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Alessandro Manzoni:

la verità del cuore


e il dovere delle parole
Un rivoluzionario senza clamori
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / UN RIVOLUZIONARIO SENZA CLAMORI

ALESSANDRO MANZONI: I PRIMI ANNI

1 L’EDUCAZIONE NEI
COLLEGI
2 LE PRIME POESIE 3 GLI ANNI A
PARIGI
4 IL MATRIMONIO E LA
CONVERSIONE

Nasce a Milano nel 1785 da Comincia a scrivere versi di Nel 1805 raggiunge la madre a Nel 1808, anche per
Giulia Beccaria, figlia di Cesare spirito democratico, Parigi, quando il compagno, iniziativa della madre, sposa
(l’autore di Dei delitti e delle stilisticamente vicini al Carlo Imbonati, è da poco con rito civile Enrichetta
pene) e Pietro Manzoni. Viene Neoclassicismo: il Trionfo della scomparso. Blondel, calvinista, figlia di un
affidato a una balia di libertà, l’Adda, i Sermoni, banchiere ginevrino.
provincia, rimanendo privo di Urania.
legami con la famiglia. Scrive il carme In morte di Dopo il matrimonio,
Carlo Imbonati. recupera il suo sentimento
Viene educato in diversi collegi In tutti questi componimenti religioso, anche perché
religiosi lombardi, dove si prevale il rifiuto di ogni forma di Riallaccia un legame profondo Enrichetta si avvicina al
appassiona di autori classici letteratura estetizzante e fine a con la madre ed entra in cattolicesimo.
(soprattutto Virgilio e Orazio) e sé stessa. contatto con l’ambiente degli
si accosta al pensiero di eredi dell’Illuminismo (i Nel 1813 acquista il
Cuoco, Parini, Alfieri, Foscolo e cosiddetti idéologues), con palazzo di via Morone, a
Monti (a cui fa leggere le sue l’intellettuale Claude Fauriel e Milano, dove si trasferisce
prime composizioni). con altri importanti filosofi con la famiglia.
parigini.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / UN RIVOLUZIONARIO SENZA CLAMORI

ALESSANDRO MANZONI: LA FASE INVENTIVA

1 LA STAGIONE DELLE
GRANDI OPERE
2 IL 1821 3 L’IDEA DI UN
ROMANZO

Dopo la conversione, rifiuta gli Si mostra attento agli Nel 1821 inizia a concepire
scritti precedenti e concepisce le avvenimenti politici: compone l’idea di un romanzo. Si ritira a
opere maggiori, rifondando i l’ode Marzo 1821, la poesia Il Brusuglio e avvia la prima
principali generi letterari. cinque Maggio, la tragedia stesura del Fermo e Lucia, che
Adelchi (che termina nel lo impegnerà fino al 1823.
Pur lavorando in stretta
1822).
riservatezza, si sente vicino ai Sempre nel 1823 scrive la
romantici milanesi. Nel 1822 pubblica il Discorso Lettera al marchese Cesare
sopra alcuni punti della Storia d’Azeglio sul Romanticismo,
Tra il 1812 e il 1813 avvia la stesura
longobardica in Italia, dove in cui esprime la sua
degli Inni sacri; tra il 1814 e il 1815
sono evidenti la separazione adesione al Romanticismo.
compone due canzoni patriottiche;
nel 1816 scrive la tragedia storica Il tra invasori longobardi e popolo Intraprende una profonda
conte di Carmagnola; nel 1819-20, latino, l’interesse per le revisione del Fermo e Lucia,
gli scritti Osservazioni sulla morale persone comuni che subiscono che porterà, nel 1827, alla
cattolica e Lettre à Monsieur gli eventi della storia, lo studio prima edizione dei Promessi
Chauvet sur l’unité de temps et de del particolare per descrivere il Sposi (la ‘‘Ventisettana’’). Il
lieu dans la tragédie contesto storico. successo è clamoroso.
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ALESSANDRO MANZONI: L’ABBANDONO DELL’ATTIVITÀ CREATIVA

