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IL PROGRESSO:

ITALIANO:
o Tra gli intellettuali che accetterà il progresso in modo positivo Gabriele
D’Annunzio: saprà assecondare le leggi del mercato e il gusto del pubblico in vista
del successo e del guadagno.

STORIA:
o Il tubo catodico era un elemento presente qualche anno fa nelle nostre
televisioni, mentre in passato come fonte d’intrattenimento erano nati i cinema
nel periodo delle società di massa. Le quali si affermano alla fine dell’ottocento e
agli inizi del Novecento…

o I circuiti fanno parte del motore elettrico. Il motore elettrico si è sviluppato negli
ultimi anni e piano piano sta sostituendo quello a scoppio. Il motore a scoppio
(ha avuto la sua prima comparsa) era nato nel periodo delle società di massa

o Un’epoca di grandi progressi fu quella delle Società di Massa…

o Un’epoca di grandi progressi si ebbe nella Prima Guerra Mondiale con lo sviluppo
degli armamenti militari…

o Un’epoca di grandi progressi si ebbe nella Seconda Guerra Mondiale nella quale si
svilupparono nuove…

FILOSOFIA:
o In questo clima di fiducia verso il futuro, Schopenhauer sostiene che l’ottimismo
di coloro che vedono unicamente il bene in questa nostra esistenza non è non è
soltanto un errore, ma un’iniquità morale. Gli uomini secondo Schopenhauer
sono profondamente infelici ma vengono persuasi del contrario.

o Mentre Foscolo non accettava il mito del progresso, Nietzsche…


CHIMICA:
o Il continuo mutare delle cose, caratteristica essenziale di tutto ciò che può
definirsi progresso, trova similitudine nella branca della geologia che studia la
struttura e l'evoluzione della crosta terrestre…

o La benzina che rappresentò un grande progresso nelle società di massa che


alimentava il motore a scoppio, fa parte degli idrocarburi, composti costituiti da
atomi di H e C. Più in particolare la benzina fa parte degli idrocarburi aromatici.
Gli idrocarburi aromatici…

FISICA:
o Nel periodo della seconda rivoluzione industriale numerosi furono gli studi
condotti in campo scientifico, tra questi degni di menzione sono quelli attuali
Faraday e Maxwell.

o I mutamenti generati dal progresso nel corso del tempo hanno generato il
motore elettrico...

INGLESE:
o The early Victorians embraced progress and accepted the society they lived in.
PROGRESSO

STORIA: Società di massa.

Tra la fine dell’ottocento e i primi anni del 900 le grandi masse popolari grazie all’impulso della
seconda rivoluzione industriale diventano le protagoniste della storia sociale dell’Europa e degli
Stati Uniti. Per la prima volta le masse popolari possono accedere agli ambiti della vita prima
riservati a dei gruppi ristretti di persone.

Le città offrono cospicue opportunità di lavoro nelle fabbriche e per questo motivo richiamano un
grande numero di contadini. La popolazione urbana dell’Europa tra la fine dell’ottocento e l’inizio
del novecento cresce di conseguenza in maniera esponenziale. Alla fine del XIX secolo oltre 100
città europee registrano una popolazione di più di 100.000 abitanti. Per questo motivo la città
riorganizza l’impianto urbanistico in maniera da soddisfare le esigenze abitative e commerciali. Tra
la fine dell’ottocento e quindi gli inizi del 900 aumenta anche l’età media della vita grazie al
miglioramento delle condizioni igienico sanitarie, ai progressi della medicina e alla migliore qualità
del cibo. Si passa dai 35-40 ai 45-55 anni, parallelamente il controllo delle nascite determina una
contrazione del tasso di natalità nelle città.

Nasce il ceto medio ossia insieme eterogeneo di gruppi sociali che si collocano in una posizione
mediana per reddito e prestigio, tra il ceto o classi superiore (aristocrazia, grandi proprietari
terrieri, sia) e i ceti e classi inferiori (lavoratori meno qualificati e retribuiti dell’industria). Nel ceto
medio vengono compresi commercianti, artigiani, impiegati pubblici e privati.
 È caratterizzato da una cultura omogenea in cui prevale l’individualismo.
 È il principale consumatore dei prodotti industriali.

