1863-1938 LA VITA COME UN’OPERA D’ARTE PERIODO GIOVANILE
• 1863: nasce a Pescara da
famiglia borghese • Studia al collegio Cicognini di Prato (scuola aristocratica) • 1879: all’età di 16 anni, precocissimo, pubblica «Primo vere», una prima raccolta di liriche di ispirazione carducciana. LA VITA COME UN’OPERA D’ARTE • 1881: a 18 anni si trasferisce a Roma per frequentare la Facoltà di Lettere, presto • PERIODO ESTETIZZANTE abbandonata. • Conduce vita mondana e scandalosa (avventure galanti, lusso, duelli) e esercita la professione di giornalista. • D’Annunzio assume la maschera dell’esteta che rifiuta la mediocrità borghese, rifugiandosi in un mondo di «pura arte». • 1889: Il Piacere: vi confluisce tutta l’esperienza mondana romana e letteraria vissuta fino a quel momento. Il protagonista Andrea Sperelli, un doppio di D’Annunzio stesso LA VITA COME UN’OPERA D’ARTE • FASE SUPEROMISTICA • 1891: D’Annunzio si trasferisce a Napoli • 1892: pubblica in traduzione francese il romanzo L’innocente, che lo porta al successo europeo. (Nasce il partito socialista italiano) • Si avvicina al pensiero e all’opera di Nietzsche, integrando la teoria del superuomo con la tesi nazionalista di Maurice Barrès. • FASE SUPEROMISTICA • 1894: Conosce a Venezia l’attrice Eleonora Duse con cui ha una relazione amorosa e letteraria per 15 anni. Vita sfarzosa presso la villa toscana della Capponcina • Il trionfo della morte (1894) • Le vergini delle rocce (1896):manifesto politico del superuomo • Inizia a lavorare per il teatro • 1897: eletto Deputato della Destra • 1900: passa alla Sinistra senza essere rieletto alle successive elezioni. Pubblica il romanzo Il Fuoco, ispirato all’attrice Eleonora Duse. LA VITACOME OPERA D’ARTE • FASE SUPEROMISTICA • 1903: notevole successo teatrale con La figlia di Iorio • 1903-1904: Scrive i primi tre libri del suo capolavoro: Le Laudi del cielo, del mare e della terra • 1910: pubblica il romanzo Forse che sì forse che no, incentrato sul tema della follia. • 1910: fugge in Francia, sommerso dai debiti e per sottrarsi ai creditori. • 1912: pubblica quarto libro delle Laudi: Merope (che raccoglie Le canzoni delle gesta d’oltremare esaltanti l’impresa di Libia). Suffragio maschile. • 1914: si avvicina alla cinematografia scrivendo le didascalie del film Cabiria. LA VITACOME OPERA D’ARTE FASE «NOTTURNA» • 1914-1918: scoppia la Prima guerra mondiale. D’Annunzio tornato in Italia si mette alla guida del movimento interventista e parte volontario nella prima guerra mondiale. Rimane ferito in un incidente di volo e perde un occhio • Scrive il Notturno: diario in prosa in cui si registrano sensazioni, emozioni e ricordi con uno stile frammentario, diverso da quello delle prose precedenti. • 1917: riprende a partecipare alla guerra compiendo imprese grandiose: Beffa di Buccari e Volo su Vienna. • Alla fine del conflitto si avvicina a Mussolini e nel 1919 occupa Fiume proclamandosi governatore, rivendicandone l’annessione in seguito al Patto di Londra (1915). Discorsi dal balcone–ispirazione per Mussolini • 1922: avvento del Fascismo. D’Annunzio viene oscurato da Mussolini e si ritira nella villa di Gardone, sul Lago di Garda, cui dà il nome di «Vittoriale degli italiani» dove muore nel 1938 (leggi razziali) IL VOLO SU VIERNNA LA BEFFA DI BUCCARI https://www.youtube.com/watch?v=qOmsB-XxWvU Intervista a Giordano Bruno Guerri IL PENSIERO E LA POETICA • Le componenti fondamentali del pensiero di D’Annunzio e del Decadentismo europeo sono: 1)L’Estetismo
2)Il Panismo
3) Il Superomismo e la concezione politica antidemocratica
