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non usare america ma stati uniti,


non usare olocausto, ma shoa,
non usare germania, ma fai caso al nome della germania in quel periodo, quando unificata è detta
secondo reich o impero germanico fondato da bismark, quando è sconfitta da prima guerra
mondiale è rep di weimer, terzo reich con hitler
fai distinzione tra le cause es. politica interno, esterno - lungo periodo e immediate -

chiede def di taylorismo e fordismo, inurbamento e urbanizzazione (non guardo banti), domanda su
ideologie politiche dell’800/900, chiede def. liberalismo

il termine periodizzazione: riguarda la suddivisione della Storia in archi temporali (età o evi)
deriva dalla scienza storica tedesca, e in Italia fu introdotto da Benedetto Croce, “Teoria e storia
della storiografia”, 1917 concerne l’individuazione dei caratteri da considerare specifici di ogni età
storica e la questione degli eventi o fenomeni che rappresentano punti di cesura tra epoche

tripartizione della storia risalente a Giorgio Vasari:


-evo antico, civiltà greco-romana
-evo moderno, umanesimo e rinascimento
-età di mezzo, medio-evo, epoca di transizione tra impero romano e umanesimo quando finisce l’età
moderna, quale cesura segna il passaggio all’età contemporanea: c’è continuità tra età moderna ed
età contemporanea; la continuità è data da: mobilità sociale – secolarizzazione – libertà politiche e
diritti – sviluppo economico – sistema economico globalizzato iniziato con le scoperte geografiche
del 1500 – razionalizzazione degli apparati pubblici quando inizia l’età contemporanea: non esiste
un vero consenso generalizzato sulla data o sull’evento che segna l’inizio di una nuova epoca
contemporanea;

a seconda delle prospettive adottate si avranno differenti periodizzazioni; le più importanti sono 3:
1. prospettiva della storia politica: ci sono 3 proposte possibili: -le rivoluzioni del XVIII secolo:
Rivoluzione americana, 1776 Rivoluzione francese, 1789 contestabile, cesure troppo incentrate sul
mondo occidentale cambiarono il mondo, ma quello occidentale; non considera che la storia
contemporanea è storia globale vale soprattutto per quanto riguarda la rivoluzione francese, essa è
sviluppata solo nei paesi dove c’è stata l’espansione della sovranità con le conquiste napoleonica es.
in Inghilterra fu ininfluente -il congresso di Vienna, 1814-15 contestabile, la nuova era si aprirebbe
con la “Restaurazione” del vecchio mondo è la scelta più paradossale; la nuova era dovrebbe essere
qualcosa di nuovo, ma in questo caso si tratta di cercare di tornare agli ordinamenti precedenti alla
rivoluzione francese comunque la restaurazione era impossibile; meglio il termine ristrutturazione,
applicare ciò che del passato è ancora applicabile adattandolo però al tempo contemporaneo -il
Risorgimento, 1815-70 e prima guerra mondiale contestabile, troppo italocentrica il 1870 fu l’anno
di annessione dello Stato pontificio all’Italia fino alla prima guerra mondiale mancavano le terre
irredente, non liberate dall’occupazione straniera, le terre orientali

2. prospettiva della storia economico-sociale: si considera la prima rivoluzione industriale,


Inghilterra, anni ’80 del 1700 nascita della fabbrica meccanizzata ascesa del capitalismo
industriale e della borghesia imprenditoriale formazione della classe operaia aumento della
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popolazione sviluppo dei centri urbani riduzione del peso economico dell’agricoltura contestabile,
cesura poco netta per la gradualità degli effetti

3. prospettiva della storia militare: parte dalla cultura inglese e americana, prima guerra mondiale,
1914 la definizione di contemporary history è circoscritta al solo novecento contestabile, elementi
politici e sociali che esistevano prima della Grande guerra si mantennero anche dopo quanto dura
un secolo: spesso gli storici parlano di secolo in senso semantico, cioè in relazione a uno specifico
aspetto che si ritiene caratterizzi un’epoca più di ogni altro; non va intesa in senso puramente
cronologico, come durata centenaria il 1800 ad esempio ha varie definizioni: secolo delle nazioni,
nascita del nazionalismo secolo borghese, ascesa della borghesia età liberale, perché inizialmente
il liberalismo e il nazionalismo avevano funzione emancipatoria e la borghesia era diventata
portavoce; la classe borghese è la classe emancipatrice il secolo britannico, vede l’egemonia
britannica su scala mondiale queste definizioni vengono usate in base alla visione anche il 1900:
secolo delle ideologie, perché ha visto centrali le idee totalitari secolo americano, più corretto
statunitense Eric Hobsbawn: ha una specifica definizione dei secoli in base al senso semantico: -un
lungo ottocento, inizia con la rivoluzione francese e industriale e finisce con la prima guerra
mondiale -un breve novecento, inizia nel 1914 e finisce con la guerra fredda, 1989/91 il secolo
breve, il novecento, coincide con la parabola del progetto comunista, dalla guerra che generò la
rivoluzione russa alla guerra che si chiuse con la dissoluzione dell’Urss il secolo breve è segnato
dallo scontro fra comunismo e anticomunismo, fra socialismo e capitalismo; la seconda guerra
mondiale fu una guerra civile ideologica fra le varie forze del “progresso” (di cui fa parte anche
l’Urss) e la reazione fascista e nazista c’è centralità degli eventi storico-politici

Charles Maier: -il novecento è un secolo lungo: inizia con la decade 1850-60, si conclude negli
anni ’80 del XX secolo l’epoca novecentesca coincide con la parabola degli Stati nazionali: ha
inizio con l’affermazione degli Stati nazionali e termina quando il capitalismo globale transazionale
mette in crisi il principio di territorialità degli Stati nazionali centralità dei grandi mutamenti
riguardanti l’organizzazione del territorio, le strutture sociali e l’uso della tecnologia nello sviluppo
economico i caratteri della contemporaneità risiedono: nel principio di territorialità come base dello
Stato-nazione nel processo di industrializzazione (seconda rivoluzione Industriale) il XX secolo si
avvia alla conclusione già negli anni ’70 con i processi innescati dalla terza rivoluzione industriale
tutta la sua ideologia gira intorno al concetto di territorio, uno spazio circoscritto organizzato
politicamente perché cominciò una nuova era con il XIX secolo: -molti stati avviarono riforme in:
organizzazione burocratica finanze eserciti diritto su esempio del Codice civile napoleonico -la
società ebbe un’importante trasformazione: la principale è la trasformazione da una società per ceti,
propria dell’antico regime, basata sulla nascita, priva di mobilità sociale, a una società per classi, in
cui conta la posizione economica e il ruolo nel processo produttivo, possibile la mobilità sociale
affermazione della borghesia imprenditoriale, ha la sua distinzione nel profitto, è la sua iniziativa
economica a definirne la classe nascita del proletariato, complementare alla borghesia; termine
romano antico, e sono coloro che vendono la loro forza lavoro in cambio del salario; i contadini
sono proletari se sono braccianti, se sono proprietari no, non vendono la loro forza lavoro per
vivere, hanno anche le terre formazione di grandi aree urbane, miglioramento dei trasporti,
diffusione dei mezzi di comunicazione
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Nell’ottocento l’economia conosce un’accellerazione grazie a importanti innovazioni in campo


agricolo (es. uso dei fertilizzanti, zootecnia, meccanizzazione) - in campo industriale (la macchina a
vapore, la produzione meccanizzata in fabbrica, l’uso dell’energia elettrica, il motore «a scoppio»).
Anche la vita privata subì importanti cambiamenti per effetto della riv industriale: trasferimento da
campagne a città, il passaggio da famiglia patriarcale rurale a famiglia mononucleare (si avvicina
lentamente a equaglianza di genere).Affermazione di una cultura che dava più spazio alla
dimensione individuale e sentimentale (si diffonde la corrente del Romanticismo che esalta le
passioni e non più la ragione dell’illuminismo, questo si riflette anche sui matrimoni con la fine del
matrimonio combinato, si diffonde una cultura della casa anche nei ceti medi bassi. es.
l’arredamento bieder meier, dell’uomo per bene, ad esempio l’uomo per bene doveva avere il
salotto, spazio privato; il borghese aveva il salon, dove c’erano scambi culturali, relazioni; è un
arredamento semplice, pratico, economico. Si adottano legni chiari, i divani devono essere comodi e
possono essere costruiti in fabbrica)

caratteri distintivi dell’età contemporanea:


