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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Idea di contemporaneità “complicata”, da che cosa? Complicata dal fatto che non tutto nella storia
va alla stessa velocità:
(esempio del mare: delle onde la superficie del mare gli eventi politici di cui parliamo, quindi
le guerre, l'avvento del fascismo, ecc… potremmo considerarli come la superficie della nostra
storia)

Nella profondità, le cose si muovono con ritmi diversi (l'esempio delle superstizioni, che
sopravvivono nei contemporanei o in alcuni di noi)
 esempio di un’altra forma di convivenza, di diverse contemporaneità, nel presente: si tratta di
un articolo di un paio di anni fa, che è la storia di un di un missionario occidentale (americano o
inglese) che ha tentato di approdare in un’isola del Golfo del bengala, in cui non si può accedere e,
gli indigeni che vivono nell'isola l'hanno attaccato e colpito a morte;
(Si parla di un concetto diverso di convivenza di contemporaneità)
Era l’anno 2018/2019 e, evidentemente, gli indigeni che vivono in quest'isola, isolata dal mondo,
per motivi di protezione degli stessi indigeni, perché ovviamente il contatto con gli occidentali
porterebbe malattie, e tutte le conseguenze che si sono viste durante la conquista delle Americhe;
 questo è un diverso concetto di compresenza delle contemporaneità.

Un ulteriore complicazione è data dal fatto che, anche in noi stessi, che siamo nel mondo
occidentale, possono convivere tempi diversi, possiamo essere in tempi diversi.

1)Un tempo è quello dell’uso dello smartphone, e 2) un tempo è quello delle nostre credenze o di
costumi che sono rimasti più legati al passato.
quindi il concetto è quello di diverse contemporaneità o diverse idee di contemporaneo possibile;
Una contrapposizione o una differenza tra l'ambito politico, economico o tecnologico e quello
invece delle convinzioni, dei costumi e della cultura;

Con questo sociologo, uno dei più importanti sociologi delle teorie della modernizzazione, si torna
all'idea che rimase in vigore fino agli anni ’60 -‘70 (cominciò a entrare in crisi all’inizio degli anni 70
del 900, l'idea che la storia andasse in una direzione, e che questa direzione fosse quella del
progresso e che le società industrializzate fossero società (in toto) moderne)

Germani è uno di quelli che, appunto, sostenevano che quello che caratterizza la contemporaneità
è l'ampiezza dei processi di modernizzazione e, questa modernizzazione, si compie quando il
progresso scientifico, il progresso tecnologico e la struttura economica delle società, assume un
certo numero di caratteristiche.
Quindi: la tecnologia che assicura il progresso scientifico, che assicura il dominio dell'uomo sulla
natura, la disponibilità di energia, la massimizzazione della produttività lavoro umano  cioè tutto
quello che è collegato alle nostre società occidentali industrializzate.

Ma, Germani ci dice che, queste trasformazioni (in ambito economico, in ambito scientifico e in
ambito tecnologico) fanno anche cambiare il modo di pensare e di agire delle persone.
Questo si pensava però fino agli anni ‘60 e gli anni ‘70; queste idee (cioè l'idea che, all'uso dello
smartphone si associ anche il fatto che una persona non è superstiziosa, non crede più nella
religione, nella tradizione di tutto quello che le vien da un retaggio culturale del passato)
 tutto questo viene cancellato dalla modernizzazione (nella visione di Germani) in senso
positivo; La rivoluzione industriale è vista, appunto, come l'inizio della contemporaneità, perché?
Perché si associa il nuovo modo di produrre a tutta una serie di trasformazioni nella vita delle
persone, che non sono solo la disponibilità di prodotti, ma sono anche date dal fatto che si vive in
città sempre più grandi, vivendo assieme a persone che fanno lo stesso lavoro  quindi si crea
tutto un tipo di cultura nuova che è quella delle società industriali.

Quindi si tratta di società che sono profondamente diverse da quelle della tradizione
Se l'età moderna; quella pre-contemporanea, era una società in cui quasi niente cambiava, citando
ciò detto da Douglas Norths (studioso): se un contadino veniva spostato nella società industriale,
egli vive come si viveva nella Grecia antica;
Se questo contadino lo spostiamo nella città industriale non si raccapezza/orienta più perché la
società industriale nell’800, è una società in cui (meno velocemente di adesso) tutto cambia
rapidamente e, secondo Germani (e secondo tutti i teorici della modernizzazione), di conseguenza
cambiava anche il modo di pensare delle persone, le quali non pensavano più come si pensava
prima.

Lo vedremo quando arriveremo a parlare gli anni ‘70  gli studiosi non sono più così tanto
convinti che sia così, che effettivamente siamo “moderni” nella contemporaneità, nel modo di
pensare.
Esempio relativo a come cambia la legislazione: le leggi sono la traduzione, nel regolamento del
modo funzionale di una società, dei valori di una società, delle cose in cui una società crede.
 Esempio sui diritti civili per le donne in Italia, arrivati tardi (in Italia si è arrivati tardi al voto)

Esempio della Rivoluzione francese, come inizio della modernità: perché nasce lì il concetto di
cittadinanza? (un concetto che nella contemporaneità è molto importante) Che cittadinanza nasce
durante la Rivoluzione francese? Chi sono i cittadini durante la Rivoluzione francese? Sono solo i
cittadini maschi, non sono le cittadine. L'idea di cittadinanza femminile, in alcuni paesi, come
l'Italia, nasce nel 1948 con la costituzione (fino alla 1948 c'era lo statuto albertino che era
diventato la costituzione del Regno d'Italia nel 1861 e il suffragio era solo maschile)
Prima guerra mondiale: per quanto riguarda l'ingresso delle donne nella cittadinanza, la Prima
guerra mondiale ha segnato una svolta in tantissimi paesi.
In Italia le donne, durante la Prima guerra mondiale, hanno dovuto, come in tanti altri paesi,
sostituire gli uomini al lavoro, anche nelle fabbriche;

Dati della violenza sulle donne 

Discorso del nuovo presidente del consiglio: Draghi ha posto l'accento sul fatto che non c'è un
accesso al mercato del lavoro ugualitario delle donne in Italia, e quindi bisogna lavorare con il fine
di creare delle condizioni perché anche le donne possano, per esempio, diventare rettrici delle
università italiane, dove le rettrici sono 3 su 80;

 C'è un grande sensazione di incertezza rispetto quello che succederà, perché tutto cambia
incessantemente, però tutto cambia incessantemente ricordandosi sempre che gli strati profondi
sono difficili da cambiare, in questo caso stiamo parlando dei comportamenti, ad esempio la
violenza nei confronti delle donne e non solo la violenza, ma anche l'inesistenza di condizioni
paritarie sul mercato del lavoro in tutti i campi, che sono eredità del passato e che nemmeno una
legislazione, pur intervenuta 70 anni fa su questo, è riuscito del tutto a modificare.

