Sei sulla pagina 1di 14

Foscolo

L’ETÀ NAPOLEONICA
LE ISTITUZIONI CULTURALI
La necessita di far circolare le nuove idee libertarie stimola inizialmente un forte incremento dell'attivita pubblicistica (giornali, opuscoli,
proclami, manifesti politici), oltre che una nuova produzione teatrale (il cosiddetto teatro "nazionale" o "patriottico"). Col tempo, pero, queste
forme di comunicazione diventano strumenti di propaganda del regime napoleonico.
GLI INTELLETTUALI
Nei primi anni del fervore rivoluzionario gli intellettuali sono investiti di un ruolo sociale determinante, poiche sono responsabili della
diffusione delle nuove ideologie democratiche e libertarie.
LA QUESTIONE DELLA LINGUA
Poiche la letteratura in eta napoleonica resta un ambito riservato ad un'elite di persone colte, di conseguenza poeti e scrittori fanno uso di
una lingua aulica del tutto estranea al parlato comune. Si afferma la teoria linguistica del Purismo, che riprende il modello di Pietro
Bembo basato sulla lingua usata dagli scrittori toscani del 300 (Petrarca e Boccaccio).
FORME E GENERI DELLA LETTERATURA
La letteratura italiana si caratterizza anche in eta napoleonica per il suo perdurante classicismo formale, come dimostra la resistenza di
alcuni generi e moduli espressivi ispirati agli autori greci e latini della tradizione. Poemi e poemetti di tipo epico, mitologico e didascalico,
espostole in versi. La tragedia vive un momento di grande vitalita. Nel campo della prosa il genere di maggior rilievo e la storiografia di
Vincenzo Cuoco. Un'opera di importanza fondamentale puo essere considerato l'Ortis di Foscolo, romanzo epistolare che appare molto
innovativo dal punto di vista tematico, ma che rientra ancora in pieno nei canoni formali del classicismo.

NEOCLASSICISMO E PREROMANTICISMO IN EUROPA E IN ITALIA

IL NEOCLASSICISMO
Il classicismo, che affonda le proprie radici in una tradizione secolare, assume una fisionomia specifica tra settecento e ottocento.a
rinnovare l'interesse per il mondo classico sono innanzitutto le scoperte di Pompei ed Ercolano, che diffondono il gusto per raffigurazioni
nitide e armoniose, dal forte rilievo visivo. Nei suoi studi sull'arte antica Wickelmann vede nelle opere classiche esempi di una bellezza
ideale. E la teoria del bello che informa il gusto "neo-classico", caratterizzato da una nostalgica ammirazione dell'antico, concepito come
una sorta di paradiso perduto.All'affermazione del classicismo concorre la rivoluzione francese, che propone Atene, Sparta e Roma come
modelli di liberta repubblicana. Il regime napoleonico sfrutta poi questa tendenza culturale in chiave scenografica celebrativa,
richiamandosi ai fasti dell'eta imperiale romana anziche alle virtu repubblicane.le stanze piu autentiche innovative del neo classicismo di
ispirazione winckelmanniana si colgono piuttosto nella poesia di Ugo Foscolo.
IL PREROMANTICISMO
Contemporaneamente al Neoclassicismo compaiono manifestazioni culturali che preludono al Romanticismo e sono definite
"preromantiche". Esse esprimono in modo diverso la medesima crisi di fondo e la medesima ansia di fuga della storia che sono alla base
del Neoclassicismo, esasperando la dimensione passionale e soggettiva, esaltando il primitivo, il barbarico e L'esotico. In Francia si
diffonde un gusto sentimentale grazie soprattutto al romanzo "La nuova Eloisa" di Jean-Jacques Rousseau. In Germania il movimento dello
Sturm und Drang esalta la passionalita e concepisce l'arte come espressione del genio individuale, libero da ogni regola; oltre al primo
Goethe, la poetica sturmeriana e rappresentata principalmente da Friedrich Schiller, autore di opere, come il dramma I masnadieri. In
Inghilterra la sensibilita romantica, intrisa di malinconia, e anticipata, intorno alla meta del 700, dalla poesia cimiteriale di Edward Young e
di Thomas Gray. La rievocazione di un suggestivo passato barbarico e al centro dei Canti di Ossian, che lo scozzese James Macpherson
compone mescolando canti della tradizione popolare con parti di propria invenzione. La raccolta, attribuita al leggendario guerriero e
bardo del III secolo d.C. Ossian, ebbe straordinario successo e circolo anche in Italia nella traduzione di Melchiorre Cesarotti.
VINCENZO MONTI
in Italia le diverse tendenze culturali che caratterizzano il periodo compreso tra la fine del settecento l'inizio dell'ottocento trovano
espressione nell'opera di Foscolo in quella di Vincenzo monti.nella sua prima produzione prevale il gusto arcadico e classicheggiante,
esalta con entusiasmo illuministico le conquiste della scienza (Al signor di Montgolfier). Una certa propensione per i toni cupi e per
l'orrido, di ascendenza pre romantica, affiora invece nella Bassvilliana, un poemetto che descrive gli orrori rivoluzionari in Francia.
LA VITA

GLI ANNI GIOVANILI E LA DELUSIONE NAPOLEONICA


Niccolo Foscolo (Ugo fu un nome assunto + tardi dal poeta) nacque nel 1778 a Zante, una delle isole Ionie, possedimento della Repubblica
veneta. Il padre,Andrea, era medico, la madre, Diamantina Spathis, era greca. L'essere nato in terra greca e da madre greca rivesti molta
importanza per il poeta, che si senti per tali origini profondamente legato alla civilta classica e suo ideale erede. Alla morte del padre, la
famiglia conobbe gravi difficolta economiche. La madre si stabili a Venezia per cercare appoggio presso parenti ed amici e Niccolo la
raggiunse a 15 anni. Conoscendo poco la lingua italiana, si getto negli studi, creandosi rapidamente una notevole cultura. Dalla sua poverta
il giovane Foscolo era fierissimo, al punto da ostentarla con orgoglio. Politicamente era entusiasta dei principi della Rivoluzione francese ed
assunse posizioni fortemente libertarie ed egualitarie. Ebbe pertanto noie con il governo oligarchico e conservatore della Repubblica di
Venezia e per sfuggire ai sospetti del governo, lascio la citta rifugiandosi per qualche tempo sui colli Euganei. Nel frattempo le armate
napoleoniche avanzavano nell'Italia del Nord. Foscolo fuggi a Bologna, arruolandosi nelle truppe della Repubblica cispadana e pubblico
l'ode Bonaparte liberatore, in cui esaltava il generale francese come portatore di liberta. Formatosi a Venezia un governo democratico, vi
fece ritorno, ma, dopo che Napoleone aveva ceduto la Repubblica veneta all'Austria con il Trattato di Campoformio, lascio di nuovo
Venezia e si rifugio a Milano. Pur disilluso e critico verso Napoleone, egli continuo sempre a operare all'interno del sistema napoleonico
L'ETA NAPOLEONICA
A Milano Foscolo conobbe Parini e strinse amicizia con Monti. Fu arruolato come capitano aggiunto nell'esercito della Repubblica italiana.
Questi furono anche anni di intense passioni amorose, per Isabella Roncini a Firenze, per Antonietta Fagnani Arese a Milano. Ottenne la
cattedra di Eloquenza all'Universita di Pavia, la cattedra fu presto soppressa dal governo. Le posizione poco rispettose verso il regime gli
attirarono le inimicizie di molti nell'ambiente letterario milanese, tra cui quella di Monti stesso, provocando acri polemiche. Fece
rappresentare la tragedia Aiace dove, nella figura del tiranno Agamennone, furono ravvisiate allusioni a Napoleone. Si reco a Firenze, fu
un periodo sereno, allietato dall'ambiente amichevole della citta, da amori felici e dal fervore creativo. Nella villa di Bellosguardo, sui colli
fiorentini, si dedico intensamente alla composizione delle Grazie, di cui abbozzo un nucleo consistente.
L'ESILIO
dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia Foscolo torno a Milano, riprendendo il suo posto nell'esercito. Dopo la sconfitta definitiva di
Waterloo e il rientro a Milano degli austriaci, il generale Bellegarde gli offri la direzione di una rivista culturale, la "Biblioteca italiana", con
cui il nuovo regime cercava di conquistare il consenso dell'intellettuali. Ma Foscolo, rifiuto e ando in esilio prima in Svizzera, poi a Londra.
Le sue condizioni economiche si fecero sempre piu gravi, anche a causa della vita follemente dispendiosa che conduceva. Cerco
collaborazioni con riviste inglesi. Negli ultimi tempi, ammalato e miseria, fu costretto a nascondersi dai creditori andando a vivere nei
sobborghi + poveri di Londra.Trovo conforto continuando la traduzione dell'Iliade. Mori nel villaggio a 49 anni.