sono mutamenti che toccano ogni ambito della vita e che si diffondono in quasi tutto il mondo:
1.la storia contemporanea è mondiale: non riguarda più solo l’europa, ma coinvolge tutto il
mondo. Crollo imperialismo ottocentesco: forma che assume la colonizzazione in asia e africa, dopo
la prima e seconda guerra mondiale si ha invece un processo inverso: decolizzazione delle potenze
europee, perdono colonie. Si creano nuove egemonie mondiali come America o paesi asiatici come
Cina, India,
Questo è connesso alla globalizzazione: la crescente interdipendenza che lega parti anche molto
lontane del mondo, attraverso scambi commerciali, movimenti di persone, interazioni culturali,
accordi politici e finanziari. Uno dei motori della globalizzazione è la guerra, le due guerre
mondiali danno estremo impulso
Il XX secolo segna la fine dell’eurocentrismo:
-vi è il ridimensionamento dell’Europa nella politica internazionale (es. guerra fredda= ostilità
tra usa e urss successiva a seconda grr mondiale manifestata in guerre periferiche o competizione
tra le due superpotenze, con tale guerra l’EU non è più al centro del mondo)
-la fine dell’egemonia economica e militare europea (l’avvio della deconolizzazione segna la fine
delle potenze europee e porta ad una competizione tra urss e usa che vogliono ottenere controllo su
stati che al tempo stavano nascendo, terzo mondo= paesi non schierati es. jugoslavia di tito, paese
comunista)
-un forte forte calo dell’influenza culturale europea (novecento è secolo americano, hanno
imposto american way of life, intesa come omogeinizzazione dei costumi= stesso prodotto si trova
ovunque)
-il calo demografico del Vecchio continente (dal 1890 si registra un declino demografico costante
nel vecchio continente per il diffondersi del controllo delle nascite e soprattutto per le guerre
mondiali e epidemia di spagnola. Cresce invece pop in Asia e Usa soprattutto per emigrazione.
L’europa conosce inoltre nuove crisi causate dallo sviluppo industriale ed economico come la crisi
del ‘29)
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2.accellerazione dello sviluppo dei mezzi di trasporto: vi è invenzione treno (prima era trascinato
da cavalli poi grazie a invenzione a vapore su binari), battello a vapore (piroscafo), transatlantico,
automobile, bicicletta, aereo
l’aereo e gli spostamenti di massa hanno avuto effetti quali: stessse merci sono disponibili in tutto il
mondo, i consumi diventano omologati, realtà geografiche distanti sono raggiungibili, nasce così il
turismo, aumentano flussi migratori e l’inquinamento

3.rivoluzione dei mezzi di comunicazione


-Il telegrafo aumentò la rapidità della trasmissione delle notizie
-La radio, il cinegiornale e il cinema furono veicolo di comunicazione politica e di propaganda
(nelle dittature fascista e nazista, nei regimi comunisti e nelle liberaldemocrazie. Liberaldemocrazie
es. Roosevelt con le ‘chiacchiere al caminetto’, discorsi informali in cui si rivolgeva ai cittadini
come un padre ai propri figli fatti in radio in tono pacato/amichevole negli anni della grande
depressione per illustriale le riforme bancarie infondendo nuova fiducia nelle persone e Eisenhower
in USA)
*Rivoluzione 1848 si è diffusa sulla stampa, la notizia di altre ribellioni in altri paesi ha influenzato
la popolazione che a sua volta ha iniziato a compiere vari tumulti, accadrà lo stesso con la
rivoluzione del 1868 grazie però alla tv
-La televisione divenne mezzo indispensabile per la formazione dell’opinione pubblica e la
comunicazione politica (Einsenhower, conferenza stampa trasmesse in tv nel 1958, in italia sarà
charles de gaulle)
-il World Wide Web è una rete di comunicazione ad accesso pubblico e a copertura mondiale, per
contenuti multimediali

4.società di massa, la società diventa sempre più paritaria ed egualitaria. La società si delinea come
un luogo di soggetti collettivi: i popoli (invenzione della fine del 700), le classi sociali, le categorie
lavorative, i gruppi di genere (le donne).
Parallelamente sorgono partiti di massa (il suffraggio si allarga progressivamente, non si hanno più
solo partiti di elitè), produzione di massa, consumi di massa, cultura di massa, mezzi di
comunicazione di massa

5. industrializzazione: l’economia muta grazie all’organizzazione del lavoro meccanizzata (= con


l’uso di macchine al posto della forza umana o animale), parcellizzata (= suddivisione del processo
produttivo in azioni semplici) e standardizzata (= assegnazione di tempi fissi di esecuzione)
Il progresso tecnico, la disponibilità di materie prime (il cotone proveniente dalle colonie, il carbone
estratto dalle miniere), l’aumento della domanda interna (= un mercato nazionale), e il
miglioramento delle vie di trasporto crearono le condizioni favorevoli a una «rivoluzione
industriale» (Arnold Toynbee ha reso celebre il termine industrializzazione ma fu già usato da
marx)
le tre fasi:
La prima fase della rivoluzione industriale ebbe inizio in Gran Bretagna nella seconda metà del
Settecento, nel settore della tessitura grazie all’uso della macchina a vapore. Importante industria
tessile
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La seconda fase (dal 1870) si estese a Germania, Stati Uniti, Giappone, fu dominata dall’industria
pesante (acciaio) e dall’industria chimica, con l’uso di energia elettrica e motore a scoppio.
La terza fase (secondo dopoguerra) è segnata dallo sfruttamento dell’energia atomica e lo sviluppo
di sistemi di calcolo automatizzati. Vi è anche sviluppo informatica
effeti dell’industrializzazione:
-L’alienazione del lavoratore, che è la conseguenza di un nuovo modo di organizzare il lavoro: a) la
parcellizzazione della produzione (= scomposizione del ciclo produttivo in operazioni elementari
distinte, ciascuna assegnata a un lavoratore) b) l’imposizione di tempi standard di esecuzione > a) +
b) = “taylorismo” (comprende tempi standard e parcelizzazione che sono sistematizzati). c) la
successiva invenzione della catena di montaggio (un processo di assemblaggio introdotto da Henry
Ford nella fabbrica di automobili a Detroit nel 1913 > a) + b) + c) = “fordismo” (include anche la
catena di montaggio, non c’è nel taylorismo)
-un nuovo sistema di definire i salari (non più legati all’abilità del lavoratore) e un rigido controllo
sulla produttività dei lavoratori (ritmo di lavoro in funzione delle macchine)
-aumento considerevole delle società per azioni (l’impresa viene finanziata tramite azioni in borsa,
non sono più imprese nate grazie al capitale di un singolo)
nuovi fenomeni sociali:
-nascita del proletariato
-antagonismo tra classe operaia e classe borghese degli imprenditori
-sfruttamento del lavoro femminile e minorile
diverso ruolo dello Stato che interviene nell’economia sia come Stato sociale o “walfare state”
(che offre sostegno e assistenza alle classi meno agiate), sia come Stato “imprenditore” (che
spende in imprese pubbliche e quindi crea lavoro)

6. Cambiamento del rapporto dell’uomo con il territorio


Si assiste a un duplice processo:
Inurbamento = migrazione di grandi masse dalla campagna alla città, aumenta la concentrazione
della pop nelle città
Urbanizzazione = fenomento culturale per cui vi è l’assunzione di uno stile di vita urbano come
modello di organizzazione della vita civile (anche FUORI delle città, nelle aree rurali). La città
rappr il progresso e per questo per molto tempo si pensa sia migliore

7. Scontro fra ideologie politiche di massa


Karl Dietrich Bracher ‘età delle ideologie’, il novecento fu dominato dallo scontro delle ideologie
politiche di massa, non sono ideologie prodotte dall’elite, ma dalla massa.

I principali sistemi ideologici di Ottocento e Novecento sono: il nazionalismo, il conservatorismo,


il liberalismo, il socialismo/comunismo, il fascismo, il nazismo, l’ideologia democratica
Le ideologie novecentesche (comunismo, fascismo, nazismo) nascono in risposta alla
massificazione della società industrializzata e si presentano come un tentativo di integrazione
politica di tutte le fasce della popolazione (“politicizzazione delle masse”).
*ismo=ideologia, bolscevismo=socialismo della russia dell’800
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Si genera alla fine dell’ottocento (a causa dei grandi cambiamenti) senso di disorientamento che
permise lo sviluppo di diverse ideologie anche opposte tra loro, questo fece sì che si svilupparono
delle guerre ideologiche. Nei secoli precedenti a svolgere questa funzione era la religione o
filosofia.

