imposte indirette sulle importazioni che intervengono, aumentandoli, nella formazione dei prezzi stessi. Il prodotto si definisce interno perch relativo a tutta la produzione di un determinato territorio-paese e non del complesso dei suoi abitanti, che possono produrre valore anche allestero; lordo in quanto il suo ammontare non tiene conto dellammortamento dei beni strumentali impiegati nella produzione. Il calcolo del PIL pu prodursi, cos, in ragione dei Valori Aggiunti (valore della produzione al netto del valore dei beni intermedi); oppure in ragione dei redditi (la differenza tra il valore della produzione e quello dei beni intermedi si suppone pari al reddito distribuito in salari e profitti). Per riassumere la ricchezza di un paese possibile, infine, calcolare il PIL anche attraverso la somma della spesa complessiva per consumi, presupponendo che il valore totale dei beni e dei servizi finali corrisponda alla spesa per consumi delle famiglie. In realt, a questo valore andrebbe aggiunta la spesa in macchinari, impianti e immobili sostenuta dalle imprese.
industriale per il miglioramento e la crescita delle aree sottosviluppate, individuando cos per la prima volta un compito umanitario e universale della riduzione delle disparit. Successivamente furono elaborate le teorie della dipendenza che interpretavano lo sviluppo e il sottosviluppo come due facce della stessa medaglia (richiamando cos il paradigma centro-periferia: spazi evoluti=centralit, territori sottosviluppati=perifericit). Linsieme delle teorie della modernizzazione si basava su 2 concezioni particolari: Lo sviluppo era possibile solo nellapplicazione delle leggi che hanno fatto gi avanzare i paesi occidentali; Il sottosviluppo era determinato da limiti strutturali dei paesi del Sud: classi sociali oligarchiche al potere, eccesso di statalismo e lentezze burocratiche, ridotto sviluppo tecnologico, scarso livello nelle esportazioni,ecc.. Di conseguenza, per consolidare la convinzione della crescita, elemento discriminante per una sua riuscita, era necessario ridurre la presenza dello Stato in economia (liberalismo), sostenere le produzioni di beni a massima attrattivit estera (soprattutto beni primari e libero scambio), ridurre le importazioni e attirare capitali esteri (far crescere le rendite e il debito pubblico). La configurazione del sottosviluppo come qualcosa da disciplinare attraverso la modernizzazione e ladozione delle tecniche del capitalismo fu fortemente messa in discussione dal modello dello scambio ineguale elaborato da Emmanuel e ripreso poi da Amin. Anche tale paradigma si concentrava sulle differenze tra centro e periferia. Lo slittamento delle ragioni di scambio tra i prodotti dei paesi sviluppati e quelli dei paesi sottosviluppati (a favore dei primi), collegato alla diversit quantitativa di Valore Aggiunto incorporato nei prodotti stessi, costituisce il meccanismo di sottrazione di ricchezza. Risulta impossibile invertire (nonostante le politiche di sostituzione delle importazioni) il dominio dei sistemi avanzati sugli altri: i livelli di produttivit pi elevati, i salari pi alti e, soprattutto, il controllo della tecnologia di punta, favoriscono il trasferimento di valore dalle periferie verso il centro che supera lammontare degli aiuti pubblici e degli investimenti privati che la periferia riceve. Negli anni 70 nacque la teoria della dipendenza che propugnava per i paesi del sottosviluppo la massima occupazione della forza lavoro come ricetta per promuovere lintegrazione sociale e, da questa, la pratica democratica e di partecipazione al potere con il conseguente rovesciamento delle oligarchie filo-occidentali. Questa teoria aveva due diverse correnti, quella dei rivoluzionari che volevano la distruzione del sistema capitalistico in tutte le forme adottate nei Sud del mondo, e quella dei riformisti, che volevano rifiutare i modelli libero-scambisti e rompere con lOccidente.
