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SIMBOLISMO E DECADENTISMO

Simbolismo: movimento poetico nato in Francia negli anni 70 dell’800 che confluirà nel
Decadentismo europeo.
I poeti simbolisti rivolgono la loro attenzione al mistero che si cela dietro la realtà, cercando
di coglierne l'assenza nascosta attraverso l'intuizione e la sensibilità dell'artista, utilizza
analogie e musicalità.
Rifiuta il razionalismo positivista ed esprime il disagio dell'artista per borghesi.

Poesia simbolista e modello Baudelaire


La Principale simbolista è Charles Baudelaire che con “I fiori del male” inaugura una nuova
stagione della poesia europea.
Nell'opera compaiono la frattura tra l'artista e la società, il contrasto tra aspirazioni ideali e
squallore della realtà, il malessere esistenziale e l'elaborazione di un linguaggio basato
sull'analogia e sul simbolo.

L'esperienza del Parnaso


Parnassianesimo, che deve il suo nome all’antologia poetica “Il Parnaso contemporaneo”. I
Parnassiani sostengono un ritorno a forme poetiche classicheggianti, caratterizzate da
un'estrema cura formale e dal rifiuto del soggettivismo romantico.

Simbolisti e Decadenti
Movimento nato da una frattura del gruppo Parnassiano e la sua data di nascita, può essere
considerata la pubblicazione del poemetto di Stephane Mallarmé. Nei primi anni non esiste
una consapevolezza critica e i simbolisti sono etichettati come “Decadenti”, termine
inizialmente negativo, ma nel quale Verlaine e Rimbaud si riconoscono con orgoglio.

Vita da Bohemien
Baudelaire rappresenta un modello nell'arte e nella sensibilità inquieta e tormentata e nello
stile di vita, segnato dalla sregolatezza, anticonformismo e insofferenza nelle convenzioni
borghesi.
Nasce a Parigi nel 1821, dopo essere rimasto orfano da padre e essere entrato in possesso
dell'eredità paterna, si abbandona a una vita sregolata da Bohemien.
Inizia a pubblicare versi e a frequentare gli ambienti letterari parigini dopo che la madre lo fa
dichiarare incapace di gestire i propri beni. Nel 1857 esce la raccolta “I fiori del male”
sequestrato dalla censura poi ripubblicato nel 1861.
Dopo nascono i poemetti in prosa “I paradisi artificiali” dedicati all'arte e stupefacenti. Nel
1864 escono le prose che compongono “Lo spleen di Parigi”. Lo stesso anno Baudelaire
lascia la Francia e va in Belgio.
Colpito da una paralisi muore a Parigi.

I fiori del male


Nel titolo risalta l'accostamento tra un elemento positivo (I fiori) e uno negativo (Il male),
questo intende sintetizzare lo stato d'animo del poeta.
L'itinerario spirituale in 6 sezioni, che seguono il cammino del poeta alla ricerca della
bellezza nello squallore della città moderna, nel sesso, nell'alcool e nell’oppio fino alla
ribellione contro Dio.
Ci sono riflessioni sulla condizione dell'artista nel mondo moderno, lo stato d'animo di spleen
e noia esistenziale, il tema amoroso e sensuale e la rappresentanza di Parigi. Sono
numerose le liriche dedicate ai piaceri dell'alcool e delle droghe, esaltati con toni
anticonformistici.

Poetica delle corrispondenze


La capacità di immergersi nelle brutture della realtà moderna per cogliere la bellezza è
intesa come un'esperienza eccezionale riservata al poeta.
Baudelaire intende l'arte come un mezzo di conoscenza profonda e ritiene che il poeta
riesce a cogliere il mistero che si cela oltre le apparenze.
Vede la natura come una fitta rete di simboli legati da corrispondenze.

Una nuova poetica


Poeti simbolisti rifiutano la ragione come strumento di indagine della realtà e promuovono
un'idea dell'arte come unica forma di conoscenza.
Nuova idea del linguaggio poetico inteso come “formula magica” per accedere al potere
evocativo della parola, al linguaggio oggettivo vengono sostituite le analogie ossia relazioni
intuitive che il poeta stabilisce tra le cose.
La ricerca di una nuova musicalità del verso che diventa strumento per comunicare
sensazioni indefinite.

I poeti maledetti
Gruppo di giovani artisti parigini attivi dagli anni 70 dell’800 che rifiutano le convenzioni della
società borghese e si distinguono per comportamenti ritenuti scandalosi e immorali.
Paul Verlaine, Rimbaud e Mallarmé pubblicano nell’84 una raccolta in comune “I poeti
maledetti”.