Una grande incisura, un momento di passaggio e di trasformazione determinato da un qualcosa


che cambia profondamente nelle società industriali, dice la crisi che si determina all’inizio degli
anni 70, fa cambiare anche tutto il modo in cui si percepisce la modernità e la contemporaneità.
Negli anni 70 e c'è tutto movimento filosofico che è definito postmoderno.
Questo movimento filosofico fa riferimento al fatto che, nelle società, c’è stata una trasformazione
profonda innescata dallo shock petrolifero del 1973  questo shock mette in crisi il modello delle
società occidentali, basate sull’industrializzazione, le quali vengono messe in crisi da un aumento
del prezzo del petrolio, le quali mettono in crisi anche l'idea della contemporaneità che si aveva.
I due significati di storia la storia nel significato due, cioè il racconto del passato, è sempre
condizionato da quello che succede nella storia 1, cioè i fatti che accadono condizionano il modo in
cui si pensa la storia (come la difficoltà di percepire la storia come aperta)

Le periodizzazioni sono frutto delle interpretazioni di storici, della loro attenzione su determinati
argomenti, ricordando sempre che i fatti esistono (ad esempio: posso pensare che la Prima guerra
mondiale non sia stata così tanto rilevante nel cambiare il corso del ‘900, come la Rivoluzione
bolscevica, ma non posso dire che la Prima guerra mondiale non sia mai scoppiata)

 La periodizzazione scelta è sempre un’interpretazione, ricordando che, dietro a queste


interpretazione ci devono essere basati su dati fattuali.

Ogni ricostruzione del passato si basa su delle tracce del passato ma, alle volte, anche se nella
storia contemporanea, abbiamo il vantaggio di avere tantissime fonti, queste fonti non ci
consentono di ricostruire perfettamente un processo.

Cosa è cambiato nel corso del Novecento?

Nel 900 sono successe diverse cose  il pianeta è diventato molto più popolato;
Abbiamo: il fenomeno dell'urbanizzazione collegato ai processi di industrializzazione, la
trasformazione dell'economia industriale in economie di servizi soprattutto, in cui la maggioranza
delle persone non è più attiva nel settore industriale (settore secondario) ma è attiva nel settore
dei servizi.
Cosa sono i servizi? Ad esempio, tutta la parte educativa e tutta la parte sanitaria (come
l’università), il commercio, il turismo, ecc... quindi, le società che, fino alla pre rivoluzione
industriale erano società agricole, dopo la Seconda guerra mondiale, la maggior parte delle
persone che, in Italia, si dedicava all'agricoltura, ha affrontato il rapido passaggio all'industria (la
quale diventa mai il settore di occupazione prevalente, perché nel frattempo avanzano i servizi,
vale a dire il settore che oggi occupa la stragrande maggioranza delle persone)
Argomento delle Periodizzazioni: Studentessa che ha studiato in Polonia; se noi avessimo il libro di
storia contemporanea della Polonia o di un qualche altro paese, le periodizzazioni sarebbero
diverse  non è che in Polonia possono dire che la Prima guerra mondiale non è cominciata nel
1914, quello che possono fare in Polonia o che si può fare in Italia, è mettere enfasi sul fatto che la
Polonia, dopo la Prima guerra mondiale, viene costituita con una serie di territori, quindi avere dei
capitoli che cominciano e finiscono con una periodizzazione diversa.

Per esempio, in un libro di storia italiana, ci potrebbe essere un paragrafo, nel capitolo sulla Prima
guerra mondiale, intitolato “La Prima Guerra Mondiale 1915-1918” perché l'Italia entra in guerra
nel 1915 e esce insieme agli altri paesi nel 1918. Questo paragrafo, in un libro di storia
contemporanea della Polonia, chiaramente non ci sarebbe.

Altro esempio diverso: studio le migrazioni di italiani in Argentina e, nei manuali di storia argentina
non c'è un capitolo dedicato alla Prima guerra mondiale, e questo significa semplicemente che,
per la storia argentina, la divisione cronologica del ‘900 è diversa, perché c'è una frattura molto
importante in Argentina che coincide con la cesura della crisi del 1929.
Nel 1930 finisce il periodo politicamente chiamato “Orden Conservador” che è un periodo della
storia argentina, e ne comincia un altro.

 La storia è sempre stata studiata e utilizzata soprattutto in chiave nazionale o con un’enfasi in
particolare sulla storia nazionale, in questo senso le periodizzazioni possono variare dal punto di
vista di chi osserva determinati fenomeni, sulla base quindi dell’interesse nazionale o del punto di
vista nazionale, ma questo non vuol dire che c'è un possibile punto di vista su quando comincia la
Prima guerra mondiale.

Quello che è cambiato nel corso del ‘900: l'idea è appunto di un secolo caratterizzato da
grandissime trasformazioni  pensiamo soprattutto: all'impatto dei processi di urbanizzazione e
della demografia (siamo in tanti e destinati a crescere, secondo le proiezioni dei demografi, che si
basano sul tasso di fertilità e sull’aspettativa di vita, secondo le quali arriveremo a essere 9 miliardi
nel giro di 20 anni)
Elemento molto importante: si cerca di guardare il mondo non solo dal punto di vista europeo e
occidentale, ma anche dal punto di vista dei paesi che vengono chiamati “paesi del terzo mondo”,
“paesi emergenti”, quelli che stanno raggiungendo i livelli delle società industriali avanzate;
 Altro fenomeno: aumento delle disuguaglianze dentro la società occidentale (il 900, a livello
globale, è un secolo in cui le disuguaglianze si sono ridotte fortissimamente a livello globale
quando invece, negli ultimi 20/30 anni sono aumentate!)

