1. Introduzione storica Dopo il progressivo affermarsi del Regno dItalia 1, che porta al dissolvimento degli stati regionali, la nuova Italia presto assillata dai problemi interni connessi a una economia arretrata e dovuta alla grande presenza di un altissimo indice di analfabetismo. Il processo unitario favor soprattutto le regioni del nord, come Lombardia e Piemonte, centro industriale italiano, mentre il meridione rimase sempre lontano dal progresso economico, uscendone sempre svantaggiato e questo dovuto al processo risorgimentale che port le campagne del Mezzogiorno a pagare un prezzo molto alto per il suo ingresso nella civilt 2, questo perch i politici e le forze che diressero il paese al momento dellunificazione e coloro che governavano il Mezzogiorno non seppero ne intuire le cause, ne prevenirne gli effetti, cera quindi una gran insufficiente conoscenza della situazione meridionale. Il XIX sar anche il secolo della scienza e dellindustria in cui luomo raggiunge la liberazione dai pregiudizi e dalla fatica. In campo letterario il naturalismo francese e il verismo italiano rappresentano due esperienze attraverso le quali si ripropone la validit del metodo sperimentale, anche nelle discipline umanistiche, ritenendo che tra uomo e natura non vi sia nessuna frattura significativa. Nella seconda met dellOttocento si esalta il valore della scienza e del progresso attraverso il diffondersi delle teorie positiviste dei testi di Comte, Spencer. In Italia intorno a Capuana e Verga, invece, nasce una corrente letteraria che si propone di produrre testi che abbiano il valore di verit, di unopera al tempo stesso storica e scientifica. La mia indagine tratter di collocare lopera di Verga, i Malavoglia, in un contesto storico e attraverso lanalisi del romanzo emblematico del verismo cercher di dare
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1861 fine del Regno delle due Sicilie, 1870 conquista dello stato pontificio Giuseppe, Massari, la Sicilia e lo stato unitario, in: Il Sud nella storia dItalia. Antologia della questione meridionale, (a cura di) Rosario, Villari, Bari, Editori Laterza,1961, pag. 69-72.
unimmagine della situazione e condizione politica, sociale del Meridione, in particolare della Sicilia, infine concludo con un quadro globale attuale del Sud Italia e una critica al nostro paese.
2. Il brigantaggio
Questi problemi, accennati nel capitolo precedente, scaturirono le sollevazioni contadine e il sorgere del brigantaggio. Le cause che portarono a questa rivoluzione contadina furono diverse, la pi significativa fu la condizione e lo stato economico del campagnolo. Nelle regioni come la Campania, Puglia e Calabria, il proprietario terriero, ossia il borghese rurale, lintellettuale meridionale, era uno vero e proprio vassallo, definito col nome di terrazzano3; il contadino viene considerato come macchina da lavoro, mentre il proprietario democratico esercita un ruolo corrotto, prepotente e sleale nei loro confronti, il contadino quindi costretto a sopportare ed accettare le proposte del suo padrone e a vivere sempre in uno stato di miseria senza poter migliorare il suo stato economico. Unaltra origine da attribuire al fenomeno forse lUnit dItalia, con la quale si pensava che la situazione potesse cambiare, al contrario la vita dei contadini andava sempre pi peggiorando.4 Sar proprio Il verismo che si occuper di questi conflitti tra nord e sud, che sorgeranno nel periodo dopo il Risorgimento italiano.
Durante le vicende risorgimentali e dopo la forte tensione emotiva e intellettuale, connessa alle guerre dindipendenza, si afferma in Italia, dal punto di vista culturale, una visione, corrente romantica e nazionalista, rivolta soprattutto ad un pubblico
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Giuseppe, Massari, il brigantaggio, in: antologia della questione meridionale, (a cura di) Rosario, Villari, Bari, Editori Laterza,1961, pag. 89-93. 4 Antonio, Gramsci, note sulla questione meridionale, in: nuova antologia della questione meridionale, (a cura di) Bruno Caizzi, Milano, Editori di Comunit, 1962, pag. 435- 438.
borghese;
alla
produzione
nazionalismo
romanticista
appartiene
anche
la
memorialistica, basti pensare a Manzoni e Ippolito Nievo. Il movimento del nazionalismo/romanticista fu particolarmente vivo in Germania. Lidea della difesa della libert ed identit della nazione acquista spessore anche perch coniugata al movimento culturale del romanticismo; il nazionalismo fu uno dei temi chiave del Romanticismo, che ne determin il suo ruolo, espressioni e significati; essi rivendicavano la propria individualit nazionale, esaltavano gli ideali, il sacro, la poesia, il bello, lo spirito -un esempio Gabriele Dannunzio- sincomincia ad affermare una borghesia e influenze provenienti da Francia e Inghilterra. Ma anche il romanticismo sentimentale di Fogazzaro e Aleardi, rivolto ad un pubblico aristocratico, soprattutto femminile, dove nei romanzi come piccolo mondo antico si scorge gli influssi romantici, lambiguit delle situazioni tra lerotico e religioso, e luomo, protagonista dei racconti, sempre in compagnia di una donna. Dallaltra parte la penisola italica interessata dalla grande produzione letteraria realistica, sotto linflusso del naturalismo e positivismo francese ed inglese, e dautori come Zola e Comte. Ma a differenza delle altre correnti naturaliste, in Italia per indicare il realismo italiano si usa il termine verismo. Il naturalismo francese aveva valenze politiche, filosocialiste, mentre il verismo era politicamente un movimento pi moderato, in particolare a causa dellarretratezza sociale complessiva dellItalia. Il verismo era il frutto dellinstabile equilibrio raggiunto dopo lunificazione, del conflitto che nacque tra nord e sud Italia e dallincapacit di incorporare alla vita dello Stato italiano la plebe meridionale come elemento attivo e partecipante. Questa corrente dunque diede un colore regionale e dialettale, primitivo e epico, che portava alla scoperta un mondo ignorante, vergine, quale il mondo del Sud e le sue isole. 5 Uno degli elementi del verismo 6, nato negli ambienti milanesi, era la rappresentazione degli aspetti pi umili della provincia e realt sociale e soprattutto dellimpersonalit 7 dellautore nello scrivere.