L’ESTETISMO (1884-1889,periodo romano) • Anni Ottanta: periodo romano, fase di adesione alla poetica del Decadentismo estetizzante • Le liriche dannunziane degli anni Ottanta mostrano una tendenza estetizzante (forma musicale e decorativismo elegante, parnassiano e simbolista)nella quale si coglie l’influsso dei poeti decadenti francesi e inglesi. • In questa fase il poeta concepisce l’arte come valore supremo, cui devono essere subordinati tutti gli altri valori, compresi quelli morali. • Il poeta persegue l’ideale di una bellezza assoluta, da attuare sia nell’arte sia nell’esistenza quotidiana, al di sopra di ogni criterio morale • Il poeta identifica la vita nell’arte, vive nella costante tensione a trasformarla in un’opera d’arte TRAMA: L’ESTETISMO: Il Piacere (1889) • Andrea Sperelli è un nobile romano che risiede a Palazzo Zuccari a Roma. Il suo amore per Elena Muti, anch'essa nobile, conosciuta ad una festa mondana, è ormai finito, così Andrea, dopo la definitiva separazione da lei, si lascia andare ad incontri amorosi. Ferito durante un duello, viene ospitato dalla cugina nella villa di Schifanoja a Francavilla, dove conosce la ricca Maria Ferres, moglie del ministro plenipotenziario di Guatemala, di cui subito s'innamora e dalla quale viene ricambiato. • Andrea, appena guarito, torna a Roma e si rituffa nella sua solita vita mondana. Anche Donna Elena è tornata a Roma dopo due anni, durante i quali aveva preso in seconde nozze Lord Heathfield. Andrea è combattuto tra due amori: Elena Heathfield e Maria Ferres, anche lei trasferitasi a Roma con il marito e la figlia Delfina. • Presto Andrea viene a sapere di una crisi finanziaria del marito di Maria che, avendo barato ad una partita a carte, è costretto a trasferirsi con tutta la famiglia. Prima di partire, Donna Maria vuole concedersi per l'ultima notte ad Andrea, ma lui, essendo troppo innamorato di Elena, rovina tutto (si fa sfuggire il nome di Elena) • Andrea partecipa all’asta dei beni dei coniugi Ferres e assiste alla mercificazione delle opere d’arte, cariche un tempo di valore affettivo. Ad Andrea non resta che la solitudine e la consapevolezza di stare osservando un'epoca storica che cambia: ossia il passaggio del potere della nobiltà di Roma alla democrazia popolare (cfr. T2, riga 1, pag. 323) Elena e Maria
Donna dall’ aspetto nobile e dall’animo
purissimo e sensibile. In lei Andrea vede dapprima il simbolo della sua purificazione, La donna alla quale è stato legato da una passione ma in un secondo momento tra i due il sensuale e travolgente rapporto si trasforma in amore, grazie al comune legame per la bellezza artistica e musicale. IL PIACERE L’ESTETA-DANDY STILE • Andrea è un giovane Dandy, un • Importanza della musicalità nella intellettuale raffinato dotato di prosa (influenza di P. Verlaine) buon gusto nelle opere letterarie e • Ricerca della fluidità , dell’armonia, nelle arti figurative, garbato della musicalità. Periodo ampio, amante, abile seduttore e squisito frase ritmata, attenzione al suono poeta. della parola, tendenza • Andrea da un lato richiama la all’enumerazione, alla ripetizione, vicenda e i valori di Des Esseintes, all’accumulo. Lessico ricco: protagonista del romanzo A arcaismi, termini inconsueti, rebours (Controcorrente) di neologismi, aggettivazione ampia. Huysmans, dall’altro si sovrappone con le vicende e il pensiero di D’Annunzio stesso. ANDREA SPERELLI-IL DANDY l dandismo è un comportamento diffusosi durante la Reggenza inglese e la Restaurazione francese. Proprio dei dandies, consiste in un'ostentazione di eleganza dei modi e nel vestire, caratterizzato da forme di individualismo esasperato, di ironico distacco dalla realtà e di rifiuto nei confronti della mediocrità borghese. IL PANISMO • Sentimento di matrice decadente, paganeggiante e