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Organizzazione territoriale
Ambienteè un componente del territorio ambiente parliamo di ecosistema relazioni
verticali e orizzontali
Scala geografica tutti i fenomeni di cui abbiamo parlato ora non canno visti solo in relazione allo
spazio ma anche in relazione alla scala geografica è il rapporto tra una lunghezza che io misuro
sulla carte e quella reale ogni fenomeno ha una sua scala o più scale
Tempo quello che è oggi l’organizzazione territoriale della nostra città dipende anche
dall’utilizzo di altri mezzi di comunicazione eccspazio-tempo sono strettamente collegati tra loro
La Globalizzazione: “annullamento” Spazio-Tempo si stia manifestando una sorta di
annullamento di spazio e tempo ( giorno d’oggi) la distanza sicuramente si riduce ma spazio e
tempo non si annullano Diffusione globale di prodotti soprattutto delle grandi multinazionali
QUANDO PENSIAMO ALLA GLOBALIZZAZIONE•«ANNULLAMENTO SPAZIO-TEMPO» PER EFFETTO
DELLE NUOVE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE •DIFFUSIONE GLOBALE DI PRODOTTI E
SERVIZI •PRODOTTI «SIMBOLO» DI GRANDI MULTINAZIONALI: COCA-COLA ,MCDONALD’S, APPLE,
MA ANCHE NUTELLA, BENETTON, LENOVO … •OMOGENEIZZAZIONE DEI GUSTI E DELLE CULTURE
E FORMAZIONE DI «NON LUOGHI» (AUGE’) luoghi che sono tutti un po’ delle fotocopie dove ci
sono grandi masse di persone ma che hanno poco scambio
M. McLuhan (1964) Metafora del «Villaggio globale»
T. Levitt (1983) Integrazione economica su scala mondiale entrambe queste due definizioni
sono oggi un po’ superate nella globalizzazione non c’è solo la dimensione economica
•«Cambiamento di scala nell’organizzazione di molti fenomeni…Ampliamento, intensificazione e
accelerazione delle relazioni tra soggetti localizzati in differenti aree del pianeta, che coinvolge più
dimensioni (economica, ambientale, culturale …) Esito di un percorso storico ….» (Dematteis et al)
globalizzazione non è un fenomeno completamente nuovo è il risultato di un processo
storico molto lungo fattore tempo importante diverse fasi di globalizzazione oggi
addirittura alla 3° 1° dopo la rivoluzione industriale si è aperto un primo spazio commerciale
molto importante (enorme) lungo periodo di continua crescita dei flussi commerciali
all’inizio solo 1 soggetto: ovvero l’impero britannico andando al 900’ 2° fase di
globalizzazione si lega alla nascita e al progressivo sviluppo del fordismo e la nascita delle imprese
multinazionali la fase che parte dagli ultimi decenni del 900’ e che arriva fino ad oggi
strategie di multinazionali diventano strategie anche di imprese di media dimensione sviluppo
telecomunicazione ecc.. processi di liberalizzazione accessi ai mercati meno barriere
•«Aumento delle interdipendenze territoriali in cui giocano un ruolo rilevante la scala globale e
quella locale» (Veltz, 1998) la globalizzazione non ha portato solo ad un’ omogenizzazione
ma anche a delle contrapposizioni per certi aspetti ha spinto la scala locale contaminazione
del locale e globale • «Il fenomeno della globalizzazione può essere interpretato come
un’esperienza sociale: compressione spazio-temporale» (Harvey, 1989) c’è una parte del
mondo che anche non è ancora esattamente entrata in questa riduzione spazio-tempo
esperienza soggettiva
Le diverse dimensioni della globalizzazione Economia •fenomeno urbano •flussi: migrazioni
.. turismo •geo-politica
. •scienza-tecnologia •ambiente
…… •modelli culturali
Globalizzazione economica all’interno della quale si inserisce il commercio internazionale
andiamo alla ricerca di indicatori e dati statistici che ci consentono dimostrare empiricamente
l’esistenza di questo fenomeno commercio internazionale
LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA: MISURAZIONE E CHIAVI DI LETTURAOBIETTIVI DIDATTICI
Comprendere attraverso quali indicatori si descrive/misura la globalizzazione dell’economia
Acquisire un quadro generale della geografia del commercio mondiale e degli investimenti diretti
esteri e della loro evoluzione nel tempo Comprendere le cause che spiegano la globalizzazione
economica, e lo sviluppo del commercio internazionale in particolare, utilizzando come chiave di
lettura il concetto di divisione internazionale del lavoro Saper collegare: globalizzazione
economica, sviluppo del commercio internazionale ed evoluzione dei trasporti e delle
comunicazioni