L'altra grande trasformazione: è l'impatto che tutto questo ha avuto sul pianeta, con i
cambiamenti climatici e il riscaldamento globale, (Greta che è stata una delle protagoniste negli
ultimi anni della presa di coscienza del nuovo mondo e del mondo occidentale soprattutto, ma non
solo, e dell'impatto di tutto quello che è cambiato nel corso del 900)

La Prima guerra mondiale come l'inizio della storia contemporanea

Anche in Argentina, e in tutti i paesi dell'America Latina, che non hanno partecipato alla guerra, c'è
stato un impatto fortissimo.
 Il fatto che sia una guerra mondiale e che sia la prima, ha un’incidenza molto grande nel
funzionamento dei commerci internazionali.

La guerra sottomarina iniziata dai tedeschi per cercare di rompere il blocco della Marina inglese,
che impediva l’afflusso delle merci verso la Germania, è una delle motivazioni all'origine
dell’ingresso in guerra degli Stati Uniti, ma è anche la causa di una complicazione dei commerci
internazionali (La guerra rivela fino a che punto erano già intrecciate le economie del mondo, fino
a quanto già c'era una prima globalizzazione)

Ci sono molti studiosi che hanno ormai adottato la definizione di “prima globalizzazione” per il
periodo che va, più o meno, dal 1870 (quindi dagli anni in cui la Germania arriva all'unificazione) al
1914  ci sarebbe stata una prima globalizzazione in cui non solo i flussi delle merci, ma anche i
flussi dei capitali e i flussi delle persone, quindi le migrazioni internazionali, erano arrivati a
costruire delle reti che univano il mondo.
Uno dei motivi per cui e si parla di prima globalizzazione è il fatto che le potenze europee, quindi
principalmente la Germania, la Francia e l'Inghilterra dominavano il mondo.
Attraverso le loro colonie, da cui importavano materie prime ed esportavano prodotti finiti, tutto
questo aveva costituito delle reti che significavano: trasferimento di merci, trasferimento di
capitali (capitali che venivano investiti nelle colonie e viceversa), spostamento di persone (persone
che emigravano, dai paesi aventi una demografia che non permetteva di fornire lavoro a tutti, (tra
cui l'Italia) verso le Americhe: in Argentina, in Brasile, negli Stati Uniti e poi successivamente anche
in altri in altri paesi)

 Con la Prima guerra mondiale, tutto questo, si interrompe per un periodo limitato di tempo
(per 4-5 anni) però è come un segnale di allarme, e di cambiamento. Ma, in realtà, sarà la crisi del
1929 a mettere definitivamente uno punto a un'era in cui tutti questi flussi di persone, di capitali e
di merci avvenivano liberamente.
A differenza di quanto succede oggi, i flussi migratori, all'epoca, fino agli anni della Prima guerra
mondiale, non erano regolati dagli stati.

Non si aveva bisogno del permesso di soggiorno e quant'altro ma, già all'inizio del 900, si aveva
bisogno di un passaporto, ed eventualmente, il controllo degli stati sui propri cittadini era legato al
fatto che esisteva la leva militare e quindi chi, in età di leva, emigrava, poteva essere incriminato al
ritorno, perché per gli Stati era molto importante che i cittadini, in età di leva, non sfuggissero al
dovere della leva stessa, la quale durava molto di più di un anno in tanti paesi, perché gli Stati
nazione, che si erano sviluppati a partire dopo la rivoluzione francese, avevano non solo delimitato
il concetto di cittadinanza, ma avevano anche creato i cittadini e cioè, avevano convinto i francesi
di essere francesi in Francia, gli italiani di essere italiani in Italia;

Famosa frase “fatta l'Italia bisogna fare gli italiani” come si dovevano fare gli italiani?
Si facevano a scuola, dove venivano raccontate le storie del Risorgimento, del modo in cui si era
fatta l'Italia e, in questo modo, si convincevano persone che magari vivevano, per esempio, in
Sardegna, ad essere Sardi ma anche Italiani.
(Nella vita della Sardegna dell'Ottocento poteva succedere che chi viveva lì non sapeva che era
morto il re e ne avevano fatto un altro  quindi il fatto di sentirsi italiani, cioè sentirsi
appartenenti ad un’Italia nazionale non è dato nell’800, fino a quando gli Stati nazione, attraverso
la scuola e attraverso la creazione di eserciti di leva, non convincono i loro cittadini di essere non
solo Sardi o qualsiasi altra identità locale, ma di essere anche appartenenti a una comunità
nazionale)

Questo vale per l'Italia che arriva tardi all' unificazione nazionale, ma vale anche per gli altri paesi;
(Francia  c'è un libro di uno storico francese che si chiama “Da contadini a Francesi” che fa
riferimento a questo concetto)

ESERCITI  sono uno degli strumenti per costruire lo stato nazione e poi per difenderlo.
In Italia, fino a 20 anni fa, c'era la leva militare obbligatoria, alternativa però al servizio civile (c'era
possibilità di scegliere servizio civile) e adesso abbiamo un esercito professionale.
Da un certo momento in avanti, tutti gli Stati che avevano eserciti di milioni di uomini, hanno
trasformato l'esercito in esercito professionale, perché si è dato questo processo?
Perché, dopo la Seconda guerra mondiale, di guerre in Europa non se ne volevano più fare e quindi
progressivamente tenere indisponibilità eserciti di leva con quei numeri è parso qualcosa che non
aveva più un senso.

Anche in Italia c'è stato abbastanza dibattito, di una parte della società, che riteneva comunque
utile che ci fosse un servizio militare obbligatorio, comunque alternativo al servizio civile perché,
per una parte della società, è considerato un servizio che ha, per esempio, la funzione di mettere
in contatto persone che provengono da ambienti diversi.
Una delle funzioni che aveva l'esercito di leva: era quello di mettere assieme persone provenienti
dalle diverse parti d’Italia (ad esempio: un contadino della Sicilia con un contadino del Veneto, che
in molti casi non riuscivano neanche a parlarsi e non riuscivano a capirsi, perché parlavano dialetti
diversi) oppure, altra funzione: mettere assieme strati diversi, dal punto di vista
sociale/economico/culturale della popolazione

E, nell'era del secondo dopoguerra, dopo che la televisione (dagli anni ’60 in poi) ha svolto il ruolo
di unificazione linguistica del paese e anche di messa in contatto del paese, tutto questo non è
parso più indispensabile (Lega obbligatoria è stata tolta nel 1982)
Stiamo parlando della fine degli anni ’90, inizio degli anni degli anni 2000;

1914: “I SONNAMBULI” (Cristopher Clark)

 Ricostruisce tutto il contesto che porta allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Titolo un po’ strano: perché ci spiega qual è l'interpretazione di questo storico Cristopher Clark, sul
contesto che porta l'Europa a precipitare nel primo conflitto mondiale.