L’ESAURIRSI
1 IN TOSCANA 2 I LUTTI E IL
NUOVO MATRIMONIO
3 DELL’ATTIVITÀ
CREATIVA
4 LA CONSACRAZIONE

Nel 1827 soggiorna con Nel 1833 subisce la perdita di Esaurisce la sua fase Nel 1861 resta nuovamente
la famiglia in Toscana, Enrichetta; l’anno successivo creativa, preferendo vedovo.
dove si occupa della quella della figlia ventisettenne dedicarsi a studi filosofici, Con l’unità nazionale la sua
revisione linguistica del Giulietta. storici e linguistici. fama cresce e nel 1860 è
romanzo, che porterà nominato senatore.
alla versione definitiva Nel 1837 sposa in seconde
del 1840 (la Durante i moti del ’48 viene Nel 1870 accetta la presa di Roma
nozze Teresa Borri, vedova
‘‘Quarantana’’). eletto Deputato alla Camera da parte delle truppe italiane e la
Stampa.
subalpina, ma rinuncia fine del potere temporale dei papi.
Compone il trattato Della lingua all’incarico. Si ritira sul lago
Maggiore, dove rafforza il Accetta la presidenza della
italiana, rimasto incompiuto, e la
legame con il sacerdote Commissione per l’unificazione
Storia della colonna infame,
Antonio Rosmini. linguistica, dai cui lavori emerge
pubblicata nel 1842, insieme alle
Dell’unità della lingua e dei mezzi
ultime dispense della
Nel 1849 inizia il dialogo di diffonderla.
Quarantana.
Dell’invenzione e il saggio Muore nel 1873.
Del romanzo storico.
Il pensiero e la poetica:
il ‘‘vero’’ della storia e del cuore
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

LA DIMENSIONE CONOSCITIVA IN PRIMO PIANO

La caratteristica più evidente di Manzoni è senza dubbio


l’intransigenza delle sue posizioni, che produce il rifiuto di una
tradizione retorica focalizzata sulla dimensione estetica o, peggio
ancora, finalizzata allo svago o all’evasione.
Per l’autore ‘‘il vero solo è bello’’ (Del romanzo storico): la
dimensione conoscitiva, soprattutto sul piano morale, deve
prevalere su tutto; la letteratura è chiamata a generare una
‘‘riflessione sentita’’.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

MANZONI E IL RAPPORTO CON ILLUMINISMO E ROMANTICISMO

ILLUMINISMO ROMANTICISMO

rifiuto della mitologia come


argomento letterario
culto del vero
rifiuto dell’approccio normativo
◄accetta► ◄accetta►
del classicismo
esigenza di giustizia
battaglia per una cultura
LETTERATURA popolare
MANZONIANA (popolo= moderna borghesia)
Per Manzoni:
• il male si manifesta in
tutte le classi sociali, mito dell’intrinseca bontà del
anche in quelle più umili
• l’uomo tende a esercitare
‘‘genio del popolo’’
violenza sui suoi simili ◄rifiuta►
aspetti irrazionali e ‘‘gotici’’
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

LA COMPOSIZIONE MANZONIANA: LE PRIME OPERE


OPERE NEOCLASSICHE CARME IN MORTE DI CARLO IMBONATI

• no particolare originalità
CARATTERISTICHE • principi democratici e libertari • letteratura in grado di agire nella società
• forme neoclassiche

Il Trionfo della libertà (1801) In morte di Carlo Imbonati (1805-06) Riflessione sui limiti oggettivi della
• invettiva contro papato e clero • motivo conduttore: il vero
lingua letteraria: c’è un divario
• immagini e stilemi neoclassici • accordo tra ragione e sentimento (‘‘sentir e
enorme tra lingua parlata e lingua
meditar’’: l’una acquisisce le caratteristiche scritta, che è quasi morta.
dell’altra, per arrivare a una sintesi superiore)
Occorre un nuovo linguaggio
letterario, meno raffinato e più
autentico.
OPERE
Urania (1806 - 1809) Occorre definire con precisione i
• ispirata alla poesia didascalica
contenuti della letterature e le forme
di Monti con cui esprimerli.
• rifiuto della precettistica
retorica
• ispirazione etica di ispirazione
pariniana
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

