Sei sulla pagina 1di 4

MANZONI

biografia
Manzoni nasce a Milano nel 1785 da una famiglia nobile: Giulia Beccaria e Pietro Manzoni, pare però che
Alessandro non sia figlio di Pietro ma dell’ulCmo dei fratelli Verri. Verrà affidato a una balia di provincia e per
questo non avrà legami con la sua famiglia, nelle sue opere infaJ non ci sono figure di padri posiCvi. Fino ai
16 anni studierà in un collegio che abbondonerà per i suoi ideali anCclericali, a 20 anni andrà dalla madre a
Parigi dove entra in contaOo con le idee illuministe e romanCste francesi.
Da un lato quindi c’ è una rigida educazione caOolica dall’altro la cultura progressista e lo spirito
rivoluzionario Cpico dell’età napoleonica.
Il suo rapporto con la religione migliora dopo aver sposato EnricheOa Blondel, di famiglia calvinista, con cui
avrà 10 figli. I 2 si avvicineranno entrambi al caOolicesimo e questo cambierà profondamente il modo di
scrivere del’ arCsta, da subito infaJ l’autore iniziò a domandarsi sul rapporto leOeratura-religione, l’autore
nella fede trova il conforto mai ricevuto nella fede e un modo di leggere il mondo e l’uomo.
La fede di Manzoni non fu mai una certezza ma un confronto ininterroOo di fronte al male del mondo
(ingiusCzia e sopruso dei più deboli).
Muore nel 1873 a 88 anni.
Vita poli-ca
Grazie al profondo cambiamento francese nel 1813 torna a Milano entusiasta per il risorgimento, scrive
un’ode nel 1821 per i moC rivoluzionari.
In questa ode rielabora in chiave sensisCca (studio basato sui sensi) le teorie illuministe.
Nel 1848 iniziò però ad essere parte integrante della vita poliCca milanese, nel 1848 firmò un invito per Carlo
Alberto affinché liberi la Lombardia dagli austriaci, nel 1861 infaJ divenne senatore del nuovo Regno d’Italia
e nel 1868 ebbe l’incarico di curare l’unificazione linguisCca dell’Italia. Ciò fu necessario per l’ampio divario
tra lingua parlata e lingua scriOa che risultava quasi morta, era necessaria quindi un nuovo linguaggio, meno
raffinato e più autenCco.
Pensiero e poe-ca
La sua idea di leOeratura si allontana dall’ idea di esteCsmo, la poesia non doveva essere né seduOrice né
ingannatrice ma deve arrivare al cuore e alla ragione umana, ed è necessaria per Manzoni una solida base
conosciCva.
La contaminazione dell’illuminismo e del romanCcismo nella sua scriOura sono ben visibili:
dall’Illuminismo prende il culto del vero e l’esigenza di giusCzia sociale ma in generale il conceOo di
leOeratura vera, uCle ed interessante. Dal romanCcismo invece acceOa il rifiuto per la mitologia come
argomento leOerario così come l’approccio classicista e la baOaglia per una cultura popolare ovvero una
baOaglia indirizzata solo per la borghesia, per Manzoni il male si manifesta in tuOe le classi sociali ed infaJ si
dedicherà maggiormente a difendere le masse ignorate dalla storiografia ufficiale. Non approva però del
romanCcismo l’arcaico uClizzo di aspeJ irrazionali e goCci.
Opere
Inni Sacri: celebrano le solennità più importanC della chiesa ( in parCcolare avrebbe dovuto celebrare le 12
fesCvità religiose caOoliche ma arrivò a scriverne solo 5)
Parla dell’autenCcità della sua conversione e della sua idea di fede, radicata nella comunità ma non legata al
contesto poliCco. La religione è il nuovo orizzonte per realizzare l’uClità e il bene colleJvo.
Il tema centrale è il vero con una connotazione storica e morale, il tempo è suddiviso secondo i tempi
dell’anno liturgico.
Il linguaggio è solenne e nobile; il ritmo è cantabile e popolare; i metri sono facilmente memorizzabili perché
seOenari, decasillabi o oOonari.