Clark ha usato questo titolo per un libro che descrive il contesto che porta l'Europa allo scoppio
della Prima guerra mondiale, perché lui è convinto che l'Europa, in un certo senso, precipiti dentro
a questa guerra senza che le grandi potenze abbiano una percezione di quello che sta per
succedere.

Cioè  nessuno aveva la percezione del fatto che, per tutto quello che era successo nei decenni
precedenti, tra cui la formazione di eserciti di milioni di uomini (esercito di leva che tutti i le
principali potenze avevano), ma anche la corsa agli armamenti, sarebbe scoppiato un conflitto;

Processo della seconda rivoluzione industriale: si traduce in un trasferimento dalla tecnologia


(della seconda rivoluzione industriale) alla produzione bellica, per esempio:
 navi che non sono più di legno, ma navi corazzate e armate con cannoni;
 tecnologie che consentono di introdurre l'aviazione per usi militari;
 armamenti che consentono, come la mitragliatrice, di sparare un numero di colpi a una velocità
inimmaginabile con l'uso del fucile (il moschetto, che avevano in dotazione i soldati all'inizio della
Prima guerra mondiale)

Quindi, il concetto è quello di un precipitare delle potenze dentro un conflitto che non
immaginano avrà le caratteristiche che poi avrà.
“LA GRANDE ILLUSIONE”

È un libro di un giornalista, pubblicato nel Regno Unito in Inghilterra nel 1909, quindi 5 anni prima
dello scoppio della Prima guerra mondiale e, in questo libro, Norman Angel (quindi un
contemporaneo del contesto precedente alla Prima guerra mondiale) a differenza di Clark:

Perché questo titolo? Perché, secondo Angell, l'illusione era quella di poter vincere (con tutte
queste tecnologie e tutti questi armamenti) facilmente una guerra o che una guerra servisse, come
era servita in passato, per delle conquiste territoriali e facili da ottenere perché, fino alla Prima
guerra mondiale, le guerre erano stati conflitti brevi, i quali (fuori Europa) erano stati risolti con
l’acquisizione delle colonie, da parte delle maggiori potenze europee (in minima parte l'Italia: la
prima colonia è la Libia, che neanche consolida nella conquista, prima della Prima guerra
mondiale, sarà poi il fascismo negli anni ‘30 a prendere possesso del territorio libico)

Quindi, ritornando al discorso di Clark, in realtà qualcuno che aveva, pensato ma anche scritto, che
per come si era arrivati a costruire eserciti, se ci fosse stata una guerra, sarebbe stata qualcosa di
mai visto e devastante, c'era.

JEAN RENOIR “La Grande Illusione” (film)

È un film pacifista che riprende il titolo del libro di Angell, e fa riferimento al fatto che l'idea di una
guerra che avesse le caratteristiche del passato, era un'idea non più attuale.
Questo film  ci mostra un aspetto importante della Prima guerra mondiale, anche chiamata la
Grande Guerra, ed è il fatto che è la prima guerra di massa, in cui gli eserciti sono formati non più
da poche decine di migliaia di persone, ma sono formati da milioni di persone.

Questa massa era, in gran parte, formata da contadini perché  quasi tutti i soldati che vanno a
combattere, durante la Prima guerra mondiale, sono contadini, e perché?
Perché gli operai, quasi sempre, dovevano rimanere nelle fabbriche (perché per alimentare,
vestire e armare eserciti di milioni di soldati, ci voleva qualcuno che producesse quelle armi e quei
vestiti)
Anche le donne andranno a lavorare nelle fabbriche per sostituire i soldati al fronte, ma è vero
che, una buona parte di operai devono rimanere dentro le fabbriche, quindi in trincea ci vanno
soprattutto i contadini, anche perché, nelle società che (come l'Italia) avevano già avviato
processo di industrializzazione, la percentuale della popolazione che si dedicava al settore
industriale era una percentuale molto piccola.
Ancora dopo la Seconda guerra mondiale, l'Italia era essenzialmente un paese contadino, fino al
boom economico (quindi: seconda metà degli anni 50/prima metà degli anni 60)

In una regione come il Veneto (in cui, ora, non c'è quasi più una parcella di territorio che non sia
trasformata in zona urbana, zona industriale o zona artigianale), che era pure la terza regione
industriale d'Italia (preceduta da Lombardia (2) e Piemonte (1)), ma è paradossale come la terza
regione industriale, sia una regione in cui di industrie non ce n'è quasi da nessuna parte, al di là del
famoso triangolo industriale: Milano, Torino e Genova, dove si concentrava la gran parte della
potenza installata.

Nel film, quello che ci mostra Renoir è che i contadini francesi e tedeschi (quindi i soldati) la
pensavano, più o meno, allo stesso modo e gli ufficiali tedeschi e francesi la pensavano più o meno
allo stesso modo quindi  la frattura non era tra i soldati francesi e i soldati tedeschi nel loro
complesso, ma era orizzontale, dentro allo stesso esercito, nel modo in cui vedevano la guerra: i
soldati francesi o tedeschi la subivano, mentre gli ufficiali la vedevano come un dovere patriottico
(Gli ufficiali erano quelli che venivano dall'esercito di prima  dunque erano i professionisti della
guerra)
In questo senso, tale film ha segnato una tappa del cinema e del pacifismo, per il modo in cui
rappresenta: soldati che non odiano il nemico e non vogliono far la guerra (che sono quelli che
vengono mandati nelle trincee) e, ufficiali o comandi militari che vedevano la guerra come
qualcosa che era sempre esistita, una guerra che facevano in pochi e che si risolveva in breve
tempo.