De Sanctis Francesco, La literatura de la segunda mitad del siglo XIX, Bari, Editori Laterza, 1970, vol.I, pag. 579 6 Il primo cui enunci i primi canonici teorici fu Luigi Capuana, con il suo romanzo Giacinta.
Il naturalismo si focalizzava su ambienti metropolitani e classi, dal proletariato alla borghesia, legate alle grandi citt e al loro sviluppo. Mentre con i nuovi naturalisti italiani che esplorano la vita della campagna, vi la scoperta del primitivo e dell'elementare come documento di verit non alterato dalla falsit dei rapporti sociali superiori; i veristi accentuano di questa fenomenologia del primitivo gli elementi regionalistici, ancorandoli al particolarismo delle tradizioni e dei dialetti. Folklore e sociologia alimentano una grossa produzione di romanzi e racconti. E come afferma De Marchi cera il Desiderio di scrivere pel popolo e colla lingua del popolo. 8
4. Il verismo italiano
Come accennavo nel capitolo precedente, gli antecedenti dei nostri veristi italiani, come Zola, cercarono di fare un tuttuno con larte e la scienza; il romanzo doveva essere un libro di scienza che conteneva idee positiviste, e il romanziere e il medico erano considerati sinonimi. Cos scriveva Zola allesordio del suo Roman exprimental:
Il me suffira de remplacer le mot mdecin par le mot romancier, pour rendre ma pens plus claire et lui apporter la riguer dune vrit scientifique
Veristi come Verga, di Giacomo e altri maggiori e minori scrittori, vennero molto influenzati dalla corrente positivista e naturalista francese, ma ci che li differenzia dai loro colleghi francesi, fu lo scrivere nei loro racconti le memorie poetiche della loro adolescenza paesana, carattere precisamente distintivo del realismo italiano. La poetica sperimentale di Zola e dei suoi seguaci scelsero come campo dosservazione Parigi, citt che riassumeva tutta la nazione Francese; secondo questi scienziati
poi suo figlio Bastianazzo, perch era grande e grosso quanto il san Cristoforo che cera dipinto sotto larco della pescheria della citt qui lautore fa riferimenti precisi ad una realt, con la quale chi narra si configura como uno che appartenga a questo mondo, elimindando cos ogni interferenza soggettiva nella narrazione. Giuseppe Verga, I Malavoglia, cap.I. 8 Russo, Luigi, Giovanni Verga, Bari, Editori Laterza,1969, pag. 50.
romanzieri solo nella vita socialmente artefatta delle grandi citt, rispetto allinnocente e semplice vita contadina dei campi, si concentravano gli argomenti desperienza deccellenza, quali la malattia, il vizio, il deforme. Insomma linteresse del mondo patologico si concentrava nelle metropoli, soprattutto in quella Parigina. Diversa, invece, era la situazione in Italia; mentre la Francia era un paese politicamente accentrato e unitario, lItalia, a causa delle sue variet regionali e la divisione tra settentrione e meridione, non si sentiva ancora quel sentimento di nazione unita. Le isole del meridione cos come il resto delle regioni erano state una remora alla nostra unit politica, rappresentavano e ancora tuttoggi rappresentano la ricchezza artistica, sociale e politica del nostro paese; basti pensare alla Sicilia del Verga, di Pirandello, Capuana, alla Calabria di Alvaro, la Sardegna della Deledda, la Napoli del Di Giacomo, il Veneto di Fogazzaro, regioni, citt e paesi che ispirarono i pi grandi scrittori italiani - e non solo- dell Ottocento e Novecento. Questi scrittori ci svelano le parti pi intime della loro vera patria, ossia della provincia; essi collaborarono al movimento unitario che si attuava nelle singole regioni, carattere politico distintivo del verismo italiano.9
Questa realt italiana della campagna del meridione venne rappresentata e descritta da molti autori, tra cui Giovanni Verga. Esigenza di concretezza, il desiderio di dare piena rappresentazione della realt sociale anche nei suoi aspetti pi umili e il postulato dell'impersonalit dell'opera d'arte, sono elementi di questa corrente italiana. Ma con i suoi scritti ed opere egli volle, non solo privilegiare le descrizioni della piccola provincia e della campagna, con la miseria e arretratezza, e le ingiustizie sociali -temi e aspetti profondi, quasi sconosciuti dalla realt sociale del settentrione- ma anche dare un messaggio sociale, di protesta, che quasi gi intravedeva il problema meridionale come problema nazionale, e affermava lantitesi tra il gran mondo del lusso, della borghesia, della citt e quel piccolo mondo eroico e misero della provincia.