LA COMPOSIZIONE MANZONIANA: IL RAPPORTO TRA LETTERATURA E RELIGIONE

OSSERVAZIONI SULLA MORALE CATTOLICA

La grande stagione creativa di


• il pensiero religioso dell’autore si pone come
Manzoni va dal 1812 al 1827: è
CARATTERISTICHE modello per l’intero corso della storia umana
successiva alla sua conversione.
e, nello specifico, per la società italiana
Da subito l’autore si pone la
La fede di Manzoni non fu
questione sul rapporto che debba
mai una certezza acquisita
esserci tra letteratura e religione,
per sempre, ma un
tra l’indagine razionale e la fedeltà
Osservazioni sulla morale cattolica (1819) confronto ininterrotto di
al vincolo della fede.
• attacco a Sismonde de Sismondi, secondo cui fronte al problema del
L’autore, probabilmente, trova la Chiesa cattolica, con il suo monopolio sulla male nel mondo.
nella fede il conforto del padre che morale, ha portato alla decadenza la civiltà Il male acquisisce la forma
non ha mai avuto. Ma non solo: la OPERE italiana di ingiustizia e sopruso
sua è piuttosto l’adesione • la Chiesa ha contribuito in Italia a formare una verso i più deboli.
razionale a un modo di leggere il nuova coscienza nazionale, essendo stata in
mondo e l’uomo. grado di condurre un’opera di
Fede, ragione e politica sono evangelizzazione dal basso
strettamente coniugate.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

LA COMPOSIZIONE MANZONIANA: IL RINNOVAMENTO DEI GENERI


GLI INNI SACRI LE TRAGEDIE IL ROMANZO

• rispondono all’esigenza di avere


• sono finalizzati a dare
un teatro in sintonia con il • no ricorso al falso
La stagione creativa di voce alla storia della
presente e la spiritualità cristiana (modello: romanzo
Manzoni lo porta ad Salvezza dell’uomo
• modelli: Shakespeare, Schiller, storico di Walter Scott)
affrontare i principali generi • rottura di stile e forme
CARATTERISTICHE Racine • no seduzione narrativa
letterari, rinnovando quelli della tradizione lirica
• indipendenza dalle tre regole • modalità per dar conto
tradizionali e avviando italiana: coralità, metri
aristoteliche (unicità di luogo, dei personaggi umili
percorsi nuovi. cantabili e martellanti,
tempo e azione)
Non si tratta, però, di un tronchi e sdruccioli
• fedeltà all’ambientazione storica
percorso lineare, evolutivo:
le opere vengono iniziate e Inni sacri (dal 1812-13) Conte di Carmagnola (dal 1816) Fermo e Lucia (1821)
poi interrotte, riprese e • carattere popolare Adelchi (dal 1820) Promessi Sposi (1827)
nuovamente abbandonate. (immaginario • teatro come mediazione tra vero • ricostruzione storica

La ricerca di Manzoni condiviso, linguaggio storico e verità del cuore fedele


considera il singolo genere medio, natura • evidenza delle conseguenze • rappresentazione della
OPERE
per valutarne la possibilità melodica) negative di un mondo in cui i dimessa naturalezza
che ha di indagare il senso • impegno civile della valori cristiani non trionfano della vita
di fare letteratura. lirica • storia umana caratterizzata dalla • libertà di movimento
costante tendenza al male e del narratore (azione di
all’ingiustizia contrappunto)
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

LA COMPOSIZIONE MANZONIANA: DAL ROMANZO ALLA STORIOGRAFIA


STORIA DELLA COLONNA INFAME

• appendice che chiude i Promessi Sposi (la parola ‘‘Fine’’ viene


posta in chiusura della Colonna)
• racconto-inchiesta spogliato della componente inventiva
• critica ai maestosi, ma inaffidabili simboli del potere
CARATTERISTICHE • completamento dei Promessi Sposi, finalizzato a sottolineare che
per ogni vicenda che si conclude positivamente ce ne sono molte
altre che hanno esito opposto
L’equilibrio (tra fatti storici veri e libera
rappresentazione di azioni e sentimenti)
raggiunto nel romanzo inizia a scricchiolare
negli anni Trenta. Storia della colonna infame (1842, data di pubblicazione)
• testimonianza documentaria del processo contro due presunti
Storia e invenzione non dialogano più, la
letteratura si dissolve nella storiografia. untori avvenuto a Milano nel 1630; Guglielmo Piazza e Gian
Giacomo Mora vengono accusati di diffondere la peste; torturati
OPERE
e processati, vengono condannati a morte; sulle macerie
dell’abilitazione di Mora viene eretta una lapide che descrive gli
esiti del processo; dopo la dimostrazione dell’innocenza dei due,
nel 1778, la colonna viene abbattuta
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / IL PENSIERO E LA POETICA:
IL ‘‘VERO’’ DELLA STORIA E DEL CUORE