Le ideologie si presentano come una forma di filosofia pratica, perché mirano a organizzare la
condotta degli uomini e a orientarne l’agire mediante idee, principi, valori. Le ideologie diventano
“religioni politiche o laiche”: a un’entità politica astratta - la nazione, lo Stato, la 'razza', la classe,
il partito - sono attribuite le caratteristiche di un’entità sacra, che diventa oggetto di fede, di culto, di
dedizione collettiva, e come tale è collocata al centro di un complesso di credenze, comandamenti,
rituali e simboli. Si ha una sacralizzazione del politico

8. Uso sistematico della violenza, L’epoca contemporanea è l’età degli eccidi di massa e dei
genocidi (uccisione di etnia) e delle due guerre mondiali
La differenza rispetto al passato non è solo quantitativa (il numero di vittime), ma soprattutto
qualitativa. La violenza contemporanea si distingue da quella delle epoche precedenti per due
aspetti (Marcello Flores):
1) la violenza contro i civili è organizzata direttamente dallo Stato (es. stalin quinta colonna)
2) la violenza viene esercitata in nome di un’ideologia (nazionalista, razziale, rivoluzionaria)
es. democidio cambogiano è eccidio fatto contro la propria pop, stato comunista uccide intellettuali
cambogiani, es. eccidio di massa > guerra in jugoslavia
es. genocidio ruanda

La violenza degli “Stati ideologici” si caratterizza per la gestione burocratica, pianificata e


razionale dei crimini di Stato mediante:
-utilizzo di tecnologia moderna e industrializzazione della morte
-spersonalizzazione e deresponsabilizzazione dei perpetratori degli stermini di massa
-disumanizzazione delle vittime, ridotte a parassiti da eliminare, “pezzi” da trasportare, numeri di
serie da internare
-introduzione della figura del “nemico del popolo”: l’individuo è colpevole per il solo fatto di
appartenere a un gruppo considerato collettivamente colpevole

campi di steriminio=uccidono persone in max 1-2 gg


lager=campi di lavoro, muoiono per la fatica durante i mesi

Erness Renan quando vedeva soldati che si limitavano a fare ordini le definiva ‘macchine
obbedienti libere da repugnanze morali e da ogni ferocia’

9. Cambiamento dei criteri di legittimità del potere: parlamentarismo e costituzionalismo:


Mutano i criteri con cui si riconoscono le forme di potere: parlamentarismo - costituzionalismo
Assume un significato determinante per la sovranità il criterio della rappresentanza, che è il
fondamento del parlamentarismo. Assume un’importanza mai raggiunta prima il
costituzionalismo. Parlamentarismo e costituzionalismo sono principi fondamentali del liberalismo
(ideologia politica che si basa su parlamentarismo e costitz)
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Il potere è considerato accettabile se fondato sul presupposto di rappresentare il popolo che


governa. Le grandi rivoluzioni avevano sostenuto il principio che tutti i membri di una comunità
politica sono da considerarsi capaci di rappresentare lo Stato. (parlamento è luogo rapp e si sviluppa
da parlamento inglese, inizialmente i rapp non erano votati, ma per ceto)
Il costituzionalismo si affermò nella prima metà dell’Ottocento, quando si ritenne che andassero
fissati in una «Carta»,
a) i diritti inviolabili dei sudditi,
b) i limiti del potere dello Stato
c) le regole di esercizio del potere

Tra il 1870 e la fine della Prima guerra mondiale tutti i sistemi elettorali si basano sul suffragio
universale maschile. (nuova zelanda è il primo a dare voto alle donne, poi finlandia, URSS, USA)
I movimenti antiassolutistici avanzarono la richiesta di un documento che
a) riconoscesse i diritti civili e politici,
b) impedisse al potere politico di travalicare i confini,
c) distribuisse i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario tra organi istituzionali diversi (che si
controllano reciprocamente).

Nella prima metà del Novecento la crisi della democrazia parlamentare costituzionale e il rifiuto del
liberalismo hanno dato corso ad alternative estreme, sia di sinistra (comunismo), sia di destra
(fascismo, nazismo, regimi autoritari in Spagna, in America Latina, in Asia)

La rivoluzione industriale
La riv industriale è processo di trasformazione che prende avviot ra il 1760/80 e termina nel 1830 in
Gran Bretagna. (NB: Regno Unito è dal 1800 in poi, Inghilterra è solo una parte). Questo
cambiamento economico fu modello per altri paesi.
Come elemento caratterizzante vi è diffusione fabbrica, luogo di produzione dove si concentrano il
capitale, lavoro e mezzi di produzione.

Il processo di industrializzazione presenta tre fasi:


-1760/80 fino a 1830 in gran bretagna
-1870-inizi novecento
-anni ‘70 del novecento

Nella prima fase abbiamo piccole-medie imprese, quindi gli investimenti industriali derivano
dall’autofinanziamento degli imprenditori. I settore di punta fu l’industria tessile, vi è
meccanizzazione filatura e tessitura, diffusione telai meccanici inizialmente azionati a mano, poi
dall’energia idrica e infine a vapore.
Dallo sviluppo di questo settore vi fu a catena l’industrilizzazione di altri, l’aumentò della domanda
di filatoi richiedeva espansione del settore estrattiva (carbone e minerale ferroso), sviluppo del
settore siderurgico (ferro e ghisa) per realizzare le macchine automatizzate a cui poteva essere
applicata la forza motrice a vapore (James Watt fu uno tra gli inventori macchina a vapore). L’uso
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dei vapori come forza motrice permise la costruzione di nuovi mezzi di trasporto: locomotive,
battelli e vi fu lo sviluppo delle ferrovie (inizialmente non trasporta merce o persone, serviva per il
carbone. Dal 1830 viene usata l’energia a vapore e vi è trasporto persone e merce)
Queste innovazione produrono un cambiamento nel lavoro, si vuole costruire unità lavorativa nelle
fabbriche concetrate in distretti industriali situati in prossimità dei centri urbani. Queste fabbriche
sostituirono gli artigiani presenti nelle campagne.
La riv industriale ha effetti sociali importanti: inurbamento (trasferimento persone da campagne a
città), affermazione della società di classe, i proletarizzazione di contadini e artigiani,
peggioramento condizione di lavoro e creazione di quartieri operai.
forza motore è macchina a vapore, nella seconda fase si ha energia elettrica e motore a scoppio

