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PIOGGIA NEL PINETO DI D’ANNUNZIO

1902
Si tratta di una lirica composta fra luglio e agosto 1902 e inserita nella raccolta Alcyone,
sezione dell'opera più grande delle Laudi, il metro è libero e la tematica dominante è quella
del Panismo, ovvero della completa fusione dell'uomo con la natura.

Il tema centrale
L’amore del poeta per Eleonora Duse,qui la donna amata accompagna il poeta durante una
passeggiata estiva in campagna finché un temporale non li sorprende, lasciandoli soli e
intimi nel pineto, sotto l’acqua che cade e che crea un’atmosfera surreale. La donna viene
chiamata “Ermione”, un nome che ricorda un personaggio della mitologia greca, sposata e
abbandonata da Oreste: D’Annunzio è come Oreste che torna a lei e alla Natura dopo aver
dimenticato di contemplare questo mondo incontaminato, perso nella vita caotica e
mondana della città.
-Fusione dell'uomo con la natura (panismo)
-Sensismo e ricerca della bellezza
La ricerca della bellezza atteaverso i cinque sensi
Questi due termini si ricollegano in parte a quanto detto sopra. Il sensismo è la ricerca di
tutto ciò che proviene dai cinque sensi: il mondo deve essere conosciuto non attraverso un
ragionamento razionale ma solo attraverso ciò che i nostri sensi provano vivendo
determinati momenti.

GIOVANNI PASCOLI
Biografia
Pascoli nasce il 31 dicembre del 1955 a San Mauro di Romagna(che diventerà san mauro
pascoli) lui è un poeta molto attaccato alla sua famiglia.
La sua famiglia era piuttosto benestante perchè gestiva i campi della fam.
Principi Torlonia e pascoli è uno di quei inservienti che gestisce i terreni di questa famiglia
quindi piuttosto benestanti e invidiati dalla gente del paese il padre si chiama Ruggero e la
madre caterina vincenzi pascoli è il 4 dei 10 figli due dei fratelli moriranno giovanissimi:
Sorella primogenita Margherita
-Giacomo
-Luigi
-Raffaele
-Giuseppe
-Ida
-Maria
-Ida morta da piccola
-Carolina morta da piccola
Loro due sono le più importanti perchè Pascoli avrà un rapporto morboso con loro
10 Agosto 1862 Legata alla morte violenta del padre ruggero ucciso a colpi di fucile da
qualcuno questo costituisce un trauma per pascoli che da qui in poi cambierà
Non sa perché chi è stato gli porta dolore e si dice che qualcuno del paese sapesse
qualcosa ma la verità viene coperta da un velo di omertà.
Si pensa sia stato un uomo che voleva il suo posto al lavoro
Trauma psicologico senso profondo di ingiustizia e problema economico dalla morte del
padre che influenzerà anche lo studio perché costava
Da lì in poi nel giro di pochi anni muoiono la madre, Margherita, Luigi, Giacomo e Pascoli si
lega alle due sorelle(ida e maria)
Pascoli morirà ci Cirrosi epatica il 6 aprile 1912

Formazione scolastica
Pascoli amava studiare e nella sua giovinezza inizia a studiare presso i padri Scolopi a
Urbino in Umbria e ha una formazione classica poi subentrano i problemi economici e non si
può piu studiare a urbino ma interviene un insegnante di pascoli che lo vuole aiutare e gli
trova un posto nel collegio di firenze.
Poi si iscrive a lettere nell'università più prestigiosa e antica di Bologna.
Da Giovane lui era un uomo appassionato con delle idee politiche, era un socialista un
fervente sostenitore e partecipò a diverse manifestazioni anche contro il governo siamo
verso la fine dell 800 con la nascita dei partiti di massa e fu arrestato e rimase in carcere.