L'impatto a livello politico che avrà la Prima guerra mondiale (su tutta una serie di paesi)

 Con la Prima guerra mondiale, vengono innescate una serie di trasformazioni nei sistemi politici
(ad esempio: dopo che ai contadini era chiesto di restare in trincea, e di restare a morire per la
propria patria, era paradossale impedire loro di andare a votare)

Quindi, l'ampliamento del suffragio (anche per quanto riguarda le donne, in diversi paesi del nord
Europa) è legato al fatto che  si chiede ai cittadini di fare cose per cui non vi è più la possibilità di
tornare indietro, o di rifiutare (tanti contadini avrebbero voluto tornare a casa e, nel caso degli
Italiani, molti di loro non possedevano nemmeno le terre, perché tanti lavoravano le terre dei
latifondisti e, infatti, una delle promesse che veniva fatta ai contadini, se accettavano di
combattere, era quelle di ricevere delle terre  terre che non avranno mai)
Immagine  teniamo sempre come sfondo l'idea di una guerra nuova, e si vedono gli elmetti dei
soldati, che sono di tessuto;

Questo è un reparto di fanteria francese, in partenza per il fronte nel 1914, ed è un reparto di
fanteria descritto nel suo armamento del 1870, quindi 44 anni prima, nell’ultima grande guerra
che c'era stata nel centro d'Europa tra Francia e Prussia, e che poi era sfociata in tutta una serie di
eventi, tra cui l’inizio dell’imperialismo e la corsa agli armamenti tedesca, nella Germania
riunificata (l'ultima dei grandi paesi che arrivano all'unificazione in Europa)

Queste due immagini  per ricordare il discorso dei sonnambuli;


 Gli eserciti e i piani militari erano stati pensati per la stessa guerra che si era fatta fino a quel
momento: è un'immagine di una delle battaglie campali, che erano le tipiche battaglie delle guerre
dell'Ottocento.
Nel caso delle guerre coloniali, era tutto ancora più semplice, perché gli eserciti dei paesi che non
erano industrializzati, non erano armati con fucili e con altre armi, che invece avevano gli eserciti
delle potenze europee.
Battaglie campali  battaglie in cui gli eserciti si scontravano in campo aperto (eserciti che erano
formati da alcune migliaia di persone e l'artiglieria era costituita già da alcuni cannoni che erano
trasportati su ruote)

Soldati dentro alle


trincee della Prima
guerra mondiale

Perché i soldati della fanteria francese erano vestiti in entrambe le guerre (quella del 1870 e quella
del 1914)?
Perché, in questo tipo di battaglie, si correva un grande rischio: se io non vestivo il mio esercito
con un’uniforme che fosse ben riconoscibile, il rischio era che i soldati si uccidessero tra loro, per
cui, elmetti e casacche rosse di un esercito ed elmetti verdi dell’altro esercito, erano facilmente
distinguibili.

Dentro alle trincee, bisogna stare il più possibile al riparo e ben nascosti/mimetizzati col terreno,
perché le artiglierie hanno una potenza molto maggiore e i cecchini (termine che diventa di uso
corrente nell’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale) facevano strage di chi
eventualmente fosse uscito o avesse sporto la testa dalla trincea.

 c'è una rapida trasformazione, un adeguamento delle dotazioni degli eserciti, alle condizioni
della vita in trincea, che è quella che caratterizzerà tutti i fronti della Prima guerra mondiale per
quattro anni.
Era una guerra che era stata pensata in un certo modo: i piani dell’esercito tedesco, come il
famoso “piano Schlieffen”  prevedeva un rapido assalto, un’avanzata rapidissima (il modello era
ancora quello della guerra napoleonica)

Napoleone aveva aveva tentato invadere la Russia, e i tedeschi avevano in mente una stessa
strategia: arrivare rapidamente a Parigi.
Non riescono ad arrivare a Parigi, perché si trovano davanti l'esercito francese e rapidamente,
l'avanzata tedesca, che pure aveva usato l'invasione del Belgio neutrale per sorprendere i francesi,
viene bloccata e i soldati si rinchiudono dentro le trincee.

TRINCEA: la trincea è un tipo di fortificazione militare difensiva costituita, nella sua forma più
semplice, da un fosso lineare scavato nel terreno per ospitare al suo interno le truppe, che in
questo modo si trovavano protette dal tiro delle armi nemiche.

 la trincea diventa il simbolo della Prima guerra mondiale, ed è uno dei simboli assieme alla
mitragliatrice (che era l'arma che impediva ai soldati di uscire dalle trincee, e quando i comandi
ordinavano l'attacco, l’arma provocava perdite ingentissime, per cui in una stessa battaglia
morivano decine di migliaia di soldati, anche perché i comandi, in molti casi (anche i comandi
italiani) erano rimasti ad una concezione della guerra com’era prima che fossero introdotte queste
armi.

Gli imperi centrali perdono la guerra perché vengono strangolati sul piano economico e della
struttura produttiva: sostanzialmente la Germania è costretta a firmare l’armistizio perché non ce
la fa più a sostenere la guerra, perché cominciano le ribellioni dei soldati, cominciano le proteste
dentro al paese perché gli alimenti non sono più sufficienti, perché la crisi economica è fortissima

 è una guerra nuova perché i paesi sono costretti a impegnare, per sostenerla, tutte le loro
risorse per un numero molto elevato di anni e quindi:

Quindi, non più caschetti rossi ben


visibili al nemico (come quelli dei
Francesi del 1870), ma uniformi che si
mimetizzano (quando possibile) ed
elmetti in metallo
 Un gruppo di soldati francesi fatti prigionieri dai tedeschi nel 1917. Siamo quasi verso la fine
della guerra e possiamo edere che le uniformi sono ben diverse, e quasi si confondono quelle dei
francesi con quelle dei tedeschi (quindi colori scuri e poco visibili)

GUERRA NUOVA:

Mitragliatrice Fiat-Revelli, 1914:


Rudimentali maschere a gas:

Prima mitragliatrice che viene data in


I progressi della chimica erano stati tali, per
dotazione nel 1914 all'esercito italiano.
cui, durante la Prima guerra mondiale,
Nome “Revelli è l'ingegnere che l'aveva
vengono impiegati gas chimici per cercare
pressata, ma la prima parte è la Fiat: la Fiat
di sfondare le linee nemiche: prima di
(fondata a Torino all'inizio del 900, adesso
attaccare vengono usati i gas.
riconvertita in Stellantis, con il gruppo francese
Peugeot, in una multinazionale) è il simbolo
della storia dell’industria automobilistica
italiana.