IL NATALE, LA RESURREZIONE, LA PASSIONE, LA PENTECOSTE.
Con gli inni sacri c’è un vero e proprio rinnovamento dei generi, il percorso però non è lineare, le opere
innovaCve spesso vengono interroOe e poi riprese. L’obieJvo di Manzoni era quello di indagare il senso di
fare leOeratura.
Odi: opere di riflessione sui faJ storici a lui contemporanei, con quesC ha la possibilità di mostrare la sua
vicinanza agli ideali risorgimentali
MARZO 1821, IL CINQUE MAGGIO
Tragedie: i personaggi sono eroi del passato che loOano contro le ingiusCzie del presente, i modelli di
riferimento sono Shakespeare, Schiller e Ricine e indipendente dalle leggi aristoteliche (unicità di tempo,
luogo e azione). Il compito della tragedia è eCco ovvero quello di ricostruire e tramandare il significato
profondo delle vicende umane. La tragedia è realisCca e deve permeOere un’analisi psicologica dei
personaggi, occorre superare l’idea di un realismo fiJzio basato sulle unità di tempo, tempo e azione. In
quest’opera riprende l’uClizzo del coro inteso come cantuccio lirico ossia luogo in cui l’autore può esprimere
la sua opinione e le sue riflessioni senza interferire con la storia.
Il teatro, infaJ, ha il compito di mediare tra vero storico e verità del cuore, a differenza degli inni sacri i valori
crisCani sono quasi del tuOo assenC bensì c’è una costante tendenza al male e all’ingiusCzia.
IL CONTE DI CARMAGNOLA: è una tragedia di argomento storico, ambientato nel XV secolo e meOe in
evidenza l’abissale distanza tra le ragioni di cuore e una ragion di Stato disumana e calcolatrice.
L’ADELCHI: venne composta tra il novembre 182° e l’aprile 1821 ma la versione definiCva fu pubblicata nel
1822. Rappresenta la forma più alta di tragedia manzoniana ma anche il punto di crisi della sua scriOura
poeCca. La tragedia è ambientata in età longobarda per più moCvi, per uno sfondo medievale, per dare
aOenzione al volgo e per descrivere un suo dilemma interiore interpretato dal principe Adelchi: combaOuto
tra il dovere dell’obbedienza al potere e la consapevolezza che l’impresa voluta da suo padre non sia né
giusta né gloriosa.
La trama traOa il confliOo tra Desiderio, re longobardo e Carlo Magno, re dei franchi. Carlo Magno sposò
Ermengarda, figlia di Desiderio, la ripudiò e chiese ai longobardi di riavere le terre della chiesa occupate
indebitatamente. Ermengarda si riCrò in convento e suo padre voleva vendeOa mentre suo figlio era contrario
ma, nonostante ciò, non poteva opporsi perché vincolato da un legame con il padre e il suo popolo.
Inizialmente Adelchi riesce a respingere le truppe di Carlo, ma quando in suo aiuto venne il diacono MarCno
persero ogni speranza, Desiderio fu caOurato e fu occupata Verona, Ermengarda morì per il dolore e Adelchi
andò dal re Carlo per chiedere pietà per suo padre.
Romanzo storico: romanzo su base storica reale che in Italia sono già radicate, come Walter ScoO infaJ non
intende allontanarsi dalla veridicità dei faJ per creare situazioni piOoresche, lo scopo del romanzo, infaJ, è
rappresentare ogni Cpo di realtà sia popolare che di rango. Grazie all’uClizzo della strategia del narratore
seicentesco, Manzoni sarà anche più libero di esprimersi seguendo i suoi ideali.
PROMESSI SPOSI
Storia della colonna infame: È l’appendice che conclude i promessi sposi ed è definita racconto-inchiesta
senza quindi alcuna componente invenCva. È una tesCmonianza documentaria del processo contro i 2
presunC untori della peste bubbonica di Milano, quesC vennero torturaC e processaC a morte; venne ereOa
una lapide per ricordare gli esiC del processo che venne poi abbaOuta quando fu dimostrata la loro
innocenza.
