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Publio

Virgilio
marone
Tradizione biografica su Virgilio: una delle più estese ma anche ‘fantasiose’
 Autoschediasmi (notazioni autobiografiche presenti nelle opere dell’autore):
Bucoliche, 6.1-12; G., 3.3-48; G., 4.559-66; Aen., 7.37-45: sua vita come
parabola da attraverso i generi: dalle umili bucoliche, all'epopea.
 contemporanei e dai suoi stretti successori parlano spesso di Virgilio e delle sue
origini mantovane;
 circolano opere attribuite a Virgilio: l' Appendix Virgiliana, un secondo proemio
all’ Eneide, autobiografico: 'Io sono lui' ( ille ego... ) conosciuta nell'antichità e
ritenuta genuina (cfr. Laird 2009). Vd. Mondin
 la tomba del poeta, divenuta luogo di turismo letterario inizialmente coltivato
dal poeta Silio Italico (Plinio 3.7.8; Marziale 11.48; 50), recava inciso un
celebre epitaffio che nell'antichità si pensava fosse stato composto da Virgilio
nell'atto di morire , che riassume la vita del poeta come movimento da Mantova
a Napoli, e dalla pastorale all'epica:
Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc
Parthenope; cecini pascua rura duces.
Ci è giunta poi una serie di Vite:
 la più antica è la Vita Suetonii vulga Donatiana, scritta dal grammatico Elio
Donato, alla metà del IV secolo dC e inserita come prefazione al suo
commento alle opere del poeta; essa si basava su una più antica biografia di
Svetonio,
 Al XV secolo risale un Vita indicata come Donatus auctus ("Donatus
aumentato"), integra la vita di Donatus con altro materiale tardoantico o
medievale
 Nel Chronicum di Girolamo, è presente una serie di estratti che risalgono
anch'essi a Svetonio
 Altri materiali confluiti nelle biografie tardoantiche e medievali risalgono a
Servio; autore di un popolare commento a Virgilio che include una vita del
poeta (fine IV-inizio V); e un resoconto in versi attribuito al grammatico
Phocas
 Nel Medioevo e nel Rinascimento c’è una vera e propria Virgiliomania e si
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titolo Bucoliche (o Egloghe)

Lingua: latino
genere letterario: pastorale
modelli: Teocrito,
composizione/pubblicazione: 42-39 a.C.
struttura: dieci egloghe in esametri, di lunghezza che varia dai 63 ai 111 versi,
contenuto: nel contesto dell'Italia del I secolo a.C., scossa dalla guerra civile, (Ottaviano e
battaglia di Filippi) i contadini delle loro terre, per ridistribuirle tra i veterani come
ricompensa per i servigi da loro resi (Virgilio stesso aveva perso e poi riottenuto le sue terre?)
vengono descritti paesaggi, vicende e dialoghi di personaggi fittizi
temi:
1. idealizzazione del mondo campestre come locus amoenus,
2. atmosfera malinconica e contemplativa; riuso di temi autobiografici
3. temi epicurei (rifiuto delle passioni, estraneità alla politica: Roma è vista come una realtà
lontana, grandiosa)
4. poetica alessandrina: riferimenti colti e mitologici
Egloga contenuto