LA CULTURA E LE IDEE

LE COMPONENTI CLASSICHE, PREROMANTICHE E ILLUMINISTICHE


nella formazione di Foscolo troviamo: la tradizione classica, sollecitazioni preromantiche, l'Illuminismo settecentesco. Si aggiunge il modello
dei grandi classici latini e greci, segue poi Dante e Petrarca, Parini, Alfieri, Rousseau e Goethe. Subi in un primo tempo l'influenza di
Rousseau di cui la sua visione si fondava sul presupposto dell' originaria, naturale bonta dell'uomo, che era stata poi corrotta dallo sviluppo
della civilta. + tardi Foscolo abbraccia concezioni + aspramente pessimistiche di Machiavelli, a credere nell'originaria malvagita dell'uomo.
La societa gli appare come una guerra di tutti contro tutti, in cui trionfa solo la legge del + forte.
IL MATERIALISMO
A questo pessimismo contribuisce un'altra componente filosofica, il materialismo che e la posizione di chi ritiene che tutta la realta sia
materia. Ne deriva la negazione del trascendente e della sopravvivenza dell'anima dopo la morte. Il mondo quindi non e retto da una
superiore intelligenza, ma da una cieca forza meccanica.
LA FUNZIONE DELLA LETTERATURA E DELLE ARTI
Un fondamentale valore alternativo che Foscolo propone e la bellezza, di cui sono depositarie la letteratura e le arti.
LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS

IL MODELLO DEL WERTHER


La prima opera importante di Foscolo fu un romanzo, Ultime lettere di Jacopo Ortis, parzialmente stampata nel 1798. Il romanzo fu ripreso
nel 1802. Su di esso lo scrittore ritorno ancora. L'Ortis e un'opera giovanile, ma anche centrale. Si tratta di un romanzo epistolare: il
racconto si costruisce attraverso una serie di lettere che il protagonista scrive all'amico Lorenzo Alderani. Il modello a cui Foscolo guarda e
soprattutto I dolori del giovane Werther di Goethe, anche se non e da trascurare l'influsso della Nuova Eloise di Rousseau. Chiaramente
ispirato al Werther e il nodo fondamentale dell'intreccio, un giovane che si suicida per amore di una donna gia destinata come sposa ad
un altro. Ma vicino a Goethe e anche il nucleo tematico profondo: la figura di un giovane intellettuale in conflitto con un contesto sociale in
cui non puo inserirsi.

L’OPERA

ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS


Jacopo e un giovane patriota che, dopo la cessione di Venezia all'Austria con il trattato di Campoformio, si rifugia sui colli Euganei per
sfuggire alle persecuzioni. Qui si innamora di Teresa, gia promessa ad Odoardo. La disperazione amorosa spinge Jacopo ad un
pellegrinaggio per l'Italia dove e un incontro col Parini. La notizia del matrimonio di Teresa lo porta a suicidarsi.
LA DELUSIONE STORICA
il conflitto sociale si trasferisce anche sul piano politico. Il dramma di Werther e quello di potersi identificare con la sua classe di
provenienza. Diverso e il dramma di Jacopo, il non avere una patria. Il fatto essenziale e che il Werther fu scritto prima della Rivoluzione.
Jacopo c'e invece la delusione rivoluzionaria. L'Ortis non e solo un'opera nichilistica. A suo interno si trova gia una ricerca di valori
positivi: la famiglia, gli affetti, la tradizione culturale italiana, l'eredita classica, la poesia.
L'ORTIS E IL ROMANZO MODERNO
con l'Ortis Foscolo trasferisce in Italia un modello di romanzo moderno. L'opera appare come un lungo monologo, e scritta in una prosa
aulica, la sintassi e complessa, sul modello classico. Spesso, poi, l'enfasi retorica ha il sopravvento.

LE ODI E I SONETTI
Foscolo comincio a scrivere sin da ragazzo odi, sonetti, canzoni e altre composizioni di vario metro. Il poeta stesso fece una scelta
rigorosa di tutta questa produzione, pubblicando nel 1803 le Poesie, che comprendevano solo 2 odi e 12 sonetti.
LE ODI
Le 2 odi, A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All'amica risanata, risalgono al periodo della scrittura dell'Ortis, ma rappresentano
tendenze + squisitamente neoclassiche della poesia foscoliana.Al centro di entrambe vi e il vagheggiamento della bellezza femminile,
trasfigurata attraverso la sovrapposizione delle immagini di divinita greche. Ricorrono continui rimandi mitologici, il lessico e aulico e
sublime. Ma mentre l'ode A Luigia Pallavicini conserva maggiormente un carattere di omaggio galante e settecentesco alla bella donna,
All'amica risanata vuol proporsi come un discorso filosofico sulla bellezza ideale, sul suo effetto di rasserenare l'animo inquieto degli
uomini, ed anche sulla funzione eternatrice della poesia che canta la bellezza.
I SONETTI
I sonetti sono + vicini alla materia autobiografica e alla passionalita dell'Ortis. La maggior parte e infatti caratterizzata da un forte
impulsivo soggettivo. Fitte sono le reminiscenze di Petrarca e dei poeti latini.Tra questi sonetti spiccano 3 autentici vertici poetici, Alla sera, a
Zacinto, In morte del fratello Giovanni.Vi sono ripresi i temi centrali dell'Ortis: la proiezione del poeta in una figura eroica sventurata e
tormentata, il conflitto con il "reo tempo-colpevole tempo", il "nulla eterno" come unica alternativa, l'esilio, l'impossibilita di trovare un
terreno stabile ossia un rifugio consolante nella famiglia; l'illusione della sepoltura "lacrimata", il rapporto con la terra "materna" e il
valore eternatore della poesia.
DEI SEPOLCRI

