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07/10/2020 Storia moderna

Come si fa storia? Se uno vuole fare una tesina orale o scritta di storia moderna deve occuparsi di 3
questioni:
1. L’argomento nell’interesse, attraverso una regione in particolare: la ragione che ci fa
scegliere un argomento di storia è, appunto, l’interesse. Più è articolato e più e meditato
questo interesse, più la ricerca sarà fruttuosa. La ricerca si svolge su due linee: ricerca delle
fonti e ricerca della storiografia. Perché questo? Perché l’obiettivo della storia è ricostruire,
secondo verità, gli eventi del passato (la storia è scienza, ovvero studio scientifico del
passato secondo le fonti e, quindi, noi dobbiamo trovare le fonti).
2. Le fonti
3. La critica storiografica

Definire la storia moderna richiede due coordinate:


 COORDINATA TEMPORALE: la storia moderna, per noi, va dal 1492 al 1794 (morte di
Robespierre) più una piccola aggiunta alla rivoluzione napoletana del 1799 (quindi il
giacobinismo francese e napoletano);
 COORDINATA SPAZIALE: è quella dell'Europa atlantica, cioè che comprende le vicende
dell'America del Nord, del Centro e del Sud e dell'Europa (non parleremo di Polonia,
Ungheria, Cecoslovacchia e altre nazioni dell’Europa Orientale).

Global History: è una moda importante, utile e interessante, ma non è una gran scoperta perché da
sempre la storia, da quando si è cominciata a scrivere con Erodoto e con Tucidide nel mondo greco,
aveva naturalmente una visione più ristretta della Global History (non c’era l’aeroplano e, quindi,
non potevano andare a Tokyo nella stessa giornata), però avevano chiaro il problema che la storia è
comparazione, è confronto, ovvero lo studio della specificità di una questione non può staccarsi
dall’idea della cultura europea del mondo del 1700.
Quindi la Global History è la capacità di collegare eventi che si siano svolti su una stessa lunghezza
temporale e così comprendere anche la loro specificità.
ESEMPIO: 1492 – fine del 1400 c’erano due cose di grande importanza, ovvero la caduta di
Costantinopoli che diventa la capitale dell’Impero turco e la scoperta dell’America.
Come rispondono in Europa gli europei? Rispondono con un senso di panico siccome è caduto un
pezzo del Cristianesimo importante quanto quello romano da una parte; dall’altra parte, invece, la
scoperta dell’America e, subito dopo, dei mondi orientali e, quindi, il Cristianesimo ha davanti a sé
una missione di evangelizzazione, di conquista del mondo, di realizzare le profezie. Questo tema
della profezia, alcuni studiosi, hanno mostrato che attraversa tutto il mondo: lo si ritrova nell’Est,
nell’Europa e nell’Ovest. Quindi, questa è la Global History, ovvero vedere come un’esperienza di
questo genere abbia attraversato tutti i monoteismi (ebraico, cristiano, islamico) e ha attraversato
tutta la cultura di quell’epoca.
Nazione: è una realtà su cui si è molto discusso, soprattutto negli ultimi 30-40 anni. Al giorno
d’oggi il problema della nazione è un tema di grande importanza. Certamente bisogna distinguere
tra un’identità culturale e un’identità istituzionale e politica. Questo tema è un tema complesso (un
tema di natura sociologica, antropologica e filosofica), ma è un tema di grande rilievo anche per
noi.
Le 15 questioni presenti nella prima parte del programma sono utili per guidarci nello studio del
manuale.
1 questione - la civiltà umanistica e gli stati regionali e italiani -: quindi l’Umanesimo ha una
collocazione precisa che è l’Italia, soprattutto quella del Centro-Nord.
2 questione - la formazione cinquecentesca degli stati nazionali in Francia, Spagna, Portogallo
e Regno Unito -: vediamo gli stati nazionali, Francia – Spagna – Portogallo e Regno Unito, ma non
c’è l’Italia. Quindi nel ‘500 l’Italia non si avvia il processo di unificazione nazionale (non esiste una
nazione italiana nel ‘500. Non esiste una nazione istituzionale, non c’è un’identità e un’unità
politica come c’è, per esempio, in Spagna e in Portogallo). L’Italia, invece, ha un’identità nazionale
religiosa, linguistica e culturale, ma non ha un’unità politica. L’Italia resta divisa in 5 grandi stati
regionali: Regno di Napoli – Lo Stato del Vaticano – Gran Ducato di Firenze – Repubblica di
Venezia – Ducato di Milano.