La seconda fase ha inizio dal 1870 fino agli inizi del novecento ed ebbe caratteri propri che la
distinsero dalla prima fase, non è solo localizzata nel regno unito, ma divennero potenze industriali
anche l’impero tedesco, stati uniti, giappone, francia, belgio, in misura ridotta anche nell’impero
ausburgico e in misura ancora minore in ita settentrionale e impero russo.
Si imposero nuovi settori produttivi che necessitavano di nuovi e più grandi impianti industriali che
richiedevano finanziamenti più importanti, questo portò a nuovi modalità di finanziamento: le
società per azioni che vedono la raccolta del risparmio privato attraverso le banche.
Le innovazioni tecnologiche non sono più frutto di scoperte individuali, ma dalle università.
Vi è inoltre sviluppo di settori produttivi nuovi:
chimico (impero tedesco, svizzera. Avvenne sintesi nuovi materiali come gomma, catrame,
fertilizzanti, farmaci, vernici, esplosivi)
energetico (produzione e distribuzione energia elettrica. Edison invenzione lampadina ad
incandescenza, illumina centri urbani)
comunicazione (invenzione congegni elettrici come telegrafo, telefono, radio, proiezioni
cinematografica)
alimentare (inscatolamento in barattoli e refrigerazione, permette loro trasporto)
I vecchi settori beneficiano dello sviluppo dei nuovi settori: settore estrattivo, petrolio, settore
siderurgico, acciaio, settore meccanico, armi, macchine per cucine, macchina da scrivere. C’è
diffusione bicicletta> permette alle fasce meno abbienti di spostarsi.
C’è anche innovazione motore endotermico.
Vi è trasformazione del lavoro nel management, si afferma il science management taylorismo 1911,
organizzazione scentifica produzione industriale, e nella linee produttive, cioè fordismo 1913,
produzione in serie su una linea di assemblaggio mobile.
Taylorismo, sistema di organizzazione scientifica mira a ottenere maggiore produttività mediante la
parcellazione/scomposizione dell’intero ciclo produttivo in singoli movimenti elementari a cui
vengono assegnati tempi standard per l’esecuzione della mansione. Parcellazione e
standardizzazione sono elementi fondamentali. La manodopera diventa a buon mercato, non serve
qualificazione, alla manodopera si affiancano controllori del lavoro e l’ufficio di programmazione.
Vi è disciplinamento operai, si elimina autonomia e creatività operai. La produzione porta alla
standardizzazione dei manufatti, nasce la produzione in serie a basso costo.
L’imprenditore automobilistico statunitense Henry Ford nel 1913 realizza la prima catena di
montaggio, si compone del taylorismo (parcellizzazione, standardizzazione + catena di montaggio e
aumento salari) per il modello T. La linea di assemblaggio unisce le varie fasi di lavorazione, come
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lo aveva pensato Taylor l’oggetto rimaneva fermo, l’operaio si spostava, per Ford invece è il
contrario, il ciclo produttivo rimane scomporso in gesti semplici, la velocità del nastro permette la
standardizzazione dei tempi. Non è necessaria qualificazione, aumenta però la produttività. La
macchina di montaggio diventa fondamentale per la fabbrica. Oltre all’automazione della catena di
montaggio, il secondo caposaldo del fordismo è l’aumento della retribuzione, Ford ritiene utile
aumentare i salari affinché possano permettersi ciò che la fabbrica stessa sta producendo. Ford
contribuisce a nascita della società di consumi, permette a classe proprietaria acquisto prodotti
consumi. Fordismo riduce anche ore di lavoro.
Nel tempo la parola fordismo ha ottenuto una connotazione negativa: è lavoro stressante.
Alienazione del proletario, parcellizzazione lavoro porta a perdere senso del proprio lavoro,
depotenziamento stato coscenza, distanza tra singolo e risultato collettivo.
Cambiamento radicale della divisionde del lavoro all’interno ed esterno della fabbrica, vi è
introduzione distizione tra operai specializzati e non (tute blu, la maggior parte non è qualificata,
ma per alcune mansioni viene richiesta qualificazione) sono distinti ancora dagli impiegati (colletti
bianchi, reparto commercio, amministrazione…). Vi è divisione internazione del lavoro, è effetto
della globalizzazione, alcuni paesi industrializzati decidono di rinunciare a propria autonomia
alimentare e destinare capitali a produzione industriale, in questo modo diventano esportatori
manufatti industriali e importatori alimenti da russia, stati uniti, australia, argentina. Con
l’interconnessione globale questa divisione viene superata, le aziende multinazionali ora producono
anche in quelli meno sviluppati. Delocalizzazione.
*taylorismo e fordismo sono diventati esempio ingegneria sociale, es. soc sovietica, pianificazione e
controllo ferreo società. Anche nelle liberaldemocrazie si tenta di applicare questi modelli alla
società, Wilson, presidente americano, era convinto di riportare i principi del fordismo
nell’amminsitrazione pubblica. Un altro tentativo si è realizzato con il genocidio degli ebrei.
guardo effetti sociali

Ragioni del primato britannico


Vi sono cause di lungo periodo (fattori strutturali) e cause immediate.
Nella prima emtà del’800 l’economia britannica era la più avanzata, vi è infatti alto grado
industrializzazione, produttività, urbanizzazione. Vi sono diverse cause:
fattori strutturali:
-stabilità politica, il regno unito non è stato toccato dai cicli rivoluzionari di fine settecento/inizio
ottocento e dai cicli della prima metà dell’ottocento che vogliono contrastare decisioni del
congresso di vienna
-nascita del capitalismo agrario, è la premessa del capitalismo industriale, già nella seconda metà
del 700 l’agricoluta inglese mostra i caratteri del capitalismo agrario (si fonda su grandi aziende
gestite da imprenditori terrieri e sull’impego di manodopera salariata. Si sviluppa classe proprietari
terrieri che trae reddito da investimenti in allevamento e colture specializzate. La produzione
agricola è orientata a mercati urbani. Vi è elimazione piccola proprietà familiare che non regge
competizione con le aziende)
-è una potenza navale, ha primato nel commercio navale e ciò permette l’appropriazione del cotone
-presenza mercato nazionale, permette base per acquirente industriale, non vi sono frontiere o
dogane interne che portano a maggiorazione prezzi.
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Queste precondizioni non vi erano in eu. L’impero tedesco supererà poi il regno unito, capirà quanto
è fondamentale la presenza di un mercato interno, vi è Zollverein, unione doganale sviluppato nello
spazio germanofono tra 1826 e 1834, è mercato interno. Sarà fondamentale anche per l’unificazione
della germania sotto Bismark.
cause immediate:
-possesso di materie prime come ferro e carbone che diventano strategici
-maggiore avanzamento delle tecnologie industriali
-rinuncia al protezionismo (scelta libero mercato), i proprietari terrieri sono invece conservatori.
1838 borghesi liberali sostengono libero scambio e creano associazione contro le leggi che fanno
alzare prezzi dei grano ‘corn laws’, 1846 abolizione dazi su importazioni del grano, vi è
diminuzione del pane e aumento reddito spendibili nei manufatti. Questo porta a crescita mercato
interno e ciò favorisce imprenditori industriali rispetto ai proprietari terrieri.

Effetti sociali rivoluzione industriale (possibile domanda esame)


L’industrializzazione ha promosso lo sviluppo economico e il progresso tecnologico, ma
ebbe anche ripercussioni sociali negative. Il problema erano le pessime condizioni di vita
degli operai, tra salari bassi, ambienti di lavoro rischiosi e malsani, con numeri altissimi di
incidenti sul lavoro, orari lunghissimi, fino a 15 ore consecutive.
Un altro effetto sociale è il largo impiego del lavoro femminile e minorile, ancor più
sottopagato. Le economie industriali sono periodicamente turbate da crisi di
sovrapproduzione, crisi di tipo totalmente differente rispetto a quelle del passato, causate
dalla penuria di beni. Questo nuovo tipo di crisi è causato da un’insufficiente domanda di
beni, che ne determina il crollo dei prezzi. Le crisi industriali provocano quindi una forte
riduzione dei salari, licenziamenti e fallimenti. Questi elementi provocano a loro volta la
disoccupazione e disordini sociali. Soltanto a partire dagli anni ’30, a seguito della crisi
del ’29, lo stato comprese l’urgenza di intervenire nelle questioni sociali ed economiche.
Già lo stato aveva compreso la necessità di manodopera specializzata, risolvendo così le
crisi offrendo l’istruzione, introducendo l’obbligatorietà della tutela dagli infortuni sul
lavoro, il pensionamento.
Un altro effetto riguarda il mondo agrario, perché la produzione agricola viene
meccanizzata. La meccanizzazione della produzione agricola e la riduzione delle aree
coltivate, che vennero destinate all’allevamento del bestiame in quanto i terreni avevano
aumentato la propria produttività grazie ai fertilizzanti chimici, comporta una contrazione
del fabbisogno della manodopera nelle campagne. Questo ha due effetti: capitalismo
agrario ed economia di mercato nelle campagne avevano provocato una dissoluzione
dell’economia contadina tradizionale, incapace di reggere la concorrenza con il
capitalismo agrario. Ne seguì una massiccia espulsione di contadini dalle campagne e
quindi uno spostamento notevole di masse umane nelle città: fenomeno
dell’inurbamento.

La città comincia ad esercitare una forte attrazione per una crescente massa di lavoratori.
Quando una crisi agraria causata dal crollo del prezzo delle derrate europee a causa
dell’immissione di cereali provenienti dall’America investì l’Europa nel 1873, si smise di
produrre cereali in quanto non conveniva più produrli e furono sostituite le coltivazioni. In
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concomitanza si registrò anche una crisi nel settore industriale. Questo periodo è
chiamato grande o lunga depressione, che durò fino al 1895.
Inoltre, anche le città finiscono per essere sature di manodopera a seguito queste crisi
(agraria e industriale) e quindi ci fu un’emigrazione di massa verso le Americhe e verso
l’Oceania. Il fenomeno fu particolarmente in Italia dove tra 1876 e 1896 emigrarono verso
questi due continenti quasi 4 milioni di persone. Almeno la metà era occupata
precedentemente nel settore agricolo.

Con la Rivoluzione industriale masse contadine e artigiane vengono proletarizzate.


Questo processo di proletarizzazione si intensifica nella seconda metà del secolo, che
favorisce la nascita della classe operaia in particolari condizioni di sfruttamento. Ciò
provoca nuovi fattori di tensione sociale. Inizialmente le rivendicazioni sociali che
riguardano le condizioni lavorative, ma poi si passa a rivendicazioni politiche, come la
richiesta dell’allargamento di voto, la possibilità di organizzarsi in sindacati.
Un altro elemento riguarda le condizioni di vita. Il sistema di fabbrica trasformò
l’organizzazione territoriale del lavoro: dalle botteghe la produzione economica si sposta
nelle fabbriche e nei distretti industriali, il lavoro cambia quindi luogo. Questa
trasformazione ridisegnò il paesaggio e la costruzione e architettonica delle città. Poiché
l’attività lavorativa si concentrava nelle città, queste crebbero secondo progetti di tipo
intensivo (costruzione verso l’alto per es). Anche la campagna circostante si modifica, in
quanto si svuota e le colture vengono modificate in base alle esigenze urbane.