al centro il concetto di divisione
internazionale del lavoro frammentazione della produzione ha a che fare soprattutto con gli
scambi commerciali e con il commercio estero perché frazionare la produzione vuol dire che poi i
prodotti/pezzi/materiali ecc.. si muovono nello spazio globale e vanno ad incrementare il
commercio internazionale non è l’unica causa che spiega la crescita degli scambi commerciali
altro fattore molto importante sono i trasporti e le nuove tecnologie informatica e
telecomunicazioni importantissime sono anche le politiche di liberalizzazione hanno aperto il
sistema degli scambi dietro questi processi ci sono degli attori dietro ad esempio ai trasporti
vi è l’innovazione tecnologica dietro la divisione internazionale del lavoro vi sono le grandi
imprese multinazionali dietro le politiche di liberalizzazione vi sono le organizzazioni
sovranazionali
Flussi del commercio internazionale noi li vediamo statisticamente rappresentati tramite i
paesi in realtà tramite le imprese (es. distrettuali) sul nostro territorio
Ciò che caratterizza la globalizzazione dell’economia è la crescita di tutti e tre questi indicatori
espansione degli scambi commerciali, crescita degli Investimenti diretti esteri e crescita dei flussi
finanziari
Scambi commerciali All’inizio le società umane scambiavano tramite il baratto i teorici delle
globalizzazioni sostengono che sia tramite la rivoluzione industriale che si ha avuto un’apertura
degli scambi commerciali internazionali questo processo poi prosegue nella prima metà 900
commercio mondiale inizia a crescere in maniera significativa dopo la 2° guerra mondiale nel
secondo dopo guerra che iniziano a crescere i flussi commerciali soprattutto mano a mano che
ci avviciniamo alla fine del 900 fase di globalizzazione dell’economia soprattutto negli ultimi
2 decenni del 900 il commercio internazionale cresce mediamente del 6% l’anno mentre il pil del
3% cresce il doppio del pil negli anni successivi al 2° dopoguerra cambia anche quella che
è la composizione dell’esportazione di merci anni 50 si esportavano soprattutto prodotti
dell’agricoltura artigianato percentuale bassa nei flussi del commercio internazionale dal 2°
dopoguerra ad oggi ciò che si nota è la perdita significativa della percentuale d’esportazione
dell’agricoltura perdita d’importanza dell’agricoltura in molte economiesoprattutto nei paesi
più sviluppati aumenta invece la quota dei prodotti manufatturieri
Altro aspetto dentro al 70% prodotti manufatturieri oggi non ci sono soltanto prodotti finiti
dentro la tipologia dei prodotti manufatturieri anche pezzi che si scambiano le imprese per poi
comporre i prodotti finiti
Ciò che è evidente è che oggi man mano che ci avviciniamo ai nostri anni non siamo più in grado di
vedere un brand unico di crescita es. dopo 2008 brusca caduta delle esportazioni 2008/2009
grave caduta/perdita poi crescita poi perdita ecc questo andamento del commercio
internazionale è il segnale che il commercio internazionale stia un po’ rallentando si sta
contraendo secondo alcuni autori si, secondo la WTO nola caduta del commercio
internazionale dal 2005 al 2016 la WTO la spiega facendo riferimento anche alla grossa caduta che
ha avuto in quegli anni il prezzo del petrolio e i prezzi di molti beni sull’espansione degli scambi
commerciali pesano anche queste nuove guerre commerciali Stati Uniti-Cina Stati Uniti---
Europa minacce da parte degli USA di alzare i dazi doganali sia nei confronti dei prodotti
cinesi sia europei ciò blocca un po’ lo scambio anche gli altri paesi di conseguenza fanno la
stessa cosa prima periodo di apertura del commercio degli scambi fino a qualche anno fa il
quadro mondiale sembrava abbastanza fisso ora sembra muoversi negli ultimi anni
Anche i servizi all’interno del commercio internazionale sono cresciuti moltissimo negli ultimi
anni flussi dei servizi commercio dei servizi condizioni ben diverse negli ultimi anni ha
superato i 5 miliardi di dollari il trend è lo stesso anche se numeri diversi crescita crescita
caduta e poi assestamento piccola caduta e ripresa
Geograficizzare questi trend quali sono le aree che gestiscono le esportazioni mondiali di
merci 3 macroaree gestiscono ciò che sono le esportazioni mondiali di merci
Tramite questi aeroporti agli scali Ci sono anche tanti viaggi di manager
imprenditoriimpatto collegato alla funzione che queste persone hanno sviluppo commercio
