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13/10/2021

I PRECARI EQUILIBRI IN EUROPA E NELL’IMPERO BRITANNICO


Il concetto di nazione viene definito come un’espressione a pieno di una società
e di una sovranità. È molto complesso definire gli elementi di una nazione. Un
elemento importante è quello definito dall’estetica della politica, data dal
Nazionalizzazione delle masse, storia del nazionalismo tedesco di Moss 
emigra negli Stati Uniti, dove diventerà professore, ma la sua opera risulta un
tentativo per individuare le origini culturali del nazismo in Germania proprio
per un nazionalismo che in quel posto si era sviluppato agli inizi dell’800.
Viene definito un nuovo tipo di politica, ovvero la capacità di usare strumenti
della cultura, dell’arte, della scienza, per aggregare consenso attorno a questa
immagine e creare di conseguenza una nazione. Attraverso i canoni culturali
che risentono anche del periodo romantico, l’idea di nazione si configura come
una comunità di parentela, di discendenza, che si definisce con legami di
sangue e passaggio generazionale. C’è un immaginario religioso che rafforza
questa idea, come l’idea di martirio e di sacrificio, che ricorre anche nel ‘900
quando i fascisti cercheranno di appropriarsi dell’idea di nazionalismo. Sono
sempre gli uomini della patria a sacrificarsi, che sono chiamati a difendere la
patria, rappresentata sempre come una donna che rischia di essere anche
molestata e che deve nutrire la nazione, proteggere i figli.
L’impero britannico nella prima metà dell’800 si caratterizza per una
grandissima stabilità politica, mentre l’Europa è attraversata dai moti degli anni
’20 e ’30. In Gran Bretagna prima c’è un controllo dei conservatori per poi
EUROPA
L’Europa è attraversata da due cicli rivoluzionari:
1. Esplode negli anni ‘20/ ‘21
2. Esplode intorno al 1830/1831
Ci sarà la fase anche del ’48 del ‘49
Questi moti hanno caratteristiche comuni: da un lato scaturiscono da un
sentimento di delusione della burocrazia che si erano formati. Scaturiscono
anche dall’ambiente dell’esercito, dagli intellettuali e da quelle classi sociali che
erano state enormemente influenzate dall’innovazione dell’età napoleonica,
nuova cultura politica incentrata sull’idea di nazionalismo.  avevano un
contesto antirivoluzionario.
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Inoltre un altro elemento in comune è la presenza di società segrete come la
Carboneria, forme di organizzazione del dissenso che agiscono in maniera
clandestina intrise di ideologia liberale – nazionale, democratici, centrali che
innescano i moti rivoluzionari degli anni ’20 e ’30.
Il rapporto che si viene a creare in questi moti tra sovranità e indipendenza che
si era già ritrovato nella Rivoluzione Americana che porta al crollo degli imperi
coloniali spagnolo e portoghese e alla nascita di una decina di stati nazionali
che poi corrispondono a Brasile, Cile, Perù, Venezuela. Si verifica l’emergere
di nuovi stati nazionali.
Come nella Rivoluzione Francese la circolazione delle idee ha un ruolo
rilevante  agisce a livello traslazionale che non a caso segue un andamento
epidemico e si muovono in diversi contesti influenzandosi a vicenda (in
America, in Spagna, in Italia ecc.)
Questa è una fase ventennale di tensione politica, ma non bisogna pensare che
tutto accada nelle vette di una crisi costante che attraversa tutti gli anni ’20 e
‘30
GUERRE DI INDIPENDENZA IN AMERICA LATINA
Le guerre iniziano prima degli anni ’20, ma già in una fase napoleonica
(1810/1811). È chiaro che le guerre napoleoniche offrono alle comunità bianche
che rappresentavano qui le classi dirigenti, ma che da tempo cercavano di
conquistare indipendenza dalla sovranità spagnola, approfittano per raggiungere
questo obiettivo del crollo dei Borbone. È inizio di una lunga stagione
rivoluzionaria, caratterizzata dall’emergere di guide che accompagnano il
progressivo sgretolarsi dell’Impero spagnolo e portoghese. Da un lato si creano
molti stati nazionali nel giro di pochi anni, che poi entreranno in competizione
tra di loro. Il Regno Unito e la Gran Bretagna finanziano queste insurrezioni,
ma sono anche il nuovo partner economico e finanziario di queste comunità.
L’economia di questi stati si basava sulle piantagioni, sulle monocolture, la
carne, il caffè. La Gran Bretagna diventa il punto di contatto di questi
importantissimi legami commerciali che sono anche di dipendenza economica
con la potenza britannica perché si tratta di economie concentrate
sull’importazioni di manufatti provenienti dalla Gran Bretagna. Si
approfondisce quel contesto di globalizzazione economica.
I MOTI DEL 1820 – 1830 IN EUROPA