Come affermava Flaubert: la posie est une chose aussi precise comme la gomtrie, unarte senza intrusione degli affetti dello scrittore in contrapposizione allarte degli scrittori romantici. Verga, rispetto a Flaubert, aveva una concezione della vita austera, appassionata e triste, mentre Flaubert mostrava un atteggiamento ambiguo nei suoi racconti, ed era impassibile davanti ai valori della vita. Nonostante la sua visione pessimistica, Verga descriveva la gente della campagna, dei pi deboli e, come afferma il critico L. Russo: era un descrittore del basso, del deforme, dellanimalesco, uno scopritore dellumanit dei barbari 10,
rappresentando quella vita, miseria e disgrazia di quel meridione senza disprezzo o disgusto che si trovava nei racconti di Flaubert, che sottolineava i vizi di una societ borghese e aristocratica francese, per questo motivo si potrebbe riconoscere in Verga il suo lato religioso romantico, che crede alle virt del popolo. Ma ci che lo differenziava dagli scrittori romantici era il suo modo di scrivere morale che umanizzava la vita dei bruti, deboli e quella dei vinti, mentre gli altri vedevano un contrasto di forze naturali. Se il positivismo dellepoca si concentrava nello studiare e ricercare le malattie fisiologiche e patologiche delluomo, considerate ereditarie e causa del comportamento e delle sofferenze umane della societ del tempo, Verga, al contrario, analizzava la vita, descriveva lanima dei poveri contadini e esaltava le loro passioni, tragedia, gli affetti, che venivano condannati dallipocrisia sociale come immorali; Russo scrive che era un Verga che scolpiva uomini, insomma uno scrittore con grande interesse per la sensibilit morale, lasciando da parte le ricerche scientifiche che non vedevano a fondo i veri problemi delluomo, descrivendo i protagonisti stessi come persone sofferenti che agiscono senza riflettere un esempio Madame Bovary de Flaubert-.11 Il realismo dei racconti di Verga si converte in realismo artistico dovuto al grande interesse morale della realt. La vita dei protagonista descritta nei Malavoglia, Nedda o Mastro don Gesualdo, non pi una conseguenza dovuta al milieu o a la race, bens al destino; un destino accompagnato dalla lotta impari ma tenace dellumanit; si parla di passioni e tragedie di contadini di campagna e non pi di tradimenti, amori impossibili o
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duelli nel mondo borghese, bens una lotta tra vinti e vincitori, tra gli umili e i potente e tra i privilegiati e i diseredati, i quali sono condannati dalla crudelt della loro vita stessa; per esempio nella descrizione della psicologia dei vinti si definisce quella dei vincitori, che a loro volta sono vittime di altri torturatori:
-Colla malannata che si prepara, aggiunse padron Cipolla, che non pioveva da santa chiara, e se non fosse stato per lultimo temporale in cui si persa la Provvidenza, che stata una vera disgrazia di Dio, la fame questinverno si sarebbe tagliata col coltello! Ognuno raccontava i suoi guai, anche per conforto dei Malavoglia, che non erano poi i soli ad averne. Il mondo pieno di guai, chi ne a pochi e chi ne ha assai, e quelli che stavano fuori nel cortile guardavano il cielo, perch unaltra pioggerella ci sarebbe voluta come il pane.12 In questo capitolo dei Malavoglia viene descritta lassoluta estraneit al dolore dei Malavoglia, la buona pioggia che si era augurata per la vigna e salvezza per i campi, sar una disgrazia per la famiglia di padron Ntoni, che perder la barca Provvidenza insieme al nipote; questa tragedia sar la causa dei loro infiniti problemi. Lasino va picchiato, perch non sa picchiar lui; e sel potesse picchiare, ci pesterebbe sotto i piedi e ci straperebbe la carne a morsi13 I ragli di asino non arrivano in cielo
In questo aforisma di Rosso Malpelo e detto popolare viene descritta la cattiveria e schiavit umana. I vinti verghiani vengono ritratti nel loro dolore in una espressione di stupidit, accentando passivamente la logica fatale della vita, la legge machiavellica del pi forte, dove solo il pi forte destinato a vincere e il pi debole fatalmente a soffrire. Verga colpito dalla vita della provincia nei suoi racconti riesce a dar voce ai drammi silenziosi della povert della campagna, appoggiandosi anche a un fondo critico ma al tempo stesso oggettivo.
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Verga Giovanni , I Malavoglia, Editori Feltrinelli, Milano, 1981, cap.IV, pag. 57. Aforisma di Rosso Malpelo.