CRITICHE AL MITO DELLO SVILUPPO: Per Golub e Bairoch, le considerazioni riguardano 3 elementi:
1) tale meta-racconto ignora tutto ci che avvenuto nel mondo prima della Rivoluzione industriale europea, come se la storia moderna fosse cominciata soltanto con lascesa dellOccidente e la sua irruzione sulla scena mondiale. Invece opportuno ricordare che, prima della Rivoluzione industriale, il mondo non era verticale, gerarchico ed accentrato, ma orizzontale, decentrato e policentrico. Va ricordato che fino alla fine del XVIII secolo non cerano un sistema e un mondo al singolare, ma sistemi e mondi. Soprattutto, non esisteva uneconomia mondiale, ma una molteplicit di economie mondo (lEuropa, la Cina, lIndia, lImpero ottomano, ecc..), per cui leconomia di una parte soltanto del pianeta forma un tutto economico. Le economie mondo comprendevano al proprio interno lorganizzazione e la divisione del lavoro, le conoscenze scientifiche e le capacit tecnologiche; tra le diverse economie mondo cerano interrelazioni, scambi e fusioni, ma senza una vera e propria dimensione globale. In particolare, il racconto mitico occulta il fatto che le economie mondo che prosperavano in Asia avevano strutture economiche, produttive e commerciali di livello equivalente o persino superiore alle economie mondo europee. 2) Il meta-racconto ignora il ruolo della violenza e della coercizione nellespansionismo europeo in Asia (e altrove) nel corso del XIX secolo. Sebbene i fattori esogeni non possono spiegare interamente il declino relativo dellAsia nellOttocento, limperialismo resta comunque una variabile esplicativa determinante. 3) Il meta-racconto ignora il carattere per nulla liberale dellespansione capitalista che ha avuto luogo, alla fine del XIX secolo, in Europa e negli Stati Uniti, dove il liberalismo era fortemente limitato sia nello spazio sia nel tempo.
riutilizzare, riciclare, tutti obiettivi interdipendenti tra loro e in grado di avviare il circolo virtuoso di una decrescita serena (Processo delle 8 R). Il grande limite di tale teoria emerge nella premessa che il Nord si dimostri disponibile a restituire il maltolto al Sud negli anni di colonizzazione, dipendenza e dominio. Non si tratta di un processo esclusivamente economico, strategico ed evolutivo, quanto finalizzato alla cancellazione del sottosviluppo intesa nel superamento della crescita. Secondo Max Weber il capitalismo coincide con la razionalizzazione dellattivit economica e la separazione della sfera familiare da quella produttiva. Per alcuni filoni delleconomia, lespansione del Terzo Mondo potrebbe rappresentare una minaccia allo sviluppo del centro: lo sviluppo dei pi poveri rappresenta un rischio per la crescita dei pi ricchi, le condizioni di sottosviluppo dei primi garantiscono lo sviluppo dei secondi. Bisogna analizzare i meccanismi che sostanziano le politiche del finanziamento del debito e di cooperazione allo sviluppo e, le strutture internazionali che se ne fanno portatrici: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, lOrganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la Banca Interamericana di Sviluppo, ecc.. Si riproduce un meccanismo di esclusione collegato al grado di rappresentanza politica ed economica dei paesi meno potenti (ineguaglianze); non sarebbe corretto pensare che gli interessi e legoismo dei pi ricchi rappresentino la sola categoria interpretativa per la comprensione e la valutazione delle relazioni tra il Nord ricco e il Sud povero. Infatti, i paesi industrializzati collaborano con i pi arretrati tramite aiuti e progetti di collaborazione allo sviluppo. Una forma corrente di cooperazione quella in cui i progetti di aiuto prevedono lobbligo, per i paesi beneficiari, di utilizzare le somme ricevute acquistando beni e servizi presso imprese del paese donatore.