Vita professionale:
All’inizio fa l’insegnante di liceo a Matera (Basilicata) e poi le sorelle Ida e Maria lo
seguiranno quando andrà a Massa (Toscana) e a Livorno.
Nel 1895 ottenne una cattedra importante, di grammatica greca e latina nell’Università di
Bologna. Prende una casa in affitto a Castelvecchio di Barga (Toscana).
Nel 1897 divenne docente di letteratura latina a Messina (Sicilia).
Nel 1903 va a Pisa.
Nel 1905 ottenne una cattedra di letteratura italiana a Bologna, che apparteneva prima a
Carducci.
Opere
1891 scrive Myricae (letto Mirice); 1897 scrive i Poemetti;
1903 scrive i Canti Di Castelvecchio; 1904 scrive i Poemi Conviviali.

Successo poetico
Si contende il ruolo di vate con D’Annunzio.
Pascoli aveva due facce come poetica, una come poeta schivo, timido, che non cercava la
gloria, l’altra, come letterato ufficiale (aveva pronunciato diversi discorsi tra cui “la grande
proletaria si è mossa”).
Figura di pascoli come uomo
Presenta una certa fragilità psicologica dovuta alla morte prematura del padre
Ha avuto un rapporto morboso con la famiglia e le sorelle.
Vede la famiglia come un nido, in cui si può trovare rifugio e protezione.
Il suo rapporto con le sorelle era talmente forte che quando Ida gli annuncia di volersi
sposare lui ha una reazione spropositata (non accetta che lo lasci).
Il sesso era visto da Pascoli come qualcosa di affascinante ma allo stesso tempo
spaventoso.
La sua visione del mondo
Fu considerato un poeta decadente diviso però anche da un impostazione positivista (che
crede nel progresso e hanno grande sviluppo le scienze. Lui si appassiona quindi della
scienza, dell’astronomia e dell’ornitologia).
Visione del mondo di Pascoli lui è considerato un poeta decadente però è anche un po'
positivista e lo vediamo nei termini precisi che lui utilizza in campi di botanica in ambito
astronomico e ornitologico
Lui cercando di superare le teorie del positivismo si interessa alla spiritualità e
all'individualismo quindi se ne fa anche influenzare ma cerca allo stesso tempo di superarlo
come tentativo di superarlo inizia ad interessarsi al mondo dell'ignoto al mistero tutto cio che
è difficile da toccare
Per superare il Positivismo si interessa alla spiritualità e all’idealismo.
Racconta un mondo che appare frantumato, disgregato, in disfacimento.
Nelle poesie di Pascoli vengono rappresentati oggetti materiali visti dallo sguardo soggettivo
del poeta che assumono un valore simbolico (simbolismo). Per lui usare parole scientifiche è
come pronunciare una formula magica che dovrebbe rivelare il significato profondo delle
cose.
Gli oggetti vengono antropomorfizzati, cioè celano caratteristiche umane.
Il Fanciullino
È un saggio pubblicato sul Marzocco, secondo cui il poeta, deve essere come il fanciullino
che c’è dentro ogni persona, guardando le cose con stupore e meraviglia.
Secondo Pascoli, la poesia è pre-razionale, che scaturisce dal momento primigenito.
Il ruolo della poesia
La poesia non deve essere qualcosa di pedagogico ma deve indurre alla bontà, all’amore e
alla fratellanza. La poesia secondo lui è nelle piccole cose, crede che debba cantare e avere
la stessa dignità delle cose grandi.
Le due facce
Avevamo detto precedentemente che Pascoli, come D’Annunzio, presenta due facce. Una,
come poeta Illustre (poeta vate) e una in cui presenta una vita umile e semplice.
I Temi
i suoi temi sono divisi in diverse categorie:
-abbiamo il pascoli ideologico legato alla sue idee e ideali cerca di celebrare nelle sue
poesie una vita modesta e i suoi valori come fratellanza e cooperazione
-Pascoli più interiore con due Miti più cari a pascoli 2 miti cari a pascoli sono il
fanciullino(parte ingenua,prerazionale,spontanea) e il nido(metafora che allude alla
famiglia-ricordo e culto dei morti) frequenti nelle sue poesie
Oltre questi due miti
-Valori civili: amore per la patria
-Pascoli decadente secondo questa sua visione solo il poeta può vedere dietro alle cose
semplici e banali valori allusivi e simbolici solo lui come poeta possiamo vedere realtà altra
dietro alle cose.
Come scrive le sue poesia Pascoli: così innovativa a livello di sintassi ecc
CARATTERE INNOVATIVO DELLA POESIA DI PASCOLI
Sintassi:
Lui abbandona le frasi complesse che erano segno di conoscenza della lingua e grammatica
italiana ma lui essendo modesto le abbandona in favore di frasi più semplici.
Abbandona le subordinate in favore delle coordinate per asindeto:
Le coordinate per asindeto sono due frasi messe vicino e collegate tra di loro con una
virgola questo sistema rende il discorso frammentato quasi singhiozzante e allo stesso
tempo riesce a rendere una realtà più intuita e meno logica.
Frasi nominali formate da nomi e aggettivi
Lessico mescola diversi codici linguistici e siccome crede come socialista nell’abolizione
delle classi sociali e rende questo nelle poesia abolendo la gerarchia delle parole quindi
mescola termini preziosi e aurici ed elevati a termini gergali e dialettali troviamo termini
scientifici a termini più quotidiani e umili e termini provenienti da altre lingue quello che lo
contraddistingue è il fono simbolismo ovvero l’utilizzo che lui fa dei suoni perchè centra con il
fanciullino sono forme pregrammaticali e per la natura anche
Simboli metafore che alludono al suono Onomatopee,assonanze,allitterazioni.
Metrica: lui fa una scelta ben precisi usa versi tipici della tradizione italiana ma li rinnova:
cambia gli accenti e utilizza una punteggiatura che frantuma il verso e attraverso
l’enjambement frase viene divisa in due parole che invece dovrebbero stare vicine.
-figure retoriche: la sua è una poesia con molte analogie : metafore, similitudini e troviamo
anche la sinestesia
Sinestesia è molto cara agli autori simbolisti