3 questione – le conquiste coloniali portoghesi, spagnole e inglesi -: la conquista coloniale
significa come si organizzano le colonie (quindi non tanto il navigatore quando arriva nell’America
del Nord, ma come sono organizzate le colonie portoghesi, spagnole e inglesi).
4 questione – la cultura del Rinascimento -: vogliamo fare qualche nome, ovvero Macchiavelli –
Galilei o Raffaello.
5 questione – le guerre d’Italia e il conflitto tra Spagna e Francia per l’egemonia europea -:
questo è il segno che si collega alla crisi degli stati regionali italiani. Si combattono Francia e
Spagna per l’egemonia europea e questa guerra è combattuta, in sostanza, in Italia.
6 questione – la Riforma protestante e la Controriforma -: è una delle questioni cruciali della
storia moderna.
7 questione – le guerre di religione in Francia -: quindi la seconda metà del ‘500 con la
conclusione con Enrico IV.
8 questione – l’età Tudor nel regno Unito -: quindi, in sostanza, la regina Elisabetta.
9 questione – le rivoluzioni inglesi del XVII secolo -: quindi, Cromwell, poi la fine di Cromwell,
il ritorno degli Stuart e la rivoluzione del 1688.
10 questione – la guerra dei Trent’anni; Richelieu e Olivares; la Fronda -: Richelieu e Olivares sono
rispettivamente i due primi ministri dei sovrani che guidano: Richelieu la Francia e Olivares la
Spagna. Poi abbiamo il trionfo francese, alla fine della guerra dei Trent’anni, e la crisi in Francia
che si chiama “la Fronda”.
11 questione – la nascita dell’assolutismo con Luigi XIV e sua diffusione nel resto d’Europa
nel XVIII secolo -: questo è un punto che ci riguarda molto da vicino, perché il sovrano classico
per definizione dell’assolutismo è Luigi XIV, in Francia, che muore nel 1715, ma nel ‘700 il
sovrano per definizione, illuminato in assoluto, è Carlo di Borbone che è stato sovrano a Napoli dal
1734 al 1759 e che, poi, diventa sovrano di Spagna, a Madrid.
Poi abbiamo l’età dell’Illuminismo, la rivoluzione americana, la Rivoluzione francese (1789 –
1794) e la Rivoluzione Napoletana del 1799.

È da sottolineare l’importanza della civiltà umanistica e per la formazione dell’identità italiana della
civiltà umana: noi parlando della realtà europea tra il 1400-1500 possiamo dire che parliamo di una
rivoluzione che non ha avuto spargimenti di sangue, come con Cromwell e con Robespierre, ma che
ugualmente è stata una grande importante rivoluzione, ovvero che ha ruotato su più punti che si
collegano tra di loro e hanno anche autonomia. Questi punto sono, innanzitutto, la comparsa della
civiltà umana.
Il mondo medievale era un mondo, sostanzialmente, rurale: c’erano alcuni grandi centri urbani che
si sono sviluppati nella fine del Medioevo (1200 – 1300), ma quando parliamo di “Medioevo”
parliamo sostanzialmente anche di valori culturali legati, però, ad una società rurale. Questa società
rurale entra in crisi soprattutto in Italia quando cominciano a nascere nuove linee di comunicazione,
in cui sono presenti le crociate. Con le crociate, il mondo rurale, religioso e cristiano di tutt’Europa
viene attraversato da una straordinaria novità, cioè large masse di persone si mettono in movimento
per riconquistare il sepolcro di Cristo. Le vicende che segnano le crociate in Oriente, ci interessa di
più vedere quello che succede in Occidente: si muovono contadini, élite e mondo religioso e hanno
bisogno per arrivare in Oriente o di cavalli e carri o, semplicemente, di navi.
