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Dalla metà del XI secolo in Francia avviene la nascita della letteratura europea in

lingua volgare “romanza”. I modelli di questa prima parte di storia sono 3 le chanson
de geste, il romanzo cortese e la lirica trobadorica. Si sviluppano inoltre 2 diverse
lingue: quella d’oil e quella d’oc.
La lingua d’oil è la lingua francese antica ed è usata nelle zone del nord e del centro
della Francia, viene usata nelle chansons de geste e nei romanzi cortesi.
La lingua d’oc o occitanica si diffonde nella Francia meridionale ed è influenzata dal
latino.
Con la crociata contro gli albigesi conclusasi con la distruzione delle corti provenzali
e con l’assoggettamento di tutta la regione al re di Francia la lingua d’oc viene
sostituita con la lingua d’oil che diventa la lingua ufficiale di tutta la Francia.

LE CHANSON DE GESTE
E’ un genere epico-narrativo in lingua d’oil. Il termine deriva dal latino e significa
imprese. Viene enfatizzata l’azione degli eroi e sono cantate in pubblico con
l’accompagnamento di uno strumento musicale. Le chanson più importanti sono
sicuramente quelle di Carlo Magno che vengono narrate ad un pubblico formato
dall’aristocrazia feudale impegnata nelle crociate. Le chanson sono destinate alla
comunicazione orale e ci sono 2 ipotesi che riguardano la nascita di questi 2 poemi
1) Ipotesi tradizionalista: derivano dall’ elaborazione collettiva popolare, dall’
unione di brevi poemi primitivi ovvero le “cantilene” che venivano cantate dal
popolo quando c’erano vittorie o sconfitte.
2) Ipotesi individualista: derivano dal lavoro personale di un poeta che avrebbe
preso spunto dalle storie di eroi raccontate dai monaci. Molte sono infatti le
somiglianze tra queste e le vite dei santi” Questa è l’ipotesi più accreditata.
Possiamo raggruppare le chanson in 3 cicli che hanno il nome dell’eroe principale
1) Carlo Magno
2) Guillaume d’Orange
3) Renaud de Montauban
I temi ricorrenti sono la lotta tra bene e male, imprese guerresche, onore feudale e
famigliare, fedeltà dei vassalli… Lo stile è nobile e sostenuto e la narrazione è al
presente. Con il passare del tempo però le chanson de geste assumono caratteri
sempre meno realistici e diventano incomprensibili per il popolo francese.
ROMANZO CORTESE
Dalla seconda metà del XII secolo si afferma nella Francia del nord il romanzo
cortese. La narrazione è in volgare, in versi o in prosa e i temi principali sono le
avventure d’armi e d’amori dei cavalieri. Il romanzo cortese è un’opera di imitazione
che appunto imita leggende già conosciute adattandole al tempo storico. Una delle
storie più famose è quella di tristano e Isotta. Gli eroi sono stereotipati e descritti
con uno schema ricorrente. Il tema dell’amore si intreccia all’avventura e le vicende
sono piene di elementi fiabeschi. Questi romanzi sono destinati agli aristocratici che
risiedono a corte e sono letti o recitati. I protagonisti inoltre si occupano poco della
religione e mettono in primo piano la donna, le strofe sono in rima baciata e i versi
sono ottosillabi. Gli autori sono i chierici formati nelle chiese.

LA LIRICA TROBADORICA
Verso la fine dell’XI secolo in Provenza si diffonde la poesia trobadorica o occitana in
lingua d’oc. Sono testi poetici cantati con l’accompagnamento di uno strumento
musicale, sono destinate alle ricche corti e sono scritti dai trovatori che scrivono
poesie per esprimere la propria individuale ispirazione. Dal XIII secolo i testi dei
trovatori vengono raccolti in canzonieri. Il tema principale è l’amor cortese che
esprime un’educazione interiore, che ha come scopo quello di ottenere il favore
della dama. L’amore qui è extraconiugale, infatti la donna è spesso già sposata e di
rango superiore all’amante, inoltre l’amor cortese è spesso casto e non platonico e
per questo è segreto.

NASCITA DELLA LETTERATURA ITALIANA


I primi testi della letteratura italiana vengono scritti dalla prima metà del XIII secolo
in lingua volgare. Possiamo dividere questo filone poetico in 4 parti:
1) Poesia religiosa, in area umbra con maggiore esponente S. Francesco d’Assisi
seguito da Jacopone da Todi. Scrivono in volgare umbro.
2) Poesia d’amore dei Siciliani che nasce intorno al 1224, sono poesie in volgare
siciliano e hanno come maggior esponente Jacopo da Lentini.
3) La poesia siculo-toscana sviluppatasi nella seconda metà del XIII secolo, ha
come esponente principale Guittone d’Arezzo che tratta temi amorosi e scrive
in volgare toscano.
4) La poesia comico-realistica che si diffonde nello stesso periodo in Toscana e
tratta temi di quotidianità e ha come esponente Cecco Angeloni. I testi sono
scritti in volgare toscano.

