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Globalizzazione

= insieme di processi di varia natura (economica, politica, culturale) che accorciano le distanze e unificano il mondo
attraverso la creazione di sistemi specializzati di portata mondiale (Internet, multinazionali, televisioni satellitari) che
agiscono superando le barriere nazionali creando una società globale a cui tutti apparteniamo.

Il termine “globalizzazione” è entrato nel lessico delle scienze umane e del nostro linguaggio in tempi recenti.
Sconosciuta negli anni 80 del 900, il termine ha registrato una rapida diffusione a partire dagli anni ‘90.
Possiamo definire la globalizzazione un concetto complesso poichè abbraccia una pluralità di processi la cui portata
cresce proporzionalmente all’evoluzione del fenomeno stesso.

Presupposti storici della globalizzazione


Lo sviluppo dei processi di globalizzazione ha presupposto 3 eventi storici:
1. Fine della guerra Fredda (1980-1990) e fine della contrapposizione della politica mondiale in 2 blocchi,
orientale (Unione Sovietica) e occidentale (USA). Da allora l’ordine bipolare ha ceduto il posto a una situazione
politica mondiale di grande complessità e mobilità. Non è ancora possibile vedere i segni di un nuovo ordine
politico mondiale.

2. Terza Rivoluzione industriale (seconda metà ‘900) =


Nascita e profonda trasformazione di nuovi sistemi produttivi (elettronica, informatica ecc); l’applicazione dell’informatica
del settore secondario e terziario.

3. Evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni a cui l’elettronica ha sicuramente favorito l’impulso (computer,
Internet, telefonia mobile). Questa trasformazione è visibile anche da dati = nel 1953 il traffico internazionale di
merci ammontava a 350 milioni di tonnellate, agli inizi del 2000 aveva già raggiunto i 100 miliardi. Inoltre oggi le
moderne tecnologie telefoniche permettono di gestire più di un milione di chiamate.

LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA

GLOBALIZZAZIONE COMMERCIALE E PRODUTTIVA


L’idea di un’economia mondiale è connessa al capitalismo industriale che necessita di un mercato sempre più ampio di
smercio di prodotti.
Già nel XIX e XX secolo —> globalizzazione commerciale = progressivo processo di liberalizzazione degli scambi,
abbattimento delle barriere protezionistiche e la creazione di aree per la libera circolazione di merci e capitali (Mercato
Economico Europeo -> 1957-1969)
Ultimi decenni del XX —> globalizzazione produttiva = tendenza da parte delle imprese ad allentare i legami con lo Stato
di appartenenza per frammentare la propria presenza nel mondo.

Protagoniste = imprese MULTINAZIONALI o transnazionali = imprese che possiedono o controllano attività di


produzione di beni e servizi in vari paesi del mondo. Le prime multinazionali sono comparse nella prima metà del 900:
General Motors (azienda automobilistica fondata a Detroit nel 1908).
L’affermazione decisiva delle multinazionali DOPO la 2 guerra mondiale quando è cresciuto il loro numero e il valore
dei loro investimenti sul mercato. .
Queste società operano in tutti i settori dell’economia mondiale (attività estrattive, vari rami industria, servizi). Alcune
non si specializzano in un campo particolare, ma controllano diversi settori del mercato presentando prodotti con marchi
diversi, che possono essere creati dall’impresa oppure acquistati (es. Perugina -> acquisto marchio dalla Nestlè).
A livello geografico la maggior parte di multinazionale è costituita nei paesi più industrializzati, in occidente vediamo gli
Stati Uniti, Germania e Gran bretagna - la loro presenza in oriente si rifa alla Cina e al Giappone.
Stati UNITI (General Motors - automobili)

DELOCALIZZAZIONE
= tendenza da parte di molte imprese a trasferire segmenti della propria attività produttiva in paesi diversi da quello di
origine, dove esistono delle condizioni più vantaggiose a livello economico (minor costo della fora-lavoro o bassa
pressione fiscale). A livello geografico le aree in cui preferenzialmente avvengono i processi di delocalizzione sono i paesi
in via di sviluppo e gli Stati dell’Europa orientale.
Questo fenomeno iniziato a bassi livello ha gradualmente coinvolto anche attività più complesse e professionalità più
elevate (operai specializzati).
Effetti: la delocalizzazione della produzione modifica la tradizionale divisione internazionale del lavoro = rete trasversale
di sistemi produttivi le cui attività sono collocabili ovunque purchè sia conveniente.

