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LUCANO

Lucano nasce a Cordova nel 39, è il figlio di Marco Anneo Mela, che é il fratello minore di Seneca.

La sua opera principale, è il poema epico storico Bellum civile.

Esso narra la guerra civile tra Cesare Pompeo (Pharsalia, da Farsalo, nord della Grecia, in Francia,
dove venne sconfitto Pompeo contro Cesare) questo scontro da origine alla guerra civile.

Non è un’opera storica ma poetica, per questo è definita opera epico storica.

(vedi tabella pagina 363)

Lucano rielabora le caratteristiche del genere epico, partendo dal suo fine.

Lo scopo degli Annales di Ennio, come dell’Eneide, è sempre stato esaltare la grandezza di Roma e
creare un testo che potesse servire alla collettività per riconoscere i propri valori.

Lucano infatti mira non ad un mito di fondazione ma uno spaccato di storia romana recente: la
guerra civile tra Cesare Pompeo che portò alla distruzione le istituzioni repubblicane.

Quindi Lucano nei confronti del modello virgiliano crea un vero e proprio rovesciamento dei miti
augustei e del poema celebrativo.

Questo distacco é evidente fin dal Proemio, infatti i primi versi di un Proemio epico contengono la
propositio, ovvero dove il poeta dichiara l’argomento dell’opera.

L’Eneide invece esordiva con “ arma virunque”, le armi e l’uomo, ovvero cantavano guerra dolorosa
per trovare una nuova pagina nel Lazio, per fondare Roma e per dare vita a un nuovo popolo.

Lucano invece non è d’accordo per quanto riguarda la distruzione dell’unità di un popolo a causa
della guerra civile, perché i due protagonisti non sono solo dei cittadini romani, ma sono anche dei
membri della stessa famiglia (Pompeo era il genero di Cesare, di cui aveva sposato la figlia Giulia)

Ideologia del poema

Ciò che differenzia il Bellum civile e la sua tragicitá. L’etica infatti prende distanze da uno scopo
celebrativo e assume toni cupi e disperati, diventa quindi una denuncia del disordine del mondo che
crea una vera strage reciproca dei cittadini romani.

É evidente la certezza della malvagità del destino che punta a distruggere Roma: guerra civile tra
Cesare e Pompeo porto solo ad una pace illusoria, seguita dal dominio di un dominus, Cesare.

L’assenza di divinità

Il Bellum civile anche definito un anti Eneide, un Anti-virgilio, mettendo così in discussione i
contenuti e la struttura di un vero modello epico per eccellenza.

Per esempio nel Bellum civile, l’idee non agiscono e se lo fanno, solo e sempre contro il bene di
Roma: ed è evidente nella battaglia di Farsalo (“il funerale del mondo” ne é la prova), si scontrano
non solo le truppe di un genero con quelle del suocero, ma anche le forze distruttive sono superiori
alla legalità repubblicana, dipende da Pompeo, tutto questo gli dei lo permettono, infatti Giove
guarda il campo di battaglia senza intervenire.

La presenza del soprannaturale

Nel poema, il soprannaturale compare in modo più originale.lucano ad esempio lo mette in evidenza
sottoforma di digressioni mitologiche, visioni e profezie, e di pratiche magiche( come ad esempio il
racconto sulla nascita dei serpenti che mi prestano il deserto della Libia nel libro IX)

Il libro IV

in questo libro è evidente il rovesciamento dell’Eneide, qui lucano immagina che sesto Pompeo va
dalla maga tessa la Eritto per ricevere una profezia sulle sorti della guerra, qui la strada è descritta
con toni macabri, pare suscitare il cadavere di un soldato che profetizza il crollo dell’esercito di
Pompeo.

