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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Autore

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Giovanni Verga; nasce a Catania il 2 settembre 1840. Dopo i primi studi, segue le lezioni di Don Antonino Abate, poeta e
patriota ; nel 1857 termina il suo primo romanzo Amore e patria e, un anno dopo, si iscrive alla facoltà di Legge
all’Università di Catania ; in questo periodo, oltre che alla letteratura, si dedica alla politica, pubblicando a puntate sul
periodico fiorentino “La Nuova Europa”, di orientamento filo - garibaldino, il romanzo Sulle Lagune (1862-63). Nel 1865
si trasferisce a Firenze, per vivere in una società più evoluta ; poi, nel 1872 si stabilisce a Milano, dove entra in contatto
con la letteratura francese e sviluppa la sua attività letteraria ; dopo venti anni trascorsi in questa città torna in Sicilia e
aderisce al verismo. Nel 1881 pubblica a Milano I Malavoglia, che non ha molto successo. Nel 1888, dopo alterne
vicende editoriali, il Mastro don Gesualdo esce a puntate sulla “Nuova Antologia”. La grande produzione letteraria di
Verga andrà sfumando con il suo ritorno definitivo a Catania, anche a causa dell’influenza di Pascoli e D’Annunzio.
Verga muore, colpito da trombosi celebrale, il 27 gennaio del 1922.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Trama

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E’ la storia di una famiglia siciliana, tutta riunita ad Aci Trezza, un villaggio di pescatori vicino a Catania. La famiglia
dei Toscano, detti “Malavoglia”, é composta da padron 'Ntoni, il capofamiglia, dal figlio Bastianazzo con la moglie detta
“la Longa” e i loro figli : ‘Ntoni, giovane irrequieto e insoddisfatto ; Luca, laborioso e tenace come il nonno ; Mena, detta
“Sant’Agata perché sempre attaccata al telaio ; e i due più piccoli, Alessi e Lia.
E’ da poco avvenuta l’Unità d’Italia e il giovane ‘Ntoni parte per il servizio militare a Napoli. Intanto padron ‘Ntoni,
finanziato dallo zio Crocifisso, compra un carico di lupini e la barca dei Malavoglia, “La Provvidenza”, parte per andarli
a vendere ; ma un’improvvisa tempesta travolge la barca e Bastianazzo, con un giovane che l’aiutava, muore annegato.
Ha inizio così una serie di sventure per i Malavoglia: lo zio Crocifisso, sordido e avaro, pretende il pagamento dei lupini
dispersi e, nonostante il lavoro di tutti (anche di ‘Ntoni, che intanto é ritornato da militare), i Malavoglia sono costretti a
vendere la loro casetta del Nespolo. Anche Luca partirà per fare il soldato, e morirà nella battaglia di Lissa. Le avversità
economiche impediscono il progettato matrimonio della Mena con un buon partito ; nuove sventure si abbattono sulla
famiglia; ‘Ntoni, ormai più spesso all’osteria che al lavoro, finisce per venire alle mani con il brigadiere don Michele, che
ferisce con un coltello, cosicchè viene incarcerato. La Longa intanto é morta di colera e il vecchio ‘Ntoni, dopo aver
speso il poco denaro rimasto per pagare gli avvocati, perde ogni vitalità, fino a che un colpo apoplettico lo spegne, dopo
qualche giorno d’ospedale. Lia scappa di casa, non potendo più sostenere le voci pubbliche sulla sua relazione con don
Michele. La Mena rinuncia al matrimonio per restare col fratello Alessi, che si sposa e riesce a ricomprare la casa del
Nespolo.
Il romanzo si chiude con il ritorno di ‘Ntoni, uscito dal carcere, che vuole vedere per l’ultima volta la casa della sua
infanzia e dei suoi affetti, prima di allontanarsi definitivamente con una valigia piena di rimorsi.
La vicenda é verosimile.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Personaggi

