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Belle époque (1871-1914)

È stato il più lungo periodo di pace di cui ha goduto l’Europa prima della
guerra in Ucraina e della guerra in Bosnia degli anni Novanta. Comunque delle
tensioni tra le grandi potenze ci sono state, ma lo scontro si è spostato nel
continente africano e asiatico.

Imperialismo
Ideologia politica che afferma la superiorità dei modelli economici, politici,
sociali e culturali delle grandi potenze rispetto agli altri. Le potenze
imperialiste ritengono naturale imporre questi modelli agli altri, in virtù della
loro superiorità. Questa superiorità si impone con il colonialismo

Colonialismo
Politica che prevede l'occupazione militare di un territorio arretrato da parte
di una grande potenza o territorio. Attraverso l'occupazione militare la
madrepatria istituisce su questo territorio leggi, costumi, modelli economici,
culturali e sociali, simili a quelli della madrepatria. La colonia diventa quindi la
fotocopia della madrepatria.

Nazionalismo
Ideologia politica che afferma la volontà di una nazione di diventare
egemone sulle altre.
I valori del nazionalismo sono:
- il prestigio della nazione
- La potenza militare ed economica della nazione
È un’ideologia politica molto aggressiva e molto differente da quell’idea di
nazione che nasce all’inizio dell’800, quando molti popoli europei, sottomessi dai
grandi imperi, vogliono diventare indipendenti, e iniziano a pensare al progetto
di una nazione.
Nella Belle Époque l’idea di nazione è diversa: è un’idea di conflitto perché
vuole primeggiare sulle altre.
Innovazioni
Vengono scoperte nuove forme di energia: petrolio e l'elettricità. Queste
innovazioni fanno compiere alla società europea e americana un salto
qualitativo: il benessere medio delle persone aumenta, i progressi della
medicina permettono di aumentare la lunghezza della vita, entriamo nell'età dei
trasporti moderni e delle comunicazioni moderne. Il telefono inventato da
Antonio Meucci, per esempio.
La belle époque è il periodo dell'avvento della società di massa, con la nascita
dei grandi magazzini, della pubblicità e della nozione di tempo libero. Il tempo
libero nasce con gli operai, che attraverso le lotte sindacali, conquistano il
diritto a lavorare 8 ore e ottengono il diritto di non lavorare il sabato e la
domenica. Questo produce una categoria di tempo che prima non c'era e che fa
nascere tutta una serie di attività come le competizioni sportive, le prime grandi
gare ciclistiche, i luna park e poi, nel 1895, nasce il cinema dopo che i fratelli
Lumière proiettano la prima pellicola di tre minuti.
Il tempo libero diventa anche la grande prima occasione per mescolarsi tra
classi sociali: l'operaio può comprare il biglietto del cinema ed è seduto a vedere
questa meraviglia con l'aristocratico e col borghese.

II rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale è il momento in cui l'umanità può utilizzare
un'enorme quantità di energia a basso costo. Questo era successo a partire
dalla metà del 700 quando era stata creata la macchina a vapore. Succede
nell'ottocento, quando arriva sulla scena l'energia prodotta dai motori a
scoppio, attraverso la combustione del petrolio (motori termici). Ma c'è un'altra
grande disponibilità di energia che è quella che proviene dalla energia elettrica
prodotta in quegli anni attraverso l’energia idroelettrica. Queste questa due
grandi fonti di energia producono un fenomeno chiamato seconda rivoluzione
industriale.

Questa rivoluzione cambia quattro aspetti del mondo economico globale:


- I processi di produzione dei beni cambiano perché nascono nuovi settori
industriali che prima non esistevano;
- I rapporti tra i vari settori di produzione industriale. Nasce per esempio
il concetto di indotto;
- I rapporti tra i poteri statali e il sistema economico;
- A livello internazionale cambiano le gerarchie dei paesi industrializzati:
sul finire dell'Ottocento si affacciano sul mercato globale gli Stati Uniti e
Giappone.