LA POESIA RELIGIOSA
E’ legata alla fede e alle pratiche religiose. L’opera più celebre è il cantico di frate
sole, in volgare umbro (1224) ed è considerato l’opera prima della letteratura
italiana. La letteratura religiosa ha diverse forme letterarie ma la più importante è la
lauda che è un componimento composto da versetti ed è spesso cantata in segno di
fede. Inizialmente è tramandata oralmente ma poi vengono scritti i laudari. La lauda
ha spesso un componimento responsoriale ed assomiglia al genere della ballata. In
seguito la lauda si trasforma in lauda drammatica per instaurare un contrasto tra
coro e solista, questa è alla base della così detta sacra rappresentazione.

FRANCESCO D’ASSISI
Autore del cantico di frate sole Francesco riesce ad attirare attorno a se diversi
seguaci che lo aiutano a diffondere un messaggio nuovo. Francesco vive la sua vita
con uno spirito polemico e anticonformista ma anche fiducioso e aperto alla gioia,
compie scandalosi gesti pubblici anche per cercare il consenso della chiesa per la sua
missione. Figlio di un mercante Francesco ha una vita spensierata finché non
avviene la sua conversione, da qui inizia a predicare il vangelo per ricondurre la vita
ecclesiastica alla purezza delle sue origini, la sua concezione di vita è basata sulla
povertà. Muore nel 1226 dopo un lungo decadimento fisico. Nello stesso anno viene
pubblicata la sua biografia originale che ha il compito di sfumare quei pezzi del santo
più scomodi. Oggi S. Francesco è descritto come un uomo mite, umile e sereno che
prende la strada della povertà rifiutando la sua proprietà.

GIACOMO DA LENTINI
Giacomo da Lentini è considerato come uno degli esponenti più importanti della
celebre Scuola Siciliana ed è considerato come il vero e proprio padre fondatore del
componimento poetico noto come sonetto.
E’ sicuramente stato un funzionario della Corte di Federico II di Svevia. Egli avrebbe
scritto circa 22 sonetti e 16 canzoni nell’arco di tempo compreso tra il 1233 ed il
1241. I suoi componimenti sono scritti in lingua volgare e come già è stato
accennato egli è stato considerato come il fondatore per eccellenza della scuola
poetica siciliana.

SCUOLA SICILIANA
I siciliani furono i primi a impiegare il volgare italiano nella poesia lirica d’amore. La
poesia lirica nasce alla corte di Federico II, che aveva una concezione del potere
accentrata e unitaria. Oltre a questo la Magna Curia e i suoi consiglieri e funzionari
avevano cultura borghese e un’istruzione specifica.
Federico era molto istruito e fu anch’egli poeta in volgare. La poesia siciliana
prenderà il sopravvento e tutti i poeti italiani verranno chiamati siciliani. La figura
del poeta non è più quella del cavaliere cortigiano ma del funzionario borghese e
che si dedica alla poesia per diletto. Così non c’è più alcun accompagnamento
musicale e si parla più di cosa è l’amore e non della donna. Sono tre le strutture
della poesia lirica: la canzone, la canzonetta e il sonetto. La prima, dal contenuto
aulico e dal metro in endecasillabi o settenari, la seconda dagli argomenti meno
nobili e più narrativi è in settenari o ottonari o novenari. Il sonetto, usato per la
prima volta da Giacomo da Lentini, è composto da 14 versi endecasillabi, e ha
argomenti discorsivi, teorici, filosofici e morali. Tutta la lirica siciliana, per il suo
contenuto raffinato, ha un linguaggio aulico.

