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Pascoli 

La vita e le opere:
La giovinezza e la formazione
Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, trascorre
un'infanzia agiata fino a quando il padre viene ucciso con una fucilata mentre torna a
casa in calesse. Il poeta in seguito indagherà sulle cause del delitto. Morti anche la
madre e il fratello egli lascia il collegio di Urbino. Terminato il liceo, riceve una borsa
di studio che però ne perde il diritto dopo aver partecipato ad una ​manifestazione
contro il MInistro della Pubblica Istruzione. ​Decide di lasciare gli studi e avvicinarsi
agli ambienti socialisti e viene arrestato per alcuni mesi per aver partecipato ad una
manifestazione e quindi si allontana dalla politica e decide di riprendere gli studi,
laureandosi in letteratura greca.
La ricostruzione del <<nido>>
Diventa capofamiglia dopo la morte del fratello maggiore e quindi punta a
ricostruire il nucleo familiare paterno. Ne approfitta per avvicinare a sé le
sorelle minori Ida e Maria (era molto geloso delle situazioni amorose della
sorella Ida). Vive con morbosità il rapporto con Maria, tanto da trasferirsi
insieme a Lucca dove pascoli rimarrà fino alla morte.
La carriera universitaria e la produzione poetica:
Nel 1895 viene nominato professore di grammatica greca e Latina all'Università di
Bologna. Successivamente diventa titolare della cattedra di letteratura italiana a
Bologna Che fino ad allora era stata di Carducci, Infatti egli dal maestro eredità anche
la funzione pubblica: poco prima della morte pronuncia l'importante discorso​ la
grande proletaria si è mossa​, dedicato a sostenere l'impresa coloniale italiana in
Libia.

La poetica pascoliana;
Il poeta come fanciullo:
Il fanciullo è un saggio, il più importante scritto da Pascoli nella poesia. Pascoli spiega
che il poeta coincide con il ‘’fanciullo’’ ovvero con quella parte infantile dell'uomo. Il
fanciullo vede ciò che in genere passa inosservato e lo fa con pura intuizione, guarda
il mondo con uno stupore infantile. La poesia è il luogo in cui l'uomo da voce al
fanciullo che è in lui , Il fanciullo è una figura umile e piccola però solo il poeta
conosce il privilegio di farlo rivivere e di farlo parlare dentro di sé. Il fanciullo,
insomma, è umile ma lo stesso tempo ha in sé una vocazione alla superiorità.
Ultimo dei classici e primo dei moderni:
In Pascoli è tutto frutto di una combinazione di opposti, in lui si bilanciano continuità
e rottura, tradizione e innovazione, linguaggio popolare e linguaggio prezioso. Perciò,
rappresenta un importante momento di passaggio fra 800 e 900. A differenza dei
Poeti nuovi del 900, egli crede fermamente nella funzione sociale e morale della
poesia e all’esigenza di una democrazia linguistica. Infatti nel linguaggio delle poesie
usa termini e locuzioni di stampo quotidiano, popolare e persino dialettale,
onomatopee e frasi e termini stranieri mutati del linguaggio degli italiani emigrati in
America.
Il simbolismo pascoliano:
La parte più viva della produzione di Pascoli e raccontata In tre libri: Myricae,
Prometti e Canti di Castelvecchio. A queste tre raccolte l'autore lavora negli stessi
anni, svolgendo due ricerche parallele: da una parte c'è il frammentismo lirico e
impressionistico di myricae e dei Canti di Castelvecchio; dall'altra parte c’è la
costruzione narrativa ideologico impegnata dei prometti. La prima edizione di
Myricae contiene 22 testi, la quinta 56 testi. Ogni testo è dominato da un susseguirsi
di impressioni e da particolari oggettivi che assumono un significato simbolico.
La stessa frammentarietà impressionista si registra nei Canti di Castelvecchio ma
diluita nella ricerca di una lirica più distesa. Ai temi che dominavano il primo libro si
affianca e si contrappone il tema familiare, segnato dalla perdita del nido.
I ​Prometti ​pubblicati nel 1897 sono caratterizzati da disegni narrativi più costruiti e
da un tessuto biologico più robusto. Il frammentismo è qui sostituito da testi lunghi,
spesso dialogati con veri e propri personaggi. Il protagonista è ora il mondo popolare
con la sua bontà naturale contrapposta alle ingiustizie della società.
Pascoli coltiva altri due registi meno significativi quello erudito e prezioso, che dà
vita ai poemi conviviali con ambientazione del mondo classico e quello della poesia
Latina, straordinaria per la capacità di trattare in modo autentico una lingua morta.
Un significato solo documentario viene oggi attribuito anche alle tarde raccolte Civili
di Pascoli, con le quali egli stesso tenta di proporsi come:​ il poeta ufficiale ​della
nuova Italia.
Il fanciullino;
Per Pascoli il poeta è un fanciullo, cioè un sensitivo capace di entrare in
rapporto con il mistero profondo delle cose. Per riuscirci si affida alla intuizione
facendo almeno della razionalità. Il fanciullo sopravvive anche nell'uomo
adulto ma normalmente viene soffocato dalla ragione. Non accade così nei
poeti che lo lasciano esprimere liberamente.
MYRICAE
(morte del padre, natura consolatrice)

