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Infatti, nella versione tragica della vita di Gorgia, si sa, l’uomo non è artefice del
proprio destino, è solo una pedina in mano agli dei, alle emozioni (l’Amore in primis),
al corso degli eventi e delle circostanze, e perché no, alla retorica stessa.
Elena, essendo una mezza dea (nata dall’unione di sua madre Leda con Zeus) era una
donna molto bella, amata e venerata da molti. Tutti i suoi pretendenti, infatti, avevano
stipulato un patto: su chiunque di loro fosse caduta la scelta della donna, tutti gli altri
l’avrebbero dovuta proteggere da eventuali
rapimenti. Questa infatti è stata la causa dello
scoppio della guerra di Troia: Paride, indotto
dalla dea Afrodite (che gli aveva promesso in
dono la donna più bella) rapì Elena e la portò a
Troia.
L’uomo in generale non è capace di opporsi a tutte queste cose, figuriamoci la giovane
e innocente Elena.
La conclusione è facile: Elena non ha fatto ciò che ha fatto volontariamente, poiché gli
uomini non sono padroni delle proprie azioni; quindi non è stata lei a causare la guerra
di Troia. Si è semplicemente trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, in
mezzo a una serie di situazioni e circostanze che hanno portato il pensiero popolare a
una conclusione sbagliata.