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Vita
1. Nasce nel 1835 a Valdicastello
2. Trascorre la propria infanzia nella Maremma toscana dove il padre esercita la professione di
medico.
3. Fin da ragazzo si dedica alla lettura di testi classici e di romanzi storici italiani mentre
coltiva la passione politica per gli ideali democratici e mazziniani.
4. Si trasferisce a Firenze dove conosce Elvira Menicucci, che diventerà sua moglie e gli darà
quattro figli.
7. Conquista il ruolo di "vate della terza Italia", viene nominato senatore e riceve prestigiosi
riconoscimenti culminati nell'attribuzione del Premio Nobel per la letteratura.
Le varie produzioni
1) PRIMA PRODUZIONE (anni 50)
Fase del "poeta scudiero".
➔ Juvenilia : 100 componimenti, è scritta nel segno del classicismo, della polemica
antiromantica e antiliberale.
I temi sono: la celebrazione del passato, l'esaltazione della sanità morale del mondo rurale, la
polemica contro le "viltà" del presente, il conformismo dominante nella toscana di leopoldo II e la
critica dell'imperante perbenismo manzoniano e moderato.
➔ Odi barbare: è la raccolta della maturità di Carducci in cui cerca di trasferire nei versi
italiani la metrica quantitativa classica greca e latina. Temi: amore per Carolina Cristofori,
Roma come culla della passata grandezza d'italia, lo stato in cui i cittadini si riconoscono, le
libertà repubblicane, la religione dei valori civili, la morte, la grandezza del passato e
l'infanzia come luoghi di evasione e di rifugio dal tedio del presente.
LA POETICA E LO STILE
I due poli della poetica
La visione carducciana dell'arte oscilla fra due poli opposti:
Fra i due poli si colloca la produzione carducciana che esprime una profonda malinconia,
accostabile al pessimismo decadente.
Classicismo carducciano
Il classicismo carducciano rivela il volto di una tendenza all'evasione, di una fuga nel passato
che corrisponde a un ripudio del mondo contemporaneo. Queste caratteristiche fanno di
Carducci un “poeta di confine” fra l'Ottocento e il Novecento.
Altro aspetto che rispecchia una concezione classico-umanistica è la centralità della natura,
dell'amato paesaggio maremmano come armoniosa realtà che rasserena.
Il dualismo luce-ombra
Il contrasto fra presente e passato è manifestato in chiave autobiografica, dove assume la
forma di struggente nostalgia per i ricordi d'infanzia, per l'amore, per i momenti felici, per le
persone care defunte;
➔ L'opposizione drammatica luce-ombra, vita-morte ispira numerosi testi e fa parlare di
dualismo
La fuga dalla realtà: nell’ultima parte della sua vita il suo classicismo diviene meno realistico,
assumendo più marcate connotazioni di sogno, di rifugio nel passato. In molte liriche trova
espressione la ripresa di modalità espressive romantiche, rivissute in modo innovativo,
accostabili alla sensibilità pre-simbolista.
Carducci ha grande rispetto per la forma. Intende la poesia come insieme di regole e di
tecniche che vanno attentamente studiate nei modelli classici e a lungo sperimentate.
La storia
Carducci ricerca nella storia la conferma e l'attuazione dei propri ideali politici. Le tre
mete predilette sono:
1. La Roma repubblicana e la romanità in genere: come luogo e tempo della "gloria"
passata dell’Italia.
2. Il Medioevo dei Comuni: celebrato come età dell'oro delle "libertà" italiane, secondo il
mito romantico.
3. La Rivoluzione francese: fondamentale modello, in età moderna, di libertà politica e
caposaldo di libertà di pensiero.
PASCOLI
1. Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna.
Muore nel 1912 a Bologna
2. Il 10 agosto 1867 il padre viene assassinato mentre ritorna a casa. La morte del padre
rappresenta una violenta e traumatica frattura nell'esistenza del poeta, i cui sentimenti,
durante tutta la vita adulta, rimarranno sempre dolorosamente rivolti al passato (metafora
del nido).