4.2. Il verismo di Verga in contrapposizione con il misticismo e la visione romantica degli scrittori Europei dellOttocento
Verga, un siciliano lombardizzato si distacca completamente dalla suo opere, omettendo giudizi personali, dove non si distingue il narratore dai protagonista, ma dove sono i protagonista, uomini sofferenti, che attraverso la tecnica della coralit cantano questo loro soffrire. A differenza del Verga, il quale si distacca nettamente dallo scrivere di Fogazzaro o Pascoli per essere stato antibiografico, gli altri autori hanno fatto della propria opera uno specchio luminoso di s stessi e del loro essere mortale. 14
Il verismo, considerato movimento fuori dalle tradizioni paesane, sorgeva come tendenza di vita e metodo darte contro il misticismo di Fogazzaro e lestetismo di Dannunzio. La produzione letteraria di Fogazzaro aveva una concezione mistica e idealistica della vita, riportava le pulsioni e le contraddizioni dellanimo umano in vicende familiari e passionali. Romanzi come Malombra, Daniele Cortis, Il Mistero del Poeta, dove si accentua il contrasto tra passione amorosa e fede religiosa, o come Piccolo mondo antico, in cui prevale lambivalenza tra antica fede cattolica, ateismo e misticismo, in uno sfondo patriottico della nascente Italia. Nelle pagine di Fogazzaro si celebra un erotismo cronico, la contaminazione dellumano col divino, dove i protagonisti sono sempre in compagnia di una donna. Il misticismo di Fogazzaro non era solo religioso, bens era un mistico in amore come nella Divina Commedia di Dante, il poeta in grado di comunicare con la donna diletta e di arrivare, nel far questo, a smarrire la coscienza della propria persona come lasceta rapito in Dio 15. La realt che ci circonda viene percepita come irreale, il tempo perde le categorie di passato e futuro per diventare un eterno presente, l'io perde la sua identit separata per fondersi con il tutto, queste caratteristiche descrivono perfettamente i personaggi di Fogazzaro, come Marian Nel piccolo mondo antico.
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Russo, L. (1969), pag. 130-135. - Articolo del 2 aprile 1906 - Il sorriso di Beatrice al trionfo di Cristo e Maria nella odierna conferenza dantesca di Antonio Fogazzaro (prime 2 col.) firmato A. Fogazzaro.
Mentre nelle opere dannunziane, come Chimera (1890), Isotta Guttadauro (1886), frutto della fase dellestetismo, larte il valore supremo e ad essa devono essere subordinati gli altri valori; la vita si sottopone solo alla legge del bello. Lesteta d vita a un mondo rarefatto, ad un vero proprio culto religioso dellarte e della bellezza, isolandosi dalla realt meschina della societ borghese. DAnnunzio insiste su temi di sensualit perversa, compendiati in immagini di una femminilit fatale e distruttrice; Russo lo definisce/ lo identifica come lirismo sessuale, una letteratura dove si manifesta la soggettivit dellautore con prevalenza degli aspetti sentimentali, ed erotici. La donna, dunque, la musa ispiratrice per scrittori come DAnnunzio e Fogazzaro, grazie alla quale descrivevano le loro passioni e suggellavano qualcosa di ambiguo e sessuale. Come quasi tutti gli artisti del secolo XIX sono alle prese con una fede romantica dellamore, vista come rivoluzione morale del secolo e visione centrale della vita; Era la religione del nuovo secolo senza Dio, e che pur andava in cerca di Dio.16 Nei romanzi del Verga, invece, il ruolo della donna si rovesciato, non si parla del mito del muliebrismo, ossia la religione dellamore, dove i problemi della vita, della patria e della societ dipendevano dalla donna, intesa come problema religioso e radicale; per esempio nelle ultime lettere di Jacopo Ortis la donna e la patria costituiscono un unico dramma religioso.17 per anche D'Annunzio, come il suo collega Verga, presentava figure e paesaggi della sua terra, l'Abruzzo. Ma rispetto ai romanzi verghiani, non presente lindagine sui meccanismi della lotta per la vita" nelle "basse sfere" e soprattutto non vi nulla dellimpersonalit verghiana, risultante dall"eclisse dell'autore e dall'immersione del punto di vista narrativo entro le realt rappresentata. Il mondo di Terra vergine un mondo sostanzialmente idillico, non problematico: in una natura rigogliosa e sensuale esplodono passioni primordiali, soprattutto sotto forma di un erotismo vorace, irrefrenabile, ma anche di una violenza sanguinaria. Le novelle di D'Annunzio, dunque, richiamano al regionalismo veristico, ma la loro sostanza del tutto estranea al gusto documentano, agli interessi sociali.
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Rispetto, invece, al romanzo manzoniano, dove prevale il tema dellumilt e degli oppressi, visto sotto chiave di una religione confessionale, il dolore e i sentimenti del popolo e del piccolo mondo dei primitivi del Verga, non vengono giustificati da un giudizio divino ma con pieno sentimento da uomo a uomo; luomo, quindi, non interessa pi come uomo sociale, ma come uomo assoluto nella sua individualit filosofante, dove si esalta il mondo metafisico del singolo individuo. 18 Il popolo, quindi, diventa produttore ingenuo della poesia, e Verga apprezzando la semplicit di questo stile, valorizza la lingua del popolo.19
cos comincia la prefazione di I Malavoglia di Giovanni Verga; evidente la presenza della cultura positivistica (studio), e la suggestione delle posizioni di Zola sul romanzo sperimentale, mentre i due aggettivi ribadiscono limpersonalit dellautore che si astiene ad ogni presa di posizione.
Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza.21
Cos inizia il romanzo che storia di una famiglia (i Malavoglia) e di un paese siciliano, vicino Catania, chiamato Aci Trezza22. La metafora della mano per indicare la compattezza e lordine gerarchico della familia indica come i Malavoglia siano, nella loro globalit, il protagonista del testo narrativo:
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Russo, L. (1969), pag. 130. Russo, L. (1969), pag. 58 20 Prefazione di Giovanni Verga, I Malavoglia. 21 Verga G. cap I, pag. 5. 22 Verga sceglie di narrare la sua storia collocandola in un piccolo paese siciliano di pescatori (paesino sulla costa orientale della Sicilia, pochi chilometri da Catania). Aci Trezza e gli uomini che vi abitano offrono al narratore una semplicit originaria che meglio ci pu fare capire gli impulsi fondamentali delluomo.
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E la famigliola di padron Ntoni era realmente disposta come le dita della mano. Prima veniva lui, il dito grosso, che comandava, poi suo figlio Bastiano Poi veniva la Longa; infine i nipoti in ordine di anzianit. I singoli contano poco, purch rimanga lunit del nucleo. A rappresentare la famiglia padron Ntoni, il patriarca che rappresenta i valori del focolare domestico. Nntoni un semplice pescatore e insieme alla sua famiglia e alla Provvidenza sono la vita e il cuore del villaggio; I Malavoglia vivono in una realt in cui persone, cose, ambiente si fondono in un tuttuno ed essi stessi sono unidentit inestricabile, dove il protagonista tutto il paese. In Nntoni possiamo percepire un eroismo istintivo, rozzo, il suo senso religioso della vita e il suo dolore, che si trasmette a tutta la famiglia; ma larte verghiana fa si che le pene e le descrizioni delle loro disgrazie non vengono mai descritte in primo piano, ma appaiono attraverso la conversazione pettegola dei personaggi del paese, questo da un effetto di coralit del romanzo, dove tutti quelli del paese partecipano con compassione. 23 Adesso colla Provvidenza i Malavoglia potranno tirarsi su unaltra volta, e la Mena sar di nuovo un bel partito. Ora, se la ruota non gira pei i Malavoglia, la casa del nespolo se la piglia
Ma per il Verga questi dolori hanno sempre qualcosa di solitario e di desolato, ciascuno piange in un dolore comune alla propria sorte e linteressamento del prossimo tutto formale, pettegolo ed egoistico, dove ogni personaggio estraneo e indifferente al dolore dei Malavoglia. 24 Perfino compare Alfio Mosca era venuto con una gallina per mano.-Prendete queste qua, gn Mena, diceva, che avrei voluto trovarmici io al posto di vostro padre, vi giuro. Almeno non avrei fatto danno a nessuno, e nessuno avrebbe pianto.25
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Russo, L. (1969), pag. 150. Russo, L. (1969), pag. 138-41. 25 Verga G. I Malavoglia, cap. IV, pag. 53.
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In tutto il libro si vede espressa lidea del pessimismo dello scrittore, in modo particolare attraverso le parole di Alfio, uomo innamorato di Mena, la figlia di Nntoni, che soffoca, tace i suoi sentimenti per lei, commiserandosi e restando solo; ma anche la morte del figlio Bastianazzo, della quale visto solo laspetto economico, e il debito dei Malavoglia, rappresentano il lato triste e pessimista di Verga, cos come il detto in questa terra si piange soli, come si muore soli. 26 Il motivo economico un altro aspetto che rende pi tragica la sofferenza e il dolore dei Malavoglia, fatto di umili cose e rinunce; perch questa maniera ossessiva dellinteresse economico si contrappone al valore che invece i Malavoglia hanno per la famiglia e il lavoro. Non per questo il nomignolo dato alla famiglia un vero e proprio epiteto, poich ogni membro si distingueva dal resto del paese per la sua laboriosit.
Verga, inoltre, descrive il paese come se fosse una commedia con una comicit e un umorismo crudo per dare maggiore rilievo alla tragedia, dipingendolo con la sua ignoranza e ingenuit: e se non fosse stato per lultimo temporale in cui si persa la Provvidenza, che stata una vera grazia di Dio, la fame questinverno si sarebbe tagliata col coltello! -Non piove pi perch hanno messo quel maledetto filo del telgrafo, che si tira tutta la pioggia, e se la porta via.27 Questuso dellumorismo un artificio dellautore, chiamato effetto dello straniamento, dove si contrappone il clima comico del villaggio con quello tragico dei Malavoglia.. 28 Unaltra tecnica, secondo i canoni del verismo, luso del discorso indiretto libero.29 Inoltre, lautore racconta usando un dialetto siciliano liricamente trasfigurato, espressioni popolari, termini del gergo dei vari ambienti, introducendo frequentemente modi di dire proverbiali, accentuando le descrizioni con immagini paesane.