effetti positivi:
- Si abbattono i costi di produzione -> l’imprese contiene i prezzi di vendita ed essere più competitiva sul
mercato.
- Crea opportunità di lavoro nel paese di destinazione -> favorisce anche le infrastrutture locali

effetti negativi =
- Trasferimenti di interi settori produttivi incide sull’occupazione del paese d’origine -> sottraendo posti di
lavoro e danneggiando il lavoro indotto
- Debolezza dei lavoratori -> disponibilità ad accettare condizioni di lavoro estreme e situazioni di
sfruttamento - lavoratori NON tutelati
- Possibilità di reperire manodopera a basso costo -> anche in occidente minaccia della delocalizzazione spinge i
lavoratori ad accettare condizioni che avrebbero rifiutato.

MONDIALIZZAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI


Esiste un altro importante mercato mondiale = mercato FINANZIARIO caratterizzato dalla circolazione di capitali
investiti nella compravendita di valori mobiliari e delle valute. I luoghi di questa circolazione sono le BORSE VALORI
(New York, Tokyo, Londra ecc) che sono telematicamente collegate tra loro e funzionano come un mercato unico.
La caratteristica principale di questo mercato è il meccanismo della speculazione = presenza di trattative di acquisto e
vendita fatte con il solo scopo di far oscillare il valore dei titoli. Ciò assicura al mercato una grande circolazione di
denaro (altra caratteristica) conferendo, però, ai titoli un valore fittizio.
Una forma di speculazione —> compravendita allo scoperto = speculatore compra azioni in gran quantità pianificando di
pagarle quando le avrà rivendute ad un prezzo più vantaggioso. Ciò pone il mercato finanziario ad una serie di rischi di
crollo costanti che possono avere effetti devastanti a livello mondiale.
Esempio lampante = crisi finanziaria del 2008 (crollarono azioni legati a mutui e prestiti che molte persone avevano
contratto con le banche).

LA GLOBALIZZAZIONE POLITICA
La storia dell’età moderna ha avuto come protagonisti gli Stati nazionali (soggetti principali della vita politica). Nel
mondo globalizzato gli Stati esistono, ma la loro presenza è temperata da una serie di fenomeni che ridimensionano gli
attori principali sulla scena mondiale.
Il più importante è la nascita di uno spazio pubblico transnazionale, dove vengono affrontate questioni di grande
interesse collettivo che richiedono l’intervento di organismi internazionali per essere risolte. Ad esempio vengono
affrontati problemi come la tutela del pianeta, la salute degli abitanti, la sicurezza e la pace mondiale, la povertà o la
violazione dei diritti umani.

La presa di coscienza di queste problematiche ha favorito la nascita di organizzazioni internazionali volte ad affrontarle:
ONU con le sue agenzie specializzate = OMS, FAO o UNICEF.

I Summit = occasioni di incontro e dialogo tra i diversi Stati a scopo di discutere di problematiche ambientali,
economiche e sociali e presentare proposte di intervento.
ESEMPIO —> Summit della Terra del 1992 a Rio de Janeiro - da questi incontri sono uscite dichiarazioni importanti,
come
Il Porotocollo di Kyoto (1997/2005) = primo e fondamentale documento ufficiale approvato dalla comunità internazionale
per affrontare il problema ambientale che proponeva la riduzione del 4% dell’emissione dei gas.

Accanto agli organismi istituzionali esistono le ONG = Organizzazioni Non Governative = enti privati che si occupano di
aiuti umanitari e di progetti di cooperazione e sviluppo. Nascono all’interno di una comunità nazionale, ma la loro
azione si dispiega in tuto il mondo sia attraverso interventi concreti che sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
ESEMPIO ONG = Greenpeace (difesa ambiente), Amnesty International (difesi diritti umani), Emergency (vittime della
guerra). Grazie ai mass media si sono poste come importanti interlocutori del potere politico ed economico.

LA DEMOCRAZIA ESPORTATA
Nel XX secolo il mondo occidentale ha avuto come sistema di governo la Democrazia. Questo sistema, nella coscienza
comune è considerato il migliore tra i vari sistemi governativi esistenti ed è portatrice di alcuni valori: libertà,
uguaglianza, fratellanza e progresso civile. Negli ultimi 30 anni vi è stata un’enorme diffusione della democrazia.