In questa scena, è richiamato il libro sesto dell’Eneide, in cui Enea, accompagnato da sibilla
Cumana, era andata negli inferì per ricevere dal padre Anchise il vaticinio della futura grandezza per
Roma. Ma ancora una volta lucano di basa sul modello, e al posto del pius Enea, mette l’impius
figlio di Pompeo, al posto della veneranda sibilla del saggio Anchise, ammette una strega necrofila.

Ma soprattutto non avviene la discesa negli inferi, ma è il contrario, e l’inferno a invadere il mondo
dei vivi, facendo ritornare in vita un cadavere, che è un’azione contro natura.

I personaggi del poema

Il Bellum civile come l’Eneide, non ha un unico eroe positivo, infatti i protagonisti dell’opera sono
due Cesare e Pompeo, e nessuno di loro ha il ruolo principale.

I due nemici infatti hanno caratteristiche diverse, però un qualcosa che gli accomuna c’è: entrambi,
dopo la vittoria definitiva, sono pronti a instaurare un dominio assoluto a Roma. Nel Bellum civile,
non c’è una figura completamente positiva a causa della corruzione del potere, però c’è la figura
fortemente idealizzata di Catone, che rappresenta l’ideale del saggio storico animato dalle virtù.

Il ritratto di Cesare

Cesare è presentato come l’incarnazione del male, che è stato spinto non c’è quel desiderio di
potere che lo porta a travolgere tutto ciò che incontra sul proprio cammino.

Lucano ci mostra un ritratto dei due contendenti all’inizio del poema

Cesare come anti-Enea

Cesare a uno straordinario valore militare, a una capacità di azione quasi soprannaturale, in questo
ritratto, sembra che lucano recuperi i tratti che la tradizione storiografica aveva attribuito e valorosi
nemici di Roma, come Catilina o Annibale.

una similitudine con il fulmine: che significa la violenza improvvisa di Cesare , ma anche tutte le sue
azioni inarrestabili distruttive.

Un altro tratto che notiamo di Cesare é l’empietà: nel libro III Cesare ordina di abbattere un bosco
sacro presso Marsiglia, dando inizio all’opera lui stesso, nel VII libro, dopo la battaglia di Farsalo, sul
campo della strage ordina che i cadaveri degli amici non vengono sepolti.

Il ritratto di Pompeo

Pompeo, è il più debole, non ha la stessa prontezza di Cesare nel reagire agli eventi: nel libro I
lucano lo paragona a una vecchia quercia, grande ma instabile.

Pompeo però a differenza di Cesare viene ritratto anche nell’intimità di effetti familiari: lucano
mostra il vecchio generale sofferente per la separazione dell’amata moglie Cornelia ed è intento a
rincuorarla dopo la sconfitta a Farsalo.

Pompeo però ha una ricchezza psicologica maggiore rispetto a quella di Cesare: lucano anche qui
descrive i cambiamenti le sfaccettature del suo carattere nel corso del poema, facendo ci vedere la
figura di un uomo diviso tra il suo dovere di guerriero e i sentimenti privati.

L’unico personaggio positivo Catone

dopo la morte di Pompeo, a guidare repubblicani Boni Catone, è stato descritto fin dall’inizio come
l’unico personaggio interamente positivo del poema. Catone infatti a una rigorosa virtù e
rappresenta i valori che hanno reso grande la Roma repubblicana.

E mi rappresenta il saggio storico che riesce ad affrontare vittorioso molte difficoltà (ad esempio
l’attraversamento del deserto della Libia in mezzo a dei pali serpenti) , egli proprio il nome della virtù
si dà la morte per non assistere al crollo dei valori repubblicani. Questa virtù rigorosa di Catone però
si contrappone ai crimini voluti dal fato crudele.

MARZIALE

Nasce in Spagna. Si trasferisce a Roma dove però ha problemi di denaro, sostenendo ad un certo
punto che studiare la letteratura non gli è servito a nulla (perché non guadagna). Seneca e Lucano lo
aiutarono, ma dopo la congiura di Pisone (in cui morirono i 2 autori), dovette rivolgersi ad altri
protettori per mantenere un buon tenore di vita.