UNA LINGUA PER LA NAZIONE

La volontà di rinnovamento letterario si accompagna ad un costante


ripensamento dello strumento linguistico.
La lingua del Fermo e Lucia è ancora un esperimento incerto. Solo
con i Promessi Sposi si assiste a una revisione espressiva e a un
avvicinamento alla tradizione letteraria toscana. Anche questa
soluzione, tuttavia, è inesistente nella realtà concreta del parlato.
Solo con la redazione definitiva del 1840 l’autore adotta il fiorentino
parlato, lingua viva che valorizza la storia letteraria del fiorentino.
Gli Inni sacri
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / GLI INNI SACRI

LA RISCOPERTA DELLA FEDE

La scelta del tema sacro risponde a un’esperienza personale di


Manzoni, legata alla sua conversione al cattolicesimo, ma anche
a un generale e rinnovato interesse collettivo per la religione.
Le motivazioni sono diverse: vanno dalla disillusione per il
razionalismo illuminista alla riscoperta romantica della fede, alla
tendenza delle forze reazionarie a porsi sotto l’egida dell’autorità
papale.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / GLI INNI SACRI

GLI INNI SACRI

?
SIGNIFICATO I TEMI LA FORMA
La lirica di Manzoni: Tema centrale degli Inni è il ‘‘vero’’ incarnato nel messaggio Le novità formali sono sorprendenti:
• riflette l’autenticità della sua cristiano. Il vero ha: • l’io lirico si espande in una coralità
conversione, ma non è l’effusione • una connotazione storica che rispecchia l’intera comunità dei
di un’esperienza interiore • una connotazione morale. fedeli
• definisce una fede radicata nella • la comunità è costituita dal popolo, a
comunità, ma che non è Il ripetersi delle liturgie nel tempo storico umano fornisce ai fedeli cui occorre rivolgersi con un
l’esaltazione romantica dello l’occasione di rinnovare la memoria della loro promessa di fede. apparato linguistico di facile
spontaneismo popolare o Oggetto degli Inni sono proprio i tempi dell’anno liturgico: comprensione:
dell’irrazionalità • La Risurrezione - non ci sono riferimenti mitologici
• non è legata al contesto politico. • Il nome di Maria - il linguaggio è solenne, ma non
• Il Natale impervio, è nobile, ma non aulico
La religione diventa il nuovo orizzonte
per realizzare l’utilità e il bene • La Passione -il ritmo è cantabile, popolare:
collettivo. • La Pentecoste. settenari, decasillabi, ottonari,
metri facilmente memorizzabili.
Altri sette componimenti, previsti in origine, non vengono realizzati.
La lirica civile:
le canzoni e le Odi
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LA LIRICA CIVILE: LE CANZONI E LE ODI

LA POESIA CIVILE MANZONIANA

La poesia civile manzoniana segue le occasioni della storia


contemporanea e testimonia la sua vicinanza agli ideali risorgimentali.
Tuttavia, poesia civile, poesia religiosa e tragedia non si configurano
come campi nettamente separati.
I combattimenti si caricano di connotati sacri, la stessa vita di Napoleone
(a cui è dedicata l’ode Il cinque maggio) viene riletta in una prospettiva
religiosa.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LA LIRICA CIVILE: LE CANZONI E LE ODI

LE DUE CANZONI

Le canzoni, incompiute, sono una testimonianza della necessità


dell’autore di confrontarsi con la storia contemporanea: un’esigenza
tanto viva da spingerlo a lasciare incompiuta la poesia sacra degli Inni.

Aprile 1814
• avviata dopo l’abdicazione di Napoleone
• auspica che l’Italia possa riconquistare la propria libertà; la speranza viene delusa: gli
Austriaci tornano infatti a Milano

Il proclama di Rimini
• trae spunto dall’appello che il re di Napoli Gioacchino Murat rivolge ai popoli italiani, affinché
insorgano contro il dominio asburgico
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LA LIRICA CIVILE: LE CANZONI E LE ODI

LE DUE ODI PIÙ IMPORTANTI

Le due liriche più importanti sono Marzo 1821 e Il cinque maggio.