Cause della diffusione e democratizzazione =


I processi di democratizzazione hanno avuto percorsi differenti nei vari paesi, ma è certo che le trasformazioni siano
state prodotte da cause:
ENDOGENE = interni agli stati
ESOGENE = apporti diretti o indiretti da parte del mondo occidentale -> es. propagazione di idee e modelli politici -
fornitura di aiuti e assistenza - misure coercitive (embargo economico = blocco scambi commerciali nei confronti di un
paese incriminato ; intervento militare) —> Tali iniziative = “esportazione” della democrazia
MOLTI INTERROGATIVI IN MERITO = Il processo di democratizzazione non è fatto solamente negli interessi politici ed
economici dei paesi occidentali? Non è una forma di etnocentrismo il voler esportare modelli occidentali
politico-istituzionali in aree culturalmente opposte a noi?

La crescita della democrazia su scala mondiale = spinte autonome (Huntington) favorite da alcuni fattori:
- crescita economica —> nascita del ceto medio
- crisi delle ideologie —> quelle che sostenevano i regimi dittatoriali
- ruolo di appoggio da parte della Chiesa con spinte di democratizzazione (Giovanni Paolo II)
- “effetto domino” creato dai mass media —> esempi di prime democratizzazioni che contagiano gli altri

IL PARADOSSO DELLA DEMOCRAZIA


Mentre la democrazia si diffonde nel mondo, nei governi dove essa è già stabilita da tempo diventa oggetto di
disinteresse e scetticismo per cui l’opinione pubblica mostra sempre meno fiducia nelle istituzioni politiche e alla
partecipazione alla vita politica —> crescita dell’ astensionismo.
GIDDENS = ciò che è in crisi non è l’idea della democrazia ma le forme in cui essa viene gestita negli Stati. Si
respingono le istituzioni tradizionali preferendo forme dirette di partecipazione alla vita pubblica.

LA GLOBALIZZAZIONE CULTURALE
= Oggi in ogni parte del mondo le persone condividono conoscenze, consuetudini, norme e modelli di comportamento,
usi e costumi = cultura (nome antropologico)
E’ un fenomeno che è sotto i nostri occhi ma di cui non ne prendiamo coscienza a meno che non vada a contraddire le
nostre aspettative (esempio Giddens - africani e videocassetta).
L’uomo della società globalizzata può spostarsi da un confine all’altro senza sentirsi mai STRANIERO.

Ritzer = macdonaldizzazione del mondo (anni 90)


= nella cultura globale (così come nella catena di fast food) la standardizzazione e ripetibilità caratterizzano la fruizione
di prodotti come delle conoscenze o idee. Inoltre questa teoria si fonda sul fatto che la cultura destinata a diffondersi e
essere dominante sia quella statunitense e questo processo distrugge le tradizioni locali ma appiattirebbe anche qualsiasi
tipo di produzione culturale come mediocre.

TESI CONTRARIE =
1. Non sembra più sostenibile che “cultura globale = cultura americana” —> questo perchè a livello mondiale
sono emerse nuovi soggetti e nuove realtà.
ESEMPIO: diffusione di pratiche e concezioni della civiltà orientale, come lo yoga o i manga; o restando invece sulla
metafora cibo, vi sono molti posti dove è possibile provare sushi o kebab.

2. La cultura globalizzata NON distrugge le tradizioni locali, ma si mescola ed integra con esse,
Un bene di consumo può diffondersi su scala mondiale ma delinearsi in molte forme e differenziare l’offerta in base al
paese (medesimo design di arredamento, può proporre varie linee di mobili a seconda dei mercati in cui vende). Così
accade anche per i prodotti simbolici = idee e comportamenti si diffondono in tutto il mondo, ma secondo
interpretazioni diverse in base al paese di contatto. —> questo meccanismo = GLOCALIZZAZIONE = mescolanza di
“globale” e “locale” (Robertson)
ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI DELLA GLOBALIZZAZIONE
La globalizzazione è un fenomeno che suscita dibattiti e prese di posizioni spesso contrastanti. La percezione del
mutamento rapido è avvertita in misura più o meno elevata. Ci si chiede, in particolare, quali effetti porterà alla vita
degli individui e se gli svantaggi supereranno i benefici oppure no; analizziamoli =

I VANTAGGI
1. Un mondo spazialmente più compatto - le distanze si sono accorciate e il processo di mobilità è apprezzato.
L’idea di una “comunità mondiale - favorita dallo sviluppo delle tecnologie di comunicazione e vantaggi
nell’accesso di informazioni e operatività.
2. Vista come una possibilità promettente, soprattutto per i paesi più poveri —> la delocalizzazione e gli
investimenti produttivi possano ridurre il gap che vi è oggi tra i paesi più industrializzati e quelli meno —> negli
ultimi anni è diminuito il numero di persone che vive in povertà assoluta e stati come i BRICS (Brasile, Russia,
India, Cina, SudAfrica) stanno facendo la loro ascesa sul mercato mondiale.