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I luoghi in cui la diffusione delle società segrete determinano l’insurrezione dei
moti sono Spagna,,,Russia.
I MOTI IN SPAGNA
Ferdinando VII di Borbone annulla la Costituzione di Cadice. La prima rivolta
proviene da ufficiali dell’esercito che si ribellano invece di soffocare le
insurrezioni in America. Formano delle giunte militari. Inizialmente il sovrano
cede di fronte a questo scontro, ma di lì a breve entra in azione quel
meccanismo basato sul riconoscimento della possibilità e del diritto di
intervenire laddove ci fosse qualche processo politico che mettesse in
discussione il principio di legittimità. Sarà curioso che proprio l’esercito
francese verrà inviato a sedare le insurrezioni in Spagna. La Francia accetterà
come la potenza che restaura l’ordine in Europa e nel 1823 soffoca militarmente
l’insurrezione spagnola e mette sul trono Ferdinando VII Borbone
LA RIVOLTA CARBONARA A NAPOLI
Ovviamente si espande in Italia, in particolare nel Regno delle due Sicilie, a
Napoli, dove verrà guidata una prima forma di insurrezione contro la monarchia
volto a istituire una forma costituzionale. Gli ufficiali napoletani hanno in
mente la Costituzione di Cadice, che traducono in italiano. Verrà ben presto
soffocata dall’intervento mikitare della Santa Alleanza, in particolar modo,
dagli austriaci
 Epilogo dei moti napoletani
Nel 1821 intervengono militarmente per eliminare le costituzioni e restaurare i
Borboni. I rivoltosi come Guglielmo Pepe (liberale) o vanno in esilio o vengono
condannati a morte
I MOTI IN PIEMONTE
In contemporanea con i fatti napoletani. Tenta di convincere i Savoia, in
particolar modo quello che si ritiene l’interlocutore nelle corti, Carlo Alberto, a
liberare e guidare una vera e propria Guerra d’Indipendenza contro l’Impero
Asburgico. Vittorio Emanuele abdica a Carlo Felice, ce non è presente e dà il
potere a Carlo Alberto che appoggia i liberali, per poi riappoggiarsi alla
monarchia e guidare la repressione dell’insurrezione liberale.
I MOTI DECABRISTI IN RUSSIA

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Nel 1825 si hanno azioni di società segrete che riescono a portare dalla loro
parte alcuni ufficiali giovani che appartengono alla guardia imperiali e che
determinano questa insurrezione decabrista (che avviene a dicembre) volta ad
instaurare un dominio costituzionale.

La repressione di tutti questi moti è sempre tragica, porta morte, esilio,


condanne a morte. L’Europa occidentale si popola di esiliati che non finiscono
di fare politica, ma che continuano a diffondere le idee liberali.