LA BANCA MONDIALE:
La Banca Mondiale rappresenta la pi importante istituzione di credito internazionale insieme al Fondo Monetario Internazionale. La Banca Mondiale finanzia lo sviluppo, ovvero mette in pratica le indicazioni del Fondo Monetario, e presta denaro a tassi particolarmente favorevoli ai paesi del Terzo Mondo. Si tratta di unistituzione che garantisce il prestito e il debito dei paesi in via di sviluppo. In seno alla Banca Mondiale, ogni paese dispone di un numero di voti proporzionale al capitale versato alla Banca (un dollaro = un voto). Nel 2004 i 5 maggiori azionisti erano gli USA, il Giappone , la Germania, la Francia e la Gran Bretagna. La composizione del Consiglio dei 24 direttori esecutivi (organo che ha il compito, tra laltro, della concessione dei prestiti) corrisponde alla stessa logica: i 5 grandi donatori pi Cina, Arabia Saudita e Federazione Russa sono rappresentati da un loro membro permanente, mentre gli altri 16 rappresentano raggruppamenti di Stati (quello italiano svolge lo stesso ruolo anche per la Grecia, Malta, Portogallo, Albania e Timor Est). Le decisioni del Consiglio vengono assunte con maggioranze altamente qualificate (85%) e appare chiaro come gli USA da soli o pochi paesi europei compatti, possano facilmente esercitare un diritto di veto e ripetere cos la logica che protegge i donatori pi dei beneficiari. Anche la consuetudine consolidata di nominare alla presidenza della Banca un cittadino statunitense riprova la concentrazione del potere nelle mani dei paesi pi forti e conferma il sistema spartitorio di controbilanciare il peso internazionale con la presidenza del Fondo Monetario Internazionale sempre appannaggio di un europeo. Gli scopi della Banca sono: 1) Contribuire alla ricostruzione ed allo sviluppo dei territori dei paesi membri favorendo linvestimento di capitali per scopi produttivi; 2) Promuovere linvestimento privato straniero per mezzo della fornitura di garanzie o mediante la partecipazione a prestiti ed altri investimenti effettuati da investitori privati; 3) Promuovere lo sviluppo bilanciato ed a lungo termine del commercio internazionale ed il mantenimento dellequilibrio nelle bilance dei pagamenti incoraggiando gli investimenti internazionali per lo sviluppo delle risorse produttive nei paesi membri; 4) Organizzare i prestiti effettuati o le garanzie concesse in relazione a prestiti internazionali attraverso altri canali in maniera tale che i progetti pi utili ed urgenti vengano trattati per primi; 5) Condurre le proprie operazioni con il dovuto riguardo agli effetti degli investimenti internazionali sulle condizioni degli affari nei territori dei paesi membri.
- Tasso di crescita media annua - Tasso di crescita della popolazione - Tasso di disoccupazione lavorativa - Tasso di utilizzazione degli impianti - Variazione percentuale degli investimenti - Tasso della concentrazione della ricchezza Il pi noto indicatore di ricchezza di un paese il PIL, in cui si sommano i Valori Aggiunti prodotti nellanno. Il PIL sommato alle rimesse degli emigrati e i profitti delle aziende nazionali operanti allestero e sottraendo i redditi da lavoro e da capitale degli stranieri presenti nel territorio, costituisce il PNL (Prodotto Nazionale Lordo). Si tratta di indici che consentono una comparazione tra differenti paesi e la costruzione di una gerarchia tra gli stessi.
Nuovi indicatori - GPI: distingue nel suo procedimento la valutazione positiva (quelle in beni/servizi che aumenterebbero il
benessere) o negativa (criminalit, catastrofi, inquinamento) delle spese virtuose. - ISU (Indice di Sviluppo Umano): sintetizza attraverso quantit quelle che sono in realt qualit dello sviluppo; composto da 3 serie di dati essenziali: la longevit (calcolo dellindice di aspettativa di vita) , i risultati scolastici (calcolo dellindice di istruzione) e lo standard di vita (calcolo del PIL). LISU d un quadro chiaro della situazione dello sviluppo e del sottosviluppo. - IPU (Indice di Povert Umana): distinto in IPU-1 e IPU-2 relativi ai paesi sottosviluppati e sviluppati ; determinano la qualit della vita individuando il livello delle privazioni - ISG: considera le stesse componenti dellISU ma ponderandole nelle loro composizioni di genere (sesso) - MEG: concentra i dati circa le opportunit di occupazione di ruoli dirigenziali delle donne, considerando 3 ambiti: la partecipazione politica ed economica al processo decisionale e il potere sulle risorse economiche. Lesame comparato degli indici consente una serie di considerazioni inerenti le condizioni di vita nei singoli paesi.
