D’ANNUNZIO
VITA producendo un’arte falsa, insopportabile e
La sua vita è essa stessa un’opera d’arte destinata ad
un pubblico, fatta di avventure, lusso e duelli e
caratterizzata dalla MASCHERA DELL’ESTETA.
Nasce a Pescara da una famiglia borghese e inizia a
scrivere all’età di 16 anni per poi dedicarsi, per un
breve periodo, alla professione di giornalista.
Punta a creare l’immagine del vivere inimitabile,
sottratto alle norme del vivere comune e accentuato
dai suoi amori tormentati, particolare è quello di
Eleonora Duse.
Egli è focalizzato sul denaro e sulle esigenze del
mercato, adattandosi perfettamente ai gusti del
pubblico.
Non accontentandosi della vita da esteta, inizia a
vagheggiare sogni di attivismo politico e si sposta
dal sostenere pensieri di destra a quelli di sinistra: è
attratto da atteggiamenti di forza e novità.
L’occasione per l’azione eroica arriva con la Prima
guerra mondiale in cui si arruola come volontario e
capeggia la marcia su Fiume, indignato per la
«vittoria mutilata».
Lavora anche per il TEATRO e per il CINEMA.
ESTETISMO
Ad influenzarlo maggiormente sono:
▨ CARDUCCI per la metrica barbara e per il senso
di comunione con la natura; entrambi temi sono
portati agli estremi in un atteggiamento di
VITALISMO;
▨ VERGA e il VERISMO per gli spunti sociali da
cui esclude l’impersonalità. Descrive ambienti
idillici, non problematici: la natura è rigogliosa e
caratterizzata da passioni primordiali, eros e
violenza.
Si collega in questo modo alla matrice
irrazionalistica del DECADENTISMO.
Le sue prime opere poetiche appartengono alla fase
dell’ESTETISMO che si esprime nella formula IL
VERSO È TUTTO: l’arte e la vita sono subordinate
dalla sola legge del bello.
La forma dell’esteta rappresenta una sorta di
riscatto.
Delinea una nuova forma di intellettuale:
◆ l’esteta che fa rivivere l’artista in quella
condizione di privilegio propria di epoche passate;
◆ il poeta-vate, tipico della fase superomistica, che
si pone in un livello superiore rispetto alla società in
cui l’artista deve aprire la strada al dominio di una
nuova élites e porre fine al caos del liberalismo
borghese e della democrazia;
◆ cantore entusiasta della realtà moderna che
diventa propagatore dei miti più reazionari,
illeggibile.
IL PIACERE
È il suo primo romanzo. Al centro c’è la figura di
Andrea Sperelli che è un “doppio” di d’Annunzio
stesso ed incarna la figura dell’esteta, ormai entrata
in crisi: Andrea non ha la forza di opporsi e per
questo l’estetismo diviene una forza distruttrice.
Il protagonista è diviso tra:
▨ donna fatale, Elena Muti, che incarna l’erotismo
lussurioso ed è oggetto del desiderio;
▨ donna pura o donna angelo, Maria Ferres,
occasione di un riscatto e pura illusione.
Rifiutato da entrambe egli rimane solo.
I nomi delle due donne sono fortemente
SIMBOLICI:
◆ Elena richiama la figura di Elena di Troia, causa
principale dello scoppio della famosa guerra;
◆ Maria è chiaramente un’allusione all’immagine
pura della Madonna.
D’Annunzio riserva un atteggiamento critico
mescolato ad un ambiguo vagheggiamento dell’eroe:
il romanzo non segna la fine della figura
dell’esteta.
Nel PIACERE l’autore usa la tecnica del
DISCORSO INDIRETTO LIBERO e tramite
l’analisi del suo eroe, analizza sé stesso.
Se in un primo momento, ogni cosa richiama
particolari di opere d’arte famose, successivamente
Andrea mette a nudo la menzogna che si cela dietro
quest’atteggiamento estetizzante: «fiamme eteree»
mascherano «bisogni erotici».
Approda, quindi, nella provvisoria FASE DELLA
BONTÀ dove viene influenzato particolarmente dal
romanzo russo di DOSTOEVSKIJ.
Molto importante è la raccolta poetica del POEMA
PARADISIACO in cui vi è un desiderio di recupero
dell’infanzia, di ritorno alle cose semplici e agli
affetti familiari accanto ad atmosfere sfatte e
paesaggi su cui è diffuso un senso di estenuazione e
morte.
SUPERUOMO
Il SUPERUOMO è la nuova soluzione alla crisi
estetica (NIETZSCHE). Ha degli importanti aspetti
come: ◆ rifiuto del conformismo borghese, dell’etica
della pietà e dell’altruismo; ◆ esaltazione dello
spirito dionisiaco.
Con questo vuole scagliarsi contro la società
borghese che sta contaminando il senso della
bellezza, l’energia e il gusto dell’azione eroica e del
dominio.