In questo periodo:
o L’istruzione elementare a partire dagli anni 60 dell’ottocento diventa obbligatoria e gratuita e
posta sotto il controllo dello Stato, si ha quindi una diffusione di alfabetizzazione e l’aumento
dei lettori.
o Lo sviluppo industriale e tecnologico si riflette sui mezzi di comunicazione di massa
• Le tirature dei giornali aumentano considerevolmente.
• Si afferma il cinema che contribuisce alla diffusione delle idee delle mode.
•La radio permette ai ceti medi di essere informati in tempo reale.
o Nelle città nascono nuovi mezzi di comunicazione come i tram elettrici che agevolano gli
spostamenti delle persone.
Il mezzo più gettonato è la bicicletta che diventa il vero e proprio simbolo delle società di
massa.
L’invenzione del motore apri la strada all’automobile e all’aeroplano entrambi alimentati a
benzina.
Tutto ciò determinerà la diffusione dell’estrazione dello sfruttamento massivo del petrolio che
porterà le economie occidentali ad una quasi totale dipendenza da questa forma di energia.
La secondaria industriale è avvenuta negli ultimi decenni dell’ottocento e ha fatto registrare una
radicale trasformazione nella produzione di fabbrica interessandone molteplici aspetti che vanno
dalla modalità di organizzazione del lavoro le fonti di energia impiegati.

Lo sviluppo industriale di questo periodo non è omogeneo le aree più avanzate sono oltre
l’Inghilterra alcune regioni del Galles e la Scozia, il Belgio il nord-est della Francia, tutti con notevoli
giacimenti minerari.

Essa modo il processo produttivo avvalendosi dei progressi della scienza e della tecnica la quali si
misero al servizio dell’industria.
Di primaria importanza fu la realizzazione del motore a scoppio che utilizza come carburante la
benzina (derivato del petrolio) e che diventa il protagonista principale del miracolo delle
automobili nel 1880, e degli aerei nel 1903.
I grandi progressi si realizzarono nell’industria chimica e in quella metallurgica che ha come
produzione privilegiata quella dell’acciaio. Con questo materiale una lega di ferro contenente
carbonio vengono costruite le macchine, le navi e tutte le infrastrutture dei paesi industrializzati.

Il cuore dei cambiamenti è rappresentato dalla fabbrica.


A partire dal 1893 le innovazioni delle fabbriche determinò l’adozione di un nuovo sistema di
lavoro il Taylorismo.
Taylor nel suo saggio “l’organizzazione scientifica del lavoro” sostiene che la lavorazione di un
prodotto va diviso in tante fasi da svolgere ognuna in un tempo prefissato. Ogni operaio svolge nei
tempi prefissati soltanto i compiti del suo segmento di lavorazione. Centrale nella teoria di Taylor
era eliminare le pause non necessarie.
Le conseguenze del Taylorismo furono l’impoverimento e la disumanizzazione del lavoro. Secondo
il principio “one men, one job” gli operai dovevano svolgere ciascuno una sola mansione semplice
perdendo qualsiasi autonomia.

Il Taylorismo verrà applicato per la prima volta nelle fabbriche automobilistiche di Ford che prende
il nome di fordismo. Ford realizza un sistema di produzione basato sulla catena di montaggio.
(Un nastro mobile trasporta le varie componenti dell’automobile che vengono via via assemblate
dagli operai, ognuno dei quali si occupa di una specifica mansione con tempi prestabiliti.)

Nel 1908 dalla catena di montaggio nasce la prima vettura prodotta su larga scala il modello Ford-T
che diventa ben presto accessibile a un grande numero di persone.
Nasce la produzione in serie un modo innovativo di produrre in grado di fornire su larga scala
prodotti standardizzati con caratteristiche identiche.
Questo però provocherà la produzione di massa, che vede l’aumento delle merci prodotte e degli
acquirenti.
FILOSOFIA: Schopenhauer (Visione pessimistica)

In questo clima di fiducia verso il futuro, Schopenhauer sostiene che l’ottimismo di coloro che
vedono unicamente il bene in questa nostra esistenza non è non è soltanto un errore, ma
un’iniquità morale. Gli uomini secondo Schopenhauer sono profondamente infelici ma vengono
persuasi del contrario.