LA GRECIA E L’ETERìA
Coinvolge l’impero ottomano nella zona dei balcani e della grecia, son
soprattutto i servi che hanno appreso la lezione della rivoluzione francese e che
tentano di riprodurre in pratica queste idee rivoluzionarie. Sono sottoposte al
dominio ottomano e un ruolo significativo è assunto dalla società segreta
dell’Eterìa, guidata da Alessandro Ypsilanti, aiutante di campo di Alessandro I.
Punta alla costruzione di un mito, di un linguaggio nazionale. La Grecia è un
mito e si costruisce un’identità nazionale e di una Grecia come culla della
cultura occidentale anti – islamica e anti – ottomana. Si vogliono opporre al
dominio ottomano per l’idea di un’Europa cristiana contro l’Islam. Gli ottomani
reagiscono con durezza facendo sterminare la popolazione dell’isola di Chio. I
ribelli non demordono, liberano la regione della Morea dagli ottomani e
proclamano l’indipendenza della Grecia (1822). I greci chiedono aiuto alle
potenze europee, alla Gran Bretagna, ma soprattutto all’Impero russo che ha un
forte interesse a imporre la propria egemonia contro l’impero ottomano
LA GUERRA ROMANTICA DEI GRECI
Delacroix nei suoi dipinti crea un immaginario della Grecia rivoluzionaria, culla
della cultura europea, con dall’altra parte l’Impero ottomano con un’aria
dispotica, corrotta, violenta, oppressiva. Molti intellettuali si arruolano, come
Byron che poi morirà di malaria. Altri si rendono conto che la Grecia era
tutt’altro.
Dipinto: La Grecia sulle rovine di Missolungi  sembra di vedere la Marianna
francese, pronta al sacrificio di fronte al soldato ottomano che la minaccia alle
spalle.
L’INDIPENDENZA DELLA GRECIA
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La guerra assume una sua dimensione internazionale rappresentativa sia per la
Russia che per la Gran Bretagna che coinvolge Russia e Francia contro
l’Impero ottomano. Si delinea quindi un sistema di alleanze che sembra uscire
dalla Santa Alleanza perché tutte agiscono per i loro interessi contro ottomani
ed Impero asburgico. L’equilibrio di Vienna, infatti, è messo in crisi già
dall’interno per interessi politici che divergono dalle potenze europee.
Questo conflitto si conclude con la pace di Adrianopoli che sancisce la nascita
della Grecia indipendente. A guidarla viene inviato un principio tedesco proprio
per sottolineare quanto la potenza europea sia determinante (Ottone di
Wittelsbach).