I Melibeo e Titiro incarnano il contrasto tra le loro esperienze dopo le guerre civili. Melibeo,
costretto ad abbandonare la sua terra, esprime stupore per la prosperità di Titiro, il cui possesso
delle terre è stato garantito dall'intervento di un giovane dio. Titiro rivela di aver ottenuto la
libertà a Roma, liberandosi da un amore che richiedeva sacrifici insostenibili. Melibeo, elogiando
la fortuna di Titiro, si prepara a partire per l’esilio e Titiro gli offre ospitalità per la notte,
commosso dalla sorte dell’amico
II Presenta il monologo di Coridone, un pastore innamorato del giovane Alessi, che però è l'amante
di Iolla. Nonostante Coridone offra doni e si sforzi di conquistare il cuore di Alessi, alla fine si
rassegna al rifiuto del giovane, ammettendo tristemente che cercherà un altro amore. Il testo si
ispira all'Idillio XI di Teocrito, ma differisce per il tono disilluso e angosciato mantenuto da
Virgilio.
III è rappresentata una competizione canora tra i pastori Dameta e Menalca, organizzata in cinque
parti che includono un contrasto pastorale, una sfida, la proclamazione della gara, un canto
amebeo e un giudizio. La trama si svolge in un vero "teatro bucolico". Durante la competizione, i
pastori affrontano temi come la vita pastorale, l'amore e la poesia, fino a quando Palemone, come
un deus ex machina, dichiara la parità della gara, chiudendo il confronto poetico.
IV Scritta durante la guerra civile, riflette l'atmosfera dell'epoca, celebra la pace di Brindisi e
prevede profeticamente l'avvento di un "bambino divino" senza nominarlo, con un un complesso
intreccio di simbolismi, richiamando miti come quelli dei Magi e le profezie della Sibilla Eritrea,
riflettendo le varie correnti culturali e mistiche dell'epoca
Egloga contenuto

V presenta i pastori Menalca e Mopso, entrambi maestri nel canto, che si incontrano e si
scambiano i propri componimenti. Mopso narra della morte di Dafni, un pastore accecato da una
ninfa gelosa, e Menalca eleva Dafni agli dei attraverso un canto di apoteosi. La divinizzazione
di Dafni riporta la pace tra gli uomini, specialmente tra i pastori che lo designano come loro
protettore. Le egloghe quarta e quinta si integrano, offrendo una visione pura e serena della vita
e della natura, con la figura di Dafni che simboleggia la tranquillità e l'armonia
VI è una poesia dedicata a Alfeno Varo, che aveva richiesto a Virgilio un'epopea sulle guerre civili.
Sebbene sembri una recusatio, una scusa per sfuggire alle insistenze di Varo, l'ecloga è in realtà
per Cornelio Gallo, sebbene porti il nome di Varo in cima. La narrazione inizia con
l'ammonimento di Apollo a Titiro (Virgilio stesso), seguito dal canto di Sileno, capo dei satiri,
trovato addormentato dopo una festa con la ninfa Egle. Viene elogiato Gallo, anticipando gli
elogi futuri nella X egloga, fino a quando il canto viene interrotto dal calare della notte.
VII presenta una nuova gara di canto tra i pastori Melibeo, Coridone e Tirsi, ambientata nella
pianura padana e nel mantovano. Coridone esprime ancora il suo amore per Alessi, mentre Tirsi
canta per Filli. Coridone, più pacato, invoca divinità come Ercole, Bacco, Venere e Febo, invoca
le ninfe e celebra la caccia, esprimendo la sua dedizione a Galatea: mentre Tirsi mostra un tono
aggressivo e volgare, dimostrando scarso rispetto per gli dèi, tranne per Priapo. Coridone sarà il
vincitore.
Eglog contenuto
a
VIII L'ottava egloga delle Bucoliche è una competizione canora tra Damone e Alfesibeo, forse in onore di
Asinio Pollione. Damone esprime il suo amore infelice per Nisa, minacciando il suicidio, mentre
Alfesibeo narra un rituale magico per far ritornare Dafni alla sua amata. Il canto richiama Teocrito e
culmina con l'annuncio di un'inversione dell'ordine naturale. La melodia dei pastori attira gli
animali, evocando il mito di Orfeo.
IX Licida incontra Meri, ex servo di Menalca, ora al servizio di un altro padrone. Menalca ha perso i
suoi beni e si trova in una situazione disastrosa a causa delle guerre civili. Licida cerca di consolare
Menalca, ricordandogli le promesse dei triumviri, ma senza successo. Meri racconta delle ingiustizie
subite da Menalca e della violenza che ha colpito la sua terra. Licida è sconcertato dalle accuse
contro Varo e Ottaviano. Meri ricorda versi di Menalca dedicati a Varo, ma l'atmosfera è cupa a
causa delle difficoltà del momento. La scena si svolge nella pianura padana, con riferimenti a
Cremona e Mantova. Licida chiede a Meri di recitare altri versi di Menalca, ma il vecchio pastore
suggerisce di aspettare la presenza di Menalca per cantare meglio.
X L'egloga presenta Gallo, innamorato di Licoride, ma non corrisposto, e la natura, i pastori e le
divinità cercano di consolarlo. Gallo soffre profondamente per l'infedeltà di Licoride, e la poesia
riflette una polemica letteraria tra il genere bucolico ed elegiaco, dando alla bucolica la supremazia.
Il tono è elegiaco, ispirato a Teocrito, e il canto inizia sotto un faggio, ma l'ombra risulta nociva per
il poeta. Gallo, circondato dai monti d'Arcadia, dalle pecore e da altri pastori, incide le sue pene
d'amore sugli alberi, sperando che crescano con le piante stesse. Apollo interviene chiedendo a Gallo
Egloga tipologia argomento
I dialogica autobiografia
II narrativa
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX dialogica
X
Bucolica I
titolo: Georgiche
Lingua: latino
genere letterario: poema didascalico in esametri
modello: Esiodo, Opere e giorni (ma molte differenze); anche poeti
ellenistici e Lucrezio
composizione/pubblicazione: 37-29 a.C.
struttura: 4 libri, struttura complessa. Libri pari vs dispari
(terminano con cupi presagi)
contenuto: la coltivazione dei cereali e il cielo; l’arboricoltura e
la vite; l’allevamento, l’apicoltura
temi:
1. haud mollia iussa: intento celebrativo?
2. valori tradizionali, religiosità e attaccamento a civiltà
contadina (consonanza con valori augustei più che semplice
celebrazione
3. il lavoro: in una linea evolutiva di progresso e uscita dalla
condizione primitiva
4. oriente e occidente (Laus Italiae)
5. la comunità ideale delle api
titolo: Eneide