GLI SVANTAGGI
1. Gli investimenti, nei paesi meno industrializzati, non sono distribuiti in maniera uniforme, ma si concentrano
in determinate aree del mondo (Sud-est asiatico). In molti paesi è precaria la situazione del proletariato
industriale che non è tutelato.
2. Aumento del divario tra ricchi e poveri —> ancora oggi una ristretta porzione di popolazione detiene la
maggior parte della ricchezza
3. Distribuzione ricchezza non equa anche tra i singoli stati —> nei paesi economicamente più sviluppati si
assiste ad una graduale proletarizzazione del ceto medio - questi situazione analizzata grazie all’indice di Gini
che misura l’equità della distribuzione della ricchezza delle famiglie.

La tesi di Thomas Piketty (economista francese) - « Il capitale nel XXI secolo » - 2013
Secondo Piketty l’aumento delle diseguaglianze scaturisce dal fatto che il tasso di rendimento del capitale cresce in
misura maggiore rispetto al tasso di crescita economica; si privilegiano, così, i patrimoni ricevuti sotto forma di eredità,
piuttosto che quelli ottenuti dal lavoro.
Davanti a questa tendenza, secondo l’economista la soluzione auspicabile è di ridistribuire la ricchezza tramite una tassa
globale progressiva sul capitale e reddito, ma anche una maggiore trasparenza finanziaria mondiale.
La disuguaglianza è aumentata in questi anni a causa delle scelte politiche (riguardo al sistema politico, educativo, fiscale
ecc) e in caso di mancanza di intervento, essa continuerà ad aumentare. La disuguaglianza si nota anche nelle disparità di
accesso all’istruzione e alla ricchezza.
All’interno dei paesi vi è il pericolo dei movimenti autoritari e xenofobi = rende urgente affrontare il tema della
disuguaglianza. Esse sono esistite nell’arco di tutta la storia umana. Le disuguaglianze sono legate alle differenze di ceto
o origine etnico-religiosa e non si riduce a favore meritocratiche che emergono (ad esempio il cambio svolto dal nome
del ministero da solamente “ dell’istruzione” a “del merito”).

Vi è anche un’altra fonte di preoccupazione = squilibri ambientali derivanti da uno sfruttamento insostenibile dell’eco
sistema. L’esaurimento delle fonti fossili e delle risorse idriche viene visto come una conseguenza dell’uso di tecnologie e
pratiche devastanti.

POSIZIONI CRITICHE
Nell’opinione pubblica si è generato un atteggiamento diffuso di critica. A livello internazionale ha particolare evidenza =
movimento NO GLOBAL
É un movimento di natura internazionale nato nel 1999 a Seattle, che comprende una vasta rete di gruppi e associazioni
che si oppongono alla politica delle organizzazioni economiche mondiali e delle imprese transnazionali e propongono
invece una globalizzazione alternativa. Secondo alcuni sociologi la denominazione corretta sarebbe new global = in
quanto NON sono contro la globalizzazione, ma auspicano a una globalizzazione differente, solidale e rispettosa
dell’ambiente che si ponga in aiuto dei paesi in via di sviluppo.

Ciò che apprezza della globalizzazione =


- le infrastrutture e le tecnologie odierne di cui si serve per comunicare.
- la possibilità di spostarsi velocemente e le opportunità di incontro tra culture diverse offerte dai moderni mezzi
di trasporto

Le CRITICHE =
- le strutture economiche e politiche del mondo contemporaneo accusate di aumentare la disuguaglianza
aumentando la ricchezza di coloro già ricchi e mantenendo in una condizione di povertà gli altri
Il movimento organizza ogni anno i Social Forum = incontri mondiali per confrontarsi su tematiche più importanti.
A livello locale, il movimento promuove pratiche di consumo equo e solidale, ad esempio l’utilizzo di canali di
distribuzione commerciale alternativi rispetto a quelli gestiti da grandi multinazionali.