classicista, che concepisce la natura animata da una forza vitale in cui l’uomo si immerge fino a fondersi totalmente con essa, in un rapporto di metamorfosi della natura nell’uomo e dell’uomo negli elementi della natura. (Dal nome Pan, dio greco dei boschi, lo si può far derivare anche dall'etimologia greca πάν (pàn), che significa «tutto».) • Sentimento panico della natura, di rapporto diretto e irrazionale tra l’io e la natura. • La poesia diventa la voce della Natura e assume un valore segreto in quanto consente alla natura di manifestarsi. IL PANISMO: La pioggia nel Pineto • Composta nel 1902, fa parte di Alcyone(terzo libro delle Laudi, capolavoro poetico di D’Annunzio): sorta di diario lirico che descrive un’intera stagione estiva trascorsa dal poeta con Eleonora Duse lungo le coste toscane della Versilia, dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno. La stagione estiva è quella più propizia a consentire la pienezza vitalistica. • Ne La Pioggia nel pineto, il poeta non si limita soltanto a registrare il fenomeno acustico della pioggia, ovvero della Natura colpita dall’acquazzone, ma esprime anche la metamorfosi del poeta e della donna, in elementi vegetali, immersi nell’inebriante natura. IL PANISMO: La pioggia nel Pineto • 2 livelli semantici intrecciati tra loro: Ad una prima lettura sembra dominare lo scroscio ella pioggia sugli alberi e gli arbusti, di cui si ammira la musicalissima riproduzione verbale, ritmica e fonica Ma ad una lettura più profonda emerge la metamorfosi progressiva, per cui il poeta e la compagna si trasformano via via in elementi vegetali. • Si coglie il rovescio dell’antropomorfismo presente nella Sera Fiesolana: se in questa la natura alcyonia è assimilata a creature umane, ne La pioggia nel pineto le creature umane tendono a loro volta ad assimilarsi alla natura. Tale assimilazione delle creature umane nella Natura è espressione del motivo panico consueto in Alcyone. IL PANISMO: La sera fiesolana • La Sera fiesolana è il testo più antico di Alcyone; scritto nel 1899 a Settignano, vicino Firenze, il poeta assiste al calare della sera con una donna. • Il peta ne celebra la ricchezza di profumi e suoni • La dolcezza del paesaggio serale di inizio estate trova un’intima corrispondenza nella melodia dei versi, nei quali la natura appare personificata con le sue diverse voci, le sue fresche dita protese verso il cielo e le sue labbra chiuse, mentre le figure umane sfumano nel paesaggio. • L’uomo che raccoglie fiori di gelso non è altro che un’ombra nella sera, mentre l’ interlocutrice a cui il poeta si rivolge resta muta e stupita di fronte alla campagna toscana. IL SUPERUOMO • D’Annunzio accoglie alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche (1892) conferendo ad essi una coloritura antiborghese, aristocratica, imperialistica. • L’influsso di Nietzsche risiede nel rifiuto dei principi egualitari che schiacciano la personalità, l’esaltazione dell’ebbrezza dionisiaca, cioè di un pieno vitalismo contro gli impacci della morale e della tradizione cristiana, l’esaltazione della volontà di potenza. • D’Annunzio si scaglia contro lo Stato borghese affermatosi nell’epoca postunitaria, in cui trionfano i principi democratici, lo spirito affaristico e speculativo che contaminano il senso della bellezza, il gusto dell’azione eroica • D’Annunzio vagheggia una nuova aristocrazia, un’elite che sappia tenere schiava la moltitudine degli esseri comuni ed elevarsi a forme di vita superiori basate sul culto della bellezza e l’esercizio della vita attiva. Questa elite deve portare lo Stato italiano via dalla mediocrità verso una politica imperialistica, di dominio sul mondo come l’antica Roma. IL