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Introduzione.
Arano fa parte della prima raccolta di liriche di Pascoli: Myricae.
Le Myricae è una parola latina che in italiano traduciamo con Tamerici, un piccolo arbusto.
Pascoli intitola così questa sua raccolta in omaggio a Virgilio che in un suo verso aveva
citato questa pianta. Sceglie questo titolo anche perché la sua poesia parlerà di piccole cose
e non di grandi tematiche.
Tematiche che trattano la vita di campagna, argomenti umili così come le Tamerici sono una
pianta umile.
Pascoli dipinge un quadro di soggetto agricolo: una mattina d’autunno, in mezzo alla nebbia,
i contadini arano. Questa poesia può sembrare una semplice descrizione oggettiva di un
paesaggio ma in realtà ci sono diversi significati simbolici nascosti.
Comprensione.
● la prima strofa descrive il paesaggio autunnale (si intuisce l’autunno dal colore rosso
dei pampini e dalla nebbia). Il poeta usa dati visivi (il rosso delle foglie, la nebbia).;
● la seconda il lavoro dei contadini impegnati nell’aratura. In questa strofa prevalgono i
dati uditivi (le grida, il rumore della marra);
● la terza i due spettatori della scena: il passero e il pettirosso che osservano la scena
in disparte pregustando di poter beccare le sementi rimaste in superficie. Nei primi 2
versi predominano i dati visivi (il passero spia la scena) mentre negli ultimi 2 versi
viene dato rilievo ai dati uditivi (il verso del pettirosso).
Una lettura più attenta rivela che questa descrizione realistica di carattere agreste è
l’espressione di uno stato d’animo e di una visione della vita contrassegnati da una profonda
malinconia.
Analisi.
La poesia ha un andamento particolarmente lento grazie all’uso frequente della
punteggiatura; quest’ultima viene spesso usata da Pascoli anche per isolare le parole,
precedute e seguite da una virgola, per dar maggior risalto ad essa.
Si ha l’uso di due differenti linguaggi: per esempio utilizza un termine poco usato come
“roggio” per indicare il colore rosso e “passero” con il quale indica un qualsiasi tipo di
volatile.
METRICA:si ha l’uso di due differenti linguaggi: per esempio utilizza un termine poco
usato come “roggio” per indicare il colore rosso e “passero” con il quale indica un qualsiasi
tipo di volatile.
FIGURE RETORICHE:
Varie volte ricorre la figura dell’enjambement (vv. 1-2, 4-5, 5-6, 9-10).
Nei vv. 7 e 9 si nota la figura dell’anastrofe (in cor già gode; nelle siepi s’ode).
DECADENTISMO E SIMBOLISMO.
La poesia simbolista francese che si sviluppa alla fine dell’800 è la massima espressione del
Decadentismo.
Il Decadentismo è la corrente letteraria che nasce in Europa negli ultimi decenni
dell’Ottocento e i primi del Novecento. Prende il nome dalla parola “decadente”, che
letteralmente significa “qualcosa che sta per esaurirsi”.Inizialmente termine usato dagli autori
come dispregiativo, successivamente lo fanno loro e si definiscono decadenti con orgoglio.
DECADENTISMO IN ITALIA.
Il Decadentismo nasce a Parigi alla fine del XIX secolo con il sonetto di Paul Verlaine. Nel
sonetto affiora l’idea di una civiltà al tramonto di una moderna crisi sociale.
I decadenti assumono una posizione di rottura verso i valori e i costumi borghesi, e
ostentano un tipo di vita spregiudicato in linea con i valori di libertà e indipendenza.
-Pascoli adopera in modo sistematico il linguaggio tecnico: i fiori, le piante, gli uccelli, gli
strumenti agricoli vengono sempre chiamati da lui con il loro nomi esatti, contrariamente alla
tradizione italiana, dove predominano nomi generici.
Pascoli usa termini dialettali: se si vuole parlare del mondo contadino in modo appropriato
bisogna farlo, bisogna farlo con le parole del dialetto contadino.
-La sintassi: preferisce periodi semplici, composti di una sola frase, fa molto uso di
punteggiatura, che a volte serve per rendere più lento il ritmo della lettura.
-Il linguaggio di Pascoli comincia a orientarsi verso il fonosimbolismo, inserisce suoni come
onomatopee (toc toc, boom), o parole onomatopeiche (es, rimbombò) figure retoriche del
suono come le allitterazioni. Pascoli adopera i suoni della lingua per riprodurre i suoni
della natura o del mondo umano.