Opere neoclassiche: hanno principi liberali e democraCci ma senza una parCcolare originalità
TRIONFO DELLA Libertà, è un’inveJva contro il papato e il clero. URANIA, è un’opera ispirata ad un’opera
didascalica di MonC, con inspirazione pariniana.
Carme in morte di Carlo ImbonaC: ha l’obieJvo di agire nella società con il vero come base.
Osservazioni sulla morale caOolica: il pensiero religioso dell’autore si pone come modello per la società
italiana ma in generale per il corso dell’umanità; parla dell’aOacco a Sismode de Sismodi, il quale secondo la
chiesa caOolica ha portato alla decadenza della civiltà italiana; la chiesa secondo Manzoni aveva contribuito in
Italia a formare una nuova coscienza nazionale grazie al percorso di evangelizzazione.
Ques-one della lingua
In Italia non era presente un codice linguisCco codificato e piena di frammentazioni viste le numerose varietà
regionali oltre l’ampia differenza tra forma parlata e forma scriOa.
Il cambio linguisCco più visibile è con i promessi sposi,
la prima stesura fu FERMO E LUCIA definita soluzione ibrida che è la sintesi di molteplici influenze e modelli
toscani insieme a elemenC lombardi.
La 2 stesura chiamata LA VENTISETTANA è molto più uniforme con parole ed espressioni comuni del milanese
e del toscano
La 3 stesura chiamata LA QUARANTANA, vengono eliminaC i lombardismi, meno forme auliche e uClizzo del
fiorenCno medio borghese

Promessi sposi
Questo romanzo vuole essere un romanzo per tuJ, i protagonisC sono umili, il linguaggio è realisCco e
medio. Lo scopo di questo romanzo ma in realtà la concezione di leOeratura per Manzoni è di educare il
leOore ad una riflessione criCca basata su valori di fede e ragione.
La scriOura di quest’ opera è un vero e proprio ciclo che parte nel 1820 e termina con la pubblicazione nel
1842.
1820: consultazione di più opere storiche per prendere spunto per la scriOura del suo romanzo storico
1821-1823: FERMO E LUCIA, il Ctolo come tuOa l’opera sono in fase di scriOura e cambiamenC, scrive solo sul
lato sinistro così da lasciare la parte destra alle correzioni. L’opera comprende quaOro tomi, la lingua è un
complesso di longobardo/francese/laCno e ricca di neologismi
1825-1827: LA VENTISETTANA, i tomi diventano 3 tagliando drasCcamente le vicende della monaca di Monza,
la lingua è meno ibrida e preferisce il fiorenCno
1827-1842: LA QUARANTANA, inizia la revisione linguisCca dell’opera grazie al suo viaggio a Firenze che lo fa
entrare in contaOo con la lingua parlata, viene inserita un’appendice: storia della colonna infame e delle
illustrazioni di Francesco Gonin.
L’ opera è ambientata nel 1600, un periodo di ricco di forC elemenC negaCvi come illegalità, ingiusCzia, una
scienza ancora ferma e una tradizione obsoleta ma anche l’epoca del dialogo tra uomo e Dio. Il 1600 è
l’epoca migliore per ambientare l’opera poiché ricca di parallelismi importanC con il 1800(epoca a lui
contemporanea)
La finzione del manoscriOo ritrovato produce uno sdoppiamento del narratore: da un lato l’autore dello
scartafaccio(anonimo) dall’altro la voce narrante che riscrive e commenta le azioni. L’autore anonimo durante
le 3 versioni muta conCnuamente: nella prima versione è impassibile unicamente portatore di una
tesCmonianza oggeJva; nella 2 è un uomo anziano che riporta faJ narraC da altri, il terzo invece è un amico
di Azzecca-garbugli diventando un personaggio interno al racconto.
La voce narrante è garante della correOa interpretazione delle vicende per poi chiedere all’Anonimo
l’accertamento storico. Spesso la voce narrante era soggeOa a varie limitazioni e per questo uClizzava ironia,
dubbio, incertezza e lascia spazio al giudizio del leOore.