estero per gli individui che vanno in un paese per intenzioni commerciali ed economiche
non sviluppo tramite commercio merci trasporti aereo è ancora quello meno usato
Sviluppo turismo i turisti raggiungono i posti tramite aerei più comodo
E-Commerce
Nell’ambito più strettamente economico hanno avuto un impatto
Assieme alla deregulation liberalizzazione del mercato dei capitali sviluppo economia e
finanza
TELECOMUNICAZIONI E SPAZIO sviluppo delle telecomunicazioni da un lato
Intensificazione convergenza spazio-temporale dall’altro Digital divide divario digitale
intendiamo le differenze nell’accesso alla nuove tecnologie che riguardano singoli individui
soggetti pubblici e i territori in cui essi si trovano differenza che riguarda dei soggetti anche
territori in cui non c’è la stessa possibilità di accesso alle nuove tecnologie tranne per l’élite
Indicatori che misurano il Digital divide 1. Indice di teledensità Rapporto tra numero di
abbonamenti telefonici (telefonia fissa e mobile) e abitanti 2. Utilizzo di pc Numero di computer
ogni 100 abitanti 3. Diffusione di internet Numero utenti internet ogni 100 abitanti
Asia distribuzione digitalenon è uniforme grandi centri sviluppati ma altrettanti non sviluppati
users mondiali di internet sono aumentatiInternet World Penetration RatesWorld: 54,4%
DEFINIZIONI DI E-COMMERCE «Vendita o acquisto di beni e servizi, effettuati da un’impresa, un
individuo, un’amministrazione o qualsiasi altra entità pubblica o privata, attraverso l’impiego di
una rete internet » (UNCTAD, WTO)
«Svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via elettronica comprendenti attività
diverse quali la commercializzazione di beni e servizi per via elettronica, la distribuzione online di
contenuti digitali, l’effettuazione per via elettronica di operazioni finanziarie in borsa, gli appalti
pubblici per via elettronica e altre procedure di tipo transattivo della Pubblica Amministrazione»
(Commissione Europea, 1997)
Tipologie di E-Commerce tipo di bene/servizio E-commerce indiretto (beni materiali) è
soltanto l’ordine – solo la transazione che è fatta per via telematica perché il trasferimento del
bene viene effettuato tramite distribuzione fisica E-commerce diretto (beni digitali e
immateriali) tutta la transazione fino al pagamento e l’ “arrivo” del bene al consumatore viene
fatto per via telematica solo per beni che sono contenuti digitali o che hanno una parte digitale
come dei servizi come file audio-file video-e-book distanza e tempo si annullano nel
momento in cui io ho effettuato il pagamento ho il mio bene servizi con parte digitale
(prenotazioni per viaggi ec.. tramite internet )
Tipologie di E-commerce -Attori •B2B (Business-to-Business) •B2C (Business-to-Consumer)
•C2C (Consumer-to-Consumer) •B2G (Business-to-Government)
BUSINESS-TO-BUSINESS(B2B) •Attori le imprese •Vantaggi Raggiungere ampio numero
acquirenti e fornitori -Entrata più rapida in nuovi mercati -Piccole imprese: entrare in VC nazionali
o globali -Razionalizzazione flussi aziendali tipologia più incisiva dal punto di vista economico
BUSINESS-TO-CONSUMER(B2C) •Attori le imprese e i consumatori è quella che forse
conosciamo di più perché ci coinvolge meno importante dal punto di vista economico seppure
la più conosciuta •Vantaggi Imprese: accesso a un mercato globale di consumatori
Consumatori: accesso a un’ampia offerta di prodotti
CONSUMER-TO-CONSUMER (C2C) •Attori Consumatori Forma di e-commerce che si è
sviluppata grazie alla nascita e diffusione di siti di aste online (e-bay)
BUSINESS-TO-GOVERNMENT(B2G) •AttoriOperatori del mercato e pubbliche amministrazioni
CONSUMER-TO-BUSINESS (C2B)•Attori Consumatori e imprese Particolarità: gli utenti
stabiliscono quanto sono disposti a pagare per un prodotto o servizio
E-COMMERCE-VANTAGGI CONSUMATORI: vantaggi in termini di tempo e di spazio
CONSUMATORI: vantaggi in termini di prezzo, assortimento, acquisto consapevole
IMPRESE: filiere produttive corte, riduzione costi (lavoro, affitto, magazzino …); facilita la
partecipazione delle imprese alle reti produttive internazionali
E-COMMERCE-IMPRESE MARKETPLACE: aziende commerciali online che svolgono il ruolo di
intermediatori e operano sia nei beni che nei servizi; orizzontali (Amazon, Alibaba); verticali
(Zalando, Booking) SITI DI VENDITE PRIVATE (FLASH SALE): aziende commerciali online che