La cultura delloppressione:
Lo sviluppo per una larga parte di mondo e per un lungo tempo stato associato ad una sudditanza politica ed uno stravolgimento culturale, perch gli spazi venivano sfruttati in maniera da soddisfare i bisogni delle economie colonizzatrici, diverse dalle abitudini locali senza che la popolazione guadagnasse nulla. Le vecchie abitudini delle popolazioni indigene e gli spazi occupati da secoli dagli antenati intralciavano i nuovi modi di lavorare perci vennero stravolti, facendoli sentire fuori posto (VD ESEMPIO ANDE E AFRICA). Non a caso gli stati che sono usciti dalla colonizzazione hanno ripreso le vecchie traduzioni che erano oscurate dal colonialismo,ma quello stravolgimento degli spazi ha reso difficile una rinascita.
mutamento del territorio condizionamenti imposte dalla banche penetrazione dei modelli occidentali formazione dei cittadini in luoghi gestiti dai colonizzatori (es. francesi),e spesso gli studi non sono applicabili in zona poco evolute lingua. Per lo sviluppo serve una sensibilit minuta e alcune teorie devono essere pensate per la specie, lambiente e la societ e per attribuirgli efficacia un ruolo centrale stato assunto dai fattori culturali, quindi la concezione di sviluppo cambia da un incremento di quantit di ricchezza, a un miglioramento delle condizioni di vita (espresse dallIndice di Sviluppo Umano). Si accolgono sempre pi tesi imperiate sul tramonto del mito dello sviluppo e sullemergere di una strategia di decrescita che trova significativi ascolti nelle economie avanzate ma parecchie diffidenze nei paesi in via di sviluppo o sottosviluppati.
LA CULTURA DELLINFORMALE:
Le grandi citt del Terzo Mondo sono gli spazi principali in cui nasce una nuova cultura inedita, chiamata dellinformale. Spesso ci si imbatte in attivit marginali e illegali e diventa difficile effettuare quei calcoli che ossessionano gli economisti occidentali (su occupazione, salari, consumi, ecc..). In moltissime circostanze non si conosce nemmeno il numero degli abitanti. in questi ambienti per che molti popoli dei paesi in via di sviluppo acquisiscono i pi consistenti contatti con i valori e le prospettive dello sviluppo che arrivano dalle altre regioni della Terra. Queste metropoli fungono da porta dellinnovazione, sia perch concentrano le infrastrutture di connessione con lesterno e molti degli investimenti affluiti dai paesi ricchi, sia perch riuniscono gran parte delle forze locali pi aperte alle esigenze dello sviluppo, sia, infine, sia perch la loro stessa grandezza li obbliga a trovare nuove soluzioni. In questi spazi dove si mescolano i disagi e le speranze dello sviluppo, la quotidianit ha introdotto una diffusa cultura della surroga senza la quale non sarebbe possibile sopravvivere ai vuoti delle dotazioni primarie e agli intoppi del mercato. Cos alla carenza dei trasporti pubblici e della benzina a LAvana si rimedia affittando a qualche pendolare un posto sulla propria motocicletta (e il pendolare potr anche essere una donna, violando rigorose tradizioni di distanza tra i sessi). Oppure a Santo Domingo, dove spesso vi linterruzione giornaliera dei flussi di energia elettrica, le massaie si abituano a stirare a notte fonda quando il rischio di interruzione minore. Avviene anche che dalle carenze nascano singole forme di attivit, come x es. la vendita (o rivendita) di acqua in molte citt nordafricane o il ripescaggio di materiali riciclabili tra i rifiuti in cui sono specializzati tantissimi bambini brasiliani. O persino che le persone si rifugiassero nei cimiteri, come accaduto al Cairo con lo stanziamento dei profughi della zona del Canale di Suez al tempo della guerra del 1973 contro Israele. Larte diffusa dellarrangiarsi costituisce una risposta di pratiche che si muovono dal basso e sono alimentate da reti di sostegno comunitarie, risposta mal tollerata dai poteri centrali perch non trova spazio nelle loro parole dordine e disegni, ma presenta margini di elasticit, creativit e resistenza che nessuna strategia ufficiale sarebbe in grado di assicurare date le condizioni in cui versano le masse diseredate di questi spazi.
soggetti con forte dinamismo, (Mezzadria: contratto agrario d'associazione con il quale un proprietario di terreni,concedente, e un coltivatore, mezzadro, si dividono, solitamente a met, i prodotti e gli utili di un'azienda agricola, podere. Nel contratto di mezzadria, il mezzadro rappresenta anche la sua famiglia), la persistenza di solidi legami familiari, linsieme di relazioni dei centri piccoli e medi, ecc..), - decentramento di attivit dellarea industriale del Nord-Ovest, - dotazioni infrastrutturali di un certo rilievo - contenuta conflittualit del lavoro - decentramento di attivit dellarea industriale La capacit di rischi, i solidi legami familiari, la fitta rette di relazione hanno dimostrato che lo sviluppo deve essere retto da matrici culturali . Analizzando poi il decollo della Terza Italia sono emersi elementi che sottolineavano chiaramente le caratteristiche culturali tipiche del suo ambiente.
