gli spiriti degli antichi antenati di Cesare, gli eterni nemici dello statoroman
o. La scelta di Sesto si spiega col fatto che Lucano intendeva collegare la stir
pe diPompeo con il mito della rovina di Roma. Per di pi sesto, figlio empio e deg
enere,rappresenta per molti rispetti un rovesciamento del pio Enea.
I PERSONAGGI DEL POEMA
La
Pharsalia
non ha un personaggio principale, ma ruota soprattutto attorno alle personalit di
Cesare, Pompeo e Catone.
Cesare
domina a lungo la scena con la sua malefica grandezza: egli assurge aincarnazion
e del furore che un entit ostile, la Fortuna, scatena contro l antica potenza diRoma.
In alcuni punti il poeta sembra quasi soccombere al fascino sinistro del suo
personaggio, il quale in fondo rappresenta il trionfo di quelle forze irraziona
li chenell Eneide venivano dominate e sconfitte: il
furor
, l ira e l impazienza. Inoltre nel suo poema Lucano spoglia Cesare del suo attribut
o principale, la clemenza verso i vinti, acosto di stravolgere la verit storica.A
lla frenetica energia di Cesare si contrappone una relativa passivit da parte di
Pompeo
, questo tipo di caratterizzazione serve tuttavia a limitare la responsabilit diP
ompeo: la forsennata brama di potere di Cesare la principale causa della catastr
ofeche porter Roma al tracollo. Lucano cerca di fare di Pompeo una sorte di Enea
il cuidestino si mostra avverso piuttosto che favorevole: in questo senso la fig
ura di Pompeo l unica che nello svolgimento del poema subisce una trasformazione ps
icologica. La
Pharsalia
rappresenta infatti il precipitare di Pompeo dai vertici pi alti, mentre laFortun
a gli si rivolge contro con ostile determinazione. Alla fine, abbandonato dallaF
ortuna, Pompeo va incontro a una sorta di purificazione: diviene consapevole del
lamalvagit dei fati, comprende che la morte in nome di una giusta causa costituis
cel unica via di riscatto morale.Questa consapevolezza costituisce per
Catone
un solido possesso fin dalla sua primaapparizione nel poema. Lo sfondo filosofic
o del poema senza dubbio di natura stoica:ma nel personaggio di Catone si consum
a la crisi dello stoicismo tradizionale. Di frontealla consapevolezza di un fato
che cerca la distruzione di Roma, diviene impossibile per Catone l adesione volon
taria alla volont del destino. Matura cos la convinzione che ilcriterio della gius
tizia sia ormai da ricercarsi altrove che nel volere del cielo: esso d orain poi r
isiede unicamente nella coscienza del saggio. Catone si fa pari agli dei: non ha
pi bisogno dei loro consigli per cogliere il discrimine tra il giusto e l ingiusto
.
LO STILE
Ardente e concitato, cos viene definito lo stile di Lucano, riferendosi probabilm
enteall incalzante ritmo narrativo dei periodi, che si susseguono senza freno e la
scianodebordare parti della frase oltre i confini dell esametro: cos l urgenza dei pe
nsieri siesplicita nel continuo enjambement, e la sintassi delle parole aspira a
d uscire dai vincolidello schema esametrico. L io del poeta praticamente onniprese
nte per giudicare espesso condannare in tono indignato. E senza dubbio uno stile
che di rado conoscedominio e misura: per questo esso pu rapidamente saziare il le
ttore. Ma larappresentazione di una catastrofe come la guerra civile poteva anco
ra continuare a basarsi su una forma tradizionale quale era quella che il genere
epico offriva? Latradizione epica aveva costituito tutto un linguaggio compless
o, capace di darel attraente forma di narrazione ai grandi modelli culturali cui s
i ispirava la societromana. Lucano non ha la forza di sbarazzarsi di una forma le
tteraria che pure senteinsufficiente ai suoi bisogni. Pi che tentare una rifondaz
ione del linguaggio epico , eglicerca un rimedio di compenso nell ardore ideologic
o con cui ne denuncia la crisi. Cos la presenza di un ideologia politico moralista
si fa in lui ossessiva, invade il suo linguaggioe si riduce infine a retorica. M
a la retorica che anima questo linguaggio non vanaartificiosit ornamentale, ma ri
cerca di una propria autenticit, per essere sicuro di nontradire con le parole il
messaggio di un ideologia disperata