Il superuomo è interpretato nel senso del diritto di
pochi esseri eccezionali ad affermare se stessi,
puntando ad una nuova politica aggressiva dello
Stato Italiano.
Questa nuova figura non nega l’immagine dell’esteta
ma la rende concreta: l’estetismo diventa lo
strumento di una volontà di dominio sulla realtà.
Questa nuova figura influenza i successivi romanzi:
▨ IL TRIONFO DELLA MORTE viene ascritto al
ciclo dei «romanzi della rosa» e va nella direzione
del romanzo psicologico incentrandosi sulla visione
soggettiva del protagonista.
L’eroe è un’esteta molto simile ad Andrea Sperelli:
egli ha una malattia che lo svuota da tutte le energie
vitali e lo mette alla ricerca di un nuovo senso della
vita. Dopo essersi imbattuto nella nevrosi della sua
famiglia decide di provare a riscoprire le radici della
sua stirpe, insieme alla donna amata, Ippolita
Sanzio, già sposata che decide di abbandonare il
marito per stare con lui.
Neanche il mondo primordiale del villaggio
abruzzese gli permette di “riempire” la sua vita e
perciò compie il suicidio trascinando con sé anche la
DONNA «NEMICA».
▨ LE VERGINI DELLE ROCCE appartiene al
ciclo «del giglio» ed è una sorta di manifesto
politico del Superuomo.
L’eroe è Claudio Cantelmo e vuole portare a
compimento «l’ideal tipo latino», il futuro re di
Roma che guiderà l’Italia a destini imperiali.
Nella nuova ideologia superomistica la decadenza e
la morte sono lo stimolo all’affermazione della vita
e la sua volontà «è di tempra dura come le spade».
In uno scenario di decadenza cerca la donna che
dovrà essere la sua compagna fra le tre figlie del
principe Montaga: ◆ Anatolia, paralizzata (JOYCE);
◆ Massimilla che sta per prendere i voti; ◆ Violante
che si sta uccidendo con i profumi.
▨ IL FUOCO appartiene al ciclo «del melograno» e
si propone come manifesto letterario del
Superuomo.
L’eroe, Stelio Effrena, il cui nome riporta all’idea
delle stelle e dell’energia senza freni, medita
un’opera artistica che sia fusione di poesia, musica e
danza attraverso cui vuole creare un nuovo teatro.
Foscarina Perdita, il cui nome riporta all’idea delle
tenebre e della perdita, è una grande attrice che si
avvia al declino della maturità e che ostacola l’eroe
con il suo amore nevrotico e possessivo. La storia si
conclude con Foscarina che lascia Stelio in modo
che egli possa seguire la sua via.
▨ FORSE CHE SÌ FORSE CHE NO ha come
protagonista Paolo Tarsis che realizza la sua volontà
eroica nel volo. Qui d’Annunzio si offre come
celebratore della macchina, simbolo della realtà
moderna. A questo si oppone una donna perversa e
nevrotica ai limiti della follia, Isabella Inghirami. La
soluzione è, però, diversa dai precedenti romazi:
l’eroe mentre è sicuro di cadere in mare con l’aereo,
è riassalito dal desiderio della vita e riesce a
compiere la sua impresa.
POETICA
Avendo iniziato a scrivere da molto giovane, la sua
poetica ha influenzato tutto la letteratura del
cinquantennio successivo, nel cosiddetto fenomeno
del DANNUNZIANESIMO.
▨ RIFIUTO DEL MONDO SOCIALE da parte
degli eroi che si chiudono nel proprio io;
▨ ROMANZO SOGGETTIVO, imposto dal
protagonista “inetto” e malato, corroso nelle forze
vitali;
▨ SIMBOLISMO e già ravvisabile nei nomi stessi
dei protagonisti;
▨ CLIMA MITICO E FAVOLOSO, lontano da
ogni riferimento realistico e allusivo a realtà più alte;
▨ TEATRO, la cui influenza si rende molto evidente
nell’ultimo romanzo, scritto proprio dopo aver
sperimentato questo nuovo genere.
IL TEATRO
Egli rifiuta completamente il teatro borghese che
rappresenta eventi della vita quotidiana, specie nella
dimensione privata e familiare.
Mira a creare, invece, un TEATRO DI POESIA
che riporti in vita l’antico spirito tragico e si regga
su una trama simbolica. Per esso, attinge gli
argomenti dalla storia e dal mito classico, senza
tralasciare però il presente e gli interessi politici.
L’ideologia superomistica ha un peso determinante
nell’approdo al teatro con la composizione di CITTÀ
MORTA che presenta numerose analogie con il
romanzo IL FUOCO.
Così come accadeva nei romanzi, la tensione
superomistica si scontra con forze di segno
contrario, ritrovabili molto spesso nella figura di
un’unica DONNA, corrosive dello slancio energico
dell’eroe che, a volte, urta anche contro la realtà
borghese meschina.