Le crociate hanno significato, prima della scoperta dell’America, la scoperta della verità
mediterranea, ovvero si sono visti all’improvviso nuovi mondi tra cui l’esistenza era nota, mentre
l’esistenza dell’America era ignota (questa è una grande differenza). Però, anche se era noto il fatto
che esistesse la Cina (c’era arrivato Marco Polo) e Gerusalemme, ora viene sperimentato da molti
europei. Non solo era un’esperienza culturale diretta, ma era anche un’esperienza economica perché
si aprono linee di comunicazione con il Medio Oriente e con l’Oriente = questa è qualcosa di
straordinaria importanza perché, quando gli europei sono andati in Medio Oriente e ne tornano, non
tornano solo con dei racconti da fare nelle proprie famiglie o nelle proprie città, ma tornano con
degli oggetti: specchi, ori, spezie, ovvero tutte cose ignote; allora le élites ricche cominciano a voler
acquistare questi nuovi oggetti che creano una condizione di prestigio: sono degli Status singoli.
C’è bisogno di ricchezza e, quindi, la ricchezza che è prodotta dall’agricoltura e dalla campagna
può essere incrementata se si aumenta la produzione: si aumenta la produzione, non si vive più di
baratto, ma per aumentare questa ricchezza cominciano le fiere. Le fiere non si fanno in luoghi
sperduti delle campagne, ma si fanno nelle città soprattutto in quelle dove si arriva facilmente (per
esempio ci sono le grandi fiere lungo i fiumi: Lione era una delle fiere più famose; Francoforte e la
stessa Italia). Intorno a questo rinnovamento abbiamo scelto il tema della crociata perché ci fa
vedere bene questo problema ed ecco che intorno ai centri commerciali cominciano a nascere le
città ma non solo le città diventano serie di ferie e di scambio commerciale, ma diventano centri
dove si portano i prodotti, si commerciano, si scambiano, si vendono e si acquistano. Si acquistano
anche prodotti non solo della campagna, ma anche prodotti artigianali (es. le selle per i cavalli, i
prodotti per lavorare la terra, gli oggetti che si possono acquistare per rendere più prestigiosa la
propria casa). Le città diventano il punto di riferimento per l’espansione, per il consumo e per la
produzione di ricchezze e diventano anche il centro del rinnovamento della cultura.
Il simbolo di queste città sono: Venezia e Firenze, ma non solo. Ci sono anche le città lungo il
fiume come Lione e Parigi. Dunque, il mondo urbano diventa per vari fattori: incremento della
produzione veicola - commerci sorti anche sulla spinta delle crociate - allargamento e crescita della
popolazione – insofferenza delle condizioni in cui si viveva nei borghi controllati dai serbataci.
Insomma le città di cui l’Europa aveva una sorte di rete, che era quello romano, e che erano risultate
spesso disabitate ma la cui memoria non si era mai perduta = per cui esisteva un tessuto urbano che
viene rivitalizzato e, accanto a questo tessuto, nascono anche altre città (per es. Venezia era una
città che, nell’epoca della Repubblica romana, non esisteva come noi la conosciamo) o riprendono
vita antiche città, e la rete delle città comincia con il costruire una realtà nuova e anche che entra in
contatto, cioè i cittadini cominciano a muoversi (per es. il più famoso che ci porta adesso
l’Umanesimo è: “se un cittadino di Lucca o di Firenze che aveva prodotto, nelle sue botteghe, dei
tessuti pregiati e li voleva vendere a Lione, come faceva?”). E allora comincia con il costruirsi fra le
città una rete finanziaria, ovvero le lettere di cambio (ci sono dei mercanti che si conoscono, ci sono
dei mercanti che vanno a vivere per esempio a Lione). La lettera di cambia significa che non
bisogna portare del denaro, ma basta portare una lettera in cui si porta la fiducia, ovvero il credoto =
questi mercanti hanno credoto nel duplice significato, ovvero che sono creduti perché sono anche in
grado di pagare. Quindi, con queste lettere di cambio si faceva credito ai grandi mercanti però, a un
certo punto, dovevano pagare anche loro e, quindi, erano delle cose temporanee. Si comincia col
costruire una rete di fiducia che sostiene il commercio, cioè il commercio ha bisogno di fiducia e,
attraverso questa rete, si crea questa struttura che sulla base della fiducia permette lo spostamento di
merci e pagamenti a tempi diversi e a luoghi diversi. Questa è una cosa completamente nuova, ma è
collegata con il mondo urbano, cosa che il mondo medievale non ne aveva proprio bisogno perché
bastava il baratto tra due borghi pochi distanti.
La civiltà urbana dell’Umanesimo italiano (del centro nord) ed europeo ha costruito una rete
culturalmente ed economicamente diversa.