3. L'anno successivo, muoiono anche la sorella maggiore e la madre. La serie di lutti sconvolge
il giovane Pascoli inducendolo a pensare che sulla terra predomini un destino maligno,
aggravato dall’insensata crudeltà degli uomini.
5. Dopo aver passato tre anni in carcere abbraccierà un ideale umanitario, pacifista e
interclassista, spesso vicino ai valori morali cristiani e avverso a ogni forma di violenza.
6. Si laurea in letteratura greca e diventa professore di greco e latino in licei di diverse città
italiane, si dedica in particolare allo studio della metrica.
7. Il suo scopo nell'esistenza è legato al tentativo di ricostruire ciò che rimane del perduto
nido domestico: ciò gli impedirà di sposarsi e di crearsi una propria famiglia e lo indurrà a
convivere solo con Maria.
➔ La poesia di Pascoli è ritenuta una forma di difesa dal dolore e un riparo dalla realtà.
➔ A Pascoli spetta il merito della creazione di un nuovo linguaggio, la riscoperta della poesia
delle umili cose e la capacità di introdurre nella lirica italiana le rivoluzionarie novità
espressive apportate dai decadenti e dai simbolisti francesi a partire dall'uso dell'analogia e
del simbolo.
IL PENSIERO E LA POETICA
Il punto di partenza della concezione pascoliana della realtà è la convinzione secondo cui ogni
cosa è mistero ed è perciò impossibile raggiungere pienamente la verità.
➔ Pascoli segue concezioni irrazionali e il suo pensiero appare privo di organicità.
Sono rintracciabili nei testi del poeta miti e temi che spesso si radicano nella dolorosa
esperienza vissuta dall'autore:
1. Il mito del nido perduto e dell'infanzia intesa come santuario di innocenza, nido
inteso come difesa dalla violenza del mondo. Il ritorno al nido è contrapposto alla società
e alla storia umana. Tali concezioni si legano spesso alla nostalgia per il mondo della
campagna.
2. Il tema del venir meno delle certezze positiviste. La scienza è per Pascoli
deludente, non sa dare risposta al problema fondamentale di ogni individuo che riguarda
il dolore e il tragico e inevitabile destino di morte che attende tutti.
3. L'incombere del mistero della morte. In molti testi sono presenti i defunti che
parlano con i vivi da un mondo privo di contorni definiti.
LINGUA E STILE
Contrasto tra irrazionalismo e razionalismo
È evidente il contrasto fra tematiche irrazionalistiche, comunicate attraverso analogie e
simboli, e uno strato superficiale di oggettività realistica.
➔ Tale contrasto si traduce in rappresentazioni apparentemente naturali e al tempo stesso
a cariche di significati simbolici e allusivi.
Elementi innovativi
Su una struttura linguistica e stilistica tradizionale si inseriscono elementi fortemente
innovativi e di significativa rottura.
● Analogo dualismo si riscontra nel ritmo, pur restando legato alla tradizione metrica, esso è
frammentato da enjambements, punti di sospensione e esclamazioni.
MYRICAE
La composizione dura oltre vent'anni, L’edizione definitiva è del 1900 e comprende 156
componimenti.
➔ La raccolta è dedicata alla memoria del padre.
Questo strettissimo rapporto con i defunti è una chiave del significato profondo di tutta la
poesia pascoliana.
temi: la morte del padre e la natura come luogo e regno di consolazione, e come simbolo.
La pacificazione sembra compiersi nel ricongiungimento del poeta con la madre scomparsa
nella rinuncia a vivere.
➔ A richiamare la tradizione sono le forme metriche chiuse, in versi regolari, che risentono del
modello degli autori classici.
CANTI DI CASTELVECCHIO
69 componimenti divisi in due sezioni. La prima edizione viene pubblicata nel 1903 e viene poi
rivista ed accresciuta nel corso degli anni, sino all’edizione postuma del 1912.
➔ La raccolta è dedicata alla memoria della madre.
Descrive sempre l’umile vita campagnola e il mondo della natura, privilegiando in questo caso la
realtà della Garfagnana.
