Conte Pietro Manzoni padre legittimo, il matrimonio durò poco. La madre viaggia e convive con Imbonati. Infanzia e
adolescenza nei collegi dei Padri Somaschi e Barnabiti, poi nella casa paterna.
- posizioni giacobine in politica → poi intellettuali liberali lo inducono ad avvicinarsi alle idee liberali
- posizioni neoclassiche in letteratura - idee illuministe, anche aperto alle nuove idee romantiche
1805 a Parigi dalla madre, morte compagno → In morte di Carlo Imbonati poesia più importante della giovinezza.
Formazione culturale: frequenta ultimi ideologi illuministi. Nella Rivoluzione: posizioni antinapoleoniche e liberali.
1808 Enrichetta Blondel, futura sposa, prima calvinista poi cattolica à ‘’10 conversione religiosa e ritorno a Milano.
Svolta poetica: Inni Sacri + decennio di intensissima attività letteraria.
Dal ‘’27 diminuisce l'attenzione per i problemi letterari a favore di interessi linguistici e filosofici.
(a Firenze per risciacquare i panni in arno, impossessarsi del toscano vivo, unica lingua d'uso comprensibile in Italia).
Cala l'entusiasmo creativo (lutti, nel ‘’33 la moglie) à breve periodo di ripresa dopo il matrimonio con Teresa Borri.
1860 nominato senatore. 1873 muore.
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1805, IN MORTE DI CARLO IMBONATI. Dialogo morale con Imbonati, consolazione nei confronti della madre. Accetta
l’impostazione severamente stoica di Imbonati + aggressività satirica (influenza Orazio, Alfieri e Parini).
1815, inni sacri: LA RESURREZIONE,IL NOME DI MARIA, IL NATALE E LA PASSIONE.
Progetto iniziale di 12 inni, incompleto, a termine il 5’, LA PENTECOSTE + un il frammento del 6’ inno, OGNISSANTI.
Rinnovamento linguistico e tematico (per interesse + ampio). Difficoltà linguistiche e letterarie: tradizione popolare del
melodramma, versi brevi e cantabili, vs intento teologico - celebrativo, recupero schemi classicisti e linguaggio retorico.
Senza espressione dell’io o lirismo soggettivistico, non rivolta a pochi capaci di intendere riferimenti mitologici/fede
→ epica collettiva, storia insieme umana e divina, con entusiasmo religioso contenuto.
Piano ideologico: continuità col periodo illuminista e valori democratici ed egualitari.
Piano religioso: divinità come riparo e consolazione ma anche terrore biblico.
Piano del contenuto, schema a tre: dichiarazione tema, narrazione episodio sacro, esposizione conseguenze attuali.
1815-25, maggiore attività letteraria + riflessione su problemi morali, storici e letterari. Trattato e lettera pubblica.
accomunati dalla difesa - Osservazioni sulla morale cattolica, morale e teologia
della chiesa - Discorsi sopra alcuni punti della storia longobarda in Italia, trattato storiografico
LE OSSERVAZIONI, prima opera in prosa, risposta alla Storia delle repubbliche italiane nel Medioevo di de Sismondi,
(decadenza politica-morale italiana deriva dalla Chiesa cattolica) risposta analitica e generale, termina e pubblica la 1'.
Piano teologico: Chiesa origini divine, morale cattolica superiore a qualsiasi morale laica, è unica, perfetta, vera, stabile.
DISCORSI: trattato storiografico illuminista, nella confutazione degli errori del passato e nella critica alla storiografia.
In appendice all’Adelchi, avvicinare l’invenzione storica romanzesca con la sua verità , genere misto.
Vecchia storiografia: attenzione su potenti e ragion di stato, non si interessa delle masse. Storia dal punto del popolo:
rivalutato l’operato della Chiesa, si respinge l’ipotesi degli storici che giudicano positivamente il dominio dei Longobardi.
PREFAZIONE AL CONTE DI CARMAGNOLA, valutazione complessiva arte, contrario a chi enfatizza l’importanza dell’arte.