Nuovi soggetti e iniziative


Il mondo « no global » si è arricchito di nuovi soggetti e iniziative che hanno acquisito molta visibilità =
- Indignados = intento di organizzare iniziative di protesta contro il governo locale
- Anonymous = forma di lotta e protesta tramite web, attacchi informativi e pubblicazioni economiche e politiche
riservate e denunciare i comportamenti non leciti dei governi
- Le varie associazioni in difesa del software libero impegnate a combattere lo sfruttamento commerciale.

LA TEORIA DELLA DECRESCITA


Gli squilibri sociali e ambientali dell’economia globalizzata hanno portato molti intellettuali a mettere in discussione i
principi su cui essa si regge, in particolare lo sviluppo. Una critica particolare è data dalla “teoria della decrescita” di cui
esponente è il filosofo ed economista Serge Latouche.

La teoria della decrescita parte dal presupposto che il concetto di sviluppo è limitato e finito. Vi è un equivoco nel
pensare che la crescita del PIL sia il parametro più significativo che corrisponda con un aumento di benessere. Ma non è
necessariamente così.
Secondo i teorici della decrescita, un modello di sviluppo che si erge sull’aumento della produttività COMPROMETTE la
qualità di vita e ne mette in pericolo le fondamenta.
E’ NECESSARIO = modello economico alternativo basato sulla riduzione dei consumi e sul ridimensionamento del
ruolo del mercato nel soddisfacimento dei bisogni umani. Questo progetto richiede l’impegno di tutti nel loro quotidiano
grazie a comportamenti responsabili e critici.

Il SISTEMA capitalistico si basa su consumi, economia che si basa su l'indifferenza dell’impatto ecologico.
Il progetto politico concepito dalla teoria della decrescita di basa su 8 R = 8 azioni che consentirebbero di convertire il
senso di marcia verso la distruzione del pianeta:
- rivalutare
- riconcettualizzare
- ridistribuire
- ristrutturare
- rilocalizzare
- ridurre
- riutilizzare
- riciclare
La decrescita è un progetto di stampo politico che ha come finalità la costruzione di una nuova società di tipo conviviale,
autonome. La soluzione di questa crisi sta nell’individuo nel suo modo di concepire la realtà e di rapportarvisi e nella
sua capacità di e nelle sue scelte concrete e quotidiane.

LA COSCIENZA GLOBALIZZATA
La globalizzazione ha effetti decisivi anche sul modo in cui le persone vivono e percepiscono la loro vita. Abbiamo la
percezione che il mondo sia diventato più piccolo e che la velocità di informazione dei mass media abbia reso familiare
ciò che un tempo era estraneo e sconosciuto (Giddens - faccia di un politico internazionale più familiare che il vicino di
casa).
In questo contesto le persone vivono un sentimento di interdipendenza globale = sono consapevoli che ciò che avviene
in qualsiasi punto del mondo può avere effetti decisivi sulla vita di tutti. Ciò genera:
Da un lato —> maturazione di coscienza critica e un sentimento di responsabilità collettiva
Dall’altro —> senso di smarrimento e impotenza (il complesso di eventi è al di là del proprio controllo) -> ciò a volte ci
porta a non distinguere dall’infinità quantità di informazioni che ci bombardano, quelle affidabili e quelle no.

L’UOMO GLOBALIZZATO = situazione di precarietà e incertezza —> inadeguatezza di fronte ai cambiamenti e


impossibilità di creare condizioni stabili - Zygmunt Bauman ha coniato il termine di “società liquida” = si è passato da
uno stadio solido della civiltà caratterizzato dalla presenza di punti di riferimento a una situazione dove questi riferimenti
si sono “sciolti” in una dimensione fluida che genera nelle persone un senso di insicurezza.
Testi: La perdita della sicurezza - Zygmunt Bauman

Nella civiltà moderna l’uomo sembra venir meno della sua sicurezza e che vi sia, invece, un aumento dell’incertezza.
La sicurezza secondo Bauman = condizione in cui il soggetto si trova esente dai pericoli che provengono dalla natura,
dal proprio corpo e dalle altre persone.