Un effetto demografico importante dell’industrializzazione è stata la crescita demografica,


che avvenne per vari motivi: la diminuzione della mortalità infantile e adulta, l’uso di
medicinali, un’alimentazione più ricca e diffusa. Questa crescita demografica si registra
soprattutto nelle città, alimentata da due fattori: la concentrazione nelle città delle
principali istituzioni economiche e sociali e lo sviluppo dei trasporti. Questo processo
provoca l’assunzione dello stile di vita urbano come modello di progresso e civiltà:
fenomeno di urbanizzazione. Ovviamente questa crescita delle città industriali creò
problemi igienico-sanitari per sovraffollamento e sporcizia.

A questo punto la casa diventa uno dei beni più richiesti, tenendo sottoposta a una
continua attività speculativa, facendo divenire i costi per le case proibitivi per i lavoratori
poveri, che sono quindi costretti a vivere ammassati per dividere i costi.
Per ovviare a queste problematiche abitative e sanitarie nel Nord Europa, nell’Italia
settentrionale comincia a nascere l’edilizia popolare e ciò avvenne per intervento sia
pubblico che privato, a volte misto. Sorsero quindi villaggi di operai raccolti attorno ad
attività industriali. Nasce anche una nuova architettura fatta di case più economiche, simili
tra di loro, costruite in serie, collocate in un reticolo di strade a struttura geometrica. Era
un modo per separare classi abbienti e classi lavoratrici. Inoltre, questi quartieri devono
garantire sicurezza ed ordine: casa, lavoro, vita privata e sociale si sviluppano nello
stesso luogo. Questo ha lo scopo di avere una società più stabile e allontanare i motivi di
protesta, oltre ad allontanare il rischio di epidemie.
12

Il sistema capitalistico-industriale comincia così a gestire il territorio in funzione della


produzione e inizia a svolgere una funzione di controllo sociale.

Il movimento operaio e legislazione sociale


Accanto alla classe della borghesia imprenditrice il sistema di fabbrica ha prodotto la
classe operaia, capace di mettere in atto forme nuove di lotta rispetto al passato. Gruppi
di operai si andavano a trasformare in un movimento organizzato, socialmente e
politicamente antagonista agli imprenditori borghesi. Quello operaio è un gruppo sociale
destinato a formarsi a partire dalla meccanizzazione del lavoro.
È un gruppo sociale con obbiettivi precisi: la riduzione della giornata lavorativa, la
contrattazione salariale, la sicurezza del posto di lavoro, miglioramento delle condizioni
lavorative, ma anche organizzarsi in forme di associazioni efficaci come mutuo soccorso,
sindacati, cooperative.

L’Inghilterra ebbe lo sviluppo industriale più forte ed è da qui che si sviluppano i primi
movimenti operai. La meccanizzazione era stata percepita come la causa del
peggioramento delle condizioni dei lavoratori. La prima forma di lotta dei lavoratori fu
quindi il luddismo, che prende il nome da un operaio (forse mai esistito realmente), Nedd
Ludd, figura che ha ispirato azioni dimostrative contro le macchine tessili, distrutte o
danneggiate, in quanto percepite come una minaccia dai lavoratori specializzati. Sono
quindi i lavoratori che restano FUORI dalle fabbriche a compiere queste azioni, non chi
lavora all’interno delle fabbriche, che spesso sono operatori non qualificati che altrimenti
non troverebbero un altro impiego. Il Luddismo si sviluppò nei primi decenni
dell’Ottocento quando alcune bande di operai tessili specializzati attraversavano le
contee inglesi più industrializzate distruggendo i telai e gli altri macchinari, ritenuti la
causa della loro disoccupazione e della crescente miseria delle classi lavoratrici.
Si trattava quindi del tentativo di resistere all’affermazione di questa nuova organizzazione
del lavoro imposta dalla manifattura capitalistica. Questo nuovo modo di produzione
cancellava le vecchie forme del sapere professionale operaio su cui su basava l’orgoglio
di mestiere, l’autonomia lavorativa. Sconfiggere queste resistenze era necessario per i
capitalisti e la distruzione delle macchine era punita con la pena di morte.

Sorsero poi delle associazioni di operai specializzati, chiamate tradeunions (fine XVIII -
inizio XIX sec) che sostituiscono le corporazioni medievali dei mestieri e avevano lo scopo
di difendere le prerogative professionali, minacciate dai sistemi di fabbrica. Inizialmente le
tradeunions hanno carattere locale e svolgono funzioni assistenziali, ma si trasformano
nel corso dell’Ottocento e da associazioni di mutuo soccorso passano ad essere
organizzazioni nazionali di categoria, volte a sostenere rivendicazioni salariali, normative e
quindi si specializzano.

Tra il 1818 e il 1819 le proteste e gli scioperi del nuovo proletariato si tramutano in violenti
scontri con la polizia. A questa forma nuova di protesta segue un’ondata di repressione.
La lotta operaia si indirizzava contro i Combination Acts: leggi approvate tra il 1799 e il
1800 che vietavano l’associazionismo operaio e limitavano il diritto di parola e di stampa
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ai lavoratori.

Queste lotte operaie erano appoggiate anche da intellettuali radicali, ma represse


attraverso la proclamazione dell’illegalità delle associazioni operaie.
La lotta operaia riprese negli anni ’30 con una nuova consapevolezza ed organizzazione.
Sindacati associavano alle rivendicazioni lavorative quelle politiche: movimento cartista,
sviluppato dal 1836. Movimento con forte base operaia radicale, il cui nome deriva dalla
Carta del popolo, documento che rivendicava il suffragio universale maschile (non più
cetuale e censitario), una riforma elettorale contro la corruzione e il clientelismo,
l’abolizione delle barriere di censo per essere eletti e quindi nasce l’idea dello stipendio
dei parlamentari, chiamata indennità, che deve permettere anche alle classi meno
abbienti di essere elette.

Nel 1839 la carta del popolo fu presentata alla Camera dei Comuni, ma fu respinta.
Nel 1842 e nel 1848 fu ripresentata con oltre tre milioni di firme e respinta ulteriormente,
causando manifestazioni violente.
Parallelamente si moltiplicano le lotte degli intellettuali radicali, che appoggiavano le
battaglia dei lavoratori. Nonostante la repressione, il movimento determinò comunque
degli effetti, sfociando in una legislazione sociale.
Le classi dirigenti, per evitare i disordini, disciplinarono alcuni settori del mondo del
lavoro: regolamentarono il lavoro minorile o quello nelle miniere.
Negli anni ’30 delle indagini denunciano le condizioni di vita della classe operaia.

Nel Regno Unito la legislazione per la regolamentazione del lavoro iniziò a farsi più intensa
dagli anni ’30. Nel 1831 venne ridotta la giornata lavorativa dei bambini a 8 ore, i ragazzi a
12 ore. Nel 1832 fu vietato il lavoro notturno dei bambini e delle donne e nel ’42 fu
abrogato il lavoro minorile nelle miniere. Il risultato più importante delle lotte fu raggiunto
nel 1847 con la riduzione a 10 ore dell’orario di lavoro dei bambini e dei ragazzi fino a 18
anni e delle donne.
Anche in Francia alla denuncia dei medici si affiancava la protesta socialista.
Il governo francese nel 1841 emanò la prima legge per limitare il lavoro minorile, ma non
quello femminile. Non si istituirono nemmeno delle figure pubbliche di controllo, dunque
le violazioni erano molto frequenti.

In Italia la prima esperienza di controllo del mercato del lavoro equipara gli operai ai
servi.

Nel 1829 il regno di Sardegna emanò un regolamento degli operai e delle persone di
servizio per la tutela non dei lavoratori, ma per la tutela degli interessi degli imprenditori,
contro la mobilità dei lavoratori
1864 - 1876 (la data la chiede ricordala) prima internazionale. Si trattava della prima
organizzazione pubblica a difesa dei lavoratori, di orientamento prevalentemente
socialista. Nella prima internazionale confluivano tutte le esperienze di lotta ed
elaborazioni teoriche che avevano accompagnato la storia del movimento operaio.
14

Nell’associazione interazione dei lavoratori confluivano: tradeunionisti britannici, socialisti


proudhoniani, Blanquisti, repubblicani italiani (non socialisti), comunisti e anarchici russi.

