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QUADRO STORICO

Gli eventi che si verificano tra la rivoluzione francese e il compimento dell’unità nazionale in Italia furono
travolgenti e cambiarono più volte la carta geopolitica europea.

Tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento, l’Europa è attraversata da vicende che rivoluzionarono la
società, la politica, l'economia e l’arte e che, naturalmente, si riflessero nella cultura, dando vita a nuove
manifestazioni artistiche e letterarie.

Gli eventi scatenati dalla rivoluzione francese prima e dall'imperialismo napoleonico poi, travolsero l’Europa:
per arginare lo strapotere francese, nel 1815 le potenze europee, riunitesi in congresso a Vienna, cercarono
di ristabilire i vecchi ordini e i vecchi equilibri, illudendosi di restaurare il vecchio continente e di cancellare i
segni dell'imperialismo francese.

Un profondo pessimismo però si diffuse negli intellettuali di questo secolo, accompagnato da una grande
delusione nei confronti dei poteri della ragione.

Inoltre, la diffusione in Europa della rivoluzione industriale, iniziata nel ‘700 in Inghilterra, trasformò la
società, cambiando il paesaggio urbano e i modi di vivere: ciò creò nuove classi sociali, generando nuovi
problemi e nuovi conflitti sociali.

Per quanto l’Italia nell'800 sia lontana da uno sviluppo industriale ed il potere economico sia detenuto dai
ceti dirigenti di prima, tuttavia anche nel nostro paese la società si avviò al cambiamento e assunse sempre
più i tratti della società capitalistico- borghese.

La cultura romantica

In questo contesto storico-sociale così in fermento, si diffonde un rifiuto delle idee illuministiche.
L’illuminismo che inneggiava all'uso della ragione come faro per illuminare la realtà, individuarne i problemi
e risolverli, quel movimento che celebrava l’ottimismo, l’uguaglianza degli uomini, la libertà, la fraternità e il
cosmopolitismo aveva condotto prima al Terrore giacobino e poi all’imperialismo napoleonico. In nome della
ragione erano stati abbattuti i simboli dell'assolutismo dell’antico regime, ma si erano commessi crimini e
atrocità.

Questa presa di coscienza si traduce in un ripudio del razionalismo illuministico e conduce ad una
rivalutazione delle emozioni e dei sentimenti, alla difesa dell’unicità di ognuno e, di riflesso, alla difesa dello
spirito di ogni popolo e di ogni nazione, contro l'idea illuministica del cosmopolitismo.

Si riscopre lo spirito dei popoli e ciò comporta una grande attenzione per la storia passata delle nazioni, alla
ricerca delle radici di ogni popolo.

L’epoca più amata dall'Ottocento è il Medioevo, non più visto come buia età di passaggio, ma come culla
della società presente. Questo interesse per la storia dei popoli spinge verso generi letterari di argomento
storico, come romanzi e drammi, in cui si ricercano le tradizioni ed i valori che rendono unico ogni popolo e
ogni nazione.

Questo spinge gli autori a porre al centro delle loro opere nuovi soggetti protagonisti, traendoli dal popolo,
come fa Manzoni nei Promessi sposi.
I diversi elementi di questa nuova cultura sono definiti romantici.

Il termine romanticismo fu usato per la prima volta dall’intellettuale tedesca Madame de Staël e deriva
dall'aggettivo inglese “romantic”, usato per definire ciò che era considerato avventuroso, favoloso,
romanzesco, oltre che dal sostantivo inglese “romance” usato per definire il romanzo gotico, narrazione
fantastica ambientata nel Medioevo.

Il romanticismo fu un fenomeno complesso, variegato e articolato, il cui elemento comune è proprio Ia


consapevolezza dei limiti della ragione nel risolvere i problemi della realtà e la riscoperta delle emozioni, dei
sentimenti e di tutte quelle forze irrazionali che impediscono all'uomo di realizzare i suoi obiettivi. Esistono
forze che l'uomo non può frenare e dominare. L’intellettuale romantico è pertanto infelice, deluso, frustrato,
sconfitto: egli sa che combatte una lotta titanica destinata però alla sconfitta.