propongono una selezione dell’offerta di produttori/brand noti e organizzano campagne di vendita
brevi a prezzi scontati (Privalia, Vente-privee) RETAILER TRADIZIONALI (CLICK-AND-MORTAR):
imprese che hanno adottato la strategia della vendita online accanto a quelle di vendita
tradizionale (Walmart, Tesco) INDUSTRIE MANIFATTURIERE: solo acquisti/vendite online o
gestione della supply chain attraverso la rete
Queste aziende commerciali onlineo hanno proprie strutture logistiche che effettuano le
consegne o si appoggiano a delle compagnie esterne che effettuano le consegne
Dato Eurostatcontinuo sviluppo del numero di persone che effettuano acquisti online minore
sviluppo Italia che Europa
Alcuni progetti realizzati con i Patti (L.R 8/2003 e 5/2006)c’è poca collaborazione uniche
cose fatte perché erano necessarie normalizzazione standardizzazione dei prodotti per
poter usufruire dell’intercambiabilitàesempio sono stati creati
•Creazione di osservatori, banche dati e centri studi di distretto
•Progetti di ricerca e trasferimento tecnologico
•Portale di distretto
•Partecipazione a fiere nazionali e internazionali
Chi ha partecipato a questi patti? Il Patto 2009: soggetti sottoscrittori •Imprese private (111
per oltre 5200 addetti) principalmente •Enti pubblici locali (12 comuni) quasi tutti •Altri enti:
associazioni di categoria, Fondazione Museo dello Scarpone, Università di Padova, agenzie camera
di commercio, centri di formazione
Legge regionale 13/2014 •Soggetto giuridico: UNINT Consorzio per le integrazioni fra imprese
di cui fanno parte un’industria di Treviso, la Confindustria di Padova •Programma di sviluppo
2017-2020 cercare di capire quali linee di intervento volevano sviluppare 1. Ricerca e
innovazione relativa ai processi produttivi e ai prodotti (Industria 4.0; sostenibilità ambientale) 2.
Internazionalizzazione (soprattutto Pmi) è ancora molto all’attenzione delle piccole imprese e
molto meno all’attenzione delle grandi 3. Formazione capitale umanodovranno avere una
conoscenza di questi nuovi strumenti tecnologici
Presente e futuro -Reshoring: Diadora, Aku, Fitwel, Gufo -Innovazione: Industria 4.0
-Sostenibilità: processi produttivi e prodotti -Capitale umano: STS Sportsystem Talent School,
Politecnico Calzaturiero?
Il recupero della memoriaper la storicità dell’impresaIl Museo dello Scarpone di
Montebelluna
CLUSTER E CLUSTER HIGH-TECH. IL CASO SILICON VALLEY
Porter per spiegare queste concentrazioni di attività spaziali utilizza questa categoria concettuale
che è quella del cluster (simile ma diverso dal distretto)
Cluster (Porter, 1990, 1998: due articoli) parte dal concetto di vantaggio competitivo quasi in
ogni paese le imprese che sono più competitive all’interno dei propri settori tendono
normalmente a concentrarsi in alcune regioni che ospitano propri dei cluster ovvero
•“Concentrazione geografica di imprese, fornitori di beni e servizi specializzati e istituzioni,
fortemente interconnessi, che competono ma anche collaborano tra loro in un particolare settore”
che sono in stretta interdipendenza tra di loro un po’ una conseguenza della specializzazione
definizione molto simile alla definizione di distretto industriale sono così simili che alcuni
studiosi li usano come se fossero un po’ dei sinonimi ma in realtà ci sono molte differenze tra
loro Cluster è •Categoria più ampia rispetto al distretto industriale dal punto di vista
anche delle attività che vengono riconosciute come appartenenti ai cluster tanto che questa
categoria perde un po’ poi la sua capacità/unicità di analisi ci sono anche attività economiche
che hanno ben poco a che fare con l’industria o comunque con la visione tradizionale di distretto
industriale è una concentrazione di imprese specializzate ex. New York anche i servizi
tendono a fare cluster come servizi finanziari- editoria-media tendenza che comprende un
po’ tutte le attività economiche •Confini meno definiti, prende forma a più scale geografiche il
cluster viene individuato a più scale geografiche che hanno poco a che fare con l’idea di una
piccola scansione geografica come è alla fine il distretto grandissimi o anche molto piccoli per
fare i cluster secondo la visione di Porter non è tanto la vicinanza tra questi soggetti e queste
istituzioni che sono tra loro interconnesse ma l’estensione delle reti prescinde dalla vicinanza fisica