Lingua:
genere letterario:
composizione/pubblicazione:
struttura
contenuto:

temi
Brugnoli, G. e Stok, F. (eds.) 1997. Vite antiche virgiliane. Roma
Comparetti, D. 1997. Virgilio nel Medioevo. Attraverso. EFM Benecke, con una nuova
introduzione di J. Ziolkowski. Princeton.
Farrell, J. 2002. "Vite greche e carriere romane nella tradizione della vita classica". In P.
Cheney e FA de Armas (a cura di), European Literary Careers: The Author from Antiquity
to the Renaissance. Torino: 24-45.
Hardie, PR e Moore, H. (a cura di) 2010. Carriere letterarie classiche e loro ricezione.
Cambridge
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Korenjak, M. 2003. ' Tityri sub persona : Der antike Biographismus und die bukolische
Tradition.' A&A 49: 58-79.
Laird, A. 2009. "Virgilio: accoglienza e mito della biografia". CentoPagina III : 1-9
Peirano, I. 2012. La retorica del falso romano. Cambridge
Putnam, MCJ e Ziolkowski, J. 2008. La tradizione virgiliana: i primi millecinquecento anni.
Nuovo paradiso.
Spargo, JW 1934. Virgilio il Negromante: studi nelle leggende virgiliane. Cambridge,
Mass.
Stok, F. 2010. "La vita di Virgilio prima di Donato". In J. Farrell e MCJ Putnam (a cura di),
Blackwell's Companion to Virgil's Eneid and its Traditions. Londra: 107-20.
Wilson-Okamura, D. 2010. Virgilio nel Rinascimento. Cambridge
Ziolkowski, T. 1993. Virgilio ei moderni. Princeton: 27─56.

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