La crisi economica degli anni 70, dovuta vi ricordate a una caduta dei prezzi
dei cereali, ora si estende anche alla caduta dei prezzi di altri beni. In realtà è
una crisi dovuta alla sovrapproduzione, cioè le aziende producono sempre di
più, abbassando i costi perché la tecnologia avanza ma facendo così producono
talmente tanti oggetti tanti beni che il mercato non riesce più a comprarlo.
Il capitalismo reagisce creando tre creature:
- I trust: forme di concentrazione industriale caratterizzate dalla
collaborazione di diverse imprese. Il trust crea una collaborazione stretta
fra tutte le imprese che producono la stessa cosa, in modo tale che sul
mercato si impone un volume di beni enorme a prezzi più o meno uguali.
Sono vietati perché condizionano pesantemente il mercato. Si creano
situazioni di monopolio o oligopolio: Con il monopolio sul mercato si
domina perché si è l'unico produttore di beni o servizi che produce quel
bene, quindi si può decidere liberamente il prezzo, la qualità e la quantità.
Con l’oligopolio siamo in pochi. Con il trust le aziende rimangono
indipendenti, ed esistono di due tipi: verticali o orizzontali:
o Verticali: si produce un bene e mi unisco a tutte le aziende che
contribuiscono alla produzione di esso
o Orizzontale: ci si associa tra aziende che producono la stessa cosa.
- Le holding: si occupa esclusivamente della gestione azionaria e finanziaria
di imprese collegate. Le holding si usano per multinazionali e aziende di
grandi dimensioni, non produce nulla, ma gestisce l’aspetto finanziario e
azionario delle società controllate.
- I cartel (cartello): la differenza con il trust è che le aziende che fanno un
accordo di cartello fanno degli accordi legati a uno stesso settore per
singoli mercati. Rispetto al trust è una forma di accordo molto più
flessibile, ma sono comunque vietati perché danneggiano la libera
concorrenza, punto fondamentale del WTO, il quale regola gli scambi
commerciali di tutto il mondo ma sono vincolanti solo per i paesi che ne
fanno parte.
Positivismo
Movimento fondato nel 1830 da Auguste Comte con la sua opera “Corso di
filosofia positiva”. Questa filosofia esplode nella seconda metà del 1800 perché
esalta i valori della scienza.
Il termine positivo viene usato dal maestro di Comte, Saint-Simon, un
socialista utopistico, che con quella parola intendeva tutto quel sapere che ha un
fondamento scientifico.
Saint-Simon lega il termine positivo a un primo trinomio: reale, effettivo e
sperimentale (opposto a tutto ciò che è astratto e metafisico).
Poi lo lega a un secondo trinomio: fecondo (= che genera), pratico (= che si
utilizza) e efficace (= che mi serve per cambiare le mie condizioni di vita).
Saint-Simon critica fortemente l'aristocrazia: la considera una classe di
parassiti.

Per Comte la filosofia deve avere la stessa matrice e gli stessi caratteri nel
sapere scientifico: perciò la filosofia diventa quello strumento che serve per
accordare e individuare i criteri comuni a tutte le scienze.
Anche se i positivisti si differenziano per il loro modo di vedere questo
pensiero, ci sono dei temi comuni e fondamentali:
- La scienza è l’unica forma di conoscenza possibile, perciò la metafisica
non ha nessun valore conoscitivo;
La medicina positivista, visto che solo ciò che è riscontrabile scientificamente
è vero, non prende in considerazione le malattie mentali, perché è malattia solo
quella che posso far risalire a un danno biologico.
- La filosofia non deve avere campi di indagine al di fuori delle mie scienze:
il metodo può essere solo quello ipotetico deduttivo sperimentale;
- La scienza deve essere strumento di riorganizzazione della società su
basi scientifiche e razionali.

Il 1859 è la data spartiacque tra primo positivismo, più filosofico, e secondo


positivismo, più pratico. Da questo momento il positivismo diventa sempre più
l’ideologia dominante della borghesia.
Forte contrapposizione tra romanticismo e positivismo: nel primo l’eroe è
l’artista, lo scrittore, mentre nel secondo vi è l’esaltazione della borghesia.
Art Nouveau (1890-1910)
È uno stile che abbraccia diversi campi dell’arte: pittura, scultura, moltissimo
in architettura.