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Russo, L. (1969), pag. 142. Verga G. I Malavoglia, cap. IV, pag. 57. 28 Verga G. I Malavoglia, cap. IV, pag. 47. 29 Consiste nellinserire direttamente nel testo le parole e i modi di dire del personaggio stesso, senza distinzione rispetto alla voce del narratore; per trattare in modo personale e oggettivo la materia.
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Dopo la mezzanotte il vento sera messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i gatti del paese, e a scuotere le imposte. Il mare si udiva muggire attorno ai fariglioni che pareva ci fossero riuniti i buoi della fiera di santAlfio, e il giorno era apparso nero peggio dellanima di Giuda. Insomma una brutta domenica di settembre, di quel settembre traditore che vi lascia andare un colpo di mare fra capo e collo, come una schioppettata fra i fichidindia.30 Persino le descrizioni del villaggio fanno riferimenti ad una realt e a unesperienza paesana (i gatti, la fiera), contendo immagini religiose (Giuda). Sono descrizioni ricche demozioni, sentimenti, indizi che preparano il lettore ad orientarsi ad una vicenda tragica (il mare visto come essere animato). 31 Questarte verghiana serve per rappresentare realisticamente gli uomini che agiscono nel loro ambiente. Cos come Verga descrive la loro estraneit e diffidenza nei confronti dello Stato, che porter la Sicilia alle condizioni socio-politiche attuali che conosciamo. Siamo nel periodo successivo allUnit dItalia, il governo visto come vessatore; nel racconto appare sempre un elemento comune: il risentimento contro la tassazione imposta dopo lunificazione; un documento, un sentire collettivo che testimonia la situazione delle masse meridionali nel periodo post-risorgimentale. Gli abitanti del meridione si sentivano ancora lontani da questo sentimento dellessere italiano, del combattere e lavorare per la patria (per esempio quando Nntoni e Luca vengono chiamati per il servizio civile):
-Li dovrebbero abbruciare, tutti quelli delle tasse! -Benedetto Dio! ...Va a finir brutta, va a finir con questi italiani!32 una vera porcheria esclamava donna Rosolina, la sorella del curato, rossa come un tacchino, e facendosi vento col fazzoletto; e se la prendeva con Garibaldi che metteva le tasse, e al giorno doggi non si poteva pi vivere, e nessuno si maritava pi. Se Manzoni viene definito da Russo come il poeta della giustizia, il Verga sar il poeta patetico delle virt profonde dei primitivi.
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Verga G. I Malavoglia, cap. III, pag. 39. Russo, L. (1969), pag. 151-159. 32 Verga G. I Malavoglia, cap. IV, pag. 55.
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Questa grande polemica romantica dello scrittore, che nasce a difesa della passione nativa, contro la vita corrotta della societ, come le teorie del secolo XIX che difendevano il popolo innocente, buono generoso, dalle classi pi abbienti colte e corrotte.33 I Malavoglia sono una rappresentazione della situazione sociale, degli usi e costumi di una Sicilia dellOttocento. Nellopera si possono scorgere tratti e caratteristiche che tuttora sono presenti in Sicilia e nel Sud Italia. Ma com ora la loro situazione sociopolitica? Perch si parla ancora della questione meridionale?
6. La questione meridionale
Sar proprio in questo periodo che sorger, grande problema nazionale dell'Italia unita. Il problema riguardava le condizioni di arretratezza economica e sociale delle province annesse al Piemonte nel 1860-1861 (rispettivamente gli anni della spedizione dei Mille e della proclamazione del Regno dItalia). I governi sabaudi avevano voluto instaurare in queste province un sistema statale e burocratico simile a quello piemontese. Labolizione degli usi e delle terre comuni, le tasse gravanti sulla popolazione, la coscrizione obbligatoria e il regime di occupazione militare con i carabinieri e i bersaglieri, cre nel sud una situazione di forte malcontento. Da questo malcontento vennero fuori alcuni fenomeni: il brigantaggio, la mafia e lemigrazione al nord Italia o allestero.
7. Situazione in Sicilia e Meridione post-risorgimentale. La situazione in Sicilia dopo lunit dItalia era drammatica; lagricoltura era arretrata (cera ancora il latifondo e i grandi proprietari non si preoccupavano di aumentare la rendita dei terreni, di dare uno stipendio ragionevole ai contadini: pensavano solo a divertirsi e a sperperare il denaro guadagnato), mancavano strade, servizi igienici, rapporti commerciali con lesterno, industrie, scuole, la maggior parte della popolazione
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era analfabeta. La popolazione del Sud non era affatto contenta delle proprie condizioni di vita, e questa insofferenza sfoci nel brigantaggio che si era esteso in tutto il Mezzogiorno. Questo movimento del farsi la legge per s port alla creazione di federazioni di famiglie organizzate su base regionale, come Cosa Nostra in Sicilia, la Ndrangheta in Calabria e la Camorra in Campania; erano famiglie di crimine organizzato, linizio della mafia. Molti clan ditaliani mafiosi e contadini espatriarono, come conseguenza alla situazione disastrosa del meridione, negli Stati Uniti. Questo port alla manifestazione di discriminazione e xenofobia nei loro confronti. 34 Ma la realt/ faccenda/ questione pi importante era la mancanza dindustria e soprattutto non vera la pubblica opinione che frenava la politica dei proprietari terrieri, padroni assoluti dei contadini (77% del suolo siciliano35), quale salario era assai ridotto. Solo alcuni lavori pubblici portarono benefici ai paesi del Meridione ma non crearono quellindustria necessaria. Inoltre il governo, i tribunale, la polizia dipendevano dai proprietari terrieri che divennero, in sostanza, la classe governante. 36 Nel 1882, durante le riforme elettorali, come conseguenza del descontento sociale e delle fallite riforme intraprese dai repubblicani, democratici e socialisti, nacque il trasformismo37, il quadro politico veniva trasformato, in cui i deputati dellopposizione venivano corrotti. Insomma lItalia meridionale era una grande disgregazione sociale e politica, che riguardava anche la parte intellettuale, gli intellettuali meridionali che han cercato di impostare la questione meridionale si raggruppavano attorno a riviste del Settentrione come la Voce , Unit 38.