Paul Verlaine e gli altri


Maestro della generazione simbolista, si oppone alle regole e si dà a una vita sregolata
segnato dal legame omosessuale con Rimbaud poi degenerato.
Le sue poesie sono basate su impressioni, suggestioni e ricerca di particolari musicalità del
verso (Poemi saturnini ecc)
Rimbaud si è dedicato alla poesia X 4 anni, dopo la rottura con Verlaine scrive i poemetti in
prosa “Illuminazioni”, poi soggiorna a lungo in Africa dedicandosi al contrabbando e traffico
d'armi e schiavi.
Mallarmé nel 1870 è animatore del simbolismo, si caratterizza per l'uso di un linguaggio
poetico oscuro, pieno di analogie e simboli per cogliere un “assoluto”, inizia l'uso del verso
libero e decostruzione della sintassi.

Il dandy Oscar Wilde


Lui con i suoi comportamenti provocatori ed eccentrici costituisce l'incarnazione del dandy
(raffinato artista che si oppone in modo polemico al grigiore delle convenzioni borghesi).
Dopo la laurea suscitò scandalo col suo anticonformismo.
Il romanzo il ritratto di Dorian Gray risultò piacevole al pubblico, incrementato dalle
polemiche per sull’immoralità del protagonista.
Condannato per sodomia nei due anni in carcere scrive De profundis, una lunga lettera
all'amante.
Uscito di prigione, abbandonato da tutti si reca volontariamente in esilio a Parigi dove morirà
di meningite.

Ritratto di Dorian Gray


Parla di un giovane che incentra la sua vita sulla ricerca della bellezza, calpestando ogni
moralità cadendo in eccessi e perversione.
Il finale rende chiaro il messaggio dell'opera: solo l'arte può sfidare il tempo e trionfare
sulle brutture della vita.
Nel romanzo Wilde esprime i principi dell'Estetismo: desiderio di condurre una vita
eccelsa, la ricerca del piacere, rifiuto delle convenzioni sociali e legame indissolubile tra arte
e vita.
Utilizza elementi tipici della narrativa fantastica per analizzare la psicologia del protagonista.
L'interesse psicologico determina l'adozione di un narratore esterno che assume sempre
un punto di vista soggettivo del protagonista.

La Scapigliatura
È un movimento letterario e artistico che si sviluppa che si sviluppa a Milano e in Piemonte.
L'aggettivo “Scapigliato” iniziò a circolare in Italia nella metà 800 per indicare individui dallo
stile di vita anticonformista (artisti dell'alcool e droghe).
Fu una tendenza che univa autori diversi accomunati da un atteggiamento di ribellione nei
confronti della società borghese, si oppone alla riduzione dell'arte a pura merce.
Nei contenuti gli scapigliati prediligono tematiche irrazionalistiche con situazioni macabre
che anticipano la poetica decadente.
L'intento è di concentrarsi sugli aspetti patologici e la rappresentazione dell'orrido per
scandalizzare il pubblico borghese.
La Scapigliatura si pone come anello di congiunzione tra simbolismo e realismo e avvicina
la letteratura italiana all'Europa esprimendo il messaggio disagio della modernità.
In ambito milanese spicca Emilio Praga, dopo la morte del padre e i dissesti familiari si dà a
una vita segnata dall'alcool e droghe, fonda con un suo amico il giornale “Figaro”
caratterizzato da un linguaggio crudo e realistico, anche Ugo Tacchetti condivide per poco
tempo con Praga una vita da Bohemien.

PASCOLI

Visse un'esistenza solitaria importante per comprendere la sua poesia.


La assassinio del padre, destinato a rimanere impunito, tornerà spesso nelle sue opere
divenendo simbolo di un mondo ingiusto e corrotto. In seguito la sua vita è caratterizzata da
altri gravi lutti, ecco quindi che il suo nido familiare viene distrutto per sempre, suscitando in
Pascoli costante paura di vivere.
Studia poi all'università di Bologna facoltà di lettere dove entra in contatto con gli
ambienti anarchici, passò anche 3 mesi in carcere a causa di una manifestazione.

Myricae
Fu la sua prima raccolta poetica; le recensioni favorevoli della critica lo stimolarono e poco
dopo uscirono altre 4 edizioni.
Si capisce che vuole dedicarsi a una poesia umile incentrata sulle piccole cose.
Le liriche sono brevi quadri di vita campestre che alludono simbolicamente alla vita segreta
e misteriosa della natura.
Pascoli resta poi profondamente turbato dal matrimonio di sua sorella che lo reputa come
un altro abbandono.
Con la sorella Maria poi si trasferisce a Castelvecchio.
Nel 1897 esce il fanciullino e la 1° edizione dei poemetti, il tema centrale della raccolta è
la vita di campagna, ha dimensioni più ampie e c'è una sperimentazione linguistica
(inglese e dialetti italiani).