Caratteristiche dell’Art Nouveau:


- motivi floreali, ricchissimi
- il modello femminile tende a diventare più slanciata e meno formosa
- vetro, ferro, acciaio, cemento

Capitali: Parigi, Roma, Palermo.

L’Art Nouveau in Italia sarà chiamata Liberty (Liberty era un commerciante


inglese che aprì una serie di grandi magazzini in Inghilterra, vendeva progetti e
prodotti dell’Art Nouveau, che erano acquistati e rivenduti in Italia).

La prima internazionale
Prima internazionale = internazionale dei lavoratori.
È un congresso dei rappresentanti dei vari partiti socialisti che sono nati in
Europa in quegli anni. La star indiscussa di questa prima internazionale è Karl
Marx, pensatore tedesco che nel 1848 pubblica il Manifesto del partito
comunista, documento programmatico (volutamente studiato nella forma di un
programma) che riassume i punti principali che la dottrina di Marx ha iniziato a
elaborare. Questo documento doveva essere appiccicato fuori dalle fabbriche per
diffondere il pensiero marxista agli operai.

Marx vuole l’abbattimento dello stato borghese attraverso una rivoluzione


violenta portata avanti dalla classe operaia, che lui giustifica l’unico soggetto
rivoluzionario: la borghesia sta sfruttando in modo ignobile la classe operaia,
per garantirsi dei profitti e un potere sociale che lei ovviamente non vuole
perdere.
Questa rivoluzione passa attraverso due fasi:
- Dittatura del proletariato: il gruppo dirigente guida l’operazione e limita
fortemente i diritti individuali.
Questa prima fase deve contrastare il tentativo della borghesia di riprendere il
potere. La rivoluzione quindi non può permettere che i cittadini scendano a
protestare contro un ordine o un leader, perché sarebbe un fattore di debolezza.
Quando i cittadini si sono educati al comunismo e quando è ormai radicato, si
arriva al secondo step:
- Organizza una società comunista senza stato, dove tutti sono parte della
società, un organismo collettivo, in cui non c’è bisogno di uno stato che imponga
le leggi. Questo perché ognuno conosce i propri diritti reciprocamente, ognuno
lavora felice per la sopravvivenza di questa nostra società.
L'obiettivo è arrivare a una società senza classi
Gli anni in cui vive Marx sono anche gli anni della diffusione del pensiero
anarchico, il cui leader era Mikhail Bakunin. I due condividevano il punto
anarchico, ma il loro pensiero è in netta contrapposizione: Bakunin non accetta
il fatto che nella fase transitoria lo stato esista ancora
⤷ "Ogni forma di stato è una forma di oppressione dell’uomo”

Uno dei principi fondamentali di Marx è la lotta proletaria internazionale:


pensa che solo unendosi, le classi operaie dei propri paesi possano diventare così
forti da diffondere e realizzare la rivoluzione comunista in tutta Europa. Perciò
c’è bisogno di collaborazione, ed è per questo che fonda la prima internazionale
dei lavoratori.
Questa internazionale è un congresso permanente che si riunirà in diverse
città d’Europa. Tollera la corrente socialista, anche se non tutti i paesi lo
accettavano. In questo momento la parola comunismo e la parola socialismo
indicano la stessa cosa, cioè la dottrina rivoluzionaria di Marx.
La prima internazionale è caratterizzata dallo scontro aspro tra Marx e
Bakunin, fino a che nel 1872 gli anarchici saranno espulsi dalla prima
internazionale. La prima internazionale si chiude nel 1876 anche a seguito dei
troppi litigi maturati dopo l’espulsione di Bakunin.