Pietro il Grande, in Russia per venire in Europa, è andato nei cantieri navali olandesi per vedere
come si costruivano le navi, è andato a seguire delle sedute del parlamento inglese, insomma è stato
uno che ha capito che se voleva modernizzare il proprio paese, lo doveva fare sapendo quello che
succedeva negli altri paesi.
(DOMANDA: definizione di Nazione = è qualcosa che va definita quando la si valuta. Se vogliamo
definire la nazione nell’800, ecco che metteremo in luce un insieme di caratteri che sono specifici
dell’800. Se la vogliamo definire “la formazione degli stati nazionali” ecco che alcuni tratti nei
secoli del 700 e 800, vengono meno. È importante il fatto che è di carattere culturale e non
biologica, cioè esiste la nazione inglese, però le nazioni sono tutte delle realtà meticce, non c’è
purezza del sangue nei fatti).
Questo argomento ci porta su quello che volevo dire: si dice che per appartenere a una nazione ci
vuole il sangue di quella nazione: noi sappiamo che non esiste una identità nazionale biologica, ma
dalla fine del 1400 fino ad oggi, ci sono realtà che rivendicano la purezza del proprio sangue
nazionale, basterebbe parlare del Nazismo. Nell’800 all’idea di stato nazionale si collega quello di
Patria, ma allo stato nazionale inglese o spagnolo o francese nel 500, l’idea di patria era esclusa
perché era uno stato dinastico, c’era la dinastia dei Tudor di Inghilterra e Isabella di Castiglia di
Spagna, che hanno unificato e che hanno vinto militarmente contro i nemici: i Tudor hanno vinto la
Guerra delle Due Rose e quindi hanno distrutto l’aristocrazia opposta; in Spagna, Isabella ha vinto e
ha unificato la Spagna contro i musulmani. Quando la Spagna vince a Cordoba e i musulmani sono
sconfitti, cambia lo scenario: prima la Spagna era divisa tra zona cristiana e musulmana, poi nel
corso dei secoli l’equilibrio è cambiato fino alla vittoria dei cristiani. Ma c’era piena tolleranza, cioè
non si combatteva per motivi religiosi, quando la Spagna ha creato l’unificazione, si è creato un
problema di fedeltà. Come fa il sovrano a essere sicuro della fedeltà dei suoi sudditi? Il problema di
fronte al 500 è questo: in Spagna nel 1492 si verifica l’unità e i cristiani prendono il potere, ma c’è
una larga presenza di musulmani e ebrei, sono spagnoli ma di religione diversa. È possibile uno
stato unitario con delle religioni diverse? Questo è il problema politico del 1500. È possibile che un
sovrano sia tranquillo quando i suoi sudditi hanno una religione diversa dalla sua? Oppure, è
possibile per un suddito vivere tranquillo quando il potere ha una religione diversa dalla sua?
Perché vi dico questo, perché la Spagna è la prima a provare questa situazione: 3 religioni diverse e
il sovrano ne ha una, che è quella cristiana. Dunque, comincia una persecuzione contro musulmani
ed ebrei che finirà all’inizio del 600, alla fine la Spagna li espelle. Il risultato è che è una nazione
con il sangue puro perché è puramente cristiana: la limpieza de sangre (la purezza del sangue) che
era l’obiettivo della cristianità.
In Inghilterra con l’avvento del protestantesimo, Enrico VIII diventa sovrano protestante e
abbandona il cattolicesimo, e comincia una guerra tra cattolici e anglicani, ad es. Maria la
Sanguinaria che trova un certo equilibrio con Elisabetta, e l’Inghilterra attraversa la stessa questione
della Spagna. Ad esempio, la Germania è spaccata in 2: protestanti e cattolici, e come fa l’impero ad
unificare questa realtà? Questa questione arriva in Germania fino al 1618; la Francia seconda metà
del 500. Scoppiano le guerre di religione tra ugonotti o calvinisti o protestanti, e cattolici. La
conclusione della guerra di religione in Francia con Enrico IV di Borbone è una conclusione che
segna il nuovo orizzonte europeo: Enrico IV era un ugonotto, sfugge alla strage della notte di S.