L'ARGOMENTO
i sepolcri sono un po' metto (il termine con cui Foscolo lo definisce "carme") in endecasillabi sciolti, sotto forma di epistola poetica
indirizzata all'amico Ippolito Pindemonte. L'occasione fu una discussione originata dall'editto napoleonico di Saint-Cloud, con cui si
imponevano le sepolture fuori dei confini della citta e si regolamentavano le iscrizioni sulle lapidi. Pindemonte, da un punto di vista cristiano,
sosteneva il valore della sepoltura, mentre Foscolo, dal punto di vista materialistico, aveva negato l'importanza delle tombe. Nel carme,
Foscolo riprese quella discussione. Nei sepolcri, si puo scorgere un superamento del nichilismo a cui avevano portato la delusione storica il
crollo delle speranze rivoluzionarie.Anche il carme al centro il motivo della morte: ma e superata l'idea che essa sia semplicemente il nulla
eterno. Foscolo le contrappone l'illusione di una sopravvivenza dopo la morte. La tomba assume per Foscolo un valore fondamentale nella
civilta umana: e il centro degli affetti familiari e la garanzia della loro durata dopo la morte, e il centro dei valori civili, conservando le
tradizioni di un popolo. L'esaltazione foscoliana della tradizione e dei grandi del passato non e uno scontato motivo retorico, ma il tentativo
di dare una risposta a problemi vivi nella coscienza collettiva.
LE CARATTERISTICHE DEL DISCORSO POETICO
i sepolcri, pur avendo alle spalle il genere della poesia cimiteriale, non possono essere ridotti entro tale ambito: Foscolo stesso precisa che
Il suo carme, a differenza della poesia sepolcrale inglese di Young e Gray, e essenzialmente poesia civile e meditazione filosofica e
politica. La tesi che le tombe sono indizio di civilta si traduce nella rievocazione di diversi tipi di civilta nel corso della storia: l'idea
secondo cui le tombe dei grandi spingono il "forte animo" a grandi imprese; l'affermazione che la poesia raccoglie l'eredita delle tombe
nel conservare la memoria richiama il mito della fondazione di Troia, della sua fine, del poeta Omero. Il discorso del carme ha una
struttura rigorosa ed armonica; i trapassi da un concetto all'altro, avvengono in forma fortemente ellittica. Cio da al carme un grande
afflato lirico, ma ne rende ardua la lettura. Il poemetto e anche costruito su una sapiente orchestrazione di toni diversi, segnato da
continue interrogazioni, polemica veemente, pacata argomentazione. Estremamente mossa e la prospettiva spazio-temporale: si passa
dallo spazio ristretto ed appartato della tomba alla prospettiva immensa della terra e del mare in cui la morte semina le "infinite ossa"
degli uomini, si succedono spazi aperti e spazi chiusi, il desolato cimitero comune di Parini, le chiese, i cimiteri, l'interno di Santa Croce, la
piana di Maratona e il mare. Si passa dal mondo terrestre all'aldila, dall'eta contemporanea al Medioevo, al mondo classico, alle eta
primitive. Il lessico rimanda la tradizione della poesia classicheggiante ed in particolare al modello di Parini e di Alfieri, la sintassi puo
variare dalla sentenza concisa e lapidaria al periodare ampio e complesso. L'endecasillabo sciolto, metro classico per eccellenza, e
piegato a tutti i toni, attraverso il ritmo degli accenti, pause interne, enjambements, il timbro delle vocali e delle consonanti.
LE GRAZIE
Foscolo lavoro a + riprese al progetto di un inno alle Grazie, che prese successivamente la forma di 3 inni dedicati rispettivamente a
Venere,Vesta e Pallade. L'opera, rimasta incompiuta, si collega ai presupposti neoclassici delle Odi sia nel disegno concettuale, incentrato
sull'idea di bellezza di cui le Grazie sono simbolo, sia nello stile armonioso e capace di evocare immagini vivide. Anche in quest'opera,
caratterizzata da un impianto allegorico, non mancano i rimandi alla realta attuale e le implicazioni civili, in quanto alla bellezza viene
riconosciuta l'importante funzione di promuovere l'incivilimento dell'umanita e il miglioramento della vita sociale.
L’eta del romanticismo
ASPETTI GENERALI DEL ROMANTICISMO EUROPEO
II XIX secolo e segnato da profonde trasformazioni dal punto di vista politico: in seguito alle rivoluzioni settecentesche (quella americana
e quella francese), crolla la monarchia assoluta in quasi tutta l'Europa e si afferma il principio della sovranita popolare, sostenuta da
ideali di liberta e di uguaglianza. Sotto il profilo economico in molti paesi europei si assiste al fenomeno dell'industrializzazione. La
mentalita romantica risulta pertanto influenzata dal senso di insicurezza, inquietudine e impotenza che nasce dalle trasformazioni
politiche, economiche e sociali. La figura dell'intellettuale cambia notevolmente: perde la posizione privilegiata. Poeti, scrittori e artisti,
quasi sempre provenienti dalla classe borghese, assumono spesso atteggiamenti di rivolta e di anticonformismo nei confronti dei valori.
Poiche l'opera d'arte o d'inge-gno diventa una merce sottoposta alle regole del mercato, intellettuali ed artisti sono obbligati a scegliere se
assecondare i gusti del pubblico per riscuotere successo, oppure se sottrarsi ai meccanismi dell'editoria di massa e seguire l'ispirazione
personale. La maggior parte della produzione artistica e letteraria dell'eta romantica e caratterizzata da alcuni tratti comuni:
l'inquietudine, il rifiuto, la fuga o la rivolta dinanzi ad una realta sentita come negativa. L'esasperazione passionale, il sogno e la follia
sono condizioni ideali per il poeta e per l'artista. Questa tensione verso l'infinito, l'assoluto e la verita si traduce in un deciso ritorno alla
spiritualita e alla religiosita, ma anche alle scienze occulte, all'esoterismo e alla magia. Il rifiuto della realta presente determina inoltre la
diffusione del fenomeno dell'esotismo, che consiste nella fuga in un luogo o in un tempo immaginario. Il desiderio di un ritorno
all'innocenza originaria e all'autenticita spinge artisti e scrittori a rivalutare l'infanzia e il popolo come le uniche dimensioni in cui
risiedono i valori negati dalla civilta moderna. Nella concezione romantica il concetto di "popolo" si fonde poi con quello di "nazione".
L'ITALIA: STRUTTURE POLITICHE, ECONOMICHE E SOCIALI DELL'ETÀ RISORGIMENTALE
La divisione politica che caratterizza l'Italia fino alla seconda meta dell'Ottocento determina una condizione di arretratezza dal punto di
vista civile, economico e culturale. | valori patriottici e le idee di li-berta, progresso e civilta cominciano a circolare negli strati sociali alti,
che vengono indicati con il termine di "borghesia". In questi ambienti si formano le societa segrete che promuovono i moti rivoluzionari del
1820-21 e del 1830. Il processo di unificazione nazionale si realizza tra il 1848 e il 1870 attraverso tre guerre condotte dalla monarchia
sabauda e dalla classe dirigente di orientamenti moderati,

LE IDEOLOGIE
Le ideologie dominanti nella cultura risorgimentale si possono schematicamente suddividere in due grandi schieramenti: quello liberale
moderato (nella variante laica e in quella cattolica) e quello democratico. Spiccano le figure di Camillo Benso di Cavour, da Giuseppe
Mazzini e da Carlo Cattaneo.

LE ISTITUZIONI CULTURALI
Grazie al graduale aumento del numero di lettori e all'introduzione di macchine a vapore per la stampa viene prodotta una quantita di
libri molto maggiore e anche le riviste, i periodici, le gazzette e i quotidiani si diffondono ampiamente.

GLI INTELLETTUALI: FISIONOMIA E RUOLO SOCIALE


La maggioranza degli scrittori italiani dell'Ottocento proviene dalla borghesia e si mantiene in parte con i proventi dell'attivita intellettuale,
in parte esercitando altre professioni. Il fatto di non essere piu stipendiati da sovrani o grandi signori li rende piu indipendenti.
IL PUBBLICO
La crescita dei ceti borghesi e l'incremento del livello d'istruzione determinano la formazione di un nuovo pubblico che, attraverso
l'acquisto delle opere disponibili sul mercato, determina il successo o l'insuccesso dei vari autori. Si nota pero anche il fenomeno inverso:
gli intellettuali, attraverso i libri e i giornali, sono in grado di influenzare profondamente l'opinione pubblica e di diffondere largamente
idee, valori e modelli culturali.
LINGUA LETTERARIA E LINGUA DELL'USO COMUNE
Si apre percio nuovamente la "questione della lingua", all'interno della quale si distingue la proposta di Alessandro Manzoni. Egli individua
come modello di una lingua nazionale unica il fiorentino della conversazione colta, e ne dimostra le qualita adottandola anche come lingua
letteraria nell'ultima edizione dei Promessi sposi (1848). La soluzione manzoniana viene accolta favorevolmente dalla classe dirigente del
nuovo Stato unitario. L'unificazione linguistica fu pero un processo lungo, che arrivo a compimento solo negli anni Sessanta del Novecento
AUTORI E OPERE DEL ROMANTICISMO EUROPEO
La prima scuola romantica nasce in Germania intorno alla rivista "Athenaeum" fondata dai fratelli Schlegel. II movimento tedesco e
caratterizzato dal recupero delle tradizioni nazionali e popolari, oltre che dal gusto per le atmosfere magiche e per le situazioni irreali e
fantastiche. Dal punto di vista filosofico riprende l'idealismo di Fichte e di Schelling. La prima generazione di poeti romantici in Inghilterra
segue il programma proposto da Wordsworth e Colerid-ge, che rivolgono l'attenzione agli aspetti piu umili e quotidiani e si servono di un
linguaggio semplice e po-polare. La seconda generazione (Byron, Shelley, Keats) si concentra maggiormente sul contrasto tra l'intellettua-le
e la societa e propone una scrittura piu intima e sog-gettiva. Nella narrativa si affermano invece soprattutto il romanzo storico di Walter
Scott e il romanzo realista borghese di Jane Austen. La nuova sensibilita romantica i afferma soltanto dopo la pubblicazione del saggio di
Madame de Stael sulla cultura tedesca contemporanea. II Romanticismo francese si esprime soprattutto attraverso la poesia lirica di
Lamartine, ma anche nella narrativa di Hugo, Dumas padre, Stendhal e Balzac. In Russia la produzione romantica, si caratterizza per la
forte carica aggressiva nei confronti dell'assolutismo zarista e per la polemica verso l'assetto feudale della societa. Negli Stati Uniti il
genere di maggior successo e senza dubbio il romanzo "nero", che ha i suoi massimi rappresentanti in Poe, Hawthorne e Melvile.