La seconda internazionale
Nasce nel 1889 in una riunione fondativa a Parigi, organizzata dai delegati
dei vari partiti socialisti europei. La prima riunione operativa si svolge a
Bruxelles nel 1891.
Fino al 1898 c’è un tema forte in discussione: il parlamentarismo.
Con la maggioranza dei voti si ha il diritto di formare un governo che faccia
approvare delle leggi di tutela e di favore verso le classi più povere: è quindi una
presa di potere secondo le regole costituzionali.
Questa posizione del parlamentarismo trova nella seconda internazionale
molti nemici:
- Anarchici riammessi che non vogliono lo stato, quindi neanche un partito;
- Delegati del socialismo inglese, i quali pensano che solo il sindacato deve
essere il soggetto che lavora per i diritti del lavoratore;
- George Sorel, padre del sindacalismo rivoluzionario, che afferma che solo
il sindacato può fare la rivoluzione. Per lui i partiti europei non hanno
più interesse a fare la rivoluzione, sono troppo accondiscendenti con la
borghesia.

Sulla scena di questo dibattito irrompe un dirigente della SPD con nuova
politica più argomentata, Eduard Bernstein, che nel 1898 scrive che vuole
mettere in discussione come argomenti il suo pensiero politico, che si basa su
una revisione del pensiero di Marx: il revisionismo, il quale diventerà
pensiero minimalista in Italia.
- Marx aveva predetto che ci sarebbe stata una polarizzazione sociale,
ovvero nella società sarebbero rimaste solo la classe operaia e la classe
dominante della borghesia, in mezzo non ci sarebbe stato più nulla;
Bernstein fa notare che capitalismo e industrializzazione sono
aumentati molto, ma il ceto medio è aumentato.
- Marx aveva teorizzato che la classe operaia si sarebbe sempre più
impoverita, così come tutta la società capitalista, ci sarebbe stato sempre
più un forte disequilibrio nella distribuzione della ricchezza. Il
capitalismo invece ha garantito un aumento medio del benessere della
popolazione;
- Bernstein afferma che la classe operaia tedesca ha ormai acquisito un
ruolo indispensabile nella società, il quale è riconosciuto dalla stessa
borghesia industriale. Gli industriali avevano capito che senza la classe
operaia non ci sarebbe stata ricchezza economica.
La classe operaia quindi ora non ha alcun interesse a fare una rivoluzione, perché
altrimenti si rischierebbe di perdere tutti i vantaggi che ha acquisito fino ad
ora.
Il revisionismo apre all’interno della SPD uno scontro tra i rivoluzionari e
quelli che danno ragione a Bernstein. Questo è uno scontro tra i due grandi
leader della seconda internazionale e SPD: Bernstein e Karl Kautsky (leader
della SPD, grande sostenitore del pensiero marxista).
La resa dei conti tra le due fazioni avviene nel congresso di Amsterdam nel
1904, nel quale si chiede a tutti i delegati socialisti di Europa, di votare la linea
politica della seconda internazionale. La votazione si concluderà a favore della
linea di Kautsky, però è una vittoria simbolica e priva di conseguenze effettive:
nei fatti, i sindacati dei partiti socialisti portano avanti la linea di Bernstein,
quindi il parlamentarismo.

Questo lo vediamo anche se analizziamo le contraddizioni che la politica dei


partiti socialisti europei realizza nei singoli paesi: i partiti socialisti (francese,
tedesco, italiano) appoggiano il colonialismo, quindi appoggiano delle politiche
nazionaliste dei governi che sottomettono delle popolazioni dicendo che tutti
devono essere uguali.
Sionismo
Movimento politico degli ebrei che nasce per il desiderio di creare uno stato
indipendente ebraico. Il termine deriva dal Sion. L'aspirazione a tornare a Sion
è l’aspirazione a riunire gli ebrei a creare in Palestina un ambiente ebraico:
Israele.
Il più grande teorico di questa volontà politica è Theodor Herzl, che scrive Lo
Stato Ebraico, in cui organizza questo movimento e riceve i primi finanziamenti
dai primi banchieri ebrei in Germania e Stati Uniti, i Rothschild.
Nel Congresso di Basilea del 1897 il movimento diventa un movimento
politico: ci sono famiglie che hanno il compito di finanziare gli insediamenti
degli ebrei in Palestina e il viaggio, che partirà prima della Guerra Mondiale. I
primi insediamenti produttivi si chiameranno Kibbutz, colonie agricole a
gestione collettivista, che si finanziano con la produzione di prodotti agricoli.
I primi ebrei erano finanziati dal movimento sionista e hanno ricominciato a
popolare la Palestina prima della prima guerra mondiale.