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diffuse il termine, spesso dispregiativo, terrone (che significa "persona che mangia i frutti della terra") per identificare le persone originarie delle regioni meridionali. 35 Pasquale Villari (1961), il Mezzogiorno e la questione sociale in: Il Sud nella storia dItalia. Antologia della questione meridionale, (a cura di) Rosario, Villari, Bari, Editori Laterza, pag. 105. 36 Villari(1961), pag. 110-115. 37 http://cronologia.leonardo.it/storia/a1882b.htm 38 Antonio, Gramsci (1962), note sulla questione meridionale, in: nuova antologia della questione meridionale, (a cura di) Bruno Caizzi, Milano, Editori di Comunit, pag. 440-441.
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Pasquale Villari, Sidney Sonnino e Leopoldo Franchetti furono i primi ad occuparsi della situazione economica, che si era venuta a creare nel Mezzogiorno dItalia a seguito allunificazione, da loro nascer questa corrente di pensiero chiamata meridionalismo. Mentre la definizione questione meridionale venne enunciata per la prima volta da un deputato del parlamento italiano nel 1873, che riguardava appunto la situazione del Meridione. 39 Tuttavia nel Meridione esistono ancora problematiche, come la mancanza di lavoro o di un impiego; il tasso di disoccupazione del 20%, con punte del 50% tra i giovani in cerca di prima occupazione. E si tratta di un fenomeno che riguarda un po tutti: donne e uomini, ex-operai di fabbrica, edili, braccianti agricoli, gente di mezza et, scolarizzati e senza titolo di studio, il tasso molto alto nelle regioni come la Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Le difficolt del mercato del lavoro delle regioni meridionali si riverberano in maniera amplificata sulle donne. Nel 2006 il tasso di occupazione delle donne del Mezzogiorno del 31 per cento, di 15 punti percentuali inferiore alla media nazionale. Un altra spina nel nostro Paese il tasso distruzione. Le persone con esperienza di abbandono scolastico precoce (cio i giovani in et tra i 18 e i 24 anni con un titolo di studio non superiore alla licenza media e che hanno abbandonato la scuola o la formazione) sono circa 900 mila. Le aree del Mezzogiorno sono investite dal fenomeno in misura pi marcata, con incidenze particolarmente elevate in Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, dove pi di un quarto dei giovani in tale condizione. La quota degli occupati tra coloro che abbandonano gli studi quasi doppia nelle regioni settentrionali (oltre il 73 per cento) rispetto a quanto registrato nel Mezzogiorno (circa il 38 per cento) dove, peraltro, linattivit incide in misura molto accentuata (per circa il 44 per cento). Nel Mezzogiorno labbandono del sistema scolastico sembra corrispondere in maniera diffusa a esiti di non partecipazione al mercato del lavoro.
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http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/m/m145.htm (27.11.09).
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Altro importante fattore di differenziazione territoriale quello relativo al grado di diffusione del lavoro irregolare. Questa tipologia di utilizzo del lavoro in alcune regioni del Mezzogiorno vicina o superiore al 20 per cento, ovvero circa tre volte quella che si registra nel Nord. Le regioni dove pi alto il tasso di irregolarit sono in genere anche quelle in cui sono pi diffusi livelli del tasso di occupazione particolarmente bassi. La maggiore presenza di lavoro irregolare, contribuisce, per un verso, a rendere economicamente sostenibili i bassissimi tassi di occupazione che si rilevano nelle regioni del Sud, ma , per altro verso, un ulteriore sintomo di malfunzionamento di quei segmenti del mercato. Anche le condizioni economiche delle famiglie del mezzogiorno sono drastiche, Il reddito medio inferiore alla media nazionale in tutte le regioni del Mezzogiorno (ai due estremi, la Lombardia, con oltre 32 mila euro, e la Sicilia, sotto i 21 mila): il divario nei redditi familiari tra Nord e Sud pari a 7500 euro. Il 38,5 per cento delle famiglie residenti nel Mezzogiorno appartiene al quinto dei redditi pi bassi, contro il 12,7 per cento di quelle che vivono nel Centro e il 10,5 per cento delle famiglie del Nord. La quota di famiglie nel primo quinto particolarmente elevata in Sicilia (46,6 per cento), Calabria (43,1 per cento) e Basilicata (42,5 per cento).40 E ancora la mancanza d infrastrutture, la dimensione troppo piccola delle imprese, la presenza di un sistema bancario poco efficiente, i ritardi di una pubblica amministrazione spesso pletorica, l'emigrazione di tanti giovani che non trovano un lavoro adeguato al loro livello culturale e alle loro aspettative, l'incapacit di sfruttare le risorse ambientali e paesaggistiche, e soprattutto l'infiltrazione nell'economia sana della malavita organizzata.