Marzo 1821
• viene composta sull’onda dell’entusiasmo scatenato dai moti piemontesi, con il tentativo di
Carlo Alberto di annettere al suo regno la Lombardia, che sarebbe così passata dal dominio
asburgico a quello dello Stato sabaudo
• Manzoni immagina l’esercito piemontese che sta per oltrepassare il Ticino e sostenere i
moti antiaustriaci: in realtà l’impresa non avvenne mai

Il cinque maggio
• viene composta all’arrivo della notizia della morte di Napoleone
• Napoleone è un protagonista sconfitto, ma si apre per lui lo spiraglio della Grazia, che ne
illumina la fine
• l’ode, di fatto, può essere assimilata a un inno sacro, per il ruolo che viene affidato alla
Provvidenza
Le tragedie
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LE TRAGEDIE

L’APPRODO ALLA FORMA DRAMMATURGICA

La prima idea drammaturgica, da cui nascerà il Conte di Carmagnola,


prende vita da un momento di crisi dell’autore, che non è riuscito a
trovare la giusta sintesi tra piano trascendente (ricercato con gli Inni) e
piano storico (richiamato con le canzoni).
Occorre un ‘‘terreno di incontro’’ nuovo tra le due dimensioni: l’animo
umano. La forma drammaturgica sembra quella più adatta a ospitare
questo incontro.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LE TRAGEDIE

LA TRAGEDIA MANZONIANA

IL COMPITO DELLA TRAGEDIA


La tragedia svolge una funzione etica: quella di ricostruire e tramandare ciò che, nella storia, è
andato perduto, ossia il significato profondo delle vicende umane, penetrando l’intima
coscienza dei protagonisti.

LE NOVITÀ STRUTTURALI: NO AL REALISMO FITTIZIO


La tragedia è realistica se mette in scena l’evoluzione di ciò che rappresenta: i
CARATTERISTICHE dialoghi devono permettere un’analisi psicologica dei personaggi. Occorre superare
l’idea di un realismo fittizio, basato sulle unità di luogo, tempo e azione.
DELLA TRAGEDIA
DI MANZONI LE NOVITÀ STRUTTURALI: IL CORO
Dalla classicità Manzoni recupera il coro, inteso come ‘‘cantuccio lirico’’, ossia luogo
in cui l’autore può esprimere la sua opinione e le sue riflessioni su quanto messo in
scena, senza interferire.

LA LINGUA
La forma della messa in scena non può essere aristocratica ed elitaria: no al modello alfieriano
dominante. I personaggi devono esprimersi in modo comprensibile, parlare a un pubblico più
vasto.
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LA DRAMMATURGIA: UNA BUONA SCELTA?

Per Manzoni scegliere il teatro come soluzione in grado di portare a


sintesi piano trascendente e piano storico non è una decisione semplice.
I moralisti francesi, solido punto di riferimento per l’autore, considerano
la drammaturgia immorale.
Per contro, il Romanticismo tedesco e il teatro shakespeariano
forniscono validi motivi per proseguire nella sperimentazione del genere.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LE TRAGEDIE

ADELCHI

LA COMPOSIZIONE LE OPPORTUNITÀ
Adelchi viene composta tra il novembre del 1820 e La scelta di ambientare la tragedia in età longobarda offre all’autore notevoli opportunità:
l’aprile del 1821.
La tragedia rappresenta la prova più matura di • proiettare su uno sfondo medievale uno scontro tra popoli di vivissima attualità
Manzoni tragediografo, ma, contemporaneamente, • mettere in scena un tema conosciuto e approfondito grazie al confronto con il giovane storico
anche il punto di crisi della sua scrittura poetica. Augustin Thierry: la teoria delle razze contrapposte
La versione definitiva viene pubblicata nel 1822. • dare attenzione al volgo, che viene posto al centro della scena
• descrivere un dilemma interiore: quello del principe Adelchi, combattuto tra il dovere
dell’obbedienza al potere e la consapevolezza che l’impresa voluta da suo padre non sia né
giusta né gloriosa. Adelchi combatte a fianco del padre, ma patisce la realtà storica che lo
vede dalla parte degli usurpatori. L’accettazione di una legge superiore diventa per il cristiano
strumento di salvezza: la sventura è manifestazione della provvidenza.

La teoria delle razze contrapposte riconduce le differenze di classe della società francese a una distinzione su
base etnica, istituitasi con le invasioni barbariche.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / LE TRAGEDIE