Schopenhauer è stato il primo il filosofo a riprendere la cultura orientale pensando di poter


modificare il sapere e la filosofia occidentale.

Per Schopenhauer la vita è un continuo dolore. Volere significa desiderare, e desiderare significa
avere una tensione, una mancanza per qualcosa che si vorrebbe avere. Quindi volere significa
soffrire.
L’uomo è il più bisognoso e mancante tra tutti. Il dolore è un dato primario e permanente mentre il
piacere deriva dal dolore. Accanto al dolore che è una realtà durevole, e al piacere che è una realtà
momentanea, Schopenhauer pone la noia, la quale subentra quando viene meno il desiderio.
La vita quindi è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia, passando attraverso l’intervallo
illusorio del piacere. Ne consegue quindi che la vita è un continuo a soffrire.

La volontà di vivere, che sempre insoddisfatta si manifesta non solo nell’uomo ma in tutte le
creature.
Tutto soffre: il fiore che impazzisce per mancanza d’acqua, l’animale ferito, il bimbo che nasce. Ma
l’uomo soffre di più perché a una maggiore consapevolezza.
Dietro le meraviglie del creato si nascondono una torma di esseri tormentati e angosciati, che
vivono a patto di liberarsi l’un con l’altro.
L’esempio più paradossale è quello della formica gigante da Australia che quando la si taglia in due
comincia la lotta fra le parti del corpo e quella della coda.

La massima sofferenza è rappresentata dal suicidio. Schopenhauer condanna il suicidio per due
motivi: il primo perché non nega la volontà di vivere ma la sua condizione, la seconda perché il
suicidio esprime soltanto una manifestazione fenomenica della volontà di vivere.

Per potersi liberare dal dolore dobbiamo negare la volontà di vivere ossia la nouluntas. Con la
presa di coscienza del nostro dolore potremmo avviarci verso il cammino per la liberazione dal
dolore. Per raggiungere tale obiettivo Schopenhauer propone tre tappe: l’arte, la morale e l’ascesi.
L’arte permette all’uomo di potersi liberare momentaneamente dalla volontà di vivere. Sarà
necessario un ulteriore passaggio. La morale è un sentimento di compassione verso il prossimo che
si concretizza con i valori di giustizia e carità. Essa libererà l’uomo dall’egoismo ma non dal dolore
della volontà. Essa dovrà essere superata attraverso l’ascesi che consiste nel cessare di volere la
vita, e di godere attraverso la castità, l’umiltà e il digiuno. Attraverso ciò si potrà raggiungere il
nirvana buddista che per Schopenhauer è la noluntas, ovvero l’esperienza del nulla nel mondo
ITALIANO:

Tra gli intellettuali che accetterà il progresso in modo positivo Gabriele D’Annunzio: saprà
assecondare le leggi del mercato e il gusto del pubblico in vista del successo e del guadagno.