La sua infelicità deriva dalla sua grande sensibilità che lo porta a provare maggiore frustrazione. I suoi desideri
irrealizzabili sono mere illusioni.

L’intellettuale romantico è il genio incompreso, dotato di maggiore intuizione e sensibilità rispetto agli
uomini comuni, ma per questo più cosciente dell'amarezza della realtà e perciò più infelice.
La situazione sociale, economica e politica italiana nel primo 800 è ben diversa rispetto a quella degli altri
paesi europei. L’Italia è arretrata dal punto di vista economico, culturale e sociale. La sua popolazione è per i
tre/quarti analfabeta. Politicamente l’Italia ricopre una posizione marginale nella cartina europea e gli
staterelli in cui è divisa sono spesso pedine di scambio nello scacchiere europeo.

Nella cultura italiana però, domina la questione nazionale e questo rende il clima culturale italiano ben
diverso da quello che caratterizza il clima culturale europeo.

In Italia la cultura di primo 800 è dominata dal dibattito politico. Tutti gli intellettuali italiani affrontano il
problema politico ed intervengono nel dibattito risorgimentale tra monarchici e repubblicani, liberali e
democratici, cattolici e laici. Al di là delle posizioni da essi assunte, tutti si pongono il problema della
mancanza di autonomia, della condizione di asservimento in cui versa l’Italia e della necessità
dell'indipendenza dallo straniero e dell’unificazione nazionale.

L’esperienza culturale che precede il romanticismo in Italia e che poi il romanticismo va a sostituire è quella
neoclassica. La poetica del neoclassicismo domina la cultura del primo quindicennio dell’Ottocento italiano.
Solo nel secondo decennio dell’Ottocento essa inizia a scontrarsi con le nuove tendenze romantiche.

Il neoclassicismo si era tanto diffuso in Italia proprio perché qui i modelli classici dominavano il processo di
formazione degli intellettuali. Il neoclassicismo esprimeva il bisogno di ritornare a quei modelli di equilibrio
e di misura così ben incarnati dagli autori classici greci e latini e dagli autori dei primi secoli “aurei" della
letteratura italiana, contro le stravaganze e la smisuratezza eccessiva che aveva caratterizzato il barocco.

Il ritorno ai classici esprimeva anche la necessità di affrontare temi più impegnativi e più profondi rispetto al
gusto frivolo e vuoto del barocco.
Il neoclassicismo però, era uno stile complesso, prezioso, allusivo, rivolto ad un pubblico colto e ristretto, in
grado di apprezzare quella perfezione formale e quel lavoro di rifinitura stilistica. Solo dopo la fine dell'età
napoleonica in Italia si inizia a parlare di romanticismo e sotto la bandiera romantica si radunarono
soprattutto i giovani intellettuali Lombardi, animati dalla loro ansia di rinnovamento culturale, letterario e
civile.

La battaglia culturale tra classicisti e romantici assunse subito un risvolto ideologico- politico e ciò non passò
inosservato al governo austriaco che intervenne con atti di censura, con condanne dei giornalisti e poi arrivò
addirittura a sopprimere la rivista.

Il movimento romantico italiano sposò dunque la causa patriottica e liberale, differenziandosi dal tono più
intimistico, sentimentalistico ed irrazionale che caratterizza il romanticismo europeo.

I romantici italiani si posero due problemi di carattere prettamente culturale:


1. L’apertura alla cultura europea, staccandosi dalla mera imitazione dei modelli classici;
2. L’esigenza di rinnovare il linguaggio letterario, anche superando quel gap fortissimo esistente tra
l'italiano scritto e le lingue dialettali parlate dal popolo.

L’opera di modernizzazione culturale che essi promossero era in linea col programma politico del
Risorgimento e per questo essa fu così combattuta dal governo austriaco. L’atteggiamento di chiusura dei
classicisti, invece, era tipico degli ambienti conservatori filo-austriaci.

Il desiderio di svecchiare la cultura italiana e di modernizzarla alla luce di quella europea ebbe come bersaglio
la mitologia, considerata un repertorio cristallizzato ormai estraneo alla mentalità moderna.