le sue poesie vanno dal 1891 al 1911 lui aveva gestito in prima persona come dividere le
sue raccolte poetiche
Myricae la sua prima raccolta poetica nel 1891
Il nome deriva da tamerici una pianta la scelta deriva da una poesia di Virgilio nella quarta
poesia di virgilio la quarta ecloga delle coliche di virgilio lui dice questa cosa in latino: Paulo
maiora canamus non omnis arbusta iuvant humilesque myricae
vuole dire cantiamo cose più elevate, non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici
prende l’affermazione di virgilio e sceglie di parlare delle tamerici in senso provocatorio
ovvero io parlo proprio delle tamerici perché anche le cose umili possono essere equiparate
a quelle più elevate
Al suo interno troviamo testi brevi che parlano di vita campestre e che aderiscono alla sua
poetica della vita umile e modesta
temi: natura vista in senso positivo e rassicurante ma si parla anche di morte e del culto dei
defunti, si parla del nido dei ricordi di infanzia e il male nella società e nella storia.

POESIA: Il 10 Agosto
Testo
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende, che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido: l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del Male!

Parafrasi
San Lorenzo, io so il motivo per cui così tante stele brillano e cadono nell’aria tranquilla, il
motivo per cui nel cielo concavo risplende un pianto così grande.
Una rondine stava ritornando al tetto, quando la uccisero e cadde tra le spine dei rovi. Nel
becco aveva un insetto, che era la cena dei suoi rondinini.
Ora è lì come in croce, che porge quel verme al cielo lontano e i suoi piccoli sono
nell’ombra, che la aspettano e pigolano sempre più piano.
Anche un uomo stava tornando al suo nido, quando lo uccisero. Prima di morire disse:
«Perdono». Negli occhi aperti restò un grido. Portava in dono due bambole.
Ora là, nella casa solitaria, la sua famiglia lo aspetta inutilmente. Egli immobile e stupito
mostra le bambole a Dio.
E tu, Cielo infinito e immortale, dall’alto dei mondi sereni, inondi di un pianto di stelle questa
Terra del Male!
Analisi
Fu pubblicata il 9 agosto 1896 sulla rivista «Marzocco» e in seguito inserita nella quarta
edizione di Myricae. È la notte di San Lorenzo, una notte in cui tradizionalmente si possono
vedere molte stelle cadenti. Pascoli utilizza questa immagine celeste per esprimere il suo
dolore e la sua tristezza.
Il 10 Agosto del 1887 è la data della morte del padre di Pascoli.
Composta da sei quartine di decasillabi e novenari, la rima è alternata ABAB.