trama
Il manoscriOo dell’Anonimo: il narratore dice di aver trovato uno ‘‘scartafaccio’’, con una storia molto bella,
che decide di riscrivere con un linguaggio più adaOo a un pubblico moderno. Lo uClizza per affermare la
natura non finzionale della sua opera.
L’antefaOo: il matrimonio contrastato (capitoli I-VIII): il filatore Renzo è promesso a Lucia, ma il signoroOo del
luogo, don Rodrigo, se ne invaghisce e scommeOe di farla sua. Il parroco, Don Abbondio, soOo minaccia, si
rifiuta di celebrare le nozze. Nonostante il consulto con l’avvocato Azzecca-garbugli, l’intervento di padre
Cristoforo e un tentaCvo di matrimonio ‘‘a sorpresa’’, la funzione non si celebra.
Lucia e la madre, Agnese, si rifugiano a Monza, in convento; Renzo va a Milano.
Le disavventure dei due promessi: Gertrude e i tumulC di Milano (capitoli IX-XVII): il narratore si focalizza sulla
vita infelice di Gertrude, monaca senza vocazione; intanto Renzo, a Milano, resta coinvolto nei tumulC di
piazza.
La conversione dell’innominato (capitoli XVIII-XXVII): Don Rodrigo si rivolge all’innominato, che fa rapire Lucia.
Dopo le suppliche della giovane, l’innominato si pente e la affida al cardinale Federico Borromeo. Lucia viene
ospitata nella casa di don Ferrante e donna Prassede.
La peste (capitoli XXVIII-XXXIII): scoppia la peste. Don Abbondio, Agnese e Perpetua trovano rifugio nel
castello dell’innominato. Renzo torna al paese; saputo che Lucia è a Milano, decide di andare a cercarla.
Un epilogo senza idillio (capitoli XXXIV-XXXVIII): Renzo si ammala, ma guarisce. Nel lazzareOo di Milano trova
Lucia, guarita da poco, e don Cristoforo, che invoca il perdono di Renzo per don Rodrigo morente e scioglie il
voto di casCtà faOo da Lucia. I due giovani possono finalmente sposarsi.

Non ci sono protagonisC-eroi né personaggi totalmente negaCvi bensì ogni personaggio ha la propria
umanità, Renzo e Lucia sono popolani, inventaC ma veri perché analoghi a persone reali del
periodo(personaggi-uomini).
In primo piano c’ è la folla, che non emerge nella storia ma ne subisce gli effeJ.
Le funzioni dei personaggi si mischiano:
Renzo: aOraversa l’intera gamma di generi: picaresco, di formazione ma anche in situazioni comiche e
drammaCche. È un ragazzo di 20 anni, orfano dall’ adolescenza, lavora come filatore di seta per tradizione
familiare (deOaglio popolare Cpico di Lecco). è un personaggio molto dinamico che subisce varie
trasformazioni che lo rendono migliore, all’inizio appare come un giovane schieOo e coraggioso con una forte
voglia di giusCzia ma visto il suo analfabeCsmo spesso viene raggirato, nonostante i vari soprusi però mostra
un’ingenua ingegnosità e rappresenta un popolo senza potere costreOa ad arrangiarsi per liberarsi dalla
caJveria dei potenC.
Lucia: rappresenta la femminilità crisCana: donna angelo segno di bene e salvezza ma radicato in un mondo
contadino con spesso paura per il mondo esterno; è un personaggio staCco coerente con le sue azioni.
Folla: corrisponde alla voce del caos, prodoOo dalla mancanza di governo e mosso dall’egoismo
Figure da commedia: dai traJ comici ma non caricaturali (Don Abbondio, Renzo ubriaco, Agnese)
IRONIA: il narratore la uClizza spesso l’ironia per esporre il proprio punto di vista, si discosta dall’ironia
romanCca poiché non distrugge ciò che criCca.
AMORE: la componente amorosa fa da sfondo alla storia, ma se ne parla il meno possibile poiché troppo
autenCco e inCmo per essere descriOo a parole. Allo stesso modo è la provvidenza che non annienta il male
ma scopre il percorso doloroso per arrivare al bene.
siliato

Potrebbero piacerti anche