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il decadentismo si basa su un pessimismo generale, su dubbi e incertezze che si riflettono non solo nella

poetica di questi autori, quindi nelle poesie e nelle opere ma si traducono anche nella vita personale degli
stessi. Delle stesse caratteristiche diventano portavoce anche i personaggi delle loro opere, i cosiddetti
“eroi decadenti” legati tutti da un totale rifiuto della realtà e destinati nello stesso modo al fallimento.

Artista maledetto:. Esalta il male per la sua sublime e orrida bellezza e sceglie i vizi della carne, dell’alcool e
della droga. Dimostra amor per l’arte e per la bellezza e rifiuta le regole morali.

L'Esteta: Segue la poetica dell'estetismo, trasforma la sua vita in un'opera d'arte, sostituendo alle leggi
morali, le leggi del bello. ha orrore della vita comune, si isola circondato dall'arte. Un esempio di esteta è
Andrea Sperelli, nel romanzo il piacere di d’annunzio.

Inetto a Vivere significa incapace a vivere: è escluso dalla vita a cui non sa partecipare perché non ne è
capace.si rifugia nel sogno perdendo contatto con il mondo esterno. Più che vivere, lui si osserva vivere. è
l'eccesso del pensiero che blocca i suoi sentimenti e le sue azioni. Questo personaggio lo troviamo ne
trionfo della morte di d’annunzio e in alcune opere di svevo e pirandello.

Donna fatale: è dominatrice del maschio fragile, lussuriosa e perversa, crudele torturatrice, succhia via le
energie vitali dell'uomo, portandolo alla follia. evidenza una forte paura del femminile, spiegata
sostanzialmente da due fattori storici: la crisi dell'identità virile, determinata dalle trasformazioni sociali. E
poi l'inizio dell'emancipazione della donna, che rivendica un nuovo posto nella società, incrinando il potere
del maschio.

Il fanciullino: è un eroe pascoliano, rifiuta la condizione adulta, rifugiandosi nell’infanzia e nella famiglia. In
questo modo ha la possibilità di costruire un nuovo rapporto con il mondo e un nuovo linguaggio poetico (è
infatti espressione dell'irrazionalismo).

Superuomo:. Il superuomo è superiore alla massa di uomini mediocri, conquista mete eroiche privo di
dubbi e incertezze, arricchito anche di una valenza politica) è l’eroe di alcune opere di d’annunzio.
Giuseppe Ungaretti

Nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori provenienti dalla Lucchesia. Nella città natale compie i
primi studi moderni e contemporanei. Nel 1912 si trasferisce a Parigi, dove frequenta la Sorbona. Nel 1914
egli viene in Italia per arruolarsi ed inviato a combattere sul Carso. Successivamente torna a Parigi dove si
sposa. Nel 1921 si trasferisce a Roma e aderisce al fascismo. Nel 1936 è chiamato a ricoprire la cattedra di
letteratura italiana a San Paolo in Brasile. Nel 1942 rientrato in Italia, insegna a Roma e viene nominato
accademico d’Italia. Le vicende della seconda guerra mondiale e la perdita del fratello e del figlio,
provocano in lui un grande dolore. Egli muore a Milano nel 1970.

FASI DELLA POETICA DI UNGARETTI

Ungaretti non è del tutto ermetico, ma per alcuni aspetti egli supera l’ermetismo. La PRIMA FASE nasce
quando il poeta è sul fronte di guerra a combattere una guerra di trincea sospeso tra la vita a la morte;
questa esperienza lo fa rendere conto di quanto ami la vita e fa sorgere in lui il vitalismo. Ungaretti studia a
Parigi, dove matura ed acquista consapevolezza di sé con la cultura; qui egli entra in contatto con Bergson.
Con Bergson appunto si sviluppa la SECONDA FASE, grazie al “sentimento del tempo”, per il quale il tempo
è la proiezione spaziale e temporale della propria interiorità, quindi il tempo è soggettivo. Infine nell’ultimo
periodo della sua vita avvengono 2 sciagure: la II guerra mondiale e le morti del fratello e del figlio, e il
poeta guarda con nostalgia i momenti felici. Egli, dopo la guerra, ritrova il suo slancio vitalistico perché il
mondo intero vuole risorgere.

Relazione sull’

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