Figure retoriche
Personificazione: l'attribuzione di caratteri personali, umani, a oggetti inanimati, forze o
fenomeni naturali, idee astratte, ecc
Nella prima strofa il giorno di San Lorenzo, il 10 agosto, viene personificato e a lui si rivolge
l'invocazione che apre la poesia. Nell'ultima strofa il poeta si rivolge direttamente al cielo e
gli attribuisce un'azione, la caduta delle stelle, e uno scopo, quello di evocare attraverso le
stelle un pianto.
Analogie: Rapporto di somiglianza tra due oggetti, tale che dall'eguaglianza o somiglianza
constatata tra alcuni elementi di tali oggetti si possa dedurre l'eguaglianza o somiglianza
anche di tutti gli altri loro elementi.
Si crea un gioco di analogie, tra l'uomo e la rondine e tra le stelle cadenti e il pianto. Il pianto
degli uomini diventa il pianto del cielo, mentre la morte della rondine rimanda a quella
dell'uomo.
Similitudine:
Pascoli usa la similitudine per dire che la rondine è "come in croce" (v.9) e rendere ancora
più esplicito il riferimento a Cristo che, come vedremo, percorre tutto il componimento.
Metonimia:
Figura retorica che consiste nel sostituire un termine con un altro in rapporto stretto: ad
esempio l'effetto al posto della causa, il simbolo per il simboleggiato, il luogo di produzione
per il prodotto, l'astratto per il concreto, l'autore al posto dell'opera. In X Agosto ne troviamo
due esempi, tutti e due legati alla figura centrale del nido, del quale si sottolinea così
l'importanza:
"il suo nido [...] che pigola" (w.11-12), in realtà non è il nido a pigolare ma i rondinini;
"anche un uomo tornava al suo nido" (v.13), per intendere che tornava a casa

POESIA: Temporale
Testo
Un bubbolio lontano...
Rosseggia l'orizzonte, come affocato, a mare:
nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un'ala di gabbiano.

Parafrasi
Si sente in lontananza un brontolio.
Verso monte i mari conero come a pea di rosso, come se fosse infuocato.
Ci sono degli stralci di nuvole chiare.
In mezzo al nero si vede un casolare, che sembra l'ala di un gabbiano.
Analisi
In questo testo viene descritto in pochi versi e attraverso rapide impressioni acustiche e
visive l'inizio di un temporale. La poesia fu inserita per la prima volta nella terza edizione di
Myricae,
risalente al 1892.
Questa poesia potrebbe essere un quadro impressionistico, le notazioni dei colori di questa
poesia all'inizio e alla fine dei versi, vengono usati per dare maggiore importanza alle parole.
Il rosso e il nero creano un'atmosfera inquietante e angosciosa.
È composta da settenari e il verso iniziale è staccato dal resto della strofa.
Abbiamo una simmetria tra amare a monte, un verso si conclude con amare e uno con a
monte, sono due versi simmetrici.
Il temporale allude alla condizione esistenziale dell'uomo (una sorta di metafora alla vita
umana).
Il casolare gabbiano, rappresenta la possibilità per l'uomo per liberarsi e librarsi in aria.
Di fronte ai turbamenti, l'essere potrà liberarsi del male nel nido.
Figure retoriche
Onomatopea: Fenomeno che si produce quando i suoni di una parola descrivono o
suggeriscono acusticamente l'oggetto o l'azione che significano.
Bubbolio è un'onomatopea (parole che riproducono un suono), caratterizzata da un senso di
indeterminatezza, di minaccia e di inquietudine.
Analogie: Rapporto di somiglianza tra alcuni elementi costitutivi di due fatti od oggetti, tale
da far dedurre mentalmente un certo grado di somiglianza tra i fatti o gli oggetti stessi.
La troviamo tra l'ala di gabbiano e il casolare, due elementi che sembrerebbe non avere
nulla in comune ma che da Pascoli vengono accostati.
Simbolismo: impiego più o meno sistematico di simboli nell'ambito di un'esigenza
espressiva.
Il nero rappresenta l'angoscia, il rosso lo spavento, il bianco la speranza. L'ala di gabbiano
rappresenta la liberazione dagli affanni, vola alto, riesce a superare le nuvole e andare oltre
al temporale (alle preoccupazioni).
Anastrofe: Inversione dell'ordine abituale di due parole di un gruppo
L'orizzonte si colora di rosso.
Metafore: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione
simbolica di immagini:
Stracci di nubi chiare = le nubi sono sfilacciate come stracci.
Nero di pece = nero come la pece.
Similitudine: Figura retorica fondata sulla somiglianza logica o fantastica di due eventi o
successioni di pensiero
Rosseggia l'orizzonte come affocato = l'orizzonte si colora di rosso, come se fosse infuocato.