Era un cliens come Giovenale. Descrive con amarezza la sua situazione. I cliens erano legati ad un
patronus che forniva assistenza finanziaria in cambio di servizi, arrivando però anche a limitarne la
libertà personale (indicava il voto). I suoi legati gli chiedevano di celebrare i loro meriti che però lui
disprezzava. La sua condizione di povertà può essere una finzione letteraria. Ebbe infatti una casa
di proprietà Roma.

Egli scriveva per vivere, infatti pubblicò 30 epigrammi in distici elegiaci per celebrare i giochi indetti
da Tito per inaugurare l’Anfiteatro Flavio. L’imperatore gli conferì lo ius liberorum (privilegi economici
per chi aveva figli, lui però non ne aveva). Si aggiunse anche il titolo di tribuno militare, con la
successiva entrata nel ceto equestre.

Visse molto bene sotto Domizia, ma quando fu ucciso gli omaggi per gli imperatori Nerva e Traiano
non bastarono più. Tornò in Spagna grazia al pagamento del viaggio da parte di Plinio il Giovane.
Qui si lega ad una ricca vedova, unica fonte di felicità. Nell’ultimo epigramma esterna il rimpianto di
Roma.

Le opere:

Pubblicò le raccolte Xenia e Apophoreta (brevi componimenti che i romani si scambiavano per le
festività). Gli Apophoreta hanno una maggiore varietà di temi.

Pubblicò 12 libri di epigrammi: composti da distici ed endecasillabi faleci (in parte coliambi, trimetri
giambici, giambi ed esametri) Alcuni hanno brevi premesse in prosa. Sono in tutto 1550 epigrammi
(verranno poi unite anche Xenia e Apophoreta).

Gli epigrammi di Marziale:

Originalità delle forme espressive: si rivolge ad un “tu” generico o riporta un dialogo.

Concentra gli aspetti comici alla fine del componimento.

Hanno una struttura bipartita: negli epigrammi iniziali il poeta crea un’attesa per una rivelazione e
proprio alla fine fornisce lo scioglimento (flumen in clausola, fulmine in chiusura). Spesso inserisce
un’elencazione iperbolica di azioni e qualità (climax ascendente con risata finale).

Gli epigrammi descrivono la vita quotidiana e una grande varietà di motivi. Alcuni elogiano le
concessioni dei sovrani. Alcuni sono di argomento funerario (Erotio), altri erotici, oppure affrontano
riflessioni autobiografiche.

Varietà stilistica: si sposta dal linguaggio elevato a volgare in base all’epigramma.

Non si sa se ebbero un successo immediato (in ogni caso molti romani lessero i suoi scritti poiché
parlavano degli esseri umani). Il suo obbiettivo era tratteggiare il carattere dei romani (pregi e vizi) e
fare divertire (personaggi osceni e volgari)

Plinio il vecchio

Nato intorno al 23, da famiglia equestre , a Novum Comun. Egli ha un’immensa produzione
letteraria, ma l’opera principale, é la Naturalis historia, 37 libri.

Dedicata a Tito, è un’opera enciclopedica: Plinio non si concentra su una specifica branca del
sapere, ma per lui è importante racchiudere in un solo testo e diversi rami della scienza, per creare
così un qualcosa che prima non era mai stato tentato nella letteratura latina.

All’interno della Naturalis historia sono raccolti circa 20.000 dati di diverse discipline, le informazioni
sono organizzato ordinate in base all’argomento trattato: ad esempio partendo dall’oggetto di
studio più grande a quello più piccolo, passando per la geologia, giardinaggio, le sostanze
medicinali ecc..

Il libro uno ha un carattere particolare, contiene, dopo la dedica Tito, l’indice degli argomenti trattati
e la bibliografia: Plinio mostra così che la sua opera è destinata alla consultazione, proprio come
una moderna enciclopedia. L’autore mira quindi all’utilità.