SUPERUOMO • Il mito del superuomo ingloba in sé dunque la precedente immagine dell’esteta, perché è proprio il culto della bellezza ad essere lo strumento attraverso il quale si può uscire dalla mediocrità. • A differenza dell’esteta però il superuomo non si isola dalla realtà ma vuole dominarla e guidarla. • Anche il mito del superuomo è una reazione alle tendenze in atto di emarginazione dell’intellettuale nella società capitalistica moderna (il mutamento del ruolo dell’artista e la sua declassazione sono argomento del poemetto di Baudelaire «Perdita d’aureola» nella raccolta «Le spleen». • L’intellettuale-superuomo diventa dunque un VATE, il poeta che ha una precisa missione politica: rovesciare la sorte comune e ritrovare un ruolo sociale. L’artista deve guidare le nuove elites al dominio e porre fine al caos del liberalismo borghese, della democrazia e dell’egualitarismo. I ROMANZI DEL SUPERUOMO TRIONFO DELLA MORTE (1894) • Appare la figura del superuomo per la prima volta nel personaggio Giorgio Aurispa, che è ancora un esteta come Sperelli de Il Piacere. • Aurispa, cinico e privo di valori morali è travolto dalla passione per una donna, Ippolita (la lussuria), che distrugge la sua forza di volontà e gli impedisce di arrivare all’ideale sovrumano a cui aspira. Invano cerca di liberarsene ricorrendo al misticismo religioso, all’idolatria pagana, alla musica. Ma l’eroe non è ancora in grado di realizzare il suo progetto, • Prevalgono le forze oscure e negative della morte: si uccide trascinando con sé Ippolita, la «nemica», nella quale si obiettivano tali forze negative. I ROMANZI DEL SUPERUOMO • LE VERGINI DELLE ROCCE (1895) • Il romanzo è stato considerato dal Salinari come il «manifesto politico» del Superuomo perché contiene l’esposizione più compiuta delle teorie aristocratiche e imperialistiche di D’Annunzio. • Il protagonista è Claudio Cantelmo che sdegna la realtà borghese e e vuole generare il superuomo, il futuro re di Roma che guiderà l’Italia nel suo destino imperiale. • Va alla ricerca della donna con cui generare «l’ideal tipo latino», il futuro re di Roma in un famiglia della nobiltà borbonica in decadenza, devastata dalla malattia, dalla follia, dalla vecchiaia. • La cerca tra le tre figlie del principe Montaga: Massimilla (pura e sensibile in procinto di prendere i voti), Anatolia (quella delle tre sorelle che ha la forza di una regina, depositaria dei valori familiari, ma che non può seguire l’eroe perché costretta ad accudire la madre demente, i fratelli malati, il padre vecchio. L’eroe è allora spinto da Anatolia verso Violante, l’immagine della donna fatale, di una «Nemica», immagine di morte (cfr. Ippolita). Non è dato sapere se la sceglierà anche perché qui finisce il libro che doveva far parte di un ciclo «Il Giglio» comprendente altri due romanzi in cui forse l’uomo avrebbe dovuto raggiungere le sue mete, ma il ciclo rimane incompiuto. • IL FUOCO (1900) • Il Fuoco è considerato dal Salinari «il manifesto artistico» del Superuomo. • Il protagonista è Stelio Effrena (richiamo simbolico alle stelle e all’energia senza freni) che vuole realizzare una grande opera artistica, fusione di musica, danza e poesia e attraverso di essa creare un nuovo teatro, che dovrà forgiare lo spirito nazionale della stirpe latina. • Il protagonista è però ostacolato dalle forze oscure che prendono corpo in Foscarina, una donna che con la sua attrazione, il suo amore nevrotico e possessivo, ostacola l’eroe (Eleonora Duse). • La vicenda si svolge nel quadro decadente di Venezia. La donna lascerà libero Stelio, che tuttavia non realizzerà il suo progetto. Anche il Fuoco doveva far parte del ciclo «Il Melograno» incompiuto.