ADELCHI: LA TRAMA IN SINTESI

772-774: lo scontro tra Desiderio, re dei Longobardi e Carlo Magno, re dei Franchi, si fa sempre più
acceso.
Carlo Magno, che ha sposato Ermengarda, la figlia di Desiderio, ripudia la moglie e intima ai Longobardi di
restituire le terre della Chiesa che occupano indebitamente.
Ermengarda, disperata, si ritira in convento. Desiderio aspira alla vendetta, mentre il figlio, Adelchi, è
contrario alla guerra. Eppure, non può opporsi in quanto vincolato dal legame col padre e dalla
responsabilità di difendere il suo popolo.
Inizialmente Adelchi riesce a respingere le truppe di Carlo, ma quando in suo aiuto sopraggiunge il
diacono Martino, che gli suggerisce come aggirare le forze longobarde, tutto è perduto.
I Franchi dilagano in Italia, fanno prigioniero Desiderio e occupano Verona.
Ermengarda, venuta a conoscenza delle nuove nozze di Carlo, muore di dolore. Adelchi, ferito, viene
condotto di fronte a Carlo: lo supplica di essere clemente col padre. Prima di morire, il valoroso Adelchi
consola il genitore.
I promessi sposi: il romanzo
dallo ‘‘scartafaccio’’ al silenzio
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / I PROMESSI SPOSI: IL ROMANZO DALLO ‘‘SCARTAFACCIO’’ AL
SILENZIO

UN ROMANZO PER TUTTI

Con i Promessi Sposi l’autore intende proporre un romanzo per tutti,


popolare, anche se in Italia manca quella borghesia moderna in grado di
riconoscersi nei valori dell’opera.
Del resto, particolarmente azzardata è la scelta dell’autore di proporre
una narrazione che educhi il lettore alla riflessione critica, proponendo
un sistema di valori fondato sull’alleanza tra fede e ragione.
I protagonisti sono umili, il linguaggio è realistico e mediano: il lettore
non deve essere schiavo della finzione narrativa.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / I PROMESSI SPOSI: IL ROMANZO DALLO
‘‘SCARTAFACCIO’’ AL SILENZIO

PROMESSI SPOSI: LA TRAMA IN SINTESI

Il manoscritto dell’Anonimo: il narratore dice di aver trovato uno ‘‘scartafaccio’’, con una storia molto bella, che decide
di riscrivere con un linguaggio più adatto a un pubblico moderno.
L’antefatto: il matrimonio contrastato (capitoli I-VIII): il filatore Renzo è promesso a Lucia, ma il signorotto del luogo,
don Rodrigo, se ne invaghisce e scommette di farla sua. Il parroco, Don Abbondio, sotto minaccia, si rifiuta di celebrare le
nozze. Nonostante il consulto con l’avvocato Azzecca-garbugli, l’intervento di padre Cristoforo e un tentativo di
matrimonio ‘‘a sorpresa’’, la funzione non si celebra.
Lucia e la madre, Agnese, si rifugiano a Monza, in convento; Renzo va a Milano.
Le disavventure dei due promessi: Gertrude e i tumulti di Milano (capitoli IX-XVII): il narratore si focalizza sulla vita
infelice di Gertrude, monaca senza vocazione; intanto Renzo, a Milano, resta coinvolto nei tumulti di piazza.
La conversione dell’innominato (capitoli XVIII-XXVII): Don Rodrigo si rivolge all’innominato, che fa rapire Lucia. Dopo
le suppliche della giovane, l’innominato si pente e la affida al cardinale Federico Borromeo. Lucia viene ospitata nella
casa di don Ferrante e donna Prassede.
La peste (capitoli XXVIII-XXXIII): scoppia la peste. Don Abbondio, Agnese e Perpetua trovano rifugio nel castello
dell’innominato. Renzo torna al paese; saputo che Lucia è a Milano, decide di andare a cercarla.
Un epilogo senza idillio (capitoli XXXIV-XXXVIII): Renzo si ammala, ma guarisce. Nel lazzaretto di Milano trova Lucia,
guarita da poco, e don Cristoforo, che invoca il perdono di Renzo per don Rodrigo morente e scioglie il voto di castità
fatto da Lucia. I due giovani possono finalmente sposarsi.
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SILENZIO

LA GENESI DEL ROMANZO: TRE TESTI DISTINTI

Lettre à Monsieur Promessi Sposi Promessi Sposi


Chauvet sur l’unité de studio delle opere
Fermo e Lucia del 1827 del 1840-42
temps et de lieu dans la storiche
tragédie (la ‘‘Ventisettana’’) (la ‘‘Quarantana’’)