Bauman - società liquida


Le principali tematiche che Bauman ha trattato = società dell’incertezza, globalizzazione e i suoi effetti, la voglia di
comunità.
La postmodernità di Bauman non è un universo privo di valori o di scopi né una modernità in declino o corrotta (no
accezione negativa). Negli anni 90 Bauman sente crescere insoddisfazione e disagio nei confronti del termine
« postmodernità », scatta quindi l’ipotesi di utilizzare l’espressione « tarda modernità » (Giddens) o « seconda
modernità » (Beck) in sostituzione di postmodernità.
Bauman identifica nella liquidità una metafora adatta a fotografare la realtà sociale del nostro tempo, ma per cui invece
molti studiosi preferiscono chiamare « post-moderna ».
La metafora della « liquefazione » dei corpi solidi e della « fluidità » diventa la chiave della teoria di Bauman.
« La società dell’incertezza » = attenzione rivolta al confronto tra disagio della civilità e disagio postmoderno —> Nel
passato la società moderna combattente tra il principio del piacere e quello di realtà ha scelto il secondo per ottenere
sicurezza rinunciando però alla libertà.
Oggi, invece, il principio del piacere regna sovrano. In entrambi i casi manca la felicità, al posto della quale troviamo
invece insicurezza, ansia e angoscia.
Il mondo di oggi non ha la struttura e la solidità di un tempo: non c’è stabilità lavorativa, relazioni amorose che si vanno a
creare , allontanamento dall'impegno, non vi è più certezza: è tutto imprevedibile.

La globalizzazione rappresenta il “nuovo disordine mondiale”, confusione e disorientamento, divisione tra le persone di 2
tipologie: turisti (sempre più ricchi e connessi col potere) e vagabondi (sempre più poveri e disconnessi).

L’ultimo libro di Bauman = “Vite di scarto” :


TESI FONDAMENTALE = saturazione del pianeta
La condizione umana della modernità liquida = nulla è destinato a durare e soprattutto durare per sempre; gli oggetti e le
persone indispensabili oggi sono i rifiuti di domani.

Nuovi poveri - (i governi talvolta chiudono gli occhi rispetto allo sfruttamento dei lavoratori - costano di meno e vengono
pagati in nero, vi è dunque un ritorno economico un vantaggio per loro).
La disoccupazione è quasi vista come una colpa, forma di inutilità (immigrati clandestini, tossicodipendenti, detenuti,
senzatetto, madri senza marito e mezzi economici).
Chi non ha lavoro è a rischio di cadere in depressione dove il tempo diventa oppressivo e viene meno il sentimento di
auto realizzazione e soddisfazione di sé (in cima alla piramide di Maslow). « Io sono ciò che consumo » dice Bauman.

BANGALORE - Rampini
Bangalore = città indiana sede di importanti istituti scientifici di ricerca ed è di fama mondiale per le aziende ad alta
tecnologia che ospita. E’ l’Indian Istituto of Science ad essere descritto e analizzato da Rampini; qui la selezione dei
talenti raggiunge livelli ineguagliati. Al concorso per i dottorati di ricerca partecipano in 300 da cui dopo vari
interrogatori ne vengono selezionati solo 5.

A Bangalore non si produce nulla di materiale (per salvare il verde e la qualità di vita) . Si fabbricano solo soluzioni,
concetti e programmi per mandare avanti l’informatica e l’elettronica. Nascono invenzioni che invadono la nostra vita
quotidiana. L’India sta sperimentando l’ascesa nel mondo del software, ciò che favorisce è sicuramente la democrazia e
libertà del paese, anche se quest’ultima da sola non spiega tutto. Bangalore è diventata la nuova Silicon Valley grazie a
scelte strategiche, scommesse audaci e qualche colpo di fortuna. Anche le vicende geopolitiche hanno fatto la loro parte:
- tensione col Pakistan e la guerra con la cina ha portato lo spostamento a Sud dell’industria militare
- anni 80 Rajiv Gandhi fonda una rete telefonica in India
- viene creato un centro di ricerca e innovazione.
- colpo di fortuna = anni 90 quando negli USA i programmatori di software non erano sufficienti a gestire il boom
di richieste di aggiornamento dei programmi; la Texas Instruments fu la prima ad indicare una soluzione
conoscendo il distretto di Bangalore, e così via sempre più clienti americani vennero a conoscenza di moltissimi
indiani competenti e anglofoni.
L’avanzata della tecnologia ha messo pressione anche sulle caste —> se sei in grado di brevettare una nuova invenzione
non c’è bisogno di appartenere a caste elevate per fare strada. E’ aumentato il cosmopolitismo che alimenta a sua volta la
tolleranza rispetto al resto dell’India.

Nel mondo ci sono 71 milioni di giovani disoccupati. Oltre 150 milioni di giovani lavorano, ma vivono con meno di 3 dollari
al giorno. A livello globale, 6 bambini e adolescenti su 10 non raggiungono i livelli minimi di competenze nella lettura e in
matematica e 200 milioni di adolescenti sono fuori dalla scuola.

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