Bartolomeo e come ugonotto fa assedio a Parigi quindi sconfigge i cattolici, si converte al
cattolicesimo, diventa re di Francia e come re concede la piena cittadinanza agli ugonotti e ai
cattolici, quindi in Francia è possibile un governo che governa consapevolmente su due religioni tra
loro opposte.
Quindi il 500 ha avuto un problema di identità della nazione che possiamo affrontare in vari modi, e
religione e politica sono intrecciati. Visto che abbiamo parlato dell’unificazione spagnola fatta da
Fernando e Isabella di Castiglia, continuiamo su questa vicenda perché il punto importante è che
nella primavera la Spagna afferma l’unità dinastica, quindi non è che c’è un referendum (non si
chiede “volete essere uniti o no?”). DOMANDA: Il concetto di nazione è soggettivo per ognuno? In
Italia e Germania era una questione politica e non religiosa, mentre nel 500 la questione è religiosa
e il problema della spagna fu risolto diversamente dalla spagna: la religione è un linguaggio su cui
si costruisce una comunità, e per costruire una comunità bisogna parlare lo stesso linguaggio e
quando ci sono più lingue, se è la religione il fondamento, non si crea l’unità, e la spagna ha seguito
questa linea. Ci voleva l’unita, la base del potere veniva dal sacro, era una consacrazione religiosa il
potere del sovrano, non era popolare perché c’era una dinastia di sovrani forti militarmente che ha
conquistato dei territori e rivendicava una legittimità religiosa che escludeva tutte le altre fondazioni
e quindi la spagna ha unificato il territorio e ha unificato tutti quelli che non aveva quel linguaggio
religioso, che era l’unico legittimo perché legittimava il potere dei 2 sovrani spagnoli. Questa
questione in Spagna non fu drammatica perché non ci fu una guerra civile, perché ebrei e
musulmani furono espulsi militarmente, e la Spagna come Portogallo e Italia, è rimasta una nazione
monolitica religiosamente, c’è stata un’unica religione cattolica legittima. La Francia ha avuto lo
stesso problema risolto non con la forza del potere come i sovrani spagnoli, ma con la debolezza del
potere, e si è creata una guerra civile, e allora il potere ha dovuto risolvere una questione analoga in
linea di principio: come facciamo a far convivere più religioni nello stesso stato? La spagna ha
usato la forza contro comunità deboli, mentre non l’Inghilterra né Francia né Germania né Paesi
Bassi lo hanno fatto e c’è stata una guerra civile. La soluzione francese ha creato un meccanismo di
tolleranza, cioè si tolleravano 2 religioni (è l’avvio alla conquista di libertà civile di pensiero e di
parola del mondo moderno).
Torniamo alla Spagna: è unita, Cristoforo Colombo va nella penisola iberica, inizialmente in
Portogallo perché era la nazione più avanzata nella scienza nautica, aveva già cominciato a
esplorare le coste dell’Africa, si era spinta al Sud e aveva maturato un meccanismo di insediamento.
Invece di controllare i territori individuavano delle zone difendibili e creavano una postazione
portoghese che era difendibile militarmente e creavano un commercio con le realtà locali, e quindi
avevano creato postazioni che non miravano a controllare politicamente la regione, ma miravano a
una sicurezza militare e quindi a poter far arrivare le navi e scambiare merci con le realtà indigene.
Colombo parte e secondo alcuni non è stato il primo ad arrivare in America, però il primo che è
andato in America ed ha saputo tornare in Europa perché aveva una capacità nautica, Colombo ha
saputo individuare una rotta di arrivo e poi attraversare l’Atlantico e ritornare.