Germania
Politica estera
La Germania nasce ufficiosamente col Brindisi a Versailles dei generali
tedeschi dopo la vittoria su Napoleone, nel 1871. Viene chiamato il secondo Reich
Viene creato il trattato di Francoforte, con due clausole fondamentali:
- cessione dell'Alsazia e della Lorena, regioni francesi che passano alla
Germania;
- Pagamento di danni di guerra di 5 miliardi di franchi oro. Questa era
condizionata alla presenza delle truppe tedesche in Francia: i tedeschi
avevano infatti il diritto di rimanere in Francia finché la Francia non
avesse pagato quei danni di guerra quindi come truppe di occupazione a
spese ovviamente del governo francese. In Francia nasce quel desiderio di
rivincita che da quel momento i francesi cominciano a covare contro i
tedeschi.
Nel momento in cui Bismarck firma con la Francia il trattato di Francoforte è
molto consapevole che in Europa ci sono due focolai di tensione: il revanscismo
francese e il problema nei Balcani perché Austria e Russia vogliono spartirsi il
territorio dei Balcani ai danni di quell'impero turco che sta diventando sempre
più debole.

Questione d’Oriente
Nel territorio dei Balcani coesistono tre religioni: cristiana cattolica,
musulmana e greco-ortodossa. Maometto II occupa nel 1453 quello che rimane
dell’Impero Bizantino e lo ammette nell’Impero Ottomano, il quale arriva al
confine dei possedimenti degli Asburgo. Gli ottomani non impongono la
conversione forzata alla religione islamica, ma applicano delle discriminazioni
economiche e anche in parte civili per chi non lo è. Migliaia di persone decidono
di convertirsi per sfruttare i vantaggi dati dallo status di cittadino romano ma
questo comporta che l'islam comincia a radicarsi in tutto il territorio, e da quel
momento quindi nasce una convivenza forzata tra cattolici, greco-ortodossi e
musulmani che presto scatenerà una conflittualità sanguinosa e che sarà la
guerra del Kosovo degli anni 90.
Nel secolo di cui parliamo l’impero è in crisi e in questa zona vogliono mettere
le mani gli austriaci e i russi. La ragione ufficiale difendiamo le minoranze gli
austriaci difendono i cattolici i russi i greco-ortodossi, ma la vera motivazione è
l'acquisizione di nuovi mercati.

