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IL SEICENTO

Sul piano politico gli Asburgo cercano di imporre l’autorità imperiale e il cattolicesimo
su tutti i territori tedeschi, legati alla Francia e alla Spagna per motivi dinastici. Questa
guerra, ovvero la guerra dei Trent'anni segna la vittoria della Francia e la decadenza
dell’impero germanico degli Asburgo con annesse colonie italiane. La guerra si conclude
con la pace di Westfalia del 1648 che sancisce la tutela dei diritti dell'individuo alla
base della concezione moderna dello stato. In Francia nascono i germi della cultura e
della politica assolutistica di Luigi XIV che influenzerà tutto il secolo successivo.

Per quanto riguarda l'Italia abbiamo un crollo economico dovuto alle nuove conquiste
territoriali e alle nuove colonie americane e delle Indie, le quali avevano fatto spostare
l'asse del commercio marittimo dal mediterraneo all'Atlantico facendo in modo di
basarsi sull'acquisto di proprietà agricole. Entra direttamente nella sfera dei territori
controllati dalla Spagna e il Ducato di Milano il regno di Napoli e le isole diventano
delle vere e proprie colonie Spagnole che vivono una grave crisi economica con
numerose rivolte popolari come quella di Napoli del 1647.

Questa crisi si scatena anche in Spagna che dopo una fase di massimo splendore
chiamata “siglo de oro” ha un ristagno delle attività produttive e del commercio dovuta
sia al crollo coloniale sia all’assenza di una classe borghese che possa rilanciare
l’economia dello stato.

In risposta alla crisi dell’Europa meridionale abbiamo lo sviluppo settentrionale che


vede l’Olanda indipendente dalla Spagna sin dal 1648 e la nobiltà e la borghesia
avevano attivato processi di modernizzazione di vari settori economici rilanciando le
attività coloniali e imprenditoriali.

In Inghilterra si rafforza la monarchia e diventa la prima monarchia parlamentare e


costituzionale d’Europa. Sarà spettatrice di due rivoluzioni importanti: la prima del 1640
porta alla repubblica di Oliver Cromwell e la seconda conduce alla Dichiarazione dei
diritti nel 1689.
In Inghilterra maturano anche vari filosofi politici come Hobbes e Locke che sono il
frutto del rapporto suddito-sovrano.
Hobbes è stato un filosofo britannico, autore dell'opera di filosofia politica Leviatano
descrivendo i rapporti umani contrassegnati dal conflitto con alla base la frase “homo
homini lupus” paragonando quindi i diritti naturali del popolo delegati al sovrano.
Locke sostiene lo stesso principio di Hobbes ed è considerato il padre del liberalismo
anticipando quindi l'illuminismo settecentesco. Sostiene che la sovranità è legata al
popolo senza rinunciare però a diritti civili di libertà, uguaglianza e rispetto delle
persone. (quello che i francesi nel 700 chiameranno libertè fraternitè egalitè.)

Abbiamo visto che è un secolo di conflitti e trasformazioni e verranno messi in crisi i


valori e i concetti legati al classicismo e la proposta di nuove funzioni innovative. Un
esempio eclatante è la condanna di Galileo che segna la fine della libertà e l'inizio della
condanna e della censura.

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