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CARDUCCI

VITA

Giosuè Carducci nasce a Valdicastello il 27 luglio 1835. Tra il 1838 e il 1839 la famiglia
si stabilisce in Maremma. Trasferitosi a Firenze nel 1849 insieme ai congiunti,
frequenta le scuole dei Padri Scolopi. Nel 1853 viene ammesso alla scuola normale
superiore di Pisa e fonda la società degli amici pedanti, che mira alla
restaurazione del classicismo. Carducci si ispira alla corrente chiamata
parnassianesimo; essa fa riferimento ad una corrente francese la quale sosteneva
un rinnovamento della poesia francese contrapponendola alla poesia moderna.
Nel 1856, Carducci si laurea in filosofia e filologia.
La vita di Giosuè viene funestata dalla morte del fratello Dante; segue questa
anche la morte del padre. Giosuè, quindi, che deve farsi carico della famiglia;
nonostante ciò cura una serie di edizioni di classici per l'editore Barbera di
Firenze. Nel 1859 Carducci sposa e il vira Elvira Menicucci. Nel 1860 Carducci viene
nominato professore di eloquenza presso l'università di Bologna. La politica del
nuovo Stato unitario comincia deluderlo ed egli, allora, s’immerge nella stimolante
lettura di storici repubblicani francesi arrestandosi su posizioni giacobine,
anticlericali e poi anarchiche. In ‘Inno a Satana’ Carducci testimonia questa sua
evoluzione. In quest'opera Carducci esprime la sua ispirazione ad un
rinnovamento politico e morale. Per i suoi ideali e per il suo comportamento
Carducci viene sospeso dall'insegnamento per due mesi e mezzo. Anche il 1870
viene funestato da due morti familiari: la morte della madre e quello del figlioletto
Dante, che gli ispira la scrittura di ‘Pianto Antico’ e ‘Funere Mersit Acerbo’. Dello
stesso anno è la pubblicazione delle poesie: Decennalia, Levia Gravia e Juvenilia.
1872 Giosuè inizia la relazione amorosa con Carolina Cristofori Piva.
Nel 1876 Carducci compone l’ode ‘barbara’. In quest'opera Carducci si rifà alla
metrica latina che prevedeva l'accentuazione classica; lo scrittore qui imita i versi
latini dal punto di vista accentuativo. Carducci applica la struttura
latina(esametro) al verso italiano. Per questo motivo servivano le parole giuste.
Bisognava usare le parole nelle quali l'accento nella struttura italiana è uguale
alla struttura latina.
Sempre nel 1876 è candidato democratico alle elezioni parlamentari , ma
si avvicina improvvisamente alla monarchia sabauda e accetta il ruolo
di garante dell’unità d'Italia. Nel 1877 escono le odi barbare.
L'anno successivo avviene l’incontro ufficiale di Carducci con i sovrani a
Bologna, incontro in seguito al quale il poeta compone l’ode ‘Alla regina
d’Italia'.
Carducci aderirà progressivamente anche alla politica di Crispi fino a essere
riconosciuto, nel 1880, vate dell'Italia umbertina. Il termine vate ha assunto anche il
significato di poeta e in Italia assume il significato di un poeta di alta ispirazione
morale e civile. In critica letteraria il termine vate ha due significati:
-il vate è un poeta con funzione profetica
-il vate è colui che si fa interprete degli ideali di patria
Nel 1882 scrive ‘Giambi ed epodi’. Nel 1890 scrive ‘Rime e Ritmi’.
Nel 1906 Carducci riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore a Bologna il 16
febbraio 1907.

POETICA E PENSIERO

Le sue poesie hanno 3 momenti:


1- JUVENILIA: raccolte giovanili in cui prevale il classicismo. Vi è una visione
pessimistica della vita.

2- GIAMBI ED EPODI: ‘Giambi’ è una tipica metrica greca con contenuti violenti e
aggressivi. ‘Epodi’ è la stessa cosa del ‘Giambo’ greco ma in versione latina.

3- RIME NUOVE, ODI BARBARE: i motivi dominanti sono il rimpianto della


giovinezza (primavera della vita). Questo rimpianto avviene tramite un ritorno ai
luoghi della giovinezza o con l’elegia autobiografica (poesia con ricordo della vita
passata).

Nelle sue poesie si assiste al recupero degli affetti e al recupero del mito in cui la
bellezza rasserena l’anima affannata. Le liriche più importanti sono: ‘Davanti a San
Guido’, ‘Idillio Maremmano’ e ‘Attraversando la maremma toscana’.

Le sue poesie hanno tre caratteristiche fondamentali:

- PRESENZA DELLA NATURA: la Natura è lo specchio di ciò che sente il poeta


(non è oggettiva). Carducci è uno dei migliori descrittivi della Natura.
- AMORE: l’amore ispira in Carducci la creazione di ‘Primavere Elleniche’ che
confluirà in ‘Rime Nuove’. Di solito è in antitesi con la morte. È un amore
diverso da quello romantico (passionale e disperato), quello di Carducci è
rappresentato come il viaggio nell’Ellade.
- ANGOSCIA DI MORTE: si trova nel testo ‘Nevicata’

Carducci rappresenta il mondo classico e i tiranni da lui rappresentati sono


lontani dalla quotidianità. Nei suoi testi non viene vagheggiata la bellezza, ma
l’eroicità.

Nella poesia di Carducci ci sono caratteri onirici (del sogno). Il protagonista


principale è il popolo.

Una definizione che Carducci dà al poeta è artiere: il poeta non scrive sotto
ispirazione, lui costruisce il testo(è un artigiano della parola). E’ quindi molto
diverso dal poeta romantico.

Il poeta è anche ‘Labor Limae’: crea i versi con una forte cura nel dettaglio

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