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VITA E OPERE DI ALESSANDRO MANZONI

Alessandro Manzoni nasce il 7 marzo 1785 a Milano.


Frutto di una relazione adulterina di Giulia Beccaria, figlia del letterato illuminista Cesare
Beccaria, viene riconosciuto dal conte Pietro Manzoni per evitare lo scandalo.
In seguito alla separazione dei due coniugi, Alessandro è costretto a lasciare la madre.
Nel 1795 Giulia Beccaria comincia a convivere con Carlo Imbonati, con cui presto si
trasferisce a Parigi. Alessandro Manzoni viene inviato a studiare in collegi religiosi dal
1791 al 1801.
La sua formazione intellettuale, spontaneamente illuministica e razionalistica; uscito
dal collegio, Manzoni manifesta un atteggiamento di disgusto nei confronti
dell'insegnamento tradizionale e religioso, e si avvicina a posizioni giacobine. Nel 1801
compone il poemetto il Trionfo della libertà, pieno di sentimenti democratici e
anticlericali.
Dal 1801 al 1804 vive con il padre nella Milano napoleonica, dove scrive opere letteraria
ispirate ai principi del neoclassicismo e da ideali democratici, ma presto manifesta la
sua insoddisfazione per l'evoluzione politica del regime napoleonico.
A Milano conosce e frequenta Vincenzo Monti, il quale ospite da Giulia Beccaria a Parigi,
ha modo di parlare a Carlo Imbonati di Manzoni; quest’ultimo decide di invitarlo nella
capitale francese. Ottenuto il permesso del padre, Alessandro Manzoni si prepara a
partire, ma nella primavera del 1805 lo raggiunge la notizia della morte di Carlo
Imbonati. Giunto a Parigi, ha il primo incontro con la madre, con la quale scoppia un
vero e proprio amore.
Rimane a Parigi fino al 1810 e, durante il suo soggiorno, in omaggio alla madre e alla
figura di Carlo Imbonati pubblica il carme In morte di Carlo Imbonati in endecasillabi
sciolti. Nel carme il poeta immagina un'apparizione in sogno di Imbonati che gli
impartisce precetti di virtù utili per la sua attività letteraria.

A Parigi Manzoni incontra Claude Fauriel, suo punto di riferimento costante. Alessandro
Manzoni in seguito manifesta la sua insoddisfazione per l'Illuminismo e i suoi esiti, e
alimenta il suo desiderio di aderire a valori che fossero assoluti e collettivi, ponendo così
le premesse per quel clima spirituale e intellettuale, che lo porterà alla conversione sia
di tipo religioso, sia intellettuale del 1810.
Nel 1808 Manzoni si sposa a Milano con Enrichetta Blondel con rito calvinista (Enrichetta
proveniva da una famiglia di fede calvinista). Enrichetta Blondel entra in contatto la fede
cattolica e si converte. Nel 1810 viene celebrato nuovamente il matrimonio
con Manzoni secondo il rito cattolico. Nello stesso anno Enrichetta e Alessandro
assistono al matrimonio tra Napoleone e Maria Luigia d'Austria. Nel trambusto della
festa Manzoni perde di vista la moglie, e viene colto da una crisi d'angoscia, crisi che da
allora lo accompagneranno sempre sotto forma di agorafobia. A quanto si
racconta Manzoni si sarebbe rifugiato nella chiesa di San Rocco e per la prima volta
avrebbe pregato Dio.
Del resto quella di Parigi fu solo una delle numerose crisi di panico che afflissero
Alessandro Manzoni. Lo scrittore era perseguitato da attacchi di panico e crisi nervose
che cercava di combattere concedendosi lunghe passeggiate. Come se non bastasse,
Alessandro Manzoni era balbuziente, soprattutto quando era costretto a parlare in
pubblico.
Fra il 1840 e il 1842 Alessandro Manzoni pubblica I Promessi Sposi nella loro edizione
definitiva. Ma l'elaborazione del romanzo che lo fa fatto diventare un punto di
riferimento letterario imprescindibile, è già iniziata negli anni che vanno dal 1812 al
1827. Sono quegli gli anni più fertili della sua produzione artistica.
Oltre a I promessi sposi, Alessandro Manzoni ha scritto altre opere celebri: su tutte
l’ode 5 maggio, composta nel 1821 per celebrare Napoleone nell’anno della sua morte.
Ci sono poi gli Inni sacri, composti tra il 1812 e il 1815, importanti perché sanciscono il
definitivo avvicinamento dello scrittore alla religione.
Altre opere importanti sono Il conte di Carmagnola, tragedia composta tra il 1816 e il
1820 e l’Adelchi (1820-1822) tragedia ambientata nell’Italia dei longobardi.
Alessandro Manzoni giocò un ruolo chiave nel definire una lingua che accomunasse tutti
gli italiani da nord a sud, tanto che nel 1860 viene insignito della carica di senatore del
Regno ed entrò a far parte della commissione parlamentare sulla lingua, a cui contribuì
con la relazione Dell’unità della lingua e dei mezzi per diffonderla.
Morì il nel 1873 per una meningite, causata da un trauma cranico riportato nel mese di
gennaio, quando lo scrittore cadde all’uscita della chiesa di San Fedele a Milano e sbatté
violentemente la testa contro uno scalino. Da quel giorno le sue condizioni peggiorarono
fino al 22 maggio dello stesso anno. Al funerale parteciparono le più grandi autorità
dell’epoca. Se ne era andato uno dei padri della lingua italiana.

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