Diverso rispetto a tutte le altre opere teatrali è LA
FIGLIA DI IORIO che l’autore definisce tragedia
pastorale, ambientata in un Abruzzo mitico e fuori
dal tempo. Non vuole documentare minuziosamente
il paesaggio con tutte le sue tradizioni ma vuole
esaltare il gusto decadente per il barbarico e per il
primitivo; il popolo contadino è visto come
emblema dell’irrazionale.
LAUDI
Sono ampie costruzioni letterarie, commisurate a
diffondere il verbo del “vate”, così come era
accaduto con i tre cicli dei romanzi, rimasti
incompiuti.
Nel campo della lirica affida la sua visione a 7 libri
di LAUDI DEL CIELO DEL MARE DELLA TERRA
E DEGLI EROI, un progetto che rimane anch’esso
incompleto.
I titoli di esse alludono tutti ai nomi delle stelle delle
pleiadi (MAIA, ELETTRA, ALCYONE, MEROPE E
ASTEROPE).
▨ MAIA, LAUS VITAE (Lode della vita), poema
unitario in cui vuole dare voce alla sua ambizione
panica a raccogliere tutte le forme della vita,
caratterizzata dallo slancio dionisiaco e vitalistico.
È la trasfigurazione mitica di un viaggio in Grecia
realmente compiuto in cui l’eroe è inizialmente
immerso in un passato mitico e, successivamente, si
reimmerge nella realtà moderna che ha molte
potenzialità vitali.
Nel mondo moderno scopre una segreta bellezza e la
forza travolgente e grandiosa del capitalismo: il
poeta si pone come guida delle imprese e vate dei
destini gloriosi, senza, però, tralasciare la paura e
l’orrore del letterato umanista davanti ad una realtà
che tende ad emarginarlo o debellarlo
completamente.
Adotta il verso libero e sciolto con tonalità
ridondanti.
▨ ELETTRA in cui si sviluppa l’oratoria della
propaganda politica diretta. Anche qui c’è il polo
positivo del passato e del futuro di gloria e bellezza
e quello negativo del presente da riscattare.
Medioevo e Rinascimento, a cui si fonde la
celebrazione della romanità, diventano equivalenti
dell’Ellade classica in MAIA.
▨ ALICYONE in cui vi è il tema lirico della fusione
panica con la natura con un atteggiamento di
evasione e contemplazione.
È come il diario ideale di una vacanza estiva in
cui le liriche sono state ordinate in un disegno
organico che segue la parabola della stagione che
esprime al meglio la pienezza vitalistica in cui l’io
del poeta di fonde col fluire della vita del Tutto
(PIRANDELLO).
Vi è una ricerca di sottile MUSICALITÀ
(VERLAINE) e l’impiego di un LINGUAGGIO
ANALOGICO (UNGARETTI).
È vista come una POESIA PURA (ERMETICI)
libera dall’ideologia superomistica anche se ne è
proprio una manifestazione: al superuomo è
concesso di transumanare (DANTE) al contatto con
la natura. Non manca: ◆ l’esaltazione della violenza
dionisiaca, ◆ l’esaltazione di un futuro di rinata
romanità imperiale,◆ l’ULISSISMO, inteso come
voglia di vivere tutte le esperienze umane al di là del
limite.
SERA FIESOLANA, una delle liriche più “pure”,
tutta giocata sull’uso di metafore, analogie e
musicalità e sul contatto mitico-religioso con la
natura. La parola è collegata con l’essenza stessa
delle cose, è come la formula magica in grafo di
svelarla (ELIOT).
Nell’ultima strofa il messaggio arcano delle fonti
allude ad una forza erotica che pervade la natura ed
in cui l’uomo si immedesima: non è del tutto assente
l’ideologia superomistica.
PERIODO NOTTURNO
Periodo definito notturno dalla lirica più importante
e perché egli è costretto all’immobilità e alla cecità.
Si dedica, in particolar modo, alla novella e a nuove
forme di prosa lirica, evocativa, di memoria e
frammentaria, tutte accomunate dal taglio
autobiografico e dal registro linguistico più
misurato.
In questo periodo finalmente d’Annunzio è genuino
e sincero senza maschere. Queste prose presentano
ricordi d’infanzia, sensazioni fuggevoli, confessioni
soggettive per esplorare la propria interiorità
pervasa da inquietudini e perplessità.
Nonostante ciò, si possono vedere sempre POSE
NARCISISTICHE, cioè di autocelebrazioni del
proprio «vivere inimitabile» e dell’ideologia
superomistica.
Lo stile è secco e nervoso, con brevi proposizioni
spesso in forma nominale.
LA PROSA “NOTTURNA” ha uno stile
sicuramente più moderno, rispetto alla precedente
produzione, perché influenzato dall’esperienza
futurista. In realtà, però, non propone una novità
straordinaria perché l’impressionismo descrittivo
delle immagini è stato sempre presente in lui: qui si
accentua solamente.