LO STILNOVO
Alla fine del 200 in Toscana si passa dalla lingua di Guittone d’Arezzo a quella di un
nuovo gruppo ristretto di poeti: gli stilnovisti che vanno a riprendere le scritture
provenzali e siciliane. I due esponenti più importanti di questo nuovo stile sono
Dante e Cavalcanti. Il dolce stil novo ha come tema unico l’amore che secondo i
poeti di quell’ epoca è un sentimento accessibile solo alle persone di animo nobile,
per questo gli stilnovisti scrivono d’amore per marcare il loro distacco dalla gente
comune. L’incontro con la donna e i dettagli che la riguardano hanno valore
simbolico. Ai nuovi poeti interessa la fase dell’innamoramento che spesso è
rappresentato con metafore belliche. Gli stilnovisti inoltre riconoscono come loro
predecessore Guinizzelli. Lo stilnovo è quindi un’ideologia poetica aristocratica dove
la nobiltà dipende dalle virtù interiori. I destinatari a cui sono rivolti questi testi sono
i rimatori e le donne gentili. Altro argomento molto importante di questo nuovo stile
è l’analisi degli effetti dell’amore sull’io che si riflette anche sul corpo, altra
caratteristica è quella della personificazione degli spiriti. La donna ha un’importanza
centrale anche se resta sullo sfondo, è associata alla luce. I particolari che vengono
descritti sono i capelli, il portamento e la bellezza infatti possiamo dire che la donna
viene spiritualizzata. La donna è definita come donna- angelo e ha caratteristiche di
perfezione, un esempio è sicuramente Beatrice che è un angelo vero e proprio
mandato da dio per salvare gli uomini. La scrittura è in volgare e lo stile è scorrevole
e trasparente. I due esponenti maggiori di questo nuovo stile però si oppongono
infatti Cavalcanti ha una visione tragica e laica dell’amore mentre Dante ha una
visione più religiosa e salvifica.

Nacque a Firenze nel 1265, da una famiglia nobile.


Perse la mamma intorno ai 4-5 anni e fu cresciuto probabilmente dalla
zia e dalla sorella maggiore, ma grazie alla buone condizioni economiche
fece ottimi studi.
Nel 1280 iniziò a scrivere poesie; ne inviò una a Cavalcanti che gli
rispose con un sonetto e divennero amici.
Lui si innamorò di Beatrice.Dante le dedica molte liriche.
Nel 1290 Beatrice morì probabilmente di parto e nel 1294 Dante raccolse
le poesie a lei dedicate in un libro, “Vita nuova”. Per consolarsi si
avvicinò alla filosofia e parlò degli anni dopo la morte di Beatrice come
smarrimento morale che secondo alcuni è dovuto a molti amori, quindi a
una trasgressione erotica, secondo altri Dante si voleva avvicinare alla
poesia epicurea.
Nel 1295 iniziò l’attività politica. Per farlo si dovette iscrivere a una
corporazione e scelse quella di Medici e Speziali dimostrando anche
interessi naturalistici.

La Vita nuova è un prosimetro (componimento misto di prosa e versi) scritto da


Dante Alighieri negli anni giovanili, presumibilmente nel periodo immediatamente
successivo alla morte di Beatrice. Si tratta di una raccolta di 31 liriche composte da
Dante in un arco di tempo assai ampio, e inserite in una cornice narrativa di 42
capitoli in cui viene raccontata la vicenda amorosa tra lui e Beatrice sino alla morte
di quest'ultima e al periodo immediatamente successivo. L'opera viene anche
definita, con un'espressione dello stesso autore, "libello" giovanile e si tratta del
primo scritto organico sicuramente attribuibile a Dante; il titolo allude all'epoca in
cui l'opera è stata realizzata ("vita nuova" significa infatti "gioventù", "periodo
giovanile"), ma potrebbe voler dire anche "vita rinnovata dall'amore", senza che le
due interpretazioni si escludano a vicenda. In linea generale la Vita nuova è una
rivisitazione in chiave allegorica e cristologica della vicenda di Beatrice e dell'amore
spirituale che legò la giovane al poeta, nonché una riflessione sulla poesia amorosa e
della sua evoluzione nell'opera giovanile di Dante, dallo Stilnovo di stretta
osservanza sino ai versi di ispirazione religiosa contenuti soprattutto nell'ultima
parte del "libello". L'opera contiene alcuni riferimenti che sembrano preannunciare
la futura Commedia e il ruolo centrale che in essa assumerà Beatrice, benché Dante
non fornisca ancora nell'operetta giovanile delle indicazioni precise.

ma l'ipotesi più accreditata è il periodo 1293-1295, dopo la morte di Beatrice (da lui
collocata nel 1290) e prima di dedicarsi alle "Petrose", quando cioè l'autore avrebbe
"riordinato" le rime in precedenza dedicate alla donna inserendole in una "cornice"
in prosa che racconta le fasi dell'amore per lei e l'evoluzione della sua stessa poesia.
Egli scelse 31 liriche tra quelle scritte nel periodo stilnovista e dedicate in gran parte
a Beatrice, tra cui 25 sonetti, 5 canzoni (due sono incomplete) e 1 ballata; i testi più
antichi risalirebbero al 1283, anno del primo incontro tra i due, mentre i più tardi
sarebbero del 1291, primo anniversario della morte di Beatrice (queste date sono
frutto della rielaborazione dantesca e non è escluso che abbiano valore per lo più
simbolico). Ecco l'ordine in cui le liriche sono disposte da Dante nell'opera, che
corrisponde presumibilmente a quello di composizione:

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