1820 1820 1821-1823 1825-1827 1827-1842

Manzoni tratta il tema del la consultazione di una serie la prima stesura è un la narrazione, in tre tomi, si grazie al suo viaggio a
rapporto tra storia e di opere storiche fornisce lo laboratorio aperto: l’autore fa più continua, sciogliendo Firenze l’autore viene in
invenzione e quello spunto per iniziare il scrive sulla pagina sinistra, la struttura a episodi contatto con la vera lingua
dell’inverosimiglianza del romanzo lasciando la destra per le caratteristica della versione parlata
genere romanzesco correzioni; alla stesura precedente inizia la revisione linguistica
collaborano, con letture e cambia la struttura della dell’opera (la ‘‘risciacquatura
suggerimenti, Claude Fauriel in Arno’’)
vicenda, con un taglio
e Ermes Visconti
drastico delle vicende della viene inserita un’appendice,
l’opera prevede quattro tomi, monaca di Monza Storia della colonna infame,
condizionati dal romanzo che illustra l’ingiusto
la lingua è meno ibrida e
settecentesco: digressioni, processo di due presunti
trova il suo baricentro nel
riflessioni dell’autore, fiorentino untori
ambientazione drammatica
le digressioni vengono vengono aggiunte le
la lingua tenta una sintesi tra illustrazioni di Francesco
contenute, il montaggio delle
lombardismi, francesismi, Gonin
vicende è maggiormente
latinismi; abbondano i
incrociato
neologismi
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / I PROMESSI SPOSI: IL ROMANZO DALLO ‘‘SCARTAFACCIO’’
AL SILENZIO

I PERSONAGGI
ruoli non predefiniti

le funzioni dei personaggi si mischiano:


PERSONAGGI NEI ad esempio, Renzo diventa anti-eroe
durante i moti milanesi
PROMESSI SPOSI
no protagonisti

• Renzo: attraversa l’intera gamma di generi; la


personaggi e
• scompare il protagonista-eroe: non c’è
un personaggio totalmente positivo con
sua natura impulsiva lo rende idoneo sia al registri di stile
romanzo di formazione che a quello picaresco,
cui il lettore possa identificarsi, né uno è coinvolto in situazioni comiche, ma anche in
totalmente negativo episodi drammatici i personaggi di distribuiscono secondo un
• ogni personaggio ha la propria • Lucia: rifiuta la logica mondana, a favore diverso livello di dignità, a cui
umanità dell’amore cristiano; l’atteggiamento di Lucia corrispondono un diverso genere
denota una mansueta determinazione letterario e livello di stile

personaggi-uomini • personaggi dell’aristocrazia: oggetto


• la folla: mossa da istinti irrazionali e
incontrollabili, è la voce del caos, prodotto
dell’umorismo dell’autore (don Ferrante, donna dalla mancanza di governo e mosso
Prassede), o del suo sarcasmo, nel caso dall’egoismo
• in primo piano c’è la folla, che non emerge ricoprano cariche politiche (il conte zio) • le figure da commedia: dai tratti comici, ma
nella storia, ma ne subisce gli effetti • personaggi tragici: richiedono uno stile non caricaturiali (don Abbondio, Renzo
• Lucia e Renzo sono popolani, personaggi sublime; caso emblematico, quello ubriaco, Perpetua, Agnese)
inventati, ma, al tempo stesso, veri, perché dell’innominato, che passa dalla perdizione alla
del tutto analoghi a persone reali del periodo salvezza (‘‘tragico cristiano’’)
(personaggi-uomini, critico Debenedetti)
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / I PROMESSI SPOSI: IL ROMANZO DALLO ‘‘SCARTAFACCIO’’ AL
SILENZIO

UN ROMANZO DI FORMAZIONE?

La vicenda di Renzo sembra conferire all’opera il carattere di ‘‘romanzo


di formazione’’: il personaggio impara dai propri errori, la sua storia
sembra culminare nel raggiungimento della serenità di un lavoro, del
matrimonio, dell’inserimento nella vita sociale.
Il finale, però, smentisce questa chiave di lettura. Di fatto non c’è un
lieto fine. Lucia sostiene di non aver imparato nulla: la sua è stata una
paziente sopportazione delle sventure che le sono capitate. Il ‘‘succo’’
della storia è troppo simile alla vita vera per diventare esemplare.
ALESSANDRO MANZONI: LA VERITÀ DEL CUORE E IL DOVERE DELLE PAROLE / I PROMESSI SPOSI: IL ROMANZO DALLO ‘‘SCARTAFACCIO’’ AL
SILENZIO

IL ROMANZO E LA STORIA

UN ROMANZO PRESENTATO COME DOCUMENTO STORICO


L’affermazione secondo cui il romanzo è la riscrittura di una storia vera, ritrovata in un
manoscritto illeggibile, permette a Manzoni di affermare la natura non finzionale della sua
opera.