C’è una più marcata impronta simbolista, che porta alla massima elaborazione lo stile
dell’autore, in direzione di un linguaggio poetico “nuovo”, che traduca tutte le sfumature della
sensibilità del poeta nei confronti del mondo.
Temi
La celebrazione del mondo della Natura che si fa portatore e simbolo del valore delle cose
semplici e umili, intese come una protezione contro i lutti e i dolori del mondo e come un
universo protetto dove ricostruire il proprio “nido” familiare. La scelta per Pascoli ha valore
simbolico: all’eterno ritorno del mondo naturale, che si rinnova e rinasce, si contrappone il tema
pascoliano della morte e l’angoscia della vita individuale.
Il titolo viene dato sette anni dopo quasi a testimoniare la persistenza del dolore ma esprime
anche l'idea di un dolore portato dentro a lungo, di origine lontana e quindi antico.
Uno degli elementi principali è la pianta di melograno a cui il figlio Dante era solito tendere la
sua mano di bimbo.
Il passaggio dalla prima alla seconda quartina, con quel ma avversativo, simboleggia la ritrovata
serenità negli affetti personali e l'abbandono dello scontro polemico.
Primo fra tutti il paesaggio naturale che si staglia distruttivo e malinconico sullo sfondo
di una festa di paese in cui si scorge un’unità quasi familiare: il mare è in tempesta, la
nebbia avvolge le colline ma il borgo è in festa, inebriato dal vino dopo la recente
vendemmia autunnale.
Si crea un ben riuscito contrasto fra un mondo chiuso e protetto dentro il borgo e un mondo
esterno, pericoloso e rabbioso, che è quello della natura grigia e distruttiva.
Si passa poi dalla collettività della strada ad uno scenario domestico e più intimo: il cacciatore
arrostisce la cacciagione sulla brace mentre osserva, al tramonto uno stormo di uccelli neri
(presagio di morte e idea della notte che si avvicina).
NEVICATA (1881)
Rispecchia tutto il dolore del poeta per il luttuoso avvenimento.
L'atmosfera immobile della città muta e bianca ricorda il lenzuolo funebre e allude alla quiete
eterna.
La visione della morte in questo componimento è quella di un porto atteso, in cui gli spiriti
vivono immersi in un grigiore senza sole, né tristi né felici.
La morte è sì, ancora, privazione della vita, ma ora è soprattutto bisogno di riposo
Pascoli parte dall’osservazione attenta della natura che lo circonda e descrive un’esperienza
comune agli abitanti delle sue terre, osservandola nei dettagli, con l’occhio attento del
“fanciullino” che sa cogliere con precisione e quasi con stupore i particolari visivi e sonori del
paesaggio.
Le immagini nascondono un significato più profondo, che si comprende osservando innanzi
tutto il colore dominante, il bianco; non solo la neve è bianca ed imbianca il paesaggio, ma il
colore sembra penetrare le cose, diventarne una proprietà intrinseca: così la terra è bianca,
l’aria brulica di bianco, è il bianco che cade dai rami degli alberi. Nel linguaggio poetico di
Pascoli, il bianco è il colore della pace e insieme della morte. Dunque la prima strofa ci mostra
un mondo avvolto in un manto di morte, per il quale, non a caso, gli olmi “gemono”.
Nella seconda strofa l’immagine si fa più movimentata: il vento, il mulinare, la bufera e persone
che, tra le intemperie, passano. Torna infatti in questi versi il pianto dei bambini e la preghiera,
che in Pascoli accompagna i morti o il loro ricordo.
TESTI PASCOLI
MYRICAE
IL FANCIULLINO
● Vi sono esposti i principi fondamentali della poetica pascoliana.
● All'interno di ogni uomo è sempre presente un fanciullo, dalla cui voce nasce la poesia,
intesa come contemplazione dell'invisibile e peregrinazione attraverso il mistero. Riconosce
nella parte infantile dell'essere umano la voce che detta la poesia.
● La figura simbolica del fanciullino rappresenta la vena irrazionale da cui nasce l'arte.
● La teoria del fanciullino rappresenterebbe altresì la tendenza del poeta alla regressione,
ossia a rifugiarsi nel mondo psichico della prima infanzia.