LA SCOMMESSA DELLISTRUZIONE
Listruzione ha un ruolo strategico nello sviluppo, soprattutto per la progressiva elevazione delle competenze richieste dalla produzione, distribuzione e comunicazione. A volte gli sforzi dei governi per assicurare unadeguata formazione ai propri cittadini vengono ostacolati da caratteristiche ambientali o dellinsediamento: nelle aree montuose o subdesertiche o in quelle con diffuse pratiche nomadi o da piccoli nuclei sparsi difficile predisporre unefficiente organizzazione scolastica, soprattutto se le risorse di bilancio e i mezzi tecnici disponibili sono contenuti. Ancora maggiori sono i costi che derivano molto spesso dallelevata incidenza della popolazione in et scolastica, che genera sovraffollamento e precariet soprattutto nei cicli dellistruzione primaria. Inoltre bisogna tener conto della diffusione dei lavori minorili e lostilit di alcune tradizioni nei confronti dellistruzione femminile, tanto che in molti paesi il livello medio di alfabetizzazione delle donne resta di oltre 10 punti inferiore a quello degli uomini. Non vero per che i livelli distruzione dipendono in gran parte anche dal reddito pro capite disponibile: i dati sulla frequenza scolastica e sullalfabetizzazione di base mostrano che un ruolo cruciale compete ai modelli organizzativi ereditati ed impiantati dallo Stato e alle scelte politiche di fondo che effettuano coloro che governano. X es. nello Sri Lanka e nelle Filippine ladozione di modelli occidentali efficienti ha sconfitto lanalfabetismo, mentre nel vicino Pakistan si contano ancora quasi 2/3 di adulti analfabeti, o in un paese popoloso come la Nigeria dove il quoziente di
analfabetismo sceso appena sotto il 50%, mentre nel poverissimo Madagascar ormai inferiore al 20% e nellaltrettanto misero Burkina Faso supera addirittura l80%. In alcuni casi i governi hanno puntato sullistruzione per dare al loro paese un ruolo che la mancanza di risorse o la precaria situazione politica non avrebbero potuto garantire: x es. la Giordania, anche grazie agli aiuti in favore dei rifugiati palestinesi, ha fortemente investito nella formazione, contenendo sotto il 20% la quota di analfabeti (la met di quella dei paesi confinanti, Israele escluso) e preparando tecnici e laureati che hanno assicurato buoni quadri alleconomia locale e a quella dei paesi petroliferi del Golfo. Favorire listruzione quindi fondamentale per favorire lo sviluppo e alimentare una certa autonomia di controllo della propria economia, e lo ancor di pi investire nella ricerca scientifica: basta pensare alle potenzialit delleconomia sudcoreana (nonostante la crisi attuale) se si tiene conto che questa impiega oltre il 2% del proprio PIL nel campo della R&S (una quota che supera altamente quella italiana).
Fratture culturali:
Il contratto tra universi culturali non ha sempre la stessa valenza. Nella maggior parte dei casi e soprattutto in passato succedeva che la superiorit tecnica o militare portava a dominanza e condanna, anche ora in vari paesi ci sono tensioni legate alla coesistenza di diverse componenti etniche, religiose o linguistiche che si sono create al tempo della spartizione europea delle colonie, quando si erano ignorate queste componenti nelle aree di insediamenti. Esempi: Nigeria: 100 trib con 200 lingue diverse, 3 gruppi principali in continuo scontro per motivi religioso India vs Pakistan: uno scontro religioso (mussulmani vs induisti) Canada: quasi secessione del Quebec, una parte anglofona Belgio: trasformazione del 1993 dal Belgio Unitario ad un organismo federale diviso tra Fiandre, Vallonia e regione di Bruxelles Ci sono casi in cui per la fusione fra diverse culturale ha portato delle spinte positive e ha dato dinamismo come per esempio nel Sud Est Asiatico, che riuscito ad attingere manodopera da diversi stati. In altri invece c una paura delleccessiva immigrazione che porta a problemi culturali (es. limitazione della laicit della Francia a causa delluso del velo a scuola da parte di alcune allieve) o economiche ( limitazione del processo di sviluppo, nei paesi del Golfo ai lavoratori stranieri viene tenuta una distanza culturale che nn agevoli lintegrazione degli stessi per non condizionare il funzionamento delleconomia locale).