 Il fatto che la mitragliatrice si chiami Fiat-Revelli, ci racconta di un altro aspetto della guerra: la
riconversione di tutti gli apparati industriali, dei diversi paesi, alla produzione bellica e militare;
Battaglia di Amiens  una delle battaglie alla fine della Prima guerra mondiale, una delle battaglie
che convincono definitivamente gli imperi centrali alla resa, alla firma dell’armistizio (vediamo,
non solo i soldati muniti di elmetti, ma anche un carro armato: quindi anche gli armamenti,
progressivamente, si evolvono ulteriormente durante la guerra)

È uno dei primi carri armati  questi primi sono dei carri rinforzati che permettono di portare le
artiglierie più vicino al nemico, e quindi di essere più letali;

Questo è un altro degli apparecchi che vengono riconvertiti al all'uso militare  l'aviazione aveva
già avuto un certo sviluppo, però è il primo conflitto in cui viene impiegata l’aviazione per lo
sganciamento di bombe e non solo sulle trincee (e quindi sul fronte nemico), ma anche dietro
questa linea del fronte;
Statua che si trova in piazza Erbe a Verona, di fronte
alla loggia dei mercanti, ed essa ricorda un episodio
avvenuto durante la Prima guerra mondiale.

Tre aerei austriaci sganciano bombe su Verona il 14 Novembre 1915, provocando 29 morti e 48
feriti.
 Quindi, già un'aviazione che aveva disponibilità di mezzi e anche capacità di coprire distanze e
sufficienti.
Uno dei fronti italiani passava (Il Trentino era austriaco) proprio sopra (al nord di Verona) e questo
primo bombardamento sulla città di Verona, proprio nella zona dove adesso c'è la statua, provoca
vittime civili.
Dopo la guerra, l'enorme quantità di vittime (non solo militari, ma anche civili) del conflitto, fece sì
che tutti gli Stati che erano stati coinvolti, sentissero la necessità di una sorta di elaborazione del
lutto collettiva, ed esse si riempirono di statue che ricordavano i caduti (termine che gli Stati usano
per rendere accettabile la morte, nel caso dell'Italia, di circa 600.000 persone)

 quindi una sorta di lavorazione del lutto collettivo, attraverso statue che ricordano che questi
lutti sono serviti, nel caso dell'Italia, per il raggiungimento/il completamento dell'unità nazionale
con le famose terre irredente.

La componente di vittime civili (cioè il fatto che le guerre non le facciano più solo i soldati e gli
ufficiali, i quali pensavo che la guerra fosse giusta e si dovesse fare), ma la fanno interamente i
paesi coinvolti.
Ad esempio: nella guerra civile scoppiata in Siria, nel 2011, le vittime civili, si calcola siano tra l’80%
e il 90% delle vittime

Quindi, un'altra caratteristica del Novecento, è il fatto che le guerre, dalla Prima guerra mondiale
in avanti, investono completamente i paesi che vi sono coinvolti.

È l'inizio di una involuzione negativa del fenomeno bellico: non solo vittime, nel senso persone che
muoiono per attacchi aerei, ma è anche il fenomeno del profugato.
Profughi e rifugiati sono diventati, soprattutto dalla Seconda guerra mondiale, tra le vittime
principali di tutti i conflitti.
Ma, già durante la Prima guerra mondiale si assiste al fenomeno del profugato, per esempio:

In Trentino  il Trentino faceva parte dell'impero austroungarico e quindi, a nord della provincia
di Verona, passava la linea del fronte. Quando l'Italia entra in guerra contro l'Austria, le
popolazioni della provincia di Trento, vengono spostate nell'interno dell'impero  quindi
vengono, sostanzialmente, obbligati a lasciare le loro case e vengono concentrate in campi di
internamento (campi di baracche che vengono costruiti per mettere in sicurezza le popolazioni,
perché c’era il rischio di bombardamenti, e il rischio che gli eserciti, scontrandosi, travolgessero
anche queste popolazioni)
Ma, in realtà, uno dei motivi per cui migliaia di trentini vengono deportati nei campi all’interno
dell'impero austroungarico, è il pericolo della non fedeltà dei cittadini trentini cittadini nei
confronti dell’impero austroungarico stesso  c'è il pericolo di avere una quinta colonna dietro
alla linea del fronte ovvero che, questi trentini, non essendo fedeli all'impero, ma essendo di
sentimenti italiani, potessero rappresentare una minaccia per l'esercito stesso.

Abbiamo anche il primo genocidio della storia del ‘900: il genocidio degli Armeni (ad opera dei
Turchi) il quale inizia come una deportazione di una popolazione che veniva considerata una
potenziale minaccia per l'impero che era in guerra;
 quindi deportazione di queste popolazioni, ma una deportazione che si associa a una violenza e
a pratiche che hanno portato a identificare questa marcia forzata come un “genocidio”, quindi
come un'operazione, sistematica e volontaria, di annientamento di un'intera popolazione, solo in
base al fatto che era considerata una minaccia per l’impero.
Alle profonde trasformazioni che avvengono durante la guerra e in conseguenza della guerra, non
solo a livello politico e militare, è il fatto che la guerra investe i paesi coinvolti nel loro complesso
e, per questo, bisogna mandare tutte le forze utili e contribuire alla guerra.

Immagine che raffigura delle donne in fabbrica: a destra, donne inglesi che stanno lavorando in
una fabbrica di munizioni e, a sinistra, invece è una fabbrica francese (ovviamente, fino alla Prima
guerra mondiale, era inimmaginabile che le donne fossero impegnate in produzioni di questo tipo,
le quali devono continuamente essere aumentate durante il conflitto)

PRIMA GUERRA MONDIALE:


-Tipologia del conflitto  guerra nuova
-Dimensioni del conflitto  guerra di massa
-Estensione del conflitto  guerra mondiale

Questa guerra è l'inizio di tutta una serie di processi: i numeri dei soldati coinvolti, gli armamenti,
le tecnologie che vengono impiegate e l'estensione del conflitto (geograficamente)

in verde scuro gli alleati dell'intesa intesa Francia Italia Inghilterra in e il paese principale in Europa
e poi le estensioni in verde scuro dei paesi che si associano all'intesa in momenti e in successivi
inclusa la Cina che anche se non è impegnata dal punto di vista militare nel conflitto entra in
guerra Nel 1917.
Sono colorate anche quasi tutte le parti dell'Africa e dell'Asia per il discorso delle colonie, perché
questa guerra investe anche in un continente come l'Africa, che era, per la stragrande
maggioranza del suo territorio, sotto il controllo delle potenze europee;
E cosa vuol dire “investe”? Non solo che l'economia di questi paesi è indirettamente colpita dal
conflitto e dal fatto che c'è un conflitto in Europa, ma anche per il fatto che, i Francesi e gli Inglesi,
usano come soldati anche i cittadini delle loro colonie e quindi mettono, anche da questo punto di
vista, le colonie al servizio della madrepatria.
Quindi  vastissimi imperi coloniali, possedimenti britannici, possedimenti francesi e
possedimenti di altre potenze europee, vengono coinvolti nella guerra.