Una volta arrivato in America, ha pensato che fosse la Cina, lui aveva affermato di aver sentito un
usignolo (in America non c’erano gli usignoli), la Cina era il serbatoio delle ricchezze asiatiche,
tutti i prodotti del Medio Oriente arrivavano per via carovaniera attraverso i deserti, attraverso
l’india e la Cina. Arrivare in Cina significava evitare questo giro carovaniero. Colombo aveva
conoscenze di cartografia, era un marinaio e aveva immaginato di poter arrivare in Cina
correttamente ma per poter spiegare l’inclinazione terrestre bisognava immaginare una massa di
terra che compensasse quella delle acque, e quindi la scienza del tempo non gli poteva far
immaginare l’esistenza di un altro continente. L’altro problema rilevante è il meccanismo coloniale
spagnolo: leggere i modi delle conquiste coloniali spagnole è terribile, perché la crudeltà, la
violenza, i massacri e lo sfruttamento di popolazioni indigene è stato terribile, sia nelle Antille dove
non c’era oro e argento, ma c’erano le perle, per cui lo sfruttamento di questi indigeni che dovevano
andare sott’acqua e trovare le perle; sia nelle miniere di oro, di argento e di mercurio che era
indispensabile; sia nelle zone agricole. Qual è la struttura di questo sfruttamento? Nel testo troverete
una parola spagnola che è ENCOMIENDA, cioè “Feudo” -> è una estensione immensa e su questi
feudi c’era una popolazione che in cambio di difesa militare da altre popolazioni (nel medioevo
c’erano conflitti), lavoravano per il feudatario, il quale offriva la difesa militare e in cambio i
contadini lavoravano per loro. Il feudatario aveva il potere giurisdiziario, quindi il primo tribunale
in un feudo era tenuto dallo stesso feudatario. L’encomienda è un feudo che prendono questi
avventurieri spagnoli che si lanciano nella conquista dell’America sperando di fare fortuna,
conquistano terre sperando di trovare miniere e obbligano la popolazione a questo lavoro, in cambio
dell’insegnamento del cattolicesimo. Colui che aveva l’encomienda, l’encomendero, era legittimato
a obbligare al lavoro le popolazioni indigene a distruggere villaggi e comunità indie perché gli
serviva spostare in centinaia di km una comunità per farla lavorare nelle miniere, e in cambio
doveva insegnare catechismo e ad andare a messa. Questo meccanismo produce miseria. Facendo
una comparazione: se l’America del Nord e del Sud hanno storie diverse, se identifichiamo il
mondo sudamericano con il mondo della corruzione, e quello nordamericano con il mondo della
produzione, della libertà e del dispotismo, ci deve essere una ragione storica che è questa: il
meccanismo di sfruttamento delle colonie nel Sudamerica è stato diverso da quello del Nord
America. Nel Nord America non ci sono state miniere e quindi non c’è stata la corsa all’oro (di fine
800) e i territori su cui sono arrivati gli inglesi nel 600 erano scarsissimamente abitati, mentre quelli
del Sudamerica erano territori civilmente abitati da imperi azteco (nel Messico) e inca (nel Perù).
Quindi la conquista spagnola è stata su civiltà già strutturate, e questo ha determinato un tipo di
conquista diversa da quella inglese nel Nord America, i cui tratti sono stati così terribili da avere
provocato da un lato la poca ricchezza del mondo spagnolo americano; dall’altro avere provocato la
miseria del mondo spagnolo europeo. Perché con questo tipo di conquista, il mondo americano
mandava oro e argento in Europa e quando arrivavano in spagna, gli spagnoli, sentendosi ricchi,
invece che produrre prodotti agricoli e manifatturieri con oro e argento, miravano a comprarli dal
resto dell’Europa. Quindi l’oro delle miniere americane arrivava in modi centralizzati su flotte
costruite e controllate dalla spagna, per cui era lo stesso sovrano che controllava il trasferimento
delle ricchezze, arrivati in spagna lasciava la spagna con il commercio e andava in Inghilterra, in
Francia, nei paesi bassi e in Italia. La spagna dalla metà del 500 in poi, ogni 25 anni faceva
fallimento, essendo una nazione più ricca del mondo perché controllava oro e argento americano.
Quindi il meccanismo coloniale spagnolo ha provocato un genocidio delle popolazioni indigene in
America e il declino e la rovina economica della spagna. Questa situazione è stata condannata da
intellettuali 500nteschi anche spagnoli: c’è Bartolomeo de las Casas che ha denunciato gli orrori
della conquista spagnola, e la stessa spagna a partire dal 1570 si è resa conto del baratro verso cui
stava andando e ha cambiato la legislazione coloniale. Questa è stata una colonizzazione terribile
che ha provocato danni sociali ed economici ma ha costruito una civiltà, perché il mondo
sudamericano ha costruito una propria identità che ha fatto delle nazioni del Sudamerica, in cui in
qualche modo si è creato un amalgama di varie civiltà e società, le quali hanno conseguito
un’autonomia e sconfitto l’impero spagnolo e hanno costruito la storia del mondo moderno e
contemporaneo spagnolo.

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