● L'immagine del fanciullino risale a Platone e rappresenta il simbolo del bello e del buono
presente nel bambino.
● Il fanciullo ossia il poeta è la fonte delle metafore, della scoperta delle relazioni analogiche
più insolite e delle relazioni visive e foniche più radicalmente nuove.
● Nello stesso testo esalta l'arte ritenuta illuminazione dell'interiorità umana e prodotto
esclusivo della fantasia e del sentimento.
● Pascoli sostiene che il buono e il bello coincidono, poiché la poesia esclude il male
naturalmente. Ritiene che la supremazia del bello non si contrapponga al buono, ma lo
alimenti.
● La voce interiore del fanciullo è in tutti, detta la poesia e civilizza, attenua la barbarie e la
ferocia, alimenta l'amore e la bontà, non deve però essere identificato con il filosofo, il
moralista o l'oratore.
LAVANDARE
● Tutto il testo ha una particolare sonorità e una tessitura musicale.
● Già il titolo evoca un mondo quotidiano e semplice, quale è quello delle donne che lavano i
panni al fiume; il lessico e la sintassi sono elementari e quotidiani, a differenza della
struttura fonica, che è molto elaborata e ben studiata.
● Non abbiamo riferimenti chiari, ne del luogo ne delle persone presenti, si pensa che a
parlare sia una donna poiché usa il femminile ma non abbiamo indicazioni precise.
X AGOSTO
● È una lirica in ricordo dell’uccisione del padre avvenuta il 10 agosto 1867.
● L’uccisione del padre viene presentata come un simbolo del mistero che avvolge l’universo e
l’esistenza e come un segno esemplare della malvagità umana.
● La lirica è costruita attorno ai parallelismi fra la rondine uccisa e il padre del poeta. Le
simmetrie tendono a sottolineare il fatto che ciò che accade alla rondine accade all'uomo e
a Cristo.
● Dal punto di vista del significato la struttura collega la prima e l’ultima strofa, che risultano
legate nel senso: la prima si apre con la dichiarazione di conoscere il motivo per cui nella
notte di San Lorenzo le stelle inondano con il loro pianto la terra e l’ultima esplicita
finalmente questo motivo.
● Sembra quasi paragonare la morte del padre a quella di Cristo. La rondine è infatti un chiaro
richiamo al padre e la sua figura è esplicitamente collegata alla morte di Gesù in croce.
Questo espediente serve al poeta per mostrare l’assoluta innocenza del padre.
TEMPORALE
● Descrive un paesaggio su cui incombe un temporale. All'orizzonte il cielo sta tramontando,
quindi è tutto rosso, ma di spalle, sul monte, tutto appare nero e cupo. In mezzo al nero del
cielo e del monte, si intravede un casolare.
● Descrive un paesaggio particolare, che suscita paura e sgomento, ma alla fine sembra
suggerire uno spiraglio di luce e libertà nel vedere il casolare, che gli fa pensare a un
gabbiano che vola.
● La casa si riallaccia alla poetica del "nido" familiare che dà al poeta senso di
protezione contro un mondo esterno spesso sentito come ostile e inquietante.
IL LAMPO
● Il paesaggio è colto all’inizio di un temporale, con un lampo che illumina tutto d’intorno,
tanto da far apparire, all’improvviso e per un brevissimo lampo di tempo, una casa, la cui
immagine scompare per lasciare spazio, di nuovo, al buio.
● Nello sconvolgimento dovuto all’arrivo del temporale, improvvisamente appare agli occhi
dell’io poetico una casa bianca, che contrasta con il nero d’intorno e scompare subito dopo,
con la rapidità di un occhio che si apre, si dilata e si chiude.
● La casa bianca che appare all’improvviso può rappresentareil “nido”, il rifugio protettivo, che
si oppone alla sofferenza che sta fuori.
IL TUONO
● Attraverso questa poesia Pascoli descrive questo fenomeno come una cosa terribile che
all’improvviso si propaga per il cielo emanando un suono che rimbomba nelle città
circostanti e nei dintorni. Gli uomini sentendolo si spaventano e Pascoli fa il paragone di
questo spavento con un bambino che piange e con la madre che cerca di consolarlo
cantandogli una canzoncina.