9. Conclusione
Se si dovesse fare un paragone tra la condizione della Sicilia che descriveva Verga nei Malavoglia con la situazione attuale, non noterei nessun cambiamento. Mi basta pensare
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http://www.istat.it/istat/audizioni/170707/F-Dossier5.pdf (27.11.2009)
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alla mia famiglia che dalla Sicilia, negli anni 70 si trasfer una parte a Milano, Svizzera e laltra parte emigr in Brasile, a causa della mancanza di lavoro e della condizione politica, sociale e economico del tempo; diamo unocchiata, per esempio, ai cognomi delle famiglie che vivono nel Nord Italia.
Secondo il mio parere, non solo il mezzogiorno soffre della mancanza di occupazione e dei vari problemi elencati precedentemente, anche nel resto dItalia la situazione diventata difficile, e questo non dovuto solo alla crisi finanziaria, ma soprattutto alle persone che governano lItalia. Il nostro turismo calato negli ultimi anni, una forte percentuale di giovani emigrano ancora tuttora, delusi di quello che lo Stato li offre. Io stessa nel 2004 me ne andai dallItalia per trovare una migliore qualit di vita in Germania. Ancora oggi, purtroppo, la mafia fa decine di morti, sinfiltra e agisce nel Nord dItalia, un esempio quello che sta succedendo dopo il successo dellEXPO 2015 a Milano, con la Ndregheta, che comanda ormai e finanzia al tempo stesso questo progetto. E poi, la corruzione, i politici che pensano solo ai loro interessi, a mantenere un posto sicuro per secoli nel governo, senza preoccuparsi seriamente dellandatura del nostro paese. Le classi dirigenti italiane, le borghesie che guidano il paese dovrebbero dare il buon esempio alla nazione e mettere mano al cambiamento, migliorando innanzitutto il sistema politico-istituzionale e la democrazia del paese. Ma proprio davanti al compito, chi dovrebbe assumersene l'onore si attarda, incoraggiato dall'ignavia di massa. Se guardiamo lultimo film e libro di successo fu Gomorra, un film-documentario sulla mafia napoletana, o se si pensa alla strage dovuta al terremoto che succedette in Aprile nellAquila, cos come le alluvioni a Messina, dove la gente, dopo 6 mesi vive in condizioni disastrose, e dove un certo Premier, os fare la battuta: vivono nelle tende, bh come se stessero vivendo in un campeggio, come in vacanza, nulla cambiato. LItalia era il paese della letteratura, se pensiamo come proprio le prime correnti arrivavano dalla Scuola Siciliana, della musica, del vivere in armonia nel paese, dove la cucina una delle migliori al mondo, della qualit, del poter trascorrere le proprie vacanze, in posti paradisiaci con tutta la famiglia (ora negli ultimi anni, questi posti paradisiaci stanno scomparendo per la costruzione di castelli, ville e villoni da parte di
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privati senza nessuno tipo di permesso, uno di questi lo stesso Premier che citavo prima). Le famiglie di oggi possono permettersi una vacanza di una settimana in campeggio, non riescono ad arrivare alla fine del mese, e son costretti a indebitarsi per pagare il mutuo sulla casa. Se si parla ora dItalia con il resto dEuropa, escono fuori sempre le stesse parole: mafia, corruzione, governo, morti. Si parla tanto dEuropa, ma ancora oggi c una forte divisione tra Nord e Sud in Italia. Forse lunica cosa, della quale possiamo esserne ancora fieri e orgogliosi, il clima (nonostante per negli ultimi periodi ci sono state forte nevicate in Sicilia, Calabria) e la nostra cucina tradizionale.
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10. Bibliografia
De Sanctis Francesco, La literatura de la segunda mitad del siglo XIX, Bari, Editori Laterza, 1970, vol.I. Gramsci, Antonio, note sulla questione meridionale, in: nuova antologia della questione meridionale, (a cura di) Bruno Caizzi, Milano, Editori di Comunit, 1962. Massari, Giuseppe, la Sicilia e lo stato unitario, in: Il Sud nella storia dItalia. Antologia della questione meridionale, (a cura di) Rosario, Villari, Bari, Editori Laterza, 1961. Russo, Luigi, Giovanni Verga, Bari, Editori Laterza,1969. Verga Giovanni, I Malavoglia, Editori Feltrinelli, Milano, 1981, cap.IV, pag. 57. Villari, Pasquale, (1961), il Mezzogiorno e la questione sociale in: Il Sud nella storia dItalia. Antologia della questione meridionale, (a cura di) Rosario, Villari, Bari, Editori Laterza, pag. 105.
Pagine consultate:
http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/m/m145.htm http://www.istat.it/istat/audizioni/170707/F-Dossier5.pdf
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