LESSICO DELLO SVILUPPO LOCALE: Sussidiariet: principio guida nella distribuzione delle funzioni fra diversi livelli, secondo il quale ogni funzione
deve essere attribuita al livello pi basso allinterno del sistema gerarchico considerato: Regioni-Stati NazionaliComunit Sovranazionali. - Sussidiariet Verticale: autonoma capacit decisionale e gestionale dellente di livello inferiore; - Sussidiariet Orizzontale: riorganizzazione dei rapporti tra poteri pubblici e societ civile. Governance un cambiamento di politiche, obiettivi e interventi sia nella forma che nelle modalit di
coordinamento delle dinamiche economiche, sociali e territoriali che si basa sul coinvolgimento e partecipazione volontaria di una molteplicit di attori . Lesempio di good governance stato assunto dalla Banca Mondiale per diffondere alcuni principi imprenditoriali e neo liberiste nel terzo mondo. Un altro esempio di good governance lo troviamo nel Libro Bianco promulgato dalla UE nel 2001, con il quale la Ue simpegna a rafforzare i principi basilari di proporzionalit e sussidiariet posti alla base dellintegrazione europea. Patrimonio territoriale: il territorio nel suo insieme, che tiene legata la societ attuale alle sue radici, come un deposito di memoria e identit; composto da beni culturali che normalmente assumono un valore patrimoniale, ma anche da elementi di valore storico, culturale, sociale, ambientale, identitario e simbolico, in relazione ai contesti sociali in cui sono inseriti. Capitale territoriale: ricchezze che si sono prodotte nel passato, ma che possono essere impiegate nella produzione di beni nel presente, ossia linsieme delle risorse immobiliari locali che producono valori duso e di mercato nei rapporti intersoggettivi attuali.
contemporaneamente i complessi cambiamenti avvenuti non hanno risolto antiche problemi(divari sociali ed economici tra Nord e Sud)e ne hanno creati altri(nuove povert).
Nostalgia dellEuropa
La storia dellEuropa si compone cos: Fino al 1945:le potenze primarie combattevano in terreno di casa o neutro per conquistare territori Dopo la seconda guerra mondiale: parabola discendente delle potenze Futuro: la creazione dellUE per competere con gli USA e gli stati emergenti (Cina,India,Brasile) La formazione dellUnione Europea ha portato una forte rottura con il passato,perch essa sempre di meno un associazione temporanea di scopo,e sempre di pi un forte elemento politico,come dimostra il trattato di Schengen che prevede oltre che la libera circolazione nei territori dellEuropa,anche delle uniformi leggi anti-terrorismo per tutti gli stati Membri.
Tecnologia e luoghi
La consapevolezza delle straordinarie possibilit offerte dalla tecnologia possono indurre a immaginare un mondo in cui la tecnica abbia il sopravvento sulla politica. Il rischio dunque,quello di credere che la tecnologia possa sostituirsi alla politica come strumento per lindividuazione della soluzione migliore per tutti. Limiti: 1) alla crescita complessiva dei sistemi tecnologici si accompagna spesso una maggiore vulnerabilit 2) pi gli strumenti sono avanzati,meno risultano accessibili e ci comporta una crescita del divario tra le aree sviluppate e quelle eluse dai vantaggi connessi al processo delle tecnologie. La questione non ,quella di porre limiti al progresso scientifico,ma di garantire governabilit e accesso alle conquiste realizzate dalluomo. Per quanto le nuove forme assunte dalleconomia si basino su flussi di informazione,va osservato che tali informazioni consono altro che materie prime:devono essere lavorate,trattate e trasmesse per poter diventare beni e risorse. La rappresentazione pi efficace degli attuali sistemi globalizzati la rete composta da nodi dotati di particolari caratteristiche, e tratti di collegamento, materiali e immateriali, lungo i quali si scambiano informazioni, ordini, capitali, conoscenze. Potrebbe essere considerata come mezzo per catturare,il progresso,la ricchezza presente nellambiente circostante ma anche un messo per incrementare la ricchezza e il progresso ed in questo senso che essa restituisce allambiente in cui si trova pi di quanto preleva da esso. La rete permette quindi,da un lato la comunicazione fra i nodi,dallaltro lirrigabilitdella superficie che copre;non sono omogenee,ovvero non si presentano ugualmente fitte dappertutto. Problema della tecnologia il digital divide,ovvero la differenza fra stati tecnologicamente avanzati e stati che hanno appena iniziato la rivoluzione tecnologica.