L’EMERGERE DI UNA QUESTIONE D’ORIENTE


L’indipendenza della Grecia fa sorgere una questione che coinvolge l’aria dei
Balcani.
Effetti della vicenda greca:
 Consenso internazionale attorno alle istanze liberali e nazionali in
funzione antiottomana.
 Modello di successo per analoghe rivendicazioni di popoli ancora
sottomessi all’Impero ottomano, in particolare nell’area balcanico –
caucasica.
 Riformulazione di un’identità europeo – occidentale contrapposta e
ritenuta superiore al mondo arabo – islamico, visto come arretrato,
illiberale, brutale (stereotipi dell’orientalismo)
 Fine del “concerto europeo”: incapacità di conciliare la tendenza sempre
più filoliberale della politica estera britannica, i disegni egemonici degli
Asburgo nei Balcani, le mire espansionistiche dell’Impero russo e il
coinvolgimento della Francia restaurata che entrerà presto in crisi.
Altre perdite territoriali per l’Impero ottomano:
 Serbia principato autonomo sotto l’ala dello zar
 Montenegro, Valacchia, Moldavia: semiautonomia sottoposti ad un
protettorato politico – finanziario zarista.
 Algeria occupata nel 1830 dalla Francia
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 Egitto autonomo.
IL SECONDO CICLO RIVOLUZIONARIO (1830 – 1831)
La principale area di tensione è la Francia che nel 1830 diventa teatro di
rivoluzione. Cade una dinamica: Luigi XVIII aveva impostato una politica
moderata concedendo una carta costituzionale (chart
Il suo successore, Carlo X, adotta una politica diversa, decisamente
conservatrice, restituisce dei rituali come quello del tocco miracoloso del
sovrano che curerebbe dalle malattie. Più in generale restituisce una politica
volta a limitare il ruolo delle Camere, addirittura arrivando a scioglierle quando
non viene fatto ciò che decide il sovrano. Nel 1829 sostituisce il capo liberale
del governo con il leader dei conservatori e di fronte all’opposizione liberale
scioglie la Camera. Nel 1830 vincono di nuovo i liberali .
Carlo tenta un colpo di stato a Polignac e impone 4 ordinanze:
1. Scioglie la Camera
2. Limita la libertà di stampa
3. Riduce il diritto di voto ai soli proprietari aristocratici
4. Indice nuove elezioni
Ritornano le barricate nelle tre gloriose giornate di Parigi dal 27 al 29 luglio del
1830 che determinano la fuga del re. Prevalgono i liberali e i moderati offrono
la corona a Luigi Filippo D’Orleans, cugino del re. La nomina non è casuale
perché rappresenta quella parte della famiglia reale che era stata vicina agli
ideali rivoluzionari  si vuole contenere il progredire della rivoluzione, prevale
la linea liberale, è re dei francesi per volontà della nazione, viene introdotta una
nuova costituzione che accresce il potere del Parlamento, come controllare il
potere esecutivo, allarga di poco il diritto di voto e ristabilisce quel confine tra
stato e chiesa che era stato messo in discussione da Carlo X. La Francia dichiara
subito di essere contrario ad ogni intervento straniero nei problemi di altri stati:
non aiuterà la Santa Alleanza, ma nemmeno altre potenze  non aiuterà, ad
esempio, il Belgio, ma nemmeno i Polacchi e gli Italiani che speravano invece
nell’aiuto francese.
INDIPENDENZA DEL BELGIO
Il congresso di Vienna in funzione antifrancese aveva chiuso i Paesi bassi
dando origine a questa nuova forma politica che era stata fino a quel momento
diseguale.
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L’Olanda era caratterizzata da un’economia fiorente. Guglielmo d’Orange
guidava la popolazione.
Questo crea una tensione interna che sfocia in un movimento rivoluzionario che
giunge ad una Costituzione per l’indipendenza del Belgio  regime
monarchico – costituzionale. Perdura però una situazione di disomogeneità sul
piano linguistico – religioso per la spaccatura tra fiamminghi protestanti e
valloni cattolici e francofoni.
“Re dei Belgi”  principe anglo – tedesco Leopoldo di Sassonia – Coburgo.
L’INDIPENDENZA POLACCA (1830 – 1831)
Non giunge ad una Costituzione, bisogna aspettare molto prima di ottenerla.
Vienna era un’area caratterizzata da un grandissimo spirito costituzionale sotto
l’influenza del Congresso e della Russia zarista. Si tratta di una rivolta ibrida: in
parte era un ammutinamento di giovani ufficiali di orientamenti liberali, in parte
vera e propria guerra di liberazione nazionale. Fu un’insurrezione contro la
politica del governatore Costantino (fratello dello zar), responsabile della
russificazione della pubblica amministrazione.
LA RIVOLUZIONE DI MODENA (1831)
Sii sviluppa nei ducati di Parma, Modena e in parte dello Stato Pontificio.
Deriva dalle vecchie società segrete e in parte da alcuni esponenti dell’esercito.
Queste insurrezioni sostanzialmente falliscono. Sono mosse da ceti borghesi
liberali con una prima forma di insurrezione popolare. Anche in questo caso ci
si aspetta che qualche potenza straniera giunga alla Francia e in più si tratta
della debolezza della principale organizzazione di questi moti (Carboneria,
limite di carattere organizzativo). E soprattutto manca una linea politica
decisiva, ma non c’è un’idea di unione nazionale. Chi dovrebbe guidare questa
federazione rimane un punto interrogativo e si confrontano tra loro posizioni
politiche diverse.
IL REGNO UNITO FRA RIFORME, IMPERO E QUESTIONE IRLANDESE
La cartina mostra in modo chiaro quali fossero le dimensioni dell’Impero e si
vede come il Regno Unito possa contare sulle colonie (India, Nuova Zelanda,
parte del Sud Africa e parte dell’Impero cinese  fondamentali dal punto di
vista commerciale).
Guerra dell’oppio  il commercio dell’oppio diventa una grande occasione per
la Gran Bretagna per aprire con la forza i porti dell’Impero cinese che era
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rimasto chiuso fino a quel momento. L’Inghilterra era in grado di produrre
cotone a basso costo, non era necessario esportare tessuti dall’India perché
poteva ottenerlo dalle piantagioni del sud degli Stati Uniti. Si inizia a coltivare
il papavero, dal quale si può ricavare l’olio. Incide sulla bilancia dei pagamenti
cinesi perché si tratta di contrabbando non tassato dall’Impero cinese. Segnerà
il progressivo ingresso della potenza britannica a partire da Hong Kong nel
1843.
EGEMONIA DEI TORIES (1812 – 1830)
Da un lato una politica protezionistica. Nel 1815 viene istituita la Corn Law,
che impone dazi di importazione sui cereali stranieri, si tratta quindi di un
protezionismo a vantaggio dei proprietari terrieri. (aumenta anche il prezzo del
pane).
È una fase di grande turbolenza anche sociale in cui i governi tories subiscono
una cruenta repressione armata creata dal dissenso popolare  Il massacro di
Peterloo: associazione patriottica che si unisce per ottenere una riforma
elettorale, si scalda la cavalleria. (1819)
Nel 1829 per far fronte da un lato ad un crescente bisogno di autonomia i
governi tories trovano una legge di emancipazione dei cattolici (fine
dell’esclusione dall’elettorato attivo e passivo.
Questo non segna la fine delle tensioni perché continuano a persistere una serie
di misure molto limitative: ad esempio il pagamento della decima e la nascita
della Repeal Association per la revoca degli Atti del 1800
Nazionalismo irlandese: riti e simboli di un presunto passato preanglosassone
(canti, arpa ecc)
EGEMONIA WHIG (1832 – 1852)
I tories entrano in crisi per una forma elettorale voluta dagli stessi conservatori
che ridisegna le circoscrizioni, raddoppia il corpo elettorale dal 2 al 4 per cento
della popolazione, i nuovi elettori appartengono alla borghesia capitalistica
delle aree industriali, assegna una maggiore rappresentanza degli scozzesi.
1833: FACTORIES REGULATION ACT
 proibizione dell’impiego nelle fabbriche dei bambini con meno di 9 anni
 proibizione del lavoro notturno per ragazzi con meno di 18 anni