POESIA: Il Lampo
Testo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto, s'aprì si chiuse, nella notte nera.
Parafrasi
E il cielo e la terra si rivelarono:
la terra in preda all'affanno, nera, scossa dagli elementi. Il cielo ingombro di nubi, tragico,
disfatto.
Nel subbuglio silenzioso una casa bianca, bianca, appari e spari in un istante, simile a un
occhio, sbarrato, atterrito, che si apri e si chiuse nel nero della notte.

Analisi
Scritta tra il 1981 ed il 1892.
La poesia appare nella terza edizione della raccolta Myricae, nella sezione Tristezza, e
rientra tra quei componimenti nei quali il poeta racconta con timore ma anche meraviglia
questi fenomeni naturali.
Il lampo è una delle poesie più intense di Pascoli, sempre dedicata al perenne tema della
morte e in particolare della morte del padre. Tuttavia sembra abbracciare un significato più
universale.
Lo scenario inquietante e tragico è ottenuto da Pascoli con la tecnica impressionistica che
consiste nella giustapposizione di diversi elementi visivi, che danno mobilità alla scena.
La luce del lampo può rappresentare un'improvvisa presa di coscienza del dolore e
dell'insensatezza della vita.
come spesso accade nelle poesie simboliste, e più in generale nelle poesie di questo autore,
il simbolo supera se stesso e si presta a più interpretazioni. Infatti mancano riferimenti
specifici alla figura del padre che viene ridotto in un unico particolare: l'occhio. La prospettiva
può quindi essere considerata più ampia.