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Padron 'Ntoni : è il patriarca della famiglia, un vecchio pescatore onesto e laborioso con una grande devozione al lavoro
ed alla famiglia. Ha la smania di pronunciare proverbi. Egli rappresenta il modello di piccolo proprietario ed è il simbolo
dell'onestà, che si contrappone ai personaggi corrotti e agli usurai.
Bastiano : chiamato "Bastianazzo" egli è il figlio di padron 'Ntoni ed è un gran lavoratore, buono e talmente ubbidiente e
pronto ai comandi di suo padre che, dice Verga, "non si sarebbe soffiato il naso se suo padre non gli avesse detto 'soffiati
il naso'". Annega nel naufragio della "Provvidenza" nel 1865.
Maruzza Longa : moglie di Bastianazzo ella è, da buona massaia, dedita principalmente a tessere, a salare le acciughe ed
a "far figliuoli". Si rivela un personaggio con un debole carattere ma con un forte cuore, distrutto a poco a poco dalle
disgrazie. Muore di colera nel 1877.
'Ntoni : figlio maggiore di Bastianazzo e della Longa, egli è un ragazzo pigro e debole che viene vinto dall'egoismo
individuale e mette in difficoltà tutta la famiglia con il proprio comportamento. Nella prima parte della vicenda rimane
soprattutto in disparte poichè parte subito per il servizio di leva, mentre nella parte centrale e finale del romanzo diviene
il protagonista con un comportamento nettamente antitetico rispetto a quello del nonno. Diviene infatti "ubriacone",
giocatore, vagabondo e perfino contrabbandiere. Non contento del proprio stile di vita e non avendo voglia di lavorare,
sostiene l'uguaglianza sociale, in tipico stile socialista. Ma la sua voglia di cambiare stato si contrappone nettamente alla
filosofia del vecchio padron 'Ntoni, convinto nel fatto che "bisogna vivere come siamo nati" e persuaso dalla frase, molto
cristiana, "più ricco è in terra chi meno desidera". Egli rappresenta quindi una figura estranea al mondo dei Malavoglia,
tutti, o quasi, dediti al lavoro ed al sacrificio.
Luca : il secondo dei figli di Bastianazzo e della Longa, Luca si rivela un ragazzo generoso e nobile che surroga
addirittura il fratello 'Ntoni dalla leva. Egli è il ritratto del padre ed ha in quasi tutto il romanzo un ruolo marginale, quasi
di comparsa. Muore nella battaglia di Lissa e per questo motivo assume però un ruolo determinante per il fatto che
contribuisce a inserire il romanzo in un ambiente più ampio e reale, minato dalla ristrettezza del paese.
Mena : Filomena è la terzogenita tra i figli di Bastianazzo e la Longa ed è il ritratto di quest'ultima. E' quindi una buona
massaia, tanto che viene chiamata "Sant'Agata" per il fatto che passa quasi tutto il suo tempo al telaio, ed è una ragazza
ubbidiente e che si rassegna facilmente. Ella, insieme al fratello Alessi, è però colei che più si sacrifica e si impegna per
risollevare le sorti della famiglia e infine decide di non sposarsi per rimanere accanto al fratello Alessi.
Alessi : Alessio è invece il ritratto del nonno ed è quindi un lavoratore eccezionale ed un ragazzo tutto dedito alla
famiglia. Infatti, quando infine rimane solo con la Mena, sposa la Nunziata, prosperano e così ridanno impulso alla
famiglia dei Malavoglia, ricomprando anche la vecchia casa del nespolo. Alessi è probabilmente il ragazzo più maturo
della famiglia ed è grazie al suo onesto e incessante impegno, unito a quello del nonno, che la famiglia riesce a superare
alcuni momenti duri e difficili.
Lia : Rosalia è l'ultima nipote di padron 'Ntoni e somiglia molto al fratello. E' una ragazza che in un primo tempo sembra
avere un gran giudizio, ma che, soprattutto per il cattivo esempio del fratello 'Ntoni, diviene vana e apatica. Infine si
avvilisce per le gravi dicerie della voce pubblica sul suo conto ed abbandona la famiglia.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Luogo

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L'ambiente è rappresentato da Verga con una fusione tra storia e mito, poiché mentre egli ripone molta cura nel
puntualizzare il luogo della vicenda e nell'evidenziare le zone sociali di massima importanza per il paese, cioè la piazza,
l'osteria, il lavatoio ecc., egli non esce mai dai confini di Aci Trezza e non si preoccupa nemmeno di offrire al lettore una
descrizione del paese, contribuendo a creare un alone quasi misterioso e oscuro sull'ambiente in cui la vicenda prende
luogo. Quindi, anche se è possibile riscontrare l'esistenza del paese nella realtà, rimane su di esso un contorno astratto che
rende il tutto quasi simbolico. Infatti Verga cerca probabilmente di ricreare un modello di vita sociale della Sicilia, ed in
generale di tutto il mezzogiorno, e, utilizzando il metodo narrativo di cui sopra, riesce in modo quasi lapalissiano a far
comprendere la posizione in cui si trovava il meridione in quel tempo, cioè ancora ancorata alle proprie radici e dubbiosa
sull'unità della penisola e quindi del tutto antitetica rispetto ad un nord in pieno sviluppo industriale.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Tempo

