Sei sulla pagina 1di 2

Il celebre romanzo di Alessandro Manzoni si apre con un'introduzione in cui il n arratore spiega l'origine della storia che si accinge

a raccontare. Egli sostiene di aver ritrovato un'anonimo manoscritto del seicento che racconta una vicenda ricca di fatti tragici e orribili, ma anche di azioni virtuose. Una vicenda accaduta a persone di modesta condizione sociale. La storia scritta in italiano seicentesco, cio in una forma antiquata e non sempre corretta. La trama, tuttavia, gli sembra molto bella, tanto da decidere di trascriverla in un itali ano piu comprensibile, in modo da farla conoscere ad un pubblico pi ampio. In rea lta I Promessi Sposi sono frutto di fantasia di Manzoni e il ritrovamento di un antico manoscritto soltanto un'invezione dell'autore milanese. L'espediente letterario serviva al Manzoni per mantenere le distanze dalla stori a che si accingeva a raccontare, quindi fare in modo che le critiche velate o ma nifeste alla dominazione spagnola fossero attribuite ad altri, cos nessuno in epo ca di dominazione straniera (quella austriaca contemporanea allo scrittore) pote sse tacciarlo di nazionalismo. La seconda funzione del finto manoscritto tutta s tilistica: quella distanza contribuiva ad aumentare la verosimiglianza storica d ella vicenda di Renzo e Lucia. Manzoni non si limita a riferire al lettore dove, come e quando ha fatto il sens azionale ritrovamento, ma trascrive il frammento iniziale del fantomatico docume nto. Ovviamente, tutto frutto della sua abilit di narratore. Manzoni attento a ri creare il linguaggio seicentesco, ampolloso, pieno di latinismi e con quell'uso barocco delle lettere maiuscole per indicare concetti astratti come la storia (l 'Historia). Tale frammento anch'esso l'introduzione composta dal cronista seicentesco, il qu ale tiene a precisare che i protagonisti del suo racconto non saranno "Prencipi" e "Potentati" ma persone umili alle quali per sono capitati "fatti memorabili". Anche in questo passaggio Manzoni sottolinea, indirettamente, la sua intenzione di raccontare la storia da una prospetiva nuova: con gli occhi degli umili. In questa scelta si legge la volont di assolvere a quella nuova esigenza di reali smo in letteratura (naturalismo francese), ma che nei Promessi Sposi assumer un a spetto molto particolare. Nell'edizione del Ventisette il Manzoni attua anche tagli decisi nelle parti pi s pecificatamente metodologiche e storiografiche: abolisce la dissertazione sul pr oblema della lingua del romanzo e toglie tutta la documentazione dei processi ag li untori (presunti responsabili della diffusione della peste a Milano) che ha r invenuto negli atti riportati dalle cronache milanesi. Questa documentazione, pe raltro di grande interesse, verr enucleata e rielaborata nella Storia della colon na infame, pubblicata nel 1842 in appendice all'ultima e definitiva edizione del romanzo.Nell'edizione del Ventisette il Manzoni attua anche tagli decisi nelle parti pi specificatamente metodologiche e storiografiche: abolisce la dissertazio ne sul problema della lingua del romanzo e toglie tutta la documentazione dei pr ocessi agli untori (presunti responsabili della diffusione della peste a Milano) che ha rinvenuto negli atti riportati dalle cronache milanesi. Questa documenta zione, peraltro di grande interesse, verr enucleata e rielaborata nella Storia de lla colonna infame, pubblicata nel 1842 in appendice all'ultima e definitiva edi zione del romanzo. La quarta e quinta sezione sono costituite rispettivamente dai capitoli XXVII-XX XII e XXXIII-XXXVIII. Vi sono descritte, seguendo le cronache del tempo, senza r isparmiare dettagli e particolari, la carestia nel Milanese, la guerra per il po ssesso di Mantova (episodio "italiano" della guerra dei trent'anni che insanguin a l'Europa) e la peste che i soldati imperiali (i famigerati lanzichenecchi) dif fondono nel ducato e nelle zone circostanti. I primi otto capitoli (I-VIII) costituiscono la sezione borghigiana, perch luogo dell'azione il borgo dove vivono Renzo e Lucia.

* La seconda sezione e la terza sezione del romanzo comprendono rispettivamente i capitoli IX-XVII e XVIII-XXVI. Le storie dei fidanzati divergono: Lucia viene a contatto con i personaggi "storici" (la monaca di Monza, l'innominato, il card inal Borromeo, dopo la sua liberazione) La peste [modifica] Con i lanzichenecchi entra in Italia la peste: se ne ammalano Renzo, che guarisc e, e don Rodrigo, che viene tradito e derubato dal Griso, il capo dei suoi bravi - che non godr dei frutti del suo tradimento, contagiato anch'egli dalla peste. Renzo, guarito, torna al paese per cercare Lucia, preoccupato dagli accenni fatt i da lei per lettera a un suo voto di castit fatto quando era dall'Innominato, ma non la trova, e viene indirizzato a Milano, dove apprende che si trova nel lazz aretto, il luogo in cui venivano isolati gli appestati. Qui trova anche padre Cr istoforo, che scioglie il voto di Lucia e invita Renzo a perdonare don Rodrigo, ormai morente. La peste, una delle maggiori piaghe dell'umanit, viene descritta in maniera scrup olosa e nei minimi particolari nelle sue prime manifestazioni, nelle reazioni su scitate, negli interventi positivi e negativi degli uomini chiamati ad occuparse ne (dai medici, ai politici, alla chiesa). Agli errori delle autorit, alla voluta disinformazione si somma l'ignoranza superstiziosa della popolazione. Ne deriva uno sconvolgimento drammatico della citt intera, attraversata da Renzo, ormai gu arito, come un luogo infernale pieno di pericoli e di insidie mortali. La parte pi drammatica di questa descrizione avviene nel capitolo 34, con una delle pi cele bri frasi della letteratura italiana: Come il fiore gi rigoglioso sullo stelo c ade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato. In tale capitolo si parla anche di Cecilia, "di forse nov'anni", che, ormai mort a, posta sul carro dei monatti dalla madre, che li implora di non toccare il pic colo corpo composto con tanto amore, e chiede poi di tornare dopo a riprendere l ei "e non lei sola". Da notare il fatto che questo breve passo, dedicato alla ma dre di Cecilia, pura lirica. Nel romanzo infatti non una novit, essendo un genere letterario che pu contenere altri generi, quali la lirica, la commedia o la trag edia.

Potrebbero piacerti anche