Canti di Castelvecchio
C'è il ritorno alle tematiche e forme di Myricae e c'è un più maturo simbolismo, sempre
presente il tema dei lutti familiari con una visione turbata della sessualità.
Escono poi i poemi conviviali, raffinati poemetti su personaggi del mito e storia antica.
Viene anche coinvolto in avvenimenti ufficiali approvando l'impresa militare in Libia vista
come unica soluzione all'immigrazione.
Le ultime raccolte mostrano una involuzione verso i temi nazionalistici per celebrare glorie
e personaggi italiani.
Muore a Bologna di cancro.

PENSIERO E POETICA

Nel tempo le sue opere vengono ripubblicate e modificate con variazione di struttura e
motivi in un costante sperimentalismo.
IL FANCIULLINO: Afferma che nell'animo di ogni uomo c'è un fanciullino, un bimbo capace
di provare emozioni intense e ingenue.
Solo il poeta però resta bambino nell'animo, guarda il mondo con meraviglia.
Pascoli considera quindi la Poesia una conoscenza intuitiva e spinge a privilegiare una
poesia in apparenza semplice incentrata sulle piccole cose della natura in qualcosa di
simbolico che rispecchia la sua sensibilità inquieta.

Simbolismo delle piccole cose


Pascoli ama focalizzarsi sui particolari più piccoli del paesaggio naturale (alberi, uccelli
ecc) questo per dare alle cose un aspetto autentico ed arricchirle di valore simbolico anche
perché le realtà naturali rimandano ai traumi del poeta.
Riesce a fare sembrare la natura un luogo sicuro ma è tutto di echi funebri, questo va a
ricordare il ricordo incancellabile del padre morto che è agli occhi di Pascoli emblema
tangibile della violenza.
La metafora del mio poeta-fanciullo spiega il suo desiderio di fuga dalla realtà adulta vista
come inospitale, ricerca sempre una dimensione protetta e chiusa che riporta all'immagine
simbolo del “nido”.
Crea in sé una costante tensione tra nostalgia e paura dei pericoli del mondo, non a
casa fa riferimento alla siepe (protezione) e alla nebbia (isolamento).

Novità formali
Pascoli rinuncia di una precisa ricostruzione logica a vantaggio del libero accostamento di
immagini e suggestioni.
La sintassi predilige frasi brevi ma ad effetto talvolta spezzate prive di verbo o ricche di
segni di punteggiatura.
È molto frequente l'uso di metafore, analogie e sinestesie.
Il lessico mescola registri diversi cui si alternano termini tecnici, una particolare musicalità
è ottenuta dalle onomatopee e allitterazioni.

MYRICAE

Il titolo trae spunto da una frase del poeta latino Virgilio, il senso del verso latino serve a
sottolineare il carattere umile e semplice di una poesia incentrata sulle piccole cose della
campagna, ma il richiamo a Virgilio rimanda alla grande tradizione classica.
Myricae è una sorta di diario di impressioni suscitate nel poeta come un romanzo
autobiografico.
Pascoli, si sofferma a descrivere con precisione i lavori dei campi, tutti gli aspetti più piccoli
della vita quotidiana. Il suo scopo è di evocare nel lettore emozioni profonde attraverso una
marcata dimensione simbolica.
Nell’ispirazione della raccolta è centrale il doloroso ricordo dei lutti familiari, non a caso il
testo apre con la morte del padre.
La perdita dei suoi cari diventa al poeta l'emblema della malvagità degli uomini da cui
Pascoli vuole allontanarsi in una natura consolatoria.
Il rapporto con la natura viene vissuto con regressione, nel tentativo di recuperare un
contatto con il “nido” familiare perso.
L'opera presente innovazioni stilistiche, ricorrendo con frequenza agli enjambement e
creando un ritmo frantumato con l'utilizzo di una punteggiatura che tende a spezzare i ritmi.
Ricorre spesso ad analogie e sinestesie creando suggestivi collegamenti, c'è una
fondamentalmente attenzione alla musicalità (onomatopee e allitterazioni) con l'utilizzo di
termini specialistici.

CANTI DI CASTELVECCHIO

Prende in gran parte le tematiche intimistiche della prima raccolta con il ricordo
incancellabile della tragedia familiare.
Nei Canti c'è un'opera che Pascoli dedica alla mamma così come Myricae era riferito al
padre assassinato.
I Canti sono caratterizzati da una maggiore complessità che si nota già dall'ampiezza dei
singoli testi.
I Candi segnano l'approdo di Pascoli ad una maturità poetica, l'interesse alla descrizione
del paesaggio viene abbandonato a favore del simbolismo che lascia spazio al paesaggio
naturale come emblema e riflesso degli stati d'animo del poeta.
Anche sul piano tematico vengono affrontati i motivi della memoria e la sessualità negata.
C'è un maggior desiderio di regressione che sfocia nel desiderio di morire vista come unica
via per riallacciarsi ai morti.

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