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Il mito

di Orfeo nel tempo


All’inizio, cercatissimo passo di gusto ellenistico,
racchiude l’episodio nella parola chiave
un suonatore di cetra Euridice, posta all’inizio e alla fine del
Orfeo è originariamente un suonatore brano, per sottolineare, soprattutto, l’a-
di cetra, figlio della musa Calliope e di more coniugale alla base della vicenda,
Eagro, re della Tracia, o, secondo una un legame infranto dalla morte violen-
variante del mito, addirittura figlio di ta – mentre Euridice sfuggiva al mitico
Apollo. Egli rappresenta la capacità del- pastore Aristeo – e non più ricomposto.
la poesia di rasserenare, di persuadere Questo perché Orfeo, nonostante la
e di ammaliare, attirando a sé anche sua poesia sia capace di risvegliare sen-
esseri vegetali o addirittura inanimati, timenti umani anche negli dei infernali,
nonché gli dei degli Inferi. A Orfeo, quin- non riesce a portare a termine l’impresa
di, si riconosce un certo potere sull’equi- di strappare Euridice all’Ade e trasgre-
librio naturale. Deriva da questo anche disce alle regole imposte dagli dei. La
la sua facoltà di stabilire contatti con il vita successiva di Orfeo trascorrerà nel
mondo dei defunti, che ne fa il fonda- cantare tristi melodie in ricordo del suo
tore del movimento cosiddetto orfico, amore perduto, finché le Baccanti della
una religione misterica. Tracia, gelose della sua riservatezza, lo
Il mito di Orfeo è ricchissimo di elementi trucideranno al termine di un’orgia in
onore del dio Dioniso, spiccando la te-
condensati in un’unica narrazione, che
sta dal corpo. Quest’ultima, nelle acque
lo rendono degno di interesse. Tra que-
del fiume Ebro, ancora saprà chiamare a
sti, notevoli, oltre al già citato tema del
gran voce la sua Euridice.
senso della poesia, sono soprattutto il Ovidio, nel passaggio dal I secolo a.C.
motivo della duplice perdita di Euridice, al I secolo d.C., riprende da Virgilio la
per cause naturali e per trasgressione di narrazione mitica nel testo de Le Meta-
Orfeo, e infine quello della morte violen- morfosi (Libri X e XI), dilatando gli spazi
ta del poeta e del mitico sopravvivere del racconto, aggiungendo descrizioni
dei suoi resti. A questo proposito si dis- e utilizzando ampiamente i dialoghi tra
se che dopo la sua morte, fu la corrente i personaggi; ma soprattutto mettendo
del fiume a portare i poveri resti fino al in evidenza una variante del mito. Dopo
mare. La testa e le labbra di Orfeo appro- aver perso per la seconda volta Euridice,
darono a Lesbo, la patria di Saffo e quin- che non ha saputo trarre dagli Inferi, Or-
di della poesia lirica. Un’altra tradizione feo, in preda al dolore, si dedicherà ad
narra che la testa di Orfeo giunse alla amori omosessuali. Sarà per questo che
foce del fiume Melete, presso Smirne, le Baccanti condanneranno il suo corpo
dove sarebbe nato Omero. ad essere straziato.
La sua anima, invece, ritroverà nell’aldi-
Nel mondo latino, là la bella Euridice, che ora potrà esse-
re osservata senza timore. Così Ovidio
in età imperiale spiega che solo con la morte Orfeo po-
Il primo interprete del mito è Virgilio, trà ritrovare la sua Euridice e riunirsi con
che nel libro IV delle Georgiche, in un ri- lei.

© Istituto Italiano Edizioni Atlas 1 Il mito di Orfeo nel tempo


Nel mondo cristiano e oltre è ambientato nel mondo contempora-
neo, spesso in situazioni squallide da cui
Il mito di Orfeo ebbe un certo successo emerge il tema di un amore autentico.
anche in epoca cristiana e medievale. Analogie con quest’opera si possono
Soprattutto la discesa di Orfeo agli Infe-
rintracciare nel testo La discesa di Or-
ri venne assimilata alle forme della nuo-
feo, di Tennessee Williams (1914-1983),
va fede. Tale discesa sembrò anticipare
il maggior drammaturgo americano del
quella di Cristo. Ancora nel Seicento
XX secolo. Euridice è ancora una volta
spagnolo, Calderon de la Barca parla di
una donna moderna, oppressa da un’e-
Orfeo-Cristo in lotta con il demonio per
sperienza matrimoniale frustrante.
il possesso dell’anima di Euridice. Ma fu
nel Rinascimento che il mito trovò nuo-
vi spazi; citiamo soprattutto la Fabula di Nella letteratura italiana
Orfeo di Angelo Poliziano (1454-1484).
Si tratta di un’opera di teatro da allestir- Nel XX secolo molte sono le voci di nar-
si per il Carnevale, che sostituisce ai toni ratori illustri che si ricollegano al mito
tragici della fine di Orfeo motivi decisa- di Orfeo e Euridice, a partire da Cesare
mente più festosi. Pavese, che negli anni Quaranta scrive i
Dialoghi con Leucò. In questo testo, tra
altri miti, recupera quello di Orfeo, che,
Nell’Ottocento nella fantasia dello scrittore, sceglie de-
e nel Novecento liberatamente di voltarsi, consapevole
Le rivisitazioni del mito sono moltissi- che Euridice non è che una stagione del-
me. Si diffonde un nuovo interesse per la vita, e che l’esistenza di ogni uomo è
Euridice, non più presenza muta, total- strettamente integrata con il suo desti-
mente subordinata al suo poeta, bensì no. Dino Buzzati (1906-1972) negli anni
dotata di voce e personalità. In tal senso Sessanta è autore di un Poema a fumet-
si può ricordare la scrittrice americana ti, da lui stesso disegnato, i cui protago-
Hilda Doolittle (1886-1961), che fa di Eu- nisti sono Orfi e Eura, quest’ultima non
ridice una vittima della tracotanza di Or- disponibile a ritornare in vita dopo la
feo, che vuole riprendersela addirittura morte. Italo Calvino riprende e ricom-
dalla morte! bina personaggi e situazioni ne L’altra
Nel Novecento, in particolare, non può Euridice, racconto ambientato nelle fan-
sfuggire il teatro francese tra le due tasmagoriche regioni all’interno della
guerre, con l’Orphée di Jean Cocteau Terra; Gesualdo Bufalino dà voce a Euri-
(1889-1963), cui si deve pure una versio- dice che, scavando nella memoria, recu-
ne cinematografica, nel 1949; con l’alle- pera la verità sui fatti e si sente abban-
stimento moderno di Eurydice (1941), di donata dall’egocentrismo di un poeta
Jean Anouilh (1910-1987), in cui il mito troppo preso dalla sua arte.

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