Le critiche alle teorie economiche convenzionali,avevano posto particolare accento sul loro carattere desocializzato,cio sulla scarsa considerazione rivolta ai fattori sociali e antropologici che presiedono ai processi di sviluppo. La riscoperta delle opere di Mauss e Polanyi giunge in soccorso dellesigenza di colmare tale lacuna teoricointerpretatitva. E proprio allopera di Mauss che si richiama la scuola anti-utilitarista che ha scelto di dare vita a un movimento intellettuale entro la cui fila spiccano esponenti di punta della scuola del post-sviluppo. Come Polanyi anche Mauss si dedic a elaborare una teoria dello scambio che fosse in grado di mettere in crisi il primato dellhomo economicus; egli noto per la sua teoria del dono come fatto sociale totale,secondo cui nellatto del donare possibile rinvenire alcuni gesti fondativi del legame sociale:il dare,il ricevere o il rifiutare un dono sono alla base della definizione di un rapporto di reciprocit,che al contempo volontario e obbligatorio per la valenza magica del dono stesso. Il razionalismo utilitarista trova sintesi nel principio secondo cui lazione umana in massima parte orientata al soddisfacimento dellinteresse individuale. Muovendo dalla prospettiva concettuale appena delineata,i nuovi anti-utilitaristi hanno spiegato come allorigine dellazione sociale non risiedano soltanto motivi di calcolo e interesse,ma anche di obbligo,spontaneit,amicizia,solidariet:ovvero qualit relazionali,che trovano esemplificazione nella potenza simbolica insita nellatto del donare. La ripresa del pensiero di Mauss permette a questi autori di pensare a un paradigma sociale che porsi in alternativa sia allindividualismo metodologico delle dottrine liberali sia allolismo,cos terzo paradigma degli anti-utilitaristi che arriva a proporre la fondazione di unantropologia relazionale e solidale nellintento di affermare il primato dellalleanza e dellassociazione solidale tre gli individui come pratiche sociali per loro natura disinteressate al perseguimento di obiettivi convenzionali di massimizzazione degli utili. Mentre nel Primo Mondo( il mondo occidentale) il discorso anti-utilitarista ha trovato ampio riscontro nella sfera delleconomia no profit e del volontariato laico,lapplicazione di tale prospettiva interpretativa alla realt di ci che un tempo si chiamava terzo mondo,ha indotto questi autori a guardare con attenzione alle iniziative di auto organizzazione sociale e di esplicita o implicita resistenza alla occidentalizzazione sociale. Queste iniziative possono assumere la forma di reti diffuse di economia formale o di strategie di sopravvivenza,dedite non solo ad attivit di produzione e vendita ma anche a pratiche che afferiscono prevalentemente alla sfera extra economica della vita associata:lautocostruzione di abitazioni,lorganizzazione di feste popolari, ecc..
Conclusioni
Nello scenario della globalizzazione si fa sempre pi instabile la distinzione tra Nord e Sud del mondo, tra mondo avanzato e mondo arretrato. I processi di innovazione economica, territoriale e organizzativa possono verificarsi nei paesi del Nord cos come in quelli del Sud del mondo; inutile ricercare le disuguaglianze e i ritardi solo nelle periferie geografiche del pianeta, poich sono ben presenti anche negli spazi centrali del capitalismo globale.
CAPITOLO 15 - Dalla citt del terzo Mondo alla citt del Sud globale lo sviluppo come questione urbana
Eventi come quello dello Tsunami Asiatico,con le sue circa 200.000 vittime,e delluragano Katrina,che ha sconvolto il New Orleans, rappresentano eventi catastrofici che influiscono fortemente su realt sociali nellera della Globalizzazione. Questi fenomeni mettono in evidenza: inadeguatezze strutturali mancanza di una politica di prevenzione improvvisazione di piani di evacuazione della citt In tali situazioni pressoch impossibile trovare il divario che c fra Nord e Sud del mondo. Le Bidonville: Sono forme dinsediamento urbano precarie e insalubri,spesso edificate con materiali di recupero,che nascono dalloccupazione abusiva di siti inadatti alledificazione. Sono un fenomeno esteso oltre il sud del mondo,e sono frutto,pi che di inaspettate esplosioni demografiche,di governance urbanistiche sbagliate o inesistenti.