Il ruolo degli intellettuali romantici italiani non si pose, come nel resto d’Europa, in contrasto con la società,
in un atteggiamento di chiusura intimistica. Gli intellettuali italiani, alla luce delle novità europee,
elaborarono e diffusero i valori di riscatto nazionale che furono poi alla base del processo risorgimentale.

Il romanticismo italiano pertanto fu più moderato rispetto a quello europeo, più in continuità che in rottura
con l'esperienza illuministica e, così come l'illuminismo italiano non era stato laico ed anti religioso, anche il
romanticismo in Italia è per lo più di matrice cattolica.

Poiché la stragrande parte della popolazione italiana era analfabeta, essa era del tutto lontana dalla cultura
scritta, visto che non riusciva a comprenderla. Questo problema, compreso ad esempio da Vincenzo Cuoco
nel suo saggio storico, fu un ostacolo alla formazione di una coscienza nazionale, quindi fu un problema
politico oltre che culturale.

Quali sono i caratteri della letteratura romantica?

Il carattere principale della cultura romantica è l'espressione dell’io dell'autore, della sua emotività e dei suoi
sentimenti. Spesso tale espressione rivela il dissidio presente nel suo cuore, il suo contrasto con la società e
col mondo, o semplicemente il suo dissidio interiore tra sentimento e ragione.

Il principio che meglio esprime questa sensibilità individualistica romantica è la libertà dell’artista. Se per
tanti secoli l'artista ha cercato di attenersi a canoni estetici ed imitare modelli, l'artista romantico afferma la
libertà creatrice, rifiutando ogni canone oggettivo e assoluto: la poesia e l'arte sono creazione libera e
soggettiva. Pertanto l’arte ha un suo valore, indipendentemente da quello che poi le attribuisce il mercato.
Essa può anche essere inutile, così come può veicolare grandi idee, ma ciò dipende sempre dalla libertà
dell’artista. Le forme più soggettive, quelle che più riflettono i sentimenti e mettono in risalto l’io dell’autore,
prediligono l’Arte.

Caspar David Friedrich

E’ stato il massimo esponente dell’espressione romanica del tempo.

Friedrich dipinge un paesaggio completamente nuovo: nel 700 il paesaggio era diventato importante la
natura e Friedrich ora rende la natura protagonista dei quadri. L’opera di Friedrich ha successo perché unisce
tecnica illuministica (ricerca minuta del particolare e uso di forme solide) a contenuto romantico
(rappresentazione sublime, infinito, sentimento, rapporto uomo-natura). Questa unione è definita concordia
discors, ovvero una concordia discordante che è il segreto dell’opera di Friedrich.

Vede presenza divina in tutti gli elementi della natura.

Viandante su un mare di nebbia

Il viandante sul mare di nebbia, o anche, il viaggiatore in un mare di nebbia, è un’opera che è stata a lungo
studiata: al centro della composizione di Caspar Friedrich, si erge un uomo misterioso: indossa un soprabito
verde scuro, i suoi capelli sono mossi dal forte vento, e nella mano destra, prestando attenzione, si può
notare la presenza di un bastone da passeggio.
Il viandante significato non è ancora ben chiarito: riguardo la sua identità, ci sono diverse ipotesi che sono
state avanzate; tra le più avvalorate, c’è quella che vede il protagonista, che sta volgendo lo sguardo su
un’immagine del mare più bella di sempre, con le fattezze del colonnello sassone Friedrich Gotthard von den
Brinken, un ormai defunto amico del pittore.

La nebbia che avvolge il panorama davanti al protagonista, è talmente fitta, da ricordare addirittura, il mare
di ghiaccio; a spezzare questa apparente “barriera” naturale, in lontananza, ci sono alcune vette e su alcune
di queste, spicca anche qualche albero.

Volgendo lo sguardo ancora più in lontananza dal viandante in un mare di nebbia, verso l’orizzonte, si nota
che il cielo arriva a fondersi con il manto nebbioso.