Critica la centralità romantica dell’estetica e l’autonomia dell’arte → al 1’ posto attività pratiche e ciò che porta felicità
→ ! la poesia non può essere separata dalla sua utilità morale e pratica + riflessioni sulla tragedia.
- rifiuta unità di tempo e luogo - ripristinare il coro riservato al poeta per esprimere le proprie considerazioni
- o il dramma è interessante ed esteticamente riuscito = moralmente dannoso dramma con alto interesse
o è freddo e noioso ed esteticamente fallito = moralmente utile che conduca allo scopo morale!
LA LETTERA AL SIGNOR C., risposta alla recensione di Chavet sul Conte C., trattando e sviluppando gli stessi temi.
- Unità d’azione indipendente: non si può limitare a un luogo e 24h, deve rispettare le dinamiche reali dell’episodio.
- Rapporto storia-invenzione, non inventare ma attenersi a fatti accaduti, poi costruire aspetti esterni (emozioni, giudizi).
Restando fedeli alla realtà si evita il rischio del falso e del romanzesco.
Contraddizione:
- vorrebbe che il vero morale fosse un tutt’uno con lo sviluppo degli avvenimenti reali
- vuole negare ogni carattere creativo al poeta ma gli attribuisce facoltà divinatrice
LETTERA SUL ROMANTICISMO, 1823 al marchese d’Azeglio (che considera superate le ragione del romanticismo)
→ difende il romanticismo Lombardo, consapevole delle sue varie sfaccettature prende le distanze dalle più irrazionali .
Critica il Neoclassicismo respingendo: - l’imitazione e il rispetto delle regole classiche
- l’uso della mitologia assurda e falsa, contraria alla morale religiosa - la fede di un ideale immobile di bellezza
Aspetti positivi del romanticismo: l’utile morale e pratico per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo.
ODI CIVILI, entusiasmo patriottico + tema biblico del dio guerriero che sostiene le guerre giuste e punisce gli oppositori
- APRILE 1814, dopo la caduta Napoleone - IL PROCLAMA DI RIMINI, lotta per l’indipendenza nazionale italiana
- MARZO 1821, quando Carlo Alberto sembrava muovesse guerra all’Austria per avviare l’indipendenza nazionale
- IL CINQUE MAGGIO, morte Napoleone, luglio 1821. Movenze epiche ode civile + linguaggio lirico-religioso Inni sacri.
Arrivo alla fede del potente sconfitto – corso storico provvidenziale. Energica rievocazioni vicende ed ellissi temporali.
Ideologicamente: vittoria del momento religioso sul terreno, ma storia, significato teologico e metafisico si uniscono.
TRAGEDIE, il genere drammatico si ispira ai classici. La tragedia italiana usa un linguaggio letterario e aulico in contrasto
con la poetica realistica → nuovo linguaggio, endecasillabi sciolti adattati ad uno stile realistico, termini di uso comune.
IL CONTE DI CARMAGNOLA, 1816-19 e pubblicata nel 1820. (Spunto dalla Storia delle repubbliche italiane di Sismondi).
Si rivaluta la personalità di Francesco di Bartolomeo Bussone, capitano di ventura celebre come Conte di Carmagnola.
Dopo aver militato sotto il duca di Milano, che lo nomina conte e gli dà in moglie la sorellastra Antonietta, cade in
disgrazia e passa al servizio della repubblica di Venezia nel 1426. Il senato gli affida il comando dell’esercito veneziano e
sconfigge i milanesi → aveva promesso che i suoi soldati avrebbero lasciato liberi i prigionieri: sospetto dei veneziani di
un patto segreto tra il conte e il duca di Milano → viene accusato di tradimento e condannato a morte nel 1432.
Il protagonista è un uomo di potere che vuole rispettare il codice morale e militare, vuole essere giusto in un mondo
politico immorale e ipocrito: vedono in lui una vittima innocente della ragion di Stato.
Giusto vs società ingiusta, ideale vs reale. Difficoltà: il conflitto non trova soluzione se non nella morte.
+ Condanna delle lotte fratricide tra italiani che favoriscono l’assedio straniero nel paese.
L’ADELCHI, 1820-22, tornato da Parigi incontra Thierry, interessato al terzo stato e al popolo → ! masse anonime.