FORME E GENERI LETTERARI DEL ROMANTICISMO ITALIANO


Il genere letterario piu frequentato in Italia nel corso dell'Ottocento e la poesia di argomento civile e patriottico. Un altro filone di successo
e costituito dalla poesia sentimentale. La vera innovazione dal punto di vista del linguaggio e dei temi e pero introdotta dalla poesia
dialettale di Porta (che scrive in vernacolo milanese) e di Belli (che compone in romanesco). In seguito alla pubblicazione dei Promessi
sposi di Manzoni il genere del romanzo, che era sempre stato disprezzato dalla tradizione classicista dominante, si afferma anche in
Italia. Si impone il romanzo di tipo storico, il romanzo di approfondimento psicologico, di tipo memorialistico, di Silvio Pellico e di Massimo
d'Azeglio. In eta romantica si registra infine in Italia la nascita della critica letteraria in senso moderno e il rinnovamento della storiografia
letteraria,

Il romanticismo in europa e negli stati uniti


DAL CLASSICISMO AL ROMANTICISMO
Le poetiche romantiche si contrappongono nettamente al classicismo settecentesco. Per i classicisti comporre significa sostanzialmente
imitare i modelli del passato, che hanno gia raggiunto la perfezione. Da cio deriva il principio della separazione degli stili, secondo cui
realta basse e quotidiane non devono essere incluse in un'opera "seria". Al contrario, i romantici vedono l'arte come espressione della
soggettivita libera e irripetibile dell'individuo. Di qui l'esaltazione del genio, e la predilezione per il senti-mento, l'originalita, la disarmonia
formale. Dal culto dello spontaneo nasce poi l'interesse per la poesia primitiva, il senso della relativita dei gusti contro il concetto classico
del bello ideale ed assoluto.

I TEORICI DEL ROMANTICISMO EUROPEO


Nell'ambito tedesco la teorizzazione e la realizzazione dei principi della poetica romantica si deve a un gruppo di intellettuali attivi, come il
"gruppo di Jena". Il punto di riferimento teorico e Schlegel : il Romanticismo e visto come espressione della sensibilita moderna, nata dal
cristianesimo e pervasa da un senso doloroso di lacerazione, di perdita di una pienezza originaria. Le tendenze piu estreme
dell'irrazionalismo sono invece rappresentate da Novalis, che negli Inni alla notte (1800) sviluppa in chiave misticheggiante gli spunti della
filosofia idealistica, sottolineando il rapporto magico che lega ogni essere con il Tutto. In ambito inglese, le istanze del nascente
Romanticismo sono espresse principalmente da William Wordsworth (Ballate liriche), che predilige ambienti e personaggi umili ed usa un
linguaggio semplice e immediato. In Francia la stagione romantica e inaugurata da Victor Hugo.
LA POESIA IN EUROPA
La lirica romantica europea si caratterizza sia per la comparsa di tematiche nuove, come quelle legate all'esplorazione della psiche e
degli aspetti piu misteriosi della realta. Motivi di fondo sono il senso di una mancanza, la nostalgia per una pienezza perduta. Il poeta piu
rappresentativo della lirica romantica tedesca, oltre a Novalis, e Friedrich Holderlin. Il Romanticismo inglese ha tra i suoi principali poeti
Shelley e Keats. Personalita anticonformista e ribelle, Shelley interpreta la poesia come messaggio visionario e profetico. IL Romanticismo
di Keats e invece orientato nel senso di un esotismo classicheggiante: il mondo classico e la realizzazione suprema della Bellezza, intesa
come armonia sottratta al tempo. La struggente nostalgia per il mondo greco si esprime in immagini di classica compostezza e con un
linguaggio ricco di parole inusuali e di musicalita.
SAMUEL TAYLOR COLERIDGE
Atmosfere oniriche e sovrannaturali ricorrono anche nel la poesia di Coleridge (1772-1834), che fu insieme con Wordsworth l'iniziatore
del Romanticismo inglese. Il suo capolavoro e La ballata del vecchio marinaio, posta in apertura delle Ballate liriche (1798): essa racconta
il viaggio allucinato e solitario di un marinaio, che si e macchiato di un'oscura colpa uccidendo un albatro e con questo gesto ha provocato
la morte di tutti i compagni di navigazione.

GLI EROI ROMANTICI


Nel Romanticismo europeo tornano insistentemente al cune figure che rispecchiano il conflitto tra l'artista e la societa, i cui archetipi letterari
sono costituiti da personaggi preromantici, quali Werther di Goethe. Dal tipo del ribelle nasce il personaggio del fuorilegge, eroe maledetto
che calpesta le leggi umane e si erge a sfidare Dio come un novello Lucifero. La tragedia, a cui Goethe lavoro per tutta la vita, si ispira alla
leggenda Faust, che stringe un patto col diavolo per aver accesso ai segreti della natura. L'opera si compone di due parti: la prima ha
come motivo dominante l'impossibilita, da parte di Faust, di conciliare l'amore con l'irrequieta tensione verso nuove esperienze; la seconda
si conclude con la morte del protagoni-sta, la cui anima puo salire al cielo grazie all'intervento degli angeli, che ingaggiano una lotta
vittoriosa con i demoni.

GEORGE BYRON
Esponente della nobilta inglese, Byron (1788-1824) conduce una vita sregolata ed errabonda, partecipando a movimenti insurrezionali in
Italia e in Grecia. Egli incarna il tipo del dandy aristocratico, sprezzante delle convenzioni e della morale comune, ma pronto a lottare per
la liberta contro l'oppressore. Autore di novelle in versi, tragedie e di un poema ironico incompiuto, il Don Juan, Byron propone spesso eroi
"satanici" e fatali.

IL ROMANZO IN EUROPA
Nell'eta romantica si affermano in Europa alcune forme di romanzo innovative rispetto a quelle apparse nel Settecento: il romanzo storico,
inaugurato nel 1814 da Walter Scott, e quello realistico, diffusosi a partire dagli anni Trenta e legato principalmente alle figure di Stendhal
e Balzac. Il romanzo storico, proponendosi di ricostruire una determinata epoca del passato attraverso la mescolanza di realta e
invenzione Il romanzo realistico ha invece per oggetto la societa contemporanea. Lo scozzese Walter Scott (1771-1832) approda al
romanzo storico dopo essersi cimentato in opere poetiche ispirate alla letteratura popolare. Nell'Inghilterra del XII secolo e ambientato /
vanhoe, che riscuote un enorme successo. L'esperienza di Stendhal e segnata dall'aspirazione ad una vita intensa e dallo scontro con una
realta mediocre, sancita dalla Restaurazione Tale dissidio tra individuo e societa e incarnato dai protagonisti delle sue opere principali, il
rosso e il nero. Stendhal si ricollega allo spirito dell'Illuminismo per la prosa asciutta e ironica. Come Scott, cosi il francese Honore de
Balzac rappresenta una nuova figura d'intellettuale, costretto a scrivere freneticamente per saldare i debiti contratti con la propria impresa
editoriale. Egli s'impegna nella realizzazione di una serie di romanzi, la Commedia umana, che intendono ritrarre la societa
contemporanea in tutta la molteplicita dei suoi aspetti.
EDGAR ALLAN POE
La zona oscura della psiche, popolata da "mostri", ango-sce, impulsi irrazionali e al centro dei racconti di Poe (1809-49), scrittore
statunitense la cui vita "maledetta" fu segnata dal trauma della morte della giovane moglie e dall'alcolismo. Allo scrittore, maestro della
suspense, si deve anche l'invenzione del genere "poliziesco".