I tradeunionisti britannici in parte avevano accolto la lezione di Marx ma erano rimasti


legati al sindacalismo apolitico.
I francesi si riferivano a Proudhon e Blanqui. Il primo è il cooperativismo solidaristico.
Proudhon era un socialista anarchico, che teorizzò una società senza stato,
perfettamente egualitaria, in cui i mezzi di produzione fossero dei lavoratori, organizzati in
associazioni autogestite finalizzate all’aiuto reciproco (mutualismo o cooperativismo).
Proudhon auspicava a una società fondata sull’associazionismo, sulla cooperazione, sul
mutuo soccorso. Difendeva l’artigianato e il piccolo possesso individuale. Proudhon
esprimeva quindi le aspirazioni della piccola borghesia, che era minacciata dalla
rivoluzione industriale.

L’altra forma di militanza di matrice settaria è il radicalismo comunista di Louis Auguste


Blanqui, anticapitalista, antiborghese. Settario perché Blanqui organizzava delle società
segrete repubblica e socialiste e proponeva un tipo di lotta cospirativo.
I repubblicani italiani erano fortemente influenzati dalle idee di Giuseppe Mazzini, esiliato
a Londra. Erano sostenitori di un repubblicanesimo (non ho sentito l’altra parola),
connotato da una forte solidarietà civile e sociale, ma non apprezzava la proprietà privata.
Erano contrari al socialismo e al comunismo e auspicavano alla concordia tra capitale e
lavoro. Erano interclassisti quindi, in quanto non auspicavano a una lotta di classe.

QUINTA LEZIONE
cavour monarchico
mazzini repubblicano

Repubblicani italiani influenzati da mazzini.


Mazzini democratismo rivoluzionario
Mazzini a Londra viene a contatto con i socialisti, elabora un nuovo programma dell’associazione
‘Giovane Italia’ (il primo è stato nel 1831 e si focalizzava di più sull’unificazione italiana) che
mostra più attenzione ai lavoratori. Egli è contrario alla lotta di classe, la priorità è l’unificazione
italiana a cui devono concorrere tutte le classi sociali. Vi è repubblicanesimo democratico, conta
solidarietà sociale, datori dovrebbero concedere agevolazioni a lavoratori che non avrebbero mai
dovuto mettere in dubbio legittimità prop. privata. Mazzini è contrario a società settaria e
cospirativa, propone una mobilitazione rivoluzionaria, è favorevole a riv violenta dei territori
asburgici, ma tale rivoluzione deve toccare tutte le classi socaili, non solo quelle borghesi.
L’unificazione dei sovrani legittimi (es. borbone sud italia, asburgo) avrebbero dovuto rinunciare
alla propria sovranità. Dovrebbe esserci indipendenza dei territori sotto regime straniero e
unificazione dei territori.
Interclassismo=no lotta di classe, priorità è nazionalismo su altri obiettivi politici, riv di tutte le
classi sociali

Lega comunisti tedeschi


15

Ha promosso la diffusione manifesto del partito comunista 1848. Propugna creazione di società
senza classi, abolizione prop privata (sarebbe stata solo collettiva, da qui collettivismo)
collettivizzazione dei beni e mezzi produzione. Questa soc sarebbe stata raggiunta con lotta di
classe del proletariato contro la borghesia.
Socialismo rivoluzionario che propugna abbattimento della borghesia e capitalismo. Il capitalismo
industriale è destinato al suo crollo=determinismo storico di marx, il socialismo rivoluzionario
avrebbe accelerato questa fine. Questo sarebbe stato possibile solo con una rivoluzione. Obiettivo è
società più giusta, la soc . borghese avrebbe solo difeso diritti civili e politici, ma non sociali.
IL comunismo è internazionalista, il proletariato è trasversale, si sostiene l’interesse sociale della
classe proletaria indipendentemente dallo stato di appartenenza. Questo va in contrapposizione con
Mazzini e liberalismo, entrambi sostengono il nazionalismo.

Anarchici russi
Individuano nello stato il principale strumento di oppressione di stato, non è capitalismo o borghesi.
Il nemico delle classi inferiori è lo stato, non permette loro emancipazione. Cambia anche il
soggetto rivoluzionario, non è proletariato urbano, ma masse contadine. Hanno teoria rivoluzionaria
basata su soc collettivista che deve risultare dalla libera federazione dei gruppi di produttori. Non
c’è stato socialista, ma libera federazione di produttori, non c’è autorità statale.

Dissidi dell’AIL
Classe lavoratrice nella metà del’800 era molto eterogenea (lavoratori agricoli, tessitori, operai). I
rapporti tra le diverse componenti sono sottoposti a continue evoluzioni dovute ai cambiamenti nei
processi lavorativi. Ciò si vede nell’associazione internazionale dei lavoratori AIL, si creano
continue tensioni interne e gli interessi tra i lavoratori si scontrano, solo alla fine ‘vince’ la
soluzione marxiana. L’affermazione della teoria politica di Marx ed Engels è quindi espressione
della progressiva egemonia dei lavoratori della grande industria.

Il primo scontro dentro l’AIL avviene tra marxisti e mazziniani. Si verifica all’inizio della creazione
dell’AIL per approvare lo statuto dell’associazione:
Marxisti sostengono programma classisti e internazionalista
Mazziani sostengono programma interclassicista e nazionalista
L’obiettivo dei marxiani è abolizione di ogni dominio di classe. Mazziani ha fondamento
nazionalista, è orientato a elevazione culturale delle classi più basse.
Marxisti si impongono, AIL nacque come configurandosi come un’organizzazione di classe e i
mazziniani si allontanarono. Vi era anche garibaldi che si considera più socialisti.

Nasce poi contrasto tra marxisti e proudhoniani che si risolve con espulsione proudhoniani. Le
ragioni di questo contrasto sono le stesse del contrasto tra marxismo e tradeunionismo
La teoria marxiana si basava sulla convinzione che soc borghese e capitalismo sono ricchi di
contraddizioni insuperabili che ne avrebbero determinato il crollo. La più importante di questa è il
fatto che il capitalismo è soggetto a crisi di sovrapproduzione cicliche perché le industrie
producono più beni di quelli acquistabili. Il crollo del sistema capitalistico e creazione società
socialista è intrinseca al capitalismo stesso. Marx vuole accellerare la crisi, le armi in mano ai
lavoratori sono due: scioperi (lotta di classe sindacale/lotta di fabbrica) - partito rivoluzionario
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(lotta politica che si fa istituendo partiti comunisti autonomi, organizzati). Lotta di marx è
economica e politica, include entrambi.
Questo programma trova resistenze da proudhoiani (contrari allo sciopero, lotte di resistenza) e
tradeunionisti (alieni a cimentarsi su terreno politico, non prevedono istituzione partito). Ai
congressi successivi, in particolare a Vienna e Losanna, continua questo scontro che termina nel
congresso di Londra 1871, si afferma teoria marxiana della centralità della lotta politica per
l'emancipazione della classe operaia.

Contrasto marxisti e anarchici bakuniani. Per il marxismo l’AIL deve allontanarsi dalle idee
cospirative, l’affermazione dell’AIL come setta non avrebbe risolto concretamente i problemi. La
strategia di marx si muove dunque su tempi medio-lunghi, occorreva infatti un’industrializzazione
in ogni paese e serviva fase dirigista (proletariato deve organizzare rivoluzione e dittatura
transitoria). Gli anarchici rifiutano lo stato, marxismo vuole stato socialista, auspica come il
marxismo a soc giusta, anarchici punta a eliminazione elitè poltica con rovesciamento immediato
dello stato. Teorizzano rivoluzione spontanea e non organizzata da un partito come quella marxista,
anarchici sono contrari a ogni forma di società e quindi anche alle strutture partitiche. Vi è anche
differente individualizzazione nel soggetto rivoluzionario, per marx è proletariato di fabbrica, per
Bakunin sono le masse popolari, contadini senza terra.

V congresso all’ Aja (1872): espulsione di Bakunin, affermazione necessità di un partito politico
per guidare la rivoluzione.

1872 Vi è scissione AIL:


-Internazionale marxista, che spostò la sede del Consiglio generale dall’ Aja a New York
-Internazionale «antiautoritaria» anarchica che spostò la sede del Consiglio generale a
Saint-Imier, in Svizzera, ed ebbe altri quattro congressi fino al 1877. l’anarchismo si affermò nelle
realtà sociali periferiche e rurali d’Europa (Spagna, Italia e Russia) rimanendo marginale nei paesi
più industrializzati. S’impose la linea che ricorreva all’ attentato terroristico contro simboli borghesi
e autorità politiche.