Confuta la tesi di Sismondi = i longobardi, dopo 2 secoli di dominio, e quello latino si erano fusi ed erano un solo popolo
in una sola nazione ma la Chiesa, appellandosi a Carlo Magno vs Desiderio, avrebbe impedito il processo unitario e
contribuito a sottoporre la nascente nazione italiana a un dominio straniero. → Manzoni vuole assolvere la Chiesa che
ha il merito di interessarsi ai Latini oppressi, e vede nei Longobardi un popolo oppressore sovrapposto e non fuso ai
Latini. Premessa o antefatto in cui si parla della preoccupazione tra verità e precisione storica.
Vicende di Adelchi, figlio dell’ultimo re dei Longobardi, alla caduta del regno per opera di Carlo Magno, 772-774.
Ermengarda, ripudiata da Carlo Magno, si rifugia in un monastero dalla sorella e, durante la guerra, sapendo delle nuove
nozze di Carlo, delirante muore. → Desiderio si vendica inducendo il papato a incoronare re dei Franchi i nipoti di Carlo,
che ha allontanato dalla successione. Ultimatum di Carlo ai Longobardi per abbandonare le terre sottratte al papato:
Desiderio dichiara guerra ai Franchi. Guerra iniziata: le truppe di Carlo bloccate alle Chiuse di val Susa. Al campo giunge
il diacono Martino che ha raggiunto l'accampamento per un'altra via, non sorvegliata dai Longobardi. I Franchi avanzano.
Adelchi confessa insoddisfazione e amarezza: desideri di gloria e nobiltà vs concreta situazione storica in cui deve agire.
Intanto i Franchi sconfiggono i Longobardi: Pavia è conquistata e Desiderio imprigionato.
Adelchi, opposto alla guerra, combatte fino alla morte: a Verona condotto in fin di vita alla presenza di Carlo e del padre.
In generale i personaggi sono uniti in coppie per similarità e/o opposizione, (Ermengarda e Adelchi sono romantici e
malinconici, Desiderio e Carlomagno sono contrapposti ma simili dato che entrambi esercitano potere e autorità regale.
*LA STORIA DELLA COLONNA INFAME: per il tribunale che voleva colpire il presunto untore e/o per l’infamia dei giudici.
Il titolo deriva da una colonna commemorativa che il tribunale fa costruire dove prima c’era la casa di uno degli imputati.
L'illuminismo porta a vedere nella storia una serie di sbagli; la sua ideologia cattolica lo fa appassionare.
Interesse per la malvagità umana (inconscia attrazione del tema del sadico), tema della giustizia e delle punizioni:
ingiustizia dietro l’apparato istituzionale della giustizia, il resoconto di superstizioni e false credenze.
Trattato storico, o pamphlet morale/di denuncia, che ricostruisce il processo che nel 1630 manda a morte 5 innocenti:
nonostante al centro si ponga la ricerca del vero storico a Manzoni interessa il vero morale.
Pietro Verri in Osservazioni sulla tortura individua la responsabilità della condanna degli innocenti, per Manzoni i giudici
sbagliano sia applicando torture che le leggi vigenti all’epoca non prevedevano sia lasciandosi guidare dai pregiudizi.
ULTIMI SCRITTI SAGGISTICI
- DEL ROMANZO STORICO, l’invenzione non può stare accanto alla verità storica e al vero morale.
! autocritica, Manzoni giudica tutte le opere miste, anche le sue
- DELL’INVENZIONE, condanna l’invenzione in sé, si deve esprimere la verità dell’unica invenzione già data: quella di Dio.
Manzoni vs classicisti-puristi: sostiene il primato dell’uso delle reali consuetudini linguistiche di un popolo, l’unica lingua
comprensibile sul territorio italiano è il toscano → lo stato vuole arrivare all’unificazione linguistica, superando i dialetti.
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I PROMESSI SPOSI, + appendice dedicata al processo degli untori, storia della colonna infame.*
1821 avviata la stesura del romanzo, relazione chiusa nel ‘’23, non aveva titolo, provvisoriamente Fermo e Lucia.