Plinio prende spunto da quasi 146 autori latini e 327 autori greci registrando le informazioni a
principalmente quindi senza un giudizio personale. Ci sono anche i momenti in cui l’autore rifiuta ciò
che ritiene inaccettabile, quindi proprio stando sempre la necessità di registrare ogni tipo di notizia,
in quanto le fonti sono state tramandate.

La naturalis historia non tiene sempre una rigida impostazione scientifica, ma spesso Plinio si
dilunga sugli aspetti misteriosi della natura: recupera dati paradossale straordinari che presenta al
lettore una descrizione che a volte è del romanzesco e in altri momenti rappresenta il confine della
letteratura di intrattenimento. Quindi in molti casi si tratta di credenze popolari: il cuore delle rane
farebbe scemare i brividi della febbre, mentre un polipo che è stato sarebbe in grado di formare un
emorragia.

L’opera di Plinio si presenta come un grande catalogo delle meraviglie dei misteri della natura da un
lato, ma dall’altro lato concede anche uno spazio di riflessioni morali sull’uomo e sull’evoluzione
delle sue conoscenze.

Anche Plinio identifica il progresso scientifico con la degenerazione dei costumi: gli uomini infatti
secondo lui, sono soliti nell’inserire nuove scoperte nuove invenzioni al servizio della propria brama
di ricchezza di piaceri, quindi fanno un uso è negativo del sapere tecnico.

Quando realizza questa raccolta di dati, Lino non riesce a definire la propria prosa (infatti suo scopo
non era intrattenere, maggio pare). Ci sono passi in cui lo stile si fa più vario curato, soprattutto in
temi che interessano di più a Pino, come ad esempio l’importanza dell’uomo nel cosmo o l’elogio
della natura.

Il lessico è caratterizzato da molti tecnicismi.

PETRONIO

Petronius Arbiter(soprannome)

Molti ritengono che sia un personaggio della corte di Nerone,Costretto a suicidarsi nel 66
d.C. per aver partecipato alla congiura di Pisone.

Tacito si parla di lui come di “arbitro di eleganza”, infatti e gli passava le giornate dormendo
le notti invece le dedicava gli affari e i piaceri, tuttavia considerato un uomo di vita raffinata .

Decide di suicidarsi, come facevano gli aristocratici, pur di non essere sottoposto ad una
condanna certa.

Morì in modo spettacolare ad una festa: si decise le vene, se legò ancora a suo piacere, poi
di nuovo se le fece aprire, mentre si intratteneva con gli amici.

Era stato un magistrato serio ed efficiente, si era poi ripiegato nell’otium più ricercato, era
morto con la stessa teatralità con cui aveva vissuto.

A molto in comune con la sua opera, caratterizzato dal linguaggio sofisticate personale che
esco la volgarità e raffinata allusioni letterarie, provocazione e ironia, satira e umorismo.

SATYRICON

Dall’aggettivo greco Satyrikos= relativo ai Satiri, Satiresco

Significa libri di storia satiresche= in connessione con i satiri, figure mitologiche greche note
per la grande licenziosità. Esso allude anche alla tradizione della satura
Menippea(componimenti di argomento vario in cui si alterna prosa e poesia)

Dal titolo si capisce che è un’opera difficilmente inquadrabile in un genere preciso,


caratterizzata da varietà, parodia e tematiche spinte.

Era un’opera molto estesa di cui restano soltanto frammenti dei libri XIV, XV, XVI, non si sa
con precisione quanti libri erano in totale.

È scritta alternando parti in prosa e parti in poesia (tecnica del prosimetro).

Racconta le differenti avventure di un gruppo di strani personaggi .

