Il termine Rinascimento indica, in generale, la civiltà che si sviluppò in Italia e in
Europa dalla fine del Trecento a tutto il Cinquecento. La letteratura suddivide questo periodo in due momenti: - L’Umanesimo, che si concentra di più sulle opere dell’antichità classica, che si sviluppa a partire da Petrarca e Boccaccio; - Il Rinascimento, che si afferma nel XVI secolo, nella quale la società italiana elabora in forma autonoma e originale i nuovi modelli culturali e concezioni della realtà; Durante questo periodo in Europa si affermano delle Monarchie e degli Stati nazionali. Ad esempio in Francia si afferma la monarchia assoluta, in Inghilterra sorge la nascita del capitalismo mercantile, in Germania il Sacro romano impero germanico diventa Stato nazionale sotto il dominio degli Asburgo, ed infine in Spagna c’è una riconquista della penisola con la vittoria sugli arabi. In generale in Europa c’è la creazione di eserciti statali permanenti per ogni stato, avviene l’affermazione delle nuove lingue volgari ed anche un’identità religiosa. Soffermandoci sulla penisola Italiana, essa rimane ignara dell’evoluzione della politica che si affermerà con il proseguire del tempo. Tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, l’Italia è caratterizzata da due fenomeni: - La transizione da Signoria al Principato; - La progressiva affermazione degli Stati regionali; Inoltre c’è un momento di debolezza da parte dei governi Italiani. Le entità statali non superano il limite del territorio regionale, le oligarchie cittadine determinano l’immobilismo sociale, e non avviene uno slancio economico di lungo periodo. La crisi degli Stati Italiani si affermerà nella sua pienezza nel 1494 con la discesa in Italia del re Francese Carlo VIII, con il “sacco di Roma” del 1527. Però, nel mentre, l’Italia vive gli splendori di una cultura raffinata dal punto di vista culturale. Spostandoci sempre più verso il Cinquecento avviene la nascita dell’età moderna. Infatti questo secolo è denominato “il secolo dei banchieri e degli industriali”, perché avviene una nascita di un’economia che a quel tempo si poteva già definire capitalistica. Nascono le attività agricole e si assiste ad un grande incremento demografico. Dal punto di vista politico, il restauratore dell’ideologia imperiale, assunse il ruolo di protettore della cristianità. Questa politica si affaccia su tre fronti: - In Germania, le persone sono contro i principi protestanti; - Nel Mediterraneo, si afferma un flusso contro l’espansionismo ottomano di Solimano il Magnifico; - In Italia, ci si scontra contro le coalizioni anti-imperiali organizzate dal re di Francia Francesco I, che si placcherà con la pace di Cateau-Cambrésis del 1559. Quando Carlo V, nel 1556, si ritira dal trono, sale al potere suo figlio Filippo II che eredita un imponente potere economico e politico. Egli adopera prevalentemente per la difesa della Controriforma avviata dal Concilio di Trento. Gli elementi basilari su cui si fondano la cultura e il pensiero del Rinascimento sono: - Rivalutazione della realtà terrena; - Affermazione della dignità umana; - Attivazione alla partecipazione delle attività pratiche, politiche ed economiche; - Nuovo atteggiamento scientifico e realistico; - Recupero della cultura e dei testi del mondo classico, - Scoperta e consapevolezza della profondità storica. Dal punto di vista letterario, si afferma il pensiero della libertà dell’uomo. Il discorso sulla dignità dell'uomo (Oratio de hominis dignitate) è una orazione scritta nel 1486 da Giovanni Pico della Mirandola, il celebre umanista italiano del Quattrocento, studioso di Greco, Latino, Ebraico, Siriaco, Arabo nelle maggiori Università d'Italia e Francia. Tale discorso dimostra la potenza dell'intelletto che mette l'essere umano al centro dell'Universo, definendosi un Dio plasmatore e creatore: è ritenuto il "Manifesto" del Rinascimento italiano. Per concludere i luoghi del sapere del Quattrocento furono principalmente due: - Le Accademie; - La Biblioteca quattrocentesca