Congresso di Berlino
Questi due focolai di tensione vanno contro quella che è l’idea della politica di
Bismark: la famosa politica dell'equilibrio. Infatti la rottura dell'equilibrio
europeo minaccerebbe l'indipendenza della giovane nazione tedesca.
Questa politica però si rompe nel 1877 perché scoppia una guerra tra russi e
turchi. I russi erano entrati in guerra per il controllo della Bulgaria, i turchi
intanto avevano creato le premesse per una rivolta; i russi subito si erano messi
a proteggere e a difendere i bulgari. Bismark riesce a convocare tutti i
rappresentanti delle potenze europee l'anno successivo a Berlino dove dirige le
trattative del Congresso di Berlino, le cui clausole sono:
- Bismark convince i russi a rinunciare ai territori occupati in Bulgaria, in
cambio della Bessarabia meridionale (Moldavia). Alla Russia come
compensazione viene concesso il porto sul Mar Nero di Batumi, un
territorio chiave perché qui transitano tutti i commerci con il mondo via
nave. I russi possono avere un altro scalo commerciale di commercio
attraverso il mantello.
- La Bulgaria viene divisa in tre zone: una parte rimane diventa un
Principato semindipendente, la Romelia rimane sotto il sultano si
chiamava commedia allora la commedia occidentale e anche la Macedonia
rimane sotto uscita poi la
- Vengono creati tre stati a tavolino: Romania, Serbia e Montenegro;
- L'impero austro ungarico acquista l'amministrazione della Bosnia
Erzegovina;
- L'Inghilterra ottiene l'isola di Cipro, strategica per il controllo del
Mediterraneo, e il controllo del canale di Suez. Gli inglesi possono
controllare tutto ciò che passa dall'India verso l'Europa e viceversa.
- La Francia ottiene da Bismarck il via libera per l'occupazione della
Tunisia, anche se sa benissimo che gli italiani pensano che sia la loro
proiezione naturale coloniale. Ciò serve ad avvelenare i rapporti tra
Francia e Italia, perché Bismarck vuole attirare a sé l'Italia.
- L'Italia e Germania non chiedono niente per loro la famosa politica delle
manine nette.
Nel 1882 viene firmata la Triplice Alleanza quindi si conclude il matrimonio
voluto da Bismarck con l'Italia e con la volontà di Bismark di non conquistare
territori coloniali si chiude il discorso sulla politica estera.

Politica interna
Bismark applica internamente lo stesso principio che applica in politica
estera, cioè la politica dell'equilibrio. Infatti fa un'alleanza sociale economica
internamente alla Germania tra i grandi latifondisti (Junkers) e la grande
borghesia industriale proprio per favorire il consenso di quest’ultima. Bismarck
vara una politica protezionista per proteggere il mercato tedesco (cereali,
legname e metalli).
Nasce la moneta unica tedesca, il marco, che rimarrà in vigore fino
all'introduzione dell'euro, e favorisce la nascita della Banca Centrale Tedesca
(Raich Bank), la quale ora è l'unica che può stampare e coniare moneta.
Negli anni di Bismarck non incontra nessun ostacolo, perché la costituzione
tedesca di quegli anni (voluta dallo stesso Bismark e dall'Imperatore) ritagliava
al Parlamento tedesco un ruolo molto marginale: esso era eletto a suffragio
universale maschile, però politicamente il vero potere era tutto nelle mani
dell'Imperatore.
Dopo l'unificazione tedesca ci sono diverse minoranze che ovviamente
coltivano il sogno dell'indipendenza, come i bavaresi, cattolici. Questa
situazione per lui viene sentita come una minaccia perché i cattolici sono prima
di tutto fedeli al Papa e poi al proprio Stato. Siccome l'obiettivo di Bismarck è
quello di creare una identità tedesca, i cattolici sono sentiti come un ostacolo.
Vara quindi un programma di forte limitazione dell'influenza culturale
cattolica (Kulture Kampf), e prende dei provvedimenti:
- L'istruzione viene trasferita totalmente allo Stato, in modo tale che lo
stato controlli i programmi di insegnamento e la formazione culturale
dei futuri cittadini;
- Matrimonio civile obbligatorio, se no non è riconosciuto dallo Stato;
- Scioglie diverse congregazioni religiose ed espelle l'ordine dei gesuiti.

Francia
La comune di Parigi
Dopo la battaglia di Sedan, che sancisce la vittoria prussiana, il popolo
francese costituisce una guardia nazionale e decreta la fine del regime
napoleonico. Per Parigi la caduta dell’impero fu un'occasione rivoluzionaria, ma
anche l’inizio di una riscossa nazionale.