D’Annunzio fu un uomo fuori dal comune, che cercò di creare intorno a sé un mito di sé stesso, così
come egli stesso affermava era “non un classico letterato” ma un uomo di lettere che si dedicò a
diversi generi imprimendo su tutti il segno della propria personalità ambiziosa ed eccentrica.
Egli incentrerà la propria figura in un elegante playboy che viveva secondo “l’ideale del vivere
inimitabile”, una vita fuori dal comune intesa come opera d’arte, accompagnato da belle donne
celebri e frequentatore di party e cacce alla volpe.
Fu un esteta, un uomo devoto alla bellezza e all’ideale della vita come opera d’arte, e un dandy, un
uomo egocentrico, elegante, amante dell’arte del bello, dalla cultura raffinata e dalla conversazione
brillante.
È stato una figura in perfetta armonia con il suo tempo e capace di sfruttare le novità a proprio
vantaggio. Si servì ad esempio della fotografia per farsi pubblicità e fu il primo letterato a
collaborare con l’industria cinematografica nascente.
Era affascinato dalle automobili, aeroplani e motoscafi. Prese parte infatti a un’incursione con
motoscafi siluranti (la cosiddetta beffa di Buccari nel Golfo del Carnaro) e al volo su Vienna durante
il quale per dimostrare il coraggio del popolo italiano fece cadere sulla capitale asburgica una
pioggia di volantini propagandistici.
Fu aperto alle suggestioni letterarie più diverse da Carducci, da cui trasse la “metrica barbara”, a
Verga da cui attinse ispirazione per la composizione di novelle a sfondo locale es Terre vergine, ai
simbolisti francesi, ai romanzieri russi che lo portarono a sperimentare i temi della purezza, della
bontà d’animo, del ritorno alla natura e all’indagine psicologica (attenta ai conflitti interiori) e agli
stati mentali talvolta patologici tipici di alcune figure dei romanzi di Dostoevskij. Dai modelli
letterari russi nacquero due opere in prosa: il romanzo breve Giovanni Episcopo e L’Innocente e il
Poema paradisiaco una raccolta di 54 liriche.

Il suo pensiero può essere suddiviso in diverse fasi:

1° FASE GIOVANILE
D’Annunzio in questa fase venne influenzato dal classicismo carducciano in poesia, in particolare
dalla metrica delle Odi barbare caratterizzata dalla ripresa dei metri classici e dal Verismo
verghiano in prosa e nel teatro; ma l’ambientazione regionale e popolare, tipica verghiana, venne
utilizzata come pretesto per rappresentare gli istinti primordiali di un mondo violento e selvaggio.
Le tecniche narrative però sono diverse da quelle verghiane dell’impersonalità.
Il narratore interviene per esprimere il proprio punto di vista.

2° FASE DELL’ESTETISMO
Il poeta dominato da una personalità estetizzante si avvicinò all’estetismo europeo che poneva il
culto della bellezza come bene supremo nel tentativo di superare le convinzioni della morale
borghese.
Incarnò con la sua vita l’eroe decadente raffinato, amante del bello, lontano aristocraticamente
dalla mediocrità della massa e allo stesso tempo esaltando un’esistenza vissuta come eroica e
grandiosa. Da qui si creerà il mito del vivere inimitabile ossia di una vita intesa come opera d’arte in
una estenuante ricerca del piacere dei sensi.
D’Annunzio incarnò quest’eroe in Andrea Sperelli del Piacere e in altri protagonisti dei suoi
romanzi.
Il mito dell’esteta presentava i suoi limiti.
L’esteta, infatti, nella sua aspirazione a distinguersi dalla società borghese, era un perdente e lo
portava a un isolamento in un mondo fittizio dominato dalla menzogna.

3° FASE DELLA BONTÀ


È una fase transitoria durata pochi anni nei quali il poeta sotto l’influenza di Tolstoj da cui mutuò il
tema dell’aspirazione alla purezza e Dostoevskij che suscitò in lui l’interesse per l’indagine
psicologica di anime dilaniate fino ai limiti della patologia, si rivolge a tematiche più intime nella
ricerca di una purezza primordiale.
Il ripiegamento malinconico matura durante il soggiorno napoletano quando percepisce un senso
di sconforto e di solitudine. In questa fase protagonisti delle sue opere sono gli inermi e gli umili
abbandonando invece la figura dell’intellettuale che cerca rifugio nel piacere in una dimensione
estetica.
Un’opera che rispecchia questa fase è il poema paradisiaco.

4°FASE
Dopo la lettura di Nietzsche, D’Annunzio elabora una nuova idea d’intellettuale: l’artista dotato di
forte volontà che guarda alla bellezza come modello assoluto. Il superuomo è un individuo
eccezionale a cui spetta il diritto di opporsi alla realtà borghese per realizzare il dominio secondo la
sua volontà. Egli è uno spirito superiore e un eletto. Mentre nel filosofo tedesco il superuomo è
l’individuo capace di esercitare una volontà di potenza non per dominare gli altri ma per creare
nuovi significati alla vita; una volta constata “la morte di Dio” ovvero il tramonto di tutti i valori. Per
D’Annunzio il superuomo è consapevole della propria forza e lotta per affermare sé stesso e
dominare sulle masse.