Esce a Livorno nel 1891, il titolo latino Myricae corrisponde all'italiano Tamerici ed è
ricavato da un verso del poeta Virgilio. Di riferimento del titolo alle piante delle
Tamerici si presuppone uno stile poetico comune e discorsivo. Lo stesso tempo però
il rimando classico a Virgilio comportano le cerca di sostenutezza.
La poesia di Myricae presenta immagini di campagna: campi arati, siepi, cieli in
tempesta.
Le poesie di Myricae sono formate da una serie di impressioni soggettive che
valorizzano i particolari dettagli.
C'è una ricerca di fedeltà all'elemento naturale e si esprime poi anche attraverso
l'uso di onomatopee.
Il poeta enuncia 2 temi centrali del libro: la morte del padre e la natura come grande
consolatrice benefica.
LAVANDARE:​ Il poeta passaggi tra i campi in una giornata autunnale appena
velata da una nebbia leggera. Da un canale, sente arrivare un canto triste e
lento con il quale le lavandaie accompagnano il lavoro.
X AGOSTO​: ​La poesia dedicata alla morte del padre, che Pascoli collega a quella di
una rondine, uccisa anch'essa senza motivo, mentre torna al nido dove l'attendono i
suoi piccoli. Il cielo dall'alto della sua infinita e serena distanza, assiste alle due morti
con una lacrima di stelle cadenti. Al di là della loro esistenza individuale, l'uomo e la
rondine sono simboli del dolore universale e della malvagia ingiustizia che regola la
vita sulla terra; e la lontananza del cielo esprime una lontananza incolmabile del
bene della giustizia della Sofferenza umana.
​ uesta breve lirica, composta nel 1893, venne introdotta nella
TEMPORALE: Q
terza edizione di Myricae. Come dichiare il titolo descrive l'arrivo di un
temporale nella pianura.Temporale è un perfetto esempio del frammentismo
di Pascoli, Ovvero della sua tendenza a valorizzare i particolari esprimendo lì
per frammenti. Abbiamo un uso di ossimori e quindi di contraddizio​ni.
IL TUONO:​Descrive proprio il fragore notturno di un suono improvviso. La
poesia È l'ennesimo esempio di frammentismo di Pascoli, la narrazione
procede con frasi brevissime, introdotte da frequenti enjambements. Il tuono
appunto presenta una natura ostile e minacciosa per l'uomo. Solo nel finale c'è
spazio per una possibile salvezza.
I CANTI DI CASTELVECCHIO
I Canti di Castelvecchio furono pubblicati a Bologna nel 1903. Gli elementi
di continuità con Myricae sono evidenti. Il titolo riporta una parte del
nome di Castelvecchio di Barga, località dove il poeta si è trasferito con la
sorella Maria. Tuttavia in questa raccolta Pascoli mostra di cercare una
liricità più distesa. Il poeta si ispira anche i canti leopardiani. I Canti di
Castelvecchio presentano due temi principali quello del naturalismo e
quello familiare. I due motivi si intrecciano e si scontrano. Da una parte il
ritmo delle stagioni alludono ordine naturale, un ciclo continuo di vita e di
morte. Dall'altra parte l'uccisione del padre rappresenta una perdita
insanabile segnata dall' insensatezza della cattiveria umana.
Il gelsomino notturno: ​Questa poesia fu pubblicata nel luglio del
1901 in occasione delle nozze di Gabriele Briganti, amico di Pascoli,
per essere poi raccolta nei Canti di Castelvecchio, la poesia include
con estrema delicatezza un riferimento alla notturna vicenda
d'amore dei due giovani sposi. Il testo si ispira all’epitalamio ovvero
un canto per celebrare le nozze. Il talamo è il letto nuziale. Pascoli
rivista questo genere trasferendo le proprie inquietudini e lasciando
prevalere un senso di solitudine e di turbamento di fronte a un rito
avvertito come lontano e misterioso.
LA MIA SERA:​ ​ Il testo presenta la sera di una giornata di pioggia, in cui al
calar del sole torna sereno e brillano le stelle nel cielo. Le rane gracidano
tranquille e le nubi nere del temporale hanno lasciato il posto a piccole
nubi che si colorano di Rosa al tramonto. Le rondini portano il cibo ai loro
piccole affamati: la privazione che hanno patito durante il giorno ricorda
al poeta la propria solitudine. Si sentono infine suonare le campane e il
poeta ricorda quando la madre gli cantava la ninna nanna per farlo
addormentare. La poesia è formata da 5 strofe, che si concludono tutte
con la parola sera come una sorta di ritornello. Il linguaggio usato nella
poesia È un esempio di fonosimbolismo. La poesia presenta uno dei temi
più cari a Pascoli cioè quello del nido.
POEMETTI
Nel 1897 esce la prima edizione dei prometti. I poemetti sono
caratterizzati dalla tendenza narrativa e la partecipazione vero e
proprio personaggi, spesso dialoganti. In questa raccolta il poeta
denuncia le ingiustizie sociali e rappresenta il mondo Popolare nella
di dignitosa sofferenza.
La tendenza narrativa quanto l'impegno ideologico trovano un
efficace strumento espressivo nella terzina dantesca, impiegate in
quasi tutti i testi. I Poemetti sono il libro più apertamente
sperimentale di Pascoli. Lo sperimentalismo si rivela nell'uso dei
termini dialetti. C’è un ricorso a lingue speciali, come l'italiano
americanizzato che parlano gli immigrati negli Stati Uniti.
DA ITALY:
Da Italy è il titolo di un lungo permetto di 450 versi. I protagonisti
sono alcuni toscani origini di Caprona che vengono da Cincinnati in
visita al loro paese natale per poi ritornare in Nord America. I
personaggi sono ispirati a figure realmente esistenti conosciuti da
Pascoli. Si tratta dei fratelli Margherita e Giuseppe e della loro
nipotina Maria, una bambina di 8 anni malata di tubercolosi, venuta
in Garfagnana per cercare di riprendere la salute. Il testo è un
notevole esempio dello sperimentalismo linguistico pascoliano.

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