Profonda revisione, modifica struttura e lingua (toscano vivo), abolite lunghe digressioni e soppressi episodi + romantici.
1827, edizione “ventisettana” → titolo definitivo di I Promessi Sposi.
Non soddisfatto della linguistica: terza fase di revisione per uniformare la lingua al Fiorentino in uso presso i toscani colti.
1840, seconda edizione definitiva la “quarantana”.
Vicende 1628-30 Milano, ambientazione per contesto simile tra ‘600 col dominio spagnolo e l'800 sotto quello austriaco.
Manzoni finge che la storia sia vera, testimoniata da un anonimo manoscritto da lui trovato
→ gioco di sdoppiamento tra le figure di narratore, l'anonimo e il suo moderno trascrittore/traduttore.
Fermo e Lucia diviso in Tomi:
1. Fermo e Lucia vs Don Rodrigo che impedisce il matrimonio 2. Lucia, digressioni sulla monaca di Monza
3. Fermo nella rivolta a Milano 4. guerra e peste, Fermo e Lucia ricongiunti
Impianto rigido, la narrativa segue un personaggio alla volta → struttura in crisi dalle digressioni narrative e morali.
TRAMA
Ambientato in Lombardia, il nome del paese non viene mai citato, Renzo e Lucia sono 2 giovani che devono sposarsi, ma
Don Rodrigo si invaghisce di Lucia e per una scommessa col cugino, manda dei bravi ad intimare Don Abbondio a non
celebrare il matrimonio → Don Abbondio rimanda il matrimonio e Renzo su consiglio di Agnese, va dall'azzeccagarbugli
che quando capisce che dietro all’impedimento del matrimonio c’è Don Rodrigo invita Renzo ad andarsene via. Renzo è
disperato e Fra Cristoforo decide di aiutarlo recandosi da Don Rodrigo. Renzo e Lucia decidono di ingannare Don
Abbondio con un matrimonio a sorpresa durante “la notte degli imbrogli”, sbucano a sorpresa dietro le spalle dei 2
testimoni, Tonio e gervaso, ma questo tentativo fallisce perché Don Abbondio imbacucca la testa di Lucia prima che lei
terminasse di dire la frase. Renzo, Lucia e Agnese fuggono a Pescarenico nel convento di Fra Cristoforo, che gli suggerisce
di lasciare le loro case. Don Rodrigo ordina ai bravi di rapire Lucia ma il rapimento fallisce, cos’ Lucia e Agnese fuggono in
un monastero di monza, dove si trova la Monaca di Monza, costretta dal padre a farsi monaca, la quale ha una relazione
segreta con Egidio. Renzo invece si sposta a Milano in un convento di cappuccini
Renzo si trova nel mezzo di una rivolta a Milano, il vicario della città non aveva mantenuto i prezzi bassi del pane, imposti
dal cancelliere Antonio Ferrer. La folla si trova davanti alla casa del vicario, dove arriva Ferrer, gradito dalla folla, ma il
provvedimento non viene mantenuto e Ferrer scende dalla carrozza per prelevare il vicario, Renzo lo aiuta farsi strada tra
la folla. Renzo viene arrestato ma riesce a fuggire a Bergamo. Fra Cristoforo viene fatto trasferire a Rimini. Don Rodrigo
ordina di far rapire Lucia da parte di un nobile potente, l’Innominato, che riuscirà nel suo compito, grazie alla complicità
della monaca Gertrude.
Lucia è rinchiusa nel castello dell’Innominato, fa un voto: se tornerà libera gli donerà la propria castità, rinunciando a
Renzo per sempre, la devozione e la condotta di Lucia colpiscono l’Innominato, si reca nella chiesa dove c’è il cardinale
Federigo Borromeo, perché si vuole convertire. Lucia viene liberata e si reca a Milano nella casa di Don Ferrante e Donna
Prassede, che cerca di mettere in cattiva luce Renzo, visto come fuorilegge e ricercato. Don Rodrigo va a Milano perchè
infastidito dall’arrivo in città del cardinale Borromeo e dalle voci che si scatenano dopo la liberazione di Lucia. Agnese e
Lucia cercano di avere notizie su Renzo, sembra sparito, nel frattempo cambia nome in Antonio Rivolta. Don Abbondio
riceve rimproveri dal cardinale perché troppo attaccato alla vita terrena, inoltre il cardinale riceve 100 scudi d’oro da
dare ad Agnese per conto dell’Innominato.