Scioglimento della prima internazionale nel 1876 avviene per tre motivi:
-conflitto socialisti e anarchici
-fallimento della comune di Parigi, consiglio comunale autogestito di ispirazione comunistan che
sorge nel 1871. napoleone III viene fatto prigioniero, si ha riv spontanea aparigi, ansce la comune
di parigi che si dissolve poi
-crisi economica 1873

1875 nasce partito SPD, partito comunista tedesco che fa come modello nei vari paesi.
1892 nasce partito lavoratori italiani

Restaurazione
Napoleone viene sconfitto due volte: viene esiliato sull’isola dell’elba e poi a Lipsia nel 1813. Le
potenze della sesta coalizione contro napoleone (impero austriaco, impero russo, regno di prussia e
regno unito) vogliono ridisegnare la carta geopolitica europea, si vuole riportare i confini europei ai
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confini precedenti all’esperienza napoleonica, decidono così quali dinastie eliminare. Queste
potenze si incontrano nella capitale asburgica, primo novembre 1814 apertura di un vertice
diplomatico a Vienna.

approfondimento che potrebbe chiedere:


Quadro di Isabey ‘una riunione del congresso di vienna’, vi sono rappresentanti dei vari regni:
rappresentanti del regno unito (duca di wellington e ministro degli esteri), cancelliere prussiano e
diplomatico prussiano, ministro degli esteri e diplomatico asburgico, ministro esteri francese (la
Francia è nazione sconfitta, si riuniscono di solito potenze vincitrici, vescovo Tallyerand, grazie a
sua abilità diplomatica francia partecipa a congresso. Ha convinto le potenze che napoleone è stato
tiranno, borbone è re legittimo, la francia meritava dunque la presenza). Principe von Matternich è
figura più importante, è il regista della riunione, impero asburgico ha egemonia all’interno di questa
riunione.

Duplice scopo:
1) ridisegare la carta geopolica
2) ripristinare ordine dell’ancient regime (tornare all’assolutismo regio)

Il congresso si dilunga per due motivi


-ragione diplomatica:
c’erano tensioni tra regno unito e impero russo, zar vuole annettere la polonia,
dibattevano inoltre su mire espansioniste della prussia sulla sassonia (unico alleato di napoleone,
doveva essre punito)
-corte austriaca continuava a tenere balletti, eventi mondani

Il ritorno di napoleone fa accellerare il congresso

9 giugno 1815 firma dell’atto formale, inizio della restaurazione


18 giugno 1815 sconfitta definitiva di napoleone a waterloo

Principi fondamentali del congresso di vienna (domanda classica di esame)


sotto la leadership del primo ministro austriaco, il cancelliere, furono definiti i principi
fondamentali, non sono leggi, ma principi ispiratori della restaurazione:
-legittimità (principio continuità dinastica)
-tradizione
-equilibrio internazionale

LEGITTIMITA’:
occorre restaurare i poteri sovrani legittimi nei territori in cui le dinastie sono erano state
podestate da riv francese e napoleone. I territori vengono però restituiti in modo indifferente tra
confini statali e nazionali, questo è errore della restaurazione, non tiene conto dell’identità nazionale
che si era costituita in questi anni, si è creato il popolo che vuole che identità e nazione coincidano.
Errore: ignorare e respingere unità nazionale dei popoli
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TRADIZIONE:
si intende sia tradizione poltiica e religiosa:
.-ripristino assolutismo (ritorno a soc di ceti, concellare codice napoleonico, carte cittadini, questo
porta a ritorno a regime monarchico in cui re concentra tutti i poteri, nell’assolutismo il re non è
tenuto a rispetto legge, è libero da istanze della legge e giuridiche,
-ripristino dell’alleanza trono-altare (riaffermazione del principio dell’origine divina del potere
regio e difesa dei valori tradizionali, anche quelli religiosi)

EQUILIBRIO
è diverso da eq internazionale del’500, se vi era potenza egemone tutte le altre potenze si alleano
contro, vi è ora modello del congresso, concentrazione concordata delle potenze anche inferiori,
così si impedisce l’affermarsi di una supremazia in europa. Si usa la metafora del ‘concerto delle
potenze’ si evita che uno stato europeo comprometta la stabilità europea.
Il principale fautore di questo principio è stato il regno unito, per la prosperità economica inglese è
necessaria stabilità ed equilibrio internazionale data l’importanza degli scambi europei ed
internazionali per l’economia inglese

1815 due trattati internazionali che vede gli stessi alleati, sono strumenti di controllo e
stabilizzazione della soluzione territoriale e politica adottata:
Santa alleanza (parigi 1815 austria, prussia, russia) accordo diplomatico che afferma principio di
intervento: queste potenze hanno diritto a reprimere/intervenire in qualunque stato europeo i
movimenti che minacciano equilibrio. Regno unito era contrario.
Tale alleanza si chiama santa per la coloritura politica, tutti e tre i sovrani sono di religione cristiana,
vi è dunque difesa della religione cristiana. Adesione successiva di francia, regno di sardegna, paesi
bassi e svezia
Quadruplice allenanza (si unisce londa) non ha come scopo intervento per sedare rivoluzioni, ha
obiettivo di mantenere equilibrio. Stabilisce la riunione periodica per promuovere cooperazione
internazionale. ‘Concerto europeo’

lezione n.7
la restaurazione è impossibile, non si può pensare infatti di riportare l’europa ai consini statuali o
ordini sociali dopo la riv francese che ha portato a cambiamenti radicali come
-il concetto/ideale di patria, nazione
-ruolo politico assutno dalla borghesia
-le aspirazioni alla carta costituzionale che sancisce uguaglianza, libertà civili e politiche

la restaurazione è impossibile anche sul piano internazionale e della politica interna:


internazionale:
-Il principio dell’equilibrio delle potenze finì per prevalere sul principio di legittimità, nelle
intenzioni questi deu dovevano essere paritari, am avvengono dei casi in cui l’idea di ripristinare i
confini originali entra in conflitto con principio equilibrio. Ciò si nota nella carta geopolitica
dell’europa.
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Il principio dell’eq che doveva far bilanciare le potenze, finisce per decidere in realtà quali sono i
confini e l’assegnazione degli stati alle varie dinastie.
La francia è tornata ai conifni originali, am si creò una cintura di stati di contenimento per paura di
nuovi tentativi rivoluzionari. Si ampia regno paesei bassi (diventa paese cuscinetto, è cattolico) e si
concede a dinastia Orange di annettere l’olanda (protestanti) senza tener conto delle differenze
confessionali. 1830 riv belgio per ottenere indipendenze. Si concede a prussia regno dell’avernania
(?) di tradizione cattolica, prussia è luterana. Inoltre prussia ha parte compresa nella regione
germanica.
E’ impossibile ricostituire la geopolitica del sacro romano impero germanico, perciò al posto della
confederazione del regno fu creata la confederazione germanica di cui fa parte la parte occidentale
dell’impero austriaco. Delle 300 entità indipendenti (che appartenevano all’impero germanico
inizialmente) vengono compattate e si passa a 39 stati indipendenti e sovrani. Francesco I,
imperatore austriaco, presiede la dieta germanica con sede a francoforte che aveva il compito di
coordinare tra la poltiica militare e commerciale, ha limitati poteri decisionali e legislativi nella
confederazione. La poltiica della confederazione risponde a principi di conservazione, dopo la
guerra frnaco-rpussiana si scioglierà nel 1866.

chiede sempre tre guerre di indipendenza italiane


nb: cerco oltre al banti quali sono, quando e le allenze
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oltre ad acquisire arenaria, ottiene posnania e si appropria dei territori sottratti alla sassonia

impero asburgico o imper d’austria ottiene porzioni territoriali importanti, ottiene tirroro, balcani
(slovenia, croazia, dalmazia) e il regno lombardo-veneto. In questo modo vienna si assicura
dominio sull’adriatico.