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L'epoca in cui la vicenda ha luogo abbraccia un periodo di tempo di circa quindici anni, e precisamente dal dicembre1863
al 1878. E' questo il periodo subito precedente la conquista del Regno delle Due Sicilie e della proclamazione del Regno
d'Italia con capitale a Torino, della Terza guerra d'indipendenza (con le sconfitte a Custoza ed a Lissa), del
"trasformismo" e delle rivolte sociali nel nord. Un periodo quindi molto intenso sia dal punto di vista politico, storico e
sociale del quale Verga evidenzia soprattutto gli avvenimenti del sud Italia; infatti ricorda l'epidemia di colera del 1867,
la costruzione delle reti ferroviarie, il ricordo dei Borboni ma anche il contrasto tra clericali e repubblicani, che emerge
anche nel piccolo paese di Aci Trezza tra don Giammaria e don Franco, i due intellettuali del luogo.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Temi

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Verga espone chiaramente il tema del romanzo, nella prefazione dello stesso, affermando che esso era lo "studio sincero e
spassionato" di come insorgano le prime difficoltà per il raggiungimento di un determinato benessere e di cosa produca il
desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita. Verga analizza questo fenomeno nelle "basse sfere" per osservarlo
con maggior precisione e semplicità. Egli ritiene che il mondo sia basato su leggi naturali ed oggettive e quindi l'uomo
non può mutarle. Così diviene una cosa inutile pensare di poter cambiare stato, tanto che bisogna rassegnarsi ed accettare
la nostra vita. Quindi i tentativi di mutare stato da parte di 'Ntoni ma anche, benché in modi diversi ed inerenti la
tradizione, da parte di padron 'Ntoni, che acquista la partita di lupini per commerciarli, risultano sempre vani e
fallimentari.
"I Malavoglia" sono anche uno studio sociale, che aiutano a far comprendere le condizioni sociali della Sicilia. L'esempio
più lampante di questo è il netto contrasto che emerge tra padron 'Ntoni e lo zio Crocifisso, e cioè tra il piccolo
proprietario, onesto e laborioso, e l'usuraio, flagello della società. Emerge, attraverso lo studio dei vari personaggi che
prendono parte alla vita sociale del paese, anche un altro problema che caratterizza la Sicilia: la corruzione del ceto
amministrativo locale, evidente soprattutto in don Silvestro, personaggio corrotto e truffatore, ma anche in Piedipapera.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Punto di vista

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Durante la narrazione Verga non esprime mai esplicitamente i propri giudizi, ma essi risultano comunque percepibili.
Questo avviene perchè egli utilizza l’artificio di straniamento, che consiste nella differenza tra il punto di vista del
narratore e quello dell’autore. Tutto il racconto si basa sul punto di vista dei paesani che , con la loro prospettiva
stravolta, trasformano il normale in strano e lo strano in normale. Quindi si può osservare come il narratore consideri
positivo ed esemplare il comportamento di don Silvestro che, per raggiungere i suoi scopi, non esita a compiere azioni al
limite della moralità. Da questo esempio, e da molti altri presenti nella narrazione (primo fra tutti l’atteggiamento dello
zio Crocifisso che, durante l’epidemia di colera, “tocca il polso” ai suoi debitori, cioè li sollecita a pagare e allo stesso
tempo saggia le loro condizioni di salute, anche a sprezzo della morte), si può comprendere la critica anticapitalistica di
Verga, in polemica con i negativi effetti apportati dal progresso e dall’industrializzazione in Sicilia, ma anche la
condivisione della critica antidustriale di Franchetti e Sonnino, che svolsero un’inchiesta sulle condizioni economico-
sociali della Sicilia. Sempre grazie all’artificio di straniamento si può notare la polemica antisocialista presente
nell’ultima parte del romanzo, quando ‘Ntoni sostiene l’uguaglianza sociale solo perché non ha voglia di lavorare ed è
divorato dal desiderio di diventare ricco.
Verga non esprime opinioni sui propri personaggi, ma sempre grazie all’artificio di straniamento è possibile notare
comprensione nell’atteggiamento di padron ‘Ntoni, Alessi e Mena, disprezzo nei confronti degli amministratori locali
(don Silvestro), antipatia nella politica rivolta solo all’utile dello zio Crocifisso e incomprensione nei confronti di ‘Ntoni,
che non riesce a capacitarsi che i suoi desideri siano irrealizzabili.
Con “I Malavoglia” Verga voleva intervenire nel dibattito culturale e politico, per evidenziare i problemi apportati in
Sicilia dal progresso e dall’industrializzazione. Da qui consegue una critica antindustriale e un’adesione al programma di
Franchetti e Sonnino, che mirava al miglioramento delle condizioni di vita dei piccoli proprietari. Nel romanzo è
evidente, sempre restando in ambito politico, una critica antisocialista, che emerge nel comportamento del giovane
‘Ntoni.