dei singoli soggetti che le compongonovolendo vedere questa categoria assomiglia un po’ di più
alle reti d’impresa che si stanno sviluppando al giorni d’oggi che ai nostri distretti
•Presenza fondamentale di istituzioni istituzione ad esempio l’università, le istituzioni
pubbliche nei distretti è importante la presenza delle istituzioni soprattutto in questa fase di
forte trasformazione es. regione Veneto che è intervenuta negli investimenti nei distretti
però diciamo che il distretto non è nato con l’idea di queste istituzioni al suo interno quindi fermo
restando che ci sono delle similitudini tra cluster e distretto ci sono anche queste differenze che in
realtà non ci consentono di considerarli interscambiabili
Un tipo particolare di Cluster legati all’industria dell’alta tecnologia anche le attività nuove
tendono spesso a clusterizzareovvero a svilupparsi fisicamente vicine
Industria High-tech ed industria innovativaspesso si tendono anche qui a confondere i due
termini diciamo che tutte le attività economiche in particolare quelle industriale posso essere
innovative anche quelle più tradizionali e consolidate (es. anche Montebelluna) quando
parliamo di un’industria high-tech in realtà ci riferiamo ad un timo di industria particolare che
hanno delle precise caratteristiche Industria high-tech industria ad alta tecnologia
caratteristiche•Intensità di ricerca e sviluppo: quota considerevole di investimenti destinata alla
ricerca e sviluppo •Impiego di forza lavoro qualificata: ricercatori, tecnici, ingegneri •Investimenti:
consistenti, a redditività differita nel tempo e ad alto rischio •Settori: aerospaziale, robotica,
biotecnologie, nanotecnologie, elettronica, informatica, telecomunicazioni, farmaceutica
Queste industrie tendono a creare dei cluster concentrazione spazialeConcentrazioni spaziali
industria high-tech•Silicon Valley (California) •Cambridge (Regno Unito) •Grenoble (Francia)
•Trieste, Etna Valley (Italia) Alcuni cluster tra i più noti per quanto riguarda la ricerca nel settore
della fisica •Bangalore (India) per quanto riguarda la produzione di software, come la Silicon Vall
Cluster high-tech: caratteristiche comuni• Elevato numero di imprese tecnologiche e di
laboratori di ricerca & sviluppo di grandi imprese •Presenza di università e centri di ricerca di
livello internazionale •Presenza di servizi avanzati, in particolare venture capital (servizio
finanziario) maggior rilievo i servizi finanziari) tutte quelle imprese che sostengono le nuove
iniziative imprenditoriali attraverso il capitale di rischio •Infrastrutture di rango elevato
solitamente localizzati lì •Buona attrattività del luogo anche dal punto di vista della qualità della
vita •Centri di ricerca e sperimentazione militari •Politiche territoriali per lo sviluppo dei
cluster non solo gli incentivi che possono essere dati alle imprese ma soprattutto la creazione di
esternalità contesto attrattivo per questa imprese
Fattori di sviluppo dei cluster high-tech
SIGNIFICATO DEL GATT 1947 Che fine ha fatto il GATT? La WTO ha sostituito il GATT nel ruolo di
organizzazione internazionale, ma il GATT ancora esiste come accordo che nella WTO regola il
commercio dei beni (GATT 1994)
Il GATT ha contribuito a stabilire un sistema commerciale multilaterale che è diventato sempre più
aperto attraverso i negoziati che hanno portato alla nascita della WTO GATT 1947 è stato molto
importante anche se ora non esiste più
La WTO, dal 1995, ha assunto il ruolo svolto dal GATT di cui ha recepito i principali accordi e
costituisce il massimo organismo in materia di commercio internazionale
La creazione della WTO è considerata la più importante riforma del commercio internazionale
dopo la Seconda guerra mondiale
PRINCIPALI DIFFRENZE TRA GATT 1947 e WTO GATT 1947 •Accordo intergovernativo quelli
che ne facevano parte erano parti contraenti non partecipanti •Regolava gli scambi di beni (solo)
•Solo accordi in materia tariffaria barriere tariffarie ovvero dazi di abbattere i dazi
WTO •Organizzazione internazionale •Regola anche gli scambi di servizi e i diritti di proprietà
intellettuale diritti di proprietà intellettuale •Non-trade: ambiente, appalti pubblici, trasparenza
regole, condizioni di lavoro …. •Dispute Settlement Body organismo a cui si riferisce un paese
che ha subito un torto da un altro paese che non ha seguito gli accordi pattuiti la WTO autorizza