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 9 ore al giorno come durata massima lavorativa per i bambini di età
compresa tra i 9 e i 13 anni
 Proibizione dei maltrattamenti fisici sui bambini
1834, POOR LAW AMENDMENT ACT (NEW POOR LAW)
 Sussidi per i poveri standardizzati a livello nazionale
 Interventi assistenziali ridotti
 Unica vera assistenza rimane il ricovero coatto in case di lavoro, le
workhouses
 Alle madri è imposto l’obbligo di mantenere i figli illegittimi (norma
antinatalista)

Robert Peel
1844, FACTORY ACT
1846, ANTI – CORN LAW  movimento contro il protezionismo agrario
 Abbassamento dei dazi sul grano
 Abbassamento del prezzo sul pane
 Ridimensionamento dei salari operai
 Riduzione dei costi di produzione
 Incremento della competitività dei beni industriali prodotti in Gran
Bretagna
MOVIMENTO CARTISTA (1838 – 1848)
La riforma elettorale del 1832 viene giudicata insufficiente dall’opposizione
democratica e dalle frange più radicale delle Trade Unions.
Campagna dura ma legalitaria (petizioni, meeting pubblici, sciopero).
1838, CARTA DEL POPOLO  da cui deriva il nome del movimento
 Suffragio universale maschile
 Garanzie sulla segretezza del voto

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 Nessun obbligo di proprietà per potersi candidare
 Indennità per i deputati stipendio
 Durata annuale del mandato parlamentare
 Ulteriore revisione delle circoscrizioni elettorali
Cartismo: prima formazione del movimento operaio inglese, interna alle logiche
della rappresentanza parlamentare.
Viene represso dai governi britannici nel 1841.

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