E questo avrà una serie di conseguenze, che andremo a vedere quando analizzeremo quello che
succede nei mondi coloniali, negli anni tra le due guerre (ad esempio: era difficile dire, ai soldati
indiani o pakistani, dopo che erano stati chiamati a combattere in nome della madrepatria inglese,
di ritirarsi nella loro colonia a produrre tessuti, che poi venivano convertiti in prodotti industriali)

E innesca la partecipazione dei soldati delle colonie e vedremo che mette in crisi i valori su cui si
era fondato il dominio coloniale occidentale, cioè sulla presunta superiorità morale e civilizzatoria
dell'europeo, perché su questo, oltre che sulle armi, si era costruito anche il dominio coloniale
(come diceva il poeta e scrittore inglese Kipling: “Siamo i bianchi che hanno un fardello, un peso da
portare che è il peso della nostra civilizzazione che dobbiamo imporre, e abbiamo il dovere morale
di imporla ai popoli che non sono civilizzati”)
La Prima guerra mondiale, con 10 milioni di morti, mette un po’ in crisi l'idea che gli europei
fossero in civilizzati e i coloniali non lo fossero.
In sintesi  è uno stravolgimento a livello mondiale

Periodizzazione italiana della Prima guerra mondiale:


-Conflitti sociali e nazionalismo

 Scioperi e proteste sociali;


 Movimento nazionalista

-Intervento si o no e alleanze

 l’intervento come “colpo di stato”


 le piazze e l’intervento

-Un paese militarizzato: economia e società investite dalla guerra


-Fronte interno: censura e propaganda
L'Italia in guerra:

Questi sono i territori investiti in modo più pesante: il fronte italiano, che passa al nord della
provincia di Verona, è sostanzialmente immobile come tutti i fronti della Prima guerra mondiale e,
per quattro anni, nel nord della Francia, sostanzialmente, si resta inchiodati su una parte di
territorio di pochi chilometri e gli eserciti restano lì per quattro anni (su tutti i fronti della guerra
succede quello)

L’unica, per l’Italia, grande e disastrosa novità del fronte, è quella che si da in seguito alla sconfitta
di Caporetto e allo sfondamento delle linee italiane.
Questa rovinosa ritirata si attesta sulla nuova linea difensiva, che è una linea segnata dal fiume
Piave (se l'Italia non fosse riuscita ad arrestare l’avanzata austriaca sul Piave, sarebbe stata la
sconfitta definitiva)

Fortunatamente, questo non avviene: si attestò su questa linea, poi abbiamo il contrattacco alla
fine del 1918-1919 e la vittoria di Vittorio Veneto, che prese il nome da questa da questa battaglia,
la quale segnò la fine del conflitto sul fronte tra Italia e impero austroungarico, che è sempre stato
considerato un fronte secondario della Prima guerra mondiale
Ma, in realtà, non è stato così secondario perché  aldilà dei costi “umani” che ci sono stati per
l'Italia (non solo economici), non è stato secondario l'impegno italiano nel tenere, in quel punto,
l'esercito austriaco e quindi condizionare l'andamento della guerra anche sugli altri fronti, perché
se gli austriaci dovevano tenere quasi tutto il loro esercito contro gli italiani, ovviamente non
potevano impiegare le loro forze anche sugli altri due fronti, che erano i due fronti principali fino
alla rivoluzione Russa del 1917 (la quale risolve, per la Germania, il problema del fronte orientale,
perché la Germania, per la sua posizione geografica, era schiacciata, da una parte dalla Francia e
dall'altra dalla Russia, quindi l'uscita della Russia dalla guerra risolve il problema del fronte da
quella parte)

Quello che è importante, quando si parla della guerra italiana, è ricordare che l'Italia entra in
guerra con già tutta una serie di problemi non risolti: è un paese profondamente diviso!
Un'immagine in una delle piazze durante una manifestazione degli interventisti
 Gli interventisti sono quelli che vogliono entrare in guerra, che vogliono intervenire nel conflitto
che è scoppiato nel 14.
L’Italia non entra subito, anche se faceva parte di un'alleanza militare, che era la triplice alleanza,
con gli imperi centrali e quindi con: Austria, Ungheria e con la Germania, ed era una vecchia
alleanza, nel senso che era stata stipulata nel 1882, e poi rinnovata.
Però, era un’alleanza di tipo difensivo, mentre la guerra venne scatenata dall’Austria, che dichiarò
guerra alla Serbia, dopo l'assassinio a Sarajevo dell'erede al trono dell'impero austroungarico.

Quindi l'Italia, con la scusa dell'alleanza difensiva, dice di non voler entrare in guerra, perché la
guerra era stata dichiarata dall'Austria (non era una guerra difensiva e quindi non erano tenuti,
sulla base del trattato, a intervenire)
Dopo questa decisione, nelle piazze si scatenano i nazionalisti: quindi non c'è solo la grande
crescita degli armamenti e degli eserciti, ma c'è anche la crescita, in tutti i paesi, di movimenti
nazionalisti aggressivi che vogliono che l'Italia (o la Francia, o altri paesi) diventi grande!

 C’è un nazionalismo aggressivo che è alla base, per esempio, della guerra che Giolitti, che era il
principale leader dell'Italia liberale, fa alla Turchia per la conquista della Libia; era un modo per
saziare gli appetiti dei gruppi nazionalisti italiani.
Questi gruppi non erano tanto numerosi, ma erano tanto rumorosi: quindi comizi nelle piazze con
diversi leader, come il poeta e militare Gabriele D'Annunzio, che esaltavano le folle dicendo che
l'Italia era chiamata all'intervento nel conflitto e volevano la guerra per questo motivo.