L’abilità di Friedrich pittore è eccezionale: potrebbe sembrare, che questo capolavoro possa essere stato
realizzato dal vivo, con un modello che abbia posato per l’artista sulle montagne, ma in realtà non è così; il
pittore, infatti, ha dipinto questa celebre composizione in studio, ma nonostante ciò, ha riprodotto
fedelmente le montagne della Boemia, ed in particolare dell’Elbsandsteingebirge.

Nel viandante sul mare di nebbia Friedrich, la curiosa scelta di rappresentare il protagonista di spalle è
volontaria: attraverso questo artificio, l’osservatore tende ad immedesimarsi nel viandante, dando l’illusione
di trovarsi in prima persona, davanti a questo spettacolare panorama.

I colori utilizzati nella composizione sono vari e mescolati tra loro: il blu, grigio, rosa e giallo, sono stati
utilizzati per la resa del manto nebbioso, mentre per le rocce, l’artista ha preferito stendere colori opachi e
tonalità, che ricordassero il mondo della terra.

Inoltre, nella resa della scena, il pittore, ha utilizzato due tecniche differenti: ha dipinto con precisione e
durezza la parte con l’uomo e le rocce, mentre ha optato per una resa più liquida e vaporosa, per la sezione
della nebbia e del panorama.

L’opera, rappresenta uno dei quadri più eloquenti ed importanti per quanto riguarda il sublime significato: il
misterioso protagonista, contempla l’infinito mare di nebbia, provando una sensazione mista tra paura e
piacere davanti alla maestosità della natura.

Il confronto tra uomo e natura, oltre ad essere il tema fondamentale in questo capolavoro, è anche una delle
caratteristiche più importanti, alla base del Romanticismo.

Eugene Delacroix:

La libertà che guida il popolo


La libertà che guida il popolo si può considerare la prima grande opera figurativa che rappresenta la
passione politica del popolo e della borghesia francese. Il dipinto si riferisce infatti all’episodio chiamato “Le
tre gloriose giornate” del 1830, quando i parigini insorsero contro il re Carlo X.

Marianne che rappresenta la Francia vittoriosa indossa un berretto frigio, simbolo degli ideali rivoluzionari
del 1789. Inoltre le figure che si schierano a fianco della libertà appartengono a tutte le fasce sociali, il
borghese, a sinistra, un giovane del popolo, a destra, corpi senza vita di operai e soldati. Un cadavere
scomposto mostra un calzino sfilato dal piede, particolare che esprime un forte senso di morte. Anche
Théodore Géricault ne La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) utilizzò una figura simile per il
cadavere del giovane raffigurato a sinistra con il padre. Nel caso del dipinto di Théodore Géricault, i
personaggi sono proiettati verso lo sfondo, dal quale giunge la speranza della salvezza. Nel dipinto di
Delacroix invece le figure avanzano verso il fronte del dipinto. Anche Giuseppe Pellizza da Volpedo fece
avanzare i suoi manifestanti verso l’osservatore nel celebre Quarto Stato.

I riferimenti formali alla Zattera della Medusa di Géricault, di un decennio prima, sono innegabili, specie nella
composizione piramidale, nella disposizione dei due uomini in primo piano riversi, fino al particolare realistico
e, allo stesso tempo, macabro del calzino sfilato del popolano caduto di sinistra. Alla perfezione anatomica
che conferisce importanza a ciascuno dei personaggi sulla zattera, però, si è sostituita la massa indistinta del
popolo, senza particolari connotazioni fisionomiche. Ciascuno, in tal modo, poteva rivedersi o immaginarsi
fra coloro che avevano combattuto per il bene del proprio Paese.