5°FASE
Il Panismo è una percezione profonda del mondo esterno in cui l’elemento umano si identifica e si
fonde con l’elemento naturale. D’Annunzio considera la natura come un’entità viva e in perenne
movimento.

6°FASE NOTTURNA
Questo periodo che prende il nome dal titolo dell’opera “Il notturno” è la fase degli ultimi anni
dove il poeta, costretto ad una assoluta immobilità e al buio totale per la cecità provocato da un
incidente di volo, cerca di analizzare e mettere a nudo la propria interiorità. Inaugurerà così una
prosa autobiografica e frammentista (un procedere per libere associazioni, un fondere presente e
passato mediante l’andirivieni della memoria, un mescolare il ricordo alla fantasia. Scriverà in
questo periodo opere diverse tra loro accomunate dal taglio autobiografico e dal registro stilistico
più misurato meno proteso verso il sublime.
GLI ALTRI AUTORI CHE ATTEGGIAMENTO HANNO AVUTO VERSO IL PROGRESSO?

Giovanni Verga: presenta con la sua opera il Malavoglia il mito positivistico del progresso. Al
centro della sua opera egli colloca due temi fondamentali: la fiumana del progresso e la lotta per
l’esistenza. Ai suoi tempi in un Italia caratterizzata da un processo in atto di trasformazione
dominava l’idea che il progresso avrebbe assicurato al popolo un futuro di benessere e felicità.
Verga però, invece, se riconosce che il progresso possiede qualcosa di inarrestabile e grandioso,
evidenzia ponendo la sua attenzione sui vinti, gli effetti negativi della modernità nelle zone rurali
arretrate e il prezzo che occorreva pagare per quel tipo di progresso.
Vi era una lotta per la vita

Foscolo: rifiuta il primato assegnato dall'Illuminismo al progresso a favore della funzione mitica ed
eternatrice della poesia.

Leopardi: La visione leopardiana del progresso è estremamente pessimistica; secondo Leopardi


esso fa uscire l'uomo da uno stato di felicità conducendolo ad uno stato di dolore e sofferenza.

Manzoni: La storia e il progresso, secondo Manzoni, erano oscurati dal trionfo del male e
dell'ingiustizia. Questo pessimismo storico-politico, incontrandosi con il cattolicesimo, si indirizzò
verso una concezione della storia come realizzazione di un fine ultraterreno, che obbedisce ai
disegni della Provvidenza divina.

Giovanni Pascoli: Nonostante Pascoli fosse inizialmente un seguace delle teorie positivistiche, non
soltanto riconobbe l'impotenza della scienza come strumento da adoperare per la risoluzione dei
problemi umani, ma accusò il progresso di aver reso l'uomo infelice poiché aveva causato il crollo
della fede in Dio.

Italo Svevo: Il progresso tecnologico non ha fatto altro che incentivare la catastrofe. E, quindi,
conclude, solo una sarà l'amara soluzione, ancora una volta profetica: «Ci sarà un'esplosione
enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di
parassiti e di malattie»

Pirandello: critica un'idea di progresso fondata sulla meccanizzazione di tutti i processi che un
tempo erano affidati alle mani dell'uomo al quale questa nuova situazione sottrae l'umiltà della
fatica e dunque la sofferenza, ma anche la soddisfazione, l'onore e la successiva felicità nell'aver
compiuto un'opera.
FISICA: Esperienza di Faraday, Ampere e Maxwell, tubo catodico, Motore elettrico.

(vedi libro) (volume 2)

CHIMICA: Benzene e la Deriva dei continenti e la Tettonica a placche

•La benzina che rappresentò un grande progresso nelle società di massa che alimentava il
motore a scoppio, fa parte degli idrocarburi, composti costituiti da atomi di H e C. Più in
particolare la benzina fa parte degli idrocarburi aromatici.
Gli idrocarburi aromatici…
(Appunti)

•Il continuo mutare delle cose, caratteristica essenziale di tutto ciò che può definirsi progresso,
trova similitudine nella branca della geologia che studia la struttura e l'evoluzione della crosta
terrestre.