Nel 1871 si tennero le elezioni di una nuova assemblea nazionale, che finì ad
essere composta in maggioranza da moderati e conservatori, grazie alle
campagne dove prevalgono tendenze conservatrici.
Il nuovo governo apre trattative di pace ma si ferma quando furono note le
durissime condizioni di Bismarck, il popolo di Parigi protesta e difende la città.
Quindi la Francia era fratturata in Parigi rivoluzionaria e Francia rurale
conservatrice, lo scontro fu inevitabile: il governo ordinò la consegna delle
armi raccolte per la difesa della capitale, la guardia nazionale non obbedì e
indisse le elezioni per il consiglio della comune.
I conservatori si astennero, il potere restò nelle mani dell’estrema sinistra,
composta da socialisti e anarchici. i dirigenti della comune danno vita a una
democrazia diretta e aboliscono la distinzione tra potere esecutivo e
legislativo. I funzionari furono resi elettivi e revocabili e l’esercito sostituito
da milizie popolari armate.
Ciò entusiasma i rivoluzionari di tutta Europa, e Marx e Bakunin videro nella
comune il primo esempio di gestione diretta del potere da parte delle masse,
modello per la futura società socialista. La Comune non riuscì però a coinvolgere
i piccoli centri e le campagne, per questo non durò più di due mesi. Thiers riesce
infatti a far muovere un esercito per passare all’assalto di Parigi, difesa dalle
milizie popolari armate. Il movimento rivoluzionario francese venne sconfitto.

Caso Dreyfus
Nella Francia della terza repubblica un giovane ufficiale dell’esercito, Alfred
Dreyfus, il quale ha l’unica “colpa” di essere ebreo e alsaziano, viene accusato
di spionaggio a favore dei tedeschi. Lo spionaggio c’era stato veramente: un
gruppo di persone all’interno dell'esercito aveva passato documenti riservati ai
tedeschi, ma Dreyfus era assolutamente innocente.
Dreyfus viene comunque degradato, condannato a morte e mandato in una
delle prigioni più dure dell'impero francese, la Prigione del Diavolo nei Caraibi.
L’accusa è falsa ma tutto viene insabbiato.
2 anni dopo viene promosso a capo responsabile dei servizi segreti francesi
il colonnello Picquart, il quale era sempre stato convinto dell’innocenza di
Dreyfus. Da capo dei servizi segreti ha accesso a dei documenti segreti e,
indagando, scopre che il vero colpevole è il maggiore Esterhazy che, vittima dei
debiti di gioco, aveva deciso di passare i segreti ai tedeschi in cambio di denaro.
Picquart raccoglie le prove e lo porta al Ministro della Guerra, da cui
dipendono i servizi segreti, e come ricompensa Picquart viene mandato in zona
di guerra, dove Esterhazy spera che muoia.

Picquart prima di partire ha informato il vicepresidente del senato


(repubblicano) e la famiglia di Dreyfus di quanto scoperto.
A questo punto in Francia scoppia una campagna innocentista che chiede la
riapertura del processo, con a capo un repubblicano progressista, Georges
Clemenceau, che possiede un giornale chiamato l’Aurore. Nel 1898 Zola pubblica
il suo famoso articolo innocentista: J'accuse, nel quale accusa i reazionari di aver
insabbiato le prove di Dreyfus. L'autore viene processato e condannato a un anno
per calunnia.

Questo movimento innocentista riesce a far riaprire il processo, ma la destra


e i vertici militari non reggono l’idea che questo possa buttare fango
sull’immagine della nazione. Perciò si scontrano due fazioni antitetiche: i
nazionalisti, che per il prestigio della nazione farebbero qualsiasi cosa, e i
democratici, che credono che i diritti dell’individuo e l’amministrazione della
giustizia, non debbano guardare in faccia nessuno.

Nel 1899 viene riaperto il processo, che da Parigi si sposta in periferia nella
città di Rennes. Gli danno comunque una seconda condanna, anche se ci sono
prove evidenti dell'innocenza. La Francia è profondamente spaccata in due parti:
da un lato c'è un'opinione pubblica democratica e progressista che mette
davanti a ogni cosa la difesa dei diritti dell'individuo, della democrazia, del
principio di giustizia e il rifiuto di ogni discriminazione razziale, anche a
costo di danneggiare il prestigio. L’altra parte ha una visione autoritaria e
conservatrice dello Stato e perciò vanno difesi a ogni costo l'autorità dello
Stato, delle forze armate e della sicurezza della nazione.

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