il paese che è stato danneggiato ad emettere delle sanzioni una sorta di tribunale a cui si
riferisce un paese che pensa di aver subito un danno da un altro paese membro della WTO •Forte
espansione geografica praticamente tutto il mondo tranne alcuni paesi osservatori che
vogliono essere ammessi nella WTO periodi di adesione dipende dal paese es. Cina periodo di
negoziato più lungo 15 anni 22 paesi osservatori anche stato del Vaticano
Finanziamenti della WTO vengono dai paesi membri in base al peso che ogni paese ha
nell’ambito del commercio internazionale in base alla loro importanza nel commercio
internazionaledipende il loro contributo ciò non ha a che fare con il diritto di voto Commercio
multilaterale commercio che si svolge tra i paesi membri della WTO Commercio
globale inteso tutti i paesimembri con anche non membri WTO PRINCIPI
CHE GUIDANO L’AZIONE DELLA WTO •NON
DISCRIMINAZIONE: i paesi non possono discriminare tra i loro partner commerciali e tra prodotti
simili di diversa provenienza caratterizzato da due clausole
CLAUSOLA DELLA NAZIONE PIU’ FAVORITA: ciascun paese ha l’obbligo di estendere a tutti gli altri
membri della WTO le migliori condizioni che concede a uno di essi
TRATTAMENTO NAZIONALE: non devono esistere politiche diverse tra prodotti simili, nazionali ed
extra-nazionali
•LIBERALIZZAZIONE: processo graduale e attraverso negoziati multilaterali finalizzati a
incoraggiare gli scambi e di ridurre gli ostacoli al commercio internazionalees. i paesi non
possono mettere delle restrizioni quantitative , es. non si possono sfiorare i dazi massimi imposti
il paese ha un ambito di intervento che non può superare però questo limite massimo a
protezione della salute e a protezione dell’ambiente non vale il principio di liberalizzazione
FUNZIONI PRINCIPALI DELLA WTOnata come risultato di negoziati e tutto ciò che fa è risultato di
negoziatifunziona attraverso il meccanismo del consenso ovvero quando si deve prendere
una decisione si richiede che tutti i paesi che sono presenti a quella determinata riunione non si
oppongano alla decisione si richiede una non opposizione si può opporre solo chi è presente
a questa decisione paesi più deboli non hanno sempre la possibilità di partecipare alle decisioni
1. FORUM NEGOZIALE PER LA DISCUSSIONE DELLA NORMATIVA DEL COMMERCIO
INTERNAZIONALE si incontrano spesso in riunioni più piccole ed informali è qui che si crea
questo consensopoi in sede formale le cose di fatto sono già praticamente decise esiste la
possibilità di operare in maniera diversaovvero ricorrere al voto di maggioranza quando non si
riesce ad arrivare ad un accordonella WTO non si è mai arrivati al voto di maggioranza si
preferisce allungare all’infinito i negoziati piuttosto che introdurre la prassi del voto di
maggioranza, che è segreto fasi lunghe dei negoziati
2. SISTEMA DI REGOLE CONDIVISE (ACCORDI) CHE DISCIPLINANO IL COMMERCIO
INTERNAZIONALE AL FINE DI LIBERALIZZARE GLI SCAMBI IN AMBITO GLOBALEgarantisce un
insieme di regole condivise che regolano il commercio internazionale per regolarizzare gli
scambiaccordi che i paesi hanno negoziato, firmato e sottoscritto e si impegnano a rispettare gli
accordi sottoscritti negoziazione e accordi
3. ORGANISMO PER LA RISOLUZIONE DELLE DISPUTE INTERNAZIONALI SUL COMMERCIO (DISPUTE
SETTLEMENT BODY) risolvere le controversia internazionali sul commercio interviene
quando ci sono delle guerre commerciali un paese che ritiene di essere stato danneggiato da un
paese che non ha rispetto gli accordi presi in sede WTO si dirige a questo organismo il paese
chiamato in causa ha diritto di fare ricorso se questo paese non si adatta questo organismo
autorizza il paese che ha denunciato il torto a mettere in atto delle ritorsioni es guerra
commerciale delle banane tra Stati Uniti e Unione Europea partita dagli anni 90 finita nel
2006 ha visto vincitrice gli Stati Uniti altra guerra commerciale quella sulla carne e gli
ormoni tra Stati Uniti ed Unione Europea
BASE DEL SISTEMA WTO: GLI ACCORDI
•ALLA BASE DELLA WTO CI SONO GLI ACCORDI NEGOZIATI E SOTTOSCRITTI DAI PAESI MEMBRI, I
QUALI COPRONO BENI, SERVIZI E PROPRIETA’ INTELLETTUALE
•SPIEGANO I PRINCIPI DELLA LIBERALIZZAZIONE E LE ECCEZIONI CONSENTITE
•INCLUDONO GLI IMPEGNI DEI SINGOLI PAESI AD ABBASSARE LE TARIFFE DOGANALI E ALTRE
BARRIERE
•STABILISCONO LE PROCEDURE PER COMPORRE LE DISPUTE