Agnese propone a Don Abbondio e a Perpetua di fuggire nel castello dell'Innominato che dopo la conversione è
cambiato molto, infatti li accoglie con benevolenza. A Milano scoppia la peste, Don Rodrigo viene colpito dalla malattia,
Renzo torna a Milano per cercare Lucia ma gli viene detto che è ammalata ed è stata portata nel lazzaretto, Renzo si
ammala di peste ma guarisce e nel lazzaretto trova Padre Cristoforo, il quale gli mostra Don Rodrigo nel lazzaretto, si
vuole vendicare ma decide di perdonarlo, morirà poi di peste. Renzo trova Lucia, fra cristoforo la proscioglie dal voto.
Renzo e Lucia riescono a sposarsi, le nozze sono celebrate da Don Abbondio, in un paese del bergamasco, figli.
TEMPO: inizialmente racconto lento e analitico, necessità di presentare i personaggi → più si allunga il tempo della storia
narrata più il racconto si fa condensato e sommario, narrazione più spedita. Nel finale intento riflessivo e morale.
SPAZIO: paese, spazio idilliaco che anche se corrotto mantiene un suo ordine domestico vs città tumultuose,
disorientante, in movimento, luogo di violenza, non solo del potere ma anche del popolo.
PERSONAGGI: struttura articolata quanto equilibrata, i personaggi si dispongono in coppie, soprattutto per similarità.
- Renzo e Lucia = vittime → laici - Padre Cristoforo e cardinale Federico Borromeo = protettori → ecclesiastici
- Don Rodrigo e Innominato= oppressori → laici Don Abbondio e Gertrude = strumenti oppressori → ecclesiastici
Sistema binario di forze e controforza, messaggio ideologico sul contrasto bene-male e sull'esemplarità di buoni e cattivi.
NARRATORE: la prospettiva dell'autore non coincide con quella del narratore
L'anonimo: l’autore del manoscritto che racconta la storia di Renzo e Lucia
L’io narratore: sa molto più, può controllare la veridicità basandosi su altre fonti e ha una consapevolezza linguistica
culturale e morale superiore = narratore onnisciente, conosce passato, presente e futuro dei personaggi, la loro vita
segreta e li inserisce in uno spazio geografico che conosce meglio di loro.
Riguardo l’interpretazione, la critica più recente ne propone due:
- carattere unitario e autoritario del punto di vista del narratore → il narratore offre un saldo punto di vista che esclude
le problematicità, le perplessità e mira a indirizzare in modo univoco la lettura
- pone in risalto le ambiguità e il carattere dialogico→ nel testo stesso si assumono prospettive diverse
STILE: vuole scrivere un romanzo realistico e popolare destinato ad un pubblico vasto → scelte linguistiche coerenti
eliminando le punte liriche del linguaggio, che non mancano ma sono inserite in un contesto quotidiano e razionale.
Manzoni tende alla razionalità del ragionamento → procedimento dimostrativo e logico.
Numero ristretto di vocaboli tendendo a preferire quelli di uso più comune, la varietà è cercata nell’agilità della sintassi
→ tendenza alla polifonia = sovrapporre voci di personaggi diversi e quindi diversi punti di vista.
TEMI: giustizia, per viltà o perché si è complici non si segue la giustizia, vendetta, perdono.
Ironia: si riflette nei personaggi di autorità che esprimono prepotenza del potere (critica del potere tema del romanzo).
FINALE: lieto fine perché si conclude la peste e la guerra, Renzo e Lucia si ricongiungono e Don Rodrigo è morto?
E’ senza idillio perché Don Abbondio è rimasto tale, gli sposi lasciano il paese natale, la morale della favola non è del
tutto positiva, durante la storia avviene la perdita di molte persone e Renzo e Lucia hanno ancora problemi economici.