Nel 1915, Alfred Wegener, formulò l'ipotesi della deriva dei continenti, riteneva che questi fossero
inizialmente uniti tra di loro e che nel tempo si fossero spostati per raggiungere le posizioni attuali.
Tuttavia, non potendo capire come ciò fosse possibile, la sua tesi venne rifiutata in un primo
momento. Le dinamiche di questo processo furono chiare soltanto nel 1960, quando si scopri che il
calore del mantello alimentava gli spostamenti delle zolle. Le prove che confermano questa ipotesi
sono:
•Prova Geografica: alcuni dei profili dei continenti, come quello Africano e Sud Americano.
sembrano essere complementari.
•Prova Paleontologica: i ritrovamenti fossili di alcuni continenti combaciavano con quelli di altri,
come il caso del Mesosaurs in Africa.
•Prova Paleoclimatica: Wegener studiò che l’origine delle rocce nei continenti fu dovuto grazie a
condizioni climatiche diverse da quelle attuali.
In origine, la Terra, presentava una superficie formata da lava incandescente.
A seguito di continui urti con asteroidi e altri corpi celesti, i quali frammentarono la superficie, che
successivamente si raffreddò, nacque una crosta primordiale.
Questa era formata da blocchi di terra costituiti principalmente da granito, i quali, scontrandosi, si
unirono divenendo un unico primo continente e un unico grande oceano: la Pangea e la
Panthalassa.
I movimenti della crosta terreste sono possibili grazie ai movimenti presenti all'interno del
mantello, che consentono lo spostamento delle varie zolle che compongono la superficie (12).
Proprio questo spostamento ha garantito la formazione dei vari continenti per come i conosciamo
oggi.
Questo processo durò per miliardi di anni ed è tutt'ora in corso. Le 12 placche che formano la
crosta terrestre vengono allontanate o avvicinate tra loro in continuazione generando il fenomeno
della deriva dei continenti.
Un'evoluzione della teoria dei continenti - anzi, una sistematizzazione, per meglio dire - viene dalla
teoria della Tettonica delle placche, formulata da Wilson John, che risale agli anni '60 del secolo
scorso.
La teoria della tettonica delle placche afferma che le placche della litosfera galleggiano
sull'astenosfera. Questa teoria fornisce una spiegazione unitaria di fenomeni molto diversi come il
vulcanismo, l'attività sismica, l'orogenesi e la formazione delle strutture continentali e oceaniche,
oltre a chiarire aspetti relativi alla composizione chimica e al magnetismo, all'età delle rocce... tutto
in modo coerente.
La parte più esterna della crosta terreste, ovvero la litosfera, è composta da una ventina di placche
dette anche zolle - ciascuna placca è delimitata da un margine lungo il quale confina con un'altra
placca adiacente. Le placche litosferiche seguono i movimenti dell'astenosfera sottostante… Grazie
a questi movimenti, le placche possono avvicinarsi o allontanarsi tra di loro, dando vita a dei
fenomeni distinti:
• nei margini di convergenza, si verifica un fenomeno di subduzione: lo scivolamento di una placca
sotto un’altra. Ad esempio, lo scontro tra la placca di Nazca e il Continente Sudamericano ha dato
origine alla Cordigliera delle Ande e ad una enorme fossa lungo i margini delle due placche.
• nei margini di divergenza, con l’allontanamento di due placche si ha l’espansione dei fondali
marini che permette la formazione delle dorsali oceaniche.
• nei margini di scorrimento o trasformi, le placche scorrono una accanto all’altra. Un esempio è la
Faglia di San Andreas la quale si estende per 1300 km.
Lo spostamento delle placche causa anche fenomeni di orogenesi, ossia la formazione delle
montagne, e terremoti, generati dal movimento delle placche convergenti che si spostano
parallelamente in posizioni opposte.

FILOSOFIA: Crisi delle certezze (Freud e Nietzsche), Età della borghesia (Schopenhauer e
Kierkegaard)

Questa frase tratta dal filosofo Nietzsche delinea

In questa immagine è rappresentato…

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