HERMAN MELVILLE
Nato a New York, Melville (1819-91) fu costretto, in seguito alla rovina economica del padre, a imbarcarsi come marinaio, un'esperienza
che trasfuse nei suoi racconti e romanzi. Il piu significativo di questi ultimi e Moby Dick, storia di una caccia alla balena che cela densi
significati simbolici dietro il motivo avventuroso.
Il romanticismo in I talia
DOCUMENTI TEORICI DEL ROMANTICISMO ITALIANO
In Italia la formazione del movimento romantico e stimolata da un articolo di Madame de Stael (Sulla maniera e l'utilita delle traduzioni,
1816), in cui si invitavano gli italiani ad aprirsi alle correnti piu vive della letteratura europea. L'articolo suscita reazioni negative anche da
parte dei classicisti piu avanzati, tra cui Pietro Giordani, che si ergono a difesa della specificita culturale italiana. Altri intellettuali, come
Giovanni Berchet, Silvio Pellico, accolgono con favore le tesi dell'articolo e nel 1818 danno vita a un giornale, "Il Conciliatore", che si propone
di diffondere le nuove idee letterarie. Dal programma del giornale, e dalla Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo (1816) di Berchet,
principale manifesto del Romanticismo italiano, emerge l'esigenza di una cultura moderna, che si rivolga ai ceti medi (il «popolo»)
utilizzando una lingua piu semplice
LA POESIA IN ITALIA
La lirica italiana, fatta eccezione per le grandi personalita di Manzoni e Leopardi, e generalmente lontana dallo spirito d'innovazione del
Romanticismo europeo. Un filone importante e costituito dalla poesia patriottica, il cui esponente piu significativo e Giovanni Berchet. Il
motivo politico-patriottico e la critica dei costumi sociali improntano la poesia satirica, rappresentata principalmente dal toscano Giuseppe
Giusti. L'effusione sentimentale si accentua nei poeti della cosiddetta "seconda generazione romantica", come Giovanni Prati (1814-84) e
Aleardo Aleardi (1812-78). L'unico filone della lirica italiana che introduce profonde innovazioni tematiche e formali e la poesia dialet-tale,
interpretata con esiti di eccezionale forza espressiva dal milanese Carlo Porta (1775-1821) e dal romano Giuseppe Gioacchino Belli
(1791-1863). La loro "rivoluzione" consiste nell'aver posto al centro della poesia la realta plebea, osservata da un punto di vista "basso" e
rappresentata con il linguaggio che le e proprio.

IL ROMANZO IN ITALIA
Il romanzo si afferma tardivamente in Italia si diffonde nella variante storica a partire dal 1827, l'anno di pubblicazione della prima
edizione dei Promessi sposi. Nei decenni successivi il romanzo storico invade il mercato, riscuotendo un successo senza precedenti.
Stentano invece ad imporsi altre forme di romanzo. Il superamento del romanzo storico si ha poco dopo la meta dell'Ottocento con Le
confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo

Alessandro Manzoni
La vita

Gli anni giovanili


Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785, dal conte Pietro e da Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria, uno dei piu illustri
rappresentanti dell'Illuminismo lombar-do. Separatisi ben presto i genitori, trascorse la fanciullezza e la prima adolescenza, sino al 1801,
in collegi retti da padri somaschi e barnabiti, dove ricevette la tradizionale educazione classica. ma concepi anche una profonda
avversione per i metodi pedagogici e l'arido formalismo religioso di quegli ambienti. Uscito dal collegio a sedici anni. nutrito di idee
razionalistiche e libertarie, si inseri nell'ambiente culturale milanese e frequento poeti gia famosi come Monti e Foscolo. Condusse vita
gaudente, ma si dedico anche intensamente al lavoro intellettuale. Nel 1805 lascio la casa paterna e raggiunse la madre a Parigi, dopo la
morte di Carlo Imbonati, l'uomo con cui ella aveva vissuto in seguito alla separazione dal marito. Tra il figlio e la madre, nacque un
rapporto affettivo molto intenso. A Parigi, il giovane Manzoni entro in contatto con gli "ideologi" (tra cui Thierry, Fauriel), un gruppo di
intellettuali che erano gli eredi del patrimonio illuministico. Fauriel strinse con lui anche una profonda amicizia e, divenne un importante
punto di riferimento per Manzoni. A Parigi, il contatto con ecclesiastici di orientamento giansenista Incise anche sulla sua conversione
religiosa.
La conversione e il ritorno in Italia
Sul suo ritorno alla fede cattolica Manzoni mantenne sempre uno stretto riserbo. Dovette essere determinante l'influsso della giovane moglie
Enrichetta Blondel, che proprio a Parigi si converti dal calvinismo al cattolicesimo. La conversione si accompagno in Manzoni al primo
manifestarsi di quelle gravissime crisi nervose che lo angustiarono per tutta la vita. Comunque, quando nel 1810 lascio Parigi ritornando
definitivamente a Milano, un profondo rinnovamento si era compiuto nella sua visione della realta. Manzoni abbandono la poesia
classicheggiante, e si dedico alla stesura di una serie di Inni sacrii, che aprivano la strada ad una successiva serie di opere di orientamento
romantico. Dopo il ritorno in Italia, Manzoni condusse l'esistenza appartata del possidente. La sua vita era dedicata allo studio, alla scrittura,
alle intense pratiche religiose, alla famiglia, che cresceva nume-rosa. Fu vicino al movimento romantico milanese ma non partecipo
direttamente. Di sinceri sentimenti patriottici ed unitari, segui con entusiasmo gli avvenimenti del 1820-21, ma non vi partecipo attivamente, e
non fu toccato dalla dura repressione austriaca che ne segui. Sono questi gli anni di piu intenso fervore creativo, in cui nascono le odi civili,
la Pentecoste, le tragedie, i saggi di teoria letteraria sulle unita drammatiche e sul Romanticismo.

Il distacco dalla letteratura


Con la pubblicazione dei Promessi sposi, nel 1827, si puo dire concluso il periodo creativo di Manzoni. Approfondi gli interessi storici,
filosofici e linguistici. Lavoro per anni, fino al 1840, alla terza redazione del romanzo, ma con intenti ormai prevalentemente linguistici. In
questi anni della maturita e della vecchiaia la sua vita fu anche funestata da una serie interminabile di lutti (la morte della moglie, della
madre, di parecchi dei figli) e da dissapori familiari (la condotta dei figli maschi). Manzoni era ormai una figura "pubblica", nonostante il
suo atteggiamento sempre schivo e appartato. Nel 1860 fu nominato senatore del Regno di Sardegna e poi del Regno d'Italia, e favorevole a
Roma capitale. Negli anni della sua lunga vecchiaia Manzoni fu circondato dalla venerazione della borghesia italiana, che vedeva in lui non
solo il grande scrittore, ma anche un maestro, una guida intellettuale, morale, politica. Mori a Milano nel 1873. a ottantotto anni.

Prima della conversione: le opere classiche


Tra il 1801 e il 1810 Manzoni compone opere perfettamente allineate con il gusto classicistico. Si tratta di opere scritte nel linguaggio aulico e
fitte di rimandi mitologici e dotti. Del 1805 e il Carme in morte di Carlo Imbonati. Riprendendo un modulo classico molto ripetuto, Manzoni
immagina che Imbonati, che egli ammirava come un padre, gli appaia in sogno dandogli nobili ammaestramenti di vita e di poesia. Ma vi si
puo gia cogliere un presentimento del Manzoni futuro, nella convinta affermazione della sincerita e del rigore morale che deve ispirare la
scrittura letteraria. Nel 1809 compone ancora un poemetto, Urania, che tratta un tema caro alla cultura neoclassica - il valore incivilitore
della bellezza e delle arti- gia trattato da Monti nella Musogonia

Il giansenismo

I contenuti dottrinali
E la dottrina esposta dal teologo olandese lansen (Giansenio). Si tratta di un tentativo di riforma religiosa secondo Giansenio il peccato
originale ha privato l'uomo della libera volonta e lo ha inclinatc inevitabilmente al male. Di conseguenza l'uomo non puo raggiungere la
salvezza con le sue sole forze: Dio puo concedere la Grazia ad alcuni eletti. Le tesi di Giansenio si contrapponevano alla morale
ecclesiastica, secondo i quali la salvezza e sempre possibile all'uomo, ed e sorretto dalla buona volonta
Manzoni e il giansenismo
Si e molto discusso se Manzoni fosse giansenista o no. La risposta piu attendibile e che non fu propriamente un giansenista, ma subi
l'influenza di alcuni orientamenti di quella corrente religiosa. a differenza dei giansenisti, Manzoni era convinto della responsabilita
dell'uomo, cioe del fatto che egli si puo riscattare dal male con un libero atto della volonta