•STABILISCONO IL TRATTAMENTO SPECIALE PER I PVS
•RICHIEDONO AI GOVERNI DI RENDERE TRASPARENTI LE LORO POLITICHE
PRINCIPALI ACCORDI MULTILATERALI RATIFICATI A CONCLUSIONE DELL’URUGUAY ROUND
•General Agreement on Tariffs and Trade (GATT 1994): versione aggiornata del precedente GATT
(GATT 1947)•General Agreement on Trade in Services (GATS)•Trade-Related Aspects of Intellectual
Property Rights (TRIPS) Esempi: copyright, trademark, brevetti, indicazioni geografiche…
Beni e servizi sono estremamente diversi tra loro dazio consolidato per le merci è più facile da
capire ma applicato ai servizi è più difficile TRIPS per impedire quelle azioni di pirateria
LA WTO: IN SINTESI uno dei principale obbiettiviprogressiva liberalizzazione del commercio
internazionale attraverso stipulazione di accordi essa stessa è frutto di un negoziato tutto
ciò che fa è il risultato di negoziati al centro della WTO ci sono gli accordi negoziati firmati
dalla maggior parte dei paesila WTO in certi casi permette anche di mantenere delle barriere al
commercio per tutelare persone o ambiente in questi casi sono ammesse Obiettivo della
WTO: progressiva liberalizzazione del commercio internazionale da realizzarsi con lo strumento
della negoziazione di accordi commerciali tra i governi dei paesi membri
La WTO è nata come risultato di negoziati e tutto ciò che fa è il risultato di negoziazioni
Al centro della WTO ci sono quindi gli accordi, negoziati e firmati dalla maggioranza dei paesi
La WTO non agisce solo in funzione della liberalizzazione commerciale, in alcuni casi le sue regole
sostengono il mantenimento di barriere al commercio: a protezione dei consumatori, della salute
pubblica o dell’ambiente
A FAVORE DELLA WTO •EFFETTIVO ABBASSAMENTO DELLE BARRIERE AL COMMERCIO
COMPROVATO DAI DATI effettivamente più evidente nei paesi in via di sviluppo perché i
paesi avanzati avevano già negoziato prima un abbassamento delle tariffe •CRESCITA
ECONOMICA GLOBALE E AUMENTO DELLA OCCUPAZIONE •VANTAGGI PER I CONSUMATORI IN
TERMINI DI PREZZI E STANDARD DI VITA ha migliorato anche gli standard di vita i
consumatori hanno a disposizione una gamma più ampia di prodotti di fatto però ciò è grazie
alla liberalizzazione commerciale •FAVORIRE LA DISTENSIONE POLITICA INTERNAZIONALE la
liberalizzazione ne favorisce la distensione laddove le economie sono strettamente integrate
eventuali conflitti (armati) diventano meno vantaggiosi e molto più costosi
CONTRO LA WTOMovimento no-globalEconomisti (premio Nobel Stiglitz)
•STRUTTURA ISTITUZIONALE: processo decisionale in particolare il meccanismo del «consensus»
si arriva spesso con decisioni già prese decisioni prese nei salotti verdi decisioni prese di
regola alla presenza del direttore generale
•POCA TRASPARENZA ESTERNA: documenti e informazioni difficili da interpretare anche dagli
esperti scarsa chiarezza dei documenti
•RAPPORTI CON LA SOCIETA’ CIVILE: scarso peso dei cittadini nelle decisionii cittadini sentono
queste decisioni come decisioni prese sopra la loro testa nessun tipo di intervento e nessuno
diritto decisionale anche gli stati stessi hanno poco potere decisionale in queste grandi
organizzazione soprattutto i paesi in via di sviluppo paesi poveri soprattutto
•RUOLO PVS: scarso peso dei PVS nei processi decisionali
•AMBIENTE, DIRITTI DEI LAVORATORI, LAVORO MINORILE, QUALITA’ DEI PRODOTTI
teoricamente gli accordi in ambito WTO dovrebbero comprendere anche degli aspetti del lavoro
minorile, dei diritti ecc. ma solitamente non è così
14. LA LIBERALIZZAZIONE DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: GLI ACCORDI REGIONALI
Contemporaneamente all’azione della WTO noi notiamo anche la crescita del regionalismo
sviluppo di una serie di accordi regionali punti critici nel rapporto tra queste due che sembrano
in netto contrasto l’una con l’altra
Gli accordi regionali e la WTO•Sono in contrasto con il «principio di non discriminazione», in
particolare con la «clausola della nazione più favorita», ma sono ammessi dalla WTO come
«eccezioni speciali» (art.24)anche gli accordi vengono seguiti dalla WTO
•Abolizione vista come una soluzione difficilmente proponibile al momento della costituzione della
WTO coesistenza di questi due
•Regionalismo tappa intermedia verso il multilateralismo è più facile per questi paesi
aggregarsi e liberalizzare gli scambi e poi questo porterebbe ad un’apertura verso l’esterno: alcune