Trama del Satyricon

(In una città greche dell’Italia meridionale Encolpio discute con il retore Agamennone sulla
decadenza dell’oratoria. Dopo aver raggiunto il suo amico Ascilto, i due tornano alla locanda
dove alloggiano insieme a Gitone di cui si sono entrambi invaghiti. qui giunge Quartilla,
sacerdotessa di Priapo)

genere del Satyricon

Sembra si avvicina romanzo = narrativa fittizia, carattere avventuroso, comprende vicende


d’amore.

Però ciò non si adatta completamente la natura dell’opera perché anche per gli antichi il
genere del Satyricon metteva in imbarazzo: alcuni lo definivano un’opera narrativa(romanzo)
altri “ un’opera satirica”

Si è anche sostenuto che fosse una parodia dei romanzi greci, caratterizzati da trame
stereotipate con la storia di amore tra due giovani che dopo molte peripezie sì
ricongiungevano.

Essi esaltavano la purezza e la fedeltà della coppia (giovane e ragazza vergine), luna capace
di difendere la sua virtù, l’altro disposto a seguirla fino a ritrovarla e sposarla.

Qui invece l’intreccio è basato sull’amore infedele tra Encolpio e Gitone= un rovesciamento
comico di queste convenzioni.

Un possibile modello : Fabulae Milesiae= raccolta di racconti di argomento erotico


composta intorno al 100 a.C. da Aristide di Mileto. Sembra derivare da questa tradizione
racconto della” matrona di Efeso che Eumolpo racconta durante il viaggio verso Crotone.

Ulteriore genere letterario = satura Menippea= da cui deriva l’alternanza di parti in


prosa(narrative) e versi. Tuttavia tra Petronio e Varrone (massimo esponente della satura
menippea) c’è una differenza fondamentale: la totale assenza in Petronio di riflessioni di
carattere morale.

Il satyricon si colloca al di fuori di un genere ben definito

il mondo di Petronio

Il mondo di petrolio è popolato da figure basse, quasi miserabili, gente dedita alla truffa,
parassiti, adulatori, liberti arricchiti, poeti a caccia di popolarità. Nessuno dei personaggi
può essere considerato positivo: ritratto di un mondo in cui nessuno rappresenta i valori del
mos maiorum eppure l’autore non critica mai i fatti che narra anche se amorali o indecenti,
ma si colloca al di sopra dei suoi personaggi e delle loro vicende con sguardo ironico
divertito.

Opera comica che prende spunto dalla realtà e dal quotidiano per descrivere gli strati più
bassi della società , sembra che l’autore voglia rispecchiare comicamente l’intera società in
tutta la sua gamma di sfumature.

Accanto a registro comico c’è anche il grottesco = deformazione esagerata di situazioni e


personaggi. Al buffonesco e al ridicolo si aggiunge il paradossale.

Infatti nell’opera niente di tragico accade, situazioni violente, risse, litigi , ma tutto si
conclude con una risata liberatoria

L’eroe della volgarità = Trimalchione(tre volte arricchito )= racconto nel racconto

Riflette il cattivo gusto del rozzo padrone di casa .

La cena di Trimarchiione è un’escursione antropologica nel mondo dei liberti arricchiti. Si


coglie la velata derisione dell’aristocratico nei confronti di questo ceto sociale

Lingua

I satyricon presenta un impasto linguistico= i personaggi colti usano la lingua ricercata,


artificiosa, mentre i liberti usano un linguaggio adeguato a loro, il sermo vulgaritas (latino
basso e colloquiale) della plebe urbana.

Petronio è la testimonianza più importante di quel latino popolare dal quale nel corso dei
secoli, prenderà forma il volgare (con un primo accenno della decadenza del neutro)

Un altro tratto caratteristico della lingua di Petronio è l’abbondanza di diminutivi, tipici del
linguaggio parlato, per sua natura più colorito di quello letterario. Spesso presenti parole
greche ormai filtrate nel latino del popolo.i discorsi dei personaggi sono costellati da
massime e proverbi, paradosso e parole che la lingua colta mette al bando (come mutio=
aprire bocca)

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