Dopo la conversione: la concezione della storia e della letteratura


La conversione fu per Manzoni un fatto totalizzante. Ne sono una prova eloquente le Osservazioni sulla morale cattolica. Traspare una
fiducia assoluta nella religione come fonte di tutto cio che e buono e vero, come punto di riferimento per ogni tipo di scelta. L'adozione di
una prospettiva cristiana induce invece Manzoni ad un atteggiamento risolutamente anticlassico: i Romani, egli sostiene, lungi dall'essere
modelli di virtu, furono un popolo violento, nasce in lui un nuovo interesse per il Medioevo cristiano, visto come la vera matrice della civilta
moderna. La nuova ottica cristiana influenza profondamente anche la concezione manzoniana della letteratura. Diviene centrale per
Manzoni il problema della caduta, del male radicato nella storia. Nasce il bisogno di una letteratura che guardi al «vero». Proprio
Manzoni, nella lettera a Cesare d'Azeglio (1823), fissera in una formula sintetica i principi che muovono la ricerca letteraria sua e degli
altri intellettuali: «L'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo» Manzoni realizza nel modo piu compiuto le esigenze di
rinnovamento letterario che erano proprie del gruppo romantico.
Il «vero» e il «romanzesco»
La polemica contro il romanzesco chiarisce alcuni punti fondamentali della nozione manzoniana di letteratura
• In primo luogo l'esigenza che la letteratura si ispiri al «vero». Il «vero» e per Manzoni essenzialmente «cio che e stato», la storia. I fatti
realmente accaduti hanno in se una forza drammatica che non puo essere eguagliata da alcuna invenzione.
• L'unita di tempo, costringendo a concentrare l'azione nel breve arco di una giornata, costringe anche ad esagerare le passioni. Di qui
nasce il «romanzesco» nella tragedia, che e il falso, l'artificioso.
• Questa polemica caratterizza storicamente l'idea manzoniana di letteratura. Il bersaglio polemico e l'arte classicistica.
La polemica contro il classicismo
Tale letteratura, in nome di un ideale classico di decoro e di dignita, tendeva ad una rappresentazione idealizzata. tra fine Settecento e
primi dell'Ottocento, punta il suo interesse proprio su cio che e individuale e concreto.

Le unità aristoteliche

Il modello classico
La tradizione classicistica prescriveva che l'azione della tragedia fosse unica, non superasse la durata di ventiquattro ore e si svolgesse tutta
nello stesso luogo, senza cambiamenti di scena. ogni genere letterario doveva seguire precise regole ed imitare un modello antico. A
convalidare le regole fu proposta l'autorita di Aristotele. In effetti Aristotele nella sua Poetica sottolineava con favore il rispetto delle unita.

Da Aristotele a Shakespeare
Furono i romantici tedeschi, tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, a rifiutare la regola, opponendo ai classici il modello della
tragedia di Shakespeare, che ignora completamente le unita

Storia e invenzione poetica


La poetica del «vero» induce Manzoni a privilegiare i soggetti tratti dalla storia e a riprodurre fedelmente i caratteri drammatici che sono
insiti negli eventi storici stessi. Il poeta non inventa la dinamica dei fatti. Ma gli resta egualmente un'ampia sfera di creazione: il
poeta, ricostruisce i moventi psicologici dei fatti. pensieri, i sentimenti che li hanno accompagnati.

Gli Inni sacri


La prima opera scritta dopo la conversione, gli Inni sacri, nati fra il 1812 e il 1815, fornisce subito l'esempio concreto di una poesia nuova.
Basta pensare a qual era, il modello poetico dominante: quello consacrato da Monti e da Foscolo, fondato sul culto del mondo antico.
Manzoni rifiuta tutto questo. Ne deriva una poesia che non si rivolge piu alla cerchia iniziatica dei letterati, ma vuole avere un orizzonte
«popolare. Per questo il poeta si propone quale semplice interprete corale della coscienza cristiana. Manzoni ricorre a metri dal ritmo
agile e popolareggiante (settenari, ottonari, decasillabi), versi dal ritmo incalzante, che rendono il senso di fervore e di tripudio delle
masse dei fedeli e appaiono lontanissimi sia dalla solennita dell'endecasillabo classico, sia dalla leziosa grazia arcadica. Anche il
linguaggio si libera dalle forme auliche del classicismo. Manzoni aveva progettato dodici inni, che cantassero le principali festivita
dell'anno liturgico, ma ne scrisse solo quattro, pubblicati nel 1815: La Resurrezione, Il Natale, La Passione, Il nome di Maria. Un quinto inno,
La Pentecoste fu condotto a termine solo nel 1822. Il modello per gli Inni era offerto al poeta dall'antica innografia cristiana. I primi
quattro inni, i piu antichi, sono costruiti su uno schema fisso: enunciazione del tema, commento che affronta le conseguenze dottrinali e
morali dell'evento. La Pentecoste, rompe lo schema, e insiste sul rivolgimento portato dallo Spirito nella sua discesa nel mondo.

La lirica patriottica e civile


Dopo due tentativi infelici di canzoni, nel 1821 Manzoni compone l'ode Marzo 1821, dedicata ai moti di quell'anno e alla speranza che
l'esercito piemontese si riunisse agli insorti lombardi, e Il cinque maggio, ispirato alla morte di Napoleone. I fatti contemporanei sono visti
nella prospettiva religiosa. In Marzo 1821 Dio stesso soccorre la causa dei popoli che lottano per la loro indipendenza, nel
Cinque maggio, l'alternanza di glorie e sconfitte della vicenda napoleonica e valutata dalla prospettiva dell'eterno. Anche i cori inseriti
nelle due tragedie rientrano nella poesia lirica. Vicino alle forme di Marzo 1821 e il coro del Carmagnola, che e una deprecazione delle
lotte fratricide che dividevano il popolo italiano nel Quattrocento:. Il primo coro dell'Adelchi e un esempio di poesia della storia: la
ricostruzione delle vicende di quelle masse che la storia ha sempre ignorato. Manzoni va verso il passato con un autentico senso della
storia, sollecitato dal bisogno di ricostruire epoche lontane. Ma il passato e affrontato per discutere i problemi politici dell'oggi. A parte si
colloca il secondo coro, dedicato alla morte di Ermengarda ricostruzione dei tormenti interiori dell'infelice eroina, ripudiata dal marito
Carlo Magno. Compare anche qui la poesia della storia, soprattutto poesia drammatica e psicologica,
Le tragedie
La novita della tragedia manzoniana
Anche la tragedia di Manzoni si colloca in posizione di rottura rispetto alla tradizione del genere. La novita si manifesta in due direzioni:
la scelta della tragedia storica e il rifiuto delle unita aristoteliche. La tragedia classicheggiante (Racine, Alfieri), anche quando metteva in
scena personaggi ed eventi storici, isolava l'azione in un mondo assoluto, fuori della storia, osservava rigorosamente l'unita di tempo, di
luogo e di azione. Manzoni invece, vuole collocare i conflitti dei suoi personaggi in un determinato contesto storico, ricostruito con fedelta
I principi che lo guidano sono esposti nella forma piu chiara e sistematica in un ampio saggio, la Lettera al Signor Chauvet sull'unita di
tempo e di luogo nella tragedia. Per creare la poesia drammatica basta ricostruire un fatto storico nella dinamica interna delle sue cause
e dei suoi svolgimenti. Per questo il poeta deve essere fedele al «vero» storico. La convinzione dell'eccellenza dei soggetti tratti dalla
storia era stata radicata in Manzoni dalla lettura dei drammi storici di Shakespeare, un autore esaltato dalla cultura romantica europea.
Chiudere lo sviluppo di un'azione in stretti limiti di tempo e di luogo, secondo Manzoni, costringe il poeta a esagerare le passioni. Da questo
nasce il «falso» della tragedia classicistica. Lo scrittore, in obbedienza alla sua concezione di una letteratura utile, e preoccupato
dell'influenza che il teatro puo esercitare. Solo un teatro che si ispiri al «vero» puo per lui avere influssi positivi sul pubblico.
Il Conte di Carmagnola
Il Conte di Carmagnola. Scritta tra il 1816 ed il 1820, questa tragedia si incentra sulla figura di un capitano di ventura del Quattrocento,
Francesco Bussone: al servizio del duca di Milano ottiene molte vittorie e giunge a sposarne la figlia; passa poi al servizio di Venezia.
Sospettato di tradimento dai Veneziani condannato a morte. Manzoni era convinto dell'innocenza del Conte (tesi oggi confutata). La
tragedia si regge sul conflitto tra l'uomo d'animo elevato, generoso e puro, e la ragion di Stato, con i bassi intrighi machiavellici a cui da
origine. Affronta dunque un tema centrale della visione manzoniana, la storia umana come trionfo del male.
L'Adelchi
Lo stesso conflitto e al centro anche della seconda tragedia, Adelchi (1822). La tragedia mette in scena il crollo del regno longobardo in
Italia nell'VIII secolo, sotto l'ur to dei Franchi di Carlo Magno. Manzoni era stato affascinato da quel remoto periodo storico. Ermengarda,
figlia di Desiderio re dei Longobardi, e stata ripudiata dal marito Carlo Magno. e torna dal padre. Questi vuol vendicarsi costringendo il
papa Adriano a incoronare re dei Franchi i figli di Carlo Magno rifugiatisi presso di lui. Giunge a Desiderio un messo di Carlo Magno che
gli intima di restituire le terre sottratte al papa. Desiderio rifiuta e la guerra e dichiarata. Vani sono i tentativi di Adelchi di opporsi ai
Franchi: i duchi traditori passano dalla parte di Carlo, e l'esercito longobardo e in rotta. Un soldato ambizioso e traditore, Svarto, fa
entrare le truppe dei Franchi in Pavia, capitale del regno longobardo. Desiderio e preso prigioniero. Adelchi e portato in scena ferito e
morente. Con le sue ultime parole, chiede al vincitore di essere pietoso verso il vecchio padre. e muore cristianamente.
La tragedia si incentra su quattro personaggi: Desiderio, animato dalla volonta di vendicarsi di Carlo e avido di potere; Adelchi. suo figlio,
che sogna la gloria in nobili imprese e non riesce a realizzarle; Ermengarda, che vorrebbe distaccarsi dalle passioni del mondo, ma
muore devastata dal suo «amor tremendo» per il marito; Carlo, che riesce a tacitare ogni rimorso in nome della ragion di Stato. Si fa qui
piu evidente la contrapposizione tra i personaggi "politici", Desiderio e Carlo, e i personaggi ideali, Adelchi ed Ermengarda.
I cori
Nelle sue tragedie Manzoni introduce il coro, una novita nel teatro tragico moderno. Il coro manzoniano, invece, vuole costituire un
«cantuccio» dove l'autore «possa parlare in persona propria», esprimere la propria visione. In tal modo, pensava Manzoni, il poeta era
sottratto alla tentazione di introdursi nell'azione e la tragedia non deve essere effusione soggettiva, ma rappresentazione di caratteri e in
nome sempre del «vero».
Il Fermo e Lucia e I promessi sposi
Manzoni e il problema del romanzo
Piu che nelle liriche e nelle tragedie, la piu compiuta realizzazione della nuova concezione della letteratura si puo trovare nel romanzo
manzoniano: I promessi sposi. Scegliere il genere "romanzo" e, nell'Italia del 1821, una decisione coraggiosa, di rottura, dati i pregiudizi
retorici e moralistici che gravano sul genere, dalla mentalita classicistica ritenuto "inferiore". Inoltre, Manzoni trova nel romanzo lo
strumento ideale per tradurre in atto i principi che ispiravano la battaglia romantica per un rinnovamento della cultura italiana in senso
moderno. il romanzo risponde perfettamente alla poetica del «vero», dell' «in-teressante» e dell'«utile» consente di rappresentare la
realta senza artifici, i rivolge a un piu vasto pubblico, suscita facilmente l'interesse del lettore comune, e anche facile introdurre nella
narrazione l'esposizione di idee, precetti, cognizioni varie. il romanzo risponde alle esigenze dell'impegno civile dello scrittore secondo
quella concezione educativa e utilitaria della letteratura.
In secondo luogo il romanzo, essendo un genere nuovo, ignoto o quasi alla tradizione classica, permette allo scrittore di esprimersi con
piena liberta. Manzoni nel romanzo, invece, egli sceglie di rappresentare una realta umile, ignorata dalla letteratura classica, o vista solo in
una luce comica. La rappresentazione seria della realta quotidiana e il tratto che meglio caratterizza il moderno realismo europeo. i
personaggi sono immersi nella storia. Il personaggio non e piu posto su uno sfondo astratto, fuori del tempo e dello spazio reali, ma
rappresentato in rapporto organico con un dato ambiente e un dato momento. In opposizione alla tendenza classica a trasformare i
personaggi in tipi generali, pure personificazioni di un tratto psicologico, di una passione, Manzoni rappresenta individui dalla personalita
unica, inconfondibile e irripetibile. Ne deriva ancora un corollario: il rifiuto di quella idealizzazione del personaggio, specie i due protagonisti,
pur essendo i portatori delle virtu considerate da Manzoni piu alte, non cessano di essere due contadini, e della loro condizione conservano
la mentalita, il linguaggio, i comportamenti.