La crescita dellurbanizzazione
La crescita demografica mostra i suoi effetti prevalentemente nelle grandi metropoli dei PVS. Ad un incremento della popolazione dei paesi in via di sviluppo,corrisponde un ritmo meno sostenuto o addirittura arrestato per i paesi pi
avanzati. Il grado di urbanizzazione cambia invece a seconda dei continenti: abbastanza uniforme in Usa,Europa e America Latina,dove si attesta fra il 70% e l80% .Nettamente inferiore invece lAsia,dove ancora al 40%,dato che lurbanizzazione in quelle zona un fenomeno recente e la maggior parte della popolazione vive nelle aree rurali. Nel Sud la popolazione si concentra in poche sovradimensionate citt,creando la cosiddetta primacy o supremazia delle citt-capitali nei sistemi urbani nazional, rappresenta oggi uno dei fattori che maggiormente differenziano le trame urbane di paesi poveri da quelle dei paesi pi ricchi (numero di abitanti di una citt superiore al doppio della seconda del paese). Al Nord invece troviamo una distribuzione territoriale della popolazione pi equilibrata e un maggiore decentramento della funzione strategica delleconomia,in quanto la crescita dei centri maggiori si accompagna allincremento dei ceti medi. E cambiata anche la concezione di centralit per le metropoli,ora non pi dovuta alla presenza di grandi agglomerati urbani,ma dovuta a dotazioni funzionali pi leggere e invisibili:controllo strategico degli scambi e dei flussi finanziari internazionali,produzioni innovative.Per questo motivo ora le metropoli non devono pi far fronte a grandi crescite demografiche,ma devono rispondere alle esigenze derivate dalle trasformazioni che ha portato lo scenario della globalizzazione America Latina:il rapporto tra popolazione urbana e rurale simile a quello dei paesi pi ricchi,il modello di urbanizzazione incentrato su citt di grandi dimensioni,che attirano una quota prevalente della popolazione urbana(effetto primacy). America Centrale:ha una quota di popolazione urbana al di sotto della media continentale. Il problema prevalente nelle citt latinoamericane quello della povert. Medio Oriente:situazione contraddittoria:da un lato guerre e conflitti nei centri di grande tradizione urbana come Baghdad e Beirut,dallaltro lemergere di alcune capitali,come Dubai che per le sue caratteristiche arriva a rappresentare quasi un modello della citt globale periferica. Africa: il 38% risiede nelle aree urbane;in questo continente i tassi di crescita sono fra i pi sostenuti al mondo. E caratterizzata dalla presenza i paesi ancora profondamente rurali(Uganda) e altri invece che dispongono di centri urbani ormai ampiamente occidentalizzati(Sud Africa).A motivare questa lentezza,c il fatto che sia un paese giovane,dove appena conclusa la decolonizzazione,ed inoltre un paese caratterizzato da marginalit economica. I problemi socio-ambientali dei paesi del Sud del mondo non sono tanto la conseguenza di pressioni eccessive della popolazione,quanto di fattori riconducibili alla sfera del governo dello sviluppo economico e territoriale.
Lantropologo indiano-statunitense descrive uno scenario di Mumbai caratterizzato da drammatici contrasti sociali ed etnici. In un contesto segnato dalle forze della globalizzazione e dallesacerbarsi dei conflitti etnici,lo spazio urbano si caratterizza per la peculiare ibridazione fra ambiti diversi della vita associata,quelli deputati alle funzioni dellabitare e quelli dedicati alla vita pubblica. La citt ha il poterei compiere una trasformazione di s da parte dei suoi abitanti meno abbienti:persone che risiedono in quartieri poveri e disagiati modificano il proprio aspetto nel trasferimento quotidiano verso il luogo di lavoro,urbanizzando il proprio corpo e la sua rappresentazione. Linurbamento della popolazione rurale si realizza,nella maggioranza dei casi,in maniera spontanea e ci si riflette nelle forme dinsediamento:fenomeni di abusivismo edilizio e di autocostruzione delle abitazioni originano la formazione di grandi baraccopoli,che sorgono in maniera illegale,prendendo nomi diversi a seconda dei contesti geografici: slums, favelas, ecc..