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Scheda di lettura libro - I Malavoglia - Giovanni Verga - Linguaggio usato

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Il racconto è narrato in terza persona e l'autore non si rivolge mai direttamente al lettore o a altre persone.
Il linguaggio usato da Verga è molto speciale e vicino al nostro modo di parlare. Può essere definito speciale perchè è
straordinariamente cesellato ed è un incontro tra il siciliano e l'italiano, o meglio un italiano parlato dai siciliani di una
certa cultura e quindi con varie sfumature del dialetto. Quindi sono conservate alcune espressioni siciliane, mentre i tipici
proverbi siciliani sono tradotti in italiano.
Il registro adottato dall'autore si rivela molto speciale ed una chiave importante del romanzo, che rispecchia gli intenti di
Verga. Infatti Verga utilizza un registro allo stesso tempo semplice, ricercato e caratterizzato da espressioni popolari, che
riesce a far nascere al lettore la sensazione di vivere le vicende di Aci Trezza e dei suoi paesani.
Verga si esprime in modo molto realistico che riesce a catturare l’attenzione del lettore e ad immergerlo nell’atmosfera di
Aci Trezza. Questo realismo è dovuto soprattutto ai numerosi personaggi che Verga ha voluto schierare davanti al lettore,
consapevole che questo avrebbe creato una notevole confusione in quest’ultimo. Ma questa confusione è necessaria per
eliminare tutti quegli artifici narrativi cari al pubblico e quindi per dare una visione completa della realtà.
Narrando le disavventure della famiglia dei Toscano, cioè di una famiglia il cui quasi unico sostentamento era la pesca,
Giovanni Verga ricorre in particolari circostanze a termini marinareschi. Quando Bastianazzo deve ancora salpare con la
"Provvidenza", Verga menziona una serie di parti della barca come "pedagna", cioè l'insieme delle assi sul fondo
dell'imbarcazione sulle quali i rematori appoggiano i piedi, e "scaffetta", cioè un ripiano posto sotto il sedile delle barche
ed adoperato come ripostiglio; quando poi padron 'Ntoni ed i suoi nipoti 'Ntoni ed Alessi si trovano in mare al centro di
una tempesta, Verga utilizza altri termini marinareschi come i sostantivi "antenna", cioè l'asta trasversale che tiene
sollevata la vela, "manovella", cioè la barra con cui si governa il timone di una barca, "scotta", cioè il cavo che serve a
spiegare una vela al vento, e "rilinghe", cioè le corde con dui sono orlate le vele perchè il vento non le laceri, ed i verbi
"ammainare", cioè far scendere dall'albero la vela, e "serrare", cioè raccogliere, piegare ed arrotolare le vele.
Nonostante Verga non abbia voluto riprodurre nel romanzo il dialetto parlato ad Aci Trezza, per poter incidere a livello
nazionale ma anche perché voleva salvaguardare l'Unità d'Italia anche dal punto di vista linguistico, sono presenti
ugualmente modi di dire siciliani, come "meglio" usato al posto di "più" oppure l'esclamazione "Sciatara e matara!", ma
anche fiorentinismi e milanesismi, utilizzati però in un modo del tutto originale e ricercato.

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