/ promessi sposi e il romanzo storico


Manzoni sceglie la forma del romanzo storico, una forma che in quel momento gode di larga fortuna presso il pubblico europeo, a causa
del successo dei romanzi storici dello scozzese Walter Scott. Con I promessi sposi si propone di offrire un quadro di un'epoca del passato,
ricostruendo tutti gli aspetti della societa, il costume, la mentalita, le condizioni di vita, i rapporti sociali ed economici. Protagonisti non sono
le grandi personalita storiche, ma personaggi inventati, di oscura condizione, La storia viene in tal modo vista dal basso. come si riflette
sull'esperienza quotidiana della gente comune. Per tracciare il suo quadro, Manzoni si documenta con lo scrupolo di un autentico sto-rico,
leggendo, oltre alle opere storiografiche sull'argomento, cronache del tem-po, biografie, testi letterari e religiosi, memorie, raccolte di
leggi. Al Scott gli rimprovera infatti l'eccessiva disinvoltura con cui tratta la storia, romanzandola attraverso l'invenzione. Per Manzoni
invece personaggi e fatti storici devono essere affrontati nel modo piu rigoroso. Non solo, ma lo scrupolo del «vero» lo induce a rendere
anche le vicende e i personaggi d'invenzione «cosi simili alla realta. Lo stesso scrupolo del «vero» lo induce altresi, nella costruzione
dell'intreccio, a respingere il «romanzesco», cioe evitare di «stabilire dei rapporti interessanti ed inattesi tra i vari personaggi»
Il quadro polemico del Seicento
La societa di cui Manzoni vuol fornire un quadro nel suo romanzo e quella lombarda del Seicento sotto la dominazione spagnola. E un
quadro fortemente polemico. Manzoni si colloca nei confronti del passato con l'atteggiamento dell'illuminista, acutissimo nel cogliere
irrazionalita, aberrazioni, pregiudizi, ingiustizie. Il Seicento segna il trionfo dell'ingiustizia, dell'arbitrio da parte del governo, il trionfo
dell'irrazionalita nella cultura, nell'opinione comune, nel costume. Nel marzo 1821 si verificano i moti liberali. Falliti moti, il 24 aprile Manzoni
inizia la stesura del suo romanzo storico. Manzoni risale al passato per cercare le radici dell'arretratezza in cui si trova l'Italia presente.
L'ideale manzoniano di societa
Nel sistema dei personaggi del romanzo, don Rodrigo e Gertrude rappresentano la funzione negativa dell'aristocrazia, che viene meno alle
sue responsabilita; il cardinal Federigo, con la sua attivita benefica costituisce, il modello positivo, e l'innominato, con la sua conversione.
indica il passaggio esemplare della nobilta dalla funzione negativa a quella positiva. Per quanto riguarda i ceti popolari, l'esempio negativo
e fornito dalla folla sediziosa e violenta di Milano, il positivo dalla rassegnazione cristiana di Lucia: Renzo, rappresenta il passaggio dal
negativo al positivo. Per i ceti medi, esempi negativi sono don Abbondio e 1' Azzeccagarbugli, esempio positivo fra Cristoforo
Liberalismo e cristianesimo
Il modello di una societa giusta ma senza i conflitti fra le classi, secondo Manzoni e proposto dal Vangelo stesso. Lo scrittore e convinto che
una ricostituzione della felicita originaria sia preclusa alle forze umane su questa terra; pero non per questo ritiene che occorra assumere
un atteggiamento di fatalistica rassegnazione: esiste secondo lui un margine per intervenire almeno ad attenuare il male, per cui diviene un
dovere per l'uomo agire per contrastare il negativo della societa e della storia. Per questo il cattolicesimo manzoniano, puo arrivare a
fondersi con un progressismo moderato di impronta laica e liberale. La societa che Manzoni vagheggia, dovra ispirarsi sia al liberalismo
borghese sia ai principi religiosi del cattolicesimo.