Le grandi potenze si spartiscono i territori che erano stati della polonia, napoleone ha creato gran
ducato di varsavia, stato satellite che ha acquisito sua identità. il principio di legittimità viene messa
da parte, la polonia viene spartita tra austria (territori sono chiamati garizia), russia (territori
polacchi hanno inizialmente loro autonomia, è detto regno di polonia, congresso e progressivamente
lo zar limita sue autonomie) e prussia

Russia ottiene anche le regioni baltiche e la finlandia (per il principio di legittimità era del regno di
svezia che ottiene in cambio la norvegia che prima era però della danimarca a cui viene data invece
alcuni ducati tedeschi).

in Francia torna Luigi XVIII di famiglia Borbone


la Russia ingloba il Regno di Polonia e la Finlandia
la Prussia riottiene la Posnania e i territori renani a ovest
l’Austria riprese Tirolo, Slovenia, Croazia, Dalmazia e Regno Lombardo-Veneto nuovo Regno dei
Pesi Bassi, con l’Olanda e i ceduti Paesi Bassi austriaci
in Germania viene costituita la Confederazione Germanica, organismo sovranazionale che
raggruppa 39 stati, con un organo centrale di coordinamento, la Dieta della Confederazione,
costituita dagli ambasciatori degli Stati membri e con presidenza permanente all’Austria
in Spagna torna Ferdinando VII di Borbone, che abolisce la Costituzione di Cadice
il Regno di Sardegna, di Vittorio Emanuele I di Savoia, riottiene Savoia e Nizza e incorpora l’antica
Repubblica di Genova
Ducato di Parma, Piacenza, Guastalla vanno a Maria Luisa d’Austria
Ducato di Modena a Francesco IV d’Austria-Este
Ducato di Massa e Carrara a Maria Beatrice Cybo d’Este
Ducato di Lucca a Maria Luisa di Borbone-Parma
Granducato di Toscana restituito a Ferdinando III di Asburgo-Lorena
Stato della Chiesa torna a papa Pio VII
Regno delle Due Sicilia strutturato in una compagine amministrativamente unificata restituita a
Ferdinando IV di Borbone

italia:
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dinastia sabauda riprende possesso dei propri territori e li amplia, il regno di sardegna sotto vittoria
emanuele I riottiene la savoia, nizza, ottiene regno di giovane. Matternich avrebbe voluto imporre ai
savoia un trattato di allenaza con dinastia sabauda. Il re riuscì grazie alle altre potenze ad evitare
questo vincolo ottenendo così maggiore autonomia fondamentale per il ruolo neutrale nelle guerre
di indipendenza

il processo di unificazione terriotoria è duplice per l’italia;


per il nord-est è guerra per indipendenza dall’impero austriaco, potenza straniera
per le altre regioni sono guerre di annesione, unificazioneù

regno di sicilia e napoli vengono unitifacati sotto ferndinando IV di borbone che diventa
ferdinando I delle deu sicilia, questo fu causa di molte rivolte, siclia vuole propria autonomie. Il
regno delle due sicilie è legato da contratto con impero d’austria

l’italia oltre al regno di sardegna è sotto impero asburgico

piano internazionale:
-L’assetto geopolitico voluto dal Congresso di Vienna non soddisfaceva le aspirazioni dei popoli
all’unità e all’indipendenza nazionali. Contro le intenzioni del Congresso di veinna (voleva
cancellare idea di nazione perché dietro tale idea vi è un popolo, se c’è popolo c’è sovranità
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nazionale che è nazionalità popolare e si vuole restaurare invece l’origine divina del potere) si
affermò il principio di nazionalità tra i popoli che fece nascere gli Stati nazionali contemporanei.

-Le potenze europee erano divise sulla questione dell’indipendenza greca dal dominio ottomano.
Ciò fa saltare eq, vi è problema nazionalismo: grecia è sotto impera ottomano e vogliono
indipendenza nazionale, la lotta greca divide europei, russia, regno unito e francia la sostenevano,
austria e prussia si oppongono. E’ evidente che gli interessi di potenza superano il principio di eq,
posto alla base della restaurazione.

-Aumentarono i dissidi tra Regno Unito e Austria. Gli interessi di potenza superavano
considerazioni di equilibrio e concertazione. Regno unito non tollera espansione austriaca su mare
adriatico e non sopporta che austria intervenga a sedare tensioni in territori stranieri. (nb: austria fa
parte della sacra alleanza, interventismo)

politica interna:
-L’idea di sovranità popolare (legata all’idea di nazione e di rappresentanza parlamentare) non
poteva essere cancellata

-I princìpi di inviolabilità delle libertà individuali e di eguaglianza dei diritti erano diventati
imprescindibili e non erano conciliabili con l’assolutismo e i privilegi cetuali

-Impossibile cancellare la modernizzazione statuale napoleonica

-Lo sviluppo del mercato, del capitalismo e dell’industria avevano promosso l’ascesa della
borghesia, che si era fatta portavoce di istanze liberali e aspirava al ruolo di classe dominante

Gli obiettivi della restaurazione sono contrapposti alle aspirazioni della borghesia europea
(possibile domanda)
i principi del congresso mirano a tre obiettivi:
-sicurezza generale garantita dall’equilibrio delle potenze e dalla creazione di Stati “cuscinetto”,
ma contraria alle aspirazioni nazionali
-ritorno all’assolutismo monarchico e alla società per ceti, origine divina della sovranità
-politica economica di tipo protezionistico (negato il libero scambio, controllo dei prezzi),
favorevole agli interessi dei proprietari agrari e dei contadini

tutto ciò si contrappone alle aspirazioni della borgeshia:


-autonomia nazionale (indipendenza dal dominio straniero) e unità nazionale (unificazione del
territorio su base etnica). Ciò per ottenere mercato nazionale
-ordinamenti politici liberali (costituzioni che impedissero l’autoritarismo e privilegi cetuali,
parlamenti che rappresentassero anche la classe borghese), questo per far emergere la borghesia. I
deu ordinamenti politici liberali: costituzionalismo (sancisce libertà,diritti civili, uguaglianza di
fronte alla legge) e parlamentarismo (borghesia ottiene rappresentanza politica)
-libero mercato e libera iniziativa economica. Liberismo a sostegno degli interessi della borghesia
imprenditoriale industriale
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Nel suo scontro con le forze nazionali, liberali e imprenditoriali borghesi, la Restaurazione fallì nel
suo progetto

Idea di nazione e nazionalismi


nazione: collettività che ha diritto di esercitare la sovranità politica su un territorio specifico

è una novità nel linguaggio politico di fine Settecento e inizio Ottocento; prima indicava una realtà
culturale dai confini geografici non definiti, poi diventa anche come un elemento che ha diritto di
esercitare la sovranità politica in un territorio

fu la rivoluzione francese a dare centralità al concetto di nazione nella cultura politica:


art. 3 della “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”, il principio di ogni sovranità risiede
essenzialmente nella nazione

la diffusione del linguaggio nazionale oltre la Francia rivoluzionaria è assicurata da 2 processi


contraddittori ma correlati:
-uno di natura imitativa, durante riv francese anti assolutisti si appellano alla nazione, quando
napoleone porta con sè concetto di nazione ma assoggetta gran parte dell’eruopa tale concetto viene
propugnato delle elites e dagli intellettuali in chiave anti- francese
altrove i gruppi anti-assolutistici imitino i rivoluzionari francesi e comincino a parlare il linguaggio
della nazione che avevano adottato, invocando la sovranità del popolo i movimenti anti-assolutistici
imitavano il modello francese e ne avevano adottato il linguaggio, la nozione di nazione e di
sovranità popolare; essi guardano il modello francese che si attiene al modello di sovranità del
popolo (durante l’occupazione di armate napoleoniche) in alcune zone, come Polonia, Italia e
Germania, si unì anche il nazionalismo
-uno di natura reattiva, che si verifica quando le armate napoleoniche occupano parte del
continente europeo; l’atteggiamento spesso aggressivo dei responsabili militari e civili francesi
verso le popolazioni dei territori occupati suscita nelle élite e negli intellettuali locali risposte che
trovano nel linguaggio nazionalista il loro vettore, provocando un patriottismo anti-francese

due concezioni antiteiche di nazione:


nozione civica e etno culturale
civica:
risalente alla dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) della riv francese
si fonda su concetto di cittadinanza, si appartiene a nazione per essere soggetti a stesso ordinamento
giuridico, riconosce a tutti diritti e libertà inviolabili e inalienabili
tale nozione è vicina alle teorie republicanesime di Rousseau: questa nazione intende la libertà
come autogoverno collettivo e privilegia una forma di convivenza capace di organizzare una
partecipazione alla vita pubblica diretta
concezione individualistica: riconosce al singolo un valore assoluto, omdoèendentemente dalle
interazione con i suoi simili, la soc è considerata il risultato delle azioni di individui indipendenti

etno culturale:
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si forma su condivisione di elenenti identitari prepolitici come lingua, storia e culutra comuni.
Risale a romanticismo tedesco antirivoluzionario e antinapoleonico.
è concezione organicista: considera la società analoga a un organismo viventi cui componenti sono
itnerdipendenti e non hanno autonomia individuale
nozione propria del conservatorismo, vi è importanza delle tradizioni storiche, consuetudini,
memorie collettive che indetificano uno spirito di popolo. Nasce da filosofi Herder e fichte.

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