LA SCELTA DEL SEICENTO


Il Seicento è un periodo caratterizzato da forti elementi negativi, quali illegalità e
ingiustizie, un potere esteriorizzato, una scienza ancora ferma e una tradizione
I PROMESSI SPOSI obsoleta. Ma è anche l’epoca del dialogo tra uomo e Dio.
E LA STORIA La scelta del Seicento come epoca di ambientazione del romanzo fa sì che le vicende
dei ‘‘piccoli’’ protagonisti possano intrecciarsi con la Grande Storia, caratterizzata dalla
carestia del 1628, dai tumulti di San Martino, dalla Guerra di Monferrato, dalla calata
dei lanzichenecchi, dalla peste del 1630. La situazione Seicentesca, infine, offre
parallelismi importanti con quella contemporanea all’autore.

LE PROVE A SUPPORTO DELLA VERIDICITÀ


L’autore studia una notevole quantità di documenti storici, al fine di ricorrere a molteplici prove
documentarie in grado di rendere più vera la sua finzione.
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SILENZIO

L’IO NARRANTE E L’ANONIMO

LO SDOPPIAMENTO DEL NARRATORE


La finzione del manoscritto ritrovato produce uno sdoppiamento del narratore: da un lato,
l’autore dello ‘‘scartafaccio’’ (l’Anonimo), dall’altro, la voce narrante che riscrive e commenta le
azioni.

L’EVOLUZIONE DELL’ANONIMO
Nel Fermo e Lucia l’Anonimo è impassibile, unicamente portatore di una testimonianza
oggettiva. Successivamente, si delinea come uomo anziano, che riporta fatti narrati da
altri. Infine, si denota come amico di Azzecca-garbugli, diventando personaggio interno
I DUE NARRATORI al racconto.

L’IO NARRANTE
La voce narrante è garante della corretta interpretazione delle vicende. Sottopone a
verifica la storia dell’Anonimo, ricorrendo all’accertamento storico.

LE LIMITAZIONI DELL’IO NARRANTE


La voce narrante si caratterizza per una serie di limitazioni: l’autoironia, il dubbio, l’incertezza,
che, talvolta, lascia spazio al giudizio del lettore.
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L’IRONIA

Il narratore utilizza spesso l’ironia per esporre il proprio punto di vista: le


situazioni presentate vengono sospese e poste sotto la lente del
dubbio. Il lettore è responsabilizzato, chiamato a riflettere, a
dialogare (tendenza già anticipata da Parini).
L’ironia di Manzoni si discosta da quella Romantica poiché non
distrugge ciò che critica e tende a togliere importanza al soggetto
che la esercita, ossia al narratore.
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LE INSIDIE DELLA SCRITTURA

Nel romanzo, la scrittura assume molteplici connotazioni negative:


• strumento di sopraffazione (nelle mani del conte zio o
dell’innominato, che prendono nota dei nomi delle loro vittime)
• mezzo per confondere e ingannare (Don Abbondio e il suo
latinorum)
• facciata che cela il nulla (le grida tanto ampollose quanto inefficaci)
• simbolo di una cultura obsoleta e staccata dalla realtà (la biblioteca
di don Ferrante).
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L’AMORE

Il romanzo manzoniano non punta all’intrattenimento: la componente


amorosa fa da sfondo alla vicenda, ma ne parla il meno possibile.
La ragione non è da ricercarsi nel moralismo bigotto dell’autore, ma nella
profondità dello stesso sentimento: troppo autentico e intimo per essere
descritto a parole.
Intima è anche la riflessione indotta negli uomini dalla Provvidenza:
sprovvista di una funzione consolatoria, non annienta il male, ma ne
scopre la potenzialità di percorso doloroso per arrivare al bene.
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LA SCELTA DELLA LINGUA

La mancanza di una tradizione romanzesca in Italia comporta l’assenza di un codice linguistico già codificato.
Inoltre, la lingua in Italia presenta una notevole frammentazione dovuta alle numerose varietà regionali,
oltre che una distanza tra forma parlata e forma scritta.

Promessi Sposi Promessi Sposi


Fermo e Lucia del 1827 del 1840-42
(la ‘‘Ventisettana’’) (la ‘‘Quarantana’’)

soluzione ibrida dettato più uniforme fiorentino parlato della


sintesi di molteplici influenze lingua media borghesia colta
e modelli parole ed espressioni comuni eliminazione dei lombardismi
toscano della tradizione del milanese e del toscano abbassamento delle forme
letteraria auliche
+
usi contemporanei
elementi lombardi
apporti stranieri (francesi)

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