L'intreccio del romanzo e la formazione di Renzo e Lucia


La vicenda prende le mosse da una situazione iniziale di quiete e di serenita: i due sposi promessi, nel loro villaggio sulle rive del lago,
vagheggiano un avvenire di tranquilla felicita. La loro vicenda si configura come un'esplorazione del negativo della realta stori-ca: Renzo
sperimenta il male nel campo sociale e politico, Lucia soprattutto nel campo morale. Ma attraverso questa esperienza del negativo si
compie anche la loro maturazione. Entro il quadro complessivo dell'opera, disegnano una sorta di "romanzo di formazione. I percorsi di
formazione dei due protagonisti sono pero diversi, come diversi sono i loro caratteri e le loro funzioni nel racconto. Renzo ha tutte le virtu
che per Manzoni sono proprie del popolo contadino; pero c'e in lui una componente ribelle, un'insofferenza per ogni forma di sopruso.
Il suo percorso di formazione consiste percio nel giungere ad abbandonare ogni velleita d'azione e a rassegnarsi totalmente alla volonta di
Dio. La formazione si attua attraverso le due esperienze della sommossa e della Milano sconvolta dalla peste. Lucia sembra possedere sin
dall'inizio per dono divino quella consapevolezza della vanita dell'azione che Renzo conquista dopo dure prove. Lucia e vista di solito come
un personaggio statico, che non subisce trasformazioni. Anche lei ha inizialmente dei limiti, che deve superare grazie all'esperienza. Lucia,
all'aprirsi del racconto, appare prigioniera di una visione ingenuamente idillica della vita. A Lucia manca quella consapevolezza del male
che e necessaria.
Il «sugo» della storia e il rifiuto dell'idillio
Lucia, insieme con Renzo, ha preso coscienza della reale tragicita del vivere in un mondo segnato dalla caduta, dall'incombere costante
del male sulla realta umana. La conquista spirituale e avvenuta grazie alle sventure patite. Compare cosi al termine del romanzo, a
raccoglierne il significato ultimo, il concetto della «provida sventura», tanto caro a Manzoni . Nella conclusione trovata dai due umili
protagonisti sono infatti presenti, anche se espressi in forma elementare, i cardini stessi della visione manzoniana. Innanzitutto il rifiuto
dell'idillio, inteso come vagheggiamento di un «riposo morale», come rappresentazione di una vita quieta e senza scosse, Si puo obiettare
che al termine del romanzo a Renzo e a Lucia tocca una vita tranquilla, prospera e serena: pero, non si tratta affatto di un idillio. Anche
se la vita dei due sposi e sostanzialmente felice, grazie all'esperienza del male da essi compiuta, la loro esistenza e problematizzata dalla
consapevolezza della tragicita del vivere, dell'in-combere costante del male.
La concezione manzoniana della Provvidenza
La formula corrente, che definisce I promessi sposi «romanzo della Provvidenza». Renzo e Lucia hanno una concezione elementare e
ingenua della Provvidenza, che identifica virtu e felicita: per loro Dio interviene infallibilmente a difendere e a premiare i buoni e a
garantire il trionfo della giustizia. Nella superiore visione teologica di Manzoni, al contrario, virtu e felicita possono coincidere solo nella
prospettiva dell'eterno. Nella sfera terrena la volonta divina, nel suo mistero imperscrutabile, puo anche infliggere sventure e sofferenze
ai giusti, senza garantire il loro risarcimento. Ritorna il concetto centrale della «provida sventura». Solo alla fine Renzo e Lucia giungono a
maturare questa piu profonda visione della Provvidenza, rendendosi conto che la sventura puo colpire anche le persone piu innocenti e
che la «fiducia in Dio» la rende utile «per una vita migliore». Cio non implica che Manzoni consideri negativamente la fede elementare
dei suoi eroi: al contrario. la guarda con superiore benevolenza,
L'ironia verso la narrazione e i lettori
La narrazione dei Promessi sposi ha usualmente un andamento piano. Dominante tonalita conversevole e spesso pervasa di sottile ironia,
che e uno degli aspetti piu felici e accattivanti del romanzo. L'ironia, implica un atteggiamento di distacco da cio di cui si tratta. Nel
romanzo manzoniano vi puo essere ad esempio autoironia, cioe momenti in cui il narratore guarda con distacco se stesso e la propria
operazione di scrittura. Cosi avviene nell'Introduzione, dove, Manzoni afferma: «Di libri basta uno per volta, quando non e d'avanzo», e
mette cosi ironicamente in dubbio l'utilita stessa della propria opera. Dietro a queste mosse ironiche si puo scorgere la sottile presa di
distanza dello scrittore dalla letteratura, sentita come qualcosa che, rischia di essere oziosa e inutile. A volte l'ironia e rivolta agli ipotetici
lettori. Cosi avviene nelle pagine conclusive del romanzo, dove il narratore si astiene dal raccontare la vita tranquilla e felice dei due
sposi perche «seccherebbe a morte»
L'ironia verso i personaggi
L'ironia, poi, puo investire i personaggi del romanzo. Segna la distanza del colto narratore dalla gente umile e sprovveduta, dai loro discorsi e
dai loro comportamenti (comari un po' pettegole come Perpetua e Agnese, ma si tratta sempre di un'ironia affettuosa, "paterna". L'ironia puo
colpire lo stesso protagonista, Renzo (mai Lucia, pero, che e un personaggio troppo sublime, agli occhi dello scrittore), a sottolineare i suoi
errori. Talora l'ironia nei suoi confronti e affidata a commenti espliciti della voce narrante. In altri casi, invece, il narratore tace e l'ironia
scaturisce oggettivamente. Per nulla bonaria e indulgente e l'ironia verso don Abbondio, la sua pavidita che assume coloriture quasi
ossessive, il suo egoismo. Se nei confronti degli umili l'ironia e bonaria e paterna. nei confronti dei potenti essa si trasforma in sarcasmo
impietoso. L'effetto sarcastico scaturisce soprattutto dall'uso del doppio linguaggio, l'italiano per le promesse ad alta voce al popolo, lo
spagnolo negli a parte
Il Fermo e Lucia: un altro romanzo?
Del suo romanzo Manzoni ci ha lasciato tre redazioni: la prima inedita (1821-23), Gli sposi promessi, poi, Fermo e Lucia: nel 1827,, I
promessi sposi:; nel 1840-42, che e quella che abitualmente oggi leggiamo. Tra le due edizioni pubblicate dall'autore (1827 e 1840) vi sono
essenzialmente differenze linguistiche in obbedienza a quell'idea della fiorentinita della lingua che Manzoni elaboro dopo il 1827. Vi sono
innanzitutto differenze nella distribuzione delle sequenze narrative nei Promessi sposi, dopo la fuga dal paese. si hanno successivamente la
storia di Gertrude, le vicende di Renzo nei tumulti milanesi e la fuga oltre confine, le vicende del rapimento di Lucia da parte
dell'innominato, nel Fermo si ha prima tutto il blocco delle peripezie di Lucia, poi quelle di Fermo. Nel Fermo inoltre vi sono personaggi che
hanno una fisionomia completamente diversa il Conte del Sagrato, che corrisponde funzionalmente all'innominato, non e un personaggio di
grande statura spirituale, ma un tipico "tiranno", quasi un brigante. Anche Lucia e sensibilmente diversa, piu realistica. Vi sono anche interi
episodi impostati in modo diverso: ad esempio, la storia della Signora di Monza e molto piu ampia e indugia su una serie di particolari (la
relazione con Egidio, l'uccisione della conversa che ha scoperto la tresca, e di passaggi psicologici, che nei Promessi sposi saranno passati
sotto silenzio. Nel Fermo Manzoni ricorre in piu larga misura al documento storico e realistico: con l'intento di fornire un preciso quadro di
costume, introduce ampie digressioni di carattere saggistico su problemi storici, economici, culturali. Infine nel Fermo vi sono posizioni
critiche e polemiche piu aspre e secche mentre nei Promessi sposi le posizioni dell'autore sono piu sfumate. Cio perche nel Fermo vi e una
piu netta contrapposizione tra bene e male, positivo e negativo, ideale e reale.
Il problema della lingua
Manzoni fornisce alla letteratura italiana moderna un nuovo modello di lingua letteraria. In un primo momento, iniziando il Fermo, egli si
orienta verso una lingua di compromesso, formata da un fondo di toscano letterario, ma arricchita da apporti della parlata viva, Pubblicato
romanzo, il suo viaggio a Firenze nel 1827 «fu come una rivelazione. Giunge cosi alla soluzione per lui definitiva del problema della lingua:
la lingua italiana unitaria, quella da usare nella letteratura come nella vita sociale, deve essere il fiorentino delle persone colte; la lingua viva
parlata, attuale. In base a questi principi lo scrittore conduce la revisione del romanzo, che lo occupa per lunghi anni, sino al 1840.

Potrebbero piacerti anche