● Ha una conclusione consolatoria e protettiva, poiché gli ultimi due versi presentano
l’immagine della madre che canta una ninna nanna al bambino in culla.
L’ASSIUOLO
● La poesia si svolge in una campagna addormentata, notturna, in cui il poeta fatica a
scorgere la luna.
● Dal buio gli arriva alle orecchie un pianto triste e lontano, il verso dell'assiuolo, un uccello
notturno, che ispira al poeta pensieri legati alla morte.
● Pascoli si interroga quindi sul mistero che incombe sul nostro universo e sul destino
dell'uomo, votato alla morte senza rimedio.
● Gli uccelli notturni o di colore nero rappresentano i morti che tornano a visitare i vivi e a
comunicare con loro. È la misteriosa dimensione, spesso simboleggiata dalla nebbia e simile
all'Ade classico, che ospita i morti. Il simbolismo di Pascoli è alimentato dal costante
rapporto fra la dimensione dei morti e quella dei vivi.
● Il contatto fra la dimensione dei morti e quella dei vivi è ricostruito simbolicamente
attraverso la voce del chiù, nel primo verso è una voce dai campi, poi un singhiozzo e infine
un pianto di morte.
CANTI DI CASTELVECCHIO
IL GELSOMINO NOTTURNO (1903)
● Il fiore che dà il titolo alla lirica è noto anche come "Bella di notte", in quanto spalanca le
corolle dopo il tramonto. Il gelsomino è un simbolo erotico, in particolare femminile; inoltre,
qui, è notturno e ciò allude chiaramente al rito della prima notte di nozze.
● Il componimento contiene delle immagini allusive alla sessualità, ambito della vita che dal
poeta veniva vissuto in maniera ambivalente, con drammatica esclusione. Già a partire dal
titolo, questa poesia fa degli evidenti riferimenti all’erotismo.
● Il poeta contempla la casa in cui l’amico si appresta a consumare la prima notte di nozze
introducendo una tematica sessuale in modo tale che risulti evidente quanto il poeta si
senta estraneo ed escluso da questo tipo di piacere.
● Il tema sessuale viene sviluppato grazie a una serie di immagini liberamente riprese dalla
natura che in quel momento circonda il poeta.
● Seconda e terza strofa esprimono la tranquillità del momento in cui la giornata volge al
termine e la sera sta arrivando, spezzata però dall’arrivo di qualcosa di misterioso che si
sente nell’aria, come l’odore di fragole rosse (sinestesia). In questo frangente Pascoli si
sente come l’ape tardiva che, quando arriva, trova tutto l’alveare occupato.
● A questo punto lo sguardo del poeta osserva tristemente le luci nella casa che si accendono
e si spengono nelle varie stanze, fino ad arrivare in camera da letto, dove la luce del lume
che lascia definitivamente spazio al buio della notte.
● Nell’ultima strofa la notte è passata, e la felicità nuova data dal matrimonio consumato è
giunta. Gli ultimi versi fanno riferimento a una futura gravidanza. Qui c’è il punto di
massima sensazione di esclusione comunicata dal poeta e l’allusione più esplicita
all’erotismo con l’urna molle e segreta del gelsomino.
● Il testo non segue una linea narrativa e logica, ma procede per accostamenti analogici e
rimandi profondi. Tale elemento è tra le sue novità più significative e rappresenta uno dei
suoi più evidenti fattori di modernità.
FIGURE RETORICHE
2. ANAFORA: ripetere una o più parole all’inizio di segmenti successivi di un testo per
sottolineare un’immagine o un concetto.
"Per me si va nella città dolente,
per me si va nell’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente..."
7. LITOTE affermare un concetto attraverso la negazione del suo contrario. Es: "...Don
Abbondio non era nato con un cuor di leone..."
10. OSSIMORO accostare due termini che esprimono concetti contrari e che si
contraddicono producendo un effetto paradossale. Es: silenzio assordante, buio
accecante. "...gli alberi bruciano di neve..."