Ballata piccola di sei endecasillabi, più un verso iniziale detto "ripresa". Schema delle rime:
A
ВСВССА.
Il poeta volutamente separa il primo verso dagli altri per creare una pausa drammatica.
Figure retoriche
Antitesi: conferisce a due immagini consecutive e spesso simmetriche un maggior rilievo,
facendo leva sulla loro più o meno accentuata contrapposizione.
tra il mondo sconvolto e la casa, «bianca bianca» che appare improvvisa, come unico porto
sicuro. Essa è il nido, il mondo degli affetti familiari, tema biografico della poesia pascoliana.
Apparire e sparire; si aprì e si chiuse.
Similitudini: Figura retorica fondata sulla somiglianza logica o fantastica di due eventi o
successioni di pensiero
L'occhio «largo, esterrefatto» che si spalanca in quella luce, e si chiude nel nero, è
un'immagine angosciante, come se il buio della notte perpetua - l'incoscienza - fosse di gran
lunga preferibile alla realtà disfatta delle cose.
Per un attimo appare anche una casa, un simbolo di riparo, di sicurezza, che però viene
escluso dal buio finale. E una similitudine, perché il lampo non è solo quello del temporale
imminente, ma lo sparo che ha ucciso il padre di Pascoli.
Nell'atmosfera di sospensione generale dopo quello sparo, mentre il corpo cade con evocato
dall'espressione «tacito tumulto», nell'istante in cui si dice che la vita scorra davanti agli
occhi di chi sta per morire, quella casa appare e scompare in un lampo - che è anche un
sinonimo per dire
"istante".
Analogie: Rapporto di somiglianza tra alcuni elementi costitutivi di due fatti od oggetti, tale
da far dedurre mentalmente un certo grado di somiglianza tra i fatti o gli oggetti stessi.
Il lampo è la fucilata che colpisce il padre di Pascoli, il cui occhio si apre spalancato agli
ultimi istanti di vita per poi chiudersi nel nero della morte.
La casa è il nido che sarà per sempre abbandonato. Il padre è infatti la rondine che non fa
ritorno.
Climax ascendente: consistente nel passare gradualmente da un concetto all'altro, o nel
ribadire un concetto unico con vocaboli sinonimi via via più efficaci e intensi, o più generica
nel disporre i termini di una frase in ordine crescente di valore e di forza.
Bellissime e angoscianti, poste in parallelo.
Una per la terra «ansante, livida, in sussulto»; una per il cielo «ingombro, tragico, disfatto».
Polisindeto: collegare varie proposizioni di un periodo con numerose ripetute congiunzioni:
per es.
il verso dantesco.
"E il cielo e la terra". Ripetizione della "e" come congiunzione.
Asindeto: consiste nella mancanza della congiunzione fra due o più termini in stretta
coordinazione.
"terra ansante, livida, in sussulto; cielo ingombro, tragico, disfatto". Aggettivi separati da
virgole.
Frasi nominali:quando non è costruita attorno ad una forma verbale coniugata
Secondo e terzo verso, mancano di verbi.
Ossimoro: consistente nell'accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono
concetti contrari.
Tacito e tumulto, verso 4.
Allitterazione: ripetizione spontanea o ricercata di lettere o sillabe ripetute più volte.
Allitterazione e assonanza: consistente nel chiudere due o più versi successivi con parole]
contenenti le stesse vocali a cominciare da quella accentata fino alla fine, mentre le
consonanti
sono diverse
Nella notte nera.
Personificazione del paesaggio: consiste nell'attribuzione di comportamenti, pensieri, tratti
fisici, psicologici e comportamentali umani a qualsiasi cosa che non sia umana, si tratti di un
animale, un oggetto o persino un concetto astratto.
Verso 2.
I canti di Castelvecchio
Raccolta di poesie, simile a Myricae, 1903.
La vita di campagna è uno dei temi principali, il ciclo delle stagioni, è per Pascoli
rassicurante; anche il riferimento alla tragedia familiare e i cari morti; l'Eros (la sessualità)
vissuto con un tono morboso, ripiegato su se stesso ed è visto dal fanciullino come qualcosa
di affascinante e ripugnante. Il tema della morte viene visto come un ritorno al grembo
materno.

POESIA: IL Gelsomino Notturno


Testo
Tal ora che penso at miei cari
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotte le doriane e le ciglia.
Dai calici aperti si esala
Soder Dei frame là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s'è spento...
È l'alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova, dentro l'urna molle e segreta, non so
che felicità nuova.

Parafrasi
E si aprono, i gelsomini notturni, nell'ora in cui penso ai miei cari defunti. Le farfalle del
crepuscolo sono apparse in mezzo ai viburni.
Da un po' di tempo già è calato il silenzio: solamente là, in una casa, si sentono bisbigliare
voci umane. Sotto le loro ali dormono gli uccellini, così come gli occhi umani riposano sotto
le ciglia.
Dai calici aperti dei gelsomini arriva un profumo che sembra di fragole rosse. Nel salotto si
vede la luce ancora accesa. L'erba cresce sopra le tombe dei morti.
Un'ape, che è arrivata tardi, si aggira ronzando poiché tutte le cellette sono già state
occupate. In cielo la costellazione delle Pleiadi risplende nel cielo azzurro, in un tremolio di
stelle (come una
Chioccia circondata dal pigolio dei suoi pulcini).
Durante tutta la notte si sente il profumo (di gelsomino) che riempie l'aria portato dal vento.
La luce nella casa si accende su per le scale, poi passa al primo piano, nella camera
nuziale, e infine si spegne….
Arriva l'alba: i petali dei fiori si chiudono un poco appassiti, ma dentro l'ovario (l'utero) molle
e profondamente nascosto, cresce una sensazione di felicità che non conosco.
Analisi
Composta nel 1901. La poesia Gelsomino notturno è stata scritta da Giovanni Pascoli in
occasione del matrimonio dell'amico Raffaele Briganti. Il tema principale del componimento
è l'unione dei due sposi ed il germogliare di una nuova vita. Con Gelsomino notturno,
Pascoli descrive la prima notte di nozze, un rito di fecondazione che il poeta sente come una
violenza inferta alla carne. Pascoli attraverso i suoi versi trasmette la sua inquietezza e la
sua infelicità nei confronti del congiungimento tra i due sessi, uno stato d'animo che lo
condannerà

