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Alessandro Manzoni

Un personaggio che ha segnato l’immaginario dell’Italia del Risorgimento, uno dei padri della nazione italiana. (con
Garibaldi, che ha dato all’Italia l’unità geografica e politica, Vittorio Emanuele II, dà una monarchia in cui il re
rappresenta tutti.) Alessandro Manzoni ha dato all’Italia una lingua e una letteratura, è stato il primo grande scrittore
dell’Italia unita. Lo è stato fin da subito, già in vita.

BIOGRAFIA

Era figlio di Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria, uno dei più importanti intellettuali d’Europa, che aveva scritto “Dei
diritti e delle pene”, riflessione illuminista sull’amministrazione della giustizia. È un’opera rivoluzionaria perché scinde
per la prima volta il peccato dal concetto di reato, ed è colui che fa cadere la tortura e la pena di morte. La famiglia in
cui nasce è dunque nota e intellettuale, poiché la madre era cresciuta tra gli amici illuministi del padre. È una donna
emancipata e progressista, era istruita e stava parecchio in società, aveva passato la sua infanzia in collegio ma poi era
entrata nell’ambiente intellettuale del padre. Inoltre, amava molto gli uomini, e questo era una grande preoccupazione
per il padre, perciò trova un 46enne bigotto, che potesse tenerla a bada: il conte Pietro Manzoni. I due si sposano ma
non vanno d’accordo, e Pietro era impotente, per cui Alessandro Manzoni non poteva essere suo figlio: infatti era figlio
di un fratello di un amico del padre, Giovanni Verri, con cui Giulia aveva iniziato una relazione. Alessandro seppe che
Pietro non era suo padre, ma questo non lo sconvolgerà troppo poiché Pietro divorziò da Giulia e morì molto presto.

Alessandro nasce nel 1785 a Milano, non viene cresciuto dai suoi genitori ma dato ad una balia per i primi anni di vita.
Dal 1791 al 1801 comincia la sua formazione, frequenta scuole religiose cattoliche, dai padri somaschi, un ordine
religioso diffuso in Lombardia, e in questo periodo si separano i suoi genitori. Alessandro, dunque, viene affidato al
padre, ma poi deciderà di seguire la mamma che si era fidanzata con Carlo Aldonati (?).

Studia principalmente a Milano e Lugano, nel collegio di Sant’Antonio. Da adolescente era ribelle e poco studioso, ma
si era appassionato alla letteratura classica e aveva cominciato a scrivere qualche verso. Il rapporto con il nonno
Beccaria lo porterà invece ad avere un senso di analisi verso la realtà e la storia, che lo portava ad interpretare quello
che vedeva e sentiva in modo logico.

Dal 1801 al 1805 vive in una delle ville del padre, frequenta gli ambienti aristocratici di Milano e continua a coltivare la
sua ispirazione poetica. In questi anni conosce un intellettuale importante per la sua formazione, Vincenzo Cuoco,
illuminista con cui Manzoni parla di un evento che lo aveva colpito, la rivoluzione napoletana. Cuoco scrive un saggio
dove scrive di questo tentativo rivoluzionario fallito, dove dice che un conto è idealizzare qualcosa e un conto è
applicarla. Manzoni quindi capisce che un conto è occuparsi della Storia a livello teorico, e un altro è avere a che fare
con la storia che è fatta di eventi piccoli e persone-> è impossibile applicare meccanicamente dei principi che hanno
funzionato in un luogo in un altro, la storia non è solo un processo di eventi razionali, poiché si deve tenere conto
anche delle variabili.

Nel 1805 va a Parigi, dalla madre e dal compagno, che muore e lascia alla donna una fortuna, tra cui una villa in un
paese vicino a Milano-> qui si trasferirà tutta la famiglia Manzoni. Il compagno della madre fu una persona molto
importante per lui, con cui aveva un forte legame, e lo considerò come il suo vero padre.

Giulia Beccaria, rimasta vedova, non ha intenzione di occuparsi del figlio, e con la scusa di ritenerlo troppo sradicato
dal punto di vista lavorativo e intellettuale pensa di trovargli una moglie: la figlia di un industriale svizzero, Enrichetta
Blondel. Si sposano nel 1808 con un rito civile, perché E. era protestante. Grazie a questo Manzoni si avvicinò molto
alle idee protestanti.

Nel 1808 tornano a Parigi e nasce la loro prima figlia, Giulia, la prima di nove. Durante una sommossa a Parigi, visto che
Manzoni era agorafobico, viene preso dal panico e si rifugia in una chiesa. Qui si riconverte al cattolicesimo in modo
molto serio. Sua figlia viene quindi battezzata, e il fatto di aver sposato una donna protestante diventa per Manzoni un
grande problema, se non un’ossessione.

Nel 1810 torna a Milano, e nasce la seconda figlia che muore poche ore dopo la nascita. La fede lo porta a dedicare i
suoi scritti letterari ad un’opera chiamata Inni sacri, un’opera riguardante i principali eventi della vita di Gesù.
Nell’Ottocento in Europa scoppiano rivoluzioni che fanno nascere gli stati moderni-> ad esempio in Italia, dal
Risorgimento in poi è voluta l’Unità. È il secolo delle nazioni, in cui in tutta Europa si forma la coscienza nazionale e un
senso di identità.

L’Italia unita è anche nata dalla volontà popolare, grazie al senso di appartenenza ad una cultura comune (ad esempio
abitudini o letteratura). Nel momento in cui l’italia è unita nel 1860 dal punto di vista politico e geografico, il primo
obiettivo è dare agli italiani qualcosa in cui identificarsi come italiani, qualcosa che possa unire i diversi popoli. Manzoni
a proposito dice che ciò che accomuna un popolo è aver combattutto assieme per il proprio paese, la lingua con cui ci
si comprende e la religione che è comune a tutti, aver condiviso una stessa storia e avere degli obiettivi comuni. Nasce
così nell’Ottocento la nuova entità del popolo, della nazione, a cui si devono dare tutte queste cose. Manzoni a questo
punto è già un letterato importante, famoso per le sue poesie e tragedie, in cui i temi principali sono la liberazione
dell’Italia dai Barbari. Ma tragedie e poesie non sono per tutti, sono elitarie e solo per le persone più colte-> quindi si
chiede che cosa può dare al popolo intero per dargli uno strumento identitario, e ciò era il romanzo: rispetto alla
tragedia e alla poesia, il romanzo permette di raccontare storie molto lunghe che non per forza devono rispettare le
unità aristoteliche, in cui ci sono diversi intrecci di vicende e personaggi, con uno o più protagonisti. In più il romanzo
può descrivere, lasciando spazio alla fantasia dello scrittore e raccontare luoghi o situazioni, e ciò faceva piacere al
pubblico perché potevano immaginarsi luoghi mai visitati.

Essendo nipote di Beccaria Manzoni ha l’illuminisimo nel sangue, che lo porta ad usare la ragione per valutare e
descrivere gli eventi. -> ha un approccio razionale alla letteratura. Ma in questo periodo si sta affermando il
romanticismo, il contrario dell’illuminismo, che ama tutto ciò che è istintivo, passionale e non razionale, ad esempio le
storie d’amore. Manzoni fonde queste due correnti, e sceglie il popolo come protagonista del suo romanzo

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