Come sono vestiti questi signori  sono signori con la paglietta, questo cappello maschile, molto
di moda negli anni, appartenenti alle classi medio alte: professionisti e, in alcuni casi, anche
studenti (lo capiamo dal mondo in cui sono vestiti: si intravedono giacche, oltre a fatto che hanno
tutti il cappello)
NAZIONALISTI  sono in pochi, sono rumorosi ed è gente che viene dalla città o studenti (lo
sappiamo dalle cose che questi studenti scrivono e anche dal numero di volontari che ci sono stati
nella guerra, che erano imbevuti di ideali nazionalisti e convinti che l'Italia dovesse andare in
guerra)
Alla fine, l'Italia va in guerra, ma sono in pochi a decidere questo ingresso sul campo di battaglia (in
un paese profondamente diviso, in cui la stragrande maggioranza delle persone non voleva la
guerra)
Come facciamo a sapere che la maggioranza delle persone non voleva la guerra?
Lo sappiamo perché, per esempio, il ministero dell'interno invitava i prefetti ad informare lo stesso
ministero del cosiddetto spirito pubblico, i prefetti (che erano le autorità del governo) erano
invitati a comunicare al ministero il volere dei cittadini e, infatti, dai rapporti dei prefetti sappiamo
che la maggioranza della gente, in Italia, non voleva andare in guerra!

Perché si parla di colpo di Stato? Il colpo di stato  è un attacco (di una parte o una decisione di
una parte dell'istituzioni) contro un'altra parte dell'istituzioni: in questo caso, avremo una
decisione presa da pochi (sostanzialmente dal re e da alcuni ministri), alle spalle del parlamento;
Sostanzialmente  l'ingresso in guerra dell'Italia, nel maggio del 1915, è un colpo di mano del
sovrano e di alcuni ministri, senza che ci sia un voto del parlamento a favore dell'intervento in
guerra.

ITALIA  un paese diviso, un paese che aveva tutta una serie di problemi, tra cui anche
un’arretratezza per cui le aree industriali erano concentrate in alcune parti del territorio (la
stragrande parte della popolazione si dedicava all’agricoltura)
Quindi, era un paese, anche dal punto di vista economico, non così solido e non in grado di
fronteggiare un conflitto di queste proporzioni, come lo erano le altre principali potenze europee,
in particolare Francia, Germania e Inghilterra;
 e vedremo che la guerra sarà molto costosa per l'Italia, non solo per le perdite di vite umane
(600.000 caduti o meglio morti, solo per quanto riguarda le vittime, poi ci sono tutti i feriti e i
mutilati, che hanno subito le conseguenze del conflitto  quindi oltre ai 600.000 morti)

(La Seconda guerra mondiale era ancora più estesa su tutti i fronti, e si calcola che siano stati
meno di 500.000 le vittime italiane tra civili e militari nel corso del secondo conflitto mondiale)

Nella Prima guerra mondiale, nascono: le esecuzioni sommarie e le decimazioni, pratiche che
vengono adottate dai comandi, nel momento in cui, dentro alle trincee, i soldati cominciano a
ribellarsi di fronte alle perdite e alle condizioni di vita (una gestione assolutamente autoritaria
dell'esercito, da parte del comandante in campo, che era Luigi Cadorna, fino alla sconfitta di
Caporetto nel 1917 (ci sarà poi un cambio: alla guida dell’esercito andrà Armando Diaz, tanto che
sul Ponte della Vittoria, a Verona, c’è il proclama del Generale Diaz, il quale porta l’esercito italiano
a Vittorio Veneto, con il telegramma che annuncia la vittoria della Prima guerra mondiale)

Le esecuzioni sommarie  sono pratiche brutali, che vengono adottate dall’esercito italiano e non
solo;
Con “decimazione”  si intende la pratica di fucilare un soldato ogni 10, quando un reparto si
macchiava di un atto di vigliaccheria o di ribellione.
Quindi si prendevano tutti i soldati di quel reparto e, se non veniva identificato il responsabile o i
responsabili della ribellione, oppure quel reparto si rifiutava, quando veniva ordinato l’assalto, di
uscire in trincea  quel reparto veniva schierato e si faceva uscire dalle line un soldato ogni 10 e
quel soldato veniva fucilato, senza che ci fosse neanche un processo.

In realtà, c'era un tribunale militare, che serviva per valutare eventuali comportamenti ritenuti
lesivi, dell'autorità, o c’erano tribunali militari che sanzionavano anche tutta una serie di
comportamenti ritenuti contrari e non rispettosi dell'autorità e, oltre a questi processi c’erano
anche queste esecuzioni sommarie (il termine fa ferimento a questo “senza processo” e a questa
pratica delle decimazioni)
1917: L’ANNO DELLA SVOLTA (MANCATA)

Nel 1917, succedono due cose: un intervento in guerra degli Stati Uniti, che cambia le sorti del
conflitto e la Rivoluzione Russa.

“Mancata” perché? Perché la guerra durerà un altro anno e mezzo!


Perché la svolta mancata? Perché, prima che l’esercito americano riesca a schierare i suoi soldati
sui fronti europei, ci vuole un po' di tempo.
In realtà, i soldati americani arrivano sui fronti europei, in particolare sul fronte occidentale, solo
nei primi mesi del 1918 e, la Rivoluzione Russa, è vero che fa uscire dal conflitto la Russia, e quindi
risolve un problema per gli imperi centrali (in particolare per la Germania che non ha più il fronte
orientale da tenere a bada) ma è anche vero che è compensata dal fatto che entra l’esercito
americano, e quindi, sostanzialmente, c'è un riequilibrio che fa prolungare ancora il conflitto.

La Germania libera forze da impiegare sul fronte centrale ma, sul fronte centrale, arrivano gli
americani a dare manforte all'esercito francese e anche all’esercito inglese.

COMBATTENTI  1914: 6 MILIONI – 1914/1918: 65 MILIONI

MORTI  1914/1918: 9 MILIONI – ITALIA: 650.000

Questi sono, complessivamente, i soldati che sono stati impiegati in qualche momento in guerra;
L’Italia  ha avuto 600.000 morti, i francesi ne hanno avuti quasi 2 milioni e altrettanti ne hanno
avuti i tedeschi (quindi c'era un turn-over continuo di soldati che venivano mandati ad integrare i
reparti che venivano decimati nelle diverse battaglie)

Complessivamente si calcola che, in tutti gli eserciti, sono stati impegnati 65 milioni di uomini;
Per quanto riguarda i morti militari, si calcola che siano stati tra i nove e i 10 milioni.
Tutti questi morti provocati da cosa? Provocati dalle conseguenze economiche, e quindi anche
alimentari, che avuto il conflitto in tutto il continente europeo.

Perché è importante com’è stata interpretata la guerra e a chi è stata attribuita la colpa della
guerra? Perché la gestione degli accordi di pace (e tutte le conseguenze) sono, in parte, legate al
fatto che, la Germania (gli imperi centrali,) sono considerati gli unici responsabili della guerra.

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