essere come un'ape tardiva che appare alla fine del poema, solo e destinato a non avere
una sua famiglia.
La lirica è composta da sei quartine di versi novenari a rima alternata, ad eccezione del
23esimo verso. Nella poesia vi è alternanza tra suoni duri e morbidi.
In petali, del 21esimo verso, li, si aggiunge al 22esimo verso.
Figure retoriche
Enjambements: consiste nella rottura della coesione unitaria metrico-sintattica di un verso il
cui senso, anziché concludersi, si prolunga nel verso successivo, si esala/l'odore di fragole
rosse (verso 9-10) sussurra/trovando già prese le celle (verso 13) s'esala/l'odore che passa
(verso 17-18)
Personificazioni: l'attribuzione di caratteri personali, umani, a oggetti inanimati, forze o
fenomeni naturali, idee astratte, ecc là sola una casa bisbiglia.
Un'ape tardiva sussurra
Passa il lume su per la scala;
Similitudine: Figura retorica fondata sulla somiglianza logica o fantastica di due eventi o
successioni di pensiero
Sotto l'ali dormono i nidi (verso 7) come gli occhi sotto le ciglia (verso 8)
Metonimia: consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto, del contenente per
il contenuto, della materia per l'oggetto, del simbolo per la cosa designata, del luogo di
produzione o di origine per la cosa prodotta, dell'astratto per il concreto.
le farfalle crepuscolari
Nidi (verso 7)
Sineddoche: si usa figuratamente una parola di significato più ampio o meno ampio di quella
propria, una parte per il tutto
Ciglia (verso 8)
Sinestesie: associazione espressiva tra due parole pertinenti a due diverse sfere sensoriali
l'odore di fragole rosse (sensazione visiva "rosse" + sensazione olfattiva "profumo")
va col suo pigolio di stelle (sensazione visiva "luce intermittente" + sensazione uditiva
"pigolio pulcini*)
Metafore: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione
simbolica di immagini
Un'ape tardiva sussurra (rappresenta il poeta escluso dall'attività amorosa di quella casa)
La Chioccetta per l'aia azzurra... il cielo è l'aia
Urna molle e segreta, l'utero viene fecondato
Onomatopee: parole o gruppi di parole invariabili che riproducono o evocano un suono
particolare, come il verso di un animale o il rumore prodotto da un oggetto o da un'azione
bisbiglia (verso 6)
sussurra (verso 13)| pigolio (verso 16)
Simbolismo
I fiori notturni, primo verso, si riferisce ad un rapporto sessuale e alla fecondazione.
Miei cari, secondo verso, e le farfalle crepuscolari, quarto verso, fa riferimento al tema dei
morti.
Nel secondo verso della seconda strofa, là, fa riferimento a un segno di lontananza.
Tematiche
Osserviamo le notazioni impressionistiche:
• La casa bisbiglia.
• Il lume che si accende e poi si spegne.
• Il fiore che si apre ed emana un profumo intenso, allusione al rapporto sessuale.
• L'ape tardiva, Pascoli non può trovare la felicità tanto desiderata.
Con tutte queste immagini, Pascoli vuole comunicare una forte carica sensuale (olfattive e
cromatiche) ma da un lato la visione del sesso e dell'amore è turbata (petali appassiti).
Il rimpianto è un'altro tema, Pascoli è un osservatore esterno di qualcosa che non avrà mai.
Il culto dei cari morti, viene alternato all'immagine del fiore (Nasce l'erba sopra le fosse).
Pascoli è trattenuto in una condizione infantile e uscire dal nido lo vivrebbe come un
tradimento.
L'offerta d'amore e la casa nuziale spingono invece il poeta al di fuori del suo nido.

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