di queste aggregazioni hanno il potere di catalizzare altri paesi ed ampliare l’area degli scambi
•Regionalismo dettato da motivazioni anche politiche all’interno di queste aree di accordi
regionali la forte integrazione economica scarseggia conflitti politici e militari
•Regionalismo come risposta ai negoziati lunghi e complessi in sede WTOsoluzione più veloce
rispetto a quei negoziati lunghissimi che si portano in campo in sede di WTO accordo regionale
i paesi sono di meno e spesso sono più affini è più facile prendere delle decisioni
Tipologie di accordi regionali: criterio del grado di integrazioneClassifichiamo gli accordi
regionali in base a due criteriPrimo criteriogrado di integrazione
Integrazione bassa
Integrazione alta
Unioni doganali hanno eliminato le barriere doganali tra i paesi membri e hanno un’unica tariffa
con i paesi esterni livello di integrazione deve essere abbastanza avanzato non sono accordi
che si trovano da un giorno all’altro
Mercati comuni che a questi due aspetti che abbiamo appena visto aggiungono la libera
circolazione dei fattori produttivi merci-beni-capitali e lavoro (quindi anche persone)
Unioni economiche A tutte queste caratteristiche si aggiunge l’armonizzazione di più ampie
politiche economiche al momento non esistono altre aree che abbiano raggiunto questo livello
di integrazione l’unica è L’UE
L’UE ha attraversato tutti questi stadi non è nata proprio come unione doganale perché il
nucleo embrionale dell’UE è la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio trattato di Parigi
firmato da Francia, Germania occidentale, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo
In Italia
Blue Economy «Nuovo modello di business finalizzato alla creazione di un ecosistema
sostenibile, il quale si basa sull’imitazione dei sistemi naturali quindi sul riutilizzo delle risorse per
arrivare a un obiettivo zero rifiuti e zero sprechi» (Pauli, 2010)
«Tutte le attività umane che utilizzano il mare, le coste e i fondali come risorse per attività
industriali e per lo sviluppo di servizi all’interno di un obiettivo di sostenibilità» (Commissione
Europea, 2012)
INDUSTRIAL ECOLOGY •Studia le interazioni di tipo fisico, chimico e biologico che avvengono
tra i sistemi ecologici e i sistemi industriali, con l’obiettivo di definire una metodologia in grado di
individuare gli effetti dell’industria sull’ambiente e di implementare strategie per ridurre tale
impatto, in un’ottica di sostenibilità
•Presupposto: per analogia tra il funzionamento degli ecosistemi e dei sistemi industriali, le
strategie di riduzione degli impatti ambientali dovrebbero assumere come modello i meccanismi di
riciclo della materia che avvengono all’interno degli ecosistemi
•Dimensione operativa: parchi eco-industriali sono dei sistemi localizzati sono tutta una serie
di sistemi e rapporti tra attività vicine scambio di scarti dei loro processi produttivi e di
emissioni ciò che diventa scarto di un processo produttivo diventa input di un altro processo
produttivo chiamati a cascata o processi che funzionano secondo la simbiosi industriale
Parco eco-industriale di Kalundborg è un po’ l’esempio principale gli altri parchi hanno preso
spunto da questoperò rimane comunque unico nel suo genere è nato in maniera non
pianificata attraverso una sorta di autoorganizzazione attraverso poche imprese che hanno iniziato
questo meccanismo-organismo di simbiosi industriale primi esperimenti nei primi anni 60’
Problema un po’ di tutto il ciclo dell’abbigliamento è che si usano grandi quantitativi di energia
elettrica ma anche termica (lavaggio tessuti e tintura) richiedono alte temperatura forte
consumo d’acqua soprattutto per quelli che sono i filati naturali (es. acqua)
Riciclo di questi beni del settore moda continua ad aumentare
Fattori che facilitano od ostacolano l’adozione di modelli produttivi circolari nel settore
6. Le zone economiche speciali sono aree con un regime economico e una giurisdizione
speciale create per avvantaggiare lo sviluppo di quelle zone avvantaggiando gli
investimenti esteri e collocate in Cina e paesi asiatici, Russia
7. Un distretto industriale principale caratteristica divisione del lavoro tra le imprese
( poi definizione Becattini o caratteristiche
8. Delocalizzazione + diversificazione
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