La Barca di Dante

Nel dipinto di Delacroix sono ritratti tre personaggi che si trovano a bordo di una piccola imbarcazione. Uno
di loro indossa un abito verde con un cappuccio rosso. Il suo compagno è avvolto in un mantello marrone e
porta sul capo una corona d’alloro. Il conducente invece è voltato di schiena e porta un mantello azzurro
intorno al corpo nudo. Oltre il corso d’acqua a sinistra si intravedono le mura di una città in fiamme. In basso,
tra le acque della palude alcune figure umane attaccano la chiglia della barca. Il personaggio vestito di verde
solleva le braccia e sembra turbato dalla vista dei dannati che sorgono dall’acqua. L’altro viaggiatore invece
gli afferra la mano sinistra e sembra volerlo rassicurare. I dannati che si agitano nell’acqua scura manifestano
la loro rabbia aggredendo i compagni e azzannando il legno dell’imbarcazione. Delacroix prese riferimento
dall’ottavo canto dell’Inferno di Dante Alighieri come descritto nella Divina Commedia. I protagonisti del
dipinto di Delacroix sono Dante Alighieri e il poeta latino Virgilio. Sull’imbarcazione Flegias traghetta i due
visitatori oltre lo Stige, verso Dite, la città infuocata.

Dante e Virgilio si trovano in primo piano su di una imbarcazione che traversa lo Stige. Flegias, il custode
della palude del quinto cerchio infernale, conduce la barca. Nel dipinto è rappresentata la città di Dite,
circondata dalla palude, cinta da mura di metallo incandescente. I dannati che attaccano l’imbarcazione sono
iracondi e accidiosi che scontano la loro pena eterna nella palude. Dante alla vista dei dannati che emergono
dalla melma sembra intimorito Virgilio quindi lo conforta. Tra i dannati si vede il fiorentino Filippo Argenti.

Theodore Gericault:

LA ZATTERA DELLA MEDUSA

La zattera della Medusa è un dipinto di Théodore Géricault molto conosciuto. Oltre che la testimonianza di
un drammatico fatto storico, La zattera della Medusa è un noto dipinto romantico. Théodore Géricault
raffigurò il momento in cui i naufraghi avvistano una nave che si sta avvicinando all’orizzonte, gli uomini sono
stremati, alcuni sono morti, alcuni senza speranza. I naufraghi, avendo terminato cibo e acqua, furono
costretti a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni. Sulla sinistra possiamo vedere due figure isolate. Un padre
anziano difende il corpo del figlio, ormai cadavere dagli altri naufraghi. Accanto a loro, sulla sinistra si vede il
cadavere di un naufrago, del quale rimane il torace. La zattera della Medusa, è considerata il punto di rottura
con la pittura neoclassica che si rivolgeva alla ragione dello spettatore. I dipinti neoclassici infatti
presentavano composizioni equilibrate, atmosfere cromatiche serene e soggetti elevati. Il dipinto di Géricault
invece suscita una intensa reazione emotiva. La scena mostra un grande senso di realtà e i corpi sono
concepiti con una solida conoscenza dell’anatomia umana.

Francesco Hayez:

IL BACIO

l Bacio di Hayez è una metafora che gli permise di non essere accusato di cospirare contro l’autorità
dell’Impero Asburgico e di dare voce agli ideali di coloro che lottavano per l’Unità d’Italia.
Tutti gli ideali del Romanticismo sono affidati a questi due amanti, travolti dalla passione amorosa, mentre si
salutano forse per l’ultima volta.
L’uomo, che bacia e accarezza dolcemente il viso della sua amata, si trova nella posizione di chi sta per
andarsene o di chi sta scappando. Probabilmente lo attende una battaglia.
La donna non lo trattiene e sembra avere estrema fiducia in ciò che attende il suo uomo.

Questo è il bacio che rappresenta l’alleanza franco-italiana contro l’Impero Asburgico, che spera di vincere
ma che è anche consapevole che solo con l’abilità e la discrezione sarà possibile raggiungere lo scopo di
raggiungere l’Unità d’Italia.

La scena si svolge all’interno di uno scenario medioevale, le mura sono costruite da grandi blocchi di pietra,
sullo stipite si intravedono decorazioni scolpite. Infine, a sinistra nel buio, si proietta sul muro quella che pare
essere l’ombra di una sagoma umana. Il dipinto rappresenta una scena apparentemente intima tra due
innamorati, ambientata in un passato cavalleresco tra le mura di un castello. Il Romanticismo, in Italia, si
declinò nell’amore nazionalista e nell’odio verso lo straniero, che nelle zone dell’attuale Lombardia, era
rappresentato dalla dominazione austriaca.

Il messaggio politico che nasconde il dipinto è racchiuso in questi particolari appena percepibili. Si tratta,
forse, di un giovane patriota che saluta la ragazza amata prima di andare a combattere. Nell’ombra che si
intravede sulla sinistra, alcuni storici hanno visto la presenza di una spia austriaca che sorveglia i due giovani.

Il ritratto di Manzoni

Il dipinto realizzato da Francesco Hayez che ritrae Alessandro Manzoni venne commissionato all’artista da
Teresa Manzoni Stampa, che aveva sposato lo scrittore in seconde nozze. Della donna, presso la Pinacoteca
di Brera esiste un ritratto, sempre dipinto da Francesco Hayez. Manzoni è seduto su di una elegante
poltroncina e rivolto a sinistra. Lo scrittore ha il volto inclinato e osserva di fronte a sé con un’espressione
molto intensa e profonda.

Il suo viso è segnato dell’età ma non sofferente. Gli occhi sono attenti e il viso magro mentre le labbra, sottili
e serrate ed esprimono determinazione. I capelli sono scomposti mentre il profilo del volto è incorniciato da
due lunghe e folte basette. Manzoni indossa una pesante giacca scura sopra ad una camicia chiara e un
fazzoletto è stretto intorno al collo. La mano destra è posata sul bracciolo della poltrona mentre la sinistra
stringe un oggetto. La gamba destra è accavallata sulla sinistra in una posizione naturale e disinvolta.

Presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano esiste una copia del dipinto realizzata dopo il 1874. Il dipinto e
un olio su tela di 92 centimetri di larghezza e 120 cm di altezza.

LETTERATURA
Per quanto riguarda la letteratura, tra i suoi esponenti principali troviamo Alessandro Manzoni che uno dei
principali esponenti del romanzo storico, Ugo Foscolo, che ha scritto poesie molto belle come “alla sera “E
Giacomo Leopardi con idilli. I romantici aspirano ad evadere dalla realtà poiché la sentono come una prigione
che li spinge a cercare valori assoluti: Dio, l’amore perfetto, gli ideali più alti di patria umanità. Uno dei
problemi principali è la lingua, e mangione in particolare nei promessi sposi utilizza il volgare fiorentino. In
campo letterario Si rifiuto limitazione dei classici, sostenendo che la poesia è spontanea e si accompagna al
dolore, assenza del mistero. Quindi il suo massimo esponente e Alessandro Manzoni
ARTE
L’arte romantica e tutto ciò che ha un’area di verosimile, irreale, fantastico che si contrappone all’arte
accademica definita Forzata, artificiale e priva di fantasia . Per i romantici latte era l’espressione del
sentimento. L’artista romantico e attratto dalla natura, dalle tradizioni popolari , del grandi gesti eroici,
dall’amore. Egli infatti preferisce più un’arte vicino al cuore che alla ragione. L’arte Provanti da investe
principalmente la pittura , per quanto abbia dato impulso ad un nuovo modo di concepire l’architettura e il
restauro . La natura diventa l’espressione del divino in terra. In pittura si è fatto largo uso di ruderismo per
esprimere al meglio l’impossibilità dell’uomo. Nasce un nuovo modo di dipingere chiamati “en plein air,
ovvero pittura all’aria aperta. Con questa tecnica si dipingevano i colori della natura , rinnovando la pizza
paesaggio. Massimi esponenti: Delacroix, Hayez, Gericault. Importante nel romanticismo e il concetto di
sublime virgola che consiste in quel misterioso e affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare
solo di fronte a grandiosi spettacoli naturali . Il genio, quindi, è proprio colui che grazie alla sua opera
compiuta, riesce a rievocare il concetto di sublime. In questo modo egli va a sentirsi simili a Dio. La testa
romantico cerca di trovare quelle forme espressive capaci di far evadere l’uomo dall’insoddisfazione, si
rifugiano nella natura, di cui si sentono parte